Buona sera!!! Ecco qua un altro capitolo! Devo dire che mi piace parecchio…ed è un capitolo parecchio importante, soprattutto la seconda parte. E’ diviso in due parti: nella prima i protagonisti sono Harry, Hermione e Ron, nella seconda parte invece Severus e Silente. Quando ho visto che stava diventando troppo lungo ho pensato di divederlo e fare due capitoli separati, ma sinceramente preferisco darvi un capitolo lungo…anche perché continuando a scrivere i riassunti ho visto che i capitoli son sempre più lunghi xD
Bon, dai, ho parlato abbastanza! Vi
lascio alla lettura : ) Vediamo se riuscite a trovare una citazione :D
E se avete voglia di farmi un regalo,
lasciatemi un commento con scritto cosa ne pensate *_*
Chapter V:
You Knew the moment would have come
“Never thought
this day would come so soon”
-
Our Farewell, Within
Temptation –
Si aprì
una porta e il corridoio si illuminò, per sprofondare nuovamente nel buio.
Harry rimase immobile qualche istante, la mano chiusa e ben salda sulla
maniglia: sul dorso, illuminate da un timido e pallido raggio di luna, erano
bene evidenti le parole < non devo dire bugie >, sempre più impresse
nella pelle.
Odiava quella donna. Odiava il suo < hem, hem >, i suoi modi di fare, la sua voce, il suo viso, i suoi vestiti. Odiava tutto ciò che rappresentava: il Ministero della Magia e Caramell. Com’era possibile che ad un tratto nessuno gli credesse? Solo fino a pochi mesi prima era il bambino sopravvissuto ed ora era stato etichettato come un bugiardo, un malato, un pazzo in cerca di attenzione. Perché non volevano capire che era veramente tornato? Perché non gli credevano? Perché avevano così tanta paura di ammettere che Voldemort non era scomparso il 31 ottobre di quattordici anni prima?
Sospiro frustrato, lasciò la maniglia e si
incamminò per il corridoio quando sentì un rumore di passi avvicinarsi. Prima
che se ne fosse reso conto, aveva scostato un arazzo e si era nascosto. Rimase
immobile, aspettando che i passi se ne andassero. Quando sentì che erano
abbastanza lontani, si sporse dal nascondiglio e vide Alistair camminare per il
corridoio. Sembrava tranquillo e rilassato, come mai l’aveva visto durante il
giorno. Sospirò, aprì e chiuse la mano sinistra un paio di volte e si incamminò
verso la torre di Grifondoro.
Non appena varcò la soglia della Sala Comune, una
figura dai capelli ricci e castani l’assalì e gli afferrò la mano.
“Devi dirlo a Silente!” Esclamò furiosa Hermione.
“No.” Disse fermamente liberandosi della sua
stretta, andandosi a sedere nella poltrona libera accanto a Ron.
“Harry! Non puoi permetterle di farti questo!”
“E cosa dovrei fare, scusa?”
“Dirlo a Silente, per prima cosa!” Allargò le
braccia esasperata e subito le fece ricadere lungo il corpo.
“No!” Scosse il capo con vigore. “Non glielo dirò.
Non vedo perché dovrebbe interessargli.”
“Harry…”
“Ho detto no.” Ribadì fermamente il ragazzo.
Hermione sospirò e si lasciò cadere accanto a Ron,
poi si piegò ed estrasse dalla borsa la bottiglietta che Alistair le aveva
regalato.
“Mettici su un po’ di questa, almeno.”
“Non voglio nulla che sia appartenuto a lui.”
Ringhiò, sentendo la rabbia salire. Perché non lo lasciavano in pace?
“Non fare lo stupido. Non ti ucciderà mica.”
Intervenne Ron gesticolando, facendo ricadere il braccio sullo schienale del
divanetto dalla parte di Hermione. “Al limite ti fa stare meglio.” Fece
spallucce.
Harry si arrese, prese la bottiglietta, l’aprì e
versò un po’ di freddo liquido sulle ferite, traendone subito conforto.
Riconsegnò la pozione all’amica, si massaggiò un po’, chiuse gli occhi e si
appoggiò comodamente allo schienale.
“Va meglio?” Chiese preoccupata Hermione.
Il ragazzo annuì, aprì gli occhi e le sorrise.
“Grazie.”
“Non devi ringraziare me, devi ringraziare
Alistair.” Disse con una punta di soddisfazione.
Harry serrò le labbra, seppure involontariamente.
“Harry, suo padre fa parte dell’Ordine.” Gli
ricordò roteando gli occhi al cielo, mettendosi comoda sul divanetto,
allungando le gambe.
“Ma era un Mangiamorte.”
“Harry ha ragione.” Ron prese le gambe di Hermione
e gliele fece appoggiare sulle sue. “Però anche tu hai ragione.”
“Grazie, Ronald.” La ragazza sbattè incredula le
palpebre più per ciò che aveva detto che per il suo gesto.
“Secondo voi sa qualcosa dell’Ordine?” Chiese il
rosso.
“Non ne ho idea.” Sospirò Harry. Si tolse gli
occhiali, si strofinò gli occhi e li indossò nuovamente. “Potrebbe saperlo come
non potrebbe.”
“Ma suo padre ne fa parte, quindi dovrebbe saperlo,
no?”
“Non è detto, Ronald.” Hermione soppresse uno
sbadiglio.
“Guarda con chi sta sempre.”
Ron posò una mano sui piedi di Hermione e si fece
pensieroso, cercando di ricordare chi frequentava.
“Malfoy?” Tentò.
“Non solo: Pucey, Montague, Grossman e soprattutto
Eric Heartmann.” Corrugò la fronte.
“Tutti cultori della razza?”
“Oh, puoi giurarci.” Hermione sospirò.
“Che ti hanno detto?!” Subito scattò Ron.
Hermione prese una ciocca di capelli ed iniziò a
giocherellarci, fissandola.
“Niente di particolare, mi hanno solo ricordato che
sono una nata babbana.”
“Ti hanno chiamata mezzosangue?”
“Ronald, non hanno bisogno di chiamarmi mezzosangue
per insultarmi.” Arricciò il naso, poi finalmente si decise a guardare l’amico.
“Anche solo dicendo nata babbana lo fanno, ci mettono tutto l’odio e il
disprezzo possibili ed immaginabili.”
“E quindi, Ron, non possiamo dire se sa qualcosa o
no.” Concluse Harry.
“Giusto.” Sospirò.
Calò il silenzio, Ron iniziò a disegnare
distrattamente piccoli cerchi con la punta del pollice sulla pelle nuda della
caviglia dell’amica, Hermione aveva la testa appoggiata allo schienale, gli
occhi chiusi, quasi addormentata mentre Harry tamburellava sul bracciolo della
poltrona, perso nei suoi pensieri. Per la prima volta da quando era iniziata la
scuola erano tranquilli.
Si sentì picchiettare, Hermione si svegliò
all’improvviso e vide Edvige fuori dalla finestra.
“Edvige!” Urlò
felice Harry. Si alzò di scatto, corse alla finestra e l’aprì,
per poi chiuderla immediatamente non appena la civetta fu entrata. Tornò sulla
poltrona, prese la lettera legata alla zampa della civetta e questa gli
mordicchiò l’orecchio in segno di affetto.
“Anche io ti voglio bene, Edvige.” Disse ridendo
come un bambino.
La civetta, appollaiata sul bracciolo della
poltrona, strizzò gli occhi.
“E’ di Sirius!” Esclamò eccitato il ragazzo.
“Dai, leggi!” Hermione spostò le gambe dalle
ginocchia di Ron e si sedette sul bordo del divano, in trepidante attesa.
Ron guardò la ragazza, fece per dire qualcosa ma si
interruppe e anche lui si mise in ascolto.
Carissimo Harry,
Come stai? E Ron? E Hermione? Spero stiate tutti bene. Qui al quartiere generale c’è sempre molto movimento, stessa gente che vien dentro, consuma, poi va: sembra quasi un bar. Da una parte è bella come cosa, ma dall’altra rischia di distruggermi. Per esempio, ieri sera qua a cena c’erano Tonks e Lupin: dovresti vedere come si divertono quei due insieme! Sarebbero un’ottima coppia. Ok, il pettegolezzo (che sicuramente farà piacere a Ginny e Hermione) è finito. Dopo che se ne sono andati, però, la casa è tornata solitaria, triste. Solo io, il ritratto di mia madre e quell’inutilità di Kreacher. Ho vagato un po’, sentendomi in trappola in una casa che ho sempre odiato e sempre odierò. Sai, quasi quasi preferivo stare ad Azkaban!
La scuola come sta andando? Mocciosus vi sta dando problemi? Avete già tanti compiti? Bhè, spero di no per voi!
Mi raccomando, come dice (o meglio, abbaia) sempre il vecchio Malocchio “VIGILANZA COSTANTE!”: a questo proposito, l’altro giorno ero seduto in cucina per i fatti miei e lui è sbucato da fuori e mi ha urlato nell’orecchio. Simpatico il caro e vecchio Malocchio! A parte gli scherzi, cercate di stare lontani dai guai, soprattutto tu, Harry. E soprattutto, se ti fa male la cicatrice, corri subito a dirlo a Silente. A presto.
Felpato
“Ti fa male la cicatrice
e non ci hai detto nulla?” Domandò scioccata Hermione.
“Me l’ero dimenticato.”
Borbottò afferrando subito una pergamena.
“Harry!”
“Hermione, è passato!
L’anno scorso mi ha fatto male perché Voldemort…” Ignorò la faccia terrorizzata
di Ron. “…stava tornando! Ora che è tornato suppongo mi farà male più spesso.”
“L’hai detto a Silente?”
“Ma perché ce l’hai tanto
con lui?” Roteò gli occhi al cielo, esasperato.
“Bhè, Silente è Silente.
L’unico mago di cui Tu-Sai-Chi ha paura.” Intervenne Ron pacatamente.
“E poi perché è a capo
dell’Ordine! Sono sicura che vorrebbe saperlo!”
“E io non glielo farò
sapere.” Ribattè imbronciato. “Se vuole sapere qualcosa che me lo venga a
chiedere.”
Hermione incrociò le
braccia al petto e scosse il capo.
“Dai, lascialo in pace.”
Le disse Ron, stravaccato comodamente, accarezzandole con dolcezza il braccio.
Harry sorrise caloroso
all’amico ed iniziò a scrivere la risposta.
Caro Felpato,
stiamo tutti bene, Ron e Hermione (strano ma vero) non hanno ancora litigato! Hermione è sempre presa con i compiti e i suoi doveri di Prefetto mentre Ron…sai come è fatto, se ne frega un po’! Abbiamo una nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, Dolores Umbridge: l’unica cosa che ci fare è leggere quei maledetti e stupidi libri! Non ci sta insegnando nulla! Come possiamo combattere Voldemort se non abbiamo le basi? E’ così difficile per il Ministero ammettere che è tornato?
Non mi sono mai sentito così triste a Hogwarts: molti miei compagni mi ritengono pazzo, malato e bugiardo. Un mio compagno non mi parla più, come tanti altri. E’ frustrante dire la verità e non essere creduti.
Ti prometto che saremo vigili costantemente. Per quanto riguarda la cicatrice non c’è da preoccuparsi. E’ tornato, quindi penso che farà male più spesso.
Salutami Remus e Tonks.
Con affetto,
Harry.
P.S.: Davvero credi sarebbero una bella coppia? Bhè, Remus ha proprio bisogno di distrarsi e trovare qualcuno che lo ami.
Arrotolò la pergamena e
si voltò verso Edvige che subito tese la zampetta.
“Brava, piccola.” Sussurrò
Harry con amore mentre le legava la lettera alla zampa. “Sai dove portarla,
vero?”
La civetta sembrò quasi
annuire.
“Stai attenta.” Le
accarezzò il becco, si alzò ed andò ad aprire la finestra.
Edvige spiegò le ali,
emise un verso stridulo a mo’ di saluto e spiegò il volo, sparendo
immediatamente nella notte.
Harry sospirò, richiuse la finestra e si stiracchiò, emettendo versi.
“E se andassimo a letto?” Propose Hermione coprendo
la bocca con mano.
“Buona idea.” Asserì Ron scattando in piedi.
La ragazza si alzò lentamente, prese la borsa ed
insieme si avviarono verso i dormitori.
“Ci vediamo domani, ragazzi.” Li salutò
un’assonnata Hermione salendo le scale dirette alla sua stanza.
“A domani.”
Ron e Harry entrarono nella loro stanza, si
cambiarono e si misero a letto. In pochi attimi Ron si addormentò, ma Harry
aveva troppi pensieri: Sirius, Silente, la cicatrice, Voldemort, Piton, Piton
Junior, Remus e Tonks…e il suo pensiero volò a Cho Chang.
Si mise seduto e lasciò cadere la testa sul collo, poi aprì il suo baule ed estrasse la Mappa del Malandrino dal fondo.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.”
Recitò dando un colpetto con la bacchetta alla pergamena vuota.
In men che non si dica sulla pergamena iniziarono
ad apparire tante linee con tanti piccoli cerchi con un’etichetta in cui era
indicato il nome.
“Lumus.” Bisbigliò.
Osservò la mappa alla ricerca di Cho Chang,
chiedendosi cosa stesse facendo, quando la vide nel dormitorio dei Corvonero.
Rimase incantato ad osservare il suo nome, poi scosse il capo e lasciò vagare
lo sguardo per la mappa. Subito la sua attenzione venne attirata dal nome
Severus Piton che si avvicinava al figlio Alistair nel corridoio che portava
all’ufficio di Silente.
“Che cosa nascondi, Alistair?” Si chiese tra sé e
sé. “Fatto il misfatto!” Diede un colpetto alla mappa e questa svanì. Sospirò,
rimise la pergamena nel baule, lo chiuse, tolse gli occhiali e si sdraiò.
Qualche piano più sotto Alistair stava pattugliando
il corridoio, aveva i capelli disordinati, la cravatta allentata, gli occhi
rossi e pieni di sonno, il passo strascicato. Aveva sonno e l’unica cosa a cui
riusciva a pensare era il suo bellissimo, accogliente, comodo e caldo letto a
baldacchino che lo aspettava.
Sentì dei passi in avvicinamento, rapidi e decisi.
Il suo cuore iniziò a martellargli forte nel petto, sapeva che alcuni ragazzi
si divertivano a tendere agguati a prefetti e caposcuola che facevano le ronde.
Iniziò a camminare nella direzione dei passi, la bacchetta tesa, un groppo che
gli ostruiva la gola. Si fermò bene in mezzo al corridoio, sentì i passi sempre
più vicini, pochi secondi e avrebbero svoltato l’angolo, ritrovandosi davanti a
lui. Chiuse gli occhi un secondo, respirò profondamente e si preparò.
“Papà!”
Severus sollevò il viso e davanti a sé vide il
figlio.
“Alistair.” Lo salutò.
“Che cavolo, mi hai fatto prendere un colpo.”
Borbottò mettendo via la bacchetta.
“Sono solo io.”
“Eh, lo vedo.” Sbadigliò rumorosamente, incapace di
trattenersi.
Severus sorrise intenerito, ricordandosi quando da
piccolo sbadigliava e diceva che non aveva sonno.
“Come stai?” Gli domandò dandogli una pacca sulla
spalla.
“Benissimo.” Sbadigliò nuovamente. “Benissimo, ho
solo…” Non riuscì a finire la frase a causa di un altro sbadiglio. “…sonno.”
Riuscì finalmente a concludere.
“Allora ti conviene sbrigarti. Finisci la ronda,
controlla la strada da qui fino alla Sala Comune e ti infili a letto. Chiaro?”
Alistair annuì ad occhi chiusi, poi li spalancò e
scosse il capo.
“Tu dove stai andando?”
“Nell’ufficio del preside.”
“A quest’ora? E perché?” Inarcò un sopracciglio,
curioso.
“Alistair Piton, questi non sono affari tuoi. Non
sono cose che ti interessano.” Incrociò le braccia al petto.
Il ragazzo fece spallucce, abituato ormai alle
risposte evasive del padre.
“Allora ti lascio ai tuoi meeting segreti col
grande capo.” Si portò due dita alla fronte in segno di saluto, gli diede le
spalle e canticchiando se ne andò.
Severus sospirò, si diresse al Gargoyle e disse la
parola d’ordine. Mise piede sul primo scalino e questo iniziò a muoversi verso
l’altro.
Era incredibile quanto suo figlio somigliasse a
Lily. Ogni suo gesto gliela ricordava. Di sicuro aveva preso la sua curiosità,
la sua bontà, la sua dolcezza, la sua espansività e la sua simpatia. In
effetti, era la copia di Lily, ma al maschile. Si chiedeva spesso cos’avesse
preso da lui, a parte i capelli neri e l’altezza.
I gradini si fermarono e si ritrovò davanti alla
porta dell’ufficio del preside. Bussò e pochi istanti dopo sentì la voce
gioviale di Silente incitarlo ad entrare.
“Preside.” Lo salutò con un mezzo inchino.
“Severus!” Lo salutò contento. “Che bella
sorpresa!” Si alzò dalla poltrona ed allargò le braccia.
“Sapeva che sarei venuto.” Incrociò le braccia al
petto: tutta questa sua allegria lo urtava, soprattutto perché non avrebbero
parlato di cose allegre.
“Suvvia, suvvia! Non essere così scuro!” Scherzò.
“Come è andata la tua giornata? Ti sei divertito?” Lo guardava divertito mentre
aggirava la cattedra. “Sai, ho sentito che hai mostrato la felix felicis ai tuo
studenti del sesto anno!” Si fermò davanti a lui e si guardarono negli occhi.
Silente scosse il capo, sconsolato.
“Ah, Severus, sei un brav’uomo, ma ti manca il
senso dell’umorismo. Non mi stancherò mai di dirtelo.” Gli diede una pacca
sulla spalla e lo accompagnò alla poltrona. “Siediti.” Gli ordinò gentilmente.
L’insegnante eseguì l’ordine ed osservò l’anziano e
potente mago versargli del Wiskey incendiario.
“Ecco qua. Invecchiato di cinquant’anni.” Gli porse
il bicchiere.
“Grazie.” Lo ringraziò guardandolo mentre si sedeva
al suo posto.
Rimasero in silenzio ed entrambi sorseggiarono la
bevanda.
“Direi che possiamo anche passare alle cose serie.”
Fece un movimento con la bacchetta e fece apparire due sottobicchieri. “Come
sempre, il bicchiere non sul tavolo. Sai, mi dispiacerebbe rovinare questa
superba scrivania. Non so se te l’ho già detto ma risale ai primi del 600.”
Posò il bicchiere.
“Sì, me l’hai già detto.” Incurvò le labbra in un
sorriso, poi bevve un lungo sorso. Appoggiò il braccio sul bracciolo,
stringendo in mano il bicchiere, facendo oscillare il liquido al suo interno,
osservandolo intensamente, quasi fino a perdercisi.
“Che cosa ti ha riferito Voldemort?” Incrociò le
dita delle mani e lo fissò con quei suoi occhi azzurri penetranti.
“Si è informato sul tuo stato di salute, sulla tua
situazione nel mondo magico, sui tuoi studenti e sulla profezia.” Si fermò un
attimo. “Ha anche chiesto del ragazzo.”
“Immaginavo.” Annuì. “E che notizie hai per me?”
“Non è più vicino alla profezia di quanto lo fosse
a giugno.”
“Bene, perfetto.” Sorrise calorosamente.
L’uomo rimase in silenzio a contemplare quasi in
religioso silenzio il suo bicchiere.
“Prosegui.” Lo incitò.
Severus si alzò con uno scatto rabbioso, appoggiò
il bicchiere sul tavolo ed andò alla finestra.
“Non…non…” Non riuscì a trovare le parole da quanta
rabbia gli scorreva nelle vene. SI passò una mano sul viso e si voltò verso di
lui. “Non. Osare. Entrare. Nella. Mia. Testa.” Scandì ogni singola parola con
rabbia. “Non lo fare mai più.”
L’anziano mago prese il bicchiere abbandonato
dall’insegnate, lo sistemò sul sottobicchiere e sorrise soddisfatto.
“Severus, nemmeno Voldemort riesce ad intuire i
tuoi pensieri.” Disse fiero. “Sei un ottimo occlumante, il migliore che io
abbia mai conosciuto.” Fece una pausa per essere sicuro che Severus assimilasse
le parole. “Non sono Voldemort. Non mi permetterei mai di farlo, neanche se tu
me lo chiedessi esplicitamente. Semplicemente ti conosco.”
Severus appoggiò una mano all’intelaiatura della
finestra e lasciò vagare il suo sguardo per il Lago Nero. Lo trovava
rilassante, lo aiutava a riacquistare la calma. Chiuse gli occhi e fece un
respiro profondo, sperando di scacciare il peso che si sentiva nel cuore.
Riaprì lentamente gli occhi e vide nel riflesso dei vetri che aveva gli occhi
lucidi. Se li strofinò con il dorso della mano, poi lanciò un’ultima occhiata
al Lago Nero e si diresse alla scrivania. Nonostante tutto, sorrise quasi con
dolore: il bicchiere era stato messo sul sottobicchiere. Lo afferrò e lo guardò
intensamente.
“Ha chiesto di Alistair.” Sussurrò sconfiggendo il
groppo in gola.
Chiuse gli occhi, strinse il bicchiere e in un solo
sorso ne bevve tutto il contenuto, sentendo il Wiskey bruciargli la gola fino
all’esofago, fino ad arrivare nello stomaco.
Silente annuì solennemente, rabbuiato. Fin da
quando Voldemort era tornato immaginava sarebbe successo, ne avevano già
parlato.
Severus si lasciò cadere sulla poltrona, fece
roteare il bicchiere, il ghiaccio si scontrò al suo interno. Prese il viso con
una mano e la sua tipica e fredda espressione scomparve, sostituita da quella
di un padre terrorizzato al solo pensiero che possa succedere qualcosa al
proprio figlio.
Silente inspirò profondamente.
“Severus, sapevi…sapevamo che questo momento prima
o poi sarebbe arrivato.” Gli disse tetro.
“Come uno sciocco speravo non arrivasse mai.” Portò
il bicchiere alla fronte, godendo del contatto freddo tra la sua pelle e la
superficie trasparente gelida. “Speravo non arrivasse così presto.” Chiuse gli
occhi e combatté con sé stesso per non scoppiare in lacrime. “Avrei dovuto
lasciare che Lily lo portasse via con sé.” Aggiunse in un sussurro disperato.
Silente sorrise intenerito.
“Se fosse andato con lei, a quest’ora sarebbe
morto. Con quel gesto egoistico gli hai regalato la vita. Alistair sarebbe
morto quella notte insieme a Lily.”
“Mi chiedo perché si arrese così facilmente, quella
notte.” Disse più a sé stesso che a Silente.
“Forse sperava tu potessi cambiare idea. Pensava
che saresti andato da lei e avresti abbandonato Voldemort.” Ipotizzò l’anziano.
“Sei uno sciocco, lo sai?” Lo schernì Severus
addolorato. “Cerchi sempre di consolare le persone. Hai la mania di cercare la
bontà in tutti.”
“In tutti c’è del buono.” Lo corresse.
“No, non in tutti.” Scosse il capo.
“Severus, ne sei l’esempio.” Sorrise, si alzò e si
massaggiò la schiena dolorante per qualche istante, poi aggirò la scrivania e
si fermò all’altezza di Severus.
“Finchè non lo dirai non ci crederò, quindi dillo.”
Disse con una nota di panico disperato, gli occhi chiusi, la mano che stringeva
come un’ancora di salvezza il bracciolo della poltrona.
“E’ ora che Alistair impari l’Occlumanzia.”
Severus spalancò gli occhi terrorizzato e li
richiuse subito dopo, poi annuì molto lentamente, come se quel gesto, quel
movimento fine, gli costasse enorme fatica.
“Mi dispiace.” Posò una mano sulla spalla dell’uomo
e gliela strinse, guardando a terra, senza trovare la forza di guardarlo negli
occhi e leggere l’odio che provava per sé stesso provocato da scelte sbagliate
fatte in gioventù. Lasciò la presa ed uscì dal proprio ufficio, lasciandolo
solo con il suo dolore.
Severus si appoggiò completamente allo schienale,
il viso rivolto al soffitto mentre lacrime salate piene di dolore scivolavano
lungo le sue guance, il corpo scosso dai singhiozzi.
Così siamo giunti alla fine di un altro capitolo, un capitolo molto importante: avete trovato la citazione? :P Vi do un piccolo indizio: lettera di Sirius, una frase è identica a quella di una canzone di un famoso gruppo italiano degli anni ’90. La canzone è del 1995 :P
E dopo questo passo ai consueti
ringraziamenti:
-
Piccola Vero: grazie per
essere sempre una delle prime a leggere ciò che scrivo <3 Ed effettivamente,
Kain ed Adrian sono piuttosto odiosi u.u Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto =)
-
Alida: anche a me piace molto
Alistair *_* E se ogni tanto risulta un po’ infantile è semplicemente perché ha
degli attacchi di fanciullezza, un po’ come tutti =) I tre Serpeverde…bhè sono
Serpeverde e solo perché purosangue si credono migliori! Harry è un po’
incavolato, ma le cose si tranquillizzeranno. Bisogna ricordarsi che ha passato
un’estate infernale e che tutti lo reputano un bugiardo e un pazzo: anche io
sarei parecchio nervosa ed incazzosa :P Sono proprio contenta che ti piaccia ^^
Spero con questo capitolo di aver colmato un po’ i tuoi dubbi sul fatto che
Lily abbia abbandonato così facilmente suo figlio ^^
-
Piperina: grazie mille per
avermi recensito *_* Da quando ti ho sentita sulla mia pagina di fb
sinceramente non aspettavo altro che la tua recensione *_* Ci tengo molto
=) Inizio subito a rispondere ai tuoi
quesiti: a) Neanche io sono tanto per la coppia Lily e Severus, ma questo era
l’unico modo per dare un fratellastro a Harry e avere Sevuccio mio come
protagonista…o almeno, l’unico modo che mi era venuto in mente in quel momento
xD b) il nome Alistair anche io lo
adoro *_* E l’ho scovato in un gioco per xbox 360 che semplicemente adoro,
Dragon Age The Origins. In effetti è molto più simile a Lily che a Sev…ma la
parte Severus uscirà ben presto! Per quanto riguarda la Zio
Voldie…effettivamente ha qualcosa in mente e anche Silente lo crede. Il
Serpente che è in lui uscirà presto, tranquilla *_* c) grazie per avermi fatto notare le ripetizioni, non me ne
ero accorta xD ed effettivamente lo scontro tra Alistair e Hermione era
abbastanza banale, ma era l’unico modo che mi è venuto in mente per farli
incontrare senza destare troppi sospetti negli altri studenti xD Direi che è tutto *_* Grazie ancora per la
stupenda recensione *_* Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo ;)
-
Morghi: davvero ti è piaciuto?
*_* A me ha lasciato un po’ insoddisfatta ma io non conto, la maggior parte
delle mie cose non mi soddisfano mai al 100% XD Ron e Harry effettivamente
capiscono proprio niente xD E i Serpeverde sono un po’ idioti, sisi! Grazie per
continuare a seguirmi <3
Bon, le recensioni sono finite!
Ringrazio anche tutti quelli che mi seguono, mi ricordano, mi hanno preferita e
mi leggono! Grazie mille, di tutto! A presto, con il prossimo capitolo <3
Ely