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Autore: elyl    16/07/2010    11 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Buona sera

Buona sera!!! Ecco qua un altro capitolo! Devo dire che mi piace parecchio…ed è un capitolo parecchio importante, soprattutto la seconda parte. E’ diviso in due parti: nella prima i protagonisti sono Harry, Hermione e Ron, nella seconda parte invece Severus e Silente. Quando ho visto che stava diventando troppo lungo ho pensato di divederlo e fare due capitoli separati, ma sinceramente preferisco darvi un capitolo lungo…anche perché continuando a scrivere i riassunti ho visto che i capitoli son sempre più lunghi xD

 

Bon, dai, ho parlato abbastanza! Vi lascio alla lettura : ) Vediamo se riuscite a trovare una citazione :D

 

E se avete voglia di farmi un regalo, lasciatemi un commento con scritto cosa ne pensate *_*

 

 

 

 

 

 

Chapter V:

You Knew the moment would have come

 

“Never thought

this day would come so soon”

-          Our Farewell, Within Temptation –

 

Si aprì una porta e il corridoio si illuminò, per sprofondare nuovamente nel buio. Harry rimase immobile qualche istante, la mano chiusa e ben salda sulla maniglia: sul dorso, illuminate da un timido e pallido raggio di luna, erano bene evidenti le parole < non devo dire bugie >, sempre più impresse nella pelle.

Odiava quella donna. Odiava il suo < hem, hem >, i suoi modi di fare, la sua voce, il suo viso, i suoi vestiti. Odiava tutto ciò che rappresentava: il Ministero della Magia e Caramell. Com’era possibile che ad un tratto nessuno gli credesse? Solo fino a pochi mesi prima era il bambino sopravvissuto ed ora era stato etichettato come un bugiardo, un malato, un pazzo in cerca di attenzione. Perché non volevano capire che era veramente tornato? Perché non gli credevano? Perché avevano così tanta paura di ammettere che Voldemort non era scomparso il 31 ottobre di quattordici anni prima?

Sospiro frustrato, lasciò la maniglia e si incamminò per il corridoio quando sentì un rumore di passi avvicinarsi. Prima che se ne fosse reso conto, aveva scostato un arazzo e si era nascosto. Rimase immobile, aspettando che i passi se ne andassero. Quando sentì che erano abbastanza lontani, si sporse dal nascondiglio e vide Alistair camminare per il corridoio. Sembrava tranquillo e rilassato, come mai l’aveva visto durante il giorno. Sospirò, aprì e chiuse la mano sinistra un paio di volte e si incamminò verso la torre di Grifondoro.

Non appena varcò la soglia della Sala Comune, una figura dai capelli ricci e castani l’assalì e gli afferrò la mano.

“Devi dirlo a Silente!” Esclamò furiosa Hermione.

“No.” Disse fermamente liberandosi della sua stretta, andandosi a sedere nella poltrona libera accanto a Ron.

“Harry! Non puoi permetterle di farti questo!”

“E cosa dovrei fare, scusa?”

“Dirlo a Silente, per prima cosa!” Allargò le braccia esasperata e subito le fece ricadere lungo il corpo.

“No!” Scosse il capo con vigore. “Non glielo dirò. Non vedo perché dovrebbe interessargli.”

“Harry…”

“Ho detto no.” Ribadì fermamente il ragazzo.

Hermione sospirò e si lasciò cadere accanto a Ron, poi si piegò ed estrasse dalla borsa la bottiglietta che Alistair le aveva regalato.

“Mettici su un po’ di questa, almeno.”

“Non voglio nulla che sia appartenuto a lui.” Ringhiò, sentendo la rabbia salire. Perché non lo lasciavano in pace?

“Non fare lo stupido. Non ti ucciderà mica.” Intervenne Ron gesticolando, facendo ricadere il braccio sullo schienale del divanetto dalla parte di Hermione. “Al limite ti fa stare meglio.” Fece spallucce.

Harry si arrese, prese la bottiglietta, l’aprì e versò un po’ di freddo liquido sulle ferite, traendone subito conforto. Riconsegnò la pozione all’amica, si massaggiò un po’, chiuse gli occhi e si appoggiò comodamente allo schienale.

“Va meglio?” Chiese preoccupata Hermione.

Il ragazzo annuì, aprì gli occhi e le sorrise.

“Grazie.”

“Non devi ringraziare me, devi ringraziare Alistair.” Disse con una punta di soddisfazione.

Harry serrò le labbra, seppure involontariamente.

“Harry, suo padre fa parte dell’Ordine.” Gli ricordò roteando gli occhi al cielo, mettendosi comoda sul divanetto, allungando le gambe.

“Ma era un Mangiamorte.”

“Harry ha ragione.” Ron prese le gambe di Hermione e gliele fece appoggiare sulle sue. “Però anche tu hai ragione.”

“Grazie, Ronald.” La ragazza sbattè incredula le palpebre più per ciò che aveva detto che per il suo gesto.

“Secondo voi sa qualcosa dell’Ordine?” Chiese il rosso.

“Non ne ho idea.” Sospirò Harry. Si tolse gli occhiali, si strofinò gli occhi e li indossò nuovamente. “Potrebbe saperlo come non potrebbe.”

“Ma suo padre ne fa parte, quindi dovrebbe saperlo, no?”

“Non è detto, Ronald.” Hermione soppresse uno sbadiglio.

“Guarda con chi sta sempre.”

Ron posò una mano sui piedi di Hermione e si fece pensieroso, cercando di ricordare chi frequentava.

“Malfoy?” Tentò.

“Non solo: Pucey, Montague, Grossman e soprattutto Eric Heartmann.” Corrugò la fronte.

“Tutti cultori della razza?”

“Oh, puoi giurarci.” Hermione sospirò.

“Che ti hanno detto?!” Subito scattò Ron.

Hermione prese una ciocca di capelli ed iniziò a giocherellarci, fissandola.

“Niente di particolare, mi hanno solo ricordato che sono una nata babbana.”

“Ti hanno chiamata mezzosangue?”

“Ronald, non hanno bisogno di chiamarmi mezzosangue per insultarmi.” Arricciò il naso, poi finalmente si decise a guardare l’amico. “Anche solo dicendo nata babbana lo fanno, ci mettono tutto l’odio e il disprezzo possibili ed immaginabili.”

“E quindi, Ron, non possiamo dire se sa qualcosa o no.” Concluse Harry.

“Giusto.” Sospirò.

Calò il silenzio, Ron iniziò a disegnare distrattamente piccoli cerchi con la punta del pollice sulla pelle nuda della caviglia dell’amica, Hermione aveva la testa appoggiata allo schienale, gli occhi chiusi, quasi addormentata mentre Harry tamburellava sul bracciolo della poltrona, perso nei suoi pensieri. Per la prima volta da quando era iniziata la scuola erano tranquilli.

Si sentì picchiettare, Hermione si svegliò all’improvviso e vide Edvige fuori dalla finestra.

“Edvige!” Urlò felice Harry. Si alzò di scatto, corse alla finestra e l’aprì, per poi chiuderla immediatamente non appena la civetta fu entrata. Tornò sulla poltrona, prese la lettera legata alla zampa della civetta e questa gli mordicchiò l’orecchio in segno di affetto.

“Anche io ti voglio bene, Edvige.” Disse ridendo come un bambino.

La civetta, appollaiata sul bracciolo della poltrona, strizzò gli occhi.

“E’ di Sirius!” Esclamò eccitato il ragazzo.

“Dai, leggi!” Hermione spostò le gambe dalle ginocchia di Ron e si sedette sul bordo del divano, in trepidante attesa.

Ron guardò la ragazza, fece per dire qualcosa ma si interruppe e anche lui si mise in ascolto.

 

Carissimo Harry,

Come stai? E Ron? E Hermione? Spero stiate tutti bene. Qui al quartiere generale c’è sempre molto movimento, stessa gente che vien dentro, consuma, poi va: sembra quasi un bar. Da una parte è bella come cosa, ma dall’altra rischia di distruggermi. Per esempio, ieri sera qua a cena c’erano Tonks e Lupin: dovresti vedere come si divertono quei due insieme! Sarebbero un’ottima coppia. Ok, il pettegolezzo (che sicuramente farà piacere a Ginny e Hermione) è finito. Dopo che se ne sono andati, però, la casa è tornata solitaria, triste. Solo io, il ritratto di mia madre e quell’inutilità di Kreacher. Ho vagato un po’, sentendomi in trappola in una casa che ho sempre odiato e sempre odierò. Sai, quasi quasi preferivo stare ad Azkaban!

La scuola come sta andando? Mocciosus vi sta dando problemi? Avete già tanti compiti? Bhè, spero di no per voi!

Mi raccomando, come dice (o meglio, abbaia) sempre il vecchio Malocchio “VIGILANZA COSTANTE!”: a questo proposito, l’altro giorno ero seduto in cucina per i fatti miei e lui è sbucato da fuori e mi ha urlato nell’orecchio. Simpatico il caro e vecchio Malocchio! A parte gli scherzi, cercate di stare lontani dai guai, soprattutto tu, Harry. E soprattutto, se ti fa male la cicatrice, corri subito a dirlo a Silente. A presto.

Felpato                          

 

“Ti fa male la cicatrice e non ci hai detto nulla?” Domandò scioccata Hermione.

“Me l’ero dimenticato.” Borbottò afferrando subito una pergamena.

“Harry!”

“Hermione, è passato! L’anno scorso mi ha fatto male perché Voldemort…” Ignorò la faccia terrorizzata di Ron. “…stava tornando! Ora che è tornato suppongo mi farà male più spesso.”

“L’hai detto a Silente?”

“Ma perché ce l’hai tanto con lui?” Roteò gli occhi al cielo, esasperato.

“Bhè, Silente è Silente. L’unico mago di cui Tu-Sai-Chi ha paura.” Intervenne Ron pacatamente.

“E poi perché è a capo dell’Ordine! Sono sicura che vorrebbe saperlo!”

“E io non glielo farò sapere.” Ribattè imbronciato. “Se vuole sapere qualcosa che me lo venga a chiedere.”

Hermione incrociò le braccia al petto e scosse il capo.

“Dai, lascialo in pace.” Le disse Ron, stravaccato comodamente, accarezzandole con dolcezza il braccio.

Harry sorrise caloroso all’amico ed iniziò a scrivere la risposta.

 

Caro Felpato,

         stiamo tutti bene, Ron e Hermione (strano ma vero) non hanno ancora litigato! Hermione è sempre presa con i compiti e i suoi doveri di Prefetto mentre Ron…sai come è fatto, se ne frega un po’! Abbiamo una nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, Dolores Umbridge: l’unica cosa che ci fare è leggere quei maledetti e stupidi libri! Non ci sta insegnando nulla! Come possiamo combattere Voldemort se non abbiamo le basi? E’ così difficile per il Ministero ammettere che è tornato?

Non mi sono mai sentito così triste a Hogwarts: molti miei compagni mi ritengono pazzo, malato e bugiardo. Un mio compagno non mi parla più, come tanti altri. E’ frustrante dire la verità e non essere creduti.

Ti prometto che saremo vigili costantemente. Per quanto riguarda la cicatrice non c’è da preoccuparsi. E’ tornato, quindi penso che farà male più spesso.

Salutami Remus e Tonks.

Con affetto,

Harry.

 

P.S.: Davvero credi sarebbero una bella coppia? Bhè, Remus ha proprio bisogno di distrarsi e trovare qualcuno che lo ami.

 

Arrotolò la pergamena e si voltò verso Edvige che subito tese la zampetta.

“Brava, piccola.” Sussurrò Harry con amore mentre le legava la lettera alla zampa. “Sai dove portarla, vero?”

La civetta sembrò quasi annuire.

“Stai attenta.” Le accarezzò il becco, si alzò ed andò ad aprire la finestra.

Edvige spiegò le ali, emise un verso stridulo a mo’ di saluto e spiegò il volo, sparendo immediatamente nella notte.

Harry sospirò, richiuse la finestra e si stiracchiò, emettendo versi.

“E se andassimo a letto?” Propose Hermione coprendo la bocca con mano.

“Buona idea.” Asserì Ron scattando in piedi.

La ragazza si alzò lentamente, prese la borsa ed insieme si avviarono verso i dormitori.

“Ci vediamo domani, ragazzi.” Li salutò un’assonnata Hermione salendo le scale dirette alla sua stanza.

“A domani.”

Ron e Harry entrarono nella loro stanza, si cambiarono e si misero a letto. In pochi attimi Ron si addormentò, ma Harry aveva troppi pensieri: Sirius, Silente, la cicatrice, Voldemort, Piton, Piton Junior, Remus e Tonks…e il suo pensiero volò a Cho Chang.

Si mise seduto e lasciò cadere la testa sul collo, poi aprì il suo baule ed estrasse la Mappa del Malandrino dal fondo.

“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” Recitò dando un colpetto con la bacchetta alla pergamena vuota.

In men che non si dica sulla pergamena iniziarono ad apparire tante linee con tanti piccoli cerchi con un’etichetta in cui era indicato il nome.

“Lumus.” Bisbigliò.

Osservò la mappa alla ricerca di Cho Chang, chiedendosi cosa stesse facendo, quando la vide nel dormitorio dei Corvonero. Rimase incantato ad osservare il suo nome, poi scosse il capo e lasciò vagare lo sguardo per la mappa. Subito la sua attenzione venne attirata dal nome Severus Piton che si avvicinava al figlio Alistair nel corridoio che portava all’ufficio di Silente.

“Che cosa nascondi, Alistair?” Si chiese tra sé e sé. “Fatto il misfatto!” Diede un colpetto alla mappa e questa svanì. Sospirò, rimise la pergamena nel baule, lo chiuse, tolse gli occhiali e si sdraiò.

Qualche piano più sotto Alistair stava pattugliando il corridoio, aveva i capelli disordinati, la cravatta allentata, gli occhi rossi e pieni di sonno, il passo strascicato. Aveva sonno e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era il suo bellissimo, accogliente, comodo e caldo letto a baldacchino che lo aspettava.

Sentì dei passi in avvicinamento, rapidi e decisi. Il suo cuore iniziò a martellargli forte nel petto, sapeva che alcuni ragazzi si divertivano a tendere agguati a prefetti e caposcuola che facevano le ronde. Iniziò a camminare nella direzione dei passi, la bacchetta tesa, un groppo che gli ostruiva la gola. Si fermò bene in mezzo al corridoio, sentì i passi sempre più vicini, pochi secondi e avrebbero svoltato l’angolo, ritrovandosi davanti a lui. Chiuse gli occhi un secondo, respirò profondamente e si preparò.

“Papà!”

Severus sollevò il viso e davanti a sé vide il figlio.

“Alistair.” Lo salutò.

“Che cavolo, mi hai fatto prendere un colpo.” Borbottò mettendo via la bacchetta.

“Sono solo io.”

“Eh, lo vedo.” Sbadigliò rumorosamente, incapace di trattenersi.

Severus sorrise intenerito, ricordandosi quando da piccolo sbadigliava e diceva che non aveva sonno.

“Come stai?” Gli domandò dandogli una pacca sulla spalla.

“Benissimo.” Sbadigliò nuovamente. “Benissimo, ho solo…” Non riuscì a finire la frase a causa di un altro sbadiglio. “…sonno.” Riuscì finalmente a concludere.

“Allora ti conviene sbrigarti. Finisci la ronda, controlla la strada da qui fino alla Sala Comune e ti infili a letto. Chiaro?”

Alistair annuì ad occhi chiusi, poi li spalancò e scosse il capo.

“Tu dove stai andando?”

“Nell’ufficio del preside.”

“A quest’ora? E perché?” Inarcò un sopracciglio, curioso.

“Alistair Piton, questi non sono affari tuoi. Non sono cose che ti interessano.” Incrociò le braccia al petto.

Il ragazzo fece spallucce, abituato ormai alle risposte evasive del padre.

“Allora ti lascio ai tuoi meeting segreti col grande capo.” Si portò due dita alla fronte in segno di saluto, gli diede le spalle e canticchiando se ne andò.

Severus sospirò, si diresse al Gargoyle e disse la parola d’ordine. Mise piede sul primo scalino e questo iniziò a muoversi verso l’altro.

Era incredibile quanto suo figlio somigliasse a Lily. Ogni suo gesto gliela ricordava. Di sicuro aveva preso la sua curiosità, la sua bontà, la sua dolcezza, la sua espansività e la sua simpatia. In effetti, era la copia di Lily, ma al maschile. Si chiedeva spesso cos’avesse preso da lui, a parte i capelli neri e l’altezza.

I gradini si fermarono e si ritrovò davanti alla porta dell’ufficio del preside. Bussò e pochi istanti dopo sentì la voce gioviale di Silente incitarlo ad entrare.

“Preside.” Lo salutò con un mezzo inchino.

“Severus!” Lo salutò contento. “Che bella sorpresa!” Si alzò dalla poltrona ed allargò le braccia.

“Sapeva che sarei venuto.” Incrociò le braccia al petto: tutta questa sua allegria lo urtava, soprattutto perché non avrebbero parlato di cose allegre.

“Suvvia, suvvia! Non essere così scuro!” Scherzò. “Come è andata la tua giornata? Ti sei divertito?” Lo guardava divertito mentre aggirava la cattedra. “Sai, ho sentito che hai mostrato la felix felicis ai tuo studenti del sesto anno!” Si fermò davanti a lui e si guardarono negli occhi.

Silente scosse il capo, sconsolato.

“Ah, Severus, sei un brav’uomo, ma ti manca il senso dell’umorismo. Non mi stancherò mai di dirtelo.” Gli diede una pacca sulla spalla e lo accompagnò alla poltrona. “Siediti.” Gli ordinò gentilmente.

L’insegnante eseguì l’ordine ed osservò l’anziano e potente mago versargli del Wiskey incendiario.

“Ecco qua. Invecchiato di cinquant’anni.” Gli porse il bicchiere.

“Grazie.” Lo ringraziò guardandolo mentre si sedeva al suo posto.

Rimasero in silenzio ed entrambi sorseggiarono la bevanda.

“Direi che possiamo anche passare alle cose serie.” Fece un movimento con la bacchetta e fece apparire due sottobicchieri. “Come sempre, il bicchiere non sul tavolo. Sai, mi dispiacerebbe rovinare questa superba scrivania. Non so se te l’ho già detto ma risale ai primi del 600.” Posò il bicchiere.

“Sì, me l’hai già detto.” Incurvò le labbra in un sorriso, poi bevve un lungo sorso. Appoggiò il braccio sul bracciolo, stringendo in mano il bicchiere, facendo oscillare il liquido al suo interno, osservandolo intensamente, quasi fino a perdercisi.

“Che cosa ti ha riferito Voldemort?” Incrociò le dita delle mani e lo fissò con quei suoi occhi azzurri penetranti.

“Si è informato sul tuo stato di salute, sulla tua situazione nel mondo magico, sui tuoi studenti e sulla profezia.” Si fermò un attimo. “Ha anche chiesto del ragazzo.”

“Immaginavo.” Annuì. “E che notizie hai per me?”

“Non è più vicino alla profezia di quanto lo fosse a giugno.”

“Bene, perfetto.” Sorrise calorosamente.

L’uomo rimase in silenzio a contemplare quasi in religioso silenzio il suo bicchiere.

“Prosegui.” Lo incitò.

Severus si alzò con uno scatto rabbioso, appoggiò il bicchiere sul tavolo ed andò alla finestra.

“Non…non…” Non riuscì a trovare le parole da quanta rabbia gli scorreva nelle vene. SI passò una mano sul viso e si voltò verso di lui. “Non. Osare. Entrare. Nella. Mia. Testa.” Scandì ogni singola parola con rabbia. “Non lo fare mai più.”

L’anziano mago prese il bicchiere abbandonato dall’insegnate, lo sistemò sul sottobicchiere e sorrise soddisfatto.

“Severus, nemmeno Voldemort riesce ad intuire i tuoi pensieri.” Disse fiero. “Sei un ottimo occlumante, il migliore che io abbia mai conosciuto.” Fece una pausa per essere sicuro che Severus assimilasse le parole. “Non sono Voldemort. Non mi permetterei mai di farlo, neanche se tu me lo chiedessi esplicitamente. Semplicemente ti conosco.”

Severus appoggiò una mano all’intelaiatura della finestra e lasciò vagare il suo sguardo per il Lago Nero. Lo trovava rilassante, lo aiutava a riacquistare la calma. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, sperando di scacciare il peso che si sentiva nel cuore. Riaprì lentamente gli occhi e vide nel riflesso dei vetri che aveva gli occhi lucidi. Se li strofinò con il dorso della mano, poi lanciò un’ultima occhiata al Lago Nero e si diresse alla scrivania. Nonostante tutto, sorrise quasi con dolore: il bicchiere era stato messo sul sottobicchiere. Lo afferrò e lo guardò intensamente.

“Ha chiesto di Alistair.” Sussurrò sconfiggendo il groppo in gola.

Chiuse gli occhi, strinse il bicchiere e in un solo sorso ne bevve tutto il contenuto, sentendo il Wiskey bruciargli la gola fino all’esofago, fino ad arrivare nello stomaco.

Silente annuì solennemente, rabbuiato. Fin da quando Voldemort era tornato immaginava sarebbe successo, ne avevano già parlato.

Severus si lasciò cadere sulla poltrona, fece roteare il bicchiere, il ghiaccio si scontrò al suo interno. Prese il viso con una mano e la sua tipica e fredda espressione scomparve, sostituita da quella di un padre terrorizzato al solo pensiero che possa succedere qualcosa al proprio figlio.

Silente inspirò profondamente.

“Severus, sapevi…sapevamo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato.” Gli disse tetro.

“Come uno sciocco speravo non arrivasse mai.” Portò il bicchiere alla fronte, godendo del contatto freddo tra la sua pelle e la superficie trasparente gelida. “Speravo non arrivasse così presto.” Chiuse gli occhi e combatté con sé stesso per non scoppiare in lacrime. “Avrei dovuto lasciare che Lily lo portasse via con sé.” Aggiunse in un sussurro disperato.

Silente sorrise intenerito.

“Se fosse andato con lei, a quest’ora sarebbe morto. Con quel gesto egoistico gli hai regalato la vita. Alistair sarebbe morto quella notte insieme a Lily.”

“Mi chiedo perché si arrese così facilmente, quella notte.” Disse più a sé stesso che a Silente.

“Forse sperava tu potessi cambiare idea. Pensava che saresti andato da lei e avresti abbandonato Voldemort.” Ipotizzò l’anziano.

“Sei uno sciocco, lo sai?” Lo schernì Severus addolorato. “Cerchi sempre di consolare le persone. Hai la mania di cercare la bontà in tutti.”

“In tutti c’è del buono.” Lo corresse.

“No, non in tutti.” Scosse il capo.

“Severus, ne sei l’esempio.” Sorrise, si alzò e si massaggiò la schiena dolorante per qualche istante, poi aggirò la scrivania e si fermò all’altezza di Severus.

“Finchè non lo dirai non ci crederò, quindi dillo.” Disse con una nota di panico disperato, gli occhi chiusi, la mano che stringeva come un’ancora di salvezza il bracciolo della poltrona.

“E’ ora che Alistair impari l’Occlumanzia.”

Severus spalancò gli occhi terrorizzato e li richiuse subito dopo, poi annuì molto lentamente, come se quel gesto, quel movimento fine, gli costasse enorme fatica.

“Mi dispiace.” Posò una mano sulla spalla dell’uomo e gliela strinse, guardando a terra, senza trovare la forza di guardarlo negli occhi e leggere l’odio che provava per sé stesso provocato da scelte sbagliate fatte in gioventù. Lasciò la presa ed uscì dal proprio ufficio, lasciandolo solo con il suo dolore.

Severus si appoggiò completamente allo schienale, il viso rivolto al soffitto mentre lacrime salate piene di dolore scivolavano lungo le sue guance, il corpo scosso dai singhiozzi.

 

 

 

Così siamo giunti alla fine di un altro capitolo, un capitolo molto importante: avete trovato la citazione? :P Vi do un piccolo indizio: lettera di Sirius, una frase è identica a quella di una canzone di un famoso gruppo italiano degli anni ’90. La canzone è del 1995 :P

 

E dopo questo passo ai consueti ringraziamenti:

-          Piccola Vero: grazie per essere sempre una delle prime a leggere ciò che scrivo <3 Ed effettivamente, Kain ed Adrian sono piuttosto odiosi u.u Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto =)

-          Alida: anche a me piace molto Alistair *_* E se ogni tanto risulta un po’ infantile è semplicemente perché ha degli attacchi di fanciullezza, un po’ come tutti =) I tre Serpeverde…bhè sono Serpeverde e solo perché purosangue si credono migliori! Harry è un po’ incavolato, ma le cose si tranquillizzeranno. Bisogna ricordarsi che ha passato un’estate infernale e che tutti lo reputano un bugiardo e un pazzo: anche io sarei parecchio nervosa ed incazzosa :P Sono proprio contenta che ti piaccia ^^ Spero con questo capitolo di aver colmato un po’ i tuoi dubbi sul fatto che Lily abbia abbandonato così facilmente suo figlio ^^

-          Piperina: grazie mille per avermi recensito *_* Da quando ti ho sentita sulla mia pagina di fb sinceramente non aspettavo altro che la tua recensione *_* Ci tengo molto =)  Inizio subito a rispondere ai tuoi quesiti: a) Neanche io sono tanto per la coppia Lily e Severus, ma questo era l’unico modo per dare un fratellastro a Harry e avere Sevuccio mio come protagonista…o almeno, l’unico modo che mi era venuto in mente in quel momento xD   b) il nome Alistair anche io lo adoro *_* E l’ho scovato in un gioco per xbox 360 che semplicemente adoro, Dragon Age The Origins. In effetti è molto più simile a Lily che a Sev…ma la parte Severus uscirà ben presto! Per quanto riguarda la Zio Voldie…effettivamente ha qualcosa in mente e anche Silente lo crede. Il Serpente che è in lui uscirà presto, tranquilla *_*     c) grazie per avermi fatto notare le ripetizioni, non me ne ero accorta xD ed effettivamente lo scontro tra Alistair e Hermione era abbastanza banale, ma era l’unico modo che mi è venuto in mente per farli incontrare senza destare troppi sospetti negli altri studenti xD    Direi che è tutto *_* Grazie ancora per la stupenda recensione *_* Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo ;)

-          Morghi: davvero ti è piaciuto? *_* A me ha lasciato un po’ insoddisfatta ma io non conto, la maggior parte delle mie cose non mi soddisfano mai al 100% XD Ron e Harry effettivamente capiscono proprio niente xD E i Serpeverde sono un po’ idioti, sisi! Grazie per continuare a seguirmi <3

 

Bon, le recensioni sono finite! Ringrazio anche tutti quelli che mi seguono, mi ricordano, mi hanno preferita e mi leggono! Grazie mille, di tutto! A presto, con il prossimo capitolo <3

Ely

 

   
 
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