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Autore: Less_    18/07/2010    2 recensioni
Questa one-shot è ispirata al mio libro incompleto. Alquanto stupido, lo so. Parla dell'addio al posto in cui tutto ebbe inizio.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La testimone si mosse lentamente. Lui non era con lei, ma le aveva detto dove andare prima che lei partisse. Alla testimone sarebbe piaciuto avere compagnia, ma capiva che il dolore era ancora troppo vivo per sopportare il bruciore dei ricordi. Ricordi che sarebbero stati violentemente portati alla luce vedendo quei luoghi, che tanto avevano del profumo della sua amante.

Lexie intuiva che negli occhi una luce che solo Naim poteva vedere si era spenta. Aveva perso così tante cose; avrebbe voluto un matrimonio, dei figli, l'amore. Yael aveva perso tutto. Gli restava un regno che non voleva, e una pietra con lo spirito della sua compagna. Non poteva chiamarla moglie come avrebbe voluto.

Lexie scostò qualche ramo e giunse al fiume. Annusò l'aria. Era piena di odori. Lei era stata anche sulle piane di lava, nella sua antica casa, e ne aveva ritrovato tutto il fascino. Quel bosco era tuttavia capace di risvegliare in lei sopite sensazioni.

Attraversò la corrente impetuosa del fiume senza curarsi del freddo che, comunque, non percepiva.

Tutto taceva.

Poi raggiunse la radura.

Era proprio come Naim l'aveva descritta a Yael e come lui l'aveva descritta a Lexie, con le stesse parole. Nonostante quando Naim arrivò fosse il tempo della morte del Diamante, non era cambiato niente. La natura era verde e rigogliosa, in quel punto.

Era notte.

Come quando i due si incontrarono.

Il masso si stagliava imponente alla luce della luna.

Lexie si avvicinò.

C'era una fessura oblunga. Il posto esatto.

Infilò le pergamene nella rientranza. Restò per lunghi istanti a contemplare il pezzetto di carta che faceva capolino fra il muschio. Poi si voltò e si trovò davanti, inaspettatamente, la dea.

Tay-Che.

«Figlia mia»

«Non sono tua figlia»

«Sei figlia del Diamante, mio marito. E figlia mia. Io ti concessi l'immortalità – sei figlia mia» disse Tay-Che.

«Perché sei qui?» chiese Lexie.

«Anche Naim era mia figlia, ma lei era la mia prediletta. La portai qui. Sapevo che doveva morire, ma ce l'ho portata lo stesso. O avrei perso mio marito» disse Tay-Che, piena di mestizia.

«Tu l'hai uccisa»

«Io l'ho uccisa. È terribile che abbia preferito l'amore ad una figlia» mormorò la donna, fatta di fumi focosi.

«Lo è» confermò Lexie senza cercare di addolcire quelle parole.

«Andiamo»

«Andiamo»

L'alba sorse sulla radura abbandonata, che nessuno nel tempo avrebbe mai più sfiorato.

 

   
 
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