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Autore: Giulia K Monroe    18/07/2010    10 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Dopo quello che si puo’ definire davvero un vergognosissimo ritardo, eccovi il seguito di questa fan fiction.
Non ho parole per scusarmi con voi, ma ve lo avevo promesso: questa storia non rimarrà inconclusa, ma verrà portata a termine, anche se dovessi metterci un altro lungo anno –e spero di no.
In ogni caso, se qualche lettrice/lettore è ancora rimasto fedele a questa storia e ancora sta aspettando il seguito, bhe eccovelo.
Chiedere ancora scusa non servirebbe a nulla, quindi vi lascio a questo tanto atteso capitolo, ringraziandovi di cuore per il sostegno che avete mostrato fin’ora e che continuate a mostrare.

 

Grazie con tutto il mio cuore per:

 Oltre 15mila lettura
32 Seguiti
70 Preferiti
116 Recensioni

 

E’ soprattutto per voi che ho deciso di non abbandonare questa fic!
E neanche tutte le altre storie che ho qui su EFP e che vi invito a leggere, lasciandovi i link.

 

Pieces Of A Broken Life

[Harry Potter]

Trama: Narcissa Black Malfoy non era quella che si poteva definire, esattamente, una donna felice.
Nella sua vita ne aveva passate davvero tante, decisamente troppe.
Questa che vi racconterò – anzi che Narcissa Black stessa, detta affettuosamente Cissy da quelle persone che, di affetto e amore da donare ne avevano davvero poco, vi racconterà – non sarà una storia veramente felice.
Ma neanche interamente triste.
Questa sarà LA Storia.
Sarete pronti, voi, per ascoltarla?
Sarete abbastanza coraggiosi da arrivare fino in fondo, per rivivere quello che mai nessuno dovrebbe provare sulla propria pelle?

***
-Ogni sospiro ci porta via un frammento di felicità, non lo sapevi?-
-No, non lo sapevo...Come fai a prendere questa cosa del matrimonio così semplicemente?-
-Non credo che se mi mettessi a sbraiatare cambierebbe qualcosa.-
-No, in effetti. Ma ti renderebbe più umano...Questa sera sto abbandonando molti frammenti di felicità.-
-Li recupereremo insieme. Questa è una promessa.-
-E…E se qualcosa andasse storto? Se non riuscissi ad innamorarmi di te, Lucius? Io…Io non voglio finire in un matrimonio senza amore come mia madre!-
-Non succederà. Fidati, Cissy: riuscirò a farti innamorare di me.-

 

 

Queens Park ~ Il Viale Dei Sogni Infranti

[Originale]

Trama: Cybil Rose è la figlia di un illustre duca d'Inghilterra, erede al trono in quanto la famiglia reale non ha più discendenti diretti e suo fratello Chris ha apertamente dichiarato di non voler diventare re - che poi, visto il suo caratteraccio, è meglio così. Manca poco meno di un anno all'incoronazione ufficiale e così la ragazza è costretta a restare chiusa in casa, per imparare tutto ciò che è bene sapere per una futura regina. Eppure, non è che la vita di una principessa sia tutta rose e fiori! E le lezioni sembrano più una sorta di prigionia forzata alla quale il padre la sottopone e dalla quale, spesso e volentieri, fugge via, coperta dal fratello, per far visita a Londra. Solo che, proprio durante una delle sue 'gite', si imbatte in tre tipi poco raccomandabili, che cominciano ad importunarla. Per lo meno fino a quando non arriva in suo aiuto un giovane misterioso, molto forte, che la salva.
Ed è qui che inizia la nostra storia. Una storia lunga e complicata. Una storia fatta di amore, amicizia, affetto, bugie, illusioni e inganni che vi accompegneranno fino alla fine del viale dei sogni infranti.

***
Feci per voltarmi, quando una voce mi fece sobbalzare, spaventandomi.
-Ti sei svegliata.-
Osservò qualcuno.
Non conoscevo la sua voce, però mi era familiare. Era calda, bassa, ma al tempo stesso calibrata e priva di vera espressività.
Colta di sorpresa scattai a sedere, guardandomi intorno allarmata. Ero a casa di uno sconosciuto, nel suo letto e c’era un buio agghiacciante delle mie ultime ore, di cui non ricordavo nulla, non potete biasimarmi se reagii in quel modo.
-Sta tranquilla, sei al sicuro ora. –
Mi rassicurò e, ignorando il capo giro e il dolore che riprendeva a torturarmi la testa, riuscii a trovare la sua figura. Appoggiato allo stipite della porta che avevo intravisto precedentemente, con le braccia incrociate al petto, il capo abbandonato su di un lato e la frangetta sfilacciata di capelli neri e rossi che gli accarezzava la guancia destra, nascondendo appena l’occhio, c’era Lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 

 

 

 























 

 

 

 


[Fidati di me
Ho sbagliato anch'io
Quando per paura non ho fatto a modo mio
Fidati di me
Non buttarti via
Anche se il regalo di un miracolo non c’e’
Almeno fidati di me.]

 

 

 

 

La mattina era passata abbastanza velocemente, se si considerava il fatto che era rimasta a fissare il soffitto bianco dell’infermeria per tutto il tempo.
Non aveva più sonno e la sua mente vagava negli ambiti più fantasiosi della sua immaginazione, mescolando ricordi e sogni che le facevano battere il cuore e la facevano sorridere come un’ebete.
Si sentiva decisamente bene e fosse dipeso da lei si sarebbe alzata immediatamente e sarebbe andata a lezione – aveva perso fin troppi giorni di scuola in quell’ultimo periodo. Ma Madama Chips era stata chiara: non l’avrebbe lasciata uscire da lì fino al giorno dopo.
Il corpo è molto più vulnerabile dopo il malessere che durante!’
Aveva risposto, indignata dalle proteste che Alexis aveva avanzato. Poi se ne era andata, raccomandandole di riposare, perché ne aveva bisogno.
Ma dopo aver letto il messaggio di Draco, non era neanche riuscita a pensare di chiudere occhio, troppo emozionata.
Sperava solo che riuscisse a convincere Madama Chips a lasciarla andare per quel pomeriggio: le sarebbe dispiaciuto spostare la serata. Già mezza giornata le sembrava un’attesa troppo lunga!
Ora stava aspettando Diamond, che era andata a trovarla dopo pranzo e che adesso era corsa a prenderle un vestito per la serata –appena aveva saputo dell’invito di Draco, era partita con uno sproloquio di spiegazioni eccitate, nelle quali aveva dato una serie di motivi del perché, del come e del quando, affermando che non importava quel che diceva quella ‘vecchia zitella della Chips’; lei doveva andare, quella sera, e aveva bisogno di aggiustarsi, di farsi bella e di avere un vestito elegante che ‘togliesse il respiro a quel superbo di un Malfoy’. E senza lasciarla neanche ribattere, era corsa via alla ricerca di ‘quel vestito fantastico comprato qualche settimana prima ancora mai messo e che sarebbe stato perfetto’

Diamond era sparita ormai da un buon quarto d’ora, quando la porta dell’infermeria si aprì di nuovo. Aspettandosi di vedere l’amica con chissà quale vestito elaborato ed esageratamente elegante tra le mani, si costrinse ad assumere un’espressione a metà tra il disperato e il divertito. Ma il sorriso le scivolò via dalle labbra, perché la figura minuta e dai biondi capelli che si era immaginata, nella realtà era stata sostituita da quella di un ragazzo alto, con scompigliati capelli neri e inconfondibili occhi verdi.
Suo fratello, il famoso Harry Potter, era lì, di fronte a lei, e la osservava contrito e teso.
-Ciao Alex…-
Il tono di Harry era sommesso, eppure conservava quella sfumatura piacevolmente calda che la faceva sentire bene. Sempre.
-Ciao…-
Si limitò a rispondere al saluto. Anche il suo tono era piuttosto timido ed evidentemente a disagio.

Com’erano potuti arrivare a quei livelli?
-Posso…?-
Le domandò, indicando lo sgabello vicino al suo letto che, pochi minuti prima, era stato occupato da Diamond.
Alexis si sforzò di sorridere e annuì, invitandolo ad avvicinarsi. Harry seguì l’invito, con un cenno del capo, e prese posto, non prima di aver rifilato un’occhiata indiscreta al bouquet di rose blu, poggiate sul comodino. Chissà perché, ma credeva perfettamente di sapere chi gliele avesse regalate. Storse le labbra, al pensiero, e tornò a guardare la ragazza, che aveva abbassato lo sguardo sulle mani che si stava torturando in grembo. Sospirò, cercando di assumere un comportamento gentile, perché non voleva vederla triste di nuovo, come quella sera.
-Come stai?-
Riuscì a domandare dopo qualche minuto di teso silenzio.
Alexis alzò il viso, lentamente, e ancora una volta tirò un sorrisino sulle belle labbra. Prese un respiro profondo, quasi cercasse le parole giuste per rispondere a quella semplice domanda.
-Bene, adesso.-
Proferì poi, non trovando niente di meglio da dire. O di più veritiero. E’ vero, era stata decisamente male nell’ultima settimana; ma ora, si sentiva in paradiso.
Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, scrutando il fratello di sottecchi.
-E tu?-
Gli chiese poi, con tono delicato.
Harry non le sembrava ancora arrabbiato o deluso, come quella sera, però aveva ancora un’espressione strana…tesa, ecco.
Lui si limitò a sorridere mesto e a stringersi nelle spalle.
-Bene, suppongo.-
Nessuno dei due aveva mai sostenuto una conversazione più forzata e la cosa faceva male ad entrambi.
Come potevano quelle insignificanti incomprensioni, nate da piccole bugie non dette, rovinare quello splendido rapporto che erano riusciti a costruire in quei mesi?
Forse, si ritrovò a pensare Alexis con dolore, non era così salda come riteneva, la loro amicizia. Ma, infondo, come avrebbe potuto esserla? Era basata su un amore fraterno non compreso; bugie ed illusioni inesistenti; corti pomeriggi di chiacchiere futili. Come aveva potuto sperare di riuscire a ricreare un rapporto famigliare, senza dirgli realmente chi lei fosse? E come faceva, ancora, a nascondergli la verità in modo tanto spudorato?

Per Sirius. Lo faceva per Sirius.
Sì, quanto avrebbe ancora potuto illudersi con quella scusa? Non lo faceva per Sirius. Non solo, per lo meno. Infondo, cosa avrebbe rischiato il suo amato padrino, se Harry e solo Harry avesse saputo la verità? Sarebbero solo stati più felici, nel loro affetto, e nessuno avrebbe più sofferto.
Ma, arrivata a quel punto, forse, non riusciva più a smettere di fingere di essere quella che non era. E affrontare la dura realtà che le si prospettava davanti, le sembrava davvero faticoso; specialmente se pensava che ogni cosa costruita fino ad allora, sotto la falsa identità di Alexandra Walburga Black, sarebbe andata inevitabilmente in frantumi, al cospetto della verità. E allora, niente più Serpeverde; niente più Blaise; niente più Diamond; niente più dell’Harry che aveva conosciuto; e, inoltre, niente più Draco.
Conoscendo tutto l’odio che il Principe provava per suo fratello, non poteva di certo sperare che tutto restasse come ora, una volta che fosse saltata fuori la verità.
Una volta che lui l’avrebbe vista come Alexis Lily Potter, sorella minore del suo più acerrimo nemico.
Quel pensiero la colse, improvviso, come uno schiaffo in pieno viso.
Draco l’avrebbe voluta ancora, dopo?
E se lui si fosse solo innamorato di Alexandra Black e avesse poi odiato Alexis Potter?
No, non era possibile.
Alexandra e Alexis erano la stessa persona. Solo con nome diverso. Infondo, un semplice nome non poteva cambiare le cose.

O sì?
Decise di non pensarci, perché non era il momento adatto e ora, voleva solo vivere la felicità che l’aspettava. Al futuro e alle sue conseguenza, avrebbe pensato poi.
Non ora. Poi.
Tornò a guardare Harry, con un sorrisino teso sulle labbra. Prese coraggio e…
-Alex io…-
-Harry io…-
Parlarono contemporaneamente, comprendosi l’uno con l’altra.
Erano proprio fratelli, non c’era niente che potesse negarlo.
Si guardarono ancora imbarazzati, finchè Alexis non cominciò a ridacchiare, subito seguita dal moro. E quelle semplici risatine, si trasformarono presto in vere e proprie risate. Sane; rilassanti; di totale sfogo; e insieme a qualche lacrima, portarono via anche la tensione accumulata che, come per effetto di un qualche incantesimo, scomparve, lasciando dietro di sé solo un amaro retrogusto presto dimenticato.
-Prima tu.-
Lo invitò Alexis, con un cenno della mano, mentre si asciugava una piccola lacrimuccia annidata all’angolo dell’occhio destro. Harry le sorrise e annuì, poggiando le mani sulle ginocchia e piegandosi appena in avanti. Poi, si fece serio all’improvviso, mentre nei suoi occhi calava un’ombra un po’ malinconica.
-Alex…Io volevo scusarmi. Per come mi sono comportato la sera della festa di halloween. Non avevo alcun diritto di dirti quelle cose o di forzarti a parlare in quel modo.-
Aveva abbassato lo sguardo, forse perché non aveva il coraggio di guardarla negli occhi, mentre una nota ferita gli storceva appena le labbra.
Alexis trattenne il fiato; sentiva il cuore venir attraversato da un’improvvisa fitta, tanto dolorosa da farle mancare il respiro.
-Harry io…-
Cercò di interromperlo, ma quello rialzò lo sguardo sul suo, inchiodandola con un’occhiata seria, facendole intendere che preferiva non essere interrotto, altrimenti non sarebbe riuscito a dire ciò che voleva. La ragazza si morse il labbro inferiore e questa volta fu lei, remissiva, ad abbassare il capo. Harry sembrò prendersi del tempo per riflettere sulle parole giuste da dire.
-Avrei dovuto farlo prima, lo so. E’ passata una settimana, da quella sera e non ho giustificazioni. E’ solo che…-
Sbuffò, prendendosi la testa con una mano. Alexis avrebbe voluto avvicinarsi a lui e dirgli che andava tutto bene, ma, per qualche strano motivo, sconosciuto persino a lei, non riuscì a muoversi e si limitò ad osservarlo di sottecchi; il dolore gli esplodeva nel petto: non ce la faceva a vederlo stare così male.
Che doveva fare?
-Ogni volta che ti vedevo, nei corridoio…Volevo fermarti, chiederti scusa e far tornare tutto come prima. Mi piaceva il rapporto che avevamo, davvero…E, nonostante io sapessi che i miei…-
Si morse le labbra, in evidente difficoltà. Alexis si sporse appena, allora, e gli prese una mano tra le sue, stringendola forte. Harry alzò il viso e le regalò un sorrisino spento.
-…i miei…sentimenti…non potranno mai essere ricambiati…-
E qui lanciò un’occhiata mista tra frustrazione e rabbia al boquet di rose.
Alexis si sentì morire.
- Mi ero abituato. Lo ho accettato, sul serio. Ma dopo quella sera…Dopo averti trattata in quel modo…E dopo aver visto la tua espressione io…Ho pensato che non avresti più voluto saperne di me. Questo pensiero mi bloccava e la paura di averti…persa, anche solo come amica, mi ha impedito di vederti o parlarti o chiederti scusa.-
Aveva detto quelle parole senza quasi prendere fiato, come se all’improvviso qualcuno gli avesse dato la forza necessaria a confidarsi; temeva che, se si fosse fermato anche solo per un attimo, l’avrebbe persa e allora addio al discorso che si portava dietro da giorni, provato e riprovato fino alla nausea davanti allo specchio del bagno di Mirtilla Malcontenta, con quella fantasmina fastidiosa a ridere alle sue spalle.
Le prese le mani tra le sue, portandosele vicino alle labbra, e finalmente la guardò dritta negli occhi – quegli occhi così inspiegabilmente simili ai suoi.
-Per favore, perdonami Alexandra.-
Proferì quelle parole con così tanta forza emotiva, che lei le aveva quasi sentite attraversargli la pelle e procurarle quel brivido maligno che le era risalito lungo la schiena, facendola tremare appena. Un sospiro abbandonò le sue labbra, fioco. Gli lasciò le mani e si sporse appena dal letto, scostando le coperte che ancora la tenevano al caldo. Poi si avvicinò al fratello e lo strinse a sé, circondandogli il collo con le braccia.
-Oh Harry…Non hai niente da farti perdonare, davvero. Io non ce l’ho con te. Non ce la potrei mai avere con te.-
Gli sussurrò all’orecchio, sincera.

Come avrebbe mai potuto avercela con il suo adorato fratellone?
Dopo un primo momento di sorpresa, Harry ricambiò l’abbraccio, stringendola forte per la vita e trascinandosela quasi in braccio. Le mise una mano tra i capelli, improvvisamente felice di risentirla così vicina. In quella settimana passata lontano da lei, si era sentito vuoto, come se una parte di sé che l’aveva completato quando la prima volta aveva incontrato quegli occhi smeraldini, gli fosse stata strappata via con violenza.
-Ma io…-
Non sapeva il perché, ma sentiva il bisogno di protestare a quella gentilezza. Come poteva non avercela con lui? Le aveva rovinato quella che si prospettava una serata speciale; l’aveva ferita; l’aveva fatta piangere; e l’aveva ignorata per tutta la settimana; come poteva quella ragazza così piccola, che ora lo stringeva forte, avere un cuore così grande?
-Niente ma. Sul serio, non hai nulla da farti perdonare. La tua reazione era più che giustificata…Volevi solo sapere qualcosa di tua sorella.-
Si fermò dopo quella frase, limitandosi a stringerlo con più forza, quasi sentisse il bisogno di sentirlo vicino, come mai prima.
-Anch’io avrei reagito così, al tuo posto…-
Un sospiro tremante lasciò le sue labbra, mentre Harry la allontava delicatamente da sé. La guardò negli occhi e le sorrise, con quell’espressione che a lei piaceva tanto e che la faceva sentire davvero felice.

Draco era l’unica altra persona a riuscire a renderla felice solo con la forza del sorriso.
Le accarezzò una guancia, con un gesto carico d’affetto.
-Sì, forse hai ragione. In ogni caso, non avrei mai dovuto reagire in quel modo. Infondo, se tu avessi saputo qualcosa di mia sorella e tuo fratello, me lo avresti detto subito.-
Non era una domanda, ma una semplice affermazione. Dietro quello sguardo sereno e intenso, si poteva leggere una chiara affermazione: mi fido di te.
Alexis lo fissò per qualche istante, in silenzio. Mai, come in quel momento, si era sentita tanto a disagio di fronte a quegli occhi. Si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo, prima di tirare un sorrisino coraggioso.
-Già…-
Si limitò a sospirare poi, voltando la testa verso la finestra e osservando i pigri raggi di quel sole invernale infrangersi deboli sulla superficie del lago cristallino, in lontanza.
Era tutto così estremamente difficile.
Che cosa doveva fare?
Emozioni contrastanti la scombussolavano, rendendola incapace di prendere una decisione.
Il coraggio: ecco cosa le mancava veramente, in quel momento. Forse, stava proprio bene tra i Serpeverde, perché una Grifondoro non avrebbe tentennato tanto di fronte alla possibilità di dire la verità ed essere forte.
Quello era il momento giusto per dire la verità: c’erano solo loro, i fratelli Potter, e nessun altro a poterli disturbare. L’argomento verteva su quel punto doloroso che si sarebbe potuto risolvere con poche parole, rendendo tutto più semplice da gestire.
Sì, doveva dirglielo, era la cosa giusta da fare. Doveva farlo per Harry e anche per se stessa. Più avrebbe aspettato e più le conseguenze sarebbero state disastrose, lo sapeva.
Prese un respiro profondo e socchiuse gli occhi, prima di rialzare il viso su quello del fratello, che ancora la osservava sorridente. Deglutì.
-Signor Potter, ancora qui? L’orario delle visite è finito da un pezzo! La signorina Black ha bisogno di riposare: ha passato una nottataccia.-
La voce alterata e leggermente gracchiante di Madama Chips riempì il silenzio dell’infermeria, stroncando sul nascere quella verità che, finalmente, le stava per uscire facilmente dalle labbra. Sconsolata, si voltò a guardare l’infermiera, rendendosi conto che non avrebbe più trovato il coraggio che aveva raccimolato in quei brevi istanti di silenzio.

Oh, sia dannato il pessimo tempismo di quella donna!
Harry si strinse nelle spalle, con espressione colpevole, mentre Madama Chips lo prendeva delicatamente per un gomito, invitandolo ad uscire.
-Sì, vado, vado! Ciao Alex, rimettiti presto.-
Esordì spazientito, scuotendo la testa e avviandosi verso la porta.
Alexis, impotente, lo guardò allontanarsi.
Quando era ormai in procinto di varcare la soglia, però, il ragazzo si voltò.
-Vengo a trovarti più tardi.-
Le sorrise con dolcezza, ma lei scosse la testa.

Più tardi, volente o nolente Madama Chips, lei non ci sarebbe stata in quel lettino.
-No, Harry, preferisco riposare. Madama Chips ha ragione, ho dormito veramente poco e sono stanca.-
Mentì, assumendo un’espressione mesta, con la quale storse appena le labbra, sperando di risultare convincente. Il Grifondoro sembrò restarci male, perché abbassò lo sguardo con una nota ferita, pensando, con una fitta di gelosia, che per Draco Malfoy non sarebbe stata stanca. E, in effetti, era davvero così.
-Sante parole!-
Se ne uscì l’infermiera, prendendo dei medicinali dall’armadietto e avvicinandosi ad Alexis.
-Però Harry- aggiunse la moretta, prima che il ragazzo potesse uscire –Ci vediamo domani, solito posto e solita ora.-
E sorrise, solare come ormai non la vedeva più da tempo. Il ragazzo la osservò con un’occhiata sorpresa, che si sciolse in un’espressione decisamente addolcita. Annuì, senza aggiungere altro che non fosse un occhiolino d’intesta e un’alzata di pollici. E poi uscì, lasciando la ragazza e l’infermiera alle prese con i medicinali.
Quando fu di nuovo sola, alla fine, Alexis si addormentò sul serio, tanto l’appuntamento era per quella sera e lei voleva essere quanto più in forze possibile; inoltre, non l’avrebbe mai detto, ma era davvero stanca.

 

[ Non credere che non ci sia
 Un'altra strada in fondo a questa bugia]

 

Fu un tocco lieve, una carezza gentile sulla guancia, a risvegliarla.
Lentamente, lasciò il mondo dei sogni controvoglia e aprì gli occhi. Sbattè le palpebre un paio di volte, costringendosi a sollevarle: si era sempre chiesta perché a volte le sembrassero tanto pesanti.
-Torna da me, mia piccola Black.-
Le sussurrò una voce gentile. Quel respiro freddo le sfiorò l’orecchio, facendola rabbrividire appena. Sorrise, riuscendo finalmente a rivelare quegli smeraldi sinceri, che vagarono per la stanza, fino ad incontrare la sua figura.
-Draco…-
Mormorò, la voce ancora impastata dal sonno.
Incontrare il suo viso d’angelo la fece svegliare completamente.
Il ragazzo le prese una mano e se la portò al viso, sfiorando il dorso con una carezza delle belle labbra.
-E’ ora di andare.-
Le rammentò, scoccandole un’occhiata intensa; lo sguardo argenteo bruciò, carico di aspettativa.
-Mmm. Dove andiamo?-
Alexis si tirò su a sedere, lentamente, coprendo un grosso sbadiglio con la mano.
-E’ una sorpresa.-
La ragazza si voltò a guardarlo, ancora assorta nella classica confusione di chi si è appena svegliato. Quando, finalmente, l’alba della comprensione si decise a sorgere, spalancò gli occhi e arrossì leggermente.
-Draco!-
Esclamò, quasi si fosse resa conto solo allora di non trovarsi più in un sogno. Il biondino ridacchiò appena.
-Bentornata tra noi.-
La schernì poi, alzando le sopracciglia eleganti.
Alexis si prese la fronte con una mano, scuotendo appena la testa; i morbidi boccoli scuri, ora incasinati in un groviglio senza fine, le si riversarono sulle spalle.
-Oddio scusa! Dovevi portarmi in un posto speciale stasera e io mi sono messa a dormire! Perdonami! Sono un disastro…-
Squittì dispiaciuta, dandosi mentalmente della stupida. Aveva deciso di concedersi un riposino, proprio per essere presentabile quella sera, ma aveva finito per farsi proprio una bella dormita: doveva essere stata più stanca di quanto non avesse immaginato.
Draco la osservò, sottilmente divertito. Si avvicinò al suo viso e la prese gentilmente per i polsi, scostandole le mani. La guardò serio.
-Sì, sei un disastro.-
La rimproverò con tono secco. Lei fece per abbassare lo sguardo, mortificata, ma lui si avvicinò ancora, annullando quasi completamente la poco distanza che li separava. Come ogni volta che si trovavano tanto vicini, il cuore di Alexis prese a battere frenetico.

Il tempo passava, ma certe cose non sarebbero mai cambiate.
-Ma ti amo anche per questo.-
Aggiunse con un morbido sussurro che si depositò su quelle labbra che poi si premurò di sfiorare appena con le sue.
Un bacio sfuggente, ma non meno dolce.
Alexis lo guardò, deliziosamente rossa in viso, gli occhi scintillanti per l’emozione, un sorriso bellissimo sulle labbra di albicocca. Draco le regalò una carezza su di una guancia, portandole indietro una ciocca di capelli decisamente ribelli. Poi si piegò e prese una busta ai piedi del letto, che le mise in grembo.
-Siamo ancora in tempo, comunque, per cui non metter su quel broncio. Diamond ti manda questa con tutti i suoi migliori auguri.-
-Auguri per cosa?-
Il biondino sghignazzò, senza rispondere, e fece spallucce.
-Ha detto che voleva portartelo lei stessa, ma quando è venuta a trovarti, questo pomeriggio, dormivi come un drago durante il letargo.-
Alexis gonfiò appena le guance, ancora rosse, e aprì la busta, con un cipiglio curioso. C’erano dei vestiti, un paio di scarpe, una trousse e qualche boccetta contente liquido non meglio identificato. Lanciò un’occhiata confusa al ragazzo, che scosse la testa, come a dire che non sapeva nulla. Poi si alzò dal letto, guardandola dall’alto.
-Direi che è ora che tu vada a prepararti.-
Le indicò la porta del bagno dell’infermeria con un cenno del capo. Alexis annuì, ma poi corrugò la fronte.
-Ma se Madama Chips venisse a controllarmi e non mi trovasse?-
Domandò, piegando il capo su di una spalla, l’espressione corrucciata.
Draco le lanciò una lunga occhiata, un fine sopracciglio alzato ad indicare il suo pensiero su ciò.
-Ti interessa davvero di quella vecchia zitella?-
-No, ma…-
-Comunque se ne stanno occupando Blaise e Diamond: tu pensa solo a vestirti.-
La interruppe, scrollando le spalle e voltandosi.
-Ti aspetto fuori, non farmi attendere troppo.-
E si incamminò verso l’uscita, lasciandola sola nell’infermeria con tutte le cianfrusaglie che Diamond le aveva messo in quella bustina, evidentemente stregata.
Rimase a fissare la porta, come un’ebete, per almeno due minuti buoni; un sorrisino idiota le si allargava da un orecchio all’altro.
Alla fine, riuscì a tornare alla realtà, e convincendosi di essere meno emozionata e impaziente di quanto non si sentisse, si chiuse in bagno.

Ne uscì circa un’oretta dopo, completamente rinata. Si era fatta una calda doccia ristoratrice, utilizzando i vari prodotti che Diamond le aveva mandato: quella lozione alle more le aveva districato i nodi dei capelli in un secondo, e aveva reso la sua indomabile chioma, lucida e profumata, divisa in una morbida cascata di boccoli neri, che lei aveva ora raccolto sulla nuca, con un grazioso fermaglio argentato; solo alcuni riccioli sfuggivano in modo studiato dall’acconciatura, sfiorandole il viso appena truccato. Diamond, che non poteva essere lì in carne ed ossa, le aveva mandato un piccolo foglio illustrativo, dal quale era uscita una lei in miniatura e le aveva spiegato come truccarsi: aveva utilizzato tonalità chiare e aveva dato risalto soprattutto allo sguardo, aggiungendo addirittura una linea di eyeliner. Doveva ammettere, che il risultato, le piaceva davvero.
Quando rientrò nell’infermeria, Diamond era accanto al suo letto, dove qualcuno era ora sdraiato al suo posto. La ragazza alzò lo sguardo sulla piccola figura che si stava avvicinando, con espressione incuriosita, e non riuscì ad impedire al suo cuore di mancare un colpo. Alexis era veramente e incredibilmente bella, in quel momento: con i capelli raccolti e il corpo fasciato da quel vestito verde –il suo, tra l’altro-, tanto attillato da riuscire a mozzare il fiato persino ad una come lei, che aveva decisamente altri gusti; senza spalline, lasciava scoperta la pelle bianca, e si stringeva lungo i fianchi, per poi ammorbidirsi sulla gonna, che le sfiorava le cosce ad ogni suo passo; un paio di scarpette dello stesso colore del vestito –sempre sue- e con qualche centimetro di tacco, completavano la sua figura.
Diamond scosse la testa e le sorrise raggiante, schiarendosi la voce.
-Sei uno splendore!-
Esclamò, correndole incontro e abbracciandola.
Alexis sorrise e ricambiò l’abbraccio.
-E’ tutto merito tuo. Grazie…per questo.-
E allargò le braccia, indicandosi. La biondina le lasciò un buffetto su di un braccio e le fece un’occhiolino.
-Devi darmi la tua biancheria e la camicia da notte, tesoro.-
La informò poi, con sguardo insondabile. Alexis sbarrò gli occhi, in un misto di imbarazzo e confusione.
-Perchè?-
Aggrottò le fine sopracciglia. Diamond sbuffò e si avvicinò a lei, prendendole la busta dalle mani e cominciando a rovistare dentro.
-Non abbiamo molto tempo, non fare domande.-
La liquidò, prima che potesse provare a replicare. Preso quello che cercava, lo lanciò alla figura nel letto, che ora Alexis si era finalmente voltata ad osservare.

Quasi non le prese un colpo.
Sdraiata in quel letto che prima aveva occupato, c’era proprio lei: Alexis Lily Potter.
Le rimandava un’occhiata divertita degli occhi smeraldini, con i capelli scuri scombinati ad opera d’arte.
-Ma che…?-
Se Diamond non l’avesse sorretta per un gomito, in quel momento, sarebbe sicuramente scivolata in terra. La Alexis nel letto rise sguaiatamente e anche la biondina si concesse una risatina.
-Dovresti vedere la tua faccia, Alexandra!.-
La schernì divertita, continuando a ridacchiare. La ragazza si voltò a guardarla, ancora spaventata.
-Che…Che cos’è quella cosa nel letto?-
Balbettò confusa, indicando l’altra sé che ancora rideva.
-Ehi, piano con le offese piccola.-
La riprese quella, con un cipiglio ora severo, ma ancora chiaramente divertito. La vera Alexis si voltò a guardarla, gli occhi di nuovo sbarrati. Sbagliava o quella era la voce di…
-Blaise?!?-
Gridò quasi, scioccata. Okay, adesso le aveva veramente viste tutte.
-Ma che diavolo sta succedendo?-
Sbottò poi, voltandosi verso Diamond sempre più confusa.
-Lui è il nostro diversivo per questa sera.-
Le spiegò, facendo un cenno nel capo in direzione di Alexis-Blaise.
La ragazza si voltò di nuovo ad osservare l’altra sé e vi si avvicinò, titubante, non sicura di aver capito bene.
-Blaise?-
Lo chiamò, avvicinandosi tanto al suo viso che sembrava volesse baciarla. In realtà, cercava solo di scrutare la verità nei suoi occhi smeraldini.
-Sei davvero uno schianto, piccola.-
Le rispose con un’occhiolino, facendola arrossire di botto.
-Oddio! Se tu sei me, allora hai visto…-
Deglutì, sbarrando gli occhi.
Che Blaise l’avesse vista …nuda?!?
Si prese il viso tra le mani, nascondendolo e scuotendo la testa, per scacciare quel terribile pensiero che le era baluginato nella mente.
Blaise le prese i polsi, delicatamente, e la costrinse a guardarlo. Un sorrisino rassicurante si allargava su quelle labbra di albicocca.
-Tranquilla, Alexandra Black: non ho dato neanche una sbirciatina sotto i vestiti. Anche se la tentazione era forte…-
Sghignazzò, facendo per abbassare lo sguardo verso il petto, lasciato appena scoperto dall’enorme camicia che doveva essere di Blaise. Diamond gli diede uno scappellotto sulla nuca, costringendolo a desistere da quell’intento giocoso.
La vera Alexis sospirò, sollevata, e poi ridacchiò.
-E ora, aiutami a spogliarlo…spogliarla…spogliarti…o insomma, hai capito!-
Sbottò la biondina, mentre, con un incantesimo, legava un panno intorno agli occhi di Blaise. Alexis annuì e insieme fecero indossare all’altra sé la sua biancheria.
-Oddio, fa impressione vedersi in carne ed ossa, davvero…-
Una volta che ebbero finito di rivestire Blaise, questo si riaccomodò nel letto.
-Ma come avete fatto?-
Domandò esterrefatta Alexis, voltandosi a guardare il ragazzo trasfigurato in se stessa.
-Pozione Polisucco: ne avevo rubata un po’ a casa dei miei, prima di venire qui.-
Spiegò Diamond, facendo spallucce.
-E perché trasformare Blaise e non te, che sei una ragazza? La cosa mi avrebbe messa decisamente meno a disagio.-
-Ehi, tesoro: non sei l’unica ad avere appuntamenti galanti a quest’ora della notte.-
Le rispose la ragazza, alzando un fine sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
-Anche io avevo da fare, veramente…Ma quello stronzo mi ha obbligato. Mi dovete un favore enorme, tu e lui.-
Intervenì Blaise, scuotendo la testa con fare indignato. Alexis si voltò a guardarlo, sorridendo dispiaciuta.
-E a proposito di appuntamenti: ti converebbe andare, se non vuoi suscitare le ire dello stronzo prima nominato.-
Le rammentò Diamond, ridacchiando divertita.
La moretta arrossì, come se si fosse ricordata solo allora della serata che l’aspettava.
Annuì frettolosa e abbracciò Diamond e Blaise.
-Grazie di tutto ragazzi, sul serio.-
Cherin sorrise, facendole un’occhiolino.
-Buona serata e tanti auguri.-
Sogghignò maliziosa, meritandosi un’occhiataccia.
-Divertiti piccola, te lo meriti.-
Aggiunse Zabini, con un cenno del capo.
La Potter sorrise raggiante ed uscì dall’infermeria in tutta fretta.

Il buio corridoio, sembrava essere vuoto: non c’era traccia del ragazzo che avrebbe dovuto aspettarla. Guardò a destra e a sinistra, ma niente.
Dov’era finito?
Fece qualche passo, nel freddo della notte; prese la bacchetta – che aveva inserito nel cinturino legato in vita. La agitò davanti a sé, facendo per pronunciare l’incantesimo per la luce, quando una mano fredda le si posò sulle labbra, mentre l’altra la stringeva per un polso e la costringeva a fare qualche passo indietro, prima di scontrarsi contro un petto ampio e muscoloso. Non riuscì ad impedirsi di gemere, spaventata.
-Questa non ti servirà, stasera.-
Le sussurrò una voce gentile e maliziosa nell’orecchio.

La sua voce.
Le sfilò la bacchetta dalla mano, prima di togliere la sua dalla bocca e farla voltare, con una mezza piroetta. Alexis si trovò stretta tra il petto liscio di Draco e il suo braccio che le circondava la vita. Il suo profumo dolcissimo la investì, stordendola.
Gli sorrise, nervosa, mentre lui le sequestrava la bacchetta e la riponeva vicino alla sua, nel cinturino dei pantaloni.
-Finalmente soli, mia bella Black. Ti sei fatta attendere.-
Le soffiò sulle labbra, lanciandogli una lunga occhiata, tanto penetrante da metterla a disagio. Poi, prima che lei potesse cominciare con il suo mare di scuse, le occupò le labbra con un bacio molto più che eloquente e che a lei mandò il cuore e il cervello in tilt.
-Questo era per me.-
Sghignazzò, allontanandosi appena dal suo viso, per poterla ammirare meglio.
Quella sera, la sua piccola Alexandra, era veramente bellissima. Riusciva a far battere il cuore anche ad un tipo freddo e controllato come lui.
Le accarezzò il viso, intrecciando il pallido indice nel boccolo che le sfiorava la guancia. Poi, fece apparire una bella rosa blu, che le posizionò sopra l’orecchio.
-E questo è per te.-
Le sorrise, bello come mai. Era vestito con una camicia bianca, che gli scendeva sulle spalle in modo perfetto, e lasciava scoperto parte del petto bianco e liscio; i pantaloni neri gli fasciavano le lunghe gambe snelle, attillati, e delle scarpe lucide ed eleganti completavano l’abbigliamento.
-Grazie.-
Alexis sorrise, piegando il viso su di un lato e stringendo appena gli occhi. Due fossette molto carine si formarono sulle sue guance rosse. Draco non riuscì ad impedirsi di strapparle un altro bacio. Poi si distanziò da lei, facendo qualche passo indietro.
-Dimmi, Black: tu ti fidi di me?-
Le domandò, con voce intensa e liquida, che le scivolò addosso come un velo di morbida seta. Alexis lo guardò sorpresa e si riavvicinò a lui. Lo osservò dal basso, con sguardo deciso, mentre lui la studiava con un’occhiata impassibile. Gli circondò il collo con le braccia e si alzò in punta di piedi; questa volta fu Alexis Potter a rubare un bacio a Draco Malfoy. Poi, sorrise lì, sulle sue labbra.
-Sì.-
Sussurrò semplicemente, e il classico colorito imbarazzato le scaldò le guancie.
Draco sorrise a sua volta, stringendola a sé in maniera piuttosto possessiva, prima di divorarle le labbra con un altro bacio passionale.

Era impossibile per lui resisterle, quando arrossiva in quel modo così impacciato e tenero.
Poi si allontanò di nuovo e le porse una mano.
-E allora, mia piccola Black, vieni con me.-

 

 

[Non credere che non ci sia
Un’altra aurora in fondo a questa follia.

Fidati di me
Ho sofferto anch’io
Quando per coraggio ho visto il mondo a modo mio.
Fidati di me
Non buttarti via
Anche se il regalo di un miracolo non c’è
Almeno fidati di me.]

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

x miyuko: E così, gemina, ecco finalmente il nuovo capitolo! Non l’hai betaradeggiato, ma ultimamente non te li passo più i capitoli, non me ne volere x3 Però attendo comunque la tua opinione su questo, completamente nuovo anche per te!

 

 

x le_montagnine: Isa e Ele, mie sorelle preferiti, mi dispiace tantissimo per il ritardo ç___ç Sono imperdonabile, ma spero che voi riusciate a passare sopra a questa cosa e a tornare a recensirmi e seguirmi come prima, perché vi adoro *_* Dunque, spero davvero che questo tanto atteso capitolo vi sia piaciuto J Per quanto riguarda Sirius, non preoccuparti Ele, perché presto farà la sua comparsa in tutto il suo magico splendore *w* Vi voglio bene ragazze, davvero *le abbraccia forte*

 

 

x Minnieinlove: Cuggia mia adorata, come promesso ho sia recensito la tua storia (*O*) che aggiornato la mia! Spero davvero che ti piaccia questo nuovo capitolo e aspetto con ansia il tuo!! <3

 

x Melikes: Oh la tua recensione è stata davvero bellissima –anche se, visto tutto il tempo passato, probabilmente neanche la ricordi ç__ç Volevo comunque ringraziarti, perché sono state anche le tue parole e i tuoi complimenti ad aiutarmi nella stesura di questo nuovo capitolo, destinato altrimenti a rimanere incompleto. Quindi scusami immensamente per questo mio ritardo, ma spero mi perdonerai e deciderai di continuare a seguirmi *_* Inoltre, se ti piacciono le situazioni molto zuccherosecaramellose, ti consiglio entrambe le storie a cui ho fatto pubblicità di sopra, perché ti piacerebbero sicuramente!*O* Ti lascio con un bacione e con la speranza che riuscirai a perdonarmi questo ritardo e che deciderai di continuare a seguirmi!

 

x ly4ever: Scusarmi anche con te per il mio oltraggioso ritardo è d’obbligo, specialmente quando mi avevi scritto che questa era una tra le tue storie preferite in assoluto. Mi dispiace davvero tanto ç__ç In ogni caso, alla fine, lottando anche con i denti, sono riuscita a riprendere in mano questa storia ed ecco finalmente il nuovo capitolo! Spero ti piaccia, davvero, e che riuscirà a farmi perdonare almeno in parte. Se deciderai di continuare a farmi sapere che ne pensi, ne sarei davvero onorata <3

 

x elita: Eccola qui, una delle mie recensitrici preferite *si mette in ginocchio chiedendo perdono* Mi dispiace davvero taaaaanto per il vergognoso ritardo, riuscirai mai a perdonarmi?ç___ç Spero di sì, perché ho deciso di impegnarmi seriamente per portare a termine questa storia per te e per chi come te mi sostiene con tanto ardore! Quindi, spero tornerai a seguirmi, perché con le tue parole riesci sempre a mettermi tanta carica! Mi auguro dunque che questo attesissimo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione enorme, ti voglio bene, davvero <3

 

x SasuSaku4ever (PiKkOlA_mAnGiAmOrTe): Scusami anche tu per questo oltraggioso ritardo ç___ç Spero che questo capitolo che si è fatto attendere davvero troppo, ti sia piaciuto! Mi auguro che tornerai a seguirmi, decidendo quindi di perdonarmi *___*                  

   
 
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