Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: waytotheend    19/07/2010    2 recensioni
Sam è nata alla Mezzanotte tra Halloween e Ognissanti ed è cresciuta con doni rari che ha condiviso solo con la sua migliore amica. Eventi sempre più sinistri accompagnano i suoi ultimi mesi da minorenne e il giorno del suo diciottesimo compleanno segnerà un cambiamento nella sua vita che non è pronta a riconoscere.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Welcome To PageBreeze

- Sam -


Casa di Salvation mi era sempre piaciuta un sacco. Il cancello dava sulla strada mentre un piccolo vialetto saliva lungo il giardino fino alla porta d'ingresso. C'erano file di scaccia sogni davanti alla pesante porta di legno e l'interno della casa era accogliente. Il soggiorno era grande e luminoso e diviso nella zona con il grande divano bianco di pelle e la TV e la parte con il caminetto, la panca in legno e il grande tavolo intarsiato.

La cucina era piccola e attraverso una porta si accedeva alla cantina, allo sgabuzzino e al ripostiglio dove tenevano pantofole a sufficienza per avere come ospiti l'intera città.

C'era parquet ovunque; era quasi come trovarsi in una sala da ballo qualsiasi stanza si entrasse.

La scala a chioccia anch'essa in legno, si snodava fino all'ultimo piano dove c'era la camera di Sal. Più che una camera era una vera e propria soffitta-appartamento.

C'era un bagno, il caminetto, l'angolo notte con il grande letto e scaffali pieni di vecchi libri e poi c'era la zona dove teneva la TV, lo stereo, i CD e il computer.

Il soffitto era basso e spiovente e più di una volta avevamo finito con dare sonore testate alle travi di legno in vista ma ci divertivamo sempre un mondo in quel posto.

L'unica cosa brutta era che Sal abitava nella città vicina che distava circa tre chilometri e mezzo. A volte andavo con la vecchia auto che papà mi aveva regalato per i sedici anni e a volte in bicicletta. Siccome quel pomeriggio avevo fretta di rivederla, ero salita sulla mia Chevelle SS del '70 senza pensarci su due volte.

Suonai il campanello e in meno di dieci secondi Sal stava correndo dalla porta d'ingresso al cancelletto. Lo aprì con forza e poi mi strinse in un abbraccio spacca ossa come quelli che soltanto lei sapeva dare.

Finalmente!” dicemmo nello stesso istante.

Sal fece un passo indietro lasciandomi andare e sospirò melodrammaticamente. “Cavolo, pensavo che non sarei più tornata da questa stupida gita.”

Sono felice che tu sia tornata oggi.”

Il sorriso raggiante lasciò il suo volto magro e gli occhi leggermente a mandorla si rattristarono. “Che è successo?”

Alzai le spalle. “Sogni.”

Sospirò ancora e mi passò un braccio attorno alle spalle. Soltanto in quel momento mi accorsi che portava la sua vecchia tracolla. “Ho già tutto pronto.” Un sorriso a metà tra cospiratorio e divertito le si dipinse in volto e mi venne automatico sorriderle in risposta. “Ma non parliamone qui.”

Annuii e prendemmo a camminare lungo la strada che faceva il giro di casa sua.

La sua villetta sorgeva sull'angolo della strada ma sulla destra, dove finiva il giardino, era attaccata una fila di villette a schiera.

Alle spalle di casa di Sal però, c'era una vecchia chiesa diroccata sconsacrata e abbandonata da tempo. Dalla finestra di camera sua si vedevano per fino le campane. Quelle erano le ultime case della città, al limitare con il bosco che divideva Friendship da Elmer. Una volta era stato un villaggio e la chiesa era stata il punto di riferimento ma era caduta in disuso e quando Sal si era trasferita lì, avevamo fatto di quella chiesa uno dei nostri posti speciali.

Ci andavamo solo quando era già notte o il tramonto stava scendendo in modo che nessuno ci vedesse perché per arrivare alla chiesetta dovevamo per forza usare la stradina che faceva il giro attorno alle case.

Durante il cammino raccontai a Sal di Kevin e degli spaghetti tramutati in vermi ma per parlare nel dettaglio dei sogni, aspettammo di arrivare nella chiesetta.

Aprimmo la piccola porta di legno rovinato e ci infilammo dentro. Qualche panca qua e là c'era ancora ma le statue e tutto il resto erano state portate via quando la chiesetta era stata sconsacrata.

Ci andammo a sedere sui gradini di pietra che portavano all'altare.

Sal appoggiò la sua borsa tra di noi e ne tirò fuori un grande libro dalla copertina verde scuro e le pagine ingiallite.

Cos'è?” le chiesi incuriosita.

Me lo ha dato mia nonna o meglio, l'ho preso in prestito dalla sua biblioteca,” rise prima di tornare seria. Si aggiustò gli occhiali ovali che le erano scesi sulla punta del naso e aprì il libro dove una piccola rosa secca era stata lasciata come segno. “Mentre ero in campagna, non riuscivo a smettere di pensare a quello che mi avevi raccontato. Alla fine ho elaborato una mia teoria che consiste nell'ipotesi - che tra parentesi non è per niente assurda - che tu veda nei tuoi sogni una tua antenata.”

Corrugai la fronte. “Antenata?”

Si! È semplice. Non sono soltanto sogni quelli che fai o raccapriccianti incubi. Ogni notte sei sempre la stessa persona, questa Charity e c'è sempre quest'uomo misterioso che parla di quello che succede come se fosse una vendetta finalmente ottenuta. E poi ti ammazza.” Scrollò le spalle e mi guardò dritto negli occhi, “Per quello che ne sappiamo, la teoria più realistica, è che tu stia rivivendo la morte di una tua antenata.”

Quella era una teoria abbastanza folle perché non c'era motivo per cui di punto in bianco dovessi cominciare a sognare la morte di una qualche lontana ava. Detto questo, avevo imparato nel corso degli anni, che più una teoria ci sembrava folle e irreale più era vicina alla realtà delle cose.

Sospirai e spostai il mio sguardo dal viso di Sal al libro che teneva aperto sulla gambe incrociate. “E lì dentro hai trovato qualcosa che ci potrà essere di aiuto?”

Si,” la sua voce era decisa e ferma. Il sorriso furbetto le tornò in viso. “Ho trovato un incantesimo interessante. È per rivedere la vita passata. Non dice di preciso a quanto indietro puoi tornare, immagino dipenda da quanto siano vivi i tuoi ricordi e tutto il resto. Ora, dato che hai questi incubi ogni sera, sarà facile tornare esattamente a quella vita.”

Ci pensai su soltanto per qualche istante. Ormai quei sogni andavano avanti da tanto, sicuramente troppo. Cominciavo ad essere stanca e lasciavo che cose innocue mi turbassero. Pensai semplicemente che quello fosse il modo migliore per darci un taglio o cominciare a capirci qualche cosa.

Va bene, facciamolo.” Mi feci più vicina a Sal e al libro e buttai un occhio sulle pagine ingiallite. “E' un incantesimo di invocazione, serve una pozione o...”

No, è molto semplice. Si tratta più che altro di concentrarsi attentamente. Non ci sono complicati incantesimi ma soltanto una piccola formula. Ti guiderò io. Ci servono soltanto delle candele rosse e ce le abbiamo,” infilò la mano nella sua vecchia tracolla e rovistò per qualche secondo. Alla fine tirò fuori cinque candele rosse ancora impacchettate. Inarcai un sopracciglio. “Eri così sicura che ti avrei detto di si?”

Certo,” mi disse ridendo.

Si alzò in piedi e mise le candele attorno a me. Poi prese dalla tasca dei suoi jeans un accendino e le accese. In fine, si andò a sedere di nuovo difronte a me con le gambe incrociate. “Bene. Possiamo pure cominciare. Allora, chiudi gli occhi e concentrati a fondo. Cerca di visualizzare la casa e la stanza dove vai ogni notte.”

Serrai gli occhi e inspirai. Cercai di dimenticare dove mi trovassi sostituendo il pavimento in pietra scura e rotto in alcuni punti della chiesa, con sontuosi corridoi in marmo pregiato e variopinto. Fu più facile del previsto. La voce di Sal cominciava a suonarmi sempre più lontana.

Mi concentrai fino a quando la toletta con la polvere e il vecchio candelabro d'argento mi stavano ancora una volta dinanzi.

Sentii l'eco della voce di Salvation dire, “Ora ripeti nella tua mente per tre volte, 'in praeteritis veritas'. Ti aspetterò q...”

Fu come se l'audio fosse stato improvvisamente spento. Non sentii più la voce della mia migliore amica ma una musica d'archi provenire da qualche parte in lontananza.

Aprii gli occhi o almeno nella visione della mia mente aprii gli occhi. Mi guardai allo specchio. La toletta non era più ricoperta di polvere ma era candidamente bianca e lo specchio non era né incrinato né macchiato. Il letto non era distrutto e c'era una flebile illuminazione proveniente dalle candele rosse accese davanti a me.

Miss Charity,” mi voltai sentendo quel nome. Trovai una piccola donna inchinata. I capelli erano raccolti in una cuffietta bianca e la pelle d'alabastro risaltava nell'uniforme di un azzurro chiaro.

Dimmi, Isobel,” mi sentii dire.

Gli ospiti sono arrivati e il signor Christopher è entrato dalla cucina e chiede di voi.”

Sorrisi avvicinandomi alla ragazza. “Non pensi che questa notte sia magnifica?” Feci una piccola pirouette voltandomi verso lo specchio. Quella riflessa ero decisamente io ma i capelli erano raccolti elegantemente in uno chignon contornato da trecce e indossavo un sontuoso abito rubino.

Signorina Charity, non dovrei permettermi di dirlo ma quell'uomo ha qualcosa di sinistro, non credete?”

Oh lo pensavo anche io,” risi ancora voltandomi di nuovo verso Isobel. “Ho cercato di capirlo e l'ho anche ingannato. Pensavo che si sarebbe tanto arrabbiato una volta scoperto cosa avevo combinato,” mi lasciai cadere sull'elegante poltrona blu che stava in un angolo della camera. “Ma mi ha perdonato. È un uomo così gentile.”

Isobel mi guardò preoccupata per qualche istante poi, sospirò. “Siate prudente questa sera, Miss Charity.”

Oh lo sarò. Questa notte sarà un vero spasso. Ora vieni, dobbiamo dare un po' di colore a queste guance.”

Mi sentii la testa vorticare ed ebbi la sensazione di cadere a terra ma mi ritrovai sorretta da forti braccia.

Charity, vi sentite bene?”

Alzai gli occhi in quelli azzurri e stanchi di un uomo con folti capelli bianchi. “Soltanto un giramento di testa, Padre.”

Mi sentivo confusa da tutto quello che stava avvenendo. Sentii la porta alle mie spalle aprirsi e mi voltai in fretta. Mi accorsi in quel momento che eravamo all'esterno in un giardino di quelli da film storici con la luna bianca alta nel cielo.

Io e l'uomo che chiamavo padre, eravamo seduti su una panchina di pietra all'esterno della casa.

Cosa ci fate voi qui?” il tono dell'uomo al mio fianco era minaccioso, severo e carico d'odio. “Pensavo aveste capito che farvi rivedere vi sarebbe costata la vita.”

Me ne dovrei forse preoccupare?” il tono beffardo mi rese impossibile non riconoscere quella voce. Era l'uomo di ogni incubo. Il suo viso era ancora una volta avvolto nella penombra. Mi sentii improvvisamente frustrata.

Christopher, come osate venire nella mia casa e...”

Andrò via presto,” lo interruppe la voce gelida che tanto conoscevo. “Ho soltanto qualche piccola faccenda da dover portare a termine.”

Mio padre mi lasciò andare avanzando verso l'uomo ancora fermo sul primo gradino della piccola scalinata che portava alla panchina sulla quale eravamo seduti.

Non siete il benvenuto nella mia casa.”

Temo sia troppo tardi per quello. Ora, se volete scusarmi, avrei bisogno della nostra piccola Charity per qualche minuto.” Il tono divenne ancora una volta beffardo mentre poneva quella domanda. Mi alzai in piedi e senza paura alcuna camminai verso quell'uomo misterioso.

Incrociai per qualche istante lo sguardo addolorato di mio padre prima di afferrare la mano che mi era stata porta da Christopher. “E' già ora di cominciare?” chiesi bisbigliando.

Si. Lasceremo il vostro caro padre per ultimo, come si suole fare con le pietanze migliori.”

Sentii una sensazione orribile impadronirsi di me. Sentivo la morte strisciarci attorno e serrare la presa attorno alla casa. Era come vedere una nebbia densa e nera avvolgere ogni cosa e noi eravamo nell'occhio del ciclone.


SAMANTHA!” un urlo mi fece sobbalzare. Sbattei le palpebre diverse volte e finalmente riuscii a focalizzarmi sul viso preoccupato di Sal. “Oh grazie al cielo,” sospirò lasciandosi cadere contro il corrimano di marmo degli scalini sul quale eravamo sedute.

Che... che è successo?”

Non mi rispondevi. Ti ho dato un ceffone nel caso ti chiedessi perché ti brucia la guancia.”

La guardai torva. “Pensavo che dovessi essere assolutamente concentrata e...”

Stavi piangendo,” mi disse seria. In quel momento mi accorsi di sentire le guance leggermente appiccicose e un sapore salato sulle labbra. Le leccai trovandole secche. “E continuavi a dire 'divertente... sangue... divertente' e non la smettevi,” finì in un mezzo urlo isterico. “Mi hai fatto prendere un colpo. Pensavo che ti si fosse fritto il cervello o qualcosa e...”

Sal, sto bene. Grazie.” Le immagini che avevo appena visto erano assolutamente nitide ma non c'era traccia di sangue ne tanto meno avevo detto divertente mentre rivivevo quella notte. Non capivo. “Avevi ragione credo... nella visione o qualsiasi cosa fosse, guardavo allo specchio ed ero proprio io ma ero vestita con abiti antichi e c'erano persone vive per la casa e parlavo con loro. Non ero ricoperta di sangue e...”

Hmmm... nei tuoi sogni sei sempre sola tranne che per quel...”

Si chiama Christopher o almeno credo,” la interruppi. Avere un nome per quell'uomo, poteva veramente cambiare qualcosa?

Lo hai visto?” mi chiese agitata Salvation.

Scossi la testa, “No. Era come sempre avvolto dall'oscurità.”

L'improvviso squillare del mio telefono ci fece sobbalzare entrambe. Sfilai in fretta il cellulare dalla mia tasca mentre la voce di Gerard cominciava a cambiare strofa gracchiando, 'you must keep your soul like a secret in your throat...'

Pronto?” risposi senza guardare da chi venisse la chiamata.

Sam, sono papà. Dove sei finita?”

Sono con Sal. Siamo andate a fare una camminata perché i suoi non c'erano.”

Lo sentii sospirare. “Ero preoccupato. Sono tornato a casa da ore ormai e ho chiamato i genitori di Salvation ma non rispondeva nessuno.”

Afferrai il polso magro di Sal e tirai su la manica scoprendo l'orologio. Sgranai gli occhi. “Scusami, non mi ero accorta fosse già così tardi.” Le lancette segnavano le ventuno in punto. “Torno subito a casa.”

Ok. Ti aspetto per la cena allora.”

Chiusi la chiamata e guardai Sal. “Quanto tempo sono stata... diciamo, via?”

Quasi due ore. È per questo che mi sono spaventata.”

E' sembrato molto di meno...” mormorai.

Salvation scrollò le spalle. “Penso tu non abbia visto tutto quanto. Voglio dire, ricordi di aver parlato di sangue o divertimento?”

Feci di no con la testa.

Eppure io ti ho sentito. Penso che tu stessi rivivendo tutta quella nottata ma vedessi ad intermittenza.”

Annuii sospirando. “C'è stato un punto in cui mi sono sentita come strattonare mi è girata la testa e all'improvviso ero nel parco con un uomo che a quanto pare era mio padre.”

Forse non dovevi vedere tutto... non ancora almeno.” Si tirò in piedi e io feci lo stesso. “Sarà meglio andare. Cerca di dormire sta notte e ne potremmo riparlare domani. Dovremmo cominciare a fare delle ricerche.”

Lo pensavo anche io. Abbiamo soltanto tre nomi e due visi su cui basarci ma ricordo bene la casa e so dove possiamo cominciare con le ricerche.”

Sal inarcò un sopracciglio elegantemente. “Cioè?”

Alloway.”


- Christopher -


Con il dorso della mano mi pulii la bocca mentre spingevo lontano il seno in cui avevo da poco affondato i denti.

Che... che è successo?” Voce atterrita e pupille dilatate. Era l'immagine della paura e tutto quello mi piaceva ancora come secoli prima.

Sorrisi lentamente mentre mi stendevo sul letto chiudendo gli occhi. “Niente di particolare,” risposi distrattamente mentre incrociavo lo sguardo verde della ragazza. “Sei stata punta. Ti ho trovato per strada e ti ho portata qui per soccorrerti.”

Avevo perso il conto di tutte le volte in cui avevo usato quella scusa eppure funzionava sempre. Era sciocca e ridicola perché a meno che così tanta gente fosse abituata a morsi di serpenti, come potevano così facilmente credermi?

Eppure lo facevano perché semplicemente non ne potevano fare a meno. Ricordo che un tempo mi divertivo a convincere le “mie” fanciulle a concedersi, ma tutto quello non era più necessario. Questa nuova era di dissolutezza e perdizione che così tanti condannavano, era il paradiso ideale per quelli come me.

Mi alzai dal letto e mi infilai i jeans. “Dovresti andare a casa,” dissi alla ragazza.

Con la coda dell'occhio la vidi restare ferma per qualche istante, la mano ancora serrata sulla ferita che le avevo inferto. Infine si voltò raccogliendo poi i propri vestiti. Li infilò in fretta e se ne andò. Appena il clic della porta che veniva chiusa risuonò nell'appartamento, mi buttai sul divano.

Chiusi gli occhi passandomi una mano tra i capelli. In quel momento, tra tutte le cose che dell'essere umano mi mancavano, il poter bere e perdermi in un buon whiskey, era tutto quello che desideravo.

Le visioni con Charity non erano cessate. Mancavano pochi giorni ad Halloween o Samhain o come diavolo lo si voglia chiamare ed ero pronto a partire.

Internet era una di quelle cose decisamente apprezzabili dell'era moderna. Attraverso il nome del liceo che vedevo alle spalle di quella misteriosa ragazza, ero riuscito a risalire alla città in cui abitava. Non ero mai stato prima in quella parte del New Jersey ma distava poco da un posto che conoscevo decisamente bene.

Mi alzai dal divano e andai in bagno. L'odore del mio ultimo pasto mi stava ancora appiccicato addosso e non ero ancora in grado di spiegarmi il perché, ma avere quell'odore sulla pelle quando pensavo alla ragazza che volevo andare a cercare, mi dava fastidio.

Ormai ero riuscito a capire che le visioni arrivavano mentre mi nutrivo o subito dopo. Era quando i miei poteri erano al massimo e sembrava che in quelle occasioni si aprisse un portale con il passato e con quello che cominciavo a immaginare fosse il futuro.

Aprii l'acqua calda della doccia al massimo e mi ci buttai sotto. Cominciai ad avvertire il mal di testa che ormai accompagnava sempre le mie visioni. Quando chiusi gli occhi, ero di nuovo nella vecchia casa dei Cabe.



- Sam -


Cabe!” la voce dura della professoressa Anderson risuonò per la classe facendomi sobbalzare. “Samantha, possibile che riesci sempre a distrarti?” mi chiese spazientita.

La verità era che ormai non riuscivo neanche a capire quando ero concentrata e quando invece no. Dal giorno in cui io e Sal avevamo usato quell'incantesimo sulle vite passate, gli incubi erano diventati sempre più vividi e continuavano a strisciare nella realtà. In quel momento, ad esempio, accanto a Elle seduta nel banco davanti al mio, vedevo Philip, che nel sogno della notte trascorsa avevo appreso essere il cocchiere di famiglia. Aveva sangue che gli colava dal colletto della camicia e profonde occhiaie nere.

Mi sentivo come il bambino del Sesto Senso anche se ero abbastanza sicura non si trattasse di fantasmi veri e propri.

Proprio quella mattina Sal mi era strisciata alle spalle spaventandomi a morte sussurrando, “Vedo la gente morta,” in una perfetta imitazione del marmocchio del film con Willis.

Mi raddrizzai nel banco e cercai di concentrarmi sulla faccia della Anderson. “Mi scusi professoressa, non succ...”

Certo,” mi tagliò corta lei. “Ne sono certa. Ora riprendiamo. Come stavamo dicendo, scrivendo Cuore di Tenebra, Joseph Conrad si addentrò...”

Le parole della professoressa Anderson andarono definitivamente perdute mentre la campanella annunciava la fine dell'ultima ora della giornata.

In tempo record raccolsi tutte le mie cose e uscii dall'aula. Sal, che all'ultima ora il Venerdì aveva Matematica Avanzata, mi stava già aspettando vicino al mio armadietto.

Allora,” aveva una strana luce nei suoi occhi.

La guardai sospettosa. “Che stai architettando?”

Ho già fermato Kevin dall'organizzarti una mega festa a casa di Scott Tomas, dovresti decisamente ringraziarmi,” disse sospirando melodrammaticamente.

Mi misi a ridere mentre aprivo il mio armadietto lasciando i libri che non mi servivano e prendendo quelli su cui avrei dovuto passare il week-end a studiare. “Sei la migliore Sal, come sempre.”

Ecco, così va decisamente meglio. Dunque,” aprì il suo armadietto e tirò fuori una busta del video noleggio. “Sono già passata da Eric e James per i DVD che vedremo fino a Domenica e...” si mise a rovistare nel sacchetto e tirò fuori il primo film. “Cominceremo con Le Notti di Salem, poi ci sarà Poltergeist e Space Vampires e per Sabato saremo apposto. Poi, per Domenica che è il gran giorno, abbandoneremo Tobe Hooper per passare a Wes Craven. Ci vedremo tutti gli Scream e tutti i Nightmares e poi cambieremo ancora. Prima vedremo Il Mistero di Sleepy Hollow e poi tutti i Final Destionations che ti piacciono tanto. Eric ci ha consigliato Paranormal Activity,” alzammo gli occhi al cielo nello stesso momento. “Ma è soltanto il peggior film mai realizzato... per non dire demenziale, ma sono stata molto più gentile nel farglielo notare.”

Lo spero. Ti hanno fatto noleggiare tutti questi film?” le chiesi inarcando un sopracciglio.

Potrei aver flirtato un pochino.”

Quando sei andata a prenderli?”

Ho saltato l'ora di Chimica,” mi rispose ridendo.

Scossi la testa. “Sei decisamente unica.”

Lo so. Dunque, ovviamente non ho dimenticato il nostro preferito che porterò direttamente da casa e...”

Sal, Giovani Streghe ce l'ho anche io. Ricordi? Te l'ho fatto vedere io la prima volta.”

Giusto,” annuì decisa riponendo tutti quanti i DVD in ordine nella busta. “Così saremo belle impegnate.”

Già.” Chiusi il mio armadietto e Sal il suo e ci avviammo verso l'uscita. “Penso che abbiamo più film che ore a disposizione. Fortuna che papà è via per il week-end.”

Sal si rattristò. “Ah già. Come sta tua nonna?”

Eravamo a due giorni dal mio compleanno e mia nonna aveva deciso di avere l'impellente bisogno della presenza di mio padre. Sapevamo benissimo tutti quanti che una gamba rotta non necessitava dell'assistenza 24/7 da parte di mezza famiglia, ma a mia nonna mia madre non era mai piaciuta e a quanto pare io le somigliavo troppo. Ogni scusa per allontanare papà da me era sempre stata colta e poco importava se si trattava del mio compleanno.

Sta bene. Ha solo rotto una gamba. Io mi sono rotta una spalla, il polso e una caviglia e non ho fatto tutte queste storie.”

Sal rise divertita. “Guarda il lato positivo, saremmo sole per più di quarantotto ore. Potremmo per fino fare una festa e avere il tempo di sistemare tutto quanto.”

Niente feste, ricordi?” le dissi con un tono fintamente di rimprovero. Quando uscimmo fuori nel parcheggio notai che erano rimaste soltanto l'auto mia e quella di Kevin.

Sam!” mi sentii chiamare. Mi voltai verso la Camaro gialla di Kev e sorrisi avviandomi verso di lui.

Ti aspetto in macchina,” mi disse Sal alzando gli occhi al cielo e scuotendo leggermente la testa. Le sorrisi come a chiedere a scusa.

Quando fui ad un paio di passi da Kevin, lui coprì la distanza che ci separava e mi strinse alzandomi praticamente dal suolo. Sorrise di quel suo mezzo sorriso da sono-troppo-figo-per-ridere-veramente e mi sentii sciogliere. Mi davo della pazza in continuazione in quei giorni.

Lo vedevo Lunedì e non mi faceva né caldo né freddo... Martedì era di nuovo il ragazzo della mia vita. Ero così confusa...

Il flusso dei miei pensieri fu interrotto quando Kevin mi baciò. Lo sentii sorridere contro le mie labbra ad un certo punto, una cosa che adoravo quando la faceva. Mi feci mettere giù dopo qualche minuto e feci un passo indietro.

Allora, nemmeno quest'anno posso averti per il tuo compleanno?”

Scossi la testa. “Lo sai. È da...”

È dal tuo tredicesimo compleanno che festeggi con Sal,” finì per me roteando gli occhi. “Lo so. Pensavo soltanto che dato che quest'anno è un compleanno importante, avresti fatto uno strappo alla regola.”

Gli diedi un bacio veloce. “Guarda,” feci un cenno con la testa verso la macchina da dove Sal ci fissava senza nemmeno cercare di non darlo a vedere. “Ha già noleggiato i film.”

Kevin si mise a ridere. “E' incredibile. Perfino io che amo i film horror non riesco a capire le vostre assurde maratone.”

Questo è dovuto al fatto che quando hai visto The Grudge con noi sei quasi morto di paura.” Gli diedi un pizzico sul braccio e lui fece finta di essersi fatto male poi si mise una mano sul cuore fingendo di essere offeso. “Ouch! Non c'è bisogno di ferirmi nell'orgoglio.” Si avvicinò come se fosse sul punto di rivelarmi un importante segreto e mi disse, “Potresti avere ragione, ma negherò tutto quanto.” Si abbassò a darmi un bacio veloce e poi mi lasciò andare definitivamente. “Ora vai. Ti chiamo per gli auguri o posso passare?”

Puoi passare,” dissi facendo qualche passo indietro. “Promettiamo di non trascinarti dentro casa con noi. Comunque, sentiti libero di andare a una delle feste che organizzano per Halloween.”

Kevin mi prese la mano tirandomi a lui. Mi diede ancora un bacio prima di spingermi leggermente indietro. “Fila da quella matta della tua migliore amica!”

Mentre mi dirigevo verso la mia macchina avevo ancora il sorriso sulle labbra. Sentii il rumore del motore dell'auto di Kevin e mi voltai a salutarlo con la mano prima di salire sulla mia Chevy.

Sembrate usciti da qualche telefilm adolescenziale,” commentò Sal appena misi in moto.

Fu il mio turno di roteare gli occhi mentre risalivamo il viale della scuola. “Sal, noi siamo adolescenti.”

Come vuoi.”

Risi. “Se fossi tu al mio posto...”

Non starei sempre lì a baciarlo...” fece un pausa e corrugò la fronte come a pensarci. “Ok magari si.” Scoppiammo a ridere mentre accendeva la radio.

Allora, quando andiamo ad Alloway?”

Non ho ancora deciso. Potremmo andarci domani che è Sabato o...”

No, niente da fare.” Le vidi scuotere la testa in un cenno deciso. “Questo week-end è il tuo compleanno ed è Halloween soprattutto, non andremo in giro a cercare probabili luoghi di un antico massacro.”

Fermai la macchina al semaforo rosso e mi voltai verso Sal. “Magari sarebbe meglio. Insomma, è la notte perfetta Halloween, non credi?”

No, Sam. Dico sul serio...”

Sal...” Fui interrotta dal clacson della macchina dietro la nostra.

E' diventato verde.”

Sbuffai mentre partivo, “Voglio andarci Domenica che è il mio compleanno.”

Sam, avanti, dammi retta per una volta. Abbiamo anche i film e...”

Possiamo vederli un'altra volta, Sal.” Non dicemmo più nulla fino a quando non fummo arrivate a casa.

Neanche un secondo dopo che mi fui chiusa la porta alle spalle, Sal ricominciò. “Potrebbe essere pericoloso se troviamo il posto giusto.”

Annuii semplicemente mentre ci andavo a prendere della coca-cola in frigo. Ovviamente lei mi seguì. Quando cominciava una discussione, molte volte era più testarda di me. “Sal, gli incubi stanno diventando sempre più vividi e sono abbastanza certa che il mio compleanno sia il giorno giusto per andare ad Alloway e scoprire che diavolo sta succedendo. Sono seria.”

In quel momento cominciò la lotta degli sguardi. Io fissai dritto nei suoi occhi e lei dritto nei miei. Era il nostro modo di portare avanti una discussione senza urlarci addosso.

Alla fine, lentamente e sicuramente contro voglia, Sal annuì lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. “Ok, come vuoi ma se ci ammazzano, troverò il modo per fartela pagare, Samantha.”

Le sorrisi. “D'accordo.” Le passai una lattina di coca-cola e passammo a progettare nei dettagli il nostro piccolo viaggio.



- Christopher -


Allora,” Adam si buttò sul divano incrociando le braccia sotto la testa. Mi rivolse un sorriso divertito. “Partirai alla ricerca di questa presunta reincarnazione di Charity e poi che farai? Ripeterai la storiella patetica del vampiro innamorato di una semplice mortale?”

Strinsi la mano sul bracciolo della poltrona sulla quale stavo seduto e lo sentii cedere sotto le mie dita. Mi dissi che era meglio una poltrona da trentamila dollari che il collo di quello che in teoria era il mio migliore amico da un paio di secoli a questa parte.

Potresti evitare il tono sarcastico e il sorrisino saccente?” la mia voce suonò come un sibilo e Adam alzò le mani in segno di resa prima di mettersi a sedere compostamente. Si aggiusto la camicia di un blu scuro con indifferenza come se non stessimo parlando di nulla di importante.

Era incredibile quanto riuscisse ad irritarmi a volte.

Mi scusi tanto Signor Westberry,” abbassò la testa nell'imitazione di un inchino prima di mettersi in piedi. “Pensavo ti servisse vedere le cose come stanno e non come vorresti che...”

Non voglio andare lì a cercare la copia di Charity per rivivere i tempi andati.” Scattai in piedi a mia volta sentendo la rabbia impadronirsi di me. “Ricordi? L'ho uccisa io perché...”

Perché aveva ferito i sentimenti del piccolo Chris.” Il mezzo sorriso gli tornò sul viso pallido e le labbra color ciliegia scoprirono i denti affilati. “Avrei tanto voluto esserci quando il sangue dei Cabe ha macchiato le strade di Alloway. Un'intera famiglia di cacciatori e tu, ti sei innamorato della piccola Charity che non credeva nei vampiri.” Questa volta rise pienamente, divertito dai ricordi dell'ultima volta in cui mi ero sentito umano. “Oh ma poi ci ha dovuto credere, non è vero, Chris?”

Riesci ad essere serio prima della fine di questo secolo?” Cercai di riportarlo sul motivo per cui era stato invitato nella mia nuova casa, perché assecondare le sue frecciatine voleva dire finire in lotta come sempre e non ne avevo né la pazienza, né il tempo.

Il tempo è l'unica cosa che non ci manca.” Si ributtò sul divano sospirando. “Dunque, spiegami allora che cosa ci faccio qui.”

Tornai a sedermi sulla poltrona vicino alla finestra e guardai attentamente Adam. “Volevo soltanto metterti a conoscenza delle mie prossime mosse.”

Nel caso la nostra piccola Charity Junior tentasse di farti fuori come la sua ava?” Rise divertito.

Non sappiamo neanche se sono imparentate e comunque non mi preoccupo certo di un'umana qualsiasi. Voglio solo scoprire che diavolo mi sta succedendo e saperti pronto nel caso avessi bisogno di aiuto.”

Rise ancora. Ero pronto a prenderlo a pugni. “Tu bisogno di aiuto? Chi credi di andare ad incontrare? Buffy?” Roteò gli occhi e si mise in piedi.

Un giorno di questi le tue stupide battute ti faranno finire in cenere.”

Certo,” si avviò alla porta ancora sorridendo. “Cerca di ricordare che quella famiglia ti ha già preso in giro una volta e che siano passati o meno due secoli fra Charity e questa ragazza di cui, vorrei sottolineare, non conosci né nome né volto, un Cabe resta sempre un Cabe.”

Sapevo che probabilmente aveva ragione e che andare in un posto dove avevo giurato di non mettere più piede alla ricerca di una ragazza che non ero nemmeno certo esistesse, fosse probabilmente la cosa più stupida che potessi fare, ma il raziocinio non era esattamente una qualità tipica per un vampiro.


- Sam -


Guardai per un attimo fuori dal finestrino. Le nuvole erano grigie e il cielo aranciato. Eravamo ben oltre l'inizio del tramonto e a quanto pareva sarebbe venuto a piovere. Esattamente come ci aspettavamo sarebbe accaduto.

Lanciai un'occhiata verso Sal che era ancora intenta a guardare accigliata fuori dal suo finestrino. Sospirai e ripresi a fissare la strada deserta che si snodava davanti a noi.

Alloway Township distava circa quindici miglia da Monroeville e il motivo per cui eravamo partite così tardi era che Kevin si era presentato la mattina presto con una torta e svariati contenitori di TakeAway. Sul momento ero stata felice di vederlo, gli avevo sorriso e lo avevo baciato, ma poi mi tornò in mente di come tutto ciò avrebbe costretto me e Sal a metterci in viaggio ben oltre l'ora consigliata.

Non eravamo certamente stupide. Sapevamo che una cosa era andare ad Alloway durante Halloween con il giorno e un conto era andarci quando ormai era praticamente buio.

Questo era il motivo per cui Sal era arrabbiata e non mi parlava ormai da ore. Sapevo che avrei dovuto dire a Kevin di andare via, ma come potevo farlo? Neanche io ero così tanto senza cuore.

Sal, avanti, siamo quasi arrivate e...”

Quando ti avevo detto che mi stava bene venirci oggi, avevo specificato che doveva essere durante il giorno.”

Sbuffai. “Almeno adesso mi parli di nuovo.”

La sua risposta fu una specie di grugnito e fui grata di vedere la tabella con scritto Benvenuti ad Alloway Township – Salem County – New Jersey.

Il punto era che obbiettivamente Sal non aveva motivo di essere così tanto spaventata. Non eravamo neanche certe che fosse il posto giusto. Mi era sembrata l'ipotesi più probabile perché era il paese da dove aveva origine la mia famiglia. A dire la verità, era dove ero nata. Io e Papà ci eravamo trasferiti a Monroeville dopo la morte di Mamma, quindi avevo vissuto ad Alloway per cinque interi anni ed era anche dove si trovava la sua tomba.

Ehi Sal?”

Che c'è?” mi rispose seccata.

Pensi che potremmo fare un salto al cimitero dopo?” Non avevo bisogno di voltarmi per vedere la sua espressione sbalordita. La conoscevo talmente bene e da così tanto, da sapere esattamente che faccia avrebbe fatto in ogni occasione.

Sei impazzita?”

Sal, non vengo a visitare la tomba di mia madre da anni ormai e...”

Non oggi, Sam. Voglio tornare a casa ancora viva se non ti spiace.”

Potrei andarci da sola. Che dici?”

Che sei pazza.”

Sbuffai ancora sentendomi come una bambina piccola. Sal aprì il finestrino e il vento freddo le fece volare i lunghissimi capelli castani che le arrivavano quasi in vita ormai.

Un tempo anche io avevo voluto capelli lunghi ma erano ormai un paio di anni che ci avevo rinunciato.

Guarda, un bar. Ferma la macchina e vai a chiedere.”

Guardai Sal stranita. “Cosa dovrei andare a chiedere?”

Scrollò le spalle prima di rispondermi. “Descrivi la casa e chiedi se è qui.”

Sal...”

Certo potremmo chiedere a qualcuno della tua famiglia ma...”

Ti ricordo che sono tutti morti.” Frenai di botto facendo sobbalzare Sal. Come se non fosse già abbastanza difficile trovarsi in quel posto, ora dovevo anche affrontare il fatto che il cimitero del posto era pieno di miei parenti.

Scesi dalla macchina in fretta e Sal fece lo stesso. “Scusami io...”

Non importa,” tagliai corto. Mi avviai verso la porta in legno del bar e mi fermai non appena fui entrata. Era pieno di uomini dall'aria decisamente ubriaca. Feci un profondo respiro e mi avviai al bancone.

Il barista sembrava poco più grande di me e Sal. Aveva corti capelli biondi e lisci e occhi castani. Mi rivolse un sorriso gentile. “Mi spiace ma sembri decisamente troppo giovane per essere in questo posto.”

Mi sedetti su uno degli sgabelli in legno. Lanciai un'occhiata verso la porta quando notai che Sal ancora non era entrata. “Mi chiedevo soltanto se ci fosse qualche vecchia villa da queste parti.”

Il ragazzo si accigliò. “Vecchia villa?”

Si di tipo coloniale con un grande giardino e probabilmente abbandonata da anni.”

La villa dei Cabe,” disse una voce alle mie spalle. Mi voltai e un signore sulla cinquantina mi guardò accigliato. “Non sei di qui. Cosa stai cercando?”

Io...” deglutii a fatica accorgendomi all'improvviso che era calato il silenzio. Mi schiarii la gola e cercai di sorreggere lo sguardo impassibile del mio interlocutore. “Devo fare una ricerca sulle mie origini e...”

Il cipiglio dell'uomo si intensificò. “Sei una di loro?”

Di... di loro?”

Si, una dei Cabe. Pensavo fossero tutti morti.”

Al non ricordi che l'ultima che è morta aveva una figlia?” chiese qualcuno dai tavoli più indietro.

Allora Abigail Cabe era tua madre?”

Andai improvvisamente nel panico. Perché diamine quella gente faceva tante domande? Ok Alloway era un villaggio di duemila persone dove probabilmente non andava mai nessuno, ma la loro curiosità cominciava ad risultarmi sinistra.

Rispondi ragazza.”

Strinsi le mani in pugni e le imposte delle finestre cominciarono a battere mosse dal vento. Il vecchio fece un passo indietro e mi chiesi se non avevo appena commesso uno sbaglio che mi sarebbe costato molto.

Un'altra strega.” Sussurrò il tipo con cui stavo parlando e fece un altro passo indietro.

Fantastico. C'era qualcuno più in gamba di me nel mettersi nei guai? Diamine... morire il giorno del mio compleanno... avrei dovuto dare retta a Sal che al momento non ero neanche certa dove fosse. All'improvviso fui colta dal panico. Magari l'avevano già uccisa o...

Scusate? Scusatemi?” La voce di Sal sembrava chiara e leggera come se fosse arrivata lì per caso e avesse bisogno di aiuto. Gli occhi che erano stati fino a quel momento puntati su di me, si rivolsero a lei. “Grazie. Dunque, mi pare di capire che abbiate un problema con la mia amica qui,” le vidi chiudere la mano sinistra come se stesse stringendo una palla da baseball. Diavolo...

Mi alzai di scatto dallo sgabello quando vidi la prima scintilla scaturire tra le sue dita. Se se ne accorgevano, ero pronta a scommetterci il mio fondo per il College che ci avrebbero mandate al rogo.

In un lampo, ero di fianco a lei. “Sal...” bisbigliai. “Non fare niente o siamo spacciate.”

Siamo due contro trenta, Sam,” mi disse senza distogliere gli occhi dalla folla. “Io prendo la quindicina a destra e tu quella a...”

Le afferrai il braccio. “Non possiamo.” La tirai indietro verso la porta. A quanto pareva erano rimasti tutti troppo scioccati o terrorizzati per fare niente. La giornata cominciava decisamente a migliorare, vero?

Scusateci,” dissi ad alta voce mentre indietreggiavamo. Le nostre schiene toccarono la porta e con la mano con cui non stavo tenendo Sal la aprii, “Non volevamo creare problemi. Ce ne andremo subito!”

Mi voltai di scatto, strattonai Sal e corsi verso la macchina. Aprii lo sportello della Chevy dal lato del guidatore e spinsi Salvation dentro. Scivolò in fretta più in la facendomi posto dietro al volante. Nel giro di due secondi, ci stavamo già allontanando.

Te l'avevo detto che era una follia,” dissi a Sal.

La vidi annuire distrattamente mentre lanciavo occhiate nervose nello specchietto retrovisore aspettandomi di vedere qualcuno inseguirci con un forcone o qualcosa del genere. “Riesci a crederci? Siamo nel 2010 e...”

C'era una bambina che giocava nel campo davanti al bar e ho chiesto a lei,” mi interruppe.

Ecco dove eri finita.”

Già, ascolta. Mi ha detto che l'unica grande villa è quella che un tempo apparteneva ai Cabe e...”

Si è quello che ha detto anche il tizio nel bar prima che urlassero alla strega.”

E so perché erano tutti così agitati. Nessuno ci va più perché a quanto pare ci è morta un mucchio di gente o almeno così le hanno raccontato i suoi amici più grandi. Non era certa fosse soltanto una leggenda di Halloween ma non poteva neanche assicurarmi che fosse tutto vero. Ha solo detto che è rimasta dei Cabe per tutti questi anni e che nessuno l'ha mai fatta demolire o ricostruire. A quanto pare c'è stato un incendio alla fine dell'ottocento e i Cabe sopravvissuti furono soltanto quelli che quella notte erano fuori città.”

E sapeva tutte queste cose?” chiesi stupita.

Si a quanto pare è la storia che più si racconta da queste parti. Ma perché tu non ne sai niente?”

Scrollai le spalle. “Sal, mia madre è morta quando avevo cinque anni e non ho mai conosciuto né zii né zie e né tanto meno nonni perché erano tutti morti. Papà si rifiuta di raccontarmi qualsiasi cosa sul passato della famiglia e all'inizio non voleva neanche lasciarmi il cognome di Mamma perché non voleva avessi nulla a che fare con la magia.” Sospirai. “Lasciamo stare adesso. Ti ha detto dove sarebbe questa villa?”

Con la coda dell'occhio vidi Sal annuire. “E' sul confine a nord della città. Continua a guidare in questa direzione. È l'ultima casa del paese ma non si vede dalla strada perché ci è cresciuto il bosco attorno.”

Era al limitare del parco prima,” le dissi.

Già se è la stessa, ti farà effetto vederla in rovina quando per te, fino a quando ti sei svegliata questa mattina, era ancora intatta e lussuosa.”

Annuii brevemente mentre cominciavamo a guidare lungo la parte della strada lasciata nell'oscurità.

Devo dire una cosa... ho davvero una brutta sensazione,” mormorò Sal.

Non sei di aiuto,” le risposi strizzando gli occhi per cercare di vedere meglio.

E se qualcosa ci balza davanti all'auto all'improvviso e...”

SAL!” urlai. Avevo già i nervi a fior di pelle per non parlare del fatto che in quel momento il mio stomaco sembrava essere stretto in un pugno. Qualcosa continuava a dirmi di fare retromarcia e non pensarci più, ma chi da mai retta a certi istinti?

Il vialetto si vede ancora perché arriva fin sulla strada,” disse quasi bisbigliando mentre guardava fuori dal finestrino.

Stavo per chiederle se sulla sinistra o sulla destra quando qualcosa mi disse di svoltare. La macchina sobbalzò e Sal urlò. “Diamine ci stiamo decisamente lasciando impressionare,” finì in una risata nervosa.

Strinsi le mani sul volante come se ciò potesse darmi sicurezza mentre procedevamo tra gli alberi. E poi fu come in un film. Un albero caduto ci sbarrava il cammino.

Non ci posso credere,” commentò Sal. “Noi non scenderemo da questa macchina!”

Annuii. “Potrei provare a sollevarlo e...”

Se ti distrai mentre ci passiamo sotto, ci schiaccerà. Potrei provare io a...”

La guardai inarcando un sopracciglio. “Sal, vuoi darci fuoco?”

Hai ragione. Scusami.” Sospirò. “Se scendiamo dalla macchina, moriremo e...”

Non siamo nel West Virginia, Sal.”

No, infatti, siamo nel New Jersey.” Nella pallida illuminazione che offriva la luce dello stereo che stava ormai su MUTE da un'ora, mi sembrò di vederla tremare. “Sal, non moriremo. Puoi aspettarmi in macchina se...”

No così morirei io...” Fece un paio di respiri profondi e poi annuì. “Scendiamo e andiamo verso la casa. Dovrebbe essere alla fine del vialetto. Siamo streghe potenti giusto?”

Si.”

Quindi sapremo difenderci,” e mi chiesi se cercasse di dare coraggio a se stessa o a me nel dirlo.

Sicuramente. Potrei far volare via qualsiasi cosa ci attaccasse in un secondo...”

E io potrei darle fuoco. Ok. Spegni il motore.”

Cercammo nell'oscurità le maniglie delle portiere e aprimmo gli sportelli quasi nello stesso istante. Il suono della loro chiusura riecheggiò nel bosco.

Sal, va tutto bene?” le chiesi quando mi accorsi che il suo respiro era così pesante che riuscivo ad udirlo standole lontano.

Si sai che odio non riuscire a vedere.”

Annuii e sorrisi. Chiusi la mano in un pugno e sussurrai, “Mostra la via,” quando dischiusi le mie dita delle piccole luci si sollevarono al di sopra delle nostre teste illuminando il terreno fino a qualche metro più in là.

Grazie al cielo tua madre ti ha lasciato il suo libro degli incantesimi.”

Già.” Mi avvicinai a Sal e le presi la mano. “Stiamo solo attente a non inciampare.”

Camminammo per un po' in silenzio. Il mio incantesimo ci offriva luce e la sicurezza che non avremmo sbagliato strada perdendoci. Alla fine Sal sospirò.

Sam?” mi chiese in un bisbiglio.

Dimmi.”

Non ti ho mai chiesto come mai hai il cognome di tua madre.”

Perché era tradizione per la famiglia di mamma dare il cognome della madre alle figlie. Se nasceva un maschio aveva il cognome del marito, altrimenti il loro. Mamma mi disse che era per rinsaldare il potere della famiglia. Quando lei è morta, papà voleva darmi il suo cognome, pensava che così mi avrebbe nascosto alla maledizione di famiglia ma poi deve essersi reso conto che non sarebbe successo.”

Ma com'è che sono morti proprio tutti tutti?”

Scrollai le spalle. “Non conosco i dettagli della maledizione perché quando c'era mamma ero troppo piccola per chiedere e papà non ne ha mai voluto parlare. So solo che una volta morta mamma, sono rimasta l'unica Cabe in circolazione.”

Nessun parente maschio?”

Scossi la testa. “Sono sempre nate femmine.”

Vuoi dire che quando un giorno avrai un bambino sarà per forza una femmina?” Non avrei saputo descrivere esattamente il tono che usò. Sembrava in un certo senso sbigottito ma c'era qualcos'altro a cui non sapevo dare nome.

Le luci si spensero all'improvviso. Sal si fermò subito ma io guardai dritto davanti a noi. Eravamo all'esterno di imponenti cancelli neri.

'Ora o mai più,' mi dissi. “Andiamo.”

Perché sono certa che accadrà qualcosa di brutto?”

Lasciai andare la mano di Sal e spinsi contro uno dei pesanti cancelli. Fece un rumore agghiacciante e vibrò come se fosse sul punto di cadere ma almeno si aprì abbastanza per lasciarci lo spazio di infilarci dentro.

Sam, Sam non separiamoci, mi raccomando.”

Certo,” sentii un forte mal di testa cominciare ad assalirmi. Strizzai gli occhi per un attimo come se la luce della luna fosse fin troppo accecante.

Deglutii a vuoto e quando riaprii gli occhi ero nel salone della casa. C'erano almeno un centinaio di persone che ballavano. Sapevo che era sempre la stessa notte. Non rivivevo altro che quella. All'improvviso sentii qualcuno urlare e i ricchi pavimenti e i preziosi lampadari sparirono.

La casa era di nuovo diroccata e cadente. Immaginai volesse dire che ero nel posto giusto, che la casa dei miei incubi fosse proprio quella. Mi guardai attorno ma Sal non c'era e non avevo idea di come fossi finita lì dentro.

Feci un passo indietro e sentii un altro urlo. Non sapevo dire se era qualche parte dell'incubo strisciata nella realtà o se veramente qualcuno stesse urlando. Sentii il rumore di passi lenti e deglutii a fatica.

'Grande. Ora morirò perché sono troppo curiosa,' mi dissi facendo un passo indietro alla cieca. 'Buon compleanno Sam!' sentii il pavimento cedere sotto i miei piedi e se non fosse che sentii la gola chiudersi come se stessi affogando, sono certa avrei urlato. Strizzai gli occhi mentre cadevo nel vuoto.

Mi aspettai di sbattere contro il pavimento del piano di sotto, di rompermi una gamba e urlare per il dolore della caduta ma non accadde niente di tutto ciò.

Aprii gli occhi e non potevo sentire nessuna parte del corpo dolermi. Mi guardai attorno e la casa era ancora a pezzi.

Tutto ok?”

Mi sentii congelare. Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo in direzione di quella voce perché non poteva essere...

Ehi? Tutto ok?”

Cominciai a dimenarmi. “Lasciami andare, lasciami subito,” urlai colpendo alla cieca chi mi aveva appena salvato la vita. Mi ritrovai con il sedere per terra e questa volta fece male.

Ho sempre sostenuto che aiutare gli altri fosse largamente sopravvalutato.”

Chi diavolo sei?” chiesi scioccamente perché la risposta era soltanto una. Era arrivato. Esattamente come negli incubi.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: waytotheend