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Autore: Opalix    22/09/2005    8 recensioni
“La memoria è la parte più nobile dell’essere umano. Senza memoria non c’è identità e non c’è nemmeno alcuna coscienza di esistere.”
V.M.Manfredi
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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PARTE I

CAPITOLO 2: THE THING THAT SHOULD NOT BE

Ormai solo raramente mi capita di pensare a chi eri, quasi come se insieme ai tuoi ricordi, fossero stati spazzati via anche i miei. Forse succede perché ‘chi eri’ non era importante per me come lo è chi sei ora.
Ma io so qual’era il tuo vero nome, sono uno dei pochi a saperlo… o a ricordarlo ancora. So perché sei finita qui e so perché sei diventata ciò che sei, anche se è una delle tante cose della mia vita che preferirei dimenticare.

Ciò che sei è completamente diverso da ciò che eri, come una brace ardente è diversa da un carbone freddo e vuoto… possono avere la stessa forma ma non avranno mai la stessa luce. Forse è così che ti vedo: un lembo di fuoco a cui sono stati strappati il calore e la luce.

Sonja… un nome da bambina di zucchero… è il nome che ti sei scelta quando hai scoperto di non avere un passato, quando hai scoperto che non avevi memorie di una vita prima di… questo. Ma non sei una bambina; e non sei nemmeno una donna comune… sei qualcosa di diverso da ogni essere che ha mai popolato questa terra.
Non puoi piangere, non puoi sorridere, non puoi fare nulla che possa incrinare quella maschera di indifferenza posata immobile sul tuo viso… quella pelle, liscia e perfetta come vetro opaco, non viene mai bagnata da una lacrima o piegata da una risata.
Sei una donna che non può sentire, non può soffrire, non può provare felicità.
Sei una donna che non ha più un’anima, non c’è nulla dentro di te… una macchina letale, creata e allenata per fare del male… ciò che di più vicino al disumano ha mai fatto parte della nostra razza.

Ci sono segni sul tuo corpo… ricordi delle torture disumane alle quali sei stata sottoposta, perché potesse risvegliarsi dentro di te quell’istinto addormentato di assassina.
C’è un segno bianco, lungo e sottile, sul tuo polso sinistro. È sempre nascosto da quell’infernale braccialetto… ma anche se fosse in piena luce, pochi potrebbero individuarlo sulla tua pelle di porcellana candida.
Io lo conosco, come conosco ogni piccola cosa di te, del resto.
È il segno che ti ricorda l’unico omicidio in cui tu abbia mai fallito: il tuo. Sono stato io a impedirti di portare a termine l’opera, a sollevarti dal pavimento ormai inondato di sangue, a chiudere quel taglio lungo e profondo… avevi fatto veramente uno splendido lavoro su quel polso…
Sono stato io a vegliarti, finchè non hai riaperto gli occhi e mi hai chiesto, troppo debole per riconoscermi, perché eri ancora viva… Anche quel momento è stato cancellato dalla tua memoria. Quello e tutto ciò che era successo, che ti aveva portato a desiderare di non svegliarti mai più.
Ora non sei più in grado di provare dolore… e il pensiero della morte, tua o di qualcun altro, ti lascia completamente indifferente.

Ancora oggi io ti guardo, ti osservo dall’ombra giorno dopo giorno… veglio su di te, sempre.
Ti guardo e provo disgusto per me stesso, perché non posso fare a meno di pensare che sei perfetta, anche adesso.
Eri perfetta quando ti ho vista massacrare tuo fratello, invasa dalla maledizione Imperius.
Eri perfetta quando ti ho guardata soffrire atrocemente, cosciente di ciò che avevi appena fatto.
Eri perfetta in quella pozza di sangue dalla quale ti ho raccolta, quella notte.
Eri perfetta tutte le volte che ti risollevavo, quasi in coma, dal pavimento di quella sala, dopo che colui che ho il coraggio di chiamare ‘mio signore’ ti torturava fino allo stremo delle forze.
Eri perfetta tanti anni fa, la prima e unica volta che ti ho tenuta stretta tra le mie braccia… una notte che tu non potrai mai ricordare, ma che è rimasta fin troppo nitida nella mia mente.
E ti vedo ancora perfetta adesso, svuotata di tutti i sentimenti e di tutti i ricordi, fredda, intoccabile… pur comprendendo quanto in realtà sei… sbagliata, come un morbo orribile che non dovrebbe mai affliggere questa terra: un essere che non dovrebbe esistere, che non dovrebbe mai essere stato creato.

La prima volta che ti ho rivista dopo che LUI ti aveva modificato la memoria, eri rannicchiata sulla poltrona, completamente vestita di bianco e avevi i capelli sciolti, che pendevano morbidi sul tuo viso, come una cortina di seta per separarti e proteggerti dal resto del mondo… ora non li porti più così, li hai sempre legati in una treccia stretta e severa, lunga fino ai reni…
Stavi giocando con una candela accesa, facendoti correre la cera bollente sulla pelle, finchè non si raffreddava in piccole goccioline dure. Da allora hai sempre amato le candele, ne riempi continuamente la tua stanza… Vivi immersa in quelle piccole fiammelle dorate e ogni cosa, te compresa, è intrisa del loro profumo pungente… l’odore del caprifoglio.
Lo stomaco mi si contrae, dolorosamente, ogni volta che penso a cosa, quel profumo e quella luce, potrebbero ricordarti… un’esperienza della tua vita passata, che abbiamo condiviso e che niente è stato in grado di cancellare, nemmeno LUI. Tu non la ricordi consciamente, non ti lacera come fa con me, ma rimane in te, sempre, sotto forma di questa piccola ossessione… che LUI non comprenderà.
Quella sera mi hai guardato e non mi hai riconosciuto; ho dovuto lottare contro me stesso come mai mi era successo per conservare la freddezza, per non lasciar trapelare la rabbia che la tua indifferenza mi suscitava.
Ma ti sei fidata di me, mi hai fatto sedere accanto a te: mi hai lasciato entrare… di nuovo… nella tua vita.

Ora è questo che sono per te: un amico. Se così si può chiamare, se l’amicizia è un sentimento che può esistere nelle nostre anime destinate solo alla dannazione…
Siamo due assassini che condividono lo stesso destino, e si tengono per mano, senza chiedere nulla… perché non c’è nulla che possiamo fare l’uno per l’altra, se non continuare ad esistere e continuare a farlo insieme.
Siamo sulla stessa barca alla deriva, mia Sonja: siamo uno l’angelo custode dell’altro.
Angeli… come mi fa sorridere questa parola: creature che avrebbero potuto, o dovuto, vivere nella luce… ma per qualche motivo sono precipitate all’inferno.

“Tu e io siamo uguali: viandanti senza casa, in un mondo che non ci appartiene.”
S. Lawhead
“Il romanzo di Taliesin”

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Dopo un inizio senza commenti (ero curiosa di avere un’opinione non influenzata da nulla che io potessi dire), vi spiego la situazione… la storia è suddivisa in diverse parti, ognuna delle quali è introdotta da un breve discorso del Cantastorie, un personaggio fuori campo che invita gli spettatori a rimanere.
La prima parte è composta di 4 capitoli in cui i principali personaggi si presentano attraverso monologhi incentrati principalmente sulla figura di Sonja, la protagonista. Tutti tranne uno che conoscerete più avanti. Questi capitoli sono corti e, almeno nell’intenzione, d’impatto. Poi i capitoli torneranno della mia abituale lunghezza (come quelli di DF per intenderci).
Una sola cosa, prima di passare ai ringraziamenti: come forse qualcuno avrà già notato tutti i titoli (storia, parti e capitoli) non sono farina del mio sacco, ma sono titoli di pezzi dei Metallica… non è che ho finito la fantasia, è solo un modo di introdurvi alla colonna sonora della storia, un modo diverso rispetto a DF nel quale Moon River e altre canzoni di Frank erano cantate dai protagonisti.
Forse è stato un rischio ma ho cercato di cambiare tutto rispetto alla mia precedente storia proprio per evitare confronti: sono due generi diversi, cambia la colonna sonora, la struttura della storia, l’atmosfera e persino il mio modo di scrivere.
Per il resto… sono a metà della stesura di un nuovo cookie su Ginny negli Stati Uniti (avrei già voluto completarlo ma un fastidioso esame di statistica mi ha messo i bastoni tra le ruote…) quindi mi rivedrete un paio di volte, credo, prima del prossimo weekend.
Ok, per ora ringrazio tantissimo i primi recensori! La maggior parte mi conosce già da DF e LFF e sono felice che abbiate voluto seguirmi in una nuova avventura!
Un bacio enorme a Klaretta che ha letto in anteprima tutta la prima parte e mi ha dato l’ok per partire; e un altro altrettanto grande ad Euridice, la mia corrispondente dall’estero…
Hermia: Mi fa piacere che anche altre mie storie ti siano piaciute. Prima di capire la trama di questa dovrai aspettare l’inizio della seconda parte, ma spero di attirare la tua attenzione già da prima! Baci!
Minami77: Il narratore fuori campo è soltanto una scelta, più che altro per tentare qualcosa di diverso. Come forse si noterà in seguito, il testo della storia è molto teatrale e drammatico e l’idea inquietante delle marionette intrappolate mi piaceva. Ciao, un bacio!
Merenwen: Ti ringrazio per il complimento bellissimo… che dire, spero non ti deluderà anche se è così diversa!
Bla.St.: Tesoro mio impazzito… l’immagine di tu che mi allinei le sequenze di DNA con scritto BLAST in fronte… credo mi tormenterà di notte. Se ti prende il volo un cappuccino sono io che ti penso troppo forte… Wingardium Leviosa, fuggita-da-un-manicomio. SMACK!
Meggie: Strafelice di aver attirato la tua attenzione… ma sono così prevedibile?!?? (riguardo alla frase di Manfredi)… bè, dopo una recensione così, spero proprio di non deluderti!
Saturnia: inutile ribadire quanto mi ha fatto piacere ricevere il tuo commento fin dall’inizio! Chiedi una buona dose di cupezza… ne farai indigestione, credimi. Mi addentrerò nei personaggi anche se forse in modo differente da quello che ti sei aspettata dopo il primo chap: Sonja non parlerà mai più agli spettatori in prima persona… non so se riuscirò a comunicare l’immagine complessa che ho di lei. Comunque farò di tutto perché possano essere i lettori a comprendere la sua psicologia anche senza che i suoi pensieri vengano esternati. Da autrice posso dirti che dubito che per sonja si possa parlare di pace mentale… Per quanto riguarda l’ironia, credo che dovrò rifarmi con ampie dosi di cookies e varie ed eventuali perché qui non credo ci sarà molto da ridere… d’altra parte non potevo certo fare una seconda copia di DF, no? Mi sono buttata su qualcosa id diverso. Grazie ancora e un bacio!
Ethel: sei sempre così gentile che mi fai quasi arrossire… sono contentissima che i pensieri di Sonja ti abbiano colpita. Ti ringrazio anche per la recensione finale a LFF che mi ha fatto tanto piacere. Un bacione!

   
 
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