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Autore: PattyOnTheRollercoaster    19/07/2010    2 recensioni
Questa storia parla di me. Di Ray. Di Gerard e Bob. Di Mikey e di Frank. Parla anche di Lyn, di Alicia, di Brian e di Jamia. Parla di un bambino. E parla di un padre. Ma soprattutto, parla di cambiamenti. Dei cambiamenti che arrivano imprevisti, e che capovolgono il mondo intero di una persona. Questa storia parla di me, e dei miei amici. E di come abbiamo passato assieme il tempo che avevamo...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19. The Harlequin girl

Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare.
SØren Kierkegaard

Mikey.
E’ sempre appagante sentire la gente che ti acclama. Si, lo so, faccio un po’ pena se mi appago a sentirli urlare il mio nome in cinquecento o più, ma sul serio: ti fa sentire felice di quello che fai. Ti fa sentire come se stessi dando felicità a quelle persone. E in effetti è così. Non lo dico per un esagerato senso di egocentrismo, ma perché mi ricordo di quand’ero anch’io adolescente. Dico sul serio, quando vedevo un gruppo sul palco ero, ovviamente, felicissimo di vederli. Quasi in estasi. E non importava aver fatto la fila dal mattino presto, non riuscivo ad essere stanco, ero pieno fino ai capelli di adrenalina.
Quindi, come dicevo, sentirli gridare in coro My chemical romance è bellissimo ogni volta. E’ sempre un po’ pauroso, io ho paura ogni volta che dobbiamo far un concerto, penso sempre di non essere alla loro altezza. Sento di dovergli qualcosa. E non solo perché grazie a loro guadagno tanto o posso girare il mondo. Ma perché loro ascoltano la nostra musica, sentono fin nella pelle quello che abbiamo da dire. Loro ci ascoltano davvero.
Sarà un pensiero stupido e anche un pelo egocentrico, ma penso che i nostri fan siano i migliori del mondo. Non ci sono fan come i nostri. Sono fantastici.
La band di apertura era stata magnifica. L’avevamo scoperta circa un mese e mezzo prima di partire, si chiamavano Where’s Fluffy?, e facevano il rock più puro che avessi mai sentito. Frank dice sempre che la nostra band ha preso gli stereotipi del rock e, musicalmente parlando, li ha stravolti. Ma i Fluffy dimostrano che anche il rock tradizionale può essere in qualche modo nuovo. Fanno rock pesante a modo loro, in questo sono totalmente diversi da noi. Noi abbiamo gli screamer, loro hanno un cantante da spavento. Somigliano ai Guns’n’roses, però più moderni.
B’è, comunque sia. Il concerto durò un bel po’. Quando entrammo la gente aveva iniziato a saltare e a gridare. Subito, non appena fummo entrati, Ray attaccò con la prima canzone. Avevamo deciso così. Dopo di quella Gerard salutò tutti e, non appena ebbe finito di fare i complimenti al pubblico, intonammo un’altra canzone.
Alla decima canzone uscimmo senza preavviso. La verità era che eravamo stanchi morti e sudati come lottatori di sumo. Inizialmente tutti protestarono, ma prendemmo un sorso d’acqua, ci demmo una sciacquata e poi rientrammo correndo.
Appena prima di uscire Ray mi rivolse un’occhiata e alzò le sopracciglia con un sorriso. “Hai sentito che roba?” mi chiese facendomi segno con il pollice verso il palco.
“Si. E’ pienissimo” dissi quasi incredulo.
“Eh? Visto?” disse Frank posando una bottiglietta d’acqua che aveva finito in due secondi e tornando sul palco. Lui e Gerard furono accolti da grida quasi disperate, poi entrò Bob e alla fine Ray ed io.
Ricominciammo con la seconda parte del concerto. Di solito non guardo molto il pubblico, perché mi viene un po’ d’ansia, e guardarlo non può che farla peggiorare. Ma quella sera lo feci molte volte, feci passare lo sguardo su tutto lo stadio che avevamo riempito.
E così diedi un’occhiata alle prime file. Quella era la nostra prima tappa, e tempo fa MJ ci aveva detto che, siccome era abbastanza vicino a casa sua, sarebbe venuta. Le avevamo detto che poteva stare davanti assieme agli addetti della sicurezza, ma lei ci aveva risposto che voleva fare la fila come tutti fin dal mattino, che sarebbe stato più emozionante.
Ed eccomi lì, ecco cosa stavo realmente facendo, senza nemmeno rendermene conto. La cercavo con lo sguardo. La cercavo, e lo facevo quasi disperatamente.
Quando il concerto finì rientrammo e ci demmo una pulita, una rinfrescata. Suonare era stancante in una maniera assurda. Sapevo che dopo il concerto dovevamo vedere tre o quattro ragazzi che avevano vinto un concorso per incontrarci.
Dopo circa un venti minuti vennero al camerino. Erano due ragazze e un ragazzo. Di solito erano solo ragazze, mi sembra strano ma attiriamo il pubblico femminile più disparato, di tutte le età e di tutti i tipi. Non credo che siamo una bellezza, insomma, esistono sicuramente ragazzi più belli. A volte mi chiedo che cosa direbbero di me le stesse ragazze se, al posto di un basso, lavorassi con in mano un computer o qualcosa del genere. Non mi guarderebbero neanche. Comunque, non era il ragazzo che mi colpiva, era una delle ragazze. Era bionda e i suoi capelli ricadevano flosci, probabilmente a causa della giornata stancante, ma la cosa più insolita era il suo abito. Portava un completo da pagliaccio, più precisamente da arlecchino. Si avvicinarono a noi raggianti e le ragazze ci abbracciarono a turno, il ragazzo ci strinse la mano con un sorriso caloroso.
Ad un tratto non resistetti, e dovetti chiederglielo: “Perché sei vestita così?”.
“Ah! E’ una lunga storia” disse alzando gli occhi al cielo.
“Le hanno buttato addosso un secchio di vernice” sputò la sua amica.
“Ah!” esclamammo tutti. “E chi è stato?” chiese Frank.
“Non lo so. Se lo sapessi gli strapperei le palle” disse lei con fare minaccioso. “Stavo venendo qua ed è passato questo tipo in macchina che mi ha lanciato quella schifezza dal finestrino. Quindi sono andata in un bagno pubblico a cambiarmi. Questo” strattonò il suo vestito da arlecchino “ce l’avevo perché ieri ho fatto da intrattenitrice ad una festa per bambini. Un compleanno. E per fortuna c’e l’avevo ancora nella borsa oggi”.
“Di che colore era la vernice?” chiese Ray.
“Verde acido” disse il ragazzo. “Dovresti averne ancora un alone qui” disse spostando il colletto della ragazza.
“Si?” chiese lei. In effetti aveva un vago colorito verde. “Non importa” disse poi.
“Giusto, ci sono cose peggiori nella vita” disse Gerard.
“Infatti” disse l’amica. “B’è … comunque sia siete stati fantastici, davvero. Non mi aspettavo che il concerto durasse così tanto, è stato lunghissimo”.
“E’ vero” convenne il ragazzo spalancando gli occhi. “Quant’è stato? tre ore? E la band di apertura?”.
“In effetti credo che sia uno dei più lunghi che abbiamo mai fatto” disse Bob guardandomi interrogativo.
“Si, credo di si. Di solito durano un ora e quaranta … più o meno. Adesso sono già le undici e mezza”.
La ragazza arlecchino cominciò a frugare nella borsa. “Ho portato … una cosa da farvi firmare. Non crediate che v’incontro e vi lascio andare così”. Dalla borsa prese il libretto tutto stropicciato di Three cheers for sweet revenge. “E’ il mio preferito” disse passandocelo.
Lo firmammo tutti, e poi autografammo anche altre cose per l’amica e il ragazzo. Quando finimmo tutti e tre rimisero a posto le loro cose quasi con venerazione. “Sapete … se non fosse che probabilmente ci fermerebbero cercherei di portarmi via da qui praticamente tutto. Anche voi” disse l’amica del clown, al che noi ridemmo.
“Ci appenderesti come poster?” chiese Ray.
“Credo di si” disse annuendo solennemente.
“B’è ad esempio qui ci sono” cominciò l’arlecchino, “le vostre bottiglie vuote dalla quali avete bevuto. E anche” si guardò attorno, “l’ x-box con la quale avete giocato” disse con fare reverenziale, poi si mise a ridere.
“Io quella me la prenderei” disse il ragazzo. Ancora più risate.
Erano simpatici. Diversi da altri fan, gli altri di solito ci saltavano addosso e ci facevano regali a volte. Volevano autografi e foto. Questi ragazzi chiesero un’unica foto che scattò il macchinista di noi tutti assieme, e poi ci salutarono gentilmente e se ne andarono.
“Chissà chi è che lancia addosso alla gente robe di colore verde acido” disse Frank quando furono usciti.
“Qualche stronzo immagino” disse Ray.
“Si, però che stronzata. Non è tossica quella roba?” chiese Bob.
“Credo di si” risposi. “Ma dipende, ci sono anche i colori non tossici”.
“Tossico o non tossico resta comunque da bastardi” disse Gerard mentre ci avviavamo fuori dall’uscita secondaria, dove c’erano due macchine ad aspettarci.
Fuori c’erano alcuni fan che avevano scoperto la macchina e che ci inseguirono, ma siccome Ted scoraggiava quei comportamenti non ci fermavamo mai a parlare con loro. Stavamo andando per le stradine più buie, quando ad un tratto la macchina davanti, con su Frank e Ray, ci suonò il clacson e si fermò. La imitammo, e poco più la c’erano la ragazza arlecchino e il suo amico dai capelli rasta che facevano l’autostop svogliatamente.
Vidi Frank sporgersi e lo sentii chiedere: “Che ci fate qui?”.
“Hey ciao. Hm … niente di che. Torniamo a casa” disse la ragazza con un’alzata di spalle.
“Stavate facendo l’autostop?” chiese Gerard aprendo la portiera e uscendo dall’auto.
“Si, ma tanto non ci prende su mai nessuno”.
“Volete un passaggio? Dove abitate?” chiese Frank.
“Ah, non lontano. Vicino al centro” disse la ragazza.
“E tu?” chiese Frank al ragazzo.
“Io stasera vado a casa sua” disse indicando l’amica.
Frank sparì nell’auto e poi rispuntò fuori. “Entrate” disse ai due.
Noi eravamo già al completo, ma seguivamo la macchina davanti a noi. “Non ti sembra strano che due ragazzi facciano l’autostop a mezzanotte così tanto per?” chiese all’improvviso Gerard.
“Perché?” chiese Bob, che era con noi. In effetti fare l’autostop con la sicurezza che non servirà a nulla è un’emerita stronzata, ma mi fece ricordare qualcuno, purtroppo non era un ricordo preciso, più che altro una consapevolezza che qualcuno che conoscevo lo avrebbe fatto senza problemi.
“Non lo so, mi sembra strano” disse Gerard. Restammo un po’ in silenzio. “Credo che si ufficiale: sto diventando vecchio”, disse con tono diplomatico. Poi, abbandonando tutta la diplomazia: “Cazzo!”. E io e Bob scoppiammo a ridere.
Guardai fuori dal finestrino. Nel cielo non c’erano stelle. Forse, qualche tempo prima, mi sarei rammaricato a quel pensiero, ricordando la memorabile serata passata assieme ad MJ, ma allora non mi venne in mente.
Con il senno di poi posso dire che furono quelli gli attimi … in cui cominciai a farmene una ragione. Anche se non la ricordavamo con la nostra mente, che pian piano cominciava a dimenticarla, nella nostra anima lei avrebbe sempre avuto un posto privilegiato. Anche volendo, la sua memoria non sarebbe mai svanita, sarebbe sempre rimasta nel profondo di noi.
Lei non era morta.





Allora, il nome del gruppo spalla Where's Fluffy?, non è di mia invenzione, precisiamo. L'ho preso da un libro dei due autori americani Rachel Cohn e David Levithan, Tutto accadde in una notte. Non è un gruppo vero, è stato inventato da i due scrittori, ma la trama del libro ruota attorno alla ricerca di questa band da parte di due ragazzi, che passano tutta la notte in giro per la città alla ricerca dei Where's Fluffy? E' un libro molto carino, ve lo consiglio, gli ho voluto rendere omaggio.
Il prossimo capitolo, dal punto di vista di Frank, sarà il penultimo, poi, noterete che i membri della band sono finiti, quindi cercate di indovinare di chi sarà il prossimo point of view! :)

jessromance: hai lasciato una recensione lunghissima! O.O Non è insensata, o almeno non del tutto XD Il titolo del capitolo è dedicato a te (anche se in realtà era già programmato da prima, comunque, vedi che coincidenza! :D ), mia fedele recensititrice! La batteria-gatto è stata un idea che mi è venuta dopo aver visto una foto di Bob con un quaderno in mano che si chiamava Bob's cat book o una cosa del genere XD Immaginarla dev'essere terrificante! Mi è piaciuto inserire Quinn *.* a quattordici anni avevo una cotta per lui! XD Comunque, basta con queste affermazioni compromettenti! Spero che gli esami siano andati bene :) Nel caso tu parta prima che posti il prossimo capitolo e non riesca a leggere, non ti preoccupare, ti auguro buone vacanze! ^^ Ciao!

Un grazie alle persone che leggono, immagino che, anche se non date un parere, dato che avete la storia fra Preferiti e cose varie, non sia poi così malaccio! XD Al prossimo capitolo, ciao ciao a tutti!

Patty
   
 
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