Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: elyl    19/07/2010    10 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Devo dire di essere piacevolmente sorpresa: sono iscritta dal 26 di giugno e ho iniziato a pubblicare questa ff solo il 4 lugl

Devo dire di essere piacevolmente sorpresa: sono iscritta dal 26 di giugno e ho iniziato a pubblicare questa ff solo il 4 luglio…e a distanza di 15 giorni mi ritrovo ad avere pubblicato 6 capitoli (7 con questo che vi apprestate a leggere) con 44 recensioni ( *___* ), 6 volte preferita, 8 volte ricordata e ben 30 volte ricordata! Sapete, fatico ancora a crederci =) L’unica cosa che posso dirvi è : G-R-A-Z-I-E! Ah, un’altra cosa che posso fare è aggiornare spesso ;) Per quanto riguarda la citazione della canzone del capitolo precedente…la frase era “Stessa gente che vien dentro, consuma poi va” presa da “gli anni” degli 883, una delle mie canzoni preferite :P

 

Vi lascio alla lettura! Come sempre spero che vi piaccia e se avete voglia di lasciare una recensioncina per sapere cosa ne pensate mi fate molto felice u.u

 

Buona lettura!

 

Chapter VI:

Quidditch and Occlumency

 

“I could read your thoughts

Tell you what you saw”

-          Shadow on the Sun, Audioslave –

 

Nonostante fossero solo le 9 del mattino, la Sala Grande era già affollata di studenti che facevano colazione. Harry varcò la soglia, ancora addormentato, e si sedette accanto a Ron, la divisa di Quidditch già indossata per il primo allenamento della stagione con tutta la squadra. Fissava il suo piatto, le braccia poggiate sul bordo del tavolo e le mani che torturavano un tovagliolo di carta. Harry lo guardò, soppresse uno sbadiglio e mise nel piatto dell’amico e nel suo una dose abbondante di uova con il bacon.

“Che cos’hai?” Chiese Harry.

Ron spostò lo sguardo dal piatto all’amico, cercò di dire qualcosa ma cambiò idea e scosse semplicemente il capo.

“E’ inutile, non parla da quando è arrivato.” Intervenne Ginny versando della spremuta d’arancia nel bicchiere del fratello.

“E’ nervoso per gli allenamenti.” Chiarì Hermione, seduta davanti al rosso, ripiegando la Gazzetta del Profeta.

Harry tirò un sospiro di sollievo, sorrise e diede una pacca sulla schiena all’amico, che iniziò a tossire a causa del succo che gli era andato di traverso. Strinse il tavolo, gli occhi spalancati, e tossì, sputando involontariamente del succo addosso a Hermione.

“S-scusa.” Balbettò imbarazzato.

La ragazza lo fulminò con gli occhi, scosse il capo e si alzò.

“Ehy, dove vai?” Le domandò Harry con la bocca piena.

“A cambiarmi.” Sospirò. “Non posso mica venire al campo conciata così!”

“Giusto.” Asserì lui, portandosi alla bocca il bicchiere.

“Ci vediamo dopo allo stadio.” Li salutò Hermione.

I tre annuirono e ripresero a mangiare, mentre la ragazza uscì dalla Sala Grande e si diresse alla propria stanza nella Torre di Grifondoro, dove si fece una rapida doccia ed indossò una mogliettina nera, un golfino leggero color cioccolato e dei semplici jeans. Si guardò allo specchio, passò una mano tra i capelli ed uscì dalla stanza. Percorse velocemente i corridoi del castello e ben presto si ritrovò all’aperto. Inspirò profondamente l’aria mattutina ad occhi chiusi, li riaprì e si diresse allo stadio. Una volta arrivata andò a sedersi sulle tribune.

Gli allenamenti non erano ancora iniziati, sicuramente Angelina stava facendo un discorso sull’importanza di essere una squadra unita, che erano i più forti e cose del genere: non capiva il Quidditch e mai l’avrebbe capito. Non riusciva proprio a capire che divertimento c’era a passarsi una palla e cercare di fare canestro! O rischiare di essere disarcionati dalle proprie scope! Scosse il capo. Non capiva il divertimento di uno sport babbano come il calcio, ancora meno capiva quello magico!

Si sistemò i capelli, guardandosi attorno distrattamente: Seamus e Dean erano pochi spalti più sotto, ridevano e scherzavano, Ginny era in un angolo seduta sulla gambe del suo ragazzo (ancora si chiedeva come facesse Ron a non sapere nulla di quei due), altri Grifondoro sparsi qua e là, ma la sua attenzione venne catturata da un gruppetto di ragazzi alla sua sinistra che , seduti comodamente, fumavano, parlavano a voce alta e ridevano sguaiatamente. Li riconobbe subito: Serpeverde. Vide Malfoy, Tiger, Goyle, Zabini, Nott, la squadra di Quidditch al completo, Eric Heartmann e, accanto a lui, Alistair. Indossava una camicia nera a mezze maniche con i bottoni slacciati sotto cui aveva una maglietta grigia, i polsi erano fasciati in due polsini di pelle, le gambe forti e muscolose strette in un paio di jeans chiari. Tra le mani aveva un pesante libro e lo stava studiando tutto concentrato, le labbra sottili, la fronte corrugata, quasi come se così facendo sperasse di assimilare più informazioni. Sollevò il viso dal libro, guardò dritto davanti a sé, lo sguardo perso nel vuoto, ignorando completamente i compagni che facevano rumore, scosse il capo, sospirò e si voltò verso Hermione, come se avesse sempre saputo che era lì. Hermione arrossì e distolse immediatamente lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore per l’imbarazzo. Alistair continuò a guardarla, intenerito, e quando finalmente la ragazza tornò a guardarlo le sorrise e la salutò con un cenno della mano. Hermione gli regalò un sorriso e ricambiò il saluto, sistemandosi una ciocca che le era caduta davanti agli occhi. Si guardarono per quella che sembrò un’infinità, incapaci di interrompere il contatto, fino a quando Eric diede una gomitata nelle coste all’amico. Alistair scosse il capo, aggrottò la fronte e tornò al libro, ma pochi istanti dopo si ritrovò a sorridere come un ebete e cercò di nuovo i suoi occhi, ma la Grifondoro ormai guardava il campo che improvvisamente si era affollato di sette giocatori vestiti di rosso.

“Ora inizia il divertimento.” Sorrise perfidamente Adrian.

“Sono messi proprio male quest’anno, i Grifondoro.” Disse ad alta voce Malfoy, sicuro di farsi sentire da tutti.

“Già, non bastava lo Sfregiato, ora hanno preso nella squadra anche i morti di fame!” Rincarò la dose Claudius.

“Suvvia, non siate così crudeli!” Esclamò Eric, con la sua espressione più perfida in viso. “Se hanno solo orfani, traditori del sangue, poveracci e mezzosangue schifosi non è colpa loro.”

Il gruppetto scoppiò a ridere mentre si sistemava orgogliosamente i capelli.

“Ehy, che hai?” Domandò ad Alistair dopo altre battute perfide sulla squadra.

“Guarda, Weasley neanche riesce a prendere una pluffa semplice come quella!” Draco si alzò in piedi. “Ehy Weasley, scommetto che uno schifosissimo Elfo Domestico giocherebbe meglio di te!”

Alistair serrò la mascella e strinse il pugno, non riusciva proprio a capire che divertimento provassero nell’insultare i Grifondoro.

“Ehy, che hai?!” Domandò nuovamente Eric.

“Niente.” Ringhiò.

Fecero un’altra battuta, Eric gli diede una gomitata, ma Alistair non accennò nemmeno un sorriso.

“Al, si può sapere che cavolo hai?” Chiese scocciato Eric.

Alistair inspirò profondamente e scosse il capo.

“Sto parlando con te.”

“Secondo te che cavolo ho?” Sbottò girandosi verso l’amico.

“Non sono mica nel tuo cervellino bacato.” Scherzò.

“Sei un idiota.” Ringhiò.

“Senso dell’umorismo zero eh. Cos’è, la Mezzosangue non te l’ha ancora data?” Si guardò le unghie.

“Ma si può sapere che hai di sbagliato?!” Esclamò incredulo. “E’ fatta di carne, tessuti, ossa, liquidi, cellule e magia, esattamente come me e te!”

“No, amico, non è esattamente come noi due.” Eric si tirò su e gli puntò un dito contro il petto. “Tu ed io, amico, siamo i veri maghi. Siamo Purosangue. Sono loro…” Indicò con il capo Hermione. “…che non sono maghi. La magia, loro, l’hanno rubata.” Finì disgustato.

“E allora, i Maghinò cosa sono?” Chiese con una smorfia il giovane Piton.

Eric fece per dire qualcosa, ma non trovò nulla da ridire, poi scosse il capo.

“Sei tu quello sbagliato, Al.” Incrociò le braccia al petto, sconsolato.

“No, Eric, io sono quello che usa il cervello.” Ribattè.

Prese il suo libro e si allontanò di qualche posto, poi si mise a studiare, isolandosi completamente dal gruppo. Nonostante ciò che stava studiando fosse molto interessante, non riusciva più a concentrarsi. Continuava a pensare alle parole di Eric, si chiedeva come potesse pensare seriamente che i Nati Babbani rubassero la magia. Come poteva un ragazzo così intelligente essere anche così stupido?

Sbuffò, sollevò il viso dal libro e fece in tempo a vedere i Grifondoro atterrare e sparire dentro gli spogliatoi. I suo compagni di Casa si alzarono, sistemò le sue cose e si unì a loro. Si incamminarono insieme verso l’uscita, passando davanti a Hermione. Quando le furono davanti, Theodore Nott sorrise maleficamente e fece per tirare un calcio alla sua borsa, ma Alistair lo afferrò per il polso, questi si girò e vide i fulmini che il Caposcuola lanciava con gli occhi. Si bloccò immediatamente e superò la ragazza. Uscirono dallo stadio e all’improvviso Alistair si fermò.

“Che c’è?” Gli domandò scontrosamente Eric.

“Ho…ho dimenticato una cosa.” Mentì spudoratamente. “Ci vediamo in Sala Grande, ok?”

“Al…” Si fermò e lo guardò sconsolato ed incredulo.

“Ho detto che ci vediamo in Sala Grande.” Sollevò le mani e mostrò i palmi. “Davvero, devo andare.” Diede le spalle all’amico e corse all’interno dello stadio.

Quando non fu più in vista si fermò, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Odiava mentire, ma non poteva certo dire che aveva bisogno di vederla. Non certo ai suoi compagni di Casa. Eric ancora ancora capiva, anche se non concepiva l’idea, ma gli altri non l’avrebbero proprio capito! Per di più tornava indietro per la Granger, la migliore amica di San Potter! La schifosa Mezzosangue per eccellenza!

Aprì gli occhi, non fece in tempo a salire il primo scalino della rampa per le tribune che la vide scendere. Si fermò immediatamente e si appoggiò al corrimano.

“Ciao.” La salutò con un sorriso.

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri, si fermò immediatamente e non appena lo vide sorrise e lo raggiunse.

“Ciao.” Lo salutò saltando l’ultimo scalino.

Alistair si staccò dal corrimano, mentre la ragazza usciva sul campo da Quidditch per aspettare gli amici.

“Non vieni?” Gli domandò incerta, fermandosi sulla soglia.

“Oh, si, certo!” Si riscosse dai suoi pensieri, quasi incredulo. “Arrivo.” Sorrise, fece una corsetta e la raggiunse.

“Senti…” Iniziò impacciato. “Io…io volevo…sì, bhè ecco, volevo scusarmi per il comportamento di quei cretini.” Balbettò imbarazzato. “Sono degli idioti, lasciali perdere. Hanno un cervello ma non lo usano.” Sorrise a mo’ di scusa. “E forse è anche peggio che se non lo avessero.”

Hermione sorrise.

“Lo so.” Fece come per posargli la mano sul braccio ma cambiò idea. “Lo so.” Sorrise. “Grazie per aver fermato Nott.”

“Di niente.” Si sentiva meglio sapendo che non ce l’aveva con lui.

“Perché non ti sei unito a loro?” Sbottò, senza riuscire a controllarsi.

Alistair la guardò mordersi il labbro inferiore, pentendosi di aver fatto la domanda.

“Non c’era nessun motivo di insultarli.” Fece spallucce.

Hermione lo guardò attentamente, quasi incredula che un Serpeverde avesse detto una cosa del genere.

“Hermione!”

La ragazza si girò e vide Harry e Ron che la guardavano increduli, come se si stessero domandando: “Ma è proprio lei? Lei che parla con un Serpeverde? Non un Serpeverde qualsiasi, il figlio di Piton!”.

“Arrivo!” Esclamò con un sorriso, divertita dalle loro espressioni. “Devo andare.” Disse poi, rivolta ad Alistair.

“Si, non ti preoccupare. Nessun problema.” Si spostò di lato, per farla passare.

“Ci…ci vediamo.” Disse incerta con un sorriso, poi corse dai due amici ed insieme se ne andarono.

“Ci vediamo.” Sussurrò, guardandola allontanarsi.

Sospirò sognante ed uscì dallo stadio. Si fermò e guardò il castello illuminato da un sole settembrino, sentendo l’arietta sul viso. Mancavano ancora più di due ore al pranzo, così decise di passeggiare per il parco. Adorava camminare in mezzo ai prati da solo, in compagnia solo dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, pensieri che avevano per protagonista la nata babbana più bella che avesse mai visto, dai capelli boccolosi castani, gli occhi color del miele ed un’intelligenza divina. Quando finalmente si decise ad incamminarsi verso il Lago Nero, per poi camminare lungo il perimetro della Foresta Proibita, vide suo padre avvicinarsi allo stadio. Aggrottò la fronte e lo osservò avvicinarsi.

“Ciao papà.” Lo salutò quando fu vicino.

“Alistair.” Ricambiò l’uomo. “Seguimi.”

Aprì la bocca per dire < Papà, guarda, ho intenzione di andare a fare una passeggiata e chiarirmi un po’ le idee su una certa persona che sono convinto se tu sapessi quello che penso e chi è mi cruceresti all’istante >, ma non riuscì neanche ad iniziare la frase che suo padre gli aveva dato le spalle e si era avviato a grande velocità verso il castello.

Scosse il capo, fece una corsa e raggiunse il padre. Insieme varcarono la soglia del castello. Appena entrato, Alistair ci mise qualche istante per abituarsi alla penombra che regnava. Camminarono velocemente ed in men che non si dica furono nell’ufficio di Severus.

“Chiudi la porta.” Ordinò imperioso non appena il figlio fu entrato.

Alistair lo guardò con un sopracciglio inarcato, chiedendosi da dove arrivasse tutto questo malumore, poi fece spallucce ed eseguì l’ordine.

“Siediti.”

“Papà, che sta succedendo?” Chiese iniziando a preoccuparsi.

Severus aprì un cassetto della scrivania, estrasse un rotolo di stoffa, lo posò sulla scrivania, lo aprì e lo srotolò sotto gli occhi increduli del figlio.

“Ecco, ora mi preoccupi seriamente.” Borbottò.

“Il preside ritiene che sia necessario che studi una materia supplementare.” Prese la bacchetta, l’appoggiò sulla scrivania e mise al suo posto il rotolo di stoffa.

“Una materia in più?” Strinse gli occhi. “Non che mi pesi, ma seguo già Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni, Trasfigurazione, Storia della Magia, Erbologia, Incantesimi, Antiche Rune, Aritmanzia e Astronomia…”

“QUESTA non sarà una materia come le altre.” Lo interruppe quasi irritato il padre. “Non dovrai parlarne con nessuno, non dirai a nessuno che la stai studiando. Intesi?”

“Ma che…”

“Intesi?”

Ci fu qualche attimo di silenzio.

“Sì, signore.” Accompagnò le sue parole con dei cenni del capo. Suo padre non si era mai comportato in quel modo, non gli aveva mai parlato così. Se lo faceva era per una questione importante. In più era Silente stesso che voleva seguisse questa nuova materia di cui non sapeva ancora nulla. Chi era lui per opporsi al Preside?

“Bene.” Inspirò profondamente.

“Che cosa imparerò?”

“La nuova materia che imparerai si chiama Occlumanzia.” Rispose scandendo ogni parola, dando importanza all’ultima.

Alistair spalancò gli occhi: l’Occlumanzia? Perché Silente voleva che imparasse l’Occlumanzia?

“Dalla tua faccia deduco che ignori cosa sia.” Fece una pausa. “L’Occlumanzia è la difesa magica della mente contro la penetrazione esterna, conosciuta come Legilimanzia, per evitare che qualcuno di indesiderato…” Sottolineò l’ultima parola, le labbra che si erano assottigliate paurosamente. “…possa estrarre emozioni e ricordi dalla mente di un’altra persona. E’ una branca poco nota della magia, ma ti si rivelerà molto utile, se sarai in grado di padroneggiarla.”

“Perché mi sarà utile?” Intervenne il ragazzo, rapito dalla spiegazione del padre.

“A tempo debito, Alistair. A tempo debito, lo saprai.” Rispose evasivo, mantenendo il suo tono autoritario, facendogli capire che non avrebbe ricevuto risposta.

“Ma…”

“Per poter usare l’Occlumanzia è necessario che svuoti la mente dalle emozioni, devi fare tabula rasa e rilassarti.”

“Chi sarà il mio insegnante?” Domandò impaziente ed eccitato: sembrava interessante.

“Io.” Rispose. “Sarò il tuo professore.”

“Cosa?!” Esclamò spalancando gli occhi. Occlumanzia lo interessava, ma non ci teneva certo che suo padre vedesse i suoi pensieri! Soprattutto quelli più intimi e segreti! Come avrebbe reagito se avesse visto che era interessato ad Hermione? “Non puoi! Cioè, mi leggeresti il pensiero! Sei mio padre!” Aggiunse quasi inorridito.

“Non hai ascoltato la spiegazione? Non è leggere nel pensiero, è la capacità di estrarre emozioni e ricordi…”

“Si, vabbè! Ma sei mio padre!” Ripetè.

Severus sorrise divertito, suo malgrado.

“Lo so, Alistair, ricordo questo particolare.”

“Appunto! Non puoi…non puoi estrarre le mie emozioni e i miei ricordi!” Si passò una mano tra i capelli.

“Hai qualcosa da nascondere?” Inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.

“N-no.” Balbettò, arrossendo.

L’uomo lo guardò, chiedendosi cosa avesse da nascondere. Sorrise e si disse che ben presto l’avrebbe scoperto.

“Dato che queste sono lezioni come le altre, gradirei di essere chiamato signore o professore.”

“Papà, ma siamo solo io e te!”

“Signore o professore.” Gli ricordò.

Alistair roteò gli occhi al cielo e sbuffò.

“Possiamo iniziare.” Disse seriamente.

Il ragazzo annuì e attese istruzioni.

“In piedi.”

Severus aggirò la scrivania e si mise di fronte al figlio.

“Puoi usare la bacchetta per tentare di disarmarmi o difenderti in qualunque altro modo.”

“In che senso? Signore?” Aggiunse frettolosamente.

“Quando cercherò di penetrare nella tua mente potrai difenderti.” Spiegò con una calma che durante le sue lezioni non aveva mai. Era pur sempre suo figlio.

“Come cercherai di entrare nella mia mente?” Lo guardò negli occhi, attento.

“Con un incantesimo.” Gli mise le mani sulle spalle, varcando la barriera studente insegnante che aveva costruito. “Ora, Alistair, dovrai impegnarti. E’ molto, molto importante che tu riesca nell’Occlumanzia, di fondamentale importanza.” Disse quasi disperato. “Quando cercherò di penetrare nella tua mente dovrai svuotare la mente. Liberarti da ogni emozione, qualsiasi cosa tu stia provando devi metterla da parte.” Fece una pausa e guardò intensamente il figlio. “Hai capito?”

“Sì, signore.” Alistair annuì solennemente.

Severus sorrise tristemente ed abbracciò stretto il figlio, mentre nella sua testa continuava a dirgli quanto gli dispiaceva.

“Ti voglio bene, Alistair. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, ricordatelo anche il giorno in cui mi odierai.” Sussurrò.

Alistair aprì la bocca incredulo ma soprattutto preoccupato: suo padre non aveva mai detto nulla di simile. Strinse gli occhi, sentendo le lacrime pizzicargli gli angoli e ricambiò l’abbraccio.

“Bene.” Severus si liberò dalla stretta e fece un passo indietro, cercando di riacquistare il suo solito contegno. “Bene.” Si schiarì la voce. “Sei pronto?”

Il giovane annuì ed estrasse la sua bacchetta.

“Chiudi gli occhi e libera completamente la tua mente.” Ordinò imperioso, tornando ai modi da insegnante severo.

Alistair obbedì. Chiuse gli occhi e cercò di eliminare qualsiasi emozione provasse: la paura per il comportamento del padre, l’ansia, l’apprensione, il nervosismo, i sentimenti per Hermione. Spariti. Spalancò gli occhi ed annuì, preparandosi a ricevere l’attacco.

Non sentì parlare suo padre, lo vide semplicemente muoversi e puntargli la bacchetta contro. Subito l’ufficio svanì, sostituito dalla loro casa di Spinner’s End. Aveva otto anni, era nascosto in corridoio e sbirciava il padre nell’ufficio che bevevo avidamente da un bicchiere, stringendo in una mano una foto. Aveva undici anni, la sua lettera di Hogwarts era appena arrivata e Severus gli diede una leggera pacca sulla spalla.

Così come era iniziato, il film dei suoi ricordi si interruppe.

“Alistair!”

Il ragazzo aprì gli occhi e si guardò attorno spaesato, ancora immerso in quel primo ricordo che nemmeno sapeva di avere.

“Ti devi concentrare!” Esclamò frustrato.

“S-sì, scusa.” Balbettò ancora scosso.

Severus chiuse gli occhi e scosse il capo, ferito da quanto aveva visto.

“Svuota di nuovo la mente.”

Alistair inspirò profondamente e si concentrò.

Senza preavviso, il film della sua infanzia riprese. Aveva sette anni e stava passeggiando con suo padre. Aveva undici anni ed insieme erano da Ollivander, tra le mani stringeva la sua bacchetta. Aveva quindici anni, era una calda sera estiva, era in camera sua e si stava baciando con una donna visibilmente più vecchia.

“ALISTAIR!” Ringhiò il padre, questa volta infuriato.

Il ragazzo si ritrovò nell’ufficio, ma questa volta sorrideva per i ricordi, mentre un po’ di vergogna si impossessava di lui per l’ultimo.

“Quella era Annette Hamilton!”

“S-sì.” Balbettò rosso come un peperone.

Severus chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso.

“Non dirmi che…”

“E’ stata la mia prima ragazza.” Concluse borbottando, lo sguardo basso. Era decisamente imbarazzante. Suo padre aveva appena visto il ricordo del momento in cui si stava preparando a perdere la verginità con una babbana, più vecchia di lui di dieci anni.

“Ragazza?!” Spalancò gli occhi incredulo. “Come diavolo puoi dire che quella è una ragazza?!” Iniziò a camminare avanti e indietro. “Per di più è sposata!”

“Mi dispiace contraddirti, ma a quell’epoca non era sposata.” Precisò Alistair. “E’ successo una settimana prima che si sposasse.”

“Alistair!”

“Senti papà, è successo!” Si strinse nelle spalle. “Non è colpa mia, avevo quindici anni e lo sai che a quell’età non si ragiona tanto! Quando capita l’occasione la si sfrutta.”

Severus scosse il capo sconsolato ed incredulo.
”Riprendiamo. E PER FAVORE, vedi di non rievocare ricordi simili a questo!” Si preparò. “Non ci tengo a sapere della tua vita sessuale, per quanto mi faccia piacere che tu ne abbia una.” Aggiunse borbottando.

Alistair sorrise divertito, chiuse gli occhi e liberò (o almeno sperò di averlo fatto) la sua mente. Non appena aprì gli occhi, suo padre lo attaccò e i suoi ricordi ripresero.

Aveva undici anni, era seduto sull’Espresso di Hogwarts, si aprì la porta dello scompartimento ed entrò Eric. Aveva sedici anni, era al Ballo del Ceppo, seduto con Eric quando…No! Non poteva scoprirlo! Non doveva! Strinse i pugni, si concentrò e prima che suo padre potesse vedere Hermione entrare nella Sala Grande, i ricordi svanirono. Aprì gli occhi e vide che suo padre era arretrato fino alla scrivania.

“Come…come ho fatto?” Chiese incredulo.

Severus si riavvicinò.

“Mi hai impedito di accedere ad un tuo particolare ricordo.” Sorrise orgoglioso del risultato. “Che incantesimo hai usato?”

“Incantesimo?” Lo guardò incerto, poi spalancò gli occhi. “Un expelliarmus!” Esclamò eccitato.

“Lo immaginavo.” Annuì. “Di nuovo.”

Alistair annuì, esaltato, e si preparò.

Severus puntò la sua bacchetta contro il petto del figlio, inspirò e disse nella propria mente l’incantesimo e questa volta non vide nessun ricordo. Tentò nuovamente senza dir nulla, ma non successe niente. Abbassò la bacchetta e guardò il figlio.

“Congratulazioni.” Si congratulò.

“Ce l’ho fatta?” Esclamò incredulo, poi acquistò sicurezza. “Ce l’ho fatta!”

“Congratulazioni, Alistair.” Le sue labbra si incresparono in un sorriso di amara soddisfazione: aveva preso da lui, sarebbe diventato un grande occlumante. Sarebbe stato un’altra perfetta spia per Silente, un’altra pedina da comandare.

“Ancora!” Esclamò esaltato.

“No, Alistair, no.” Scosse il capo e tornò dietro la scrivania, improvvisamente stanco.

“Ma papà, ce l’ho fatta! Proviamo di nuovo!” Lo guardò con gli occhi verdi spalancati, proprio come faceva da bambino.

“Lo so, Alistair.” Si sedette sulla sua poltrona. “Lo so.” Chiuse gli occhi.

Il giovane Serpeverde guardò il padre, accorgendosi solo in quel momento di quanto fosse stanco: aveva grosse occhiaie, il viso tirato e scavato.

Inspirò profondamente e si ricompose.

“Va bene.” Mise via la sua bacchetta e prese la sua borsa. “A quando la prossima lezione?”

“Lunedì.”

Alistair annuì.

“Ci vediamo in Sala Grande?” Domandò titubante.

“Sì, certo. Ora però è meglio che tu vada, sono un po’ stanco.” Fece un cenno con la mano.

“Ci vediamo dopo, allora.” Abbozzò un sorriso, ma Severus non lo guardò.

Alistair lo osservò qualche istante, poi gli diede le spalle ed uscì dall’ufficio. Pochi istanti prima di chiudere, nello spiraglio tra lo stipite e la porta, vide suo padre abbandonato sulla poltrona, stanco e con un espressione disperata, una mano che gli copriva il viso mentre lo sorreggeva, quasi esattamente come nel ricordo di tanti anni prima. Rimase a fissarlo per qualche secondo, sicuro che quell’immagine se la sarebbe ricordata per sempre. Chiuse la porta e se ne andò.

Severus aspettò di non sentire più i suoi passi, si alzò di scatto e con rabbia fece cadere tutti gli oggetti che erano sulla scrivania, il viso trasformato in una maschera di rabbia e odio che provava per se stesso e per quello a cui stava sottoponendo il figlio.

 

 

 

Ed ora i consueti ringraziamenti :

-          JuliaSnape: grazie mille, son contenta che ti piaccia la mia storia! Per quanto riguarda il nome Alistair…lo adoro anche io *_*

-          ArwenBlack: per vedere quando Alistair e Harry scoprono di essere fratelli…bhè c’è ancora tempo, tanto tanto tanto tempo XD  Per quanto riguarda il povero Sevuccio mio, aveva capito già da tempo di aver sbagliato ed ogni giorno se ne pente sempre di più. Mi sa che dopo questo capitolo i cari amici del nostro Alistair li odi ancora di più xD E hai assolutamente beccato la citazione *_*

-          Piperina: grazie cara *_____* Però non ti svelerò nulla sulle sorti del povero Alistairuccio u.u Hai già avuto troppe anticipazioni u.u E già qua direi che un assaggio del Serpente velenoso che c’è in lui l’hai avuto: non è uno che si fa tanti scrupoli, se vuole una cosa lo ottiene…così come ha fatto con la babbana, fregandosene bellamente del fatto che fosse sposata xD E non hai idea di quanto mi hai reso felice con questo tuo “BRAVA”. Quando l’ho letto mi hai fatto sentire veramente orgogliosa di me stessa! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

-          Symbolique: io adoro i Within Temptation *_* Adoro “Our farewell” *_* E tra l’altro, questo capitolo che hai appena letto è stato scritto con in sottofondo il “Black Simphony Live” del 2008 e “Mother Earth” *___* Sisi, mi è tornata la fissa per loro! Per il fatto dell’Harry odioso…effettivamente un po’ lo è xD Ma tra poco si darà una calmata, almeno in parte XD E questo te lo posso anticipare: Harry ed Alistair non faranno mai Occlumanzia insieme u.u

-          Alida: eh si, Severusuccio è proprio in una brutta situazione! E’ vero, i due ragazzi dovrebbero sapere la verità…ma i loro destini intraprenderanno due strade un po’ diverse… E la citazione è proprio quella :D

-          Luna_Lovy: son proprio contenta che Alistair ti piaccia *_* E’ sempre difficile inserire nuovi personaggi in storie con personaggi già amati….quindi son proprio contenta che ti piacciA! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto =)

-          _Rory _: effettivamente sto postando abbastanza spesso xD Il fatto è che non riesco a fare altro se non scrivere xD Sev non è freddo col figlio dai! E’ solo un po’ autoritario u.u E sì, Harry non sopporta i Serpeverde…non si era notato? XD

-          Morghi: Eh avendo deciso di ripercorrere gli ultimi tre libri della saga per forza di cose Harry deve pensare a quella-non-dico-cosa di Cho Chang: come vedi anche io la amo molto u.u La parte di Sev e Silente la adoro anche io *_*

-          Piccola Vero: si, Severus ci sta veramente tanto male! Povero il mio amore! Non sai quanto mi rendi felice dicendo che ti sei affezionata ad Alistair *_______* E anche quando dici che continuerai ad elogiarmi fino alla fine *_* Spero solo di non deludere le tue aspettative =)

 

Ringrazio anche chi mi ha preferita, ricordata, seguita e semplicemente letta <3

 

A presto, con il prossimo capitolo!

 

elyl

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: elyl