Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Pheonix Red    20/07/2010    5 recensioni
"Scesi a fare colazione, che sicuramente sarebbe stata un uovo mezzo marcio cotto su una stramaledettissima padella troppo bruciata. Il tutto annaffiato con un goccio di birra, l’unica bevanda che ormai popolava la casa. Mia madre era intenta a racimolare qualche dollaro per riuscire ad andare a fare la spesa, dato che quel fottutissimo frigo era sempre vuoto" Bella vive nel disagio, anzi SOPRAVVIVE. Incontrerà Jake, che le insegnerà a vivere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Jacob
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo davvero tanto, tanto drammatico.

Come vi avevo anticipato. Però, la storia è a lieto fine.

 

Mi hai rovinato la vita.

Pov Bella

Camminavo per le strade buie di Seattle.

Ero andata a comprare un pensiero per Jake, dato che oggi era un mese che

La nostra storia era iniziata.

Le mie scarpe facevano un rumore sgradevole, a contatto con le pozze

di fango, frutto dell’ acquazzone di qualche ora prima.

Stavo per raggiungere la fermata dell’autobus, quando un rumore alle mie spalle

colse la mia attenzione.

Mi girai di scatto.

Quello che mi trovai davanti, mi sorprese.

Edward Cullen.

L’ultima volta che lo avevo visto, era stato il mio primo giorno di scuola.

Mi aveva portata ad abbandonare la lezione, con le sue domandi insistenti.

Ed ora, eccolo, davanti a me. Con uno sguardo divertito.

“Cullen” dissi sprezzante.

“Bella Swan, chi si rivede!” mi sorrise, sarcastico.

“Cosa vuoi?” lo incenerì con lo sguardo.

“Facile. Voglio una cosa che mi è stata negata per tanto tempo.

Voglio te.”

Io mi irrigidì “ Io sto con Jacob.”

“Ahah, lo so. E’ stato un ostacolo davvero fastidioso, ma ora non c’è.”

“Cosa vuoi dire?”

Con un battito di ciglia, era a pochi centimetri da me.

“Che ora siamo solo io e te.”

Con la mano, salì ad accarezzarmi una guancia.

Poi, con l’altra.

Mi teneva la testa immobile tra le sue mani, mentre io mi divincolavo.

“Non potrai sfuggirmi” dicendo così, premette violentemente le sue labbra

sulle mie.

Io cercavo di muovermi, ma mi teneva immobile. Era così forte.

D’ un tratto, sentì la sua lingua premere contro le mie labbra.

Io tentai in tutti i modi di non permetterglielo, ma ci riuscì.

La sua lingua esplorò tutta la mia bocca, intanto lacrime calde

scorrevano sul mio viso.

Non so come, riuscì a lanciargli un calcio in mezzo alle gambe in

modo da liberarmi.

Scappai di corsa da lui, ma era sempre più veloce.

Me lo ritrovai davanti, con gli occhi oscuramente neri.

Mi prese per il collo e mi buttò vicino ad un cassonetto.

Io ero stordita, quando me lo ritrovai sopra.

Le sue mani cercavano di togliermi la felpa, io urlavo e tiravo calci.

Poi, sentì freddo.

Mi aveva tolto la felpa.

Iniziai a piangere.

Mi slacciò i pantaloni.

Io ero solo in intimo.

“Ti prego, ti prego!” piangevo, urlavo, mentre lo scongiuravo di

Non farmi del male.

Lo vidi slacciarsi i pantaloni, con un sorriso trionfante.

“NOO! Ti prego, ti prego!”

Con un gesto, mi strappò le mutandine.

Io urlai, con tutto il fiato che avevo in corpo.

All’improvviso, sentì qualcosa di freddo tra le cosce.

Mi teneva immobile.

Un dolore lancinante, quello che ricordo.

Non che fosse il mio primo rapporto, ma era entrato in me con una

tale violenza, da farmi sentire qualcosa di caldo tra le gambe.

Lui ansimava, mentre aumentava le spinte.

Io piangevo, piangevo.

Poi, chiusi gli occhi.

La tortura continuava.

Iniziò a darmi degli schiaffi, poi dei pugni.

Mi strappò il reggiseno.

Io lo scongiuravo, ma ormai non c’era più niente da fare.

Si alzò.

“Puttanella” mi disse, prima di darmi un calcio.

Poi un altro.

Ed un altro.

Fino a che, il dolore fu troppo.

Insopportabile.

Non piangevo più.

Non urlavo più.

Fissavo l’immondizia vicino a me.

Mi accorsi che ero piena di sangue.

Tra le gambe, soprattutto.

Rimasi immobile per ore, o almeno così mi sembrava.

Vidi qualche luce, ma non avevo la forza di urlare.

Tantomeno di alzarmi.

Così, aspettai.

Poi cosa, non lo so.

“Bella! Bella! Dove sei?” Era forse un angelo? Un angelo che mi chiamava?

L’unica voce che volevo sentire, era la sua.

Ma non riuscivo a parlare.

Le lacrime scendevano dai miei occhi, ma non facevo alcun rumore.

“Oh mio Dio..” una voce terrorizzata, la sua voce.

Lo sentì inginocchiarsi vicino a me.

Si prese la testa fra le mani ed iniziò a piangere.

No, non doveva piangere.

“Non.. pian..ge..re” riuscì a dire.

“Bella! Oh Bella! Mi dispiace tanto! Se non ti avessi lasciata andare da sola

questo non sarebbe successo!” Jacob si disperava, piangeva e imprecava.

“Chi è stato a farti questo?” Mi chiese, pieno di rabbia.

“Cullen” Dissi, iniziando a piangere più forte.

“Oh Bella, non fare così, ti prego”

Mi girai, e mi aggrappai alla sua maglietta.

“Uccidilo.” Le uniche parole che gli dissi.

Lui mi prese in braccio.

“Fosse l’ultima cosa che faccio” mi bacio la testa.

Ero piena di sangue. Un occhio chiuso, provare minimamente ad aprirlo,

significava la nausea,tanto era il dolore.

Mi portò in macchina, io ero nuda.

Prese una coperta e me la passò attorno alle spalle.

Io ero immobile. Non parlavo.

Non piangevo. Sentivo male ai reni, alle costole.

Sentivo la bocca gonfia.

E le guancie bagnate.

Le sfiorai con i polpastrelli.

Sangue.

Appoggiai la testa sulla spalla di Jacob, il quale mi baciò i capelli bagnati.

“Dove vuoi che ti porti?”

“Non da mio padre, ti prego” la mia voce era apatica.

Inflessibile.

“Mmm.. so dove portarti.”

“Grazie, di tutto. Ti amo” gli dissi.

“Ti amo.” Disse baciandomi la fronte.

“Okay, siamo arrivati” Disse, frenando.

In un baleno fu al mio sportello.

“Non ti affaticare, ti prendo io”

Mi prese i braccio e mi portò dentro ad una casetta in legno.

Non sapevo dove fossimo, che ore fossero.

Sapevo solo che mi sentivo sporca.

“Lavami, ti prego” Gli dissi.

“Oh bè..” rispose lui a disagio.

“ Mi hai già vista nuda. Esattamente poco fa”

“Ok..”

Mi portò davanti ad una porta e la apri.

C’era una vasca al centro della stanza.

Mi ci appoggiò delicatamente dentro.

Aprì l’acqua, che divenne subito rossa.

“Bella, non sai quanto mi dispiace..” aveva gli occhi lucidi.

“ Sto.. sto bene.” Provai, senza risultato, a consolarlo.

“Domani informerò Sam, lo troveremo.

E poi, si pentirà di essere nato.”

“Jake, vieni qui” lui si avvicinò e io presi il suo volto tra le mani.

Notai vari tagli sulle dita, ma a catturare la mia attenzione furono i suoi occhi.

Premetti le mie labbra gonfie sulle sue e chiusi gli occhi.

In un primo momento, fu piacevole; poi, sentì delle labbra fredde

contro le mie. Come un flash aprì gli occhi.

Avevo davanti Edward Cullen.

“NOO! Vattene!” urlai, in preda al panico.

“Bella! Bella! Sono io, sono Jacob!” Jacob mi guardava terrorizzato.

“Jake ti prego.. scusami” iniziai a piangere.

“Bella non fa niente..” prese la mia mano nella sua.

Poi, prese una spugna, ci verso del bagnoschiuma e inziò a sfregarmela sulle braccia,

sulle spalle, dietro la schiena, sul seno, sul ventre, sulle gambe.

Mi lavò i capelli, massaggiandoli delicatamente.

Io ero adagiata sulla vasca.

Ero immobile, fissavo il nulla.

D’un tratto, Jake mi prese e mi avvolse in un accappatoio.

Mi mise su un letto, le membra mi facevano male.

Due minuti, e la mia mente era popolata da un incubo.

Facile capire quale fosse..

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Pheonix Red