Prima di partire col
vero e proprio primo capitolo, vorrei ringraziare Nisi e Jessichan91 per le loro recensioni!
Capitolo 1
Sono soltanto le nove di sera, eppure Debora è stremata.
La casa è rimasta completamente occupata da un orda di parenti per tutto il giorno, in onore del suo
quattordicesimo compleanno.
Non le sopporta proprio più queste feste.
E soprattutto oggi, avrebbe preferito non avere intorno nessuno: si sarebbe dovuta preparare all’inferno che
l’attenderà domani mattina.
Il tanto temuto primo giorno di scuola.
Alle superiori.
Si butta sul letto, sperando che sua sorella Giorgia non
venga a disturbarla.
Beata lei che ha solo undici anni, e che pensa solo a
giocare con il suo coniglietto.
Una miriade di domande l’atterriscono
e le chiudono lo stomaco:
Come farò a trovare
la mia classe?
E se mi perdo?
A chi dovrò chiedere
informazioni?
Se mi ritrovo da sola?
Cosa mi metto?
Quando qualche mese prima era
andata con sua madre a portare l’iscrizione, per poco non le era venuto un
colpo. Una scuola così grande non l’aveva mai vista.
E tutta quella gente poi?
Si rialza e va verso la scrivania, dove ha già preparato
lo zaino nuovo e i vestiti da indossare.
La bella maglietta nera con dei
ricami rosa che le ha regalato
Sa che quella notte non potrà chiudere occhio, la
preoccupazione è tanta, troppa, e sente già lo stomaco chiudersi.
Debora ha scelto di frequentare le magistrali. O meglio, il liceo delle scienze umane, ma lei
preferisce chiamarlo con il nome che ancora usano la
mamma e
Sa già che ci sarà una prevalenza femminile di compagne di
classe. Questo da una parte la conforta, ma dall’altra la agita ancora di più:
perché se saranno tutte come le sue compagne delle scuole medie, allora la cosa
si fa veramente poco allettante.
Quindi tutto nuovo, niente ragazzi,
niente amicizie. O forse tutto vecchio…
Niente Francesco, che invece frequenterà lo scientifico.
Niente Maria, l’unica che possa considerare sua amica, che
ha scelto il classico, e per giunta in una città diversa da dove invece andrà
lei.
E se le pessime notizie finissero
qui, sarebbero anche quasi sopportabili.
Ma questa volta il destino ha voluto
accanirsi più che mai contro Debora.
Perché proprio le due ragazze che non è
mai riuscita a soffrire, le due ragazze che più l’hanno presa in giro e isolata
durante i tre anni scolastici appena terminati, frequenteranno la sua stessa
scuola.
Chiara, che per di più sarà nella sua classe.
E Rebecca, che fortunatamente ha scelto l’indirizzo linguistico.
Chiara e Rebecca, così amiche, così disinvolte, così trendy.
E Debora, la pasticciona, la musona,
la noiosa.
Ha deciso che per il momento andrà a vedere un po’ di tv
con i suoi genitori e
-
Ehi
Deda, vieni un po’ con noi! – le dice prendendola per
mano.
-
Sì,
stavo proprio venendo di là zia…
Debora è persino timida con zia Romina, che tra l’altro è
la sua zia preferita, anche se non lo sa nessuno. E’ la
sorella minore della mamma, e più che una zia, è per lei come una
sorella maggiore.
Le piace perché non la sgrida, perché legge i libri di
Harry Potter come lei, perché le da consigli per i capelli e per i vestiti, e
soprattutto perché la ascolta sempre con interesse. E
poi
Si accomodano sul divano assieme a
Isabella e a Massimo, suo papà, mentre Giorgia non ha nessuna voglia di
smettere di giocare con Gigio, il coniglio nano.
-
Cosa guardiamo? – chiede Isabella – Come al
solito non c’è niente in tv!
-
Se non c’è niente perché non giochiamo a Risiko? – chiede
Romina, con entusiasmo – E’ sicuramente più divertente!
Debora fa una smorfia, perché odia quel gioco, come tutti
i giochi da tavolo: bisogna fare, parlare, spiegare… E
se sbagli ti prendono magari anche in giro.
-
Sì
Romina, potremmo… Peccato che Risiko ve lo siete
portati via tu e il tuo moroso mesi fa, e non è ancora tornato…
Romina tossisce, fingendo un imbarazzo che non prova
nemmeno lontanamente, mentre a Debora torna il sorriso: pericolo
scongiurato!
-
C’è
sempre Monopoli… - suggerisce Massimo, con poco entusiasmo.
-
Oppure
Hotel… Isa, ce l’hai ancora? L’avevamo
regalato a Deda non so quanti anni fa! – dice Romina, che ha sempre
adorato quel gioco.
Isabella annuisce, e va in camera delle bambine – le
chiamerà per sempre così, anche quando avranno trent’ anni
– a cercare nell’armadio, fra tutto il disordine.
Romina è la più eccitata del gruppo, e si mette seduta al
tavolo seguita da Massimo che si trova costretto a prendere di peso Debora.
-
Allora
Deda, basta fare l’asociale!
-
Papà,
non ho voglia, lasciami guardare la tv – piagnucola,
cercando di averla vinta.
Romina la guarda sorridendo.
-
Dai
Deda, facciamo che la prima partita la giochiamo insieme, eh?
Debora ci riflette un attimo, poi annuisce e prende posto a fianco alla zia.
-
Guarda
che così non imparerà mai… - dice Massimo a Romina – Non può sempre pretendere
di fare come vuole…
-
Massimo,
infatti non farà come vuole. Non guarderà la tv, ma
giocherà con noi!
Massimo sbuffa, ridendo, vedendo la figlia annuire come
ipnotizzata alle parole di Romina.
-
Romina,
tu non sai cosa faceva questa ragazzina durante le vacanze… - dice Isabella,
appoggiando la scatola del gioco sul tavolo.
-
Che cosa facevi, sentiamo? – chiede Romina a Debora.
-
Io?
Niente…
-
Appunto!
– risponde Massimo – Si svegliava, faceva colazione e
tornava a letto, si alzava per il pranzo e poi di nuovo a letto, e idem per la
cena!
-
E poi si lamenta perché al il sedere grosso! Sempre a dormire… –
aggiunge Isabella, guardando Debora.
Romina guarda la nipote.
-
Scusa
e con Maria? Non ci sei più uscita? E cosa facevi
tutto il giorno a letto, che noia!
Debora fa per rispondere, ma Isabella la anticipa.
-
Con
Maria trovava tutte le scuse del mondo per non uscire, chissà perché…
-
Perché non avevo voglia! – risponde Debora –
Preferivo leggere.
Romina sorride e l’abbraccia.
-
Oh,
povera Debora! Vedrai che con tutto quello che ti daranno da studiare a scuola,
ti mangerai le mani per non essere uscita quando ne
avevi l’opportunità!
Caspita, a questo Debora non ci aveva mica pensato. Lo
studio, la valanga di materie nuove… Com’è possibile che non le sia neppure
saltato in mente il lato scolastico della scuola?
Ecco, un motivo d’ansia in più. E forse
già qualche rimpianto per quello che le ha detto Romina.
Sospira, sconsolata.
E poi inizia a giocare, e pian piano grazie alle battute dei suo genitori e della zia, riesce ad accantonare le sue
preoccupazioni e perfino a divertirsi.