vi cheido di perdorare questo mio ritardo.
ho una giustificazione accettabile! ù.ù
ho dovuto studiare per il patentino... infatti ho studiato impegnandomi a fondo, però infine che è successo??? mi hanno bocciata!!!
vabbè...
ma il motivo più importante è che sto passando un perido molto cunfuso... e meraviglioso della mia vita.
comunque questo capitolo (dedicato sta volta a Sandy) è venuto, a mio parere, abbastanza bene...
spero che piaccia anche a voi!!!! ^^
BUONA LETTURA!!!!!!
Capitolo
3 – conquista negata… conquista amara…
la
conquista
Sandy
Sveglia
alle 6. Come previsto dall’orario della
scuola, quel mercoledì mattina dovevo andare a una riunione
dei futuri alunni,
anche se non ero certa di essere ammessa… lo scopo era
sfotterci tutti se per
caso venissimo bocciati. Bella trovata, signora direttrice!
Mi
ritrovai nell’aula magna insieme ad altri 89
ragazzi.
Davanti
a noi ad una cattedra erano seduti la
direttrice e alcuni insegnanti sorridenti. Tra i quali anche Joy, che
mi
individuò nella massa e fece l’occhiolino.
“Ci
mancava!” – pensai abbassando lo sguardo
sorridente.
“Silenzio
per favore!” – disse fredda la direttrice
per fermare il brusio di sottofondo. – “Grazie!
Allora, buon giorno a tutti!
Forse qualcuno di voi non è ancora al corrente del fatto che
in pratica voi
siete già ammessi in questa scuola, poiché ho
constatato dalla prima lezione di
preparazione all’esame che quasi tutti voi avete lavorato
molto bene. Vi
informo, che sono stata molto severa con 20 ragazzi che invece non si
sono
impegnati! Quindi, voi siete il succo, il meglio della
società artistica
giovanile, per quanto riguarda la grinta e l’impegno.
All’esame però, verrà
valutato il risultato. Quindi, se volete proseguire il vostro cammino
nella
P.A., dovete farmi vedere un risultato ottimo. Tutto
chiaro?!” – pronunciò questo
discorso come se fossimo alla Camera del Senato.
Noi
annuimmo.
“Bene!
Ora passo la parola al più giovane dei nostri
insegnanti. Il professor Joseph Bertignac, chiamato da noi
José. Ha 22 anni ed
è diventato insegnante grazie al suo impegno nella nostra
scuola. Prego, José!”
– terminò la Julien sedendosi.
“Grazie,
Miss Julien! Allora… salve a tutti! Qualcuno
di voi dovrebbe già conoscermi, poiché sono uno
degli aiutanti per la
preparazione d’esame.
L’unica
cosa che potrei dirvi è: non distraetevi!
Vivete per l’arte! Vivete per la musica, la danza, il teatro,
la letteratura!
Lodate queste meraviglie create da noi uomini! Perché se
l’uomo ha creato
distruzione, quella si può riparare attraverso le sue
creazioni migliori.
Grazie!”
Al
termine del discorso di Joy, tutti applaudirono e
alcune ragazze si commossero. Avevano tutte una cotta per lui! Tutte!
Loro
sapevano che lui era un gran playboy, eppure, ne erano attirate! Tutte!
Ci
fecero uscire dall’aula magna dopo altri due
discorsi fatti da alunne del quinto anno. Io uscii per ultima, dopo di
loro. Sentii
il loro commento sui visi delle ragazze cotte di Joseph.
“Dici
che ci saranno più scopate quest’anno con
Joy?”
– disse una.
“Eh,
sì! E sicuramente ci sarò anche io! Lo dovrebbe
sapere anche lui che noi, le più mature, lo conosciamo da
quando studiava qua.”
– rispose l’altra.
“E allora?”
“Abbiamo
più esperienza noi con quel figo!”
Risero
tutte e due.
A
me la cosa non piacque affatto! Dovevo fare
attenzione! Perché se le abitudini di Joy erano queste,
dovevo stargli alla
larga dopo l’esame! Molto alla larga.
Era
l’ultimo giorno libero prima di lunghe giornate
scolastiche.
Andai
in un bar vicino alla scuola. Mi sedetti ad un
tavolo isolato da tutti e ordinai un cappuccino con ciambelline.
Ero
tesa! Immaginavo come fosse Joseph, ma non fino a
quel punto! Tutte le ragazze della scuola avevano rapporti sessuali con
lui?
Era schifoso pensarci! Ma……avevo
un’altra sensazione strana.
Rendermi
conto che non mi dispiaceva affatto e che
avevo intenzione di continuare i nostri incontri, era una grande
sorpresa.
Un’altra
“sorpresa” di quella mattina era che il
dongiovanni della scuola entrò nel mio stesso locale.
Mi
nascosi facendo finta di leggere un giornale che
era sul tavolino. Ma non sono mai stata brava a nascondermi. Il mio
modo di
fare era facilmente identificabile. Era certo che in quel momento
cominciai a
battere un piede contro un gambo della sedia… Dannazione a
me!
“Ciao!”
– sentii da dietro il giornale. Lo abbassai.
“Buongiorno!”
– gli risposi calma. Ero arrabbiata, ma
sapevo trattenere la collera. È sempre stato difficile farmi
perdere la calma.
L’ultima persona a riuscirci fino a quel momento era la
direttrice, quindi non
mi andava di mandarlo al diavolo. Infondo… avevo peccato
anche io! – Discorso
fantastico!”
“Hey! Grazie!”
– sorrise.
“Ma…
non così commovente come hanno percepito le
altre ragazze! Era… troppo frettoloso per essere
commovente.” – considerai.
Lui
rise.
“Ehm,
Sandy… ti andrebbe di uscire? Ti vorrei
presentare i miei amici. Miei coetanei.” – disse.
Hm…
mi piaceva quest’idea. Forse significava “vuoi
stare con me per davvero”, o forse era una
verifica…
Mi
avrebbe fatto capire se fosse innamoramento o
attrazione.
Un
solo rischio! Gli amici… solo maschi? E che
avremmo bevuto?
Sorrise
a questa mia preoccupazione.
“Hey!
Ho apposta invitato delle ragazze del quinto
anno! Così puoi stare certa che nessuno avrà
intenzione di toccarti. Starai con
me!” – disse per tranquillizzarmi.
“Starai
con me”…… wow! Molto cavalleresco da
parte
sua!
Uhm…
ok alla serata!
“Ok!
Mi farebbe piacere conoscere i tuoi amici!
Quando ci sarà questa serata?” – chiesi.
“Sabato
sera.”
“Sabato
sera… ok!” – confermai.
“Perfetto!...
ma, non crederai veramente che ci
andrai in taxi!” – disse.
“Cosa?
No! Da cosa l’hai preso?” – domandai.
Ovviamente mi facevo accompagnare da lui! Figurarsi!
Un’occasione così avrebbe
potuto anche non ricapitarmi!
“Dal
fatto che non so ancora dove abiti!” – rispose.
“Aah!
Ehm… vieni in pullman con me? Ti faccio vedere
dove scendo?” – tanto la risposta la conoscevo!
“In
pullman? Ma no! Ti accompagno a casa! Figurati!
Non lascio andare una ragazza talmente bella e argentina in un pullman
pieno di
uomini con intenzioni a noi note!” – disse serio.
“Oh!
Come se tu non avessi le stesse!” – risi.
“Non
esattamente…” – disse misterioso.
“Sentiamo!”
“Ti
lasci accompagnare?” – chiese.
Gli
lanciai un’occhiata tipo “cosa credi”.
“Insisto!
Non sono un mostro! Ormai lo sai!” – rise.
“Lo
so? E le altre ragazze? Con quante sei stato?” –
chiesi critica.
“Ouh…
hai…hai scoperto delle altre…s-sei
arrabbiata?”
– domandò confuso grattandosi la testa.
“Tsk…sai,
forse è perché sono ispanica e solare, ma
non ci riesco! Non sono arrabbiata più di tanto. Me lo
aspettavo!” – dissi
sorridente. Sono brava! Mammamia! Qualche volta sono davvero brava!
“Eh…
vuoi comunque continuare a frequentarmi?”
Povero
Joy! Sembrava proprio perso in quel momento.
Non
si doveva di certo preoccupare! Una cosa era
certa! Se per caso mi avesse fatto soffrire quando avrei deciso di
impossessarmi
di lui, gli avrei fatto davvero male!
“Ma
certo! Potrei diventare la tua migliore amica...”
– dissi misteriosa.
“Avevo
in mente qualcos’altro!” – disse lui con
lo
stesso tono intrigante.
“Ah
sì? Ci penserò su…”
– gli risposi. – Nel
frattempo, ti concedo di accompagnarmi a casa.”
Sorrise
compiaciuto.
Mi
pagò le ciambelline e il cappuccio e mi
accompagnò
alla sua auto.
Oh!
Era una Mini Cooper!!!! Fantastica! Bianca e
decapottabile! Era decapottabile!
“Ah!
è decapottabile!!” – esclamai infatti.
“Oh,
sì! Lo è!” – sorrise.
A
quel punto decisi di sciogliermi i capelli. Lo
sapevo benissimo di saper farli svolazzare alla perfezione al vento
senza
imbarazzo. E poi era talmente bello! Da sempre avevo sognato di
conoscere un
ragazzo che avesse una decapottabile e che mi portasse da qualche parte.
“Ma
sei proprio un’artista!” – rise lui
vedendomi
sorridere coi capelli al vento.
“Devo
ammettere che hai ragione! Lo sono! E… lo
faccio per te!” – risi.
Arrivammo
al mio quartiere. Joy mi aprì lo sportello
dell’auto da vero gentil man. Io scesi a mia volta da vera
lady.
Mi
avvicinai a lui e lo baciai come segno di
ringraziamento.
Come
sempre era un bacio egocentrico, perciò avrei
potuto immaginarmi cosa avesse potuto chiedermi.
“Hey,
posso salire a vedere com’è la tua casa?”
Ci
pensai un attimo.
Potevo
dirgli che i miei non c’erano?
“Certo
che puoi! Non c’è nessuno!” –
dissi sicura.
Ormai potevo esserlo. Me lo sentivo.
“Nessuno?
Hm…” – disse con tono ambiguo.
“Non
pensare a quello che non dovresti pensare!
Passerà molto tempo prima che succeda ciò che
vuoi tu!” – questa risposta aveva
messo in guardia il mio caro professore.
“Tu
credi che abbia intenzione…? Ma ti pare che sono
così…?” – mi chiese con voce
innocente.
Lo
guardai sorridendo astutamente e m’incamminai
verso l’ingresso facendo cenno a Joy di seguirmi.
Salimmo.
Arrivati, aprii l’appartamento e lo lasciai
entrare.
“Wow!
È bello qui!” – disse.
“Grazie!
Lo so!” – sorrisi.
Pensai
di rischiare con il pranzo, così lo invitai a
mangiare a casa mia.
“Mi
farebbe molto piacere! Ma…non hai paura? Infondo
non mi conosci! E poi, i tuoi potrebbero tornare quando meno te
l’aspetti!” –
disse ridendo.
“Paura
di te? Sarai anche un grande playboy, ma
l’aria da maniaco proprio non ce l’hai! Poi ci sono
i vicini!” – risposi furba.
“E
i tuoi?” – ribadì.
“I
miei sono in Argentina!” – affermai.
“In
Argentina? E per quanto?”
“3
mesi.”
“Hm…”
– quel “hm” era spaventoso! Aveva in
sé
qualcosa che non potevo capire. Come appunto lo sguardo, il sorriso, la
voce.
Tutto di Joy era misterioso e per questo affascinante.
“Ok!
Cosa vuoi per pranzo? c’è l’imbarazzo
della
scelta!” – chiesi con aria importante.
Ero
sempre stata una brava cuoca e mi piaceva
sbalordire gli ospiti con questa mia qualità.
Cucina
italiana, americana, argentina, o qualsiasi altra
era un gioco da ragazzi per me, e credo che lo sia ancora.
“Cosa
mi proponi?” – chiese Joy.
“Lasagne,
tagliatelle, spaghetti, bruschetta,
hamburger fatto in casa, purè con prosciutto e formaggio
direttamente dalla
Francia… te l’ho detto! C’è
l’imbarazzo della scelta!” – elencai.
“Uhm…hamburger
fatto in casa, così ci mettiamo di
meno!” – disse.
“Mettiamo?
Che dici? Non accetto l’aiuto di un
inesperto!” – scherzai.
“Io
posso essere qualsiasi cosa! Ma non inesperto in
cucina! Guarda che sono bravo!” –
dichiarò.
“Wow!
E in cos’altro sei bravo?” – domandai.
Indovinate
la risposta!
“A
letto!” -
rise.
“Fammi
il piacere! Devo cucinare! Non mi fare
vomitare!” – lo punzecchiai.
“Non
vuoi darmi subito un giudizio?” – mi chiese
ironico.
“Figurati!
Ti ho detto che dovrà passare moltissimo
tempo prima che succeda!” – e al tempo ci avrei
pensato io!
Alla
mia risposta lui rise e si mise ad aiutarmi a
friggere il pane.
Decidemmo
che l’hamburger per me l’avrebbe fatto lui
e viceversa.
“Avevi
ragione!” – ammisi quando ci mettemmo a
mangiare, - “Sei bravo a cucinare! Anche se non è
di difficile preparazione
questo panino!”
“Oh!
Sei solo invidiosa! Guarda che in cucina siamo
pari! Siamo bravi tutti e due!” – disse fingendosi
offeso.
“Oh!
Che permaloso il ragazzino! Fai tanto il figo e
invece sei tanto bimbo!” –
lo canzonai
di gusto. E questa era al quanto brutta!
“Bimbo?!
Bimbo a me?! Carina, qua hai davvero
esagerato!” – mi prese in braccio ridendo,
così da costringermi ad abbandonare
il mio cibo.
“Ahia!
Lasciami! Il panino! Joy ho fame! Aaaaah!
Guarda che urlo e mi sentono i vicini! Maniaco che fai?!”
– urlai ridendo.
Lui
mi portò in bagno e ci chiuse a chiave.
La
presi io l’iniziativa. Aprii l’acqua della doccia
e lo inzuppai per benino.
Risi
di gusto vedendolo in quello stato.
“Tu
ridi, ma non credi che io possa fare questo?” –
disse togliendomi il tubo dalla mano mentre io mi dimenavo e
bagnò così anche
me.
Direi
proprio che ero fortunata ad avere messo un
reggiseno con l’imbottitura.
Continuammo
questo giochetto finché non ci stancammo
e non ci accorgemmo che il bagno era decisamente allagato.
“Ora
tu mi aiuti a sistemare questo casino” – gli
dissi.
“Prima
tu mi aiuti a sistemare questo di
casino!” – mi disse baciandomi.
Mi
tirai indietro.
“No,
Joy. Non ti ho detto di volerlo ancora.” – dissi
abbassando lo sguardo.
“In
che senso?” – chiese perplesso.
“Joy,
non voglio
avere una relazione con te… è troppo complicata
la cosa.” – dissi cogli occhi
lucidi.
“È
per le altre
ragazze, vero?” – domandò perso.
Sospirai.
Direi
proprio di sì… era per le altre! Pensava fossi
così facile?!
“Hai
ragione
Sandy… ma…” –
cominciò quando lo interruppi.
“Ma
con me è
diverso? No, Joy. Ci crederei poco se mi dicessi questo.”
– cominciai tra le
lacrime.
“Perché
piangi,
allora?” – chiese con tono strano.
“Perché
mi attrai…
perché è probabile che abbia
una
cotta per te… è molto probabile. Ma non posso
credere che tu…”
“Che
io condivida
e risponda a questa cotta?” – cominciò
– “E se ti dicessi che io non ho neanche
una cotta? Se provo qualcosa di più? Sandy…
Sandy, ti prego! Ti prego dammi una
possibilità. Una! Io… ho sbagliato
parecchio… ma ora ho capito. Sei davvero tu!
Sei tu. Quella che non si lascia andare, non cede alle mie tentazioni.
Mi hai
baciata per prima. Prendi l’iniziativa… lo so. Non
ci conosciamo nemmeno, ma…
ci possiamo provare… ti prego, Sandy per favore…
dimmi che possiamo!” –
supplicò.
Era
facile sia
credergli che non credergli.
Solo
che io
credevo al fatto che ero innamorata. Lo ero davvero. Avevo detto che
fosse una
cotta per diminuirne l’importanza, e anche per smentire me
stessa. Ma
forse…anzi no, sicuramente! Sicuramente ero innamorata.
Peccato
che dopo
quel paio di giorni che ci conoscevamo, io non potevo essere fiduciosa
dei suoi
sentimenti. Direi che il fatto che fosse un bugiardo era
evidente… poi, le
altre ragazze.
Piangevo
ormai a
dirotto. Eri bagnata di acqua e lacrime, ma più che altro
sentivo di essere annacquata
di indecisione. Il mio buonsenso ed il mio cuore stavano lottando, una
battaglia senza scrupoli che finiva in parità… e
quel pareggio era una
punizione… sì, un castigo per qualcosa che non
avevo commesso. Che cosa poteva
essere?
“Joy…”
– dissi per
dopo essere abbracciata. Dopo lunghi minuti di silenzio, ero riuscita
rispondergli solo così.
Volevo
che la
risposta seguisse con un “non posso”, ma mi ero
resa conto che invece non
potevo non provarci.
Infondo,
quando
uno ama, si fida. Si fida ciecamente di chi ama. Gli perdona tutti i
suoi
errori.
Chi
ama è pronto a
soffrire quando l’amore non è
ricambiato… è pronto ad aspettare…
Io
stavo vivendo
un momento nel quale sentivo di essere amata.
Mi
sembrava un
lieto fine.
Joy
mi aveva
pienamente conquistata…