CAPITOLO 36
Werewolf
-Voglio
tornare a Hogwarts…- si lamentò Cassiopea Sofia
Malfoy,
poggiando la testa sconsolata sulle braccia. Era la mattina seguente
alla rissa
e le tre Slytherin facevano fatica a stare sveglie, essendo andate a
letto
tardi la sera precedente.
Normalmente
avrebbero saltato la prima ora –salvo poi costringere
qualcuno a passare loro gli appunti- per riposarsi in modo adeguato,
cosicché
potessero trascorrere il resto della giornata almeno con gli occhi
aperti.
Invece ora erano costrette non solo a frequentare ogni lezione, ma ad
alzarsi
pure un’ora prima del normale!!!! Ed erano solo a fine
settembre…l’unica cosa
positiva era che almeno lì in California non si svegliavano
con diciotto gradi
sottozero e non erano costrette a sfoderare pellicce e
quant’altro a fine
estate.
-Ti
seguo- commentò Glorya Zabini prendendo per la prima volta
nella sua vita del caffè a colazione, lei che era sempre
abbonata al tè.
-Riportatemi
a letto- aggiunse Lily Potter versando qualche goccia
di leggera pozione Risvegliante nella sua tazza.
-Ripetetemi
perché non abbiamo dormito- chiese
-Perché
quell’idiota di tuo fratello e Edward Nott hanno deciso di
menarsi- rispose Lily, gelida nel pronunciare il nome della sua ex
fiamma.
Probabilmente
avrebbero continuato a lamentarsi per il resto della
colazione, se
-Ci
mancava solo lei…- soffiò Glorya a bassa voce,
mentre
-Buon
giorno a tutti voi, cari studenti. Rubo pochissimo tempo
alla vostra tanto sospirata colazione per comunicarvi due veloci
annunci,
entrambi di vostro gradimento. Il primo riguarda la festa di Halloween,
che
come ogni anno verrà tenuta qui in Refettorio e alla quale
si può partecipare
solamente se mascherati. I miei studenti lo sanno ormai bene e mi
rivolgo a voi
hogwartsiani nel sottolineare che il costume è obbligatorio.
Il secondo
annuncio riguarda invece le uscite fuori dalla scuola. Come mi
è stato riferito
dal Preside Linton, a Hogwarts è consuetudine concedere agli
studenti dai
tredici anni in su un tot di uscite ad Hogsmade, il villaggio
circostante il
castello…ebbene, noi invece siamo soliti frequentare San
Francisco-.
Quest’ultima
frase suscitò grande stupore fra gli inglesi:
frequentavano una città babbana, dove non potevano usare la
magia né fare
acquisti magici? E se qualche Babbano avesse notato qualcosa di strano?
-Vedo
che la cosa vi lascia alquanto basiti- commentò
-Ditemi
che non è vero- commentò Lily, tornando sempre
più
depressa al suo tè corretto, -la prima volta che usciamo da
questo dannatissimo
posto dobbiamo mischiarci con i Babbani?!
-Così
pare- commentò Glorya, anche lei con l’umore sotto
i piedi.
Anche se aveva appena ritrovato suo fratello, le mancava terribilmente
Liam e
non aveva la più pallida idea di come fare per aggiustare le
cose.
-Non
voglio- dichiarò Cassiopea, facendo i capricci come una
bambina piccola.
-Potremmo
sempre rimanere al castello- suggerì Glorya esitante, ma
un’occhiataccia da parte di Lily bastò a farle
dire:
-Okay,
scherzavo-.
Avevano
appena finito di far colazione, quando la campanella che
segnalava l’inizio delle lezioni suonò. Rendendosi
conto che molto
probabilmente sarebbero arrivate in ritardo, le tre Slytherin se la
presero con
comoda, e al diavolo la puntualità.
Per
grande fortuna di Lily, l’insegnante di Pozioni –la
prima
lezione di quel giorno- non era ancora arrivato, e così
-Ci
facciamo belle per il Professor Prescott??-
l’apostrofò una
voce a lei ben conosciuta. Voltandosi, Lily vide Ethan Sheldon
appoggiato allo
stipite della porta, che la fissava a metà fra il divertito
e il malizioso. Non
avevano ancora avuto modo di incontrarsi, da quando Ethan si era perso
–o era
volutamente scomparso?- in mezzo alla folla del party e se anche si era
accorto
del bacio fra lei e Scorpius e della loro conseguente fuga dalla festa
non lo
dava a vedere. O probabilmente non gli importava, purché
anche lui avesse modo di
divertirsi con Lily.
-Un
uomo decisamente affascinante- scherzò Lily ironica,
alludendo
al vecchio e rugoso insegnante americano.
-E
tu non hai lezione?- gli domandò poi, cercando di non
sbraitare
infastidita per il baccano che gli altri studenti stavano facendo.
-No
no, prima ora buca. Ho appena deciso di fare il bravo studente
andando in biblioteca per portarmi avanti con i compiti- rispose Ethan,
senza
staccare mai i suoi occhi da quelli di Lily.
-Lodevole-
lo schernì lei, mordicchiandosi piano il labbro
inferiore.
-Ma
non farti ingannare…non sono sempre così bravo-
le sussurrò
lui, entrando in aula e fermandosi vicino al suo banco.
-Ah
no? Eppure non ho ancora avuto l’occasione di scoprire il tuo
lato…oscuro- lo provocò Lily; se anche aveva
notato che Ethan se la stava
mangiando con gli occhi, non lo diede a vedere.
-Giusta
osservazione…ma possiamo sempre rimediare, se vuoi- le
disse Ethan, ed era talmente vicino a lei che Lily poteva sentire il
suo
profumo.
-Interessante…dove
e quando?- gli domandò, attenta a non mostrarsi
troppo vogliosa. Aveva voglia di giocare con Ethan, non di cascare ai
suoi
piedi come una qualsiasi sciocca.
-Stasera.
Nella mia stanza. Ti aspetto a mezzanotte- le rispose
Ethan e, dopo averle rivolto uno dei suoi sorrisi da squalo predatore,
uscì
dall’aula, salutando strafottente il vecchio professor
Prescott.
*****
Diana
Calender era sostanzialmente una brava ragazza. Andava bene a scuola,
si
occupava di volontariato, era sempre pronta ad aiutare le amiche, come
anche
gli sconosciuti in difficoltà e, a differenza di molte altre
ragazze, non era
una sgualdrina. Proprio per questi motivi –che a Hogwarts le
avrebbero valso la
fama di sfigata- gli studenti del Saint Patrick l’ammiravano
e l’avevano resa
una delle ragazze più ambite della scuola. Ciononostante
amava divertirsi, fare
tardi alle feste –spesso organizzate da lei- e lasciare che
ogni tanto qualche
ragazzo ci provasse con lei. Aveva avuto una sola storia seria, che le
aveva
lasciato il cuore in frantumi, durata un anno e mezzo. Inutile dire che
Ethan
Sheldon non fosse proprio il ragazzo più fedele della terra.
Proprio
per questo suo innato desiderio di rendersi utile, Diana raggiunse
velocemente-
o meglio, quasi rincorse- Edward Nott, che si allontanava alla svelta
dal Refettorio,
diretto chissà dove a fumarsi una canna. Da quando gli
inglesi erano arrivati
nel loro castello, Diana aveva avuto modo di conoscere Edward, suo
vicino di
banco durante le lezioni, e aveva iniziato a capire qualcosa di lui.
Tipo che
era innamorato perso di una certa Lily Potter, che alla festa del
sabato
precedente aveva baciato il suo migliore amico. Ed era stato proprio
grazie a
Diana se poi Edward non era immediatamente andato ad uccidere questo
presunto
“migliore” amico. Infatti, dopo avergli impedito di
bruciarsi il fegato con
quell’intruglio altamente alcolico che Edward si era
preparato, Diana l’aveva
trascinato in camera sua, dove, con molta pazienza, gli aveva fatto
vomitare
tutto quello che aveva bevuto durante la serata. Poi, per evitare
qualsiasi
malinteso, l’aveva messo a dormire con una potente Pozione
Sonnifera e se n’era
andata in camera della sua migliore amica Alexandra Marriot, la quale
si stava
piacevolmente intrattenendo con il suo fidanzato. Scacciato il
poveraccio,
Diana aveva trascorso lì la notte, per tornare nella sua
stanza il mattino dopo
e trovare Edward ancora in coma. Durante il pomeriggio non era stato
praticamente in grado di combinare nulla, devastato com’era,
e Diana si era
limitata a portargli qualcosa da mangiare e assicurarsi che non
tentasse il
suicidio.
Che cosa
avesse fatto poi Edward il giorno seguente, Diana lo ignorava, ma a
giudicare
da certi lividi sul volto del bel Nott, doveva aver “chiarito
le cose” con il
suo amico.
-Ehi,
Edward!- l’apostrofò quando lo ebbe raggiunto.
-Ehi,
ciao- rispose lui, ma non era tranquillo e spensierato come gli altri
giorni.
-Come
stai?- gli chiese Diana, mentre insieme si dirigevano verso
l’aula di
Trasmutazione.
-Sto-
replicò Edward vago. Era grato a Diana per averlo aiutato,
ma non aveva voglia
di parlare di quanto era successo. Soffriva da morire ogni volta che
intravedeva la chioma rubina di Lily da lontano –dato che non
aveva più osato
avvicinarsi a lei, dopo averla chiamata sgualdrina- e ancor di
più stava male
al pensiero di essersi preso a pugni con Scorpius, che da quando si
erano
picchiati si era fatto assegnare un’altra stanza. Derek si
faceva in quattro
per stare con entrambi, ma la situazione stava diventando insostenibile.
-“Sto”-
lo prese in giro Diana, scostandosi la frangetta scura dalla fronte.
-Senti-
disse Edward deciso, fermandosi in mezzo al corridoio e facendo
così arrestare
anche Diana, -tu salti mai le lezioni?-
-A meno
che io non sia mezza morta in un letto no- rispose Diana, non capendo
dove
voleva andare a parare Edward, -perché?-
-Perché
oggi io non ho nessunissima voglia di starmene in classe e
perciò ti propongo
di andare a farci una canna in qualche parte sperduta del castello-
fece lui
pratico.
Diana lo
guardò dall’alto in basso con i suoi occhi grigi
che, se lei voleva, sapevano
mettere in soggezione. Edward sembrava essersi vestito al buio,
talmente era
disordinato il suo aspetto, e probabilmente non si faceva la barba da
un mese.
Una canna non sembrava proprio la cosa più adatta a lui,
tuttavia…
-Togli la
canna, mettici qualcos’altro e ci sto- cedette infine Diana,
dicendosi che in
fondo saltare una lezione non l’avrebbe di certo uccisa.
Edward le
rivolse un debole sorriso e, presala sotto braccio, la guidò
lungo un corridoio
secondario, scoperto chissà come il giorno prima.
*****
-Ehi,
Mackenzie, che hai scritto qui? Non si capisce nulla!!!-
Shane
Burke stava cercando di decifrare la scrittura del suo ormai fisso
compagno di
banco Liam Mackenzie, che nonostante non sembrasse molto presente a
sé stesso
quella mattina, prendeva appunti con impeccabile precisione. Era
infatti molto
pallido e sembrava mortalmente stanco, come se si fosse appena rimesso
da una
brutta malattia.
Shane
Burke dal canto suo non aveva voglia di prendere appunti, dopo aver
trascorso
la prima ora buca a cazzeggiare allegramente, ma si stava sforzando
giusto per
non rompere il patto che aveva fatto con sé stesso alla
prima occasione. E poi
Cassiopea aveva finalmente accettato di uscire con lui! Cosa poteva
volere di
più dalla vita?
-Ho
scritto trasformazione che nella maggior
parte dei casi è irreversibile – gli
rispose Liam senza alzare gli occhi su
di lui. Shane non sapeva perché- dato che
l’amicizia fra lui e il Corvonero era
piuttosto recente- ma gli sembrava che ci fosse qualcosa che non andava.
-Tutto
bene?- gli domandò infatti, finendo di ricopiare con la sua
scrittura a zampa
di gallina quanto Liam gli aveva dettato.
-Certo,
perché?- mentì Liam, che sapeva fingere molto
bene. Infondo, aveva solo mollato
la ragazza che amava qualche giorno
prima, mica era la fine del mondo. Non era la fine del mondo non poter
più
guardarla negli occhi, stringere la sua mano fra le sue, chiacchierare
con lei
anche di stupidaggini…cosa c’era da star male?
-Mah,
sembri appena uscito dal coma- commentò Shane a bassa voce,
per non farsi
cazziare.
-Gentile
come sempre- ribatté Liam, con un sorriso spento.
-Tu
invece sembri felice come una Pasqua- osservò poi il
Corvonero, dopo qualche
minuto di silenzio durante i quali aveva tentato di seguire la prof.
-Certo
che lo sono!!! Cassiopea mi ha concesso l’onore di uscire con
me!- esultò
stupidamente Shane, felice come un bambino che fosse riuscito a vedere
Babbo
Natale.
-Come
sono contento…me ne parli talmente spesso che ormai la
conosco come le mie
tasche!- commentò Liam ironico, ed aveva ragione: Shane
aveva la pessima
abitudine di importunare chiunque gli capitasse a tiro tessendo le lodi
di
Cassiopea Sofia Malfoy.
-Scommetto
che tu invece sei così morto per una ragazza-
osservò Shane facendosi serio.
Liam fu
colpito dalla sottile capacità d’osservazione del
Grifondoro, che solitamente
tendeva solo a preoccuparsi di sé stesso.
-Più
o
meno- rispose Liam, tenendosi sul vago, cancellando una frase errata.
-Avanti,
spara! Cosa c’è che non va?- lo esortò
Shane. Si stava affezionando al suo
vicino di banco, sebbene Liam fosse un tipo riservato, e non gli
piaceva
vederlo così abbattuto.
Liam dal
canto suo non sapeva cosa rispondere. Non poteva certo confessare a
Shane di
essere un fottuto lupo mannaro e
che
aveva lasciato Glorya per timore di farle solo del male, ma
dall’altro lato
sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno che non fosse il Preside
Linton.
Così decise di dire una mezza verità:
-Diciamo
che…mi sono visto costretto a lasciarla, e ora soffro da
morire-.
-Perché
costretto?- indagò Shane, curioso.
-Beh…ho
paura di farla soffrire- ammise Liam.
-E come
fai a saperlo, se non ci provi neanche?- chiese molto schiettamente il
Grifondoro. Non bisogna sempre provare, per credere?
-Ho buoni
motivi per ritenere di aver ragione- affermò il Ravenclaw
con una certa
sicurezza. Zanne e artigli non erano un valido motivo?
-Se lo
dici tu…io comunque penso che bisogna afferrare la
felicità appena ne abbiamo
la possibilità. Non sai mai quando potrà
ricapitare l’occasione di essere
felice- concluse Shane e anche se non sapeva quale fosse il problema di
Liam,
le sue parole colpirono profondamente il Corvonero.
*****
-Ehi tu,
dove stai andando, così vestita?-
Cassiopea
Sofia Malfoy stava osservando piuttosto interessata la sua migliore
amica Lily
Potter, intenta a infilarsi un paio di jeans misura barbie.
-Sto
andando da Ethan- rispose Lily tranquillamente, fissando indecisa un
corpetto
verdemare e una maglietta grigio chiaro che lasciava completamente
scoperta la
schiena.
-Da
Ethan?! Ethan Sheldon? Ti sta ancora dietro, dopo il…bacio-
chiese Glorya,
piuttosto stupita, sollevando gli occhi dalla rivista che stava
leggendo. Era
dannatamente difficile tenere la mente occupata…ed il peggio
era andare a
letto, per questo era ancora sveglia nonostante fosse quasi mezzanotte.
-A quanto
pare, o non se n’è accorto, o non gli interessa-
rispose Lily, optando infine
per il corpetto. Sopra vi avrebbe abbinato la favolosa giacca Armani
che aveva
acquistato prima di partire…
-E…mio
fratello?- domandò esitante Cassiopea, rovistando nella
valigia alla ricerca di
chissà cosa.
-Tuo
fratello cosa?- ribatté Lily irrigidendosi. Non gli era
piaciuto per niente
–ancor meno del solito- il comportamento di Scorpius. Se lui
non intendeva
dirle cosa avevano fatto quella fatidica notte, lei avrebbe tentato di
tutto
per estorcergli la verità. Non poteva tenersi quel dubbio in
eterno!
-Beh…insomma…cosa
pensi di fare?- insistette Cassiopea.
-In
attesa di trovare il modo migliore per farmi dire ciò che
voglio, assolutamente
nulla. Non ho intenzione di rivolgergli parola- affermò Lily
decisa, afferrando
gli stivali Jimmy Choo neri che tanto adorava. Ed era assolutamente
convinta
delle sue parole: per quanto le costasse ammetterlo, era attratta da
Scorpius, non
poteva negarlo. Ma ciò non significava che sarebbe finita
nel suo letto (per la
seconda volta?) come le sue puttanelle di Hogwarts, né che
l’avrebbe pregato
per ottenere ciò che desiderava. Lei era Lilian Luna Potter
e perciò andava
corteggiata, conquistata, bramata a lungo, prima di cedere. Se avesse ceduto. E non era
assolutamente detto. Perciò, in attesa di elaborare il piano
perfetto, avrebbe
gelidamente ignorato il rampollo di casa Malfoy.
-Ci avrei
scommesso- commentò Glorya con un sorrisetto.
-Bene, io
vado…ci vediamo domani, probabilmente- le salutò
Lily, dopo essersi specchiata.
Dopo aver ricevuto vaghi cenni di saluto, si chiuse la porta alle
spalle, un
brivido lungo la schiena. Non aveva la minima idea di cosa sarebbe
accaduto con
Ethan e proprio pensando a lui, imboccò il corridoio di
sinistra con un leggero
sorriso sul volto.
-Dove
stai andando?-
Lily si
bloccò, colta di sorpresa. A quanto sembrava il suo
proposito di non rivolgere
parola a Scorpius Malfoy stava per andare a farsi benedire.
-Non vedo
perché dovrebbe interessarti- rispose lei, voltandosi.
Scorpius
se ne stava appoggiato al muro, braccia incrociate sul petto, camicia
appena
sbottonata sul davanti ed espressione gelida in volto.
Lily lo
osservò con attenzione e per un attimo ebbe la tentazione di
chiedergli ancora
se avessero fatto sesso o meno, ma sapendo che non sarebbe servito a
nulla,
decise di dargli le spalle nuovamente, per tornare ad ignorarlo.
-C’è
un
solo modo per sapere se abbiamo fatto sesso o meno-.
La voce
di Scorpius e soprattutto quanto aveva detto, ebbero il potere di
bloccare
ancora Lily, che sinceramente stupita gli si avvicinò e
chiese:
-E
sarebbe??-
Scorpius
la fissò dritto negli occhi, senza abbassare lo sguardo sul
suo abbigliamento,
sul suo corpo, come se a lui interessasse solo la sua anima, e poi
rispose:
-Venire a
letto con me-.
Spazio
Autrice:
Okay. Potete
insultarmi se volete.
Potete minacciarmi per e-mail, picchiarmi
virtualmente…potete fare qualsiasi
cosa e io non mi lamenterò, perché me lo sono
meritato. È quasi un mese che non
aggiorno, lo so, ma a mia discolpa posso dire che ho avuto la
maturità e che
poi mi ci è voluto un po’ per riprendermi
fisicamente/psicologicamente da tale
trauma. Cooomunque, per chi fosse ancora interessato alla mia storia e
non
l’avesse ancora rimossa dalla propria mente, maledicendo
l’autrice (e ne
avreste tutto il diritti) ecco il nuovo capitolo…non dico
nulla, lascio a voi
ogni commento/critica/fai schifo ritirati e oso sperare in qualche
piccola
piccola recensione…no, meglio di no, vero? : (
In ogni caso,
ringrazio chi ha
recensito l’ultimo capitolo, ovvero: Tugs,
Aislin, Karen94,
Lady LillithCullen, Malika, Blondie,
Lily Malfoy,
mattamaty, rei_, BeaTheBest,
Honey, le5,
jaily, MarauderPad e maltrerio
Bea: grazie
mille per la
recensione, lo sai che mi fa sempre tantissimo piacere riceverle??
Spero che me
ne lascerai un’altra, anche se ci ho messo un bel
po’ ad aggiornare : ) un
bacio!!