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Autore: Exentia_dream    22/07/2010    1 recensioni
Dall'8 capitolo: Non vi sarà nessun preavviso, se non quello di una maga che riuscirà a condurre da sè le Predestinate e tutto avrà inizio di lì a poco, al confine tra il bene e il male, dove questi si fonderanno e diventaranno una cosa sola. Il cielo diverrà scuro e non ci sarà luce, se non quella delle fiamme che bruceranno le città e mai la terra sarà così arsa di sangue innocente e tutto diventerà del colore del sole al tramonto. Mai gli uomini si sentiranno così afflitti, ma la pioggia concederà alle loro forze un breve riposo, poi tutto tornerà: ogni uomo avrà tra le mani una spada, ma solo due di queste riusciranno a ferire il male nel suo profondo. E non saranno mani forti a sferrare i colpi, bensì gracili ed esili mani. Le Predestinate si troveranno di fronte al loro peggior nemico e dovranno combattere, rinnegando anche sè stesse. Urleranno di dolore per gli affetti che perderanno: calde lacrime righeranno il loro viso e mai sentiranno così forte il desiderio di pregare gli dei, per far spezzare il filo delle loro vite. Mai più questo mondo vivrà una guerra simile: la GRANDE GUERRA. Alla fine di tutto, il sole brillerà di una luce fioca e debole, oscurata ancora dalle colonne di fumo nero e nei campi, i sopravvisuti passeranno tra un numero imprecisato di corpi senza vita, e in onore di essi ricostruiranno ciò che è stato distrutto. Delle Predestinate non ho più visto il volto e non so se saranno tra quei corpi morti, nè se le ninfe saranno capaci di ridare la vita a coloro che l'avranno persa. Ma il cielo tornerà ad essere limpido e il sole a splendere alto, senza più la minaccia di venire oscurato. E' la prima volta che provo a scrivere un fantasy... perciò vi prego di lasciare i vostri commenti e le vostre critiche soprattutto. Non so bene su quale filo proseguirà la storia, non ne ho la minima idea, ma spero di riuscire a scrivere qualcosa di piacevole. Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno e recensiranno.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La leggera luce rossa che si perdeva tra gli alberi e le basse colline, anticipava deliziosa l'arrivo di un nuovo giorno.
Ma quel rosso non era solo il colore dell'alba: era il colore del sangue. Il sangue, puro o peccatore, che ogni singolo soldato aveva versato per omaggiare l'egoista sete di potere di un re viziato. Il sangue che ancora non era stato stato versato per quello scempio.
Trigo percorreva la grotta, nervoso. Una volta in un senso, ora nell'altro. Da una parte all'altra di quella dimora che ora gli sembrava troppo stretta per contenere quella verità: l'addestramento stava durando troppo e le sue allieve non sapeva usare almeno la metà dei loro poteri, se non di più. La tregua, però, stava volgendo al termine.
Ancora due settimane e tutto sarebbe ricominciato: le urla, le fiamme, la distruzione, la paura, i corpi martoriati, i volti deformati dal dolore, la disperazione. La guerra. La Grande Guerra.
Blanche e Noir dormivano beate e lo gnomo le guardava triste: non sapevano ancora quanto fosse grave la situazione e, forse, non sapevano quanto realmente la loro presenza fosse indispensabile per porre fine al male.
E proprio lui sarebbe stato a dar loro quelle notizie, conosciute solo in parte dalle Predestinate.
Appena le due aprirono gli occhi, Trigo le guardò ancora una volta, ma adesso con uno sguardo deciso che nascondeva bene la pietà e la sofferenza.
"Manca poco." disse, alzandosi e dirigendosi svelto verso l'uscita della grotta. Quando sentì i passi delle sue ospiti farsi vicini tanto da fermarsi, continuò a parlare. "La tregua finirà tra due settimane. Conoscete ben poco dei vostri poteri e non sapete quanti ancora ne avete in serbo. Non siete ancora in grado di gestire la vostra forza. Questo è un addestramento che richiede mesi, forse anni... ma voi avete pochi giorni di tempo. Meno ancora, calcolando i giorni di viaggio che vi serviranno per raggiungere il confine."
"Per quanto riguarda il viaggio, posso pensarci io: la magia ci farà spostare meglio e al sicuro." propose Noir.
"Tu non sai usare quella magia."
"Io no, ma questa servirà a qualcosa." disse ancora mostrando a Blanche e Trigo la sfera che Chandra aveva donato a Laar.
"Dove l'hai presa?" chiese la principessa.
"Tu senti le voci e i pensieri degli altri, sei in grado di scatenare una tempesta con un solo urlo. Io sono capace di attirare gli oggetti, muoverli e portarli fino a me."
-Poco male- pensò lo gnomo. -Hanno imparato da sole a gestire i poteri più difficili!- concluse tra sè e sè.
"Mio padre è al confine... è una distanza enorme"
"Quando desideri davvero qualcosa, Blanche, la ottieni. Ed ecco la sfera." Noir sorrise. "Con questa, il viaggio durerà molto meno."
"Bene." le interruppe Trigo. "Avete bisogno comunque di saper usare gli altri poteri: le ali, la pelle, i fuoco."
"Ma... come faremo?"
"Vi porterò allo stremo delle forze e il tempo che fino ad ora avete dedicato al riposo, da adesso lo impiegherete impegnandovi nella lottta corpo a corpo. Appena possibile, manderò Earl alla ricerca di qualcuno che possa insegnarvi."
"Potrebbe farlo lui..." disse Noir, quasi sottovoce, volgendo lo sguardo verso il soldato che dormiva supino. -E' bellissimo.- si trovò a pensare la giovane.
Fu riportata alla realtà dalla voce dello gnomo. "Sì, potrebbe."
"Quanto sarà difficile?" Chiese Blanche, intimorita.
"Molto... e sarà doloroso. Ma dovrete sopportare tutto: dolore, fatica, paura... Ora preparatevi."
Le lasciò sole, prede determinate della disperazione. "Andiamo." disse Noir.
"Io... Noir."
"Sì?"
"Mi chiedevo se... il tuo potere... potesse..."
"Cosa?" capii.
"Lascia perdere. Ti va se, prima di iniziare, facessimo un bagno?"
"Sì."
Si immersero totalmente nell'acqua gelida e il vigore che quel gelo infondeva, prese piano possesso di tutto il loro corpo. Si bagnarono i capelli, nuotarono e immersero ancora una volta il viso.
"Come fai?" chiese Blanche ad un certo punto.
"A fare cosa?"
"Questo."
"Lo stai facendo anche tu."
"Sì. Ma non so perchè lo faccio. Non riesco a spiegare quale sia il sentimento principale che mi spinge a combattere."
"Lo capiremo un giorno... forse quando tutto sarà finito."
Dalla finestra rotonda sulla quale si era seduta durante la sua permanenza alla sorgente, Blanche guardò il sole, sorto da poco più di un'ora. "Andiamo."
Si diressero verso l'uscita e, lì, vi trovarono Trigo. "Siete pronte?"chiese loro.
"Sì."
"Noir?"
"Sì."
Poco dopo, le Predestinate e lo gnomo iniziarono ad addestrarsi: avrebbero imparato ad usare il fuoco.

Bruciava in fondo alla gola, in fondo allo stomaco. Gli occhi si riempivano di lacrime, ogni qual volta le due ci provassero.
Si iniziava concentrandosi sul calore che avvertivano nelle viscere. Dovevano allontanare la mente dal corpo, come se fossero solo spettatrici dei loro poteri. Come se questi non appartenessero a nessuna delle due.
A quel punto, il calore iniziava a salire in gola, assumento la forma di fortissimi conati di vomito.
Allora le Predestinate perdevano il controllo del loro potere e ricominciavano. Il dolore era forte, la mente non del tutto lontana ma non si arrendevano.
Sempre così. Ora dopo ora: il bruciore aumentava, ma lo stomaco iniziava ad abituarsi allo sforzo a cui era sottoposto e i conati di vomito diventavano meno potenti.
La prima piccola fiammella uscì dalla bocca di Noir, seguita, poco dopo, da Blanche.
"Fa schifo." affermarono le due all'unisono.
Trigo le fissò, quasi divertito. Poi disse "Ma è necessario. Con questi poteri, forse vi sentirete più forti e dovrete esserne convinte, perchè, quando ricomincerà la guerra, dovrete combattere ogni giorno con la paura di non poter vedere l'alba di domani." prese fiato, come se quell'affermazione gli avesse tolto tutta l'aria dai polmoni. "Continuate. Io ho da fare." E si allontanò, diretto versola grotta.
Una volta dentro, l'odore di umido gli pervase le narici e il suo respiro tornò regolare: gli costava ammettere quanto fosse cruda la verità che le giovani stavano vivendo. Ma, ora che sapevano del loro destino avrebbero dovuto compierlo. Salutò Earl con un cenno del capo. "Ti devo parlare."
"Dimmi."
"C'è un problema."
"Che... che tipo di pr-problema?"
"Niente di quello che credi."
"Oh."
"Manca poco alla fine di questa tregua e Noir e Blanche non sono del tutto in grado di combattere. Ho avuto modo di vedere che con la spada e l'arco se la cavano. Sono sono addestrate bene. Ma la lotta..."
"No. Non puoi chiedermelo."
"Ci vorranno giorni per trovare qualcuno che giunga fino a noi."
"Non posso farlo."
"Tutto il tempo che perderanno, aspettando l'arrivo di quel qualcuno andrà a loro discapito una volta che si troveranno in battaglia e saranno prive delle loro armi."
"Hanno i loro poteri."
"I poteri hanno una strana psicolgia: si innescano solo se viene colpita una determinata parte del corpo. E non è un  punto a cui i soldati mirano."
"Non posso... non..."
"Lo so che è difficile."
"Non è la difficoltà. Non riuscirei a fare del male fisico a nessuna delle due. A Noir... non posso... io l'ho vista mentre la violentavano e non riesco a toccarla..." si fermò un attimo. Posò i suoi occhi verdi i quelli castani dello gnomo. "... non per farle male."
"Io mi fido di te. E so che se tu capissi o se almeno accettassi di fare quello che ti ho chiesto, riusciresti a non farle male, nonostante il dolore fisico."
"Oh, Dei...Ma come ti è venuta in mente?" bestemmiò, irato.
"Me l'ha chiesto lei."
Earl guardò ancora una volta lo gnomo. Era sconvolto. Noir chiedeva di essere ferita da lui... lui che avrebbe voluto toccarla solo per poterle accarezzare il viso o stringerle le mani.
"Voglio che lo faccia tu." Si ridestò dai suoi pensieri, non appena sentì la voce di Noir.
Si voltò e lei era lì, proseguiva a passi lenti verso di lui, seguita da Blanche che si dirigeva verso lo gnomo.
"Io non...."
"Voglio che lo faccia tu." disse ancora la giovane, stringendo la sua mano in quella del ragazzo. Si guardarono.
"Sì."
 

   
 
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