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Autore: LadyMorgan    22/07/2010    3 recensioni
Cominciammo a correre lungo il lago, Wormtail sulla mia groppa e Moony fra me e Padfoot, mentre ci muovevamo sempre più velocemente, sempre più velocemente… anche Moony si era rilassato, lo vedevo da come correva, da come ringhiava… aveva bisogno di quella boccata di aria fresca, anche per riprendere un po’ di fiducia in sé stesso. Lui. Non. Era. Un. Mostro. Era ora che se ne convincesse, diamine, e se per farlo dovevamo svolgere un compito piacevole, be’, tanto meglio! La solitudine della notte apriva tutte le porte che avremmo potuto desiderare. Eravamo i Padroni della Luna, come lei aveva cercato di esserlo per Remus. [...]
One-shot partecipante al concorso Marauder's Story Contest (se penso a tutte quelle che mi erano venute in mente per questo concorso mi viene male xD) indetto da malandrina4ever e Lellas92, partecipante con la voce narrante B - James, e la situazione 19 - I Malandrini e Hogwarts di notte.
Quarta classificata al concorso ^^
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Deficienti si nasce'
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Padroni della Luna

«È un piano perfetto.»

«Lo so, è mio!»

«Parlate piano, voi due!»

«Oh, quanto rompi, Moony…»

«Sh… avete sentito?»

«È solo Wormtail, si sta mordicchiando le unghie.»

«I topi si mordicchiano le unghie?»

«Be’, lui sì, pare…»

«Ragazzi, se non la smettete vi rimando indietro…»

«Oh, saggio e potente Moony, non farci subire questa punizione…»

«Taci!»

Chiunque si fosse trovato, per impegni improrogabili e di natura non divulgabile, a passeggiare poco dopo al tramonto vicino al Lago Nero di Hogwarts in un’immobile serata di giugno, avrebbe pensato di star impazzendo. Sentiva voci senza corpo.

Questo perché vengo da una famiglia stra-fichissima con tanto di Mantello che ci permette di essere perfettamente invisibili per chiunque venga a rompere – e dopo il coprifuoco sono parecchi.

«Ah, fra l’altro, Moony, com’è che ora ti lasciano andare da solo al Platano?» chiesi mentre mi spingevo Wormtail, in forma di topo, più a fondo nella tasca.

«Credo si fidino di me» disse lui con aria profondamente colpevole. L’aria del Moony Io-Non-Voglio-Tradire-La-Fiducia-Di-Silente. «E hanno anche altro da fare…»

«Be’, è utilissimo» commentai io. «Così possiamo venire direttamente insieme.»

«Non è utilissimo» ribatté lui luttuosamente. «Almeno quando mi accompagnavano loro c’era una qualche possibilità che non veniste a rischiare le vostre… mpf!» L’ultimo verso era dovuto al fatto che Pad, con ottimo tempismo, gli aveva tappato quella boccaccia sparasentenze.

«Moony, dimmi, siamo mai mancati ad uno dei nostri appuntamenti da quando siamo Animaghi?» gli chiese continuando a spingerlo avanti, verso il Platano. «Come dici? No, bravo. Quindi mi spieghi che razza di differenza credi che faccia?»

«Worm, è ora!» sussurrai tirando fuori il nostro comune amico per la coda. Si stiracchiò per bene e quando lo lasciai cadere atterrò sulle zampe e sgusciò sotto il Mantello, diretto al tronco del Platano. Quando i rami si immobilizzarono, cominciammo a muoverci anche noi.

«Svelti. Svelti!» gemette Remus prendendosi la testa e cercando di trattenere i tremiti che lo scuotevano. «La luna sorgerà fra poco, e siamo ancora…»

«Ti farebbe sentire meglio se ci trasformassimo subito, Moony?» gli chiesi ironico continuando a spingerlo con Sirius lungo il passaggio che ci avrebbe portato alla Stamberga Strillante. L’edificio più infestato di tutta la Gran Bretagna. Certo che anche il nostro preside era bravo a sparare palle.

«Sì!» esclamò lui, forse sperando davvero che lo facessimo. Io e Sirius ci scambiammo un ghigno.

«Ok» assentimmo insieme, prima di trasformarci e di prenderlo in groppa per portarlo a passo di corsa lungo il passaggio.

I nostri sensi si alterarono, le nostre emozioni sfumarono… come sempre, all’inizio. Poi si ristabilizzano sempre. Per esempio, mentre correvo mi sentivo felicissimo per quell’inebriante sensazione di velocità che è la più grande libertà del re della foresta, ma era ancora presente anche il divertimento per il nuovo scherzo tirato a Remus… Sirius era accanto a me, attento a controllare che Remus non cadesse, in teoria, in realtà stava scodinzolando come l’idiota bavoso che era. Lasciava pure penzolare la lingua.

In ogni caso, a quella velocità raggiungemmo la Stamberga Strillante a tempo di record, e sbattemmo Moony sul letto a baldacchino lì presente prima di cominciare a trotterellare per la stanza.

Remus stava ancora ansimando. Puf, come se fosse stato lui a correre… «Peter?» chiese alla fine.

Io e Sirius ci scambiammo uno sguardo. Merlino, perché i topi sono così piccoli?

In silenzio, ci mettemmo d’accordo: lui sarebbe andato a prendere Peter (per lui era anche più facile afferrarlo), io sarei rimasto con Remus ad aspettare la luna piena.

Una volta che la coda piumosa di Pad sparì da dietro la porta, Remus sospirò. «Lo sai che è un’idiozia, vero James?»

Io alzai gli occhi al cielo e sbuffai. I cervi sono più eloquenti di quanto non si pensi. In ogni caso, fra noi ci capiamo.

Remus ridacchiò quasi con timidezza e si alzò dal letto, reggendosi comunque alle colonnine del baldacchino. «Ancora non mi sembra vero… ed è quasi un anno che siete con me.»

Mi avvicinai lentamente a lui e gli poggiai il muso sulla spalla. Remus è così… così… così dannatamente insicuro. Se vivessimo in altri tempi credo che si auto fustigherebbe per espiare i suoi numerosi peccati. Come se avesse qualche peccato da espiare. Quello di essere troppo buono, forse.

Perché se al mondo esiste una persona davvero, autenticamente buona è Remus. Remus che si preoccupa per noi, Remus che non osa fare niente per paura che la sua altra natura prenda il sopravvento, Remus che si vede come una bestia pericolosa e immonda, Remus che crede di doversi punire per essere un mostro indipendentemente da sé stesso… ma dico io, basta guardarlo. Quale mostro potrebbe mai avere tutta quella malinconia dietro gli occhi?

Gli poggiai la fronte al muso, stando attento alle corna. Lui sospirò e chiuse gli occhi. «Prongs, sai qual è la cosa peggiore?»

Scossi il capo. In realtà, conoscendo Remus come lo conosco potevo immaginarlo, ma era meglio lasciarlo sfogare quando aveva quelle crisi di buonismo.

«È che io sono un ipocrita.» Si allontanò da me e andò ad appoggiarsi ad una delle travi sbilenche del muro, da cui poteva vedere il cielo. «Ogni volta che vi chiedo di andarvene, c’è una parte di me che spera rifiutiate.» Sospirò pesantemente. Probabilmente si stava disgustando di sé stesso. Gli andai vicino e gli battei sulla spalla, cercando di trasmettergli la mia solidarietà. Sarei tornato umano, ma questo lo avrebbe fatto innervosire ancora di più, e per esperienza so che se Remus è nervoso quando sta per iniziare la trasformazione il processo è molto più doloroso. Quindi meglio non forzarlo.

Mi accarezzò il muso. «Sono un essere spregevole, James» sussurrò alla fine, guardando la luna che sorgeva. «Peggiore della bestia che divento.»

Mi lasciai sfuggire un grugnito di protesta, ma lui già non mi stava ascoltando: era caduto in ginocchio, in posizione supplice e stava tremando. La luna era sorta.

Odio questa fase del processo, perché Remus trema, geme, soffre e io non posso fare niente, niente per aiutarlo.

Si stava contorcendo mentre il viso gli si allungava, le unghie gli crescevano vertiginosamente, gli spuntava pelo da tutte le parti e il suo corpo si ingrossava e torceva, sempre scosso da quei tremiti incontrollabili, e poi gemeva, mentre il suono della sua voce umana veniva sempre più sostituito dal roco ringhiare del lupo.

Pad e Worm tornarono in quel momento. Pad sputò Worm e si precipitarono verso di noi, mentre Remus, già praticamente trasformato, cominciava ad alzarsi. In quel momento era pienamente un lupo, ci sarebbe voluto un po’ per farlo tornare sé stesso. Il suo primo istinto era di azzannare, ma avevamo già sperimentato quella fase ed eravamo preparati.

Di solito per primo si azzuffa con Pad, e quel deficiente ci si diverte pure. Si rotolano su tutto il pavimento, Moony come un lupo affamato, Padfoot come un cagnone giocherellone, e alla fine qualcosa scatta dietro gli occhi di Moony, che si allontana di scatto.

Successe così anche quella volta, Moony si allontanò con sguardo confuso e fece schioccare un paio di volte le mascelle prima di scuotere la testa. Posso a malapena immaginare la confusione che c’era nella sua testa…

Se penso a quello che gli hanno fatto mi verrebbe voglia di prenderli a cornate tutti quanti. Stupidi, malvagi e ipocriti! Sia chi l’ha ridotto così che chi lo respinge. Se solo vedessero gli sforzi che fa ogni mese per mantenere il controllo…

Gli guardai gli occhi. Di solito è da lì che riusciamo a vedere il cambiamento: finché è pienamente un lupo sono di un intensissimo color onice, ma quando comincia a prendere coscienza assomigliano di più a quelli del Moony umano, si schiariscono progressivamente.

Era ancora confuso, continuava a guardare tutti noi (Worm mi era salito sulla schiena) come per capire chi fossimo e cosa volessimo.

Pad è sempre stato il migliore a fargli riprendere il controllo, devo dire: gli zampettò intorno e si mise a giocare, come il perfetto deficiente che è. Io mi avvicinai e gli sbuffai addosso, perché riconoscesse il nostro contatto. Il trucco era non mostrare paura: lo spiazzavamo come lupo e lo facevamo rinsavire come Moony.

Alla fine, avvenne il cambiamento che stavamo aspettando: la sua zampa, alzata e pronta a colpire Pad, si abbassò lentamente, mentre il suo proprietario rivolgeva a tutti noi uno sguardo sì vigile, ma molto più umano.

Pad scodinzolò e abbaiò in tono incoraggiante, mentre io raspavo la terra con uno zoccolo, bramendo. Worm mi salì sulla testa e lo sentii muoversi mentre squittiva e saltellava in direzione di Moony.

Allora, negli occhi del lupo apparve il bagliore dorato tipico di quelli di Remus e lo vedemmo annuire, in un gesto talmente umano che sotto gli aspetti lupeschi mi parve di scorgere il viso del nostro amico.

Poi si accucciò, non più in posizione d’attacco. Non era ancora interamente Remus, ovviamente, ma capiva che eravamo amici e non ci avrebbe più attaccato. Ci avrebbe seguito.

Io e Pad ci guardammo, scambiandoci un occhiolino. Sì, cervi e cani sono perfettamente in grado di fare l’occhiolino, grazie tante. Almeno, se c’è un umano a controllarli…

Poi ci dirigemmo lentamente verso l’uscita, lui davanti con Worm, Moony in mezzo e io in fondo.

Senza farne parola con Remus (altrimenti era davvero la volta buona che ci faceva secchi), io e Sirius avevamo deciso che eravamo abbastanza sicuri di lui da poterci arrischiare fuori dalla Stamberga Strillante, perché francamente non era giusto che Moony dovesse restare confinato in uno spazio minuscolo quando tanto eravamo in grado di controllarlo. E poi… ah, che tentazione irresistibile… La scuola a nostra completa disposizione, solo nostra, scintillante sotto la luce argentea della luce… era uno spettacolo tale da mozzare il fiato. E poi il parco era così grande che non c’erano pericoli. Alla peggio, avremmo potuto svignarcela nella Foresta Proibita.

Arrivammo all’imboccatura del passaggio, e scorsi Wormtail scivolare fuori per bloccare i rami del Platano Picchiatore. Moony parve d’improvviso diventare consapevole di dove ci trovassimo, perché scosse il muso e fece per tornare indietro, ma io lo sospinsi gentilmente in avanti, indicandogli l’uscita con il muso, incoraggiante. Padfoot si unì a me, saltellandogli incontro e tirandolo per la pelliccia.

Lui mi stava fissando con occhi pienamente remusiani. Aveva paura, una paura dannata. Non voleva uscire.

Come si fa ad aver paura di te, pensai, mentre a spinte leggere e versi di incoraggiamento lo portavamo verso la luce.

Pad uscì per primo, per ogni evenienza, e Moony lo seguì con grandi esitazioni. Una volta fuori, tuttavia, non riuscì a trattenersi: di fronte allo splendore della luna piena, alzò il muso al cielo e lasciò un lungo ululato che rimbombò nel relativo silenzio della notte, mentre anche Pad cominciava ad abbaiare e io stesso mi ritrovavo ad alzare il mio bramito alla notte.

Un nuovo saluto per un nuovo inizio. Noi salutavamo la nostra oscura Signora prima di addentrarci nei suoi meandri, liberi, senza confini. La notte era nostra.

Eravamo tutti esaltati. Non dovevamo più restare confinati nella Stamberga, avevamo altre possibilità, possibilità nuove ed allettanti da scoprire. Tutto quello spazio a nostra disposizione… se fossi stato umano, avrei riso.

Cominciammo a correre lungo il lago, Wormtail sulla mia groppa e Moony fra me e Padfoot, mentre ci muovevamo sempre più velocemente, sempre più velocemente… anche Moony si era rilassato, lo vedevo da come correva, da come ringhiava… aveva bisogno di quella boccata di aria fresca, anche per riprendere un po’ di fiducia in sé stesso. Lui. Non. Era. Un. Mostro. Era ora che se ne convincesse, diamine, e se per farlo dovevamo svolgere un compito piacevole, be’, tanto meglio! La solitudine della notte apriva tutte le porte che avremmo potuto desiderare. Eravamo i Padroni della Luna, come lei aveva cercato di esserlo per Remus.

Rallentai il passo e vidi in automatico anche Pad e Moony rallentare. Ci allontanammo lentamente dal lago e ci dirigemmo verso la foresta.

 

Quella notte, per la prima volta, riuscimmo a seguire l’intero perimetro delle mura di Hogwarts, vaste miglia e miglia. Tornammo, stanchi morti, che era quasi l’alba. La luna sarebbe tramontata tra poco e non eravamo ancora abbastanza vicini alla Stamberga Strillante, né ci avanzavano abbastanza forze per poter accelerare il passo.

Moony era in difficoltà, lo vedevamo da come si muoveva. Probabilmente la ritrasformazione era più vicina di quanto avessimo calcolato.

Senza nemmeno aver bisogno di metterci d’accordo, sia io che Pad rallentammo e ci portammo al passo, pur stando più attenti a non porci a vista del castello: per quanto fosse troppo presto anche per lo studente più mattiniero, non avevamo più l’ausilio dell’oscurità a coprirci.

Ad un certo punto, a poca distanza dal Platano, Moony si fermò con uno spasmo e un lungo uggiolato gli uscì dalla gola. Io e Pad ci lanciammo un’occhiata allarmata: si stava per ritrasformare.

Riuscimmo a spostarlo fino al limitare della foresta, dove sarebbe stato più al sicuro, e tenemmo Wormtail di guardia, mentre aspettavamo che Remus finisse di tornare umano.

Fu meno lungo del solito: ci fu solo un lungo tremito diffuso e Remus tonò sé stesso, per quanto incosciente. Mi piegai subito sulle ginocchia: dovevamo riportarlo immediatamente alla Stamberga e filarcela, prima che arrivasse Madama Challoner, l’infermiera che solitamente si occupava di lui.

Sirius me lo caricò in groppa e io finii di riassestarmelo mentre da lontano vedevamo il Platano Picchiatore immobilizzarsi: anche Worm aveva capito l’urgenza della nostra situazione. Al trotto, per non rischiare di sbalzare giù Remus né dargli troppi scossoni, raggiunsi il Platano con Pad accanto a me. Piegai la testa al momento di entrare e cercai di  non perdere il passo mentre mi addentravo nella galleria.

Arrivati al punto dove avevo lasciato il Mantello e lo indicai con uno sbuffo a Pad, che si fermò per raccattarlo e prendere Worm. Io proseguii nella mia folle corsa mentre, sopra di me, Remus cominciava a rinvenire. Le scale furono un grosso problema, riuscii a superarle solo girandomi continuamente e tenendo Remus con i denti.

Alla fine, comunque, riuscii ad entrare nella Stamberga e mi ritrasformai, giusto in tempo per vedere Remus tossire e aprire gli occhi. Sirius mi raggiunse in quell’istante e si trasformò anche lui per aiutarmi a mettere Remus sul letto.

«Tutto a posto vecchio mio, è andata benone anche stavolta» gli dissi con un sorriso a trentadue denti mentre si girava verso di me.

«James…» mormorò mettendomi a fuoco. «Sirius…» Provò a tirarsi su, ma Sir lo tenne sdraiato.

«Sta giù, vecchia carcassa, sarai stanco morto» gli disse ridacchiando.

Remus lo guardò con occhi appannati. «Ho fatto uno strano… sogno» disse incerto guardandoci. «E non avevo mai fatto sogni durante le trasformazioni… di solito sono solo un lungo, immenso buco nero che non riesco a mettere a fuoco. Ah!» Si portò una mano agli addominali con una smorfia. «Era tutto buio… e c’era la luna che ballava con noi… e stavamo volando… volando…»

«Moony, dovresti andarci piano con la grappa a stomaco vuoto» commentò Sirius mentre anche Peter arrivava e si ritrasformava.

«Ehilà, Moony!» lo salutò tutto contento sedendosi sul letto. «Piaciuta la scorrazza…» Io e Sirius gli tappammo la bocca prima che potesse fare altri danni.

Non che non lo avremmo detto a Remus, ma… un passo alla volta, ecco.

«La cosa?»

«Oh, com’è tardi, Madama Challoner starà per arrivare…» lo interruppi io ad alta voce guardando un inesistente orologio al mio polso. «Ci spiace, Remus, le domande a dopo, ora dobbiamo proprio scappare…»

«Eh già, dovremo farci una sana dormita, e la consiglierei anche a te, Rem, in realtà…» mi supportò Sirius mentre prendeva la bacchetta e ritrasformava Peter in topo prima di metterselo in tasca. Meglio non correre ulteriori rischi.

«C’è qualcosa che mi dovreste dire, voi due?» chiese Remus guardandoci in modo fortemente sospettoso. Come se non si fidasse di noi!

«Assolutamente no!» risposi io con un sorriso smagliante. «Niente che non possa aspettare fino a domani, se non altro…»

«Certo, ti diremo tutto una volta dimesso» promise Sirius con un sogghigno. «Ma…» Vidi uno sguardo allarmato passargli negli occhi e lo sentii anch’io: un cauto rumore di passi in avvicinamento.

Gli feci freneticamente cenno con la testa e gettai addosso ad entrambi il Mantello, proprio nel secondo in cui Madama Challoner entrava con la punta della bacchetta accesa e un’occhiata scrutatrice verso il punto in cui eravamo nascosti. Ma durò solo un attimo.

«Va tutto bene, signor Lupin?» gli chiese premurosa avvicinandosi, mentre lui distoglieva il suo sguardo inquisitore da noi, invisibili, e si rivolgeva a lei.

«Credo di sì, Madama» rispose, garbato come sempre. Dentro di me, gli feci un silenzioso clap clap. Espressione disinvolta quanto bastava, ripresa veloce. Checché ne dicesse la sua mania per le regole, Remus era un Malandrino a tutti gli effetti.

«Venga, la accompagno in Infermeria…»

«Vengo…»

Mentre usciva, Remus finse di incespicare e ci guardò di nuovo. Il suo sguardo era cambiato nuovamente, ora ci stava chiaramente dichiarando: “Quando torno in Sala Comune parleremo”.

«Pad, amico mio» mormorai non appena l’eco dei loro passi si fu persa in lontananza, «credo che dovremo armarci di tanto coraggio e sangue freddo.»

«Temo proprio di sì, Prongs» annuì lui solennemente mentre uscivamo fuori dal Mantello. «E poi dicono che dovremmo preoccuparci dei G.U.F.O.! Credo sarebbe meno pericoloso affrontare ventiquattro G.U.F.O. piuttosto che il solo Moony non appena gli diremo cosa gli abbiamo fatto fare…»







Il giudizio di malandrina4ever e Lellas92

 

Quarta Classificata

“Padroni della Luna” di LadyMorgan

 

Giudizio di malandrina4ever:

-Grammatica: 10/10

-Stile: 9/10

-Originalità: 8.5/10

-Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

-Sviluppo della trama: 8.5/10

-Attinenza alla ‘situazione’: 5/5

-Gradimento personale: 10/10

Totale: 61/65

 

La grammatica è perfetta, inizialmente avevo dei dubbi su quel ‘sé stesso’, perché a scuola mi hanno insegnato che il ‘se’ vuole l’accento solo quando non è seguito da ‘stesso’, invece poi cercando un po’ su Internet ho scoperto che sono corrette entrambe le forme^^ Mi piace il tuo stile (come sai già XD), semplice e scorrevole, ti permette di immergerti subito e totalmente all’interno della storia. La trama è ben sviluppata e perfettamente attinente alla situazione data, e sempre considerando la situazione sei stata anche abbastanza originale, io non avevo pensato minimamente a quelle uscite notturne dei malandrini. La caratterizzazione è semplicemente perfetta: sono loro, sono i malandrini, ogni tua parola lo conferma, a partire dal rosicchiarsi le unghie persino da topo di Peter, per finire con le battutine di James e Sirius e la preoccupazione di Remus. Forse Sirius e Peter sono leggermente meno presenti degli altri due, ma anche se con meno parole li hai delineati alla perfezione lo stesso, a mio avviso. Questa è senza dubbio una delle storie che ho preferito, come puoi vedere dal gradimento personale^^

 

Giudizio di Lellas92:

Grammatica: 10 /10

Stile: 8.5 /10

Originalità: 8 /10

Caratterizzazione: 8.5 /10

Sviluppo trama: 8.5 /10

Attinenza: 5 /5

Gradimento personale: 9 /10

Totale: 57.5/65

 

Dunque, grammatica perfetta ^^ Abbiamo avuto un po’ di incertezza su alcuni punti, ma poi abbiamo scoperto che hai usato una forma accettata come corretta, per cui niente da dire =)

Lo stile è coinvolgente, fluido, la storia si legge senza nessuna fatica; sei riuscita a trasmettere benissimo le sensazioni dei personaggi. Molto bene ^^

La storia è originale, magari inizialmente uno può pensare che l’idea di una notte di luna piena sia banale, ma introducendo la novità della prima “libera uscita” con il licantropo è decisamente originale ^^

Per quanto riguarda la caratterizzazione ho amato moltissimo i personaggi di James e Remus, li hai descritti molto bene e che dire, sono proprio loro ^^ Mi dispiace che Sirius e soprattutto Peter compaiano un po’ di meno, parlano e ci sono nella storia per carità, però sono un po’ meno definiti degli altri due, niente di grave in fondo lo spazio è quello che è, e hai fatto comunque un ottimo lavoro! =)

La trama è molto bella, non succede moltissimo, ti sei soffermata molto di più sui pensieri di James e sulle descrizioni, ma questo non la rende assolutamente piatta! Non è niente di complicato, ma è proprio la sua semplicità che me l’ha fatta piacere ^^

Attinenza ovviamente il massimo del punteggio ^^ La storia si svolge di notte e quindi sei stata attinente XD

Credo sia ben evidente che la storia mi è piaciuta =) Mi aspettavo qualcosa di bello (malandrina ti fa un’ottima pubblicità XD) e così è stato; il pezzo che ho preferito è stato quando James e Remus rimangono da soli, mi sembrava proprio di essere lì nella Stamberga insieme a loro ^^ Merito delle descrizioni ;) Complimenti! ^^

 

Punteggio Totale: 118.5/130

 

 

 

E a questo punto, più che dire ^^, grazie mille alle giudicesse e complimenti a tutte le altre partecipanti, cos’altro potrei aggiungere? Solo parole superflue...

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