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Autore: moony94    22/07/2010    3 recensioni
Un vampiro e un'umana. Uniti finalmente, oltre che con il cuore, da un anello. E' giunto il momento per Bella di "celebrare" le nozze nella maniera desiderata...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Desiderio

Dolce.
Il suo profumo irresistibile, i suoi occhi lucidi e annebbiati dall’eccitazione, ma soprattutto l’atmosfera che la situazione aveva assunto.
Era dolce la mia insicurezza, non perché avessi dubbi o ripensamenti, bensì perché non sapevo agire in quell’esatto istante. Si era finalmente mostrato a me, completamente nudo, in un’espressione tanto eccitata e imbarazzata quanto estremamente erotica.
Dolce perché sentii attraversarmi un fiume di tenerezza nel cuore, per un attimo ebbi la forte tentazione di coccolarlo. Fu amabile il modo in cui ci fissammo, timidi ed esitanti, al centro esatto della passione.
Avvolsi nella mia mano calda la sua virilità, Edward si lasciò sfuggire un ringhio e un tremito. Mi ricordai quanto fosse difficile per lui controllarsi proprio in quel frangente.
Lo vidi chiudere gli occhi e godere il ritmo della mia mano, stavo acquisendo padronanza di quel gesto poco disinvolto. Lentamente, conquistai la sicurezza a cui ambivo: ero riuscita nel mio intento, gli stavo dando piacere e lo potevo notare dalla spasmodica forma in cui agitava le gambe, le sue dita gelide che raggiunsero il mio viso e si lasciarono andare in una carezza troppo delicata, probabilmente a causa del suo rigido controllo…
Ti voglio.
Lambii l’estremità del pene con un dito e sussultò sotto il mio tocco. Mi lanciò uno sguardo con i suoi occhi semichiusi: intravidi una punta di rosso nelle iridi e mi inquietai. Ma mi distrassi immediatamente, presa dalla frenesia del momento.
« Bella… » pronunciò il mio nome con voce roca. « Di… più… »
Cosa intendeva con di più?
Capii ben presto cosa volesse dire.
Mi chinai tra le sue gambe virili e avvicinai le labbra al suo interno coscia. Avvertii due brividi: il mio e il suo. Sfiorai il suo inguine con la punta della lingua, lui accolse il mio viso dischiudendo appena le gambe. Ci guardammo di nuovo, arrossii alla sua dolcezza e alla mia malizia.
Con le labbra mi avvicinai alla sua eccitazione, oramai sempre più gonfia di desiderio, mi diressi verso i suoi testicoli e vi posai un bacio. Un altro fremito. Risalii verso la sua lunghezza e la circondai con la mia bocca: un massaggio con una carica erotica che non credevo di poter ottenere.
Avevo sempre avuto paura di non essere in grado di trasmettergli tutto il piacere che contenevo nel mio corpo esile e umano, ma finalmente ebbi le idee chiare. Manuali e istruzioni sul sesso, sui preliminari: a cosa servono, quando c’è l’amore? Proprio perché lo amavo, tutto mi veniva naturale. Potevo osare l’estremo senza pudore, perché amavo ogni singola parte del suo corpo, potevo accogliere il suo desiderio nella mia bocca senza preoccuparmi di non esserne all’altezza - come invece avevo fatto sino ad allora - perché sapevo che Edward avrebbe provato piacere anche se lo avessi sfiorato nella peggior maniera. Perché anche lui mi amava.
Persa com’ero nelle mie riflessioni, mi accorsi di averlo portato al suo limite. Mi inondò le labbra del frutto del suo desiderio, ne gustai bramosa il sapore e ne fui ampiamente soddisfatta.
Edward si accasciò sul letto, stremato da tanto ardore. Gli sorrisi, appagata della mia opera.
Mentre ricambiava, ribaltò le posizioni. Mi ritrovai sotto di lui, sotto il suo sguardo penetrante, con un riflesso di ferocia e intraprendenza. Con un gesto avventato, mi strappò l’intimo di dosso. Le mie mani ricoprirono il basso ventre, ma le sue mi invitarono a spostarle. Lo feci, ormai non vi era più motivo di essere imbarazzata. Non dopo essere entrata a contatto con la sua intimità.
Edward diede un’occhiata fugace alla mia nudità: percepivo dai suoi movimenti rapidi tutta la sua timidezza, discrezione. Ma anch’egli, come me, si fece inaspettatamente avanti. Tenni a mente che doveva pur lottare contro i suoi istinti.
Percosse interamente il mio corpo, dalla spalla sino all’addome, con le sue dita perfette; si insinuò nella mia femminilità e la rasentò appena. Mi stuzzicò con la punta del dito e mi sfuggì un sospiro. Edward colse l’occasione per toccarmi con più audacia e i miei sospiri divennero veri e propri gemiti.
« Ti piace così? »
« Continua… » Portò le labbra sulla mia intimità, con la lingua tracciò dei piccoli cerchi. Si spostò sull’inguine e lo accarezzò con la punta del naso. Non riuscii a trattenere ulteriori gemiti, ero immersa in uno stato di eccitazione tale da non controllare più la parte razionale di me stessa.
Come faceva lui, bilateralmente tentato dal mio corpo, a resistere mentre io, in trance solo davanti alla sua nudità, avevo abbandonato i freni inibitori?
Edward ritornò al fulcro del mio piacere, affondò il suo viso in me. Mi sentii in una posizione dominante, osservandolo sottomesso al mio desiderio, ma allo stesso tempo mi sentii altrettanto sottomessa alle sue attenzioni. Infilai una mano tra i suoi capelli ramati, con l’intento di rivolgergli una carezza ma, non appena avvertii un suo dito penetrarmi, li strinsi in una presa vigorosa.
Distolsi lo sguardo dalla sua nuca per meravigliarmi ancora del suo corpo, non realizzavo ancora di trovarmi lì, su quel letto, con mio marito.
Era immorale fissare la sua virilità risvegliarsi e desiderarla ardentemente?
Non mi importava affatto.
Nel mentre, il mio piacere cresceva, notai il mio addome contrarsi. Non avevo mai provato tali sensazioni, ma ero convinta di non essere lontana dal mio primo orgasmo. Eppure, volli fermarmi prima di arrivarvi.
Allontanai con dolcezza il suo viso.
« Edward, fermati » mormorai. Si accigliò lievemente.
« Perché? »
« Voglio raggiungere il limite con te ».
Non se lo fece ripetere più di una volta. Si scostò dalla mia intimità, circondò le mie spalle con le sue braccia e mi baciò. Dopo tanta passione, mi mancavano i suoi baci casti.
Ci guardammo negli occhi per un tempo infinitesimale. Arrivò la travolgente – e allo stesso tempo sconvolgente – consapevolezza del fatto che quello fosse l’ultimo sguardo della mia verginità.
Travolgente perché la soddisfazione di essere giunta all’ultimo gradino della scala mi riempì di felicità.
Sconvolgente perché si trattava della parte più rischiosa del gioco. Quel gradino sconnesso.
La necessità di tranquillizzarmi mi portò a pensare al severo autocontrollo a cui Edward si era sottoposto. Non si era mai scomposto del tutto, non era mai andato fuori gli schemi.
Ma ora, completare quel momento intriso di amore e gioia si poneva come un rischio?
Desiderai provarlo sulla mia stessa pelle.
Nello stesso istante in cui confermai la mia decisione, anche solo con il pensiero, Edward entrò in me.
All’inizio, la sua erezione mi penetrò appena, ma in un millesimo di secondo tutto cambiò. Avvertii quel dolore lancinante di cui avevo avuto tanta paura, e mi lasciai scappare un gridolino.
« Va tutto bene, amore mio? » mi chiese preoccupato. Adoravo la sua premurosità.
Mi avvinghiai al suo corpo marmoreo nel vano tentativo di attenuare il dolore. Ma non dovetti fare nulla, stava già passando.
« Ora sì, scusami tanto » gli sorrisi debolmente.
« No, scusami tu, purtroppo faceva parte della… » non trovava le parole adatte. Atipico per una persona spigliata come Edward. « situazione » ricambiò il sorriso.
E all’improvviso, lo vidi cambiare totalmente espressione.
Capii il perché. Non avevo considerato quella conseguenza.
Il sangue si riversò sul bellissimo lenzuolo. Rimasi assorta a fissarlo, impotente.
Il cuore pulsò ancora più rapido, sollevai nuovamente lo sguardo verso mio marito.
Notai il repentino mutamento di colore delle sue iridi: dall’ambra al cremisi.
Sconvolta dal terrore e dalla percezione che Edward potesse scattare da un momento all’altro, fuggii.
Tentai di non voltarmi, incuriosita com'ero dal suo atteggiamento. Ma immaginavo che anche lui avesse tentato la fuga.
Mi ritrovai a piangere senza nemmeno accorgermene. Le lacrime mi rigavano il volto come lame affilate. Corsi più che potevo, ma temevo di non trovare vie di uscita. Pensai comunque a un luogo in cui il mio odore si disperdesse facilmente nell’aria. E terminai la mia fuga rannicchiandomi sulla riva della spiaggia.

Buonasera a tutti (: Finalmente sono riuscita ad aggiornare! Molto probabilmente la storia si concluderà nel capitolo successivo. Non vi farò attendere molto, don't worry ;) Vi ringrazio di nuovo per quei pochi, ma essenziali commenti. E grazie anche per la pazienza, per le attese, per l'attenta lettura... Ne sono davvero felice ^_^
A presto!

  
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