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Autore: Lily Felix    23/07/2010    1 recensioni
Allora...o dio son emozionata...è la mia prima FF...di solito scrivo poesie o storie per mio puro diletto...mi han parlato di questo sito ed allora...perchè non provare anche qui?Alcune informazioni non son proprio esatte ma vedo che qui è molto schematico. E' una storia di sentimenti ma vi son anche intrighi,passioni,scenette comiche e poi non è sepre nel Rating Rosso ma l'ho messo li perchè prevedo che alcuni capitoli siano un po' forti.Poi Si è un intreccio fra varie saghe fantasy (principalmente due) ma molto è anche frutto della mia mente bacata ! Detto questo spero che vi piaccia...Abbiate Pietà di me!! Allora Come leggete nel sotto titolo è una FF dedicata a Severus Piton ed è in line collaterale con il 6° e forse 7° libro della saga ed un pò di altri elementi fantasy di altre saghe.Vi son vari personaggi inventati fra cui la protagonista della storia , Ginevra Lolli, una studentessa italiana al 6° anno che scelta da Silente finirà gli studi ad Hogwarts.Ma lei non è una studente come altre... Perchè? Be leggete e scopritel!. Baci GossipGirl...no scherzo! BAci Lily Kowalski
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11 capitolo
Capitolo 11

0.00.
Il letto era ancora sfatto e Rebus dormiva beato sorridendo dolcemente. Lo smoking pronto per il grande evento. Il loro matrimonio.
Si sarebbero congiunti a casa dei placare, come aveva chiesto Lily. Ci teneva a veder l'amica in abito nuziale.
Aveva preparato tutto : il caterin, gli addobbi, il pranzo, la musica... una cosa semplice semplice insomma.
Lily gli aveva detto che la sera prima del matrimonio  non dovevano vedersi. Portav
a sfortuna. Ma loro non erano superstiziosi... forse questa volta fecero male.
Era seduta alla finestra coperta solo da una camicia dell'amato semi aperta che profumava fortemente di cacao. La penna scorreva veloce sulla pallida pergamena e la luna argentata illuminava timida la stanza facendo brillare il castano crine e la diafana pelle di lei.
Le guance rigate dal nero trucco sceso dai glaciali occhi . Si tratteneva a stento dallo scoppiare in un pianto disperato ma doveva essere forte. Lo doveva esser per tutti e due. Per il loro futuro.
Si avvicinò a lui, ancora nudo, coperto dal sudore perlaceo  e dalle coperte. Lo guardò con tutto l'amore che aveva nel cuore. Lentamente si costo sul suo capo donandogli un leggero bacio sulla fronte e sussurrandogli lieve per non svegliarlo.
- Tornerò presto amore mio... -
Si ricompose lentamente appoggiando la lettera sul suo comò insieme ad una rosa dai petali neri.
Si vestì, si sciaquò il volto, si mise il pesante mantello nero, prese la vecchia sacca ed uscì di casa sparendo così per le strade di Londra.
Era il 31 ottobre 1980.

Arrivarono davanti alla casa della ragazza.
-Grazie Rem, ma non dovevi scomodarti -
- Ma figurati. Fare due passi mi fà sempre piacere -
affermò dolcemente osservando la ragazza salire le scalette. Il quartiere era molto carino, tipico del centro Londra.
Le finestre eran ricoperte di violette che emanavan un profumo frizzante, quasi desse energia il solo annusarlo.
- Bhe... potremmo... ogni tanto se vuoi...fare due passi insieme ...-
Affermò Tonks arrossendo lievemente. I capellidivennero lievemente luminosi dall'imbarazzo. Lui sollevò un sopracciglio sorridendo dolcemente.
- Non credo sia possibile adesso visto che domani devo partire .-
La ragazza si spense sconsolata .
- Oh... gia...vero...scusa...-
Ridacchiò alla sua reazione.
- Quando tornerò ti prometto che ,un giorno, facciamo una bella passeggiata, ok? -
- DAVVERO!?! ...C'è...voglio dire...me lo prometti?? -
- Si, promesso -
La rassicurò dolcemente. Ritornò euforica. Fece per dargli un bacio ma si trattenne entrando in casa, incapace di capire più nulla.
Lui scoppiò a ridere allontanandosi. Lentamente camminando la risata si spense in un lieve sorriso quando passò davanti alla loro vecchia casa.
Si fermò ad osservarla.
Era rimasta uguale a come l'aveva lasciata l'avevano lasciata. Stesso giardino fiorito, stessi alberelli. L'edera era ancora folta sui muri di pietra e quel lieve odore di rose impregnava ancora l'aria.
Una lieve lacrima scese disegnandogli lenta il contorno delle labbra sorridenti.
Quanti ricordi. Quanti bei momenti. Poi, all'improvviso, tutto finì per una lettera.
Sospirò lieve  infilando la mano nella tasca del malandato cappotto estraendo così la pergamena.
L'aveva conservata da allora.
- Hai mantenuto la promessa -
Sussurò fra se e se stringendo forte fra le dita il pezzo di carta per poi reinfilarlo nella tasca e lentamente voltarsi per proseguire il cammino sperando, nel profondo del suo cuore, che un giorno non molto lontano potesse tornare, guardando la dimora, a chiamarla "la nostra casa"

Il resto delle vacanze di Natale passarono velocemente nel totale relax e divertimento.
Ora però era tempo di tornare alla realtà.
Erano in camera le tre ragazze e stavan preparando i bauli quando Ginny si sedette sul letto sospirando.
Gin ed Hermione si guardarono perplesse finchè l'ultima non aprì bocca.
- Che hai bella? -
- Niente...-
- Si certo come no... raccontalo a Lavanda -
- Ma è vero! -
Gin si avvicinò alla rossa
- E' per Harry vero? -
- No! Cosa Dici?! Io sto con Seamus e...-
-...ed Harry ti piace ancora -
Rimase in silenzio guardando il golfino che stringeva fra le dita
- E' così, vero ciccia? -
- ...si...-
- Ginny! Benedetta Circe e perchè non ielo dici?! -
- Non è facile Hermy...Seamus mi ama così tanto...non posso fargli questo torto... -
Le due ragazze si guardarono finchè Gin non prese parola.
- Lo so che è dura smettere una storia una storia per incominciarne  una nuova dove le certezze son davvero poche ma io sostengo che è meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati -
Le posò la diafana mano sulla spalla fissandola poi nelle iridi. Lentamente Ginny sorrise.
- Hai ragione! E che miseriaccia! Appena torniamo a scuola lascio Seamus -
- Brava! -
Esultarono le amiche tornando a fare i bauli.
- Comunque devo dire che è cambiato tanto... -
- Dici? Sai lo conosco solo da quest'anno, non saprei -
- E' molto cambiato. E'...più cupo più...pensieroso...tende ad isolarsi molto... -
- Ginny ha ragione -
Confermò Hermione sedutasi sul suo baule per cercare di chiuderlo.
- E' completamente cambiato da quando Sirius è morto... -
A quelle parole Gin si bloccò. Il volto sbiancò completamente e le mani incominciarono a tremare lievemente.
- Sirius? S Sirius Black? -
Domandò trattenendosi dal piangere e cercando di nascondere la sua espressione.
- Si. L'anno scorso...nell'ufficio misteri del Ministero della Magia... -
Rimase immobile come chi riceve una pugnalata in pieno petto
- Lo conoscevi? -
Chiese l'amica preoccupata avvicinandosi a lei .
- S si... era... era ... era un amico... un amico di f famiglia...raga scusate potete lasciarmi un attimo sola? -
Chiese con flebile voce. Quella che riusciva a tirar fuori. Hermione fece per controbattere ma la rossa la trattenne convincendola ad uscire chiudendo lentamente la porta.
Rimasta sola in stanza con la bacchetta lanciò velocemente un incantesimo insonorizzante e, presa dalla rabbia, iniziò a gridare, ad inveire ed a sbattere qualsiasi cosa gli capitasse a tiro contro il muro o sul pavimento sfasciando così i bauli e rompendo lampade e vasi.
Lentamente la sua ira si placò lasciandosi scivolare , appoggiata di schiena al vecchio armadio di cigliegio, a sedere per terra.
- Felpato...no... -
Sussurrò a malapena col viso fra le mani. Non era possibile. Non poteva che esser solamente un brutto incubo.
Black non poteva esser morto...non così facilmente...
Si tirò su a fatica e lentamente raggiunse il letto dove vi eran il suo baule. Lo aprì rovistando fra i vestiti e prendendo in mano un vecchio diario in cuoio. Lo aprì lentamente e ne estrasse un foglietto bruciacchiato ed ingiallito. Dentro vi eran disegnati a china sette animali: un cervo ed una cerva, un cane, un lupo, una volpe, un corvo ed un topo. I primi tre erano appena visibili, immobili, come se il disegno fosse stato cancellato. Ben visibili invece i quattro restanti. Il topo si nascondeva terrorizzato, il lupo osservava la volpe, il corvo osservava anchessa la volpe ed essa si avvicinava alla figura sbiadita del cane guaiolando il suo dolore.
Le lacrime della ragazza cadevano sul disegno creando chiazze nere di china che subito sparivano come vapo dal foglio senza lasciar la minima traccia.
Con la morte nel cuore ripiegò il pezzo di carta e lo rimise esattamente dove l'aveva preso.
Si sedette sul letto. Oservò la stanza notando il casino fatto. Con un colpo della sottile bacchetta risistemò tutto come se nulla fosse accaduto.
Ma qualcosa era successo; qualcosa che nessuna bacchetta di questo mondo avrebbe mai potuto "riparare" .

Era nel bosco appena fuori Hogsmead e si stava dirigendo al castello quando udì dei passi dietro di sè. Si fermò un attimo per ascoltare meglio. Un lieve rumore di foglie gli diede la certezza che dietro vi era qualcuno che lo seguiva.
Silenzioso strinse la nera bacchetta di sorbo ed in pochi secondi si voltò puntandola, con estrema precisione, al collo di Bellatrix Lestrange.
- Che ci fai qui? -
Domandò glaciale. Lei gli sorrise beffarda
- E' così che si salutano le amiche? -
Con il dito indice della mano destra abbassò la bacchetta del professore.
- Non sei molto gentile sai? Potrei prendermela male ed offendermi -
-Risparmia il fiato Bella. Cosa vuoi? -
Sbottò scocciato rifoderando la bacchetta.Ridacchiò con fare da pazza.
- Mmm Sevvy siam nervosetti? Un tempo non mi trattavi così...-
Si avvicinò con fare sensuale a pochi centimetri dal suo volto.
-...soprattutto sotto le coperte. -
- E' successo una volta tempo fa per sbaglio -
- Ma è successo Sev... -
Gli occhi grigi fissi in quelli neri di lui.
- Che- cosa-vuoi?! -
Chiese ulteriormente innervosito ed a denti serrati.Bellatrix ghignò sadica.
- Il "signore oscuro" è ansioso di conoscere i risultati del suo "prediletto" -
L'uomo sollevò un sopracciglio.
- Riferisci al "signore oscuro" che tutto procede secondo i piani... -
Si voltò per andarsene.
- E che non ha nulla di cui preoccuparsi... -
Da dietro le sue spalle sbucarono le mani di lei intente ad accarezzargli il petto in modo frenetico.
- Ho ma lui non si preoccupa... -
affermò con lieve voce roca.
- ... son io che son tesa. Sai, ci terrei che mio nipote rimanga in vita... -
Gli lecco lievemente il collo abbassando il bavero della casacca. Un senso di puro disgusto pervase l'uomo che però rimase impassibile.
- Cos'è? Al "signore" non va più di giocare con la sua "bambolina" ? -
Domandò severo prendendola per un polso ed allontanandola da lui. Lei fece una finta faccia dispiaciuta.
- Sev, mi manchi semplicemente, no? -
-  Si certo raccontala ad un altro. Ora, se non ti dispiace, dovrei andare -
E così affermando le lasciò il polso dirigendosi poi nella fitta boscaglia.

17.30.
Eran appena giunti ad Hogsmead. Il cielo era particolarmente grigio ed il vento era tagliente come una sottile lama.
Ginevra scese dal treno insieme ad altri Capiscuola fermandosi, un attimo, ad osservare il paesaggio.
In quell'eccesso di grigio e di vento solo Hogwarts pareva schiarita dalla flievole luce del sole.
Che tutte le sue speranze ed i suoi sogni  fossero rimasti per semple li? Oppure era un segno? Il simbolo dei popoli a non mollare? A non lasciar morire la speranza?
Perchè anche nei momenti più bui la luce più piccola può contrastare le tenebre. Ma, nell'oscurità della sua anima, la fiamma di Ginevra incominciava seriamente a traballare.
Quanto tempo sarebbe rimasto prima che lui la trovasse?
- Che stai pensando Gin cara? -
Chiese Priscilla avvicinandosi all'amica pensierosa
- ... Al tempo...alla vita... -
Rispose assorta per poi voltarsi sorridendole dolcemente.
- Ragazze sbrigatevi! -
Gridò da lontano un compagno di Tassorosso. Ridacchiando lo seguirono non accorgendosi che, dall'alto, un corvo ,vigile e tetro, le stava osservando. Veloce si posò sulla spalla della bionda.
- Mh? Gin! Non sapevo avessi un corvo! E' davvero carino! Ma che bel corvetto! -
La Corvonero cercò di accarezzarlo ma, come risposta, il volatile cercò di staccarle un dito.
- Ei! Deve esser selvatico! Brutto cattivone -
La guardò male gracchiandogli contro, poi voltò il capo verso Ginevra iniziando a strusciarsi affettuoso.
- Che carino... lo chiamerò Black -
Il corvo reagì indispettito da quel nome ma subito si ricompose fiero.
Le due ragazze scoppiaro a ridere.
Il corvo si voltò un attimo verso la boscaglia. Due occhi grigi colmi di follia li stava spiando scoppiando successivamente in una risata malsana.


   
 
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