Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Argentey    23/07/2010    1 recensioni
Diana è una ragazza semplice, socievole e simpatica. La conoscono un pò tutti, in paese, da quando era ancora in fasce.
E Diana, dopotutto, ama la sua vita, i suoi amici, il verde della campagna. Poche cose Diana odia, e una di queste è la città.
Anche perchè è proprio in una delle città più famose e popolate come Tokio, che Diana inizierà a vivere..
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"BENE" pensò Diana mentre mentalmente imprecava come una camionista. "mi sono persa!" Persa in una città che non conosceva, per giunta!
Diana si chiese sarcasticamente se avesse dovuto mettersi a fare l'autostop per tornare a casa.
Si sedette su dei gradini che portavano in cima a una collina e si massaggiò le tempie, cercando di mantenere la calma, mentre sentiva il sangue affluire al cervello e il senso di 'cityfobia' aumentare.
<< Ehy ciao, che ci fai seduta qui?>> una voce cristallina e tipicamente giapponese la riportò alla realtà. Alzò gli occhi e si ritrovò a tu per tu con una ragazza in minigonna verde che, evidentemente, non sapeva farsi gli affari suoi.
<< niente.. >> borbottò ostile. Lei detestava la città e quindi, di riflesso, detestava anche i suoi abitanti.Era un ragionamento un tantino infantile ma difficile da sradicare.
<< io sono Kagome Higurashi! piacere!! >> disse l'altra, entusiasta, porgendole la mano. Diana la guardò come si guardano gli asini prima di comprarli.
Guardò la mano tesa verso di lei e fece una rapida analisi mentale; se fosse o meno il caso di fare conoscenza con una squilibrata della città.
<< Diana >> disse prima di aver veramente deciso e strinse senza troppo calore quella manina candida.
Fece un confronto tra la sua mano, grande e ruvida con quella piccola e morbida della ragazza che le stava di fronte.
Quella Kagome le si sedette in fianco, aggrazziata unendo le ginocchia elegantemente. Con disappunto maggiore Diana constatò che lei, invece, era messa a gambe aperte con i gomiti sulle ginocchia.
Per coerenza non si mosse di un millimetro dalla posizione sgraziata che aveva e girò la testa arruffata verso quel viso dolce e delicatamente incorniciato da lunghi e morbidi capelli.
Con un grugnito animalesco Diana distolse lo sguardo e con rabbia si rese conto di essere un tantino invidiosa di quella ragazzetta.
<< che cosa fai sulle soglie della mia casa? >>
<< veramente sto su una scala.. >> rispose Diana perplessa, non notando nessuna porta d'accesso ad una casa. La ragazza sorrise e la invitò gentilmente a bersi un tè.
Fu insistente a sufficenza da trascinarsi la povera contadina su per le scale fino al tempio.
Diana si ritrovò in un ampio piazzale, e si rese conto che forse, quella Kagome non sapeva cosa fossero le soglie visto che quella di casa sua era a minimo un kilometro da dove lei era prima.
Entrò in casa sua scettica, lasciando cadere gli anfibi con un tonfo sordo.
<< Kagome sei tornata?! >> una voce femminile e gentile risuonò oltre alla porta scorrevole e Kagome rispose con un miagolio di risposta che c'era anche una sua amica.
Diana iniziò a inorridire, quando Kagome pronunciò la parola amica davanti a sua madre.
<< .. si chiama Diana! >> finì sorridente davanti alla mamma e al fratellino. La prima sorridente e il secondo un pò perplesso.
<< ehm... piacere... >> Il bambino la guardava come se avesse avuto un corno in testa e la madre di Kagome come se fosse un nuovo tipo di pulcino peloso. Si sentì terrificata da entrambi quegli sguardi.
<< beh Diana, cosa ti ha portato qui? >>
<< ho perso la strada.. non sono abituata alle grandi città >> tagliò corto Diana, sperando di andarsene il più velocemente possibile. La donna sorrise e Il bambino tornò alla televisione. Kagome studiò la faccia della nuova arrivata con attenzione.
<< io credo di averti già visto! >>
<< impossibile, sono venuta a Tokio solo 4 volte in tutta la mia vita... per il resto abito in uno sperdutissimo paesino in mezzo ai campi>>
Infine Diana rimase con la famiglia Higurashi per tutto il pomeriggio e comunque Kagome, dopo averle fatto girovagare un quarto di Tokyo non era riuscita a farle ritrovare il grattacielo dal quale era partita.
Si era infine deciso per tenerla per la notte. E Diana si sentiva un pò un cane.
Acconsentì senza discutere e, una volta coricata, in un futon vicino al letto della neo amica, aspettò che lei si addormentasse.

L'aria di città era terribile. Aprì la finesta il più silenziosamente possibile e, sono solo una maglietta addosso si sedette sulla tettoia sotto alla finestra e si disetese. Guardò le stelle.
Era a casa di una perfetta sconosciuta.. non riusciva a dormire e non trovava la strada per tornare da suo padre. Gli dispiaceva più che altro per lui.
Tornò dentro, ormai decisa a levare le tende, e velocemente si rivestì. Scrisse un veloce appunto a Kagome dove la ringraziava e le diceva che si era ricordata la strada.
Non ce la faceva più a stare in quella casa, con quelle persone. C'era un qualcosa nell'aria che le pressavva il petto e la faceva sentire in gabbia.
Dopotutto quella ragazza si era immischiata nella sua vita senza permesso. E probabilmente l'avrebbe abbandonata non appena ne avesse avuta occasione.
Passò per la finestra, che poi richiuse silenziosamente. arrivò al bordo della tettoia e valutò se era un salto fattibile.
Piano si attaccò alla grondaia e lasciò penzolare il corpo nel vuoto per qualche istante, poi mollò la presa e atterrò con un leggero scalpiccio sulla ghiaia. Fatta!
Doveva solo trovare le scale, ora. Fece per muoversi ma poi un'ombra la immoblizzò sul posto.
Nello spazio di un respiro era tutto passato. L'ombra era scomparsa così come era apparsa.
Forse era stata solo una sua impressione. Per un attimo pensò che non era stata proprio una buona idea, uscire così.
Fece spallucce e si incamminò. Dopo poco si trovò davanti al grande albero che l'aveva tanto meravigliata la prima volta che l'aveva visto. La brezza notturna era piacevole, come un balsamo sulla sua pelle calda.
Toccò la corteccia e la sua attenzione fu catturata da una casupola vicino alla staccionata.
Curiosa vi si diresse e lasciò scorrere la porta. C'erano delle scalette. Era troppo buio per vedere qualsiasi altra cosa.
Indecisa Diana fece un respiro e fece per richiudere la porta.
Ripensandoci la riaprì e, dandosi mentalmente della stupida, fece tre passi all'interno e scese gli scalini.
Era sempre stato così da quando ricordava. Se aveva paura di qualcosa il suo orgoglio le imponeva di uccidere quella paura.
Doveva dimostrare a sè stessa che dentro quel capanno non c'era niente e nessuno.
Colpì una superficie dura con le ginocchia e si immobilizzò. Era praticamente cieca: era troppo buio.
Toccò il bordo di legno rugoso del pozzo e ne saggiò la ruvidità. Ne seguì il controno girando quando il legno cambiava direzione. Percorse il perimetro del pozzo e poi si voltò, nervosa.
Aveva visto che non c'era niente di cui avere paura. poteva anche andarsene.
Qualcosa di peloso e miagolante le fece lo sgambetto e si trovò seduta sul bordo del pozzo, tremante.
Era angosciata e nel darsi la spinta per tirarsi su il legno scricchiolò maligno e lei cadde nel buio.
Diana disse mentalmente addio alla vita e mise le mani davanti alla faccia raccogliendo la testa tra le spalle, aspettandosi il doloroso impatto.

Ma l'impatto non avvenne e Diana si trovò a guardare in alto, completamente distesa sul fondo del pozzo. Pensò solo che non aveva senso vedere il cielo stellato, se era dentro un capanno. Poi sprofondò nel sonno.

Ok, scusate la brevità.... insomma questi sono i primi due capitoli, spero che siano quantomeno decenti!
Spero di aggiornare presto (domenica parto e sto via 2 settimane) :) besos a tutti!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Argentey