Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Hi Ban    23/07/2010    6 recensioni
Sakura poté constatare che, se c’era qualcosa di positivo in tutti i regali che Sasuke anni addietro aveva rifiutato per il suo compleanno, era che poteva restringere il campo, in vista di un nuovo tentativo.
Peccato che il suddetto campo si era ristretto a una ciotola di ramen e ai libretti di Kakashi, perché lei gli aveva regalato davvero tutto. Se si voleva essere precisi gli aveva anche regalato il suo cuore,
tanto per essere sinceri.
Se il ventitré Luglio era stata una data importante per l’Haruno, con l’andare del tempo era diventata fonte di nervosismo e isteria; cosa poteva regalare a Sasuke senza che lo scartasse a priori?

Buon compleanno Sasuke!;D
Sasuke/Sakura
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il regalo più importante


Sakura poté constatare che, se c’era qualcosa di positivo in tutti i regali che Sasuke anni addietro aveva rifiutato per il suo compleanno, era che poteva restringere il campo, in vista di un nuovo tentativo.
Peccato che il suddetto campo si era ristretto a una ciotola di ramen e ai libretti di Kakashi, perché lei gli aveva regalato davvero tutto. Se si voleva essere precisi gli aveva anche regalato il suo cuore, tanto per essere sinceri.
Se il ventitré Luglio era stata una data importante per l’Haruno, con l’andare del tempo era diventata fonte di nervosismo e isteria; cosa poteva regalare a Sasuke senza che lo scartasse a priori?
Certo, forse le cose erano un po’ cambiate da quando avevano dodici anni, come, per esempio, ora lo scoiattolo fedifrago era ritornato a Konoha; avevano vent’anni suonati; stavano insieme. O almeno così sembrava. Era uno strano rapporto il loro, sì.
Non bisognava, però, farsi ingannare dal nuovo legame che univa i due: Sasuke era sempre lo stesso, forse l’unica differenza era che accettava di buon grado la sua presenza, senza rimbeccarla sulla sua indole noiosa.
Restava il fatto che Sakura, anche quel compleanno, non sapeva cosa regalargli.
L’esasperazione era tanta che l’aveva portata anche a chiedere aiuto a Ino, la cui conversazione era stata davvero scarna in proposito, in quanto anche lei voleva più dettagli sul bell’Uchiha che, testuali parole della Yamanaka, ‘aveva tirato su davvero un bel posteriore’.
Aveva anche chiesto a sua madre, Naruto – con scarsi, scarsissimi!, risultati – e persino a Tsunade, che era come una seconda madre per lei. Le aveva proposto una bella bottiglia di sakè, vista la bella occasione, ma a quel punto Sakura, sulla via della depressione più nera, se la sarebbe scolata da sola.
Sì, lo aveva chiesto anche a Sasuke cosa voleva, se avesse delle preferenze, qualsiasi cosa.
I siparietti erano sempre gli stessi.
“Sasuke, che regalo vorresti?”
“Nessuno.”
“Non hai nessuna preferenza?”
“No.”
“Sei sicuro?”
“Nh.” E il colloquio poteva definirsi concluso perché lui iniziava a rispondere a monosillabi, come faceva quando la conversazione non lo aggradava neanche un po’.
Mentre continuava a camminare per le strade del Villaggio, incurante che doveva avere più o meno la faccia di uno Zombie, si spremeva le meningi alla ricerca del regalo perfetto.
Dove fargli un regalo, non stava né in cielo né in terra che il giorno dopo si presentasse a mani nude da lui.
Poteva basarsi sulle passoni del ragazzo, ma, che lei sapesse, erano per lo più tre: i pomodori, i serpenti e le Katane.
Anche con quelle informazioni la situazione non sembrava migliorare.
Cosa poteva fare? Vestirsi da pomodoro?
Decise saggiamente di tornare a casa, visti i pensieri idioti che si stavano affollando nella sua mente.
“Ehi, Sakura-chan!”
Sentendosi chiamare da una voce chiassosa e fin troppo conosciuta, si voltò e incontrò prima lo sguardo azzurro cielo di Naruto, per poi incontrare quello di Sasuke.
Senza un valido motivo, iniziò a boccheggiare, mentre i due continuavano ad avanzare. Sasuke alzò un sopracciglio incuriosito dal comportamento della ragazza e Sakura si diede letteralmente alla fuga, mentre un conato di vomito le saliva in gola.


Era notte fonda e in casa Haruno l’unico rumore era quello prodotto da Sakura, che si rigirava pesantemente nel letto.
La ragazza sbuffò e si stese sulla schiena, troppo stanca anche per scaricare la tensione muovendosi come una posseduta nel letto. Non aveva trovato uno straccio di regalo e il compleanno era domani. La parte razionale di lei le diceva che avrebbe anche potuto non fargli un regalo, forse lui avrebbe preferito, ma non gli aveva dato retta neanche per un attimo. Lei voleva fargli uno stramaledetto regalo.
In un moto di stizza scalciò il lenzuolo ai piedi del letto: non era molto gratificante prendersela con un oggetto inanimato per la sua disfatta, ma era l’unica cosa che poteva fare.
Sakura sapeva che Sasuke non voleva nessun regalo, ecco perché li rifiutava tutti e, a quella situazione, non c’era via d’uscita, lo aveva capito. Ma aveva continuato a cercarne uno, illudendosi di poterlo trovare, perché regalargli qualcosa, secondo un suo astruso ragionamento, era di vitale importanza.
Le sue elucubrazioni mentali furono interrotte da un fruscio che proveniva dalla finestra. Si girò per riflesso, certa di trovare solo ed esclusivamente la tenda, ma invece ci trovò appollaiato Sasuke Uchiha.
Saltò su a sedersi sul letto, spalancando gli occhi per lo stupore. Una volta realizzata la situazione e si fu ripresa dallo stupore, tornò a stendersi. Voltandosi dalla parte opposta al ragazzo.
Si sentiva un’idiota e guardarlo in faccia avrebbe aggravato la sua situazione emotiva.
Lo sentì sbuffare.
“Cosa vuoi Sas’ke?” Mormorò nel cuscino, certa che lo aveva sentito.
“Oggi mi hai evitato.” Disse solo, restando dov’era.
“Non è vero.”
Lui roteò gli occhi al cielo, ovviamente non visto da Sakura.
“Quando mi hai visto oggi sei scappata.” Asserì allora, sfidandola a negare anche quello.
“Non è vero.” Mugugnò.
L’Uchiha si trattenne a stento dall’imprecare sonoramente; se Sakura continuava a negare ogni cosa che diceva lui, sarebbe dovuto arrivare a parlare senza giri di parole, cosa che gli riusciva discretamente male.
“Mi hai mollato con il Dobe oggi, che ha fantasticamente deciso di festeggiare anticipatamente il mio compleanno, visto che domani non c’è.”
E quella, avrebbe voluto aggiungere, era una vera barbarie da parte della sua fidanzata.
In verità, non gliene importava granché di quello, anche perché se Sakura non lo avesse evitato non sarebbe cambiato nulla; Naruto lo avrebbe rapito, ormai da quel ragazzo si ci poteva aspettare di tutto.
Era andato a casa sua, solo perché, per dirla in termini poco romantici, la sua presenza fastidiosa era più fastidiosa quando non c’era.
“Sakura, si può sapere che diavolo ti prende?” Chiese senza troppi convenevoli e, potendo vedere solo la schiena di Sakura, non poté vedere l’effetto di quelle parole.
Quando però vide le sue spalle sussultare di poco contemplò l’idea di scappare dalla finestra da cui era entrato: le crisi emotive di Sakura erano qualcosa a cui lui non riusciva a fare fronte.
“Perché stai piangendo?” Chiese atono, evitando di aggravare la situazione.
“Non sto piangendo.” Disse, mentre un altro singhiozzo le moriva in gola.
“Ah no?” Mossa sbagliata.
“Sì, Sasuke, sto piangendo, ora ti senti realizzato?”
Sasuke alzò un sopracciglio vagamente infastidito: di cosa si doveva sentire realizzato? Non voleva di certo vederla piangere.
“Io non mi sent–”
Sakura si voltò di colpo verso di lui, sdraiandosi supina e guardandolo dritto negli occhi. Gli occhi erano rossi e piccole lacrime solcavano le guance.
“Tu non vuoi dirmi cosa ti devo regalare, come faccio io a saperlo?” Chiese in tono isterico, senza tentare di apparire calma.
Sasuke non sapeva cosa dire, chiedendosi se non si fosse perso qualcosa che aveva scatenato nella ragazza quella crisi emotiva. Quando poi la sentì pronunciare quella frase tutto gli divenne chiaro.
“I-io...” La sua brillante arringa era già giunta al termine e Sasuke ne approfittò per parlare.
“Non capisco perché piangi per una stupidaggine simile.” Disse burbero, pentendosi del tono quando vide le lacrime aumentare.
Era Sasuke che se lo immaginava o lei era leggermente più emotiva del solito?
“Sono stato io stesso a dirti di non volere nessun regalo, non vedo perché tu ti debba affannare tanto per trovarne uno.”
“Io devo farti quello stupido regalo!” Aveva strillato lei in risposta.
Entrambi avevano un punto di vista differente e quello era più o meno per tutte le cose, così come tentare di far ravvedere l’altro sul suo.
“Se io ti faccio un regalo, ti dono qualcosa” Tirò su col naso e continuò “sarebbe come essere più legata a te.” Ammise infine, chiudendo gli occhi e attendendosi qualche reazione da parte del ragazzo.
Il ragazzo in questione, però, non aveva la più pallida idea di cosa fare. Era abituato ai suoi ‘ti amo’ che sapeva essere i più sinceri pronunciati, ma quella sottospecie di dichiarazione lacrimosa aveva avuto un effetto devastante su Sasuke.
Non volle neanche sapere che ragionamento complicato ci fosse dietro ad una convinzione come quella che, ne era sicuro, l’avrebbe portata ad un esaurimento.
Sakura, non sentendo nessun rumore provenire dal ragazzo, non volle neanche aprire gli occhi: con gli occhi chiusi trattenere le lacrime era più facile.
Quando sentì le molle del suo letto abbassarsi sotto il peso di qualcosa gli occhi li spalancò di colpo, fregandosene altamente delle lacrime.
Trovò Sasuke comodamente adagiato di fianco a sé, con le braccia dietro la testa e gli occhi chiusi.
“Sakura, io non voglio nessun regalo, ficcatelo in testa.” Aveva detto, con un’espressione calma, che celava fin troppo bene il casino e la totale assenza di essa che invece c’era nella sua testa.
Perché proprio a lui doveva capitare una ragazza così dannatamente complicata?
L’Haruno al sentire quella frase mise su il broncio, come una bambina piccola, visto che lui, evidentemente, non aveva capito quello che lei gli aveva detto.
“Ma Sas’ke...”
“Sakura, da quando mi ritieni una persona così materialista? Da quando tu sei una persona così materialista?” Chiese esasperato.
Sicuramente, era un pessimo relazionista, ma almeno faceva intendere subito il concetto. La ragazza abbassò il capo: colpita e affondata.
Si girò di scatto dall’altro lato e si rannicchiò su se stessa. Come facessero a starci in due su quel letto era un mistero.
Quando sentì le sue braccia abbracciarla da dietro s’irrigidì come non mai e stette ferma, in attesa di qualcosa, anche se neanche lei sapeva bene cosa aspettarsi. L’Uchiha poggiò la testa sulla sua spalla e sospirò.
“Sakura...” Iniziò incerto, imbarcandosi in un discorso che era decisamente complicato per lui, ma che forse era ora che facesse, a beneficio di entrambi.
“Tu mi hai già regalato la cosa più importante che potevi donarmi.” Scandì le parole con calma, tenendo gli occhi rigidamente chiusi, anche se lei non poteva vederlo.
L’unica reazione che Sakura riuscì ad avere fu un muto ‘oh’ di sorpresa, che valeva più di ben mille parole.
Sapeva a cosa si riferiva e quella consapevolezza la riempì tanto da farle trattenere il fiato senza accorgersene.
Si rigirò velocemente tra le sue braccia, rischiando di far cadere entrambi e rifugiandosi tra le sue braccia.
Sasuke sbuffò e contemporaneamente se la strinse contro: coerenza il tuo nome è Sasuke Uchiha, tanto per intenderci.
E rimasero così, anche perché nessuno dei due aveva più nulla da dire. Sasuke aveva fatto anche più del dovuto a suo parere, visto che era andato a casa di Sakura solo per sapere se avesse trovato qualcosa di più interessante di lui, tanto da trascurarlo a quel modo.
“Oh. Auguri Sasuke.” Disse poi, mezza cascata nel dormiveglia.
Era da pochi minuti il ventitré luglio.
Quell’anno quel giorno era sicuramente cominciato in modo bizzarro.
Non fece neanche in tempo a finire di concepire quella riflessione che Sakura si alzò di colpo dalle sue braccia e portò una mano alla bocca, pallida come un cadavere.
In men che non si dica era volata in bagno, a rigettare quella che era stata la sua cena.


“Sasuke, credo di aver trovato il regalo giusto per te.” Disse Sakura.
Quando Sasuke aveva saputo da lei che non era la prima volta che veniva sorpresa da conati di vomito le aveva quasi ordinato, in pieno stile Uchiha, di andare a fare controlli all’ospedale.
Era stata Tsunade in persona ad effettuare i test, perciò ci aveva anche messo meno del previsto.
“Sakura, il mio compleanno era tre giorni fa, non ricominciare con questa storia.” Aveva asserito seccato.
“No, davvero, Sasuke, credo che questo... ti piacerà.” Disse con un po’ di esitazione.
Erano appena usciti dall’ospedale, quello voleva dire che il regalo ‘perfetto’ lo aveva trovato lì dentro. Riteneva un ottimo regalo, per caso, internarlo nel reparto psichiatrico? O fargli vedere prima tempo l’obitorio?
“Senti Sak–”
“Sono incinta.” Aveva detto in tono leggero, riprendendo a camminare, con le mani dietro la schiena.
Vedendo che il ragazzo non aveva ripreso a fare lo stesso, si era girata; un mosaico di emozioni si facevano largo sul suo volto, concludendo in un’espressione confusa.
Ci mise più del dovuto a riprendere la sua inespressività, ma negli occhi dell’Uchiha c’era un qualcosa che Sakura interpretò positivamente.
Sorrise radiosa, certa che quel regalo a Sasuke piaceva, eccome.



Yup!
Auguri Sasuke!^^
Avevo in mente di scrivere qualcosa per il suo compleanno... Ed è uscita una SasuSaku!^^’ Che ci posso fare se adoro questo pairing alla follia?** Tecnicamente avrei dovuto almeno scriverla più dal punto di vista di Sasuke, magari più incentra tata su di lui, ma mi diverto a torturare Sakura emotivamente. Sarà una vocazione?*O*
E' uscita una mezza cagata, ma non mi lamento, avrei potuto fare di peggio. Molto peggio!xD
Detto questo, beh, speri vi piaccia!=)
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hi Ban