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Autore: Phoenix_cry    24/07/2010    4 recensioni
Dopo la morte di diversi Vulcaniani Spock incomincia a comportarsi aggressivamente fino a che l'equipaggio comincia ad avere paura del leale Vulcaniano. é presto chiaro che Spock non è l'unico Vulcaniano affetto e ciò che resta della sua specie potrebbe essere in serio pericolo.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Capitolo 21

 

Con gli occhi arrossati e la barba incolta McCoy si diresse all’Infermeria. La missione di salvataggio lo aveva lasciato esausto, e le cinque ore di sonno che aveva ottenuto non avevano fatto niente per cambiare come si sentiva. Quando la sua sveglia aveva suonato quel mattino aveva seriamente preso in considerazione l’idea di semplicemente girarsi e continuare a dormire. Tuttavia, sapeva che sia Saavik che Spock lo stavano aspettando e non aveva voglia di sorbirsi l’ennesimo sfoggio di calma arroganza vulcaniana circa la sua necessità di riposo.

 

Quando arrivò in Infermeria fu sorpreso nello scoprire che Spock non c’era. Saavik era in piedi di fronte ad uno dei monitor attaccati alla parete. Navigava con il touch screen con praticità e stava leggendo le pagine che le interessavano con incredibile velocità.

 

Saavik indossava la sobria uniforme nera maschile che le era stata procurata. Bones si domandò se per caso si era rifiutata di indossare la corta uniforme femminile indossata da tutte le donne dell’Enterprise. Secondo McCoy la sobria uniforme non faceva che accentuare la sua aura di pura fiducia in sé stessa, qualcosa che non aveva visto spesso specialmente in una donna. Non indossava nessun tipo di trucco, e chiaramente non sentiva il bisogno ostentare le sue innegabili curve. Per lei era più importante il suo intelletto piuttosto che il suo corpo, tuttavia ciò non faceva che aggiungersi alla sua naturale bellezza.

 

“Buongiorno, Signora.” La salutò formalmente Bones.

 

“Dr. McCoy,” Saavik si voltò e si inchinò leggermente “stavo guardando le sue cartelle sul Comandante Spock e le cure che ha ricevuto da lei nel corso degli anni. Lei possiede un’impressionante conoscenza sul come curare un Vulcaniano.”

 

“Per un umano?”

 

“Per chiunque.”

 

“Davvero?” Sorrise McCoy. “Sono sicuro che scoprirà che il Signor Spock avrebbe da ridire al riguardo.”

 

“Non dovrebbe.” Saavik si voltò e fece apparire alcuni file. “Ho trovato tre diverse occasioni nelle quali Spock non sarebbe sopravvissuto senza le sue cure mediche. Qualsiasi errore da parte sua durante queste tre crisi avrebbe condotto inevitabilmente alla sua morte. In tutte e tre le occasioni lei ha preso delle decisioni che sarebbero state fatali per un umano, ma erano esattamente quello che richiedeva il suo paziente. In quanto Vulcaniana io stessa non esiterei a rimettermi alle sue cure in un’emergenza.”

 

“Grazie…credo. Sei una dottoressa?”

 

“Sono un ingegnere biochimico specializzata in chimica organica e farmaceutica.”

 

“Non sapevo che i Vulcaniani usassero la farmaceutica.”

 

“Normalmente è così, tuttavia ciò non serve a temperare la nostra curiosità scientifica a riguardo. Spesso i farmaci che produciamo non sono a uso Vulcaniano.”

 

“Giusto, credo che la Trilium dicloxicillina sia un farmaco creato dai Vulcaniani. È una buona roba, l’unica che funziona quando un paziente è allergico sia alla penicillina che alla neopenicillina. So che un sacco di vite sarebbero state perse senza quel farmaco.”

 

“Sì. Come anche con il Vulandin, tuttavia non ci siamo dimostrati molto intelligenti quando si trattava di scoprire farmaci per salvare noi stessi.”

 

“Non siete bravi nemmeno nella sicurezza sanitaria in generale.”

 

“Cosa vuole dire?”

 

“Avete almeno pensato che qualsiasi cosa sia questa malattia potrebbe essere contagiosa? Avete lavorato a stretto contatto con soggetti infetti senza prendere nessuna precauzione.”

 

“Anche se dovesse essere contagiosa credo che io ne sarei immune. Sono soggetta all’heterosi.”

 

“Heterosi…intendi ‘vigore ibrido’?”

 

“Esattamente. Romulani e Vulcaniani discendono da antenati comuni, ma si sono evoluti a milioni di anni di distanza. Riportare le due linee di sangue insieme permette ai migliori tratti di entrambe le specie di essere espressi eliminando i difetti più marcati. Si stima che io vivrò fra i trecento e i quattrocento anni.”

 

“Spock non sembra avere lo stesso vantaggio.”

 

“No. Il sangue umano non è compatibile con quello Vulcaniano come quello Romulano.”

 

“Capisco.” Bones pensò a ciò per qualche momento. “Perché la razza Vulcaniana non introduce del sangue Romulano per superare la crisi?”

 

“È un’opzione che è stata presa in considerazione.”

 

“Perché non è stata messa in atto?”

 

“Perché i Romulani hanno detto ‘no’.” Disse semplicemente Saavik.

 

“Ah, già….certo.”

 

“Il mio stesso padre è stato messo a morte per ciò che ha fatto. Non per essere stato uno stupratore, ma per aver ‘dato’ ai Vulcaniani accesso ai geni Romulani. Anche se negli ultimi decenni le relazioni tra Romulani e Vulcaniani sono migliorate fino ad arrivare ad una quieta diffidenza reciproca ci sono ancora molte tensioni fra di noi.”

 

“I Romulani sanno che esisti?”

 

“Sì. Sono al sicuro solo perché non hanno accesso a me. Se mai vagassi per i territori Romulani sarei messa a morte senza processo per furto.”

 

“Furto? Del tuo DNA?”

 

“Non lo considerano ‘mio’.”

 

Bones fu scioccato dalla risposta. Non aveva mai pensato che qualcuno potesse considerare il DNA di una persona come una proprietà. Tale modo di pensare risaliva ai tempi in cui la schiavitù era ancora in pratica. Bones si guardò attorno e notò che tutti i presenti nel dipartimento medico li stavano fissando. Si ricordò improvvisamente che i rapporti fra Romulani e umani non erano dei migliori e temette che Saavik sarebbe stata soggetta a pregiudizi peggiori di quelli che aveva subito Spock quand’era appena arrivato. Non aiutava il fatto che lei non provenisse dall’Accademia. Bones si rivolse irritato al suo staff.

 

“Cosa diavolo state fissando?” Domandò Bones.

 

“Sta ancora indossando le orecchie Vulcaniane, Dottore.” Replicò Saavik. “Credo che le trovino divertenti, hanno sussurrato sprezzanti commenti sin dal suo arrivo.”

 

“Cosa?” Bones si toccò le orecchie. “Oh Cristo Santo. Ero così esausto ieri sera che non ci ho nemmeno pensato, e ci vorranno settimane perché mi ricrescano le sopracciglia.”

 

“Lei è un Vulcaniano davvero convincente, Dottore.”

 

“Così mi è stato detto.” Brontolò Bones per poi voltarsi verso il suo staff. “Un altro commento fuori posto riguardo me o Saavik e vi degraderò tutti ad assistenti con le flebo!”

 

“Sì, Dottore.” I medici e le infermiere mormorarono mentre si disperdevano e si procuravano qualcosa da fare.

 

Immediatamente distratto dalla conversazione che stavano avendo Bones cercò di togliersi via la punta delle orecchie. Facendo una smorfia di dolore tirò più forte la testarda pelle sintetica. Gli ci volle un momento per realizzare che per togliersi le punte avrebbe dovuto strapparsi via la sua stessa pelle. Lasciando andare l’orecchio strinse gli occhi sospettoso. Arrivato all’interfono chiamò il Ponte.

 

“Qui Kirk.”

 

“Jim, ti sei tolto le orecchie a punta?”

 

“Sì,…anche se sospetto che tu te le dovrai tenere per almeno una settimana.”

 

“Cosa?”

 

“Non ho saputo resistere.” Confessò Kirk. Ho detto a Cindy di usare una colla più resistente per te. Non posso credere che ti ci sia voluto così tanto per accorgertene.”

 

“Ti sembrava il momento e il luogo più opportuno per fare uno scherzo del genere, Jim?” Chiese Bones per nulla divertito.

 

“Pensala cone una punizione per tutti quegli anni che hai passato a prendere in giro le orecchie di Spock.” Ridacchiò Kirk. “E poi, anche Spock ha detto che ti stanno bene.”

 

“Ti conviene guardarti le spalle, Jim,” ringhiò pericolosamente Bones “finirai qui in Infermeria alla mia mercé prima o poi. Conoscendo i tuoi record sarà prima invece che poi.”

 

“Non hai senso dell’umorismo, Bones.”

 

“Preferisco non averne uno piuttosto di averne uno malato.”

 

“Non hai del lavoro da fare?” Gli chiese scherzosamente Kirk.

 

“Ti odio.”

 

“Avresti dovuto lasciarmi sulla Terra quando ne hai avuto l’occasione.”

 

“Non credere che non mi passi per la mente almeno una volta al giorno.”

 

“Seriamente, Bones, mettiti a lavoro e scopri che sta succedendo…non puoi lasciar morire un compagno Vulcaniano. Nel frattempo sto tracciando una rotta che ci riporti alla Base Stellare 17, forse ci sono altri indizi di quando il Vulcaniano ha attaccato.”

 

 “È veramente malato,” mormorò aspramente Bones tirandosi di nuovo e inutilmente l’orecchio finto “il fatto che sappia comandare una nave stellare mi riempie di stupore.”

 

“Trova l’essere associato con un Vulcaniano un insulto?” Gli chiese Saavik onestamente.

 

“Cosa? No. Non è quello…è solo che…um…beh…è una lunga storia.”

 

“Certamente non abbiamo abbastanza tempo per questo.”

 

McCoy fu grato di non dover spiegare la strana amicizia che condividevano lui e Spock, particolarmente per il fatto che il mezzo Vulcaniano in questione era arrivato in Infermeria. Vestito di nuovo con la sua uniforme improvvisamente non sembrava più malato. La sua postura era perfetta con le mani dietro la schiena come sua abitudine. Tuttavia quando si avvicinò McCoy potè vedere che aveva le tempie imperlate di sudore.

 

“Dottore, Saavik.” Li salutò Spock. “Mi scuso per il ritardo.”

 

“Va bene, Spock. Come ti senti?”

 

“È veramente interessato ad una lista dei miei sintomi? La avviso che è piuttosto lunga.”

 

“Che ne dici di dirmi solo le cose più importanti?” Suggerì Bones.

 

“Sto rapidamente perdendo peso a causa di una combinazione di mancanza di appetito e nausea, cosa che mi impedisce di trattenere qualsiasi cosa io riesca a mangiare. Nonostante io trovi che l’aria dell’Enterprise sia troppo fredda sudo continuamente. Se non sto attento o se non vengo fermato ripeto lo stesso inutile movimento per ore. Da quello che ho osservato riguardo a lei e il Capitano il resto dei miei sintomi sembra imitare quello che voi chiamate ‘postumi da sbornia’.”

 

“Spock,” disse Saavik “penso che questi siano gli effetti collaterali del Vulandin, non del disordine primario.”

 

“I miei sintomi cambiano quando non uso il Vulandin.” Annuì Spock.

 

“Quali sono questi sintomi?” Chiese Bones.

 

“Vertigini, svenimenti, perdite di sangue inspiegabili, agitazione, sentimenti di estrema violenza, rabbia, tristezza, diffidenza, pensieri omicidi e suicidi. A coprire tutti questi sintomi vi è un’allucinazione uditiva sotto forma di voci.”

 

“Alcuni di questi sintomi sembrano quelli della schizofrenia. Soffri di alcuni di quelli quando usi il Vulandin?”

 

“No.”

 

“Allora funziona.” Rimuginò Bones.

 

“Infatti.” Concordò Spock.

 

“Sì,” disse Saavik “tuttavia, il Vulandin è tossico per i Vulcaniani.”

 

“Quindi deve scegliere fra morire per la malattia o morire per la cura?” Chiese Bones.

 

“Non è una cura, è solo un trattamento dei sintomi.” Replicò Saavik avendolo preso letteralmente.

 

“Ho scelto la lenta morte fisica alla più dolorosa ed emotiva.” Li informò Spock. “Continuerò ad usare il Vulandin finché non si presenterà un’opzione migliore.”

 

“Saavik, hai creato tu il Vulandin?” Chiese McCoy.

 

“Sì.”

 

“Come funziona?”

 

“La sua funzione primaria è quella di demolire la dopamina, tuttavia agisce anche su diversi altri ormoni e prodotti chimici del sistema diencefalo.”

 

“Il sistema diencefalo controlla la memoria negli umani.”

 

“Ha funzioni simili nei Vulcaniani.” Concordò Saavik. “Si pensa inoltre che sia un possibile sito della fusione mentale.”

 

“Aspetta…i Vulcaniani non sanno come funziona la fusione mentale?”

 

“Non la comprendiamo appieno.”

 

“Dottore,” intervenne Spock “la telepatia dei Vulcaniani opera su un livello al di là di quello fisico e nel reame del metafisico.”

 

“Capisco. Okay, diciamo esattamente quello che sappiamo circa questo disordine.” Istruì Bones. “Saavik?”

 

“Non è contagioso, non sembra avere origini da agenti patogeni. Infetta i maschi giovani e corrisponde con l’inizio del Pon Farr. Negli stadi iniziali i sintomi sono simili ma continuano ad aumentare e ad intensificarsi.”

 

“Non ci sono casi femminili?” Chiese Bones.

 

“No.”

 

“Voi…uh…se non ti dà fastidio che te lo chieda, le femmine Vulcaniane hanno un Pon Farr?”

 

“Sì. Tuttavia, per noi è differente.” Disse Saavik. “Un aspetto del Pon Farr maschile che è particolarmente forte nei maschi giovani è il bisogno di ritornare su Vulcano.”

 

“Ma ora non c’è più un Vulcano al quale tornare.” Disse Bones.

 

“Corretto.”

 

“Potrebbe avere a che fare con quello che sta succedendo?”

 

“Tale teoria è stata scartata.” Rispose Saavik.

 

“Perché?”

 

“Vi è un caso di un Vulcaniano che è sopravvissuto al Pon Farr lontano da Vulcano.” Disse Saavik.

 

“Chi?”

 

“Mio padre.” Replicò Spock. “Non poteva tornare in quanto si trovava sulla Terra per lavoro, mia madre lo ha assistito e dopo mio padre ha ritenuto logico sposarla. O almeno questa è la storia che mi è stata originariamente raccontata.”

 

“Hai motivo di dubitarne?”

 

“Coloro che cercano di screditare mio padre affermano che ci fosse una discrepanza nella sua età e che doveva aver superato il Pon Farr da un anno quando io venni concepito.”

 

“Quindi?” Bones chiese per una chiarificazione.

 

“Quindi io sarei stato il risultato di un desiderio non di una necessità.”

 

“Intendi amore?”

 

“Sì, Dottore, amore.”

 

“Sarebbe stato uno scandalo per tuo padre e per il suo status su Vulcano, non c’è dubbio.” Notò Bones. “Pensi che avrebbe cercato di nasconderlo?”

 

“Se è vero, allora ‘sì’, tuttavia posso anche credere alla sua storia.”

 

“Rimaniamo però senza la prova che ci sia stato un Vulcaniano che è sopravvissuto al Pon Farr lontano da Vulcano.” Puntualizzò Bones.

 

“Logico.” Concordarono Spock e Saavik allo stesso tempo.

 

“C’è qualcuno che comprende appieno il Pon Farr?”

 

“No.”

 

“C’è un modo per sopravvivere al Pon Farr senza doversi accoppiare?”

 

“Sì.” Annuì Spock. “Su Vulcano diverse settimane di meditazione profonda o la partecipazione ad una battaglia fino alla morte conosciuta come kal-if-fee pone fine al Pon Farr.”

 

“Qualcuno ha provato questo trucchetto della meditazione per risolvere il problema?”

 

“Non ne ho avuto il tempo, ho optato per prendere una compagna.”

 

“Abbiamo provato quella via su Natala e scoperto che aumenta la velocità con la quale progredisce la Malattia.” Confermò Saavik.

 

“Questo non ci è di aiuto.” Sospirò Bones. “Spock, con il tuo permesso vorrei fare una completa sessione di test, scansioni del corpo, analisi del sangue e degli ormoni, tutto. Almeno per cercare di capire cosa ti sta succedendo fisicamente.”

 

“Molto bene, Dottore.”

 

Le successive sei ore furono dedicate a fare a Spock qualsiasi esame che venisse in mente a McCoy. Venne inclusa anche una dettagliata mappatura del cervello per cercare di trovare qualcosa. A metà dei test arrivò Uhura per restare al fianco di Spock. Col progredire della giornata le condizioni di Spock peggiorarono finché non incominciò ad avere problemi a restare sveglio. Avevano iniettato quante più sostanze nutritive potevano direttamente nel suo sangue, ma esse non potevano sostituire il vero cibo.

 

“Okay, Spock,” sospirò Bones “questo basta. Uhura tienilo d’occhio, chiamami per qualsiasi motivo.”

 

“Sì, Dottore.”

 

“E guarda se riesci a fargli mangiare qualcosa.”

 

“Non sono affamato, Dottore.” Protestò Spock.

 

“Non ti ho chiesto se eri affamato.”

 

Spock ci pensò per un momento e poi annuì. Uhura lo aiutò a scendere dal lettino e i due se ne andarono. Saavik stava già analizzando gli innumerevoli dati che avevano ottenuto. McCoy la affiancò.

 

“Alcuni di questi dati sono nuovi per te?”

 

“Molti si, Dottore.” Annuì Saavik. “Le strutture di Natala non avevano un equipaggiamento così avanzato.”

 

“Mi sorprende.”

 

“Non ne abbiamo mai avuto bisogno in passato.”

 

Saavik non distolse mai lo sguardo dallo schermo innanzi a lei. McCoy poteva vedere la sua mente che lavorava assorbendo le nuove informazioni. Digitò sul computer e incominciò anche lui ad analizzare i dati ad una velocità inferiore. Ore dopo era ad un passo dallo strapparsi gli occhi.

 

“Tutto questo non ha un minimo di senso. Tutto quello che stiamo analizzando sembra essere un effetto del Vulandin più che altro.”

 

“Concordo.” Annuì Saavik.

 

“La cosa che mi preoccupa di più è l’ingrossamento dei ventricoli nel suo cervello, ma per quanto ne so è normale in un Vulcaniano. Non ho mai guardato un cervello così da vicino.” Ammise Bones. “Vorrei avere un altro Vulcaniano con il quale confrontarlo.”

 

“Ha me. Si senta libero di farmi ciò che vuole.”

 

Anche se sapeva cosa voleva dire il modo in cui aveva posto la frase lo spiazzò. La guardò con un leggero sorriso. Per sua sorpresa anche Saavik sorrise. Bones sollevò una delle sue sopracciglia arcuate automaticamente facendo si che Saavik lo guardasse con uno sguardo preoccupato. Il lampo di compassione che le attraversò gli occhi era un altro sguardo che non era abituato a vedere in un Vulcaniano.

 

“Stupefacente.” Disse Bones a sé stesso.

 

“C’è qualcosa che non va, Dottore?”

 

“No, è solo che non pensavo che un mezzo Romulano avrebbe sorriso molto più di un mezzo umano.”

 

“Sorridere?”

 

“Sì, sai quando gli angoli della bocca si piegano all’insù.” Ridacchiò Bones. “Si usa generalmente per esprimere sensazioni di felicità o divertimento.”

 

“Stavo sorridendo?”

 

“Sì, non lo avevi notato?” Chiese Bones.

 

“No. Sono stata cresciuta su Vulcano e sorridere non è un tratto Vulcaniano.”

 

“Non dirlo a me.” Bones roteò gli occhi. “Tuttavia, è contagioso, forse ti serve solo un po’ di tempo fra gli umani per imparare ad usarlo. È una bella qualità da possedere.”

 

“Ti piace il mio sorriso?”

 

“Molto.”

 

Bones sorrise smagliante per dimostrarle che era serio riguardo a ciò che aveva detto. Saavik corrugò le sopracciglia e provò ad imitare la sua espressione. Non era naturale come lo era stato poco minuti prima, ma si aggiungeva lo stesso alla sua naturale bellezza. McCoy ridacchiò al suo tentativo, ma la sua espressione si trasformò in una di preoccupazione quando una singola lacrima le scivolò per la guancia.

 

Senza pensare McCoy gliela asciugò con un dito. Saavik boccheggiò e si sottrasse al suo tocco. Bones ritirò la mano immediatamente, avendo subito qualcosa di molto simile ad una scossa elettrica. Saavik fissò Bones con un’espressione indefinibile. McCoy fi sorpreso di notare che le guance di Saavik si colorarono di smeraldo e lei distolse lo sguardo.

 

“Saavik? Stai bene?”

 

“Sì, Dottore. Mi scuso, è stata una giornata estenuante, sono molto stanca. Col suo permesso?”

 

“Sì, certo, ma…”

 

“Grazie, buona giornata.” Disse seccamente Saavik.

 

Sempre tenendo gli occhi puntati al pavimento Saavik si girò e lasciò l’Infermeria. Una volta per i corridoi accelerò i suoi passi. Diversi membri dell’equipaggio la fissarono mentre passava, ma lei non se ne curò. Quando arrivò a suoi alloggi stava respirando pesantemente.

 

Dopo un momento nel quale aveva ripreso fiato si diresse in bagno. Si guardò attorno ansiosamente, temendo che qualcuno potesse osservarla. Assicuratasi di essere da sola Saavik fissò il suo riflesso allo specchio. Le sue guance erano ancora di un leggero colore verde. Saavik sollevò la mano per osservarla e scoprì che stava tremando incontrollabilmente.

 

“No…no. Non può succedere, non ora. Per favore, non ora…”

 

 

 

Eccoci qui! Bones ha iniziato le sue analisi ma sembra non riuscire a trovare niente di particolare, ma tanto sappiamo tutti che non si arrenderà mai^^ E cosa sta succedendo a Saavik?Come sempre grazie dei vostri commenti e grazie di continuare a seguirmi ogni settimana^^

  
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