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Autore: Vale11    24/07/2010    4 recensioni
La caposcuola Hermione Jane Granger aveva molto ascendente sugli studenti di Hogwarts, soprattutto da quando era finita la guerra. E Draco Lucius Malfoy stava cercando di sopravvivere al suo settimo anno. Non è mai stato da lui prenderle e non ridarle, non è mai stato da lui non reagire, non è mai stato da lui starsene buono e subire. Lo vide voltarsi un momento verso di lei, prima di affrontare le scale che portavano alla torre di astronomia. Lo vide reggersi al corrimano per costringere le gambe ad affrontare gli scalini, il braccio sinistro attaccato al petto. Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione, perché lo fai?

Perché lo fai?

Hermione.

Gli occhi di Draco Malfoy erano puntatori laser.

E la risposta che aspettava non era facile da dare. Hermione prese fiato.

“E tu perché lo fai?”

“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda”

“E tu non fare domande assurde”

“Non capisco. Perché lo fai?”

“Perché faccio cosa, di preciso?”

“Sei con me, mi hai difeso, mi hai seguito fino in cima alla torre di astronomia e mi hai lasciato il mantello. Cristo Granger, ti stai…Cristo!”

Hermione guardò Draco tormentarsi il labbro inferiore con gli incisivi.

Ti prendi cura di me, Granger! Per quale accidenti di motivo lo fai?”

“Perché non dovrei?”

“Perché io ero dalla parte sbagliata Granger! Dalla parte sbagliata! Quindi chi te lo fa fare di stare qui? Perché non te ne vai?”

Hermione spalancò gli occhi quando Draco iniziò a urlare, i primi brividi di freddo visibili sulla pelle nuda delle spalle.

“Vuoi che me ne vada?”

“Mi rispondi di nuovo con una domanda?”

Non sapeva se ridere o prendere il muro a testate. Non sapeva più cos’era giusto o sbagliato.

Bugia. So perfettamente cos’è sbagliato. È che ammetterlo è spaventosamente faticoso.

“Vuoi che me ne vada?”

Hermione ripetè la domanda, terrorizzata dalla risposta. Draco si decise a lasciar stare il suo labbro inferiore e prese a torturarsi le mani, la Grifondoro ebbe la tentazione di prendergliele fra le sue per fermarlo.

Oh beh.

Si chinò verso di lui e gli prese effettivamente le mani, lo obbligò a fermarsi un momento. Vide che cercava con gli occhi un qualsiasi appiglio, qualsiasi cosa.

Qualsiasi cosa che riesca a superare il calore delle sue mani.

“…No”

“No cosa?”

“No, non voglio che tu te ne vada”

Hermione sorrise, più leggera.

“Non vado da nessuna parte”

“Ma non mi hai risposto”

“Dio, Draco! Che vuoi che ti dica?”

“La verità, tipo?”

La ragazza sbuffò, buttandosi i capelli dietro le spalle.

“Perché si”

“Non è una risposta”

“Accontentati”

“Non sono il tipo”

“Lo so”

“Quindi?”

Perché è strano, ma non è sbagliato

 

Draco rimase a fissarla a bocca aperta, tanto che Hermione fu tentata di scoppiargli a ridere in faccia. Non era roba da tutti i giorni vedere Draco Lucius Malfoy rimanere senza parole.

“Oh. Capisco. Lo pensavo pure io. Cioè… ecco”

“Scusami?”

Draco si fissò le mani, sempre bloccate da quelle di lei.

“Cioè…sono d’accordo. Ecco”

“Bene, e io ho risposto. Ora tocca a te”

“A fare cosa?”

Hermione gli gettò la coperta sulle spalle, Draco ci si infilò dentro quasi inconsciamente, poi lasciò che lei gli prendesse le mani. Di nuovo.

“A rispondermi, Draco

“A cosa?”

Mi sento improvvisamente un cretino.

“Perché lo fai? perché non reagisci, non ti fai curare, non mangi, dormi così poco?”

Draco si esibì in un perfetto ghigno sarcastico, sperando di spostare l’attenzione su un terreno più favorevole.

“Queste sono cinque domande, non una”

“Non prendermi in giro”

No, non potrei mai. Non adesso. Non con te.

“Non era mia intenzione, cercavo solo di svicolare

“L’ho notato”

Il silenzio che calò era indice che Hermione stava aspettando una risposta.

E la testardaggine dei Grifondoro è pari solo alla loro voglia di rompere l’anima altrui.

Prese a fissarla in silenzio, cercando di organizzare un minimo di discorso sensato.

Perché non voglio che in infermeria vedano la mia cicatrice.

Perché non voglio essere toccato.

Perché non mi interessa.

Perché non me la sento, non mi va.

Perché faccio incubi da far invidia al miglior regista horror.

Perché perché perché perché perché perché perché perché.

Dio.

Perché ho paura.

Hermione gli stringeva le mani. E lui non sapeva se mettersi a urlare o sorridere. O mettersi direttamente a piangere.

“Cristo Hermione! Di qualcosa! Qualsiasi cosa, ma dilla!”

 

Lo vide praticamente piegarsi in due in pochi minuti. Gli tenne le mani. Continuò a fissarlo finchè non esplose. Urlò.

Cristo Hermione! Di qualcosa! Qualsiasi cosa, ma dilla!

E per una volta Hermione Jane Granger si ritrovò muta. Senza sapere cosa dire.

Lo strinse, forte. Aveva quasi voglia di piangere. Lui si lasciò stringere. Avrebbe avuto voglia di lasciarsi stritolare.

“Ho un perché. Alle tue cinque domande. Te ne basta solo uno, per cinque?”

Mi basta che tu continui a respirare.

 

Ho paura.

Ho paura.

Ho paura.

È quello no? Dillo.

Si, certo.

Draco strinse gli occhi, forte. Boccheggiò, aprendo e chiudendo la bocca più volte, senza emettere un suono, ancora stretto fra le braccia di Hermione. Sentiva le mani della ragazza sulla schiena. Sul suo secondo marchio.

Ne sentì una allontanarsi e infilarsi fra i suoi capelli, giocare con le ciocche bionde diventate rosse.

“Ti serve una doccia, Draco”

Dillo.

Dillo, cretino!

“Ho paura”

Hermione si allontanò di pochi centimetri, giusto quelli che servivano a guardarlo negli occhi.

“Di fare la doccia?”

“No, di tante altre cose. È la mia risposta ai tuoi cinque perché”

“Di cosa hai paura?”

La mano della ragazza gli fece appoggiare la testa sul maglione della tuta. Annusò.

Vaniglia.

“Ho paura che vedano la mia cicatrice, ho paura che mi tocchino, che mi facciano le domande sbagliate. Ho paura che mi conoscano

Come stai facendo tu adesso.

“Sbagli. Dovresti lasciare che anche gli altri sappiano che non sei come vuoi apparire”

“No”

“Perché?”

Hermione lo sentì scuotere la testa nell’incavo del suo collo.

“Perché non mi interessa, non mi piace l’idea. Dovrei parlare con la gente, ed è una cosa faticosa e controproducente. Il 70% di quello che dici non viene capito, il 10% viene travisato e il 20% viene interpretato personalmente. Quindi nessuno capisce realmente quello che dici”

“Hai una fissa per le statistiche?”

“No, ma ho vissuto fin’ora come un Malfoy, e i Malfoy sono misantropi per natura

“O per tradizione?”

“Quel che è”

“Credevo che essere un Malfoy significasse essere particolarmente altolocati, non particolarmente misantropi

La battuta ebbe l’effetto opposto. Hermione sentì Draco irrigidirsi.

“Non me lo merito”

“Spiegati”

Non farmelo fare.

Draco scosse la testa, di nuovo. Sentiva di esporsi troppo, ma ormai le sue barriere erano andate a farsi benedire.

E se qualcosa dev’essere distrutto, che lo sia almeno egregiamente.

“Ti prego”

 

Sentì il ragazzo cercare di prendere fiato.

“Ero dalla parte sbagliata. Ho fatto entrare i Mangiamorte a scuola. Non sono riuscito a difendere mia madre. È morta per colpa mia, perché voleva salvarmi, durante la battaglia di Hogwarts”

Hermione cercò di dirgli che non era colpa sua, ma non riuscì nemmeno ad aprire bocca.

“Sono stato un fallimento su tutti i fronti, ho creduto nelle cose sbagliate, ho provato a uccidere Silente, l’unico che sembrava tenere a me come essere umano e non come Malfoy!

Sentiva le mani di Hermione contro la sua schiena. Non prese nemmeno fiato.

“Non dormo, sogno continuamente cose che non starò nemmeno a raccontarti. Ne ho prese talmente tante da chi avrebbe dovuto sostenermi che non riesco quasi più a fidarmi di nessuno. E la cosa divertente è che non mi interessa. Non mi interessa se mi aspettano dietro gli angoli per riempirmi di botte, se mi urlano dietro o mi sussurrano alle spalle. Non me ne frega niente. È come se qualcuno mi avesse scavato dentro con un cucchiaino e si fosse portato via…”

Questo maledetto muscolo involontario che si chiama cuore. E che ora fa rumore. E fa tanto male…

Non finì la frase, si aggrappò alla schiena di Hermione col braccio sano, il polso steccato abbandonato sul letto.

“Draco, stai piangendo?”

“Un Malfoy non piange mai”

“Ma Draco a volte si”

“Forse”

Draco forse si, potrebbe riuscirci.

 ---


Di nuovo, scusate se non rispondo alle recensioni una per una, ma sto usando una chiavetta internet, cosa che mi ricorda che, effettivamente IL TEMPO E' DENARO. Nel senso che è quasi scarica.

Sappiate che vi ringrazio, vi amo, vi adoro. E vedrò di aggiornare presto! Suvvia, siamo quasi alla fine! Yeah!

  
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