Le
parole che non mi hai detto
by Lady Memory
Disclaimer: è tutto
suo, nel caso ci fossero dubbi.
Ancora
grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix. E a tutti coloro che
vorranno lasciarmi un messaggio.
...
6 ...
Lucius
Malfoy sedeva in una poltrona accanto al fuoco, e teneva le mani
intrecciate in
grembo, mentre le fiamme che guizzavano nel caminetto gli illuminavano
i
capelli chiarissimi. Come sempre, era vestito molto elegantemente. Quel
pomeriggio in particolare indossava un completo di ottimo taglio, la
cui giacca
si apriva su uno jabot di seta candida che metteva ancor più
in risalto i
tratti aristocratici del viso.
Seduto
di fronte a lui, Severus invece era acutamente conscio dei suoi abiti
lisi, dei
suoi lineamenti spigolosi e del suo naso ingombrante. Imbarazzato,
chinò la
testa come a cercare qualcosa sul pavimento, velando i suoi occhi e i
suoi
sentimenti dietro la cortina dei capelli untuosi.
"Allora,
Severus," disse amichevolmente Lucius, "ho sentito cose davvero
interessanti su
di te. Gli altri ragazzi dicono che sei bravissimo a inventare
incantesimi."
Severus
arrossì. Nonostante il tono strascicato dall'accento
vagamente snob, Malfoy non
sembrava ironico, ma sinceramente incuriosito.
Lucius
accavallò le gambe e si rilassò sullo schienale.
"E' buffo," disse poi, "ma non
mi ricordo molto di te qui ad Hogwarts."
E
come potresti? pensò Severus amaramente. L'ex-prefetto era
ben più grande di
lui, e le loro vite si erano incrociate solo per un paio d'anni a
scuola.
Eppure, ogni volta che Malfoy veniva ad Hogwarts – e
ultimamente sembrava
trovare continui pretesti per una visita – il suo sguardo si
posava su
Severus con un'attenzione che il ragazzo trovava lusinghiera e, allo
stesso
tempo, inquietante.
I freddi occhi
grigi di Lucius e quel sorriso sarcastico davano un sapore di sfida ad
ogni suo
gesto.
Ed
ecco, oggi Lucius l'aveva fatto chiamare per un colloquio privato. Gli
altri
Serpeverde erano sembrati debitamente impressionati e gli avevano fatto
capire
che doveva considerarlo un grande onore. Poi l'avevano accompagnato
nella
saletta riservata ai visitatori, dove l'illustre ospite l'aveva
invitato a
sedersi. Ora, dopo quell'ultima battuta, Lucius lo stava scrutando di
sottecchi, aspettando una reazione. Severus capì di essere
sottoposto ad un
esame, e il suo disagio aumentò.
"Io
invece mi ricordo molto bene di te," rispose con voce resa leggermente
roca
dall'ansia. "Sei stato tu ad accogliermi al tavolo dei Serpeverde,
subito dopo
lo Smistamento. E mi hai fatto sedere accanto a te."
Il
ragazzo più grande ebbe un sorriso divertito. "Ma guarda,
è vero," mormorò con
un luccichìo freddo negli occhi, e di nuovo Severus comprese
che in realtˆ
ricordava tutto perfettamente.
Poi
Lucius inclinò la testa annuendo, e Severus capì
di aver passato l'esame. Come,
non lo sapeva, ma il giovane davanti a lui adesso sembrava decisamente
più
affabile.
"Allora,
visto che siamo amici di vecchia data," disse Lucius, abbandonando i
convenevoli, "parliamo di cose serie."
Quel
che Malfoy aveva da dire non arrivò completamente
inaspettato a Severus. Un
nuovo potere si stava manifestando, e sempre più persone nel
mondo magico
seguivano con timore o con speranza questa rivelazione. Era comparso un
mago
possente, un uomo dai poteri immensi e meravigliosi, di antico
lignaggio
– la sua ascendenza poteva essere ricollegata addirittura a
Salazar
Serpeverde – e dai progetti incredibilmente ambiziosi.
Quest'uomo, che
aveva scelto per sè il nome di Lord Voldemort, voleva
purificare il mondo della
magia da tutte le aberrazioni che vi si erano raccolte nei secoli.
Voleva
ridare onore agli appartenenti alle più antiche stirpi del
creato. E – ma
questo era solo sussurrato con stupore, reverenza o terrore –
correva
voce che aspirasse addirittura a superare le barriere della natura,
fino a far
cadere quell'ultimo pauroso vincolo che lega gli umani al loro destino:
voleva
sconfiggere la morte.
Severus
aveva già ascoltato frammenti di queste rivelazioni
circolare nei dormitori e
nella sala comune dei Serpeverde. Queste idee bruciavano il sangue ma
davano
anche un senso al suo tormento, uno scopo alla sua esistenza, una
speranza alla
sua rabbia. Ormai non si chiedeva più se questo nuovo
potente signore potesse
conoscere le parole. Quel desiderio lui l'aveva seppellito nel suo
cuore,
confinandolo nel limbo dei sogni perduti, quelli che si hanno da
bambini e che
poi vengono infranti come bolle di sapone dalle asperità
della vita. Fantasie
da sconfitto, illusioni da perdente, simboli di un futuro che per lui
doveva
essere diverso.
Guardandolo
con quel suo sconcertante sorriso, Lucius gli spiegò che
valutava e sceglieva
nuovi adepti ad ogni sua visita, muovendosi con cautela per non esporsi
e per
non esporre la sua famiglia; si stava infatti profilando il matrimonio
con
Narcissa Black, la cui sorella Bellatrix sembrava invece non aver tanti
scrupoli nel proclamarsi apertamente purosangue e nel guardare chi non
apparteneva alla sua stessa casta con un sorriso beffardo delle labbra
sottili.
Ma non era questo il momento di mettersi in mostra, spiegò
Lucius con
alterigia. Il piano richiedeva astuzia e segretezza. Presto il nuovo
signore e
i suoi seguaci avrebbero avuto modo di dimostrare al mondo quali erano
le loro
doti. Quel che Lucius faceva, era preparare un piccolo esercito scelto
per il
suo signore.
E
su queste parole era arrivata la domanda. La domanda che Severus ormai
si
aspettava: non diretta, perchè Lucius non era mai diretto
nelle sue
affermazioni, e sembrava negare l'attimo dopo quello che aveva
dichiarato
l'attimo prima. Ma infine la domanda era lì, e brillava
sospesa sopra di loro.
La domanda che avrebbe potuto cambiare il destino di Severus... se lui
avesse
accettato.
Per
un attimo, Severus aveva esitato. Non tutto gli piaceva di quel che gli
veniva
offerto, e non sapeva risolversi. Ma soprattutto, aveva esitato per
amore di
Lily, perchè se lui era mezzosangue, lei invece era di
estrazione Babbana. Che
fine avrebbero fatto quelli come lei nel nuovo mondo proclamato da Lord
Voldemort?
Severus
aveva pensato molte volte alle occasioni che la nuova situazione
avrebbe potuto
creare. Già si vedeva, finita una guerra nella quale lui si
sarebbe comportato
da eroe, presentarsi davanti a lei esausto e fiero. Naturalmente,
Potter in
questi sogni non c'era mai, era sparito, scomparso, risucchiato da una
forza
oscura che l'aveva divorato in qualche modo orribile, non senza che
Severus
avesse tentato vanamente di salvarlo, memore del contratto infame che
li
legava.
Il
sogno finiva sempre allo stesso modo e vedeva Severus poggiare
protettivamente
una mano sui capelli fiammanti di Lily, attirandola a sè
mentre lei
singhiozzava. Quello era il momento supremo, l'attimo in cui lei
avrebbe capito
tutto: avrebbe capito lo sbaglio che aveva fatto, avrebbe capito di
quale amore
l'amava Severus, e lo avrebbe stretto tra le braccia, e l'avrebbe
baciato e...
A
questo punto, il ragazzo si doveva fermare, sopraffatto dai suoi stessi
sentimenti, invaso da sensazioni di una potenza così
devastante da sentirsi
liquefare i sensi. Chiudeva gli occhi che aveva tenuti aperti mentre
sognava,
per vedere la scena crearsi di fronte a sè; poi respirava
profondamente,
assaporando le ondate di orgoglio, gioia, ebbrezza, puro piacere
fisico, che
gli invadevano la mente. Infine, lentamente, la marea si ritirava come
la risacca
sulla spiaggia e solo allora Severus ritrovava la sua compostezza, e il
suo
volto scarno e angoloso si faceva di nuovo pallido, mentre gli occhi
gli
luccicavano ardenti a tradire l'intimo tumulto.
In
silenzio, il ragazzo assaporò dentro di sè ancora
una volta tutte quelle
sensazioni esaltanti, rinforzate dalle immagini di gloria che Lucius
aveva
saputo suscitare. Poi il ricordo che aveva cercato di cancellare
tornò, vivido,
feroce, lacerante.
Quel
pomeriggio di qualche giorno prima, appeso a testa in giù,
umiliato, furioso,
impotente, esposto in tutta la sua vulnerabilità di fronte a
lei... Il rombo del
sangue nelle orecchie, la disperazione che lo soffocava, l'odio che
aveva
sentito dilatarsi dentro di lui con una furia che non avrebbe mai
immaginato di
poter provare: tutto l'aveva forzato a reagire con una violenza
incontrollabile.
E
anche se lei l'aveva difeso, lui non l'aveva accettato. Le parole gli
erano
sfuggite spietate, cariche di un risentimento amaro e desiderose di
ferire. Lei
era impallidita e l'aveva abbandonato alla cattiveria degli altri.
Severus
l'aveva sentita usare lo stesso insulto dei suoi tormentatori prima di
girarsi
e andarsene, mentre lui si torceva impotente sotto gli occhi degli
altri
studenti. Il suo sogno si era lacerato in mille pezzi tra i fischi e le
risate
impietose attorno a lui.
Dopo,
l'aveva aspettata tutta la sera, smarrito, quasi impazzito di rimorso
per lo
sbaglio che aveva commesso, per l'atto irrimediabile che il suo
orgoglio gli
aveva estorto. Adesso era pronto anche a chiedere pietà,
dimenticando i suoi
folli progetti di gloria, il suo desiderio di vendicarsi di Potter e di
tutti i Grifondoro
in generale... Qualsiasi
cosa,
pensava disperato, qualsiasi
cosa,
ricordando quel lontano
pomeriggio invernale e lei bambina con la foto tra le mani. Rivedeva
quel
sorriso fiducioso e si sentiva letteralmente morire dentro, goccia a
goccia,
mentre aspettava davanti al ritratto della Signora Grassa.
Poi
non c'era stato più nulla. Solo il silenzio, il vuoto, ed un
lungo corridoio
oscuro.
Perso
in quella visione d'orrore, immemore di chi aveva di fronte, Severus si
risvegliò a fatica dal suo incubo ad occhi aperti. Lucius lo
guardava,
beffardo.
"So
quel che è accaduto," disse, e Severus si sentì
il viso in fiamme per l'imbarazzo.
Ma Lucius non parve farci caso.
"Eri
solo," continuò invece. "Eri in pericolo, ma gli altri
ragazzi non sono venuti
ad aiutarti. Ti hanno visto, ma non si sono mossi. Come mai hanno agito
così,
ti sarai chiesto? Te lo dico io. L'hanno fatto su mio ordine."
Severus
si raddrizzò bruscamente e fissò Malfoy.
"Perchè?"
chiese. La sua voce vibrava con tale feroce intensità che
Lucius sorrise.
"Per
dimostrarti che da solo non sei nessuno. Da solo non vali niente. Da
solo anche
un bastardo come Potter e i suoi amici possono farsi beffe di te. Anche
se tu
conosci mille incantesimi."
Lasciò
che il ragazzo più giovane digerisse quelle frasi
sprezzanti. Severus inspirò
profondamente, cercando di dominare il dolore e la rabbia. Si sentiva
tradito.
Stava odiando Lucius Malfoy con la stessa intensità con cui
aveva odiato Potter
e gli altri.
Lucius
sembrava capire quei sentimenti inespressi.
"E'
stato per il tuo bene, Severus," dichiarò, e i suoi occhi si
fecero duri. "Tu
sei un ragazzo intelligente, e noi ti vogliamo dalla nostra parte."
La
voce si fece morbida e insinuante. "Quello che è accaduto,
non ti accadrà mai
più. Pensaci. Un grande destino ti aspetta. Con noi, tu
sarai temuto. Con noi,
tu sarai rispettato."
Si
chinò verso di lui. "Con noi, tu sarai potente."
Ancora
sconvolto dalle
sensazioni contrastanti che gli confondevano la mente, Severus ebbe un
improvviso pensiero. No. Non sono queste le parole.
(continua)