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Autore: FunnyPink    25/07/2010    6 recensioni
La mia storia, mi dispiace ma non ho saputo trattenerla mi è venuta e ho dovuto scriverla, le parole sono uscite con vita propria.
Edward e Bella sono destinati a incontrarsi, lei non ha avuto una vita facile, vive per strada, neanche lui ha conosciuto subito la felicità, ma l'ha trovata grazie e a Esme e Carlisle, ma quando entrerà nella sua vita Bella...
Sono umani, sono giovani, cosa hanno da perdere, tutto e niente!
Dal -Capitolo 10-:
-Dopo qualche secondo la sua voce mi arrivò agli orecchi
"aiutami, ti prego, Edward, aiutami"
Crollò, le sue gambe cedettero, e sentii, il suo peso scivolare giù, le feci forza sul suo corpo tenendola, in un attimo mi ero chinato, e le avevo passato un braccio dietro i ginocchi, la sua testa stava appoggiata di lato al mio braccio, senza forze, ma sveglia, sentivo il respiro e lievi gemiti
"Edward, ti prego"
"ci sono io, non ti preoccupare ci sono, io, ti aiuto io"-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Ciao, ok eccomi di nuovo qui, cominciamo a sviluppare questa storia, vediamo di capirci qualcosa, avanti Bella dicci qualcosa di te!!...su non fare la timida!

 

 

 

 

Pov Bella

 

 

 

La mia maglia nera mi stava troppo larga, aveva uno strappo sulla manica e per non farla sembrare strappata, avevo cercato di fare lo stesso strappo nell'altra. Non che avessi concluso molto, era pur sempre una maglia nera, sporca, polverosa, macchiata e doppiamente strappata. I jeans che portavo, corti fino al ginocchio, fino a due mesi fa erano lunghi anche quelli li ho tagliati, si notano dei fili che spuntano dal bordo, e per il caldo sole di luglio diventeranno ancora più corti, la sera fa ancora un po' fresco, e non posso coprirmi molto, però almeno di giorno sto bene, ai piedi porto una paio di sgangherate scarpe blu di tela, ho fatto chilometri con queste e temo il giorno il cui si romperanno.

Questo era il mio abbigliamento oggi, e lo sarebbe stato anche domani e il giorno dopo ancora, almeno che non fossimo incappati in qualcosa di vecchio, abbandonato ma utilizzabile, qualche volta dovevamo trovarli nei rifiuti, qualche volta andavamo alla casa dei senza tetto a vedere se era rimasto qualcosa, e qualche volta ancora avevamo rubato, si l'avevamo fatto, ma cercavamo sempre piccoli posti, niente di costoso o troppo sgargiante, comodi, riutilizzabili e nel caso dei pantaloni accorciabili.

Così mi ero procurata la borsa a sacco che portavo a tracolla, qui stava il mio mondo, un paio di forbici, delle forcine, fazzoletti, assorbenti, una specie di maglia(un cencio più che altro), due aghi con filo, una grossa calamita e l'unica cosa importante che per me non aveva valore, il mio documento di identità.

 

Vivevo con il branco da un anno e mezzo, da quando ormai sedicenne, l'orfanotrofio sovraffollato decise di sbarazzarsi di me, nessuno avrebbe mai adottato una ragazza così grande, tutti volevano i piccoli bambini, dall'aspetto angelico quelli biondi e sorridenti, io avevo sedici anni, ero castana e una pelle così bianca che le direttrici dicevano farmi sembrare perennemente malata, non facevo per loro. Inoltre avevano paura che a reclamarmi fosse qualche persona "sbagliata", e ce ne erano stati di casi come quelli, qualche anno prima, quando avevo solo sette anni la polizia aveva riportato una ragazza di 15 anni che era stata adottata da “due coniugi”, purtroppo lì trovò il suo inferno e subì violenze di ogni tipo, ricordo ancora il suo volto ferito, lo sguardo e i suoi occhi sembravano morti, era come se non ci fosse mai veramente. Mi giurai quel giorno che mai sarebbe successo a me, qualunque cosa il destino avesse avuto in serbo, io sarei stata padrona della mia vita, nessuno me l'avrebbe tolta, non sapevo al tempo quanto mi sbagliassi, anche se ad oggi dopo tutto quello che mi è capitato, mai, ho perso la mia voglia di vivere, di lottare.

La vicenda spaventò molto le responsabili dell'orfanotrofio, che decisero bellamente di scaricarsi le responsabilità prima che ricapitasse nuovamente, come? Lasciando per strada i ragazzi che sembravano abbastanza grandi per cavarsela, in realtà succedeva spesso la stessa cosa, solo che così avevano la coscienza pulita, mentre i ragazzi finivano in brutti giri, o andavano a ingrossare le fila delle Gang di strada.

 

 

 

Grazie di averci concesso alcuni dei suoi minuti Bella, ci vedremo la prossima volta per continuare questa interessante intervista, a presto e si riguardi! La vedo pallida!

 

Ok sto delirando, ma abbiate pietà son fatta così, sono un po' grulla!

Ringrazio la temeraria:

vanderbit per aver postato alle due misere righe di ieri, molto gentile, quello che ti dico è che si, si svolge a New York, e Bella non ha i genitori, almeno così mi ha detto all'intervista (-_-?!?) il branco, lo conosceremo un pochino di più nel prossimo capitolo, sono amici, conoscenti e compagni di sventura più che altro.

Grazie un bacione e buona serata da FunnyPink

   
 
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