Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LauraStark    25/07/2010    1 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato l'uso del tag br all'inizio e/o alla fine dell'introduzione.
Rinoa81, assistente amministratrice.

I protagonisti sono i figli del magico trio e di altri personaggi presenti nella saga di Harry Potter, e questa FF parlerà di avventure e amori che attendono questa New Generation. E' la prima volta che scrivo una FF su HP ma spero che possiate apprezzarla :) l'inizio del nuovo anno scolastico apre questa storia e i nostri giovani eroi dovranno cavarsela tra guai, nuovi professori poco simpatici e sfide che metteranno alla prova i rapporti tra i vari protagonisti.. non voglio svelarvi altro.. per il momento, vi auguro buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buonasera! Come state? Stavolta ho fatto presto a scrivere il capitolo xD innanzitutto ringrazio ancora per le recensioni, le visite e chi ha aggiunto la storia tra preferiti/da ricordare ecc. Però su dai, qualche recensioncina in più non mi farebbe schifo
mayetta: Per prima cosa, ti ringrazio per la recensione, davvero! Qui cominciamo a fare accadere qualcosina :P per il resto, non voglio anticipare nulla ma sì, mi piaccioni le Rose/Scorpius.. mi spiacerebbe perdere una lettrice solo per questo però :( spero che la storia ti piaccia abbastanza da non mollarla, nell'eventualità che accada qualcosa tra i due ;)
elys: ti ringrazio, sono contenta che ti piaccia! Lily e Lysander piacciono molto anche a me in effetti, spero che apprezzerai questo capitolo ;) per quanto riguarda Sofia, non l'ho mai paragonata a Lily, però forse può ricordarla per via del rapporto che aveva con Petunia, in effetti xD spero che ti piaccia anche questo capitolo ^^
bastii: Grazie, molto gentile, davvero! :3

Ah volevo dire che certi personaggi nuovi, la Rowling non ha mai specificato l'età, quindi mi sono presa a licenza di dargli l'età che volevo xD inoltre ero partità con l'idea di fare una storia romantica sì, ma con anche dell'azione. Mi sono resa conto che non ne sono in grado e le idee che avevo in testa erano a dir poco banali xD quindi ci ho rinunciato e mi limiterò a scrivere una storia romantica xD spero che apprezzerete lo stesso il tutto! Detto questo.. buona lettura! ;)

CAPITOLO QUATTRO



“Non te l’ho detto perché evidentemente non volevo rivelare il nome! Ma ora, ovviamente, James lo sa, di conseguenza lo sa Chris, quindi io posso passare il resto della mia vita a fare lo struzzo, perché tutta la scuola lo saprà!”
“..lo struzzo?”
“Sì, con la testa sotto terra!”
Al non aveva mai visto Rose così arrabbiata. Non che fosse successa una cosa così grave, ma sapeva che sua cugina era una persona molto riservata e il fatto che James avesse rivelato la sua cotta per Chris al diretto interessato.. beh, l’aveva fatta infuriare un bel po’. Era una settimana che non rivolgeva la parola al cugino e aveva ripreso a parlare con Al solo un paio di giorni prima. Si era arrabbiata anche con lui perché aveva “spifferato della sua cotta a quel pappagallo insolente e ignorante di James”. Per farsi perdonare, il ragazzo decise di essere accondiscendente con la cugina, perciò si trovavano a fare giri assurdi per la scuola per evitare di incontrare Chris. Ricordarle il fatto che appartenessero entrambi a Grifondoro e condividessero Sala Comune, tavolo della Sala Grande e cose così.. beh, l’aveva solo fatta diventare ancora più isterica. Così Al aveva pensato bene di starsene zitto e assecondare l’amica finché la rabbia non sarebbe sfumata, anche se non sapeva bene quanto avrebbe dovuto aspettare.
“Okay, okay. Che ne dici se ora andiamo al campo di Quidditch a vedere gli allenamenti?” chiese leggermente ansioso.
“Mi prendi in giro?” disse lei con aria mortalmente seria. Se uno sguardo potesse uccidere, pensò il giovane Potter, probabilmente a quest’ora sarei morto.
“No no, lo so cosa stai pensando. È solo che è il primo allenamento di Hugo e pensavo volessi sostenerlo. Andremmo là per lui e per nessun altro!” rispose alzando le mani, come per proteggersi da un eventuale scatto di violenza. La ragazza lo osservò qualche secondo, pensierosa, e infine sbuffò passandosi una mano sui capelli.
“E va bene andiamo. Ma lo faccio solo perché voglio troppo bene a mio fratello!”
Quando arrivarono al campo, l’allenamento era iniziato da appena qualche minuto. James era intento a urlare ai suoi compagni di seguire gli schemi concordati, mentre ordinava a Chris, Cacciatore anche lui, di aiutare Hugo ad allenarsi nelle parate. A quanto pare non c’era molta scelta: Hugo si era sì dimostrato molto bravo, ma c’era da dire che tutti gli altri pretendenti erano terribilmente scarsi. Almeno così era stato detto da James.
Al e Rose si sedettero sugli spalti più in alto e Hugo li vide subito, salutandoli con la mano e un sorriso che andava da un orecchio all’altro. James seguì lo sguardo del cugino e, quando vide a chi era dedicata la sua attenzione, disse qualcosa a Lily e Fred e volò verso gli spalti. Si fermò di fronte ai due e si sdraiò sulla scopa, sfoggiando un sorriso che voleva essere di scuse.
“E dai Rosie, non tentare di uccidermi con lo sguardo. Te l’ho detto che mi spiace, come devo dirtelo ancora? In Goblinese?”
“Sì, proprio in Goblinese, e voglio anche che me lo scrivi con le Antiche Rune!” rispose con un sorriso maligno la ragazza. James roteò gli occhi e avvicinò di più il viso a quello della cugina. Fissò gli occhi di cioccolato in quelli azzurri di lei, assumendo un’aria tremendamente seria. Albus fissò i due leggermente preoccupato.
“Rosie cara” sussurrò il ragazzo “Se non ti sbrighi a darti da fare, ci penserà qualcun’altra ad accaparrarselo e tu vivrai una vita da zitella, con 75 gatti puzzolenti e forse anche qualche attraente Schiopodo.” E volò via ridacchiando come un bambino che l’ha fatta alla mamma. La giovane Weasley lo stava fissando a dir poco sgomenta, probabilmente immaginando se stessa circondata da gatti e Schiopodi.
“Povera Rosie..” pensò Albus, cercando di nascondere un sorriso. Poi avvolse le spalle della cugina in un abbraccio, posando la testa sulla sua e osservando i ragazzi svolazzare per il campo.
“Sai Rose, odio doverlo ammettere, ma James ha ragione. Certo, non penso che tu possa mai diventare una zitella piena di orribili felini.” Si affrettò ad aggiungere, avendo sentito la cugina irrigidirsi “Però concordo sul fatto che dovresti farti avanti e non lasciartelo scappare. Sai, lo dico per esperienza.”
La ragazza sospirò, fissando anche lei i giocatori - o forse un giocatore - e sorrise lievemente.
“Già, probabilmente Jamie ha ragione questa volta.” Si voltò bruscamente verso il cugino “Ma non osare dirglielo!”
“Sarò muto come il Basilisco stecchito nella Camera dei Segreti!” disse sorridendo e portandosi una mano sul cuore. Rose rise nervosamente, poi guardò accigliata il cugino.
“Bene, mettiamo che io..” esitò tormentandosi una ciocca di capelli “Diciamo che decida di uscire con Chris.. Anche tu dovrai uscire con una ragazza!” Albus impallidì.
“Ma aspetta, io che c’entro con..” ma non fece in tempo a finire la frase, perché Rose gli mise una mano sulla bocca e, osservò Al, sorridendo in maniera davvero spaventosa.
“Niente da fare. So già chi presentarti” gli occhi le brillavano. Il ragazzo pensò che fosse completamente impazzita, e ne ebbe veramente paura. Rose si girò di scatto, schiaffeggiandolo con i capelli, e corse via, urlandogli qualcosa che lui non recepiva.
Un appuntamento.
Al buio.
Era rovinato.

Era una settimana che cercava di avvicinare quella Sofia ma, ogni volta, sfuggiva dentro la Torre di Corvonero oppure svaniva dalla faccia della terra. O meglio, dalla Mappa del Malandrino, che James aveva ricevuto da suo padre, insieme al Mantello dell’Invisibilità. Il primo anno si era cacciato così tanto volte nei guai e aveva ricevuto un numero esorbitante di punizioni, che alla fine Harry decise di dargli quegli oggetti, sperando che le cose migliorassero. Beh, da un lato era stato così: le punizioni erano diminuite, dato che raramente veniva scoperto, ma suo figlio era diventato.. come dire, ingestibile. Ora che aveva 16 anni, un po’ di sale nella zucca c’era finito, ma era comunque un combina guai di prima categoria.
James era appoggiato ad un’arcata di mattoni all’esterno della scuola, in attesa delle lezioni pomeridiane, in compagnia degli inseparabili Fred e Chris; il Martedì era uno dei giorni peggiori: avendo deciso che il Quidditch era la sua vita, nel suo futuro vedeva solo quello. Ovviamente non c’era un piano di studi per fare il giocatore, così aveva scelto a casaccio le materie da portare avanti: Trasfigurazione, la sua materia preferita; Difesa Contro le Arti Oscure, in cui se la cavava piuttosto bene; Incantesimi, più per la simpatia che provava per Vitious che per altro; Erbologia, perché adorava Neville.. cioè, il professor Paciock; Pozioni, perché.. beh, in effetti non sapeva nemmeno lui di preciso perché avesse deciso di continuare con quella materia, ma gli capitava addirittura di divertirsi, quindi decise di non toglierla dal piano di studi. Quel pomeriggio gli toccavano due ore di Incantesimi e una di Pozioni, quando al mattino aveva avuto sì un’ora di buco, ma si era dovuto subire anche due ore di Lucrezia “Non-Abbiamo-Tempo-Ragazzi” Graham, la professoressa di Trasfigurazione: se la materia era la sua preferita, quella professoressa era la più odiosa, irritante e ansiosa di tutta Hogwarts.
“Ehi Jamie, guarda chi sta arrivando!” esclamò Fred, dandogli una gomitata tra le costole. Quel ragazzo aveva zero usta. Seguì la direzione che indicava il suo indice e intravide i biondi boccoli di Sofia, tutta sola, che usciva dalla scuola e si avviava verso la Foresta Nera. Si fermò davanti ad un’enorme quercia, la stessa sotto cui andavano sempre Al e Rose, e si sedette appoggiando la schiena contro il possente tronco. James si lasciò sfuggire un sorriso e ghignò in direzione dell’amico.
“Vado a farmi un giro. Ci vediamo a lezione” e si allontanò passandosi, come sempre, una mano tra i disordinatissimi capelli scuri. Sentì dietro di sé gli amici sghignazzare e, probabilmente, prenderlo in giro, ma non se ne preoccupò. Quella ragazza lo intrigava troppo e, inoltre, non era abituato ad essere deliberatamente ignorato. Sì, la cosa gli bruciava parecchio. Quando raggiunse l’albero, si appoggiò al tronco, alle spalle della ragazza, e diede un leggero colpo di tosse. Lei non diede segno di averlo sentito, così decise di parlare.
“Ehi non vorrei disturbare ma..”
“Ma lo stai facendo.” Lo interruppe lei, il tono di voce incolore e la testa piegata su un libro.
“Sì, beh, volevo solo presentarmi e fare la tua conosce..” ma anche stavolta venne bloccato dalla voce di lei.
“So già chi sei, non importa che ti disturbi: James Sirius Potter, studente del sesto anno, presuntuoso e arrogante bellone della scuola, Capitano della squadra di Quidditch, primogenito del Salvatore. C’è bisogno di sapere altro?” disse d’un fiato, senza dare tempo di repliche. I suoi occhi erano ancora incollati al libro.
“Beh mi sembri piuttosto informata..” disse vagamente irritato il ragazzo “E’ per caso un segno d’interesse?”
“L’ho detto presuntuoso? Ah sì.” Chiuse il libro e si voltò a guardarlo “No, non sono interessata, solo che quando uno passa metà del suo tempo a parlare di sé a chiunque gli capiti a tiro, anche chi non è interessato alla fine viene a conoscenza di certi dettagli.”
Touchè.” pensò il giovane. James notò anche che si era sbagliato sul colore degli occhi della ragazza: credeva fossero scuri, in realtà erano chiari e luminosi, dello stesso colore dell’ambra e, se si guardava con attenzione, si potevano scorgere delle pagliuzze dorate vicino alla pupilla. James pensò che non c’era altro termine per definirli che caldi.
“Può darsi che tu abbia ragione, però non mi sono mai vantato di essere il figlio del Salvatore. Quella è una cosa che fanno gli altri” puntualizzò aggrottando le sopracciglia. Voleva un gran bene a suo padre ed era il suo eroe, anche se l’ultima volta che l’aveva ammesso era un bimbetto di sette anni. E sapeva benissimo di non essere nemmeno la metà di quel che era suo padre, quindi ci teneva a precisare che non era come lui. Purtroppo.
“Sì beh, sono dettagli. Ti ci gongolerai come tuo solito, suppongo.” Disse lei con acidità.
“Ti è mai venuto il minimo sospetto che, forse, tu non sai niente di me?” era andato lì per conoscere la ragazza ma, fino a quel momento, era solo riuscita ad irritarlo enormemente.
“So quel che c’è da sapere. Se sei pieno di tanti pregi nascosti, perché non li mostri alla gente? Forse risulteresti meno antipatico agli occhi altrui.” Disse lei alzandosi in piedi per fronteggiarlo. Doveva alzare gli occhi per guardarlo in faccia, dato che gli arrivava appena al mento.
“In primo luogo, non me ne frega un emerito cazzo di quel che pensa la gente di me, mi piace pensare che la loro malignità sia tutta invidia. Secondo, i miei cosiddetti pregi li mostro solo a chi se lo merita. Forse li avresti potuti scoprire, se non ti fossi mostrata per quello che sei: una serpe. E’ proprio vero che il Cappello Parlante a volte fa degli errori.” Si guardarono in cagnesco per un po’, poi lei interruppe lo scambio di sguardi e raccolse velocemente le sue cose.
“Se ti danno così fastidio le mie osservazioni, la prossima volta vai a disturbare qualcuno di più stupido, che si limiti a guardarti adorante, con le fette di prosciutto ficcate negli occhi.” Si voltò, dando le spalle al ragazzo e dirigendosi verso la scuola.
“Non si preoccupi, Miss Deleo, non ho intenzione di perdere altro tempo con una serpe come te!” esclamò James, arrabbiato. Giornata pessima, decisamente da dimenticare. Non aveva voglia di andare a lezione, non dopo quello scontro. Si avviò verso il campo da Quidditch, deciso a rilassarsi in sella alla sua Firebolt.

Quella sera, durante la cena, Lily prestò poca attenzione ai discorsi dei suoi cugini e di suo fratello Al. Era troppo impegnata a tentare di uccidere con uno sguardo quella smorfiosa di Sofia, che sorrideva e sbatteva le lunghe ciglia in direzione di Lysander. Il peggio, era che anche lui le stava sorridendo. Cosa diavolo ci trovava in una come lei? Oltretutto era bionda, un colore di capelli orribile. Certo, anche Lysander era biondo ma, ovviamente, non era la stessa cosa. Per un momento desiderò che facesse anche lei parte della squadra di Quidditch, così da poterla buttare giù dalla scopa durante una partita e rovinarle quel suo bel faccino. In alternativa, poteva sempre affatturarle naso e sopracciglia e farla somigliare ad un Troll.
Si alzò dalla panca e si sedette con prepotenza vicino a suo fratello, scansando un bambino del primo anno.
“Senti Jam” sussurrò la ragazzina “Come sei messo con i tuoi flirt verso Miss Splendore?”
“Di chi stai parlando?” biascicò lui, mordicchiando un osso di pollo. Lily lo fissò con le sopracciglia inarcate.
“Parlo di Sofia, ovviamente.”
“Per carità, evita di pronunciare quel nome in mia presenza! Quella maledetta, perfida serpe..” e borbottò altri epiteti poco carini. La sorella fece scorrere lo sguardo da James a Sofia, stupita.
“Ehm, mi pare di capire che ci hai parlato..”
“Oh sì, ho avuto una piacevole conversazione con la cara signorina Deleo e ne ho avuto abbastanza per il resto della vita.” Sbottò irritato, poi si voltò a guardare la sorella, incuriosito “Comunque, perché ti interessano tanto i miei affari sentimentali?”
“Assolutamente per nessun motivo! Ero solo curiosa. Buon proseguimento di serata!” e schizzò via dal tavolo, tornando a sedere vicino a Hugo.
“Che hai detto a James?” chiese quello, la bocca sporca del sugo delle polpette.
“Niente, niente” sussurrò lei. Se James non era più interessato a Sofia, questo voleva dire che lei non aveva distrazioni e avrebbe potuto accaparrarsi Lysander in qualsiasi momento.
Non lo posso permettere.
Ma cosa poteva fare lei, ragazzina di appena 13 anni, contro un’affascinante ragazza di 15, per di più compagna di Casa del ragazzo? Probabilmente, se aspettava una mossa da parte sua, avrebbe fatto in tempo a fare la fine del professor Ruf. E poi non era nemmeno sicura che Lysander fosse minimamente interessato a lei. Insomma, non rimaneva altro che fare la prima mossa. La ragazzina deglutì, sentendo le guance infiammarsi. Non era timida, per niente, nemmeno con i ragazzi, ma era dell’idea che, in ogni caso, dovessero essere loro a farsi avanti e corteggiare le ragazze. Ma in questo caso, non aveva importanza; insomma, lei era Lily Potter ed erano poche le cose che la intimorivano: se voleva qualcosa, lei lo otteneva. Sempre. Fra un paio di settimane ci sarebbe stata la prima partita di Quidditch, Corvonero contro Tassorosso. A fine partita sarebbe andata da Lysander, indipendentemente dal risultato dello scontro, e gli avrebbe chiesto se gli andava, a fine mese, di accompagnarla nella prima visita a Hogsmeade, con la scusa che per lei era la prima volta e avrebbe sicuramente avuto bisogno di una guida. Poi beh, una volta lì, avrebbe confidato nella sua buona stella. E nella speranza di non incappare in James, che ovviamente avrebbe fatto una scenata di gelosia e probabilmente avrebbe staccato la faccia di Lysander a morsi, nonostante gli stesse addirittura simpatico.
E poi si rifiuta di ammettere di essere geloso marcio.”
*
Il giorno dopo, Lily si svegliò presto: il cielo era appena rischiarato dall’imminente arrivo del sole, e le sue compagne di stanza erano ancora tutte nel mondo dei sogni. Decise di alzarsi, dato che ormai non si sarebbe più riaddormentata, e si avviò in bagno per farsi una bella doccia fresca e risvegliarsi del tutto. Una volta uscita, avvolta in un morbido asciugamano candido, si infilò la divisa scolastica e, con un colpo di bacchetta, si asciugò i capelli, lasciandoli ricadere lisci e voluminosi sulle spalle, la frangetta a coprirle lievemente gli occhi. Preparò con calma la borsa con i libri delle lezioni di quella giornata: Pozioni, Cura delle Creature Magiche, Erbologia, Divinazione e Astronomia. Uscì dal dormitorio, passando per la Sala Comune, dove un ragazzo del quinto anno, tremendamente secchione, si era addormentato sul divano studiando per i G.U.F.O.
Nemmeno Rose arriva a certi livelli.. ed è tutto dire.
Uscì dalla Torre, lasciandosi alle spalle una Signora Grassa irritata per la sveglia in anticipo, e si diresse verso la Sala Grande, decisa a godersi l’insolito silenzio che avrebbe regnato nella stanza. Si sedette al tavolo dei Grifondoro, tirò fuori il manuale di Divinazione e si mise a leggere il capitolo della lezione scorsa; concentrata com’era, cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore e ad attorcigliarsi una ciocca di capelli intorno ad un dito. Improvvisamente non vi de più niente, solo buio: due mani calde erano calate sui suoi occhi e il suo cuore cominciò a battere forte, per lo spavento iniziale. Si voltò di scatto, incontrando gli argentei occhi di Lysander e il suo amichevole sorriso.
“Ehi, che ci fai qui a quest’ora?” chiese Lily con gli occhi sgranati e un sorriso appena accennato sulle labbra.
“Beh potrei farti la stessa domanda! Posso sedermi?” chiese accennando alla panca. Per tutta risposta lei si spostò appena, facendogli capire che poteva accomodarsi affianco a lei.
“Allora, cos’è che ti ha portato nella calda e deserta Sala Grande alle” si guardo l’orologio che portava al polso “Sei e dieci minuti del mattino?”
“Mi sono svegliata e sapevo che non sarei più riuscita a prendere sonno. Così mi sono lavata, vestita e sono venuta qui a leggiucchiare Divinazione” disse chiudendo il libro e appoggiandoci le braccia conserte sopra “Tu che ci fai qui?”
“Mio fratello ha la brutta abitudine di parlare nel sonno. Di solito succede quando c’è la luna nuova. Non scherzo!” disse vedendo lo sguardo divertito e scettico di Lily “I nostri compagni di stanza hanno il sonno pesante e dormono tranquilli. Io vivo in simbiosi con Lorcan da quattordici anni ma ancora non ci sono abituato. Irritante devo dire. Soprattutto quando si mette a sbraitare che finalmente ha trovato le prove che il Ricciocorno Schiattoso esiste.” Borbottò ridacchiando, accompagnato dalla risata di Lily. Chiacchierarono del più e del meno finché la Sala non cominciò a riempirsi, così Lysander si alzò per raggiungere i suoi compagni al tavolo Corvonero, salutando Lily dandogli una scherzosa spinta con la spalla e facendole l’indimenticabile occhiolino. La ragazza lo guardò allontanarsi, pensando che Sofia o chiunque altra ragazza avesse provato a rubarglielo (certo, tecnicamente non era suo, non ancora), sarebbe andata incontro ad atroci sofferenze. Lily pensò all’Ardemonio con un sorrisino pestifero.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LauraStark