E dopo due capitoli “frivoli”, ecco che si torna alla “serietà”. E’ un capitolo molto importante e “particolare”: in un pezzo ho ripreso il capitolo 17 del libro [il dialogo con Sirius]], copiandolo per rendere la mia ff il più “simile” possibile alla versione di mamma Row, aggiungendoci ovviamente le parti riguardanti Alistair.
Vi lascio alla lettura! E come sempre, se vi piace il capitolo…fatemelo sapere con un commentino =)
Buona lettura <3
Chapter IX:
I Believe You
Faranno
fatica a crederci...
Coloro
che hanno preso l'autorità per la verità,
piuttosto
che la verità per autorità.
-
Gerald Massey –
L’ufficio della professoressa Umbridge aveva le pareti dipinte di rosa e tutte tappezzate di piatti in ceramica raffiguranti diverse razze di gatti. La donna dalla faccia da rospo era seduta alla sua scrivania intenta a scrivere una lettera, un sorriso maligno e soddisfatto sul viso. Harry sedeva poco distante e come sempre continuava a scrivere “Non devo dire bugie”. Il dorso della sua mano destra raffigurava le stesse parole, rosse e dolorose. Deglutì ed iniziò a scrivere un’altra volta la frase, mentre sotto la scrivania stringeva la mano sinistra a pugno per evitare di lasciarsi sfuggire anche solo un gemito: non voleva darle alcuna soddisfazione.
La donna si alzò, lisciò la gonna e si avvicinò a
Harry con un sorriso falsamente dolce.
“Vediamo, caro.” Disse con finta gentilezza,
prendendogli la mano tra le sue. “Sì, perfetto.” Lo guardò e posò la sua mano.
“Per oggi può bastare. Ha capito la lezione?”
Il ragazzo fece per ribattere ma si morse la lingua, ricordandosi le parole di Angelina. Doveva essere tranquillo, non ribattere, darle ragione. Solo in quel modo c’era qualche possibilità che la Umbridge permettesse ai Grifondoro di ricostituire la squadra di Quidditch.
“Sì, professoressa.” Disse sospirando.
“Bene. Inizia finalmente a capire a chi deve essere
leale.” Sorrise soddisfatta e tornò a sedersi. “Può pure andare.” Lo congedò.
Harry si alzò e prese la sua borsa, ma rimase
immobile.
“Sì?” Chiese la donna dopo qualche istante.
“Professoressa, vede, faccio parte della squadra di
Quidditch di Grifondoro…” Iniziò titubante.
“Sì?”
“Ecco, mi chiedevo se poteva concederci il permesso
di ricostituire la squadra.” Concluse stringendo il manico della borsa.
La donna lo guardò come se fosse un giudice che
deve ancora decidere la condanna.
“Caro, non ho ancora preso una decisione.” Sbattè
le palpebre lentamente. “Vede, lei è un soggetto…particolare, sì.” Annuì,
sottolineando la parola particolare. “Non so quanto sia positivo che giochi a
Quidditch. Potrebbe, ahimè, diventare un esempio per poveri ragazzi disagiati.”
Si portò una mano al petto, dispiaciuta. “Lei capisce la mia posizione, vero?”
“Sì, professoressa.” Ringhiò, la rabbia che gli
scorreva nelle vene insieme a tutto il suo sangue. “Capisco.”
“Bene. Ci penserò e farò sapere al capitano della
sua squadra la mia decisione il più presto possibile. Può andare.” Aprì la
porta con un gesto della bacchetta.
“Buona notte, professoressa.” Fece un cenno col
capo, le diede le spalle ed uscì.
Non appena fu fuori la porta sbattè. Harry la fissò
e strinse i pugni, pieno di rabbia. Avrebbe voluto buttarla giù a calci,
entrare nell’ufficio e schiantare quella maledetta donna che le stava facendo
odiare Hogwarts. Sembrava volesse togliergli tutte le cose a cui teneva.
Sospirò, poi si incamminò. Girò l’angolo e si fermò
subito, vedendo Alistair Piton procedere tranquillamente. Harry strinse gli
occhi, scosse il capo ed iniziò a camminare. Gli passò accanto senza dir nulla.
Alistair chiuse gli occhi e si fermò. Si voltò e lo
vide continuare a camminare, poi si morse il labbro inferiore, indeciso se
chiamarlo o no. Era il migliore amico di Hermione, colui che aveva affrontato
il Signore Oscuro ed era sopravvissuto. La sua parte Serpeverde si ribellava
all’idea di parlargli, ma non poteva ignorare il fatto che era solo e nessuno
gli credesse, a parte Silente.
“Potter!” Lo chiamò.
Harry si fermò, senza voltarsi.
“Ehy, Potter!” Lo chiamò di nuovo, facendo qualche
passo nella sua direzione.
“Che vuoi, Piton?” Sibilò senza neanche voltarsi.
“Come è andata Sabato, ad Hogsmeade?” Chiese
amichevolmente, a pochi passi da lui.
Harry si voltò di scatto e lo fulminò con lo
sguardo.
“Tutto bene.” Ringhiò. “Peccato che qualcuno abbia
spifferato tutto ciò che ci siamo detti, vero?”
Alistair corrugò la fronte.
“Non capisco di cosa tu stia parlando.”
“Non fare il finto tonto, so benissimo che eri lì.
Non so dove, ma eri lì.” Lo accusò. “Hai detto tutto alla Umbridge.” Gli puntò
il dito contro il petto.
Alistair fece per ribattere, ma qualcosa di sottile
e rosso attirò la sua attenzione. Lo guardò negli occhi, poi spostò lo sguardo
alla sua mano. Senza che riuscisse ad impedirglielo gliel’afferrò e la osservò.
“Che diavolo è successo?!” chiese incredulo.
“Ehy, lasciami!” Si liberò il Grifondoro, cercando
di liberarsi.
“Sta’ fermo!” Gli ordinò. “< Non devo dire bugie
>” Lesse in un sussurro. “Non devo dire bugie?” Ripetè. Strinse gli occhi
incredulo.
Harry riuscì a liberarsi e nascose la mano, mentre
Alistair continuava a sussurrare tra sé e sé le quattro parole.
“Che cos’è successo?”
“Niente.”
Sibilò arrabbiato il giovane.
“Potter, dimmi immediatamente cos’è successo.”
Ordinò il Serpeverde.
“Non sei nessuno, non puoi obbligarmi a dirti
niente.”
“Sbagliato, Potter.” Picchiettò sulla spilla da
Caposcuola. “Dimmi immediatamente che cos’è successo, come mai ha le parole
< Non devo dire bugie > incise nella pelle.”
I due si guardarono in cagnesco per qualche minuto,
poi Harry sospirò, la rabbia e l’odio che continuavano ad aumentare.
“Questa è la punizione per dire la verità.
Voldemort…”
Alistair rabbrividì a sentire pronunciare il nome
dell’Oscuro Signore.
“…è tornato e il Ministero non vuole credermi. Di
conseguenza la mia punizione per dire la verità è scrivere con una penna che
come inchiostro usa il mio stesso sangue e incide le parole nella mia carne.
Soddisfatto ora?” Concluse quasi urlando.
Alistair lo guardava incredulo e scioccato,
scuotendo il capo.
“N-non è…non è possibile.” Balbettò, scuotendo il
capo con forza.
Harry lo guardò quasi con disgusto, fece per dire
qualcosa ma cambiò idea. Gli diede le spalle ed iniziò ad allontanarsi.
“Io ti credo!” Urlò Alistair, facendo un passo
verso di lui, gli occhi spalancati, incredulo per quello che aveva appena
detto. “Io ti credo!” Ribadì serio. “E dovresti mettere la pozione che ho dato
a Hermione, ti farà bene!”
Harry si bloccò, gli occhi spalancati, i polmoni
che improvvisamente si erano svuotati d’aria. Chiuse gli occhi, fece un respiro
profondo e riprese a camminare, allontanandosi dal Serpeverde.
Arrivò in Sala Comune, deserta, se non fosse stato
per Ron e Hermione che lo aspettavano, seduti sul divano. Hermione stava
leggendo un libro mentre giocherellava con una ciocca di capelli, i piedi sulle
ginocchia di Ron che guardava il fuoco perso nei suoi pensieri.
“Harry!” Esclamò Hermione appena si lasciò cadere
sulla poltrona più vicina al camino.
“Ciao.” Disse in tono lugubre.
Hermione il libro, si piegò e passò la pozione di
Alistair all’amico. Harry l’afferrò subito, l’aprì e subito se ne spalmò un po’
sul dorso, traendone immediato sollievo.
“Grazie Herm.” Sussurrò chiudendo gli occhi e
abbandonandosi sulla poltrona.
Ron emise un grugnito soffocato, si rizzò a sedere
ed indicò il camino.
“Sirius!”
Harry si alzò ed andò a sedersi accanto al fuoco.
“Ciao.” Disse l’uomo con un sorriso.
“Ciao.” Risposero in coro i tre mentre
Grattastinchi si avvicinava al camino facendo le fusa per annusare il volto di
Sirius.
“Come vanno le cose?” domandò Sirius.
“Non molto bene.” Rispose Hermione alzandosi dal divanetto. Prese in braccio il gatto e si rimise comoda sul divano, iniziando a coccolarlo.
“Il Ministero ha imposto un altro decreto, per cui
non è più permesso avere squadre di Quidditch…”
“O gruppi segreti di Difesa Contro le Arti Oscure?”
Completò Sirius.
Ci fu una pausa in cui i tre si guardarono
colpevoli.
“Come lo sai?” Domandò Harry.
“Dovreste scegliere i vostri luoghi di riunione con
più cura.” Rispose Sirius con un sorriso ancora più largo. “La Testa di Porco,
ma andiamo!”
“Bhè, sempre meglio dei Tre Manici di Scopa!”
Ribattè Hermione sulla difensiva. “E’ sempre pieno di gente…”
“E quindi sarebbe stato più difficile sentire cosa
dicevate.” Disse Sirius. “Hai molto da imparare, Hermione.”
“Chi ci spiava?” Domandò Harry.
“Mundungus, ovviamente.”Disse Sirius, e rise alle
loro facce perplesse. “Era la strega sotto il velo.”
“Quello era Mundungus?” Harry era sbalordito. “E che cosa ci faceva alla Testa di Porco?”
“Secondo te?” Sbuffò Sirius. “Ti teneva d’occhio, è
evidente.”
“Sono ancora pedinato?” Harry si arrabbiò.
“Certo.” Rispose Sirius. “E infatti, la prima cosa
che fai nel tuo finesettimana libero è organizzare un gruppo di Difesa
clandestino.”
Ma non sembrava né arrabbiato né preoccupato. Al
contrario, guardava Harry con visibile orgoglio.
“Perché Dung si è nascosto?” Chiese Ron con un
certo disappunto. “Ci avrebbe fatto piacere vederlo.”
“E’ stato bandito dalla Testa di Porco vent’anni
fa.” Spiegò Sirius. “E quel barista ha la memoria lunga. Abbiamo perso il
mantello dell’Invisibilità di scorta che aveva Moody quando Sturgis è stato
arrestato, così ultimamente Dung si veste spesso da strega…Comunque, prima di
tutto, Ron…ho promesso a tua madre di riferirti un messaggio.”
“Ah si?” Disse Ron, apprensivo.
“Dice che per nessuna ragione al mondo devi
partecipare a gruppi segreti di Difesa Contro le Arti Oscure. Dice che saresti
espulso di sicuro e il tuo futuro sarebbe rovinato. Dice che avrai un sacco di
tempo per imparare come difenderti e che sei troppo giovane per preoccupartene
adesso. In più, consiglia…” Gli occhi di Sirius si rivolsero agli altri due.
“…a Harry e Hermione di non andare avanti con il gruppo, anche se si rende
conto di non avere autorità su di voi, e vi prega solo di ricordare che ha a cuore
il vostro bene. Vi avrebbe scritto tutto questo, ma se il gufo fosse stato
intercettato voi sareste finiti in un guaio serio, e non può dirvelo di persona
perché stanotte è di turno.”
“Di turno per cosa?” domandò in fretta Ron.
“Faccende dell’Ordine, non ci pensare.” Rispose
Sirius. “Così è toccato a me fare da messaggero; per favore, ditele che l’ho
fatto, perché secondo me non si fida.”
“A proposito dell’Ordine…” Iniziò Harry.
“Dimmi.”
“Devo chiederti una cosa molto importante.”
“Sono tutto orecchi.” Sirius annuì, in ascolto.
“Il figlio di Piton, Alistair…”
Hermione si voltò verso l’amico, incredula che
volesse parlare di lui.
“Cosa?” Lo incitò l’uomo.
“Sa qualcosa dell’Ordine?” Domandò velocemente il
ragazzo.
Sirius ci pensò un attimo, arricciando la bocca e
grattandosi il naso.
“Non l’ho mai visto qui al quartier generale e come
sapete Silente non vuole maghi minorenni.”
“Quindi non è un membro.” Sussurrò Harry tra sé e
sé, pensieroso. “Ma credi che Piton gli abbia detto qualcosa?” Aggiunse a voce
più alta.
“Non ne ho idea.” Assottigliò le labbra. “Come ben
sai non andiamo molto d’accordo.”
Harry sorrise.
“Lo so.” Annuì.
“Neanche lui ed io, se è per questo.”
“Bravo ragazzo.” Annuì con un sorriso orgoglioso.
“Ma perché questa domanda?”
“Sì, esatto. Perché chiedi di Alistair?” Domandò
Hermione, curiosa.
“Ecco, stavo tornando dall’ufficio della Umbridge…”
“Aspetta.” Lo interruppe Sirius, guardandosi
attorno sospettoso.
“Che c’è?” Chiese nervosamente Ron.
Il volto dell’uomo si fece all’improvviso teso e
allarmato. Si voltò e guardò, almeno così sembrava, il robusto muro di mattoni
del caminetto.
“Sirius…” Disse
Harry ansioso.
Ma era svanito. Harry fisso le fiamme per qualche
attimo, a bocca aperta, poi si voltò verso Ron e Hermione.
“Perché è…?”
Hermione trattenne il respiro atterrita e balzò in
piedi, sempre fissando il fuoco.
Tra le fiamme era apparsa una mano che si agitava
come per afferrare qualcosa: una mano tozza, dalle dita corte coperte di brutti
anelli antiquati.
I tre si alzarono contemporaneamente: Hermione e
Ron si nascosero dietro il divanetto su cui erano seduti, Harry si mise accanto
al camino, in un punto in cui poteva vederlo senza essere visto.
Hermione sentiva il cuore battere furioso, mentre
Ron le prendeva la mano e con le labbra le diceva di stare tranquilla, Harry
tratteneva il respiro osservando la mano della donna che più odiava muoversi
nelle fiamme. Attesero quella che parve un’eternità, poi finalmente la mano
scomparve.
Ron spuntò dal lato del divanetto, ma Harry lo
bloccò.
“Non ancora.” Sussurrò facendogli un cenno con la
mano. “Meglio non correre rischi, potrebbe tornare.”
Il rosso annuì e tornò al suo nascondiglio. Harry
chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, inutilmente. Sentiva il cuore battergli
veloce nel petto, lacrime di rabbia pizzicavano gli angoli dei suoi occhi.
Inspirò profondamente, si sporse e vide che non c’era alcun segno della donna.
“Via libera.” Disse ai due amici tornando a sedersi
sulla sua poltrona.
Ron si mise in piedi, spazzolò via la polvere dai
pantaloni ed aiutò Hermione a rialzarsi.
“Grazie.” Balbettò la ragazza incredula.
“Di niente.” Sorrise imbarazzato e si sedette.
Ci fu una pausa durante la quale arrivò
Grattastinchi e si acciambellò tra Ron e Hermione, iniziando a far fusa non
appena la ragazza iniziò a fargli i grattini dietro le orecchie.
“Allora, perché hai chiesto di Alistair?” Hermione
ruppe il silenzio.
Harry si passò una mano tra i capelli ed inspirò
profondamente.
“Ero appena uscito dall’ufficio della Umbridge e
l’ho incontrato. L’ho ignorato, ma lui mi ha chiamato e non ho potuto far altro
che fermarmi e sentire che voleva da me. Mi ha chiesto come era andata sabato e
l’ho accusato di aver detto tutto alla Umbridge.”
“Harry!” Lo interruppe scandalizzata Hermione. “Non
è stato lui!”
“Lo so…”
“Allora perché l’hai accusato?” Roteò gli occhi al
cielo.
“Hermione, lo so ora. Prima credevo realmente fosse
stato lui a dire tutto a quel vecchio rospo.” Fece spallucce come per
giustificarsi.
“E perché hai cambiato idea?”
“Se tu lo lasciassi parlare forse ci risponderebbe,
no?” Intervenne Ron, esasperato.
“Grazie Ron.” Harry gli sorrise grato.
“Di niente, amico.”
“Allora?” Lo incitò la ragazza, incrociando le
braccia al petto.
Il gatto sollevò il muso e guardò male la padrona,
miagolando in segno di protesta.
“Allora, dopo che l’ho accusato lui non ha detto
nulla perché ha visto la mia mano. A quel punto mi ha chiesto cosa mi era
successo e praticamente mi ha obbligato a rispondergli.” Fece schioccare la
lingua, ancora infastidito dal comportamento di Alistair. “Gli ho detto quello
che è successo, poi me ne sono andato. Ero quasi alla fine del corridoio quando
mi ha chiamato.” Fece una lunga pausa.
“E…?” Ron lo esortò a proseguire.
“Mi crede.” Sussurrò il moro.
“Cos’hai detto?” Chiese Hermione, non avendo
sentito le parole dell’amico.
“Mi crede.” Harry li guardò entrambi. “Mi crede. Ha
detto che crede che Voldemort sia tornato.” Concluse.
“Suo padre fa parte dell’Ordine, è normale che lo
sappia!” Ron allargò le braccia e la lasciò ricadere.
“Ma se non sapesse niente dell’Ordine?” Domandò
Harry. “Non ha accennato a nulla dell’Ordine, non un ipotesi. Hai sentito
cos’ha detto Sirius, non l’ha mai visto al quartiere generale.”
Ron fece per ribattere, ma, poiché non trovò nulla
di sensato da dire, la richiuse.
“Hermione, tu ci hai parlato con lui.” Si ricordò
improvvisamente Ron.
“Come sei sagace, Ronald.” La ragazza inarcò un
sopracciglio.
“Ti ha chiesto di uscirci insieme, giusto?”
Domandò, nonostante pronunciare quelle parole gli facesse male al cuore e gli facesse
venire voglia di Schiantare Piton Junior.
“Dove vuoi arrivare?” Intervenne Harry.
“Ti ha mai fatto capire da che parte sta? Voglio
dire, se vedi con chi esce diresti che è per la razza pura eccetera.”
Hermione ci pensò un attimo.
“Non abbiamo mai parlato di Voi-Sapete-Chi, ma si è
scusato per il comportamento che hanno avuto i suoi compagni.” Annuì e guardò
Ronald. “Non è dalla parte di Voi-Sapete-Chi, mi ha chiesto di scusare i suoi
amici che mi hanno chiamata Mezzosangue.” Sorrise al ricordo del comportamento
di Alistair.
“Hermione?” Harry la riportò sulla terra ferma.
“Sì?”
“Credi che sappia dell’Ordine?” Si tolse gli
occhiali e si strofinò gli occhi.
“Non lo so.” Si morse il labbro inferiore. “Però
come ha detto Sirius non l’abbiamo mai visto al Quartiere Generale ed è
minorenne. Da queste cose presumo che non lo sappia.”
“Già.” Harry si sedette sul bordo della poltrona ed
osservò il fuoco.
“Credete che sia affidabile?” Domandò dopo un po’
il rosso, guardando i due.
Hermione roteò gli occhi al cielo, esasperata.
“Ronald, è quello che sto cercando di dirvi da
quando è iniziata la scuola!”
Ron arrossì e Harry scoppiò a ridere, sopprimendo
uno sbadiglio.
“Miseriaccia, sono le 2!” Esclamò Ron basito.
“Forse è meglio andare a letto.” Propose Hermione.
Harry annuì e contemporaneamente i tre si alzarono.
Presero le loro cose, si diressero verso i dormitori e alla base delle scale si
salutarono. Harry e Ron entrarono nella loro stanza, si cambiarono e si misero
a letto. Ron si addormentò subito.
Harry rimase sdraiato supino a fissare i riflessi
della luna sul soffitto, le dita intrecciate dietro la nuca, mille pensieri che
affollavano la sua mente e come unica compagnia il russare di Neville. Chi era
Alistair? Perché non sapeva nulla dell’Ordine della Fenice? Perché non
disprezzava i Mezzosangue come tutti i suoi compagni di Casa? Sapeva che suo
padre era un ex-Mangiamorte? Chiuse gli occhi e per un istante rivide
l’espressione del Serpeverde mentre notava la sua mano: sembrava preoccupato.
Perché si comportava in quel modo?
Sospirò, non riuscendo a trovare risposte ai suoi
quesiti.
E anche questo capitolo è andato! Spero di non aver deluso le vostre aspettative!
Ora i ringraziamenti per le recensioni a:
- Alida: non era proprio uno stinco di santo! Diciamocelo, era un grandissimo bastardo xD E’ molto più Serpeverde di quanto si possa pensare, sì…si vedrà anche più avanti. Silente non ha aggiunto altro, però gli ha confermato che Voldie è tornato…scatenando in Alistair la reazione che hai potuto vedere in questo capitolo. Grazie per i complimenti sulla mia scrittura <3
- Symbolique: son contenta ti sia piaciuto il “regalo” *-* Hermione non ha nulla di speciale…forse è proprio per questo che piace ad Alistair (e puoi dirlo forte, era un grandissimo puttaniere u.u ) Anche se leggerai questi ringraziamenti quando sarai tornata…divertiti *-*
- Gwendolen: perché è così mascalzone? Perché è alla ricerca di qualcosa che lo soddisfi e non è ancora riuscito a trovare chi o cosa lo “completi”. E’ un po’ allergico alle cose serie, in fatto di rapporti amorosi xD Il fatto è che con il suo comportamento si tende a dimenticare che è un Serpeverde ;) Per quanto riguarda i suoi occhi…nessuno se n’è mai accorto, le persone più importanti con cui ha avuto a che fare sono Eric e i suoi compagni di Casa e certo loro non lo guardano negli occhi! Hermione ha imparato a conoscerlo da poco, ma non le sfiora minimamente l’idea che i due siano fratelli. Ci sono un sacco di persone con gli occhi verdi ;) E grazie per dirmi che sono bravissima <3 Spero di non averti delusa con questo capitolo <3
- Morghi: eh…l’apparenza inganna XD Se è stato smistato in Serpeverde c’è un motivo u.u Qualche difettuccio ce l’ha anche lui u.u E sono contenta ti piaccia Eric *_* E’ un gran bastardo, ma anche io lo adoro <3 Silente non ha fatto altro che aumentare le sue domande, effettivamente. Sono contenta che ti faccia piacere che la storia sia moooooolto lunga *-*
- Piperina: Darling, come sai, sono vicina alle ff Harry Potteriane da poco…quindi non so come sia il Draco generico nelle solite Dramione XD Il fatto è che, per come lo sto creando (unico difensore dei nati babbani etc etc) non potevo far altro che renderlo giusto un poco puttaniere nel passato xD Sarebbe stato “strano” che un personaggio bastardo che schianta tutti, che si diverte a fare scherzi, che sfotte e chi più ne ha più ne metta sia cambiato così all’improvviso. L’unica cosa era questa :) Per quanto riguarda la Crovonero…si è un po’ zoccola xD Ma dai, capiamola, quando è a scuola non vede il suo ragazzo, dovrà pure consolarsi in qualche modo, poverina! XD Sì, è zoccola u.u Effettivamente Alistair si è un po’ innervosito per questa chiacchierata al chiaro di luna…e non riesce a capire perché mai gli abbia detto di avere fiducia nel padre! Ah, Silente non fa altro che confondergli le idee! Anche io sarei già scappata xD Sono contenta tanto tanto tanto che ti sia piaciuto il capitolo <3<3<3<3<3 Spero ti sia piaciuto anche questo *-* xoxo
- La_Ari: infatti, il fatto che sia un Serpeverde bastardo, stronzo e senza scupoli è trascurabilissimo! Non importa a nessuno u.u xD Detto ciò…anche io lo amo *-* Alistair era proprio il bello e maledetto <3 Per i capitoli precedenti…per il loro primo appuntamento devi aspettare ancora qualche capitolo :P e sì, scrivendo il capitolo in cui Alistair si immagina Harry e Ron come due cupidi mi sono divertita un casino *_* Per quanto riguarda il rapporto con il padre…sì, ci tiene davvero molto a lui, lo rispetta e lo ammira. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto :D
Ringrazio anche i 13 che hanno preferito questa FF, gli 11 che la ricordano e i 43 che la seguono <3 Grazie di cuore <3
A presto, con il prossimo capitolo <3
elyl