Le
parole che non mi hai detto
by Lady Memory
Disclaimer: è tutto
suo, nel caso ci fossero dubbi.
Ancora
grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix. E a tutti coloro che
vorranno lasciarmi un messaggio.
...
7 ...
Invece
non si era avverato nulla di quello che Malfoy aveva profetizzato con
quella
sua arrogante sicumera, nonostante Severus ora facesse parte di
quell'armata
scelta che avrebbe dovuto cambiare le sorti del mondo. Il destino
ancora una
volta aveva giocato le sue carte, imbrogliandole proprio quando Severus
credeva
di aver vinto.
La
profezia che aveva sentito e che si era affrettato a riferire al
Signore Oscuro
si era rivelata una trappola spaventosa per Lily e per il bambino che
Lily
aveva avuto da James Potter. La donna che Severus aveva sperato di
proteggere
correva ora un pericolo mortale, dal quale difficilmente si sarebbe
potuta
salvare senza l'aiuto di qualcuno molto potente, decisamente
più potente di
quel che Severus si era illuso di essere. E il ragazzo adesso era
lì, in ginocchio
davanti a Dumbledore, mentre le prove della sua colpevolezza e della
sua
stupidità gli uscivano in frasi smozzicate dalle labbra.
Vide
gli occhi dell'anziano mago farsi freddi di disprezzo, ma questo non lo
fermò.
Avrebbe consegnato in quelle vecchie mani rugose anche la sua anima,
così
giovane e già così macchiata, purchè
Lily si salvasse. Ascoltò in silenzio la
sentenza che lo condannava ad un destino di doppiezza e si
preparò a
distruggere tutto ciò per cui aveva lottato sino a quel
momento, a tradire
coloro che aveva deciso di chiamare amici, e a vivere nel sospetto e
nel
disprezzo, sconosciuto a tutti fuorchè all'uomo che lo stava
così
inesorabilmente spingendo verso il baratro. Nulla importava, se questo
poteva
salvare Lily, e a quell'incontro ben presto ne seguirono altri.
"Il
Signore Oscuro vuole una spia. Bene, ne avrà due," gli aveva
annunciato
tranquillamente Dumbledore un pomeriggio, fissandolo con quegli occhi
azzurri
che parevano trapassarlo da parte a parte.
Severus
lo aveva guardato senza capire.
"Il
Professor Slughorn si ritira dall'insegnamento. Dice di essere troppo
vecchio e
stanco. La verità è che ha troppa paura," aveva
spiegato Dumbledore
freddamente, aggiungendo poi con un sorriso scaltro, "Ma questo viene a
proposito. Il posto è tuo."
"Ma
io... io sono solo un ragazzo!" aveva protestato Severus, atterrito
all'idea di
rientrare ad Hogwarts con una simile posizione. C'erano ancora tanti
suoi ex
compagni che ricordavano la sua umiliazione, quel maledetto giorno di
fianco al
lago. Come avrebbe potuto sperare che lo rispettassero?
"Un
ragazzo, ma con un notevole talento in Pozioni." Dumbledore aveva
incrociato le
braccia, e il viso gli si era indurito in quella espressione
inflessibile che
Severus aveva imparato a temere. "E soprattutto, questo è il
travestimento
perfetto per esercitare le tue doti di spia."
Smarrito,
il ragazzo aveva chiuso gli occhi, mentre Dumbledore proseguiva con un
tono che
non ammetteva replica. "Spierai il preside di Hogwarts per Lord
Voldemort. Non è questo quello che il Signore Oscuro vuole
da
te? E contemporaneamente,
spierai Lord Voldemort per me."
"Ma
questo non è possibile!" gridò Severus. "Il
Signore Oscuro non crederà mai ad
una coincidenza così fortunata."
"Oh,
invece lo crederà," aveva risposto Dumbledore, e i suoi
occhi si
erano fatti
improvvisamente vecchi, vecchi e stanchi come di chi ha visto anche
troppo. "Lo
crederà perchè va a compimento dei suoi piani e
nessuno,
tanto meno Tom Riddle, è capace di andare contro a
ciò
che più desidera. E soprattutto, lo crederà
perchè non sa, non immagina, non può pensare che
tu possa
avere dei desideri
diversi dai suoi."
L'anziano
mago aveva aggiustato gli occhiali a mezzaluna sul naso sottile.
"Vedi,
Severus," aveva detto con calma, "a Lord Voldemort non importa nulla
delle
persone. Tu non sei che un mezzo per raggiungere i suoi fini. E lui
è convinto
di essere talmente superiore a qualunque altra creatura vivente da non
curarsi
assolutamente di chi gli sta intorno."
Il
ragazzo aveva chinato il capo, ferito dal tono lento e sdegnoso del
vecchio
mago. Poi l'angoscia aveva prevalso sull'orgoglio, l'amore per Lily
sulla
paura, ed aveva accettato. Il più giovane professore di
Hogwarts, da tempi
immemorabili.
Ma
non era passato poi molto tempo perchè anche quel sacrificio
risultasse vano.
Il Signore Oscuro era riuscito a trovare i Potter e li aveva uccisi,
nonostante
la sua promessa di risparmiare Lily per offrirla a Severus in
ricompensa della
sua dedizione. Falsità chiama falsità, e il
traditore era stato tradito. E poco
importava se, nel tentativo di ucidere il piccolo Harry, la maledizione
orribile che Voldemort aveva scagliato si fosse ritorta contro di lui,
cancellandolo dalla faccia della terra.
Dumbledore
aveva chiamato Severus nel suo ufficio per dargli l'annuncio, e il
ragazzo
aveva sentito la sua anima gridare silenziosamente e poi bruciare e
torcersi e
incenerirsi in una sofferenza indicibile, implorando il corpo di
lasciarla
libera.
Stranamente
invece, l'anziano mago di fronte a lui non sembrava poi così
addolorato. Stava
già calcolando in termini di risultati e previsioni, stava
già scrutando il
futuro, stava anticipando gli anni che sarebbero venuti e mettendo sul
piatto
della bilancia due vite, quella di Severus e quella del bambino rimasto
orfano
per colpa sua. E usava ancora Lily per costringerlo ad accettare.
Intontito
dal rimorso e dal dolore, Severus aveva faticato a capire che
Dumbledore stava
continuando a parlargli, e ancor più aveva faticato ad
accettare il senso di
quelle parole. Il bambino... Il bambino di Lily era vivo e, secondo il
grande
mago, presto sarebbe stato in pericolo anche lui come sua madre. Harry
Potter,
che univa le odiose fattezze del padre ai luminosi occhi verdi di Lily,
avrebbe
avuto bisogno di un aiuto, di un difensore.
Il
patto di sangue aveva superato la sua fine ed esteso le sue ali
sull'intera
esistenza di Severus Snape. Quel bambino così
miracolosamente scampato alla
morte inchiodava il suo riluttante protettore alla vita, lo costringeva
ad
esistere nonostante sè stesso. E soprattutto, gli presentava
di nuovo la
prospettiva di confrontarsi ancora con Lily, attraverso quegli occhi
così
simili a quelli di lei.
Severus
Snape ritornò nella sua stanza nei sotterranei e
sprofondò nella sedia accanto
al fuoco. Tremava ancora tutto, malato di un dolore che non poteva
mostrare,
mentre il mondo dei suoi simili impazzava e faceva festa, esultante per
la
scomparsa di un mostro che era sembrato invincibile, ed incurante del
prezzo di
sangue che questa vittoria era costata.
Piccoli
singhiozzi ansimanti si fecero strada nel suo petto e tra le sue
labbra. Vinto,
disfatto, smarrito, Severus chinò il capo tra le mani,
mentre le lacrime
lentamente gli scivolavano sul viso, seguendo gli angoli aspri delle
sue
guance.
I ricordi erano
attorno a lui e si insinuavano pungenti,
rammentandogli ciò che era stato e ciò che
sarebbe dovuto essere. Tutto era
ancora così incredibile, così orribilmente
doloroso... Questa volta, non un
gesto, non una parola dovevano tradire un impegno che avrebbe potuto
costare
nuovamente una vita. Non avrebbe deluso Lily di nuovo. E soprattutto,
non
avrebbe più esposto sè stesso alla
vulnerabilità delle sue emozioni. Severus
Snape era morto al mondo, e questo valeva per Dumbledore prima ancora
che per
gli altri. Per tutte queste ragioni, prima di andarsene dall'ufficio
del
preside, aveva chiesto al preside che venisse mantenuto il segreto sul
ruolo
futuro che avrebbe dovuto ricoprire.
"Vuoi
la mia parola, Severus, che non rivelerò mai la parte
migliore di te?" Dumbledore
aveva sospirato stancamente, come se la richiesta di quell'uomo
annientato che
gli sedeva davanti fosse un capriccio incomprensibile. "Se proprio
insisti..."
Ora,
solo nella sua
stanza, i bagliori del fuoco ad irritargli gli occhi arrossati dal
pianto,
Severus risentì quella voce e strinse i pugni,
abbandonandosi alla sua
disperazione. No. Non sono queste le parole.
(continua)
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Nota per JuliaSnape:
innanzitutto, ti ringrazio molto per il tuo messaggio; sei veramente
gentile, e sono contenta di sapere che la mia storia ti piace. Poi
rispondo alla tua domanda. No, non sto traducendo, anche
perchè
in tal caso avrei sicuramente citato il vero autore per
correttezza.
Ma adesso sono curiosa io: come mai hai pensato che fosse una
traduzione?
Azzardo alcune ipotesi, e vediamo se ci azzecco (mi piace
giocare, come puoi vedere):
Per il mio disclaimer? Il “tutto suo” si riferiva
alla Rowling, naturalmente.
Oppure per lo stile in cui è scritta? Così
barocco e ornamentale, quello purtroppo è tutto mio ;)
Oppure per il soggetto? Moltissime delle tematiche trattate in questa
storia si trovano in altre mie storie, che però sono state
scritte in inglese e pubblicate in siti di lingua inglese. Diciamo che
questa volta ho fatto un cambio, per il piacere di scrivere finalmente
qualcosa in italiano. Il che è mooooooolto meno faticoso! :D
Bene, io ci ho provato, adesso spero di risentirti con la soluzione.
Intanto ancora tantissime grazie.
E con l'occasione, grazie anche a Berenike
e LiTtLe_MissGiuly_
per avermi lasciato un graditissimo commento.