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Autore: tisho    26/07/2010    3 recensioni
Hermione per una volta nella sua vita vuole essere un'altra, solo per una sera vuole essere Jane...e basta
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“INSOMMA VOLETE TOGLIERVI DI MEZZO??

 

Ron aveva visto tutta la scena da lontano e si era già lanciato in mezzo alla folla per raggiungere Hermione. Il tizio l’aveva già praticamente costretta con le spalle al muro e leggeva la tensione  crescente sul viso di lei.

 

Se osa solo torcerle un capello io lo ammazzo!

Dove diavolo la sta portando??

 

Hermione era già scomparsa dietro la porta, ma lui era bloccato dalla marea di adolescenti che non avevano la minima idea del perché lui continuasse a cercare di aprirsi un varco fra di loro. Nonostante tutto continuò a farsi strada come un forsennato, spingendo con violenza di lato chiunque gli capitasse a tiro e lo ostacolasse.

La rabbia gli ribolliva dentro con così tanta forza che gli occhi stessi sembravano essersi tinti dello stesso colore dei capelli fulvi.

 

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Il bellimbusto, non appena chiusa la porta, si voltò di scatto e le immobilizzò anche l’altro polso dietro la schiena.

Hermione cercò di urlare ma una mano le tappò prontamente la bocca, soffocando la sua disperata richiesta di aiuto.

 

“Andiamo dolcezza, non fare la difficile, voglio solo portarti a fare una passeggiata”

 

Continuò a dimenarsi per sciogliere la salda presa del ragazzo, che contro la sua volontà la stava costringendo a imboccare una via meno illuminata. Ogni suo sforzo sembrava inutile, il suo corpo esile non riusciva a opporsi alla forza bruta di lui, era come cercare di contrastare una maledizione Imperius : praticamente impossibile.

 

Che qualcuno mi aiuti!! Perché non passa nessuno??Oddio che cosa posso fare? Come vorrei che Ron fosse qui!

 

Non trovando idee migliori, morse la mano del suo assalitore, sperando così di poter chiamare aiuto, ma il tizio perse definitivamente la pazienza.

 

“Ora l’hai voluto tu!”

 

Dicendo questo le mollò uno schiaffo con tanta forza da farla cadere a terra.

Per un attimo fu troppo intontita per capire cosa stesse succedendo, vide la stessa mano che l’aveva colpita il momento prima allungarsi sopra di lei per afferrarla di nuovo, spaventata serrò gli occhi, convinta che il peggio dovesse ancora venire, ma non sentì la stretta che si era aspettata.

 

Riaprì gli occhi e non riuscì a credere che il suo desiderio si fosse materializzato lì davanti a lei.

 

Ron infatti era appena piombato alle spalle dell’assalitore, allontanandolo da lei.

 

“Non la toccherai mai più, lurido pezzo di merda!!”

 

Il ragazzo crollò praticamente subito sotto i colpi furenti di Ron, ma a lui non bastava, continuò a sfogare la sua rabbia con pugni e calci, finché non fu fermato dalla mano di Hermione.

 

Finalmente si voltò a guardarla.

 

“Stai bene?”

 

“S-sì, credo di sì”

 

Ma la rabbia era ancora troppa dentro di lui, la sentiva dentro di sé e lasciò scoppiare di nuovo, questa volta contro di lei.

 

“Si può sapere a che diavolo di gioco stavi giocando?!? Ti rendi conto di quello che ti sarebbe potuto succedere se non fossi arrivato io? Che diamine ci fai in questo postaccio?? Ma dico io, voi ragazze non avete un po’ di sale in zucca?! Si vedeva lontano un miglio che quel tizio mirava a qualcosa!!

Squadrandola appena, rincarò la dose.

“Che ti viene in mente di girare conciata in questo modo? Facevi prima a metterti il cartello “Eccomi qui, fa’ di me quello che vuoi”!

E poi cos’è questa storia di farsi chiamare Jane? Volevi avere la tua notte di follie da scrivere sul diario??

Be’ ti consiglio un titolo: Esperienze di vita da mai più ripetersi!”

 

Ron era come un fiume in piena; all’inizio Hermione lo ascoltò paziente, sapendo che una parte di quello che le stava dicendo se la meritava, ma poi cominciò lei stessa ad agitarsi, in discoteca la maggior parte delle ragazze che aveva visto indossava abiti che lasciavano ben poco all’immaginazione, mentre lei rientrava di gran lunga nei limiti dettati dalla decenza, e poi chi era lui per dirle come vestirsi? Quando però sentì la frase “Volevi avere la tua notte di follie da scrivere sul diario??” non riuscì più a trattenersi.

 

“Insomma la vuoi piantare di urlarmi in questo modo?!? Se almeno mi lasciassi spiegare, forse potresti capire, ma invece no, Ron Weasley sa sempre tutto, vero?”

 

“Si può sapere cosa c’è da capire? Mi sembra anche troppo ovvio!”

 

Le lacrime che le avevano punto gli occhi durante la sfuriata di Ron, ormai le bagnavano il viso come gocce di rugiada.

 

“Che cosa ti sembra ovvio? Ti sembra ovvio forse che anche io, Hermione Jane Granger, per una sera volessi essere solo Jane? Ti sembra ovvio che per una sera volessi essere una ragazza NORMALE che non passa tutto il suo tempo sui libri? Ti sembra ovvio che per una sera volessi cancellare dalla mia mente le mille ansie, paure e preoccupazioni che popolano la mia vita da sei anni? Sperare di addormentarmi e non cadere nei miei incubi costanti in cui vedo te e Harry morire davanti a me perché non sono stata abbastanza pronta? Dimmi è così ovvio…”

 

Ma non riuscì a finire la frase.

 

Ron l’aveva stretta a sé in un impeto improvviso; così come l’aveva abbracciata, lei sentì smontare la rabbia che le era cresciuta dentro e si sciolse abbandonandosi sul suo petto.

 

Come ho fatto a non capire?...Eppure le sue paure sono le stesse che provo anch’io…

Sembra così piccola ora che la tengo fra le braccia…

 

“Perdonami…lo so che è dura, ma Silente aveva fiducia in noi e finché resteremo insieme andrà tutto bene, vedrai…forse io e Harry ti diamo un po’ troppo per scontata, io ti dò troppo per scontata…non dev’essere facile avere sempre la risposta giusta… non avrei dovuto dirti quelle cose, non le pensavo…è che ero così preoccupato…quando ti ho vista sparire là dentro, non ci ho capito più nulla…”

 

Hermione non riusciva a credere che qualcuno finalmente la capisse, e che quel qualcuno fosse proprio Ron. Ora che aveva condiviso con lui la sua paura più grande, quella di non essere all’altezza al momento giusto, si sentiva più leggera.

Non avrebbe più dovuto tenersi tutto dentro e mostrarsi forte in ogni situazione, almeno non con lui, non con il suo Ron…

 

“Mi dispiace averti fatto preoccupare, ma grazie per essere corso in mio aiuto”

 

Un improvviso grugnito dietro le loro spalle li riportò nel mondo reale. Era il bellimbusto, ancora accasciato a terra, che evidentemente stava per riacquistare i sensi.

 

Ron, a malincuore, si staccò da lei e andò a controllare la situazione. Vide un fermaglio spuntargli da una tasca dei pantaloni.

 

“’Mione è tuo?” le chiese mostrandole il fermaglio.

 

“La mia bacchetta!”

 

“Cosa??”

 

“L’avevo trasfigurata per averla a portata di mano in caso di pericolo, avevo deciso di sbarazzarmi di lui con un Cunfundus ma qualcuno mi ha spinto facendomela cadere e lui l’ha raccolta prima di me”

 

“Insomma hai avuto tutte le sfortune possibili, eh?

 

Le disse con un sorriso, che lei ricambiò.

 

“Non mi hai ancora detto che cosa ci fai tu qui!”

 

Esclamò la ragazza con un’occhiata sorniona.

 

“Ah, be’ sai…un divertimento babbano ogni tanto…è stata un’idea di Fred e George, è venuto anche Harry…o miseriaccia, Harry! L’ho lasciato al bancone un secolo fa, quando quella Emily mi ha trascinato a cercarti! Mi avrà dato per disperso!”

 

Hermione rideva di cuore finalmente, dopo i minuti di tensione che aveva vissuto.

 

“Aspetta hai detto Emily? È stata lei a dirti che mi chiamavo Jane, vero?”

 

“Certo, quella ragazza si era messa in testa che ero il tipo giusto per te, quando non ti ha trovata ha preteso che l’aiutassi a ripescarti nella marmaglia”

 

“Allora eravate tu e Harry i tipi che aveva adocchiato! Non posso darle torto…”

 

Il suo ultimo commento, sebbene detto a mezza voce, non sfuggì a Ron, ma prima che potesse indagare, lei disse:

 

“Andiamo, o quei due si preoccuperanno davvero non vedendoci tornare”

 

“Che ne facciamo dello spompato?”

 

Guardando sprezzante il ragazzo ancora svenuto.

 

“Giusto, a lui ci penso io, se non ti dispiace…”

 

Dopo meno di un minuto, Hermione richiuse la porta dietro di sé, dopo aver lasciato un avviso, che avrebbe scatenato l’ilarità di ogni donna d’ora in poi, marchiato a fondo sulla fronte del farabutto: Sono una pippa

 

 

 

 

 

  
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