- Ma ciao, prodi lettori! Eccoci qui con un nuovo appuntamento con la lettura ;)
- Ci scusiamo per il ritardo - cause misteriose, che non si possono dire :P fate finta di nulla.
- Comunque, piccolo spoilerino da moi (Checca- ovviamente, Andrea mi staccherà la testa): in questo capitolo, c'è aria di novità! Infatti, ci sono delle new entry, nella storia! XP Beh, comunque, now I'have to go. Ci vediamo in fondo!! XP
Capitolo
X
- Pov Edward
- << Josh, per la
miseria! >> Scoppiai a ridere, seguito dal mio
fratellino. Mi aveva buttato per terra, nel tentativo di fare
l’aeroplano.
- <<
fratellone, disegniamo? >> propose Josh, alzandosi e correndo in
cameretta, senza nemmeno sentire la mia risposta. Tornò armato di
pennarelli,
fogli e un sorrisone simpatico. Ridacchiai, mio fratello era una
sagoma. Si
sedette sul tappeto, accanto a me, e cominciò a scarabocchiare
qualcosa. Non
gli prestai molta attenzione, perché, in quei rari minuti di silenzio,
il mio
pensiero volò a una ragazza dagli occhi cioccolatosi, espressivi quanto
profondi. Ah, chissà Bella che faceva in questo momento. Magari, anche
lei mi
pensava.
- Edward, ti
dico la
verità! N-O-N C-I S-T-A!! Mi dispiace.. Le parole di
Angela mi arrivarono dritte al cuore, come una
pugnalata. Aveva ragione, cacchio, dannatamente ragione. Io non ero
abbastanza
per lei, non ero degno. Bella era così speciale, così genuina, così…
Sincera.
Lei era unica. Ed io ero irrimediabilmente cotto di lei.
- <<
fratellone, guarda: ho disegnato la ragazza che ti piace!
>> Avevo raccontato tanto a Joshua di Bella, e lui approvava.
Solo che
ora mi tormentava con la storia che dovessi dirle i miei sentimenti. Ma
che ne
sapeva un bimbo come lui, di amore? Sicuramente, aveva più coraggio di
me, in
questo.
- Mi voltai
verso il disegno, e trovai la copia stilizzata- fatta
dopotutto da un bambino di soli sei anni- della ragazza che amavo.
Sorrisi,
quando, con aria allegra, me lo regalò.
- <<
oggi stai a casa con me? >> domandò. Scossi la
testa, scompigliandogli i capelli.
- << no,
mi dispiace, devo fare una commissione. Ma se torno
presto, posso anche giocare con te. La mamma ha già chiamato la
baby-sitter,
per oggi. >> Lui batté le manine, felice. << siii, che
bello!
>> esultò. Non capii se fosse per la tata, o perché gli avevo
promesso
che avremmo giocato al mio ritorno.
- Mamma ci
raggiunse, rimproverandomi per non aver vestito ancora
Josh. Lui mi difese a spada tratta, dicendo che dovevamo giocare.
Elizabeth ridacchiò,
prendendolo in braccio e portandolo nella stanza da letto per vestirlo.
Non
capivo perché dovesse essere impeccabile anche per passare la giornata
con una
baby-sitter che, quasi sicuramente, l’avrebbe ignorato. Era
inutile. Decisi anche io di prepararmi, e
andai nella mia stanza per vestirmi. Indossai semplicemente dei jeans
sbiaditi
e una camicia, lasciando i primi due bottoni slacciati. Indossai le mie
Converse, e salutando con un bacio mia madre e Josh, uscii. Dovevo
andare in
una libreria dall’altra parte di Phoenix, dato che era la più fornita.
Mentre
viaggiavo- purtroppo- a velocità moderata, verso il centro, vidi Ben
passeggiare per il marciapiede. Dato che il semaforo era rosso, decisi
di tirar
giù il finestrino e salutarlo.
- <<
ehi, Ben! >> lui si voltò, e mi sorrise amichevole,
avvicinandosi.
- <<
ehi, Edward! Come ti va? >>
- <<
tutto bene, dai. Con Angie? E Bella? >> domandai,
curioso. Lui ridacchiò, arrossendo. << con Angela tutto bene, la
sto
aspettando, dobbiamo uscire. Mentre Bella è al lavoro. >> Mi
incupii
subito.
- <<
Bella lavora? >> domandai, con un cipiglio in
volto. Lui annuì, ridendo.
- <<
già, con la fortuna che si ritrova, la sua auto è morta.
E per non pesare sulla madre, ha deciso di trovarsi un impiego.
>>
spiegò, stringendosi nelle spalle. L’idea che Bella lavorasse non mi
piaceva
più di tanto. Voleva dire mettersi al servizio delle persone, e Bella
era
troppo… Scossi la testa, tornando a far attenzione a Ben.
- <<
Beh, amico, ora vado. E… il verde è scattato, ci vediamo!
>> non realizzai bene ciò che disse, e i clacson cominciarono a
suonare
con boati fastidiosi. Eccheccacchio, con
calma! Pensai, premendo il piede
sull’acceleratore, schizzando in avanti. Arrivai davanti alla
biblioteca non
molto tempo dopo. Cominciai a girare tra gli scaffali assortiti, pieni
zeppi di
libri di ogni genere e volume, alcuni nuovi, altri dall’aria consumata
e
vecchiotta. Andai nell’ala dedicata alla medicina, e con lo sguardo
cercai
attentamente l’enciclopedia di cui avevo bisogno. Trovata, mi accomodai
nella
sezione per la lettura, e dopo aver ripassato un po’, decisi di farmi
una
pausa. Ricominciai a vagare nei corridoi, in cui vi erano fantasy,
libri
d’avventura e gialli. Il mio dito sfiorò parecchie copertine, nel
leggere i
titoli. Un libro in particolare mi attirò: Twilight,
dalla copertina nera e dall’elegante scritta in bianco. Mi ripromisi
che ci
avrei dato un’occhiata, quando dovetti scappare fuori dalla sala, a
causa del mio
telefono che cominciò a vibrare.
- <<
pronto? >> domandai, un po’ infastidito,
e con il
fiatone, causa la corsa per non infastidire le persone.
- <<
Edward, ricordati che due ore devi andare a prendere le
gemelle! >>
- << oh, caz..
>>
- <<
Edward! >> mi sgridò.
- << si,
si, giusto, scusa mamma. Grazie di avermelo ricordato!
Ciao. >> e riattaccai, correndo alla Auston Martin. Montai
velocemente a
bordo, partendo in quarta, sgommando verso l’aeroporto. Sapevo che
Abigail non
mi avrebbe fatto storie, ma Giselle…Beh, lei mi avrebbe fatto una di
quelle
scenate assurde, degne solo di una snob da sputo in faccia. Già, avevo
un’alta
considerazione di mia cugina. La sua gemella, Abigail, invece, era
l’opposto.
Fisicamente- entrambe bionde con riflessi ramati, dagli occhi azzurri-
erano
identiche. Solo che una era sempre sorridente e amichevole, l’altra
aveva
perennemente disegnato in viso un’espressione da superiore, la maggior
parte
delle volte, disgustata. Giselle era semplicemente odiosa.
- Arrivai allo
stabile immenso, parcheggiai, e corsi a perdifiato
fin quando la vidi. Ma l’altra?La ragazza mi guardò con un’espressione
leggermente...Incazzata. La raggiunsi
ansante, cercando di sorriderle.
- <<
ciao.. >> fiatai, rannicchiato sulle gambe,
cercando di riprendere fiato.
- <<
Alla buon’ora, cugino! Mi si stanno gonfiando i capelli,
ti rendi conto?! >> sbraitò, guardandomi in cagnesco. Mamma,
che voce da gallina…
- <<
Abigail? >> domandai, ignorando le sue
imprecazioni. Lei mi guardò con sufficienza, incrociando le braccia al
petto.
- <<
quella sfacciata ha preso un taxi..Ma io dico: un taxi?!
Non è igienico! Ma non si può, è da poverelli! >> Affermò.
Strinsi i
pugni lungo i fianchi, tanto per non strozzarla. Sarebbe stata una
liberazione
per tutti, ma dopotutto era sempre mia cugina.
- <<
forza cugino, ora andiamo a casa. >> affermò. Lei
cominciò ad andare, lasciando indietro me e i SUOI bagagli. Guardai le
valigie,
atterrito. Erano più di sei valigie- per di più di un orribile rosa
shocking
(gusti da maschio, dopotutto) - e non volevo immaginare quanti vestiti
contenessero. Con un sospiro rassegnato
e un’espressione terrorizzata, agguantai i trolley borsoni - cercando
di
spostarli come potevo-, e la raggiunsi.
- << un
aiutino? >> domandai, arrancando fino alla mia
auto. Mi guardò scioccata e indignata, come se avessi detto chissà
quale
blasfemia.
- <<
scherzi? Mi si sgualcisce il vestito. >> detto ciò,
salì sull’auto. Andiamo di bene, in
meglio.. Pensai, alzando gli occhi al cielo, e cominciando a
caricare nel
bagagliaio quella montagna di roba. Altro che palestra, a furia di
portare
quelle valigie sarei diventato un culturista. Montai sull’auto, al
posto di
guida- mi aveva concesso l’onore- e
ripartii verso casa. Avrei tanto preferito che ci fosse anche Abigail,
almeno
lei si che mi avrebbe reso allegro. Giselle continuava a guardarsi le
unghie,
con fare innamorato. Probabile
volesse più bene a loro che alla sorella. Tempo più tardi, arrivammo a
casa.
Scesi dall’auto e seguita da lei andai verso l’ingresso- i bagagli li
avrei
tirati fuori dopo. Aprii la porta, e
venimmo accolti da tre risate: una era tenera, indiscutibilmente quella
di
Josh; la seconda era l’inconfondibile ilarità di Abigail; e la terza mi
era sì
famigliare, ma non capivo di chi fosse. Fatto sta, che era musica per
le mie
orecchie. Entrammo nel salotto, e la scena che mi si presentò agli
occhi mi
stordì non poco. Josh e Abigail si voltarono all’unisono verso di me,
quando lo
sguardo delle baby-sitter incontrò il
mio. Il mio cuore perse un battito, e inevitabilmente le mie labbra si
tirarono
in un sorriso. Bella arrossì imbarazzata, nel suo sguardo la sorpresa.
Poi, al
mio fianco, giunse Giselle, rimasta indietro.
- Pov Bella
- Alla destra
di Edward, comparve una ragazza bellissima, e identica
ad Abigail, la ragazza che avevo conosciuto qualche ora fa, e con cui
avevo già
stretto amicizia. Erano si uguali, ma lo sguardo della sosia di Abi era
diverso
dal suo: altezzoso e fiero, come poteva esserlo solo quello di una
regina. Al
fianco di Edward, di certo non stonava. Anzi. Abigail s’alzò e corse ad
abbracciare l’angelo, e - a me sembrò che fece apposta così- diede una
gomitata
alla gemella. Lei si lamentò, ma nessuno la calcolò. Josh- a differenza
di prima-
non abbracciò la nuova arrivata, insistendo per presentarmi.
- <<
ehi, potevi anche aspettarmi all’aeroporto, sarei
passato! >>disse Edward alla ragazza biondo-ramata. <<
preferivo
venire in taxi, e poi abbiamo preso due aerei differenti: io e la
signorina
abbiamo litigato >> fece, con un’espressione infastidita. Poi
tornò
sorridente. << non mi hai detto che la baby-sitter di Josh fosse
così adorabile >> disse, lanciandomi
uno sguardo. Io arrossii, interpellata. Edward sorrise, avanzando nella
sala
con le due ragazze appresso. << in realtà, non sapevo nemmeno chi
fosse,
la baby-sitter di Josh: ma ora ho la certezza che mio fratello sia in
buonissime mani >> disse, sorridendomi. Anzi, ghignando, forse
per le
linee di pennarello che Josh mi aveva per sbaglio fatto sulla guancia,
facendomi assomigliare ad una pellerossa. Mio
fratello… E così, Edward era il fratello di Joshua? Wow, che
coincidenze.
- <<
certo che il mondo è proprio minuscolo… >>
affermò di nuovo, ridacchiando. Annuii,
abbassando il capo.
- <<
Josh, com’è la tata? >> chiese poi. Il bambino
rise, abbracciandomi teneramente.
- << la mia Bella è
fantastica! >> Edward ridacchiò, perso in chissà quali pensieri.
Baciai
la testolina di Josh, sorridendo teneramente. Questo bimbo era
eccezionale,
proprio come il fratello.
- <<
già, è davvero un mito! >> concordò Abi, facendomi
arrossire ulteriormente. Un conto era detto da un bambino di sei anni,
un altro
se detto da lei!
- << ma
bene, il mio
impiastro imbranato e la mia cuginetta hanno fatto amicizia!
>>
commentò, prendendomi un po’ in giro. Gli lanciai un’occhiataccia. Però
il ‘mio impiastro’ riuscì a sciogliermi. Eravamo
amici, ormai. Solo amici…
- <<
beh, allora evito altre presentazioni. Bella, la copia
spiccicata di Abigail è la sua gemella, Giselle. Sono le mie cugine.
Giselle, Isabella,
una mia cara amica. >> presentò. Mi alzai, porgendo la mano alla
bionda-rossa. Lei osservò il mio arto.
- <<
oddio, che mani poco curate! >> esclamò. Abi e Ed
alzarono gli occhi al cielo.
- <<
beh, sì, mi mangio le unghie. >> ammisi, un po’
imbarazzata.
- << che
sacrilegio! >> continuò lei. Oddio, non era una
catastrofe! Erano
fatti miei se non avevo le mani e le unghie come una star. Edward
percepì il
mio stato d’animo, introducendo un altro discorso.
- <<
beh, per la paga.. >> argomento peggiore non poteva
trovarlo!
- << da-da-da-da-da!!
No Edward, no. Sai che odio parlar di soldi. >>
- <<
Bella, non puoi far da baby-sitter a questo terremoto, gratis.
>> ribatté accigliato.
- << tu
mi hai pagato il caffè, io non prendo i soldi.
>> affermai. Non mi interessava per l’auto, piuttosto avrei
cercato - un’altra
volta- un impiego alternativo, senza rinunciare a stare con Joshua.
- <<
ancora con questa storia? Andiamo, non posso lasciarti
andar via senza averti pagata. >> sbottò, incrociando le braccia
al
petto. << siamo amici. >>
- <<
appunto che siamo amici,
che non posso e non voglio accettare
quei soldi! >> ribattei, seccata.
- <<
ehi, basta!! >> scoppiò Abigail, infastidita dal
nostro battibecco.
- << tu
accetti questi soldi, e non lamentarti. Edward, la
prossima volta ti sforzi a pagare qualcos’ altro che non sia solo un
misero caffè.
>> fece Abigail, chiaramente d’accordo col cugino. Scossi la
testa,
rassegnata.
- <<
ehi, sono a casa! >> esclamò Elizabeth, entrando in
salotto.
- << ma
guarda chi c’è! Siete arrivate! >> la donna
abbracciò le due ragazze, con tanto affetto. Abigail la strinse in una
morsa
soffocante- che avevo già testato (era una ragazza molto espansiva e
solare)-
mentre Giselle rimase un po’ freddina, nei confronti di quella donna
così
gentile e buona.
- << io
ora dovrei andare.. >> mormorai, sentendomi di
troppo. Edward parve dispiaciuto.
- << ma
certo, Bella cara, vieni, ti pago e.. >> cercai
di far desistere la madre del rosso, ma come lui, era piuttosto
testarda su questo
fronte. Quindi, a malincuore, dovetti accettare i soldi. Josh mi
abbracciò
forte, dispiaciuto che dovessi già andar via. Gli baciai una guanciotta
paffuta, dicendogli che sarei tornata presto. Lui annuì piano, comunque
giù di
morale. Edward mi accompagnò alla porta, con la stessa espressione del
piccino.
<< e così, sei il fratello di quel bimbo adorabile.. >>
commentai,
con un sorriso. Lui ridacchiò: << di quel terremoto, vorrai dire.
>> mi corresse.
- << è
così carino! >> ribattei. << beh, ora vado.
E’ stato un piacere conoscere le tue cugine, Abigail è un tesoro
>>
affermai. Lui rise ancora. << già, Giselle non è il massimo della
simpatia. >> convenne. Io stetti zitta, non volevo far figuracce.
Comunque, era appurato che la gemella di Abi mi fosse antipatica.
- << comunque… - fece,
dondolandosi sui talloni- spero ci
vediamo presto. >> abbozzò. Annuii, speranzosa. << certo.
>>
lui mi baciò una guancia, come alla fine del nostro secondo incontro,
facendomi
arrossire. Io salutai e corsi via. Santo cielo, che ragazzo!
- Eccoci alla fine, prodi cavalieri!! Piaciuto? Speriamo di sì- e confidiamo nelle vostre recensioni, ci riempiono il cuore di gioia, sul serio! O.o
- Ora, risposte alle recensioniii... MMMh...
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Detto ciò, ringraziamo chi segue, preferisce e ricorda: un grazie di cuore!!
Ora, ajo, dobbiamo defilarci. Ciauuu - please, commentini *-*