CAPITOLO 37
Surprise!
Venire
a letto con me.
Venire
a letto con me…
Venire
a letto con
me!!!
Lilian
Luna Potter non riusciva ancora a credere a quello che
Scorpius Hyperion Malfoy aveva appena detto. Se ne stava impalata in
mezzo al
corridoio -ora deserto dopo che Scorpius se n’era andato
così come era venuto,
senza darle modo di rispondere alla provocazione- incapace di muoversi
né di
pensare coerentemente.
Infine,
fece dietro front e tornò in camera, dove Glorya e
Cassiopea stavano discutendo di quale fosse l’incantesimo
migliore per lisciare
i capelli.
-Ma
dico è completamente impazzito?! IO andare a letto con
LUI!?!?! Ma che diavolo gli passa per la testa! E poi per chi crede di
avermi
preso, per le puttane dei quartieri a luci rosse?!?! Già che
c’era poteva pure
allungarmi una banconota! Se vuole che IO! Vada a letto con
LUI…anzi no, se lo
può scordare! Non accadrà mai!-
sbraitò Lily entrando a passo di marcia nella
stanza.
Glorya
e Cassiopea la fissavano con tanto d’occhi. Era pazza?
-Lily
tesoro…forse è meglio che ti siedi-
azzardò Cassiopea
esitante, temendo che Lily riprendesse ad urlare come una matta.
-Sedermi
un cavolo! Hai idea di cosa significhi?-
-Lily
se non ci spieghi non potremmo mai avere id…-
iniziò a dire
Glorya tentennante, ma la furia Lily Potter la interruppe:
-Semplicemente,
quel decerebrato, troglodita, porco, maiale, imbecille
senza cervello, riccio in calore d’un Malfoy ha osato e
sottolineo ha osato
chiedermi di andare a letto con lui! Così, su due piedi,
neanche stessimo
parlando del tempo!- gridò incazzata come non mai.
Cassiopea
e Glorya ebbero la tentazione di correre a nascondersi.
In cinque anni non avevano mai visto Lily così
arrabbiata. Anzi, a pensarci meglio, non l’avevano mai vista arrabbiata.
-D’accordo.
Ricapitoliamo: hai incontrato mio fratello da qualche
parte e ti ha chiesto di andare a letto con lui?- chiese Cassiopea,
giusto per
tirare le fila di quel monologo leggermente scurrile.
-Esatto!-
-E
tu cos’hai fatto?- domandò Glorya un pelo
più sicura, ora che
Lily sembrava aver ripreso il controllo di sé stessa.
-Niente,
non ho potuto fare niente perché mi ha mollata in mezzo
al corridoio!- rispose
Cassiopea
si scambiò uno sguardo con Glorya. Non era precisamente
il momento adatto per dire a Lily che il giorno dopo –ovvero
giorno dell’uscita
a San Francisco- sarebbe andata ad un appuntamento con Shane Burke.
Molto
probabilmente Lily le sarebbe balzata addosso e le avrebbe staccato la
testa a
morsi. O magari avrebbe estratto la bacchetta.
-Ehm…quindi…con
Ethan?- suggerì
-Chissenefrega!-
sbottò Lily buttandosi sul letto.
Okay.
Doveva calmarsi. Perdere il controllo in quel modo non era
da lei e sinceramente la cosa la spaventava un po’. Doveva
fare qualche lungo
respiro e poi mettersi a ragionare con
lucidità…aaaaah, al diavolo, sarebbe
andata da Malfoy e l’avrebbe strozzato con le sue stesse
mani!
No,
no, Lily, non fare così, le disse una vocina interiore, se
lo
uccidi, poi come fai a vendicarti?
Essendo
d’accordo con sé stessa, Lily si alzò
di scatto dal letto
e, raccattato il beauty-case dal fondo della valigia, andò
in bagno con
l’intento di farsi una bella e soprattutto calmante doccia
calda.
Una
volta sotto il getto d’acqua bollente, Lily iniziò
effettivamente a rilassarsi. I nervi le si distesero e, una volta
giunta ad
applicare il balsamo alla vaniglia ai capelli, era tornata
sé stessa. Il giorno
dopo sarebbe uscita con Glorya e Cassiopea a cercare un costume per
Halloween, si
sarebbe scusata con Ethan
per non essersi presentata –adducendo come scusa un
immaginario mal di testa- e
avrebbe fatto finta che Scorpius Hyperion Malfoy non fosse mai esistito
e non
avesse mai pronunciato quelle tre dannatissime parole. Lo odiava con
tutta sé
stessa per il modo in cui l’aveva trattata e a quel punto non
le importava
neanche più di sapere se fosse ancora vergine o meno.
Ciò che contava era
comportarsi come tale e vivere la sua prima volta con una persona
quantomeno
importante per lei. E non sarebbe mai
stata con Scorpius Hyperion Malfoy.
*****
Marìkaa
Stewart non avrebbe mai creduto di avere il coraggio di
fare ciò che stava per fare.
Con
passo che voleva essere deciso, si avvicinò al tavolo dove
Scorpius Malfoy stava facendo colazione in compagnia di Derek Zabini.
Trovò
strano che con lui non ci fosse anche quel ragazzo dai capelli ramati,
ma la
cosa stranamente la tranquillizzò: Rose si era confidata con
lei a riguardo di
Zabini e gliel’aveva descritto come un bravo ragazzo. Magari
non sarebbe
scoppiato a ridere quando lei…
-Ciao,
Scorpius- esordì Marìkaa sentendo come al solito
il cuore
batterle a mille; rivolse anche un timido sorriso di saluto a Derek che
la
ricambiò un po’ perplesso.
-Ciao-
rispose Scorpius sorpreso. Non aveva più pensato
–né
tantomeno considerato- Marìkaa da quando alla festa aveva
baciato Lily. Da quel
momento era stranamente esistita
solo
-Posso?-
chiese
-Beh
io vi lascio…- disse Derek, intuendo con molto tatto che
Marìkaa voleva parlare a quattr’occhi con
Scorpius. E poi doveva ancora
chiedere a Rose se voleva andare con lui a San Francisco…
Rimasti
soli, Marìkaa prese il coraggio a quattro mani e
iniziò a
dire:
-Tu
mi piaci…-.
Mentre
Scorpius ascoltava sempre più esterrefatto la sdolcinata e
vomitevole dichiarazione d’amore della Stewart, con tanto
d’occhi spalancanti,
dall’altra parte della sala Lily Potter venne raggiunta
dall’ultima –o sarebbe
meglio dire, penultima- persona con
cui avrebbe mai voluto parlare. Edward Nott si era appena seduto
accanto a lei
senza neanche chiederle il permesso.
-Ciao-
disse insicuro, ma naturalmente non ottenne risposta. Lily
continuò a spalmare con molta attenzione la sua marmellata
preferita su una
fetta di pane tostato.
-So
che non vuoi parlare con me, né probabilmente vedermi-
proseguì Edward, che si era aspettato quella gelida
accoglienza: Lily ora era
passata a girare il tè masticando lentamente, come se
accanto a lei non ci
fosse nessuno.
-…ma
vorrei scusarmi per il modo con cui mi sono rivolto a te. Non
avrei mai dovuto chiamarti…beh, penso che tu sappia come ti
ho chiamata. Ma ero
terribilmente arrabbiato e deluso che ho parlato spinto dalla rabbia.
Lo sai
che non penso quello che ti ho detto. E come potrei? Tu sei Lily, la
stessa
ragazza di cui mi sono innamorato al primo anno- continuò
fissando il suo
profilo regale. Mentre parlava, Lily aveva quasi finito di fare
colazione,
bevendo con lentezza la sua tazza di tè. Mandato
giù l’ultimo sorso, si asciugò
con eleganza le labbra con il tovagliolo e, ignorando completamente
Edward, si
alzò.
-Lily!
Almeno rispondimi!- la chiamò lui con un che di disperato
nella voce; da lontano Diana Calender lo osservava, ascoltando
distrattamente
suo fratello che le parlava di una certa biondina che avrebbe voluto
invitare
ad uscire con lui.
-Edward-
disse infine Lily Potter, con un tono così glaciale che
quasi Edward sobbalzò, -sei gentilmente pregato di non
rivolgermi mai più
parola e di sparire all’istante dalla mia vita-.
Detto
questo si allontanò da lui, senza un minimo di rimpianto per
quanto aveva appena detto.
Zigzagando
fra i tavoli cercando di raggiungere l’uscita, si
ritrovò
a passare a neanche mezzo metro di distanza dal tavolo di Scorpius
Malfoy che…stava baciando
Marìkaa Stewart.
Fu
presa da una rabbia inspiegabile, una gelida furia che le
gelò
lo stomaco, un’ira talmente potente che credette di esplodere.
Senza
pensare neanche a cosa stava facendo –e dieci minuti
più
tardi se ne sarebbe pentita amaramente- si avvicinò a passo
di marcia al tavolo
di Malfoy e, con voce tagliente, disse:
-Tanto
per la cronaca Malfoy, io a letto con te non ci verrò mai-.
Le
sue parole ebbero il potere di far staccare l’odiosa
americana
dal biondo, che si voltò verso di lei per incenerirla con lo
sguardo. Prima che
Scorpius ebbe il tempo di ribattere, Lily si rivolse a
Marìkaa e, sorridendole
zuccherosa, aggiunse:
-Bel
maglione, Stewart, preso in saldo?-
E
senza dar modo ai due di fare alcunché, voltò
loro le spalle con
un sorriso soddisfatto in viso. E il
cuore congelato.
*****
Cassiopea
Sofia Malfoy era consapevole del fatto che
presto l’ira di Lily Potter si sarebbe riversata sul di lei.
E molto
probabilmente anche quella di suo fratello. Forse proprio per questo
motivo non
aveva detto niente a nessuno dei due e, quando Lily –di umore
di nuovo pessimo
apparentemente senza motivo- le aveva chiesto come mai non andava con
loro a San
Francisco, si era inventata di stare poco bene. Pregava con tutta
sé stessa di
non incontrarla mentre era in giro con Shane.
Stava appunto
appellandosi a Merlino mentre raggiungeva il
punto d’incontro con Shane, che sarebbe arrivato a minuti;
mancava pochissimo
alle due del pomeriggio.
Si
appoggiò alla parete e nervosamente iniziò a
ticchettare con il piede per terra. Per l’appuntamento aveva
adottato dei
semplici jeans chiari, ai quali aveva abbinato una pesante ma elegante
camicia
di flanella lilla al di sotto di un maglioncino smanicato di una
tonalità più
scura ed un paio di stivali di pelle; aveva lasciato i boccoli liberi e
non si
era minimamente truccata.
-Ciao-.
Il saluto di
Shane la fece quasi sobbalzare. Il Grifondoro
sembrava invece averci messo molta cura nel prepararsi. I suoi jeans
scuri
erano perfettamente stirati, come anche il pullover nero al di sotto
del quale
si intravedeva una candida camicia e le scarpe da ginnastica bianche
non
avevano una macchia; i suoi capelli inoltre sembravano meno sconvolti
del
solito e si era degnato di farsi la barba.
-Ciao-
rispose Cassiopea arrossendo suo malgrado. Andiamo,
è Shane! si disse mentalmente mentre lo seguiva verso
l’uscita.
-Allora, come
stai?- chiese Shane con disinvoltura, come
se lui e Cassiopea fossero ottimi amici di vecchia data.
-Ehm…bene
direi. Tu?- rispose Cassiopea, impacciata come
non lo era mai stata.
-Anch’io,
grazie- replicò Shane, più imbarazzato che mai.
Possibile che ora che aveva finalmente ottenuto
l’appuntamento che desiderava da
sette anni non sapesse come comportarsi!?
-Tu…sai
dove stiamo andando, vero?- domandò Cassiopea
esitante, dopo che ebbero disceso la collina sulla quale sorgeva il
grattacielo-castello.
-Certo! Sono
stato qui in vacanza quest’estate, a trovare
dei parenti- ribatté Shane con sicurezza. D’un
tratto Cassiopea si accorse che
non sapeva nulla di lui. Insomma, aveva passato anni ad odiarlo, ma
infondo, lo
conosceva?
-Tu…hai
un fratello? Una sorella?- domandò improvvisamente
-Oh…ecco,
sì…ho una sorella gemella, Kimberly, che studia
in Grecia, e un fratello molto più grande, Aaron, che tra
poco compirà
venticinque anni…e tu? A parte, insomma…Scorpius,
intendo- rispose Shane,
piuttosto colto di sorpresa dalla domanda della bionda.
-No, no, ne
basta già uno di fratello così!-
esclamò
Cassiopea e si accorse con imbarazzo di essere stata naturale,
non costruita.
-E come
-Beh, lei
vive con mia madre…ed io e Aaron no- ammise
Shane senza un filo di imbarazzo.
I suoi
genitori si erano separati praticamente subito dopo
la nascita sua e di Kimberly e, non appena ne aveva avuto
l’opportunità, sua
sorella era corsa a cercare la madre, trasferitasi dall’altra
parte del mondo.
Per quanto lo riguardava, non sentiva la mancanza di una figura
femminile e, se
Kimberly invece desiderava avere una madre accanto, non poteva certo
biasimarla. Voleva un mondo di bene alla sua gemella, era parte di lui,
e
niente avrebbe potuto cambiare questo fatto.
-Capisco. E
non vi vedete mai?-
-Ogni tanto
torna in Inghilterra, durante le vacanze
scolastiche. È sempre bello riaverla a casa- le
raccontò Shane, sfiorandole
casualmente la mano mentre camminavano. Cassiopea non diede segno di
essersene
accorta e non ancora sazia di risposte, chiese ancora, schietta, come
se la
possibilità che a Shane non andasse di parlarne non la
sfiorava neanche:
-Perché
i tuoi genitori non stanno insieme?-
-In
realtà, non lo so- confessò Shane e questa volta
un
lieve rossore gli tinse le guance. Essendosene accorta, Cassiopea
cambiò
argomento, con una delicatezza che non le era propria:
-Mi sta
venendo fame…conosci un posto dove poter mangiare
qualcosa di decente?-
Shane le
rivolse un breve sorriso di gratitudine, per poi
tornare ad assumere la sua solita aria da Grifondoro spaccone:
-Ma certo,
mademoiselle! Rimarrà incantata!-
La condusse
verso una sfarzosa pasticceria Babbana, con un
grazioso dehor dove i due studenti si accomodarono, in attesa che un
cameriere
venisse a prendere le loro ordinazioni.
Cassiopea,
malgrado tutto, si stava divertendo. Era
piuttosto affascinata dal mondo Babbano –anche se non lo
avrebbe mai ammesso
neanche sotto tortura- ed il modo principesco in cui Shane la trattava,
neanche
fosse una regina, stavano rendendo l’appuntamento
più piacevole di quanto si
aspettasse. Forse non sarebbe poi stato così male se Shane
l’avesse invitata
altre volte…
-…e
sono caduto in una buca…e mi è toccato stare a
casa un
mese con la gamba ingessata- concluse Shane, facendo ridere
-Scusa
ma…che vuol dire…ingessata!?-
chiese la ragazza una volta ripresasi.
Erano passate
due ore da quando si erano seduti, ed
avevano consumato due cioccolate calde a testa. Shane ancora non si
spiegava
come fosse possibile mangiare così tanto e rimanere
così esili, ma
probabilmente non sarebbe stata una buona idea chiederlo a Cassiopea.
-Vuol dire
che…insomma, ti mettono una specie di cosa dura
intorno alla gamba per tenerla ferma, cosicché…-
iniziò a spiegare il
Grifondoro, ma una voce fastidiosamente acuta lo interruppe:
-Shane!!!
Tesoro mio!!! Cosa ci fai qui??-
Voltandosi,
si trovarono davanti ad una splendida bellezza
americana, dai fluenti capelli mogano e incantevoli occhi azzurro
cielo.
-Paige!!! Che
sorpresa!!!- esclamò Shane al settimo cielo
e si alzò per stringere la ragazza in un abbraccio
mozzafiato. Cassiopea
seguiva la scena con occhi di ghiaccio.
-Sono io ad
essere sorpresa!!! Allora, cosa ci fai da
queste parti?- ribatté la ragazza e, senza neanche chiedere
il permesso, si
sedette al loro tavolo. Shane, accortosi dell’espressione di
Cassiopea, disse
alla ragazza:
-Paige, ti
presento Cassiopea Sofia Malfoy…Cassiopea, lei
è Paige Hunter…ti spiace se si unisce a noi?-
Cassiopea
guardò con sufficienza la mano abbronzata che la
ragazza le tendeva e, alzatasi con molta grazia, disse:
-Non credo di
gradire la vostra compagnia- e prima che
potesse mettersi ad urlare come una pazza isterica, si
allontanò con passi
veloci ed eleganti.
Era talmente
arrabbiata che non badava neanche a dove
stava andando. Ma insomma, non ci si comportava così ad un
appuntamento! Non si
invitava una amica- o forse qualcosa di più? le
suggerì una vocina malefica
dentro di lei- ad unirsi al proprio tavolo, se si vuole almeno avere la
possibilità di un bacio!!! pensò Cassiopea
incazzata e, persa nei propri
pensieri, com’era prevedibile, andò a sbattere
contro qualcuno.
-Ehi, fai
più attenzione!- ringhiò all’indirizzo
dello
sconosciuto, ma la sua espressione cambiò visibilmente
quando riconobbe
Sebastian Calender.
-Ciao
Cassiopea- la salutò lui cordiale, come se lei non
lo avesse appena travolto.
Era davvero
bello, nei jeans casual e nella felpa bianca
più grande di lui, e Cassiopea non poté fare a
meno di guardarlo con interesse.
-Ciao
Sebastian! Scusami per prima…- aggiunse, un filo
imbarazzata.
-Oh, non fa
niente…ma sei da sola?- le domandò lui,
notando che con lei non c’era nessuno.
-Sì-
rispose lei, cercando di non pensare a Shane e al
loro appuntamento finito male.
-Beh, se vuoi
possiamo fare un pezzo di strada
insieme…dove stavi andando?- propose lui con gentilezza.
-Io…non
lo so. Non conosco bene la città e credo di
essermi persa- ammise Cassiopea con il volto sempre più
rosso. Com’è carina, pensò
Sebastian mentre
replicava:
-Allora anche
questa volta capito a pennello!!! Vieni,
conosco un posto tranquillo dove sedersi e bere qualcosa, se ti va-.
Lei lo
fissò indecisa. Da un lato voleva tornare al
castello per prendere a calci qualsiasi cosa le fosse capitata davanti,
dall’altro non voleva restare sola.
-D’accordo-
disse infine, e accettò il braccio che lui le
tendeva, come un vero cavaliere.
*****
-Glorya,
è tutto a posto?- domandò Lily Potter piuttosto
preoccupata.
Lei e Glorya
erano uscite a far compere a San Francisco
come la maggior parte degli studenti e, grazie ad una cartina che
Glorya
sembrava più pallida del solito e continuava a
tossire.
-Penso di
sì- rispose la bella Zabini, ma fu scossa da un
nuovo attacco di tosse.
-Non sembra
proprio…vieni qui, voglio vedere se hai la
febbre- osservò Lily e posò una mano sulla fronte
dell’amica, che la guardava
perplessa. Scottava.
-Glorya! Ma
tu scotti!- esclamò Lily ora decisamente in
ansia.
-Ma no,
è tutto a posto!- protestò flebilmente
-Non
è niente a posto! Dai, torniamo al castello- disse
Lily imperiosa e, gettati un po’ di soldi Babbani sul
tavolino, si alzò e aiutò
la sua amica.
Stavano
camminando lentamente, con Glorya moribonda e Lily
che tentava di capirci qualcosa nella cartina, quando una voce
familiare le
chiamò:
-Ragazze!
Dove andate di bello?-
Era Thomas
Nott, accompagnato da Maximilian Roche,
Nathaniel Mayer e…Ethan Sheldon; avevano qualche sacchetto,
segno del loro
pomeriggio di shopping maschile.
-Stiamo
tornando al castello, Glorya si sente poco bene-
spiegò Lily, per una volta non acida con Thomas.
-Lo
vedo…cosa ti senti, Glorya?- domandò Thomas con
gentilezza alla sua vecchia amica d’infanzia.
-Ho la testa
che mi gira e una tosse piuttosto fastidiosa-
replicò Glorya che faceva fatica a parlare. Lily si sentiva
gli occhi di Ethan
addosso, ma non aveva il coraggio di guardarlo.
Intanto
Thomas si era avvicinato a Glorya per scrutarla da
vicino e, notando che le due ragazze sembravano piuttosto in
difficoltà per via
dei molti pacchetti, propose:
-Se volete
possiamo accompagnarvi noi al castello…sembrate
piuttosto cariche di sacchetti-
Gli amici di
Thomas si dissero d’accordo, dal momento che
avevano fatto tutti gli acquisti necessari, e si occuparono di
dividersi i vari
pacchi delle due ragazze.
Con molta
delicatezza – o forse aveva messo gli occhi su
di lei?- Nathaniel si offrì di portare Glorya a spalle, ma
la ragazza protestò
e gli concesse al massimo di sostenerla per la vita.
Così
equipaggiati, si rimisero in marcia verso il castello
e casualmente Lily si
affiancò a
Ethan.
-Ethan…-
lo chiamò piano lei.
-Sì?-
rispose il ragazzo piuttosto freddo. E ne aveva
tutte le ragioni!
-Mi dispiace
per l’altra sera- disse Lily con schiettezza,
senza aggiungere nessuna scusa. Sentiva che Ethan se ne sarebbe accorto.
Lui la
fissò negli occhi per un lungo momento, come per
valutare se fosse sincera o meno ed infine disse:
-Non importa.
Abbiamo tempo, no?- aggiunse poi con una
certa malizia.
Lily gli
concesse un sorriso e replicò:
-Naturalmente…-
Chiacchierando
del più e del meno –Ethan si era intanto
impossessato della vita di Lily, che stringeva possessivamente- il
gruppetto
era quasi arrivato al castello, ma senza che se ne fossero accorti, i
due
avevano distanziato gli altri.
-Non vedo
più Glorya- osservò Lily cercando
l’amica in
mezzo alla folla.
-Stai
tranquilla, saranno più avanti…e poi sono sicuro
che
Nath la porterà al castello sana e salva- la
rassicurò Ethan, sfiorandole una
guancia con le dita calde.
-Lo spero,
altrimenti subirà le mie ire!- minacciò Lily
seriamente.
Ethan la
trattenne per il polso, facendola fermare di
fronte a lui.
-Le vuoi
molto bene- affermò, fissandola negli occhi.
-È
la mia migliore amica, insieme a Cassiopea. Ed io
proteggo sempre le persone a cui voglio bene- rispose Lily, decisa.
Lui sorrise.
-E chi
protegge te?- le chiese malizioso.
Anche Lily
sorrise, per nulla intimorita.
-So
difendermi da sola- replicò fieramente.
-Quanto
coraggio…- la schernì lui, mentre abbassava
lentamente il volto verso quello di Lily. Lei sentì il cuore
batterle
velocemente e chiuse gli occhi, in attesa di un bacio che non
arrivò.
-Forse non ci
siamo capiti- disse una voce minacciosa e
sorprendentemente tagliente.
Scorpius Hyperion
Malfoy li fissava con occhi gelidi a pochi passi da loro, o meglio,
fissava
Ethan. Non aveva degnato Lily di uno sguardo.
-Non so a
cosa ti riferisci- gli rispose Ethan altrettanto
freddo, voltandosi a fronteggiarlo.
-Allontanati
immediatamente da lei- gli ordinò Malfoy, con
un’espressione talmente torva che ricordava gli angeli
vendicatori dei libri.
-Altrimenti?-
lo provocò Ethan senza allontanarsi di un
millimetro da Lily, che osservava la scena impassibile.
-Non vorrei
scoprirlo, se fossi in te- replicò Scorpius,
riducendo al minimo la distanza fra lui e il suo rivale.
-Piantatela-
intervenne Lily a sorpresa, se possibile
ancora più gelidamente di Scorpius.
I due la
guardarono piuttosto sorpresi, come se si fossero
dimenticati di lei.
-Non ho
alcuna intenzione di assistere ad un’altra
rissa, né tantomeno di
riportarvi al castello moribondi. Finitela qui- disse in tono di
comando e, lasciandosi
alle spalle due ragazzi alquanto perplessi, si confuse in mezzo alla
folla.
Spazio
Autrice:
Salve a
tutti!!!
Sono
estremamente contenta per due motivi: primo, sono riuscita
a scrivere un capitolo abbastanza lungo (non dico decente) in soli
quattro
giorni!!! Spero ne siate contenti anche voi :P secondo, ho ricevuto ben
15 recensioni allo scorso
capitolo!!!
Wow, sono contentissima, non me l’aspettavo!!! Lasciando a
voi i commenti su
questo capitolo, passo subito a ringraziare chi ha aggiunto la mia
storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite
e chi ha recensito, perché ahimè non ho molto
tempo…dopodomani infatti parto
per le vacanze e ritornerò l’8 di agosto e non
avendo con me un portatile, non
riuscirò proprio a postare : ( ma state tranquilli,
passerò il mio tempo a
pensare al nuovo capitolo, così quando torno lo scrivo in
due ore e non vi farò
aspettare tanto : ) coooomunque, fatto questo breve avviso, passo
subito a
ringraziare _Honey, Kalahary,
Eowyn, le5,
BeaTheBest, Haley_Gin91,
lady
lillithcullen, Maltrerio,
Blondie, mattamaty,
NaBiS, CherryLu,
Blu_Ice, Jaily
e MarauderPad:
Ps. bel nik,
adoro il Signore degli Anelli : )
Le5: innanzi
tutto grazie mille per
la recensione, sono contenta di vedere che Ethan piace quasi quanto
Scorpius…quasi eh :P per Diana ed Edward dovrai aspettare
ancora un po’, anche
se in questo cap cerca di riavvicinarsi a Lily…in ogni caso
spero che il
capitolo ti sia piaciuto : ) alla prossima e grazie ancora!!!
BUONE VACANZE
A TUTTI!!!