4.
Le strade di Milo e Silente si separarono davanti alla porta della Sala Grande: il preside proseguì oltre, sarebbe entrato dall'ingresso dei professori posto più avanti, mentre il ragazzo varcò la soglia principale. Ai commensali delle ultime file non sfuggì il suo ritardo, ma dopo un'occhiata ripresero a pasteggiare normalmente; anche Malfoy non appariva più essere molto interessato a lui.
- Meglio così – pensò.
Milo si diresse con passo calmo verso la tavolata dei Serpeverde: arrivando per ultimo gli sarebbe per forza toccato di sedersi accanto ai "primini", in fondo alla tavolata. Dopo una breve occhiata optò per il posto accanto ad una ragazzina di cui si ricordava a malapena il nome – Cecily se non ricordava male – un tipo magro e lentigginoso, con due grossi occhiali che le coprivano metà del viso e lunghe trecce nere che le cadevano sulle spalle. Al suo arrivo la ragazzina si scostò più che poté per fargli posto e gli rivolse un timido cenno con il capo; altrettanto fece Milo, sorridendo a lei e agli altri astanti, quindi si sedette e quelli ripresero a mangiare, tenendo la testa bassa e gli occhi sul piatto. Evidentemente non erano in vena di conversazione, non con lui almeno.
Il ragazzo sospirò ed alzò gli occhi verso le altre tavolate: come al solito la sala era estremamente affollata, la gente mangiava e conversava allegramente. Milo sospirò, mentre i suoi occhi si spostavano automaticamente da un punto all'altro, finché al tavolo un altro paio di occhi incrociarono i suoi mentre passavano tra i Grifondoro.
Lo sguardo corrucciato di Ginevra Weasley era puntato su di lui, probabilmente lo teneva d'occhio dal momento in cui era entrato in sala: che fosse ancora arrabbiata per quello che era successo poco prima? Milo alzò un braccio per salutarla, quindi fece finta di scivolare e mimò una caduta, fermando il viso a pochi centimetri dal piatto davanti a lui.
Quando rialzò gli occhi vide che la ragazza si era alzata, rossa in volto, e nella foga aveva versato il bicchiere davanti a lei, bagnando le portate dei suoi compagni: ora si scusava con foga mentre cercava di rimettere a posto le cose, ma finì con l'urtare un caraffa, peggiorando la situazione. Due o tre ragazzi del tavolo dei Grifondoro si alzarono di scatto per evitare di sporcarsi i vestiti, ma uno di loro inciampò sulla panca e cadde all'indietro trascinandosi piatti e bicchieri. Era Neville Paciock! Ora tutti trafficavano attorno alla zona dell'incidente per cercare di rimettere a posto, mentre dalle altre tavolate si levavano le prime risate.
Anche Milo si sorprese a ridere di gusto, davvero divertito davanti all'ennesimo disastro cui la sua giovane compagna di scuola l'aveva fatto assistere; e continuò a ridere incurante degli sguardi stupiti dei Serpeverde attorno, che evidentemente trovavano molto strano vederlo così di buon umore.
L'ilarità comunque non durò molto:
grazie alla magia i Grifondoro risistemarono tutto alla svelta e gli altri
studenti erano comunque ormai abituati alla goffaggine di Paciock e l'ilarità
svanì in fretta. Milo vide
Il sorriso sulla bocca di Milo si spense definitivamente e cominciò finalmente a mangiare, mentre Silente, che finalmente aveva raggiunto il tavolo dei professori, aveva richiamato l'attenzione degli astanti ed annunciava con estrema soddisfazione che da lì a qualche giorno sarebbero arrivati gli studenti stranieri dalle scuole di Beauxbaton e Durmstrang, lasciando intendere che avrebbe scelto alcuni studenti che l'aiutassero ad organizzare al meglio l'accoglienza...
Dopo cena il ragazzo si attardò nella Sala Grande, dedicandosi alla lettura di alcune riviste lasciate sui tavoli dagli altri studenti: leggere gli era sempre piaciuto e tenersi aggiornato sulle ultime notizie – e sugli ultimi gossip – era un modo valido come un altro per passare il tempo. Inoltre la prudenza consigliava di tenersi ancora lontani da Malfoy, almeno per il momento. Nel frattempo la sala si svuotava e pian piano gli altri studenti, solitari o in gruppo, andarono a letto e tutto si faceva più tranquillo e silenzioso.
Mentre ancora era assorto nella lettura, sentì dei passi avvicinarsi e fermarsi proprio dietro di lui: qualcuno gli si sedette accanto.
- Allora, sei soddisfatto di te stesso? –
Milo alzò gli occhi e vide accanto
a se Ron Weasley, mentre intorno c'erano i suoi soliti compagni, Potter e
- Di che parli? –
Ron sbatté un pugno sul tavolo. – Di quello che hai fatto a mia sorella, ecco di cosa parlo! –
- E che cosa avrei fatto a tua sorella? – domandò Milo, mentre un sorriso ironico gli si dipingeva sul volto.
Alle spalle del ragazzo
- E lei vi ha detto qualcosa? – disse Milo voltandosi verso la ragazza.
- No, ma noi siamo sicuri che tu sai di cosa parliamo... – disse lei, titubante.
- No, non lo so. Forse ha avuto soltanto una serataccia, tutto qui. –
Per Milo il discorso era chiuso: girò le spalle ai tre ragazzi e riprese a leggere. Ma non era finita affatto.
Con uno sbuffo irato Ron Weasley gli afferrò una spalla e, voltandolo, lo prese per il bavero.
- Ecco cosa non mi piace di voi Serpeverde – proruppe – Questa aria di superiorità e strafottenza! Ti credi tanto in gamba? Credi di poter prendere in giro mia sorella solo perchè é troppo brava e gentile? –
Weasley era proprio infuriato. Milo intuì che probabilmente in quel momento stava sfogando anni di scherzi e prese in giro da parte di Malfoy e della sua combriccola: "Ma io non sono Malfoy, idiota" pensò, indeciso su cosa fare. Era evidente che il rosso non gli credeva, ma non gli andava di fare a botte proprio con il fratello di quella buffa ragazza.
- Allora? Le chiederai scusa? – quello di Ron aveva tutta l'aria di essere un ultimatum.
- Scusa per cosa? Ti ho detto che non le ho fatto nien... – non finì la frase che un pugno lo colpì in pieno volto.
Milo barcollò all'indietro mentre
- Oh no, cosa ho fatto? Io... io... mi dispiace.... – cominciò a farfugliare, quando una voce risuonò alle loro spalle, gelando il sangue dei tre Grifondoro.
- Cosa sta succedendo? Cosa sta facendo, signor Weasley? –
Era la professoressa Minerva McGranitt!