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Autore: Mewpower    30/07/2010    1 recensioni
C'era una volta in un regno dai mille colori, una principessa. Tanta era la sua felicità da quando il Buon Padre le aveva dato in dono un magnifico passerotto a cui lei era si era davvero affezionata. Un nero giorno,però, l'animaletto scompare e la vita della giovane si fa scura e impregnata d'angoscia... Basterà la nascita di un nuovo sentimento a rincuorarla...? Come la purezza può fondersi con lo sporco più infimo... Storia di una principessa, di un passerotto e di un lupo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passò l’intera giornata e volò rapidamente la notte. Già un giorno era passato dal loro ultimo incontro, da quell’intensa nottata fatta di dichiarazioni ed effusioni d’amore; già era svanito dalla sua camera da letto il suo profumo, ma l’impronta terrosa alla finestra no. Hinata mirava quelle magnifiche sfumature color cobalto che fluttuavano verso l’orizzonte, spostando lo sguardo di tanto in tanto su quelle piccole nuvolette a  pecorella che saltellavano per il cielo. Erano graziosi quei batuffoli di goccioline di pioggia, però al tempo stesso davano l’impressione di non essere lì per trasmettere allegria, bensì per combinare qualche bello scherzetto, magari proprio per quella stessa sera che si faceva vicinissima. Suonò, infatti, il pendolo posizionato in un angolo di casa Hyuga alle ventidue esatte e le prime gocce d’acqua cominciarono a cadere sui gigli in fiore con ritmo, ma con un’iniziale leggerezza. La ragazza era appena andata nella sua stanza quando si rese conto della pioggia e rimase un po’ incantata nell’osservarla, meravigliata che il suo presentimento si era trasformato in qualcosa di concreto. Aprì definitivamente la finestra sporgendosi lievemente: era fine, delicata sulla pelle e così si rasserenò al pensiero che i suoi fiori non avrebbero sofferto, ma anzi tutta quell’acqua li avrebbe senz’altro allietati dopo un’altra dura e afosa giornata estiva. Rimise la testolina all’interno della cameretta e per sbaglio i suoi occhi furono deviati verso l’alto, oramai scuro. Per un attimo perplessa, li sgranò immediatamente una volta vista la luna che nonostante tutte quelle nuvole si faceva largo per il cielo, con una grinta e luminescenza quasi innaturale. Ma la Hyuga era principalmente stupefatta dalla lucentezza, un colore inusuale, ma di cui di tanto in tanto si dipingeva: era rossa anche quella sera, segnata da lunghi fili vermigli che la facevano apparire quasi rugosa, ma non per questo meno bella, soltanto leggermente inquietante. Pareva essere arrabbiata; quelle venature sembravano le grinze che si formano sul viso ogni qualvolta si è infuriati, quando si sta per urlare; insomma, la luna in quella occasione pareva tutt’altra cosa, non era più il dolce e tenero cerchietto luminoso che coccolava la fanciulla e i suoi gigli ogni notte.
Deglutì. E poi strizzò gli occhi. Solo perché aveva cambiato chiarore ciò non significava che non fosse più lei. Le voleva bene, l’apprezzava davvero molto e non poteva provarne ribrezzo o cercare di evitarla. Perciò la guardo con molta intensità e si accorse che tutte le sue convinzioni su quell’apparente terrore che le aveva comunicato non era altro che una bugia, una falsità materializzata nella sua mente senza un fondo di sensatezza. Ne sorrise, pensando che quella tenue paura doveva essere legata a qualche ricordo dell’infanzia o forse a qualche tetra storiella che le era stata raccontata tanto tempo fa... Chinando la schiena, appoggiò il mento tra le proprie mani guardando quel singolare fuoco lassù in alto con un’espressione mutata e un vago pensiero iniziò a svolazzare fra i meandri della sua testa:
“Mi sembra di vedere i suoi occhi...” la mente era tutta indirizzata verso di lui che non era lì vicino a lei, ma di cui avvertiva la presenza; non sapeva dove di preciso, però non era di sicuro lontano, non di molto e credendo di fissare lo Sharingan del suo amato si rivolse all’amica luna:
- Non ho più alcun timore di quel sangue...- e addolcì lo sguardo come a voler dire che in realtà ora era forse quel rosso vivo ciò che più bramava.
Si alzò un lieve venticello che fece piegare i fragili fiorellini della residenza e per goderne tutta la frescura la giovane socchiude gli occhi e respirò a pieni polmoni. Quando li riaprì rimase quasi a bocca aperta accorgendosi che la pioggia non cadeva più e che di fronte a lei era appena apparsa un’ombra nera che era a poco più di un metro di distanza dalla sua finestra. Non fece nemmeno in tempo a drizzarsi che già quella figura le era vicina e la salutò con leggero imbarazzo levando una mano:
- Itachi...- sgranò gli occhi per poi spalancare la bocca e mostrare il suo sorriso
- Come stai...?- le mormorò grattandosi il capo quasi si vergognasse di essere lì
- Bene...- sussurrò lei arrossendo lievemente.
Quei due, l’uno davanti all’altro parevano due sconosciuti al loro primo appuntamento, entrambi emozionati e persi nell’ascoltate il proprio battito che accelera ogni secondo di più. Bastò, comunque qualche attimo di silenzio per ridare ad tutti e due la possibilità di riprendere il controllo e di tornare sé stessi.
- Visto...te l’avevo detto che sarei tornato...- le disse con tenerezza rispondendo al sorriso di poco prima
- Sì...e ti ringrazio!- rimasero a contemplare quella serata di luce rossastra ancora per qualche minuto, lui in piedi sul prato bagnato e lei appoggiata al davanzale, fino a quando non fu la stessa Hinata ad aprire bocca:
- Vuoi entrare...?- deviando lo sguardo verso l’interno, gli sibilò quella domanda massaggiando un braccio per scaricarci sopra l’agitazione.
A lui bastò fare un cenno di assenso per mascherare l’ansia di quel nuovo incontro notturno e il desiderio di poter starsene da solo con lei di nuovo. Stettero sul lettone candido per molto parlando e parlando della loro giornata, dei loro pensieri e del loro amore:
- Ci sono novità?- le chiese ad un certo punto indirizzandole un’occhiata sofferente. Lei sapeva bene a cosa si riferiva e scosse la testa aggiungendo:
- Non mi ha detto più nulla. Né lui e neppure mio padre...- fissava sconsolata i suoi occhi color pece cercando di immergersi completamente in essi solamente per distogliere la sua psiche da tutto quell’affanno, da tutta la realtà. Il moro la guardava allo stesso modo, con un’intensità passionale che aveva sempre posseduto e di cui forse non si era mai reso conto; e fu proprio quello a far scattare una piccola molla la quale spinse la Hyuga ad avvicinarsi di più a lui, mentre l’altro rimaneva immobile ancora preso da quegli occhioni inumiditi:
- Troveremo un piano...qualcosa per convincerlo...- si rivolgeva all’altra con tono calmo e convinto di quel che affermava, seppur nel frattempo il suo cuore si scuoteva con forza e iniziò a vibrare al solo veder accostare a sé la ragazza. Intanto lei raggrinziva le labbra e dondolava il capo con stanchezza e rassegnazione ritenendo che oramai era impossibile cambiare quel che era stato deciso, sarebbe stato assurdo il solo tentare; conosceva il padre e la sua autorità non le avrebbe permesso di aprir bocca. Quando la scorse talmente avvilita le fece forza toccandole una guancia e poggiando il pollice sulle labbra tremolanti:
- Invece ti dico che possiamo...basta solo farsi avanti...- e dicendole così si protesse verso di lei, tenendo quella mano salda sul suo visino, e la baciò con affetto, con amorevole dolcezza, ma poi quel bacio mutò in qualcosa di più, trasformandosi in una stretta del fianco da parte di lui e un appoggio del petto formoso di lei su quello dell’altro. Quell’atto d’amore si trasformò presto in un segno di accesa passione, bastava osservare le labbra accalorate e i corpi dei due amanti che si scuotevano, eccitati da brividi di desiderio nascosto e tenuto a bada da entrambi. Le afferrò le mani stingendole alle sue e la fece distendere sulle coperte non più immacolate, non più limpide da qualsiasi impurità; era stata la notte prima a sporcarle e ora ritornavano ad essere inzuppate di eros, di tanta, tanta sensualità.
Solo dopo vari minuti, quel frenetico strisciare di corpi l’uno sull’altro fu bloccato da un sospetto rumore, una sorta di scricchiolio proveniente da fuori di quella stanza, che li fece arrestare e rimanere immobili, fissi ognuno sullo sguardo dell’altro in maniera da far rabbrividire tutti e due, tanto era lo spavento per quello cigolio che avrebbe potuto segnare la fine per entrambi. Attese un secondo rumore dello stesso tipo prima di decidersi ad alzarsi: Hinata era in quel momento seduta sul letto e mirava con gli occhi sgranati la porta in legno. Itachi le teneva una mano, mentre fissava l’ingresso di quella stanza, anche lui seduto. Si alzò, alla fine, la fanciulla con passo tremolante e dischiuse la porta con lentezza, mostrando a mala pena il faccino, sbirciando con un occhio se vi fosse qualcuno. Analizzò la situazione e scorse una donna, un’anziana signora che si dirigeva verso l’uscita della residenza con la sua sacca in mano e ancora con il grembiule sporco della cena di quella sera. Ella si accorse del topolino che aveva messo il muso fuori dalla sua tana e dunque non poté non fare a meno di salutarla:
- Signorina Hinata, io vado...- le disse con tono basso la donna che si occupava frequentemente dei pasti e delle pulizie in quella casa.
- D’accordo...va bene...- le disse la ragazza con voce un po’ vacillante
- Ma state bene, signorina...?- l’ anziana raggrinzò le ciglia, osservando l’interlocutrice con un po’ di fiatone e leggermente tremolante, per poi decidere di avvicinarsi maggiormente per capire se avesse qualcosa che non andava
- Sì...sì. Il fatto è che sono solo un po’ stanca.- le mostrò un sorrisino che non avrebbe convinto mai nessuno della verità di quelle parole, ma la vecchia signora era molto affaticava e non desiderava altro che andare a casa
- Ah, allora vi consiglio di andare subito a letto...Avete uno strano colorito.- con quell’ultima affermazione e con mezzo inchino partì da lei piano piano. La fanciulla sospirò e rimise il viso all’interno della sua stanza solo quando vide sparire definitivamente quell’ombra in mezzo alle altre  di quel lugubre corridoio buio. Chiuse la porta addossando il suo corpo contro di essa e poi spostò lo sguardo sul ragazzo che era rimasto seduto, ancora visibilmente inquieto per quell’inaspettata visita notturna.
- Ehi...- le mormorò guardando il suo viso bagnato di sudore freddo ed arrossato, ma senza poter aggiungere niente altro
- Sì, sto bene...- gli disse sorridendo con timidezza e con ancora un po’ di ansia -...ma per un attimo ho temuto che ti avrebbe visto...-
Lui abbassò il capo ripetendosi nuovamente che quella che stavano facendo era una follia, però si ricordò immediatamente delle parole che lui stesso aveva pronunciato poco prima e si decise a farsi la croce sul cuore, di giurarle apertamente che lui avrebbe fatto di tutto, avrebbe trovato un’idea per fare in modo di poter vedere realizzato il loro amore:
- Non devi preoccuparti, perché presto o tardi riusciremo a trovare il modo di rimanere insieme senza più doverci nascondere...- suggellò quella promessa sulla sua stessa anima, mentre la fissava con sguardo convinto e pronto a qualsiasi difficoltà e lei si limitò ad annuire con debolezza, credendo a quella promessa, sperando che potesse alla fine concretizzarsi, ma ciò che più l’animava in quel momento era soltanto tanta malinconia e un velato pessimismo che la stava mortificando.
- Spero che sarà così...- abbassò le palpebre in preda ad una gran voglia di piangere, ma celò le lacrime per non far star male l’altro, sapeva che lui non voleva vederla soffrire...







Dopo una breve passeggiata i due tornarono nella camera;
era ora di dormire.
Bastò un rumore fuori dalla stanza, comunque, a far tremolare entrambi.
Tant'è che preferirono riposare l'uno accanto all'altra per il resto della nottata.



Ecco, a voi un altro capitolo da gustare....da soli o in compagnia XD ahah
Ok, vi esorto ancora a lasciare vostri commentini e a seguire questa storia che...ormai è agli sgoccioli!
Prima di salutarvi, rispondo rapidamente ad un' osservazione che è stata fatta la volta passata:  già, a volte Itachi può apparire un po' OOC... però io lo immagino così! Penso che il lato "buono", quello opposto al lato da membro dell'Akatsuki sia proprio così! (o forse è Hinata a trasformarlo!) E' l'impressione che ho avuto dal manga...ma non dico nulla o faccio spoiler >.<
Però se a volte esagero (e scusatemi perchè non ci faccio caso >__<) fatemelo notare, mi raccomado..... ah, e grazie per i complimenti che fate, ma siete troppo buoni <3
Allora, alla prossima!!!
 


Mewpower
  
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