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Autore: Imagine15    30/07/2010    0 recensioni
Titolo cambiato, da "Una storia vera" a "Bed times stories" Cosa fareste se qualcuno che amate vi sorprendesse con la richiesta di una storia "vera", senza mostri e principesse? Oppure se vi chiedesse di raccontare qualcosa che solo voi potete condividere? Sareste disposti a rivangare i ricordi, anche quelli più dolorosi, del vostro passato? Qualcuno lo ha fatto. Uomini e donne coraggiosi, che non hanno avuto timore di confidarsi e di aprire il proprio cuore. E fu così che riaffiorarono segreti celati troppo a lungo...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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 Il ricordo di un amico

 

A Grimmauld Place si avvertiva un freddo inusuale. Per essere ad agosto inoltrato, gli abitanti del numero 12 si erano ritrovati nella sala da pranzo, il locale più caldo della casa, a rabbrividire e a maledire gli sbalzi temporali.

Molly Weasley protestava per il suo gelato fatto in casa, che nessuno avrebbe voluto gustare dato il freddo.

Arthur Weasley era impaziente di provare l’aquilone che Harry Potter gli aveva costruito, spiegandone l’uso, ma l’aria secca e umida non avrebbe mai giovato al suo nuovo passatempo.

Ginny Weasley avrebbe dato qualsiasi cosa purché l’aria si riscaldasse, in modo da organizzare un giro di shopping con la sua migliore amica Hermione Granger. Ma quest’ultima aveva trovato più ragionevole e utile passare la giornata studiando, e per questo si era chiusa in camera, minacciando l’amica di non rivolgerle più la parola se l’avesse disturbata per qualunque motivo.

Mundungus Fletcher desiderava ardentemente che spuntasse il sole. A Notturn Alley vendeva la merce per le strade, e nessuno sarebbe uscito con quell’aria gelida. O almeno, nessuno sarebbe stato tanto coraggioso da sfidare il freddo per dare un’occhiata alla sua mercanzia.

Sirius Black era forse l’unico, in quella casa, ad essere indifferente alle condizioni climatiche. Qualunque fossero le temperature, per lui era proibito mettere piede fuori, e questo lo rendeva smanioso e scalpitante come un giaguaro in una gabbia. Aveva bisogno di correre, di respirare un po’ di aria pulita, di trovarsi in un qualsiasi luogo che non fosse la sua vecchia abitazione, dove i ricordi dell’infanzia si confondevano con la rabbia repressa troppo a lungo.

Quella mattina, Sirius Black cercava il figlioccio Harry Potter. Nessuno lo aveva più visto da colazione, la signora Weasley aveva già espresso tutto il suo disappunto e la sua preoccupazione in proposito. Prima di farla preoccupare sul serio, l’ex-condannato aveva deciso di perlustrare la casa, ma non aveva la più pallida idea di dove fosse finito il ragazzo.

Sirius si accorgeva sempre più, giorno dopo giorno, che non conosceva affatto il figlioccio. Era molto simile, per quanto riguarda certi atteggiamenti, al padre, e nel suo carattere riconosceva anche qualcosa di sua madre, ma non aveva ancora imparato a capirlo. L’unica cosa che poteva fare era stargli vicino e dargli tutto il suo appoggio, ma il rimorso per averlo abbandonato, anche se costretto, per quasi 15 anni lo attanagliava. Come aveva potuto permettere che il figlio di James avesse una vita terribile, solitaria, incompresa… Sirius deglutì, sconvolto. In effetti, l’infanzia di Harry era identica alla sua. Entrambi si erano sentiti rinfacciare la loro “diversità”, avevano dovuto convivere con un’indifferenza fuori dal comune, ed erano stati rafforzati da tutto ciò.

L’unica differenza era che Sirius avrebbe voluto diventare quel punto di riferimento, quel sostegno per Harry che lui stesso non aveva mai avuto.

Aprì la porta del salotto, ma non era pronto alla scena che vide davanti a sé.

Harry era seduto su una poltrona, di fronte all’arazzo magico che rappresentava la casata dei Black, ma il suo sguardo era attratto da qualcosa che aveva appoggiato sulle gambe. Avvicinandosi a lui, Sirius scoprì che si trattava di un album di fotografie.

Incuriosito, manifestò la sua presenza, e Harry lo invitò a guardare i soggetti rappresentati.

L’uomo si spostò dietro la poltrona, in modo da poter osservare tutti i movimenti del figlioccio, e diede una veloce occhiata alle immagini. Ciò che vide aveva superato ogni sua fantasia.

Ad ogni pagina, James e Lily gli sorridevano, lo salutavano, oppure semplicemente lo fissavano con affetto. C’erano fotografie di loro due da soli, in sella a un manico di scopa, il giorno del loro fidanzamento, una tra le braccia dell’altro, mentre si baciavano. E poi, James e Lily con gli amici, al ristorante, assieme all’Ordine della Fenice, il giorno del loro matrimonio, con Harry, e poi con i Malandrini al completo.

Gli occhi umidi di Sirius faticarono a mettere a fuoco le immagini che seguirono, ma sapeva già di cosa si trattava. Non aveva certo bisogno di alcune fotografie per ricordare il suo migliore amico, suo fratello, e la donna più coraggiosa e determinata che avesse mai conosciuto.

Sirius avvertiva la nostalgia di Harry, ma non era esperto di queste faccende. Cosa poteva fare? Aveva sempre odiato quei “mi dispiace” poco spontanei e dettati dall’imbarazzo, e non aveva il coraggio di abbracciare il figlioccio.

Ma quell’esitazione scomparve non appena incrociò lo sguardo del ragazzo.

<< Ti prego, parlami di loro. Tutti sembrano voler sfuggire i ricordi, e quando sono obbligati a parlarne esaltano la loro memoria. Ma io so bene che non era così. Io voglio sapere come si comportavano, gli errori che hanno fatto, le scelte che hanno compiuto. Non voglio ascoltare le gesta di due degli eroi del mondo dei maghi, io voglio la storia dei miei genitori. So che tu puoi capirmi, aiutami, Sirius! >> il tono disperato con cui Harry aveva formulato la sua richiesta stonava con l’espressione decisa nei suoi occhi. Come poteva rifiutare quella richiesta?

Sirius rimase nella stessa posizione, ma il suo sguardo si allontanò, fino a percorrere in pochi attimi il suo passato. O almeno, ciò che riguardava i coniugi Potter.

<< Harry, hai perfettamente ragione. I tuoi genitori erano le persone più coraggiose che io abbia mai incontrato, erano leali, generosi e forti… ma erano umani. Sbagliavano spesso, avevano dei difetti. Non si avvicinavano nemmeno alla perfezione, ma era questo ciò che li rendeva così ammirabili. Trovavano sempre il coraggio di rialzarsi e riprovare, qualità che, a quanto ho potuto vedere, tu hai pienamente ereditato. Di tua madre non so molto, purtroppo. Ho iniziato a conoscerla bene solo negli ultimi anni della sua vita, ma ti posso assicurare che quel che poco che mi ha donato mi ha fatto capire quanto fosse in gamba. >>

<< No Sirius, non dire così… preferirei che mi raccontassi qualche tuo ricordo, non so, il giorno in cui avete creato la Mappa del Malandrino, ad esempio! Ti dispiace? >> domandò Harry, allontanando infastidito le descrizioni poco spontanee.

Sirius aggrottò la fronte, condividendo l’irritazione del figlioccio, e rispose: << No, Harry. Senza offesa, ma non riesco a parlare di questo argomento. Mi faccio trasportare dall’odio e dal dolore ogni volta che tento di rievocare quei momenti. Il tradimento fa male, più di qualunque ferita. Quando vuoi bene a una persona, gli affidi una parte di te. Ma se sei tradito proprio da qualcuno che ami, è come se quest’ultimo abbia ucciso il pezzo di te stesso che tu hai condiviso con lui. È terribile, e non ho ancora imparato ad affrontarlo senza essere investito da questo odio per me stesso, per la mia ingenuità e per gli altri. >>

Harry sapeva di cosa si trattasse, poteva comprendere la reticenza di Sirius di fronte ai ricordi che coinvolgevano il migliore amico morto a causa del traditore, Peter, e venne assalito dal dispiacere.

Perciò, quando si rivolse ancora al padrino, lo guardò con gentilezza e comprensione, tentando di calmare con il proprio affetto l’onda nera della colpa che leggeva nei suoi occhi.

<< Allora, Sirius, mi racconteresti, per favore, di come hai conosciuto mio padre? >> domandò, sperando di ottenere una risposta affermativa.

<< Sì, Harry, assolutamente sì >> rispose l’uomo. Harry si rallegrò nel vedere l’espressione serena che aveva spazzato via il tormento di poco prima.

<< La prima volta che vidi James >> continuò Sirius, incurante di ogni cosa che lo circondava, totalmente preso dal racconto, << è un ricordo che non mi abbandonerà mai. Eravamo alla stazione 9 e ¾, il primo settembre, e avevo appena salutato la mia famiglia. O meglio, i miei genitori mi avevano rivolto un saluto distratto, raccomandandosi soltanto di non disonorare la pura e orgogliosa casata dei Black, e di portare avanti degnamente le nostre tradizioni. Quelle parole mi avevano messo a disagio, ma ovviamente preferii nasconderlo con una poco naturale baldanza, che nascondeva il bisogno di essere approvato per quello che ero, non per quello che avrei dovuto essere per la mia famiglia. Stavo per salire sul treno, quando la mia attenzione fu catturata da un gruppetto poco distante da me, composto da due genitori e il loro unico figlio, che doveva avere la mia età.>>

 

Sirius si voltò, spiando quella famiglia che racchiudeva in sé tutto l’essenziale.

Dedizione, premura e amore.

La donna cercava di sorridere al figlio, ma persino a un estraneo come lui era lampante che stesse tentando di controllare l’emozione. Il padre si dilungava in una serie quasi infinita di raccomandazioni, ma non riusciva a nascondere l’evidente preoccupazione.

Il ragazzo, al contrario, sembrava del tutto a suo agio, e non faceva che rassicurare i genitori.

<< Dai mamma, non fare così! Tornerò a casa tra circa tre mesi, non c’è bisogno di fare tutte queste scene! >> affermò abbracciando teneramente la madre, che ricambiò il gesto con tutte le proprie forze.

<< È solo che mi mancherai tanto, Jamie! Non posso credere che sia giunto questo momento, mi sembra ancora ieri che… >>

<< Sì, mamma, me l’hai ripetuto per tutta l’estate! Sono cresciuto così in fretta, vorresti tenermi a casa ancora per un po’, e non è giusto che io debba andare così lontano eccetera eccetera… ma ora potresti lasciarmi, per favore? Sai, siamo in un luogo pubblico…>> il ragazzo tentava di sdrammatizzare e di consolare la madre, ma le sue parole non fecero che scatenare un fiume di nuove raccomandazioni.

<< Scrivici spesso, tienici informato su tutto quello che ti succede, mi raccomando! Sii obbediente e rispettoso, non litigare con i tuoi compagni, sii gentile con tutti... >>

Il fischio del treno interruppe il monologo dei genitori, ed entrambi lo spinsero verso il treno.

All’ultimo momento, quando ormai il ragazzo stava per allontanarsi alla ricerca di un vagone vuoto, il padre lo fermò con un ultimo saluto.

<< James, forse abbiamo esagerato, comunque ricordati che noi saremo sempre fieri di te, qualunque cosa succeda. Ah, però rispetta le regole! E non ti dimenticare dei tuoi genitori imbranati. >> disse sorridendo l’uomo.

Queste parole suscitarono ammirazione in Sirius, consapevole che quel ragazzo aveva tutto ciò che lui desiderava da sempre: una famiglia che fosse un punto di riferimento, non un dovere da cui non si sarebbe mai liberato.

Anche il figlio gli rivolse un ultimo cenno e un sorriso, e si diresse verso i vagoni.

Sirius decise di seguirlo, spinto da un istinto chiamato simpatia, ma che lui ancora non poteva conoscere. Entrò deciso nel vagone dove si era sistemato il ragazzo, chiedendo se ci fosse un posto libero. L’altro fu estremamente gentile con lui, e lo invitò a rimanere.

<< Mi chiamo Sirius. Sirius Black >> disse, aggiungendo il cognome con un fremito di disgusto che il compagno, tuttavia, non colse.

<< Io sono James Potter. Sei al primo anno anche tu, vero? >>

<< Sì. In che casa vorresti finire? >>

<< Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore! E tu? >>

Sirius sorrise. Ovunque fosse stato Smistato, gli bastava avere qualcuno al fianco con cui condividere i meravigliosi anni che lo attendevano. Qualcuno che lo capisse, che lo aiutasse a comprendere i suoi errori, a correggerli, che lo aiutasse ad andare avanti.

Qualcuno come James.         

 

Sirius si interruppe, travolto dalla commozione e dal rimpianto.

Girò intorno alla poltrona, in modo da incrociare lo sguardo del figlioccio che, come lui, sembrava non riuscire ad aprir bocca.

Gli appoggiò le mani sulle spalle, e gli parlò con una voce profonda, seria, una voce che mai avrebbe pensato potesse appartenergli.

<< James era l’uomo migliore che abbia mai conosciuto. Non te lo dico per consolazione o per pietà, ma perché ho vissuto con lui gli anni più felici e pieni della mia vita, e non c’è nulla che vorrei cambiare del nostro passato. Conservo ancora ogni più piccolo e insignificante particolare della nostra amicizia, dalla prima volta che mi rovesciò del cibo addosso, dalle infinite punizioni insieme, dalle preghiere che rivolgevamo a Remus per farci copiare un compito che avevamo dimenticato di svolgere, alle imprese da veri Malandrini. Ti assicuro che lui sarebbe fiero di te, non soltanto per quello che stai facendo ora, per il tuo coraggio, o per le tue abilità, ma semplicemente per quello che sei.>>

Sirius si alzò, scrutando il cielo buio fuori dalla finestra. Era ormai scesa la sera.

<< Prima di andare, Harry, vorrei ricordarti una cosa: assomigli in modo straordinario a James, questo è innegabile, tranne per gli occhi di Lily, tua madre. Ma sappi che non devi avvertire solo l’inevitabile peso di questo fatto. Tu sei simile a loro, ma sei un altro. Tu sei Harry. E basta. Porterai il loro ricordo qui, nel tuo cuore, ma non devi sentirti in debito verso di loro.

Non devi essere sempre perfetto per onorare la loro memoria. Devi essere te stesso per renderli orgogliosi. Non lo dimenticare mai. >>

A Grimmauld Place si avvertiva un freddo inusuale.

Tutte le persone in quella casa avevano i loro motivi per detestare quella temperatura.

Ma un solo abitante ignorava quel freddo. Già, Harry Potter era l’unico a non lamentarsi dell’aria fin troppo frizzante di quella giornata, e questo grazie al suo padrino.

Grazie a Sirius, Harry non considerava quella gelida sera.

Le parole del migliore amico di suo padre, infatti, avevano acceso un incendio dentro il ragazzo.

Un incendio fatto di amore e orgoglio. 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Alla fine ho deciso di continuare questa raccolta, per la gioia o il disgusto di voi lettori xD

Come avrete notato, qui non si tratta di una "storia della buonanotte", ma semplicemente di un racconto di vita reale. Come giustificazione, posso dirvi che adoro l'amicizia di Sirius e James, e ho pensato di inserirla qui, anche se non c'entra molto con il tema.

Non so come sia venuta, sinceramente, spero solo che vi sia piaciuto leggerla almeno la metà di quanto a me sia piaciuto scriverla =)

Un mega-ringraziamento alla mia luna, una ragazza speciale che ho avuto la fortuna di incontrare, Sil, che ha accettato di essere la mia prima lettrice, e che ha sopportato la mia euforia e le mie continue pressioni xD Ti voglio bene!

Ringrazio anche PippaPotter__, che ha inserito questa raccolta nelle preferite, e Vodia, che l'ha inserita nelle seguite.

E ora, recensioni:

Isidar Mithrim: prova a tenere il ventilatore spento, questa volta, e vediamo come reagisci xD Nei libri non dice se Fabian e Gideon fossero effettivamente Aurors, ma dato che la maggior parte dei membri dell'Ordine della Fenice lo erano, ho pensato di dare un tocco personale alla storia... Comunque, sono contenta che Ginny piaccia anche a te! Io la adoro letteralmente *__* è uno dei personaggi di cui ammiro tantissimo il carattere, e non è giusto che non sia molto valorizzata nei libri. Alla fine, lei rimane sempre la sorella minore di Ron, un po' irascibile e testarda, ma fino al sesto libro, non c'è una svolta... e poi non mi piace molto che si sposi con Harry, è un finale troppo scontato! Sarò pazza, ma adoro il pairing Draco/Ginny u.u li trovo stupendi insieme! Vabbè, non dilunghiamoci... Grazie mille della recensione!

Vodia: Ooooops, scusa per l'errore xD Spero che ti piaccia anche questo capitolo!

Anna: ecco realizzata la tua speranza =) é stato bello, per una volta, invertire i ruoli, e spero che si possa continuare in entrambi i modi! Comunque grazie mille dei complimenti, e ricordati che aspetto con ansia il nuovo capitolo di L&H! Non farci patire troppo, mi raccomando xD E fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo... Ci tengo al tuo parere!

remvsg: come vedi, ho seguito il tuo consiglio... Ed ecco qua la mia prima raccolta, nata per caso e continuata per merito vostro! Spero che il secondo capitolo non ti abbia delusa...  Grazie mille dei complimenti!

Elly: a chi lo diciiiii xD Arthur dovrebbe imparare ad imporsi, altrimenti chi ferma più Molly xD comunque sono perfetti insieme, e adoro quando lei usa quel tono di minaccia con lui... Per ora ho preferito cambiare personaggi, vediamo se ti interessa lo stesso... Però metto una long o una one-shot su Molly e Arthur tra i miei progetti futuri!

Grazie mille a tutti. Un bacione,

ANIMAPERSA

  
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