Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Sarhita    30/07/2010    9 recensioni
Conquistare la meta che mi sono prefissato. Non posso farlo da solo. Anche se lo vorrei, con tutto me stesso.
Il passato mi ha reso ciò che sono, plasmandomi come se fossi stato creta nelle sue mani.
Il presente me lo prendo come viene, senza farmi troppe domande, cercando solo di ricostruire quelle rovine ormai perdute.E il futuro me lo prendo come dico io, perché mi sono fottutamente stufato di stare allo sporco gioco del destino, che sembra non aver ancora deciso cosa farne di me...
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Itachi, Suigetsu | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 8, Incubo, nightmare

L’uomo conquista le cose a piccoli passi, va per tentativi, teorie.
E perseverando ottiene ciò che vuole.
Lo potevo sentire tra le mie mani, c’ero così vicino.
Bastava sconfiggere la paura, ancora una volta.
Basta scappare.
Devo trovare il coraggio di affrontare me stesso.
E poi manterrò tutte le promesse che ho fatto
 A me, a Shu, a Juugo.
Chiudere gli occhi e buttarsi.
In fondo non ci vuole molto, non credi?

Attraversò fulmineo il terzo piano, senza fermarsi nemmeno per riprendere fiato, raggiungendo l’ascensore.
Soltanto una volta che l’ebbe chiamato, premendo l’apposito pulsante, si fermò appoggiandosi al muro, facendo entrare più ossigeno possibile nei polmoni.
Le sue mani erano scosse entrambe da piccoli tremiti, e non riusciva a regolarizzare la respirazione.
Le porte dell’ascensore si spalancarono, con un leggero rumore, e un piccolo scampanellio metallico.
Naruto si fiondò all’interno, pigiando con trepidazione il pulsante del piano terra, e le porte si richiusero intanto che l’ascensore, con un piccolo sobbalzo, iniziò a scendere.
Avvertiva come un impellente bisogno di uscire da lì, di cambiare aria e dimenticare per un po’ tutto il resto.
Le aveva sentite, come se fossero state davvero lì, e non esclusivamente nella sua mente, le bacchette di Juugo.
L’aveva sentita, rimbombare nella sua testa, come un fastidioso eco dal passato, la parte ritmica, suonata come solo il rosso sapeva fare.
L’aveva rivisto, come se fosse stato davvero davanti ai suoi occhi, privo di vita in un bagno d’albergo, per colpa dei suoi insulsi farmaci per la depressione.
Aveva visto il bagliore emanato dai fari della macchina che gli veniva incontro, senza possibilità di fermarsi, il giorno dell’incidente.
Tutto questo l’aveva rivissuto, come se nel suo cervello ci fosse stato un proiettore e qualcuno di sadico e maligno, si fosse divertito a rimandare quella dolorosa pellicola ancora una volta, nello schermo bianco dei ricordi, in quei pochi minuti che aveva suonato insieme a loro.
Il respiro, già irregolare, si fece ancora più pesante, neanche avesse un macigno sullo stomaco, che si contorceva da far male.
Con la schiena interamente appoggiata al freddo della parete dell’ascensore, scivolò piano fino a ritrovarsi seduto a terra.
L’ascensore ci mette, solitamente, pochi secondi ad arrivare da un piano all’altro, ma a lui in quel momento sembravano un’eternità.
Si sentiva senza aria, come claustrofobico, sebbene non lo fosse, e quelle dannate porte non si volevano proprio aprire.
“Non riesco a respirare bene, maledizione!”
Finalmente il tanto atteso “plin” che segnalava che era arrivato al piano, risuonò nell’ascensore.
Non appena le porte si aprirono, però, si rese di non riuscire ad alzarsi, e di avere il respiro troppo accelerato.
“Dan…dannazione” si mise una mano sul collo, come se si sentisse soffocare, cercando di togliere un immaginario cappio che voleva strozzarlo.
-    Ehy, Naruto! Cosa ci fai lì, ma stai bene? – fortuna che qualcuno stesse aspettando l’ascensore proprio in quel momento. La voce di donna gli arrivò ovattata e ci mise qualche secondo prima di realizzare chi aveva davanti.
-    K…Karin… - sussurrò faticosamente non appena la riconobbe, cercando inutilmente di calmarsi.
La rossa, capita la situazione, con polso fermo reagì.
Entrò nell’ascensore, inginocchiandosi vicino al biondo. – Rilassati altrimenti non riesci a respirare. – disse con voce seria ma infondendovi tutta la calma possibile. - Chiudi gli occhi e respira piano, piano.
-    F..fa male…
-    Ssssh, pensa a respirare, su. – lo zittì lei, cercando da distrarlo. A lei la situazione non era nuova, e sembrava di essere tornato al giorno in cui in ospedale il dottore li informò che il loro amico non sarebbe andato a casa con loro, che era in coma. Naruto era nello stesso stato di quel giorno, e per quasi tre mesi aveva una crisi al giorno. C’era voluta pazienza, e loro gli erano stati sempre vicini, e, almeno quello, l’aveva superato. Fino a quel momento.
Naruto aveva chiuso gli occhi e stava cercando di rilassarsi, erano sensazioni già provate, e non era la sua peggiore crisi, ne aveva passate di peggio. Ripetendoselo mentalmente e pensando a qualsiasi cosa che non fosse la mancanza di aria, riuscì finalmente a placare un po’ il respiro.
Rimase fermo alcuni minuti, sapendo che se si fosse agitato avrebbe peggiorato la situazione.
Karin mise la borsa che portava, a bloccare le porte dell’ascensore in modo che restassero aperte, per evitare che ricominciasse a mancargli il respiro, e continuò a cercare di far rilassare l’amico.
-    Non avevi una crisi da quasi un anno, che è successo? – chiese, una volta che Naruto aveva riaperto gli occhi e aveva ripreso a respirare normalmente.
-    C’ero quasi riuscito, Karin, avevo suonato. – sussurrò - Quasi un intera canzone! Ma… ma…
-    Ho capito, - lo interruppe lei - senti, aspettami nell’atrio. Porto questo materiale a Orochimaru-sama e torno, così andiamo mangiarci del ramen, che ne dici?
Naruto annuì, alzandosi lentamente e uscendo dall’ascensore donandole un lieve sorriso. – Stai bene? Posso lasciarti da solo?
Naruto puntò i suoi occhi azzurri su di lei, - Ci vuole ben altro per mettermi K.O., non preoccuparti, è passata.
Karin gli sorrise e fece un sospiro di sollievo.
- Suigetsu ha ragione. – disse il ragazzo, prima che lei schiacciasse il bottone del primo piano.
-    Riguardo a cosa? – chiese lei, incuriosita e sospettosa.
-    Sul fatto che sai essere gentile quando vuoi.
Karin sbarrò gli occhi arrossendo un po’. – Ha… ha detto davvero così?
Il biondo fece per annuire, poi ghignò, notando l’imbarazzo dell’altra e non perdendo l’occasione di divertirsi un po’ a spese dell’Hozuki - No, scherzavo. Ha detto che sei solo acida.
Gli ci voleva. Gli ci voleva proprio, vedere Karin sbuffare come un cinghiale imbizzarrito e i suoi rossi capelli che iniziavano a volare come animati di vita propria.
Vederla schiacciare con tutta la forza possibile il pulsante del primo piano e sentirla sputare maledizioni e dichiarazioni di guerra fino al chiudersi delle porte.
Le sue labbra, irrimediabilmente, si stirarono in un piccolo sorriso, e, con il morale un po’ più sollevato, si accomodò scomposto sul divanetto dell’atrio.
-    Sono fatti proprio l’uno per l’altra. – sussurrò più a se stesso che a qualcuno di preciso, non riuscendo a fermare in tempo il suo cervello dal proporgli un’immagine del suo amico e della sua manager intento ad imboccarlo un’insalata di tonno, mentre Suigetsu tutto rosso e felice apriva la sua boccuccia con gli innocui dentini da predatore dei mari.
Inorridì maledicendo la natura per avergli donato una fervida immaginazione.
A proposito di Suigetsu, si chiese se Sai avesse sospettato qualcosa o se Suigetsu l’avesse coperto ancora. Ritornò a guardarsi le mani, con in gola il groppo dell’autocommiserazione.. – “Solo un’intera canzone.” Strinse il pugno. “…o ancora un’intera canzone… spero di fare in tempo a mantenere la promessa, Shu…”. Nuova determinazione brillò nei suoi occhi, conscio cha anche arrancando a piccoli passi, il suo obiettivo non sarebbe cambiato. E finché avesse avuto qualcosa in cui lottare, lo avrebbe fatto.


Karin recapitò i nuovi poster dei Double-T freschi di tipografia a Orochimaru, o meglio a Kabuto, non riuscendo a reprimere una certa smorfia data dall’atteggiamento dell’uomo, poi, invece di tornare subito nell’atrio, decise, vista la crisi a cui aveva appena assistito, di cercare Suigetsu.
Non lo trovò nella sua stanza, ma nel corridoio del terzo piano, dove c’era la saletta per suonare, che parlava a voce molto bassa con Sai, non nascondendo un’espressione affranta che lei si sorprese di poter ancora osservare nel volto sempre apparentemente spensierato e arrogante del ragazzo.
Dal volto del moro, che, cavolo se lei lo sapeva, era in grado di tradire una sorta di espressione solamente se si trattava della vita di Naruto, o al massimo di Suigetsu o Juugo, capì l’argomento della conversazione, così, decise di non farsi vedere e tornare da Naruto.
Lo ritrovò nell’atrio, stravaccato sul divano, apparentemente rilassato, ma, soprattutto, con un bel sorriso stampato in faccia.
“Il potere di un ramen scroccato” pensò la ragazza, malignamente, sorridendo a sua volta all’indirizzo del biondo.
Lui, con la sua forza di volontà e l’incredibile energia di sempre, se dovuta allo stomaco che cantava di vittoria per il ramen che avrebbe presto digerito o da qualche rinnovato proposito positivo del ragazzo, Karin non seppe dirlo, la trascinò per un braccio fino a che non giunsero in un parco, dove la città aveva risparmiato soltanto quel piccolo spazio verde, come un’oasi nel deserto.
Era un giardino a dir poco fantastico che seduceva l’organo della vista con i suoi tenui colori allo stesso tempo invernali e primaverili, con tutti quegli alberi di ciliegio ancora spogli, ma che sembravano pronti a fiorire in breve, buttando giù un sipario rosa in quel palco naturale.
Difatti anche se febbraio non era ancora finito, lasciando il posto all’aria giocherellona del mese di marzo, visto il caldo anticipato che stava facendo in quel periodo, probabilmente la fioritura dei ciliegi ci sarebbe stata con un piccolo anticipo.
Magari si sarebbero viste le prime chiazze rosa tra i rami già a metà marzo, anziché ai primi di Aprile, come se avessero fretta. Chissà… alla Natura ogni tanto piace spezzare la routine, un po’ come agli uomini, del resto.
Al centro di questo piccolo e affascinante parco, esattamente al centro dell’unica radura, tra quattro di questi stupendi alberi tipici del Giappone che facevano da insolita cornice, c’erano delle panchine, e un chioschetto molto carino, che sembrava venire da un altro mondo, anziché dalla città.
Il proprietario era un uomo molto simpatico, un uomo d’altri tempi sempre col sorriso sulle labbra e la parole giusta per ogni persona, ma anche la figlia era di una gentilezza unica, anche se un po’ più impicciona di suo padre.
Questi due altri non erano che Teuchi Ichiraku e sua figlia, Ayame Ichiraku.
-    Aaaaaah, mi ci voleva proprio… altro che il ramen precotto del supermercato! – Naruto, con la faccia soddisfatta e la pancia piena, posò le bacchette sulla ciotola vuota, sotto gli occhi sbarrati dell’amica, ancora alla sua prima ciotola, che lo fissò stralunata distraendosi e facendo riscivolare nella ciotola gli spaghetti che aveva raccolto con le sue bacchette, prima che questi potessero raggiungere la bocca e finire ingloriosamente tritati e digeriti.
-    Ma… ma… ma dico, - iniziò esterrefatta - come diamine hai fatto a mangiare cinque, no dico, C-I-N-Q-U-E, ciotole di ramen in meno di dieci minuti? – Karin iniziava a sudare freddo.
Oh, non perché aveva appena scoperto che Naruto, vista la sua voracità e velocità, sarebbe stato perfettamente in grado di mangiarsi pure lei, oh, nemmeno perché la stava fissando come se avesse fatto una domanda talmente stupida da non meritarsi nemmeno una degna risposta.
No, neanche per quello. Sudava freddo per il conto, che nella sua mente aveva assunto la forma di un palloncino giallo che lentamente si stava gonfiando fino a raggiungere le dimensioni di una mongolfiera, prima di esplodere inevitabilmente con un sonoro “pop”.
Perché lei aveva coraggiosamente offerto del legno a una termite, e lei doveva pagare, finendo in un mare di segatura.
E cinque ciotole di ramen, pardon, sei ciotole di ramen più da bere, non costavano proprio pochino…
-    Il conto. – col un sorriso amichevole sul volto, la giovane Ayame porse quel dannato e maledetto fogliettino a Naruto, e Karin deglutì, sperando in un miracolo per non rimanere al verde, appuntandosi mentalmente di non offrire MAI più qualcosa a quel pozzo senza fondo.
“Ho solo pochi spicci con me, accidenti, chi se lo immaginava che avrebbe mangiato così tanto, non è nemmeno grasso, accidenti! Come cazzo fa?” e già si immaginava al lavoro come lavapiatti, con un orrendo grembiule e dei guanti gialli, asciugandosi di tanto in tanto il sudore dalla fronte, mentre Naruto se la spassava come assaggiatore ufficiale del chiosco, quando proprio il ragazzo tirò fuori un buono sconto del cinquanta per cento.
Karin aveva gli occhi lucidi per la tragedia scampata, e pagò la metà, per cui li aveva tranquillamente, i soldi, fortunatamente.

-    Sei un pozzo senza fondo lo sai, rospetto? – berciò mentre stavano tornando all’appartamento, lei che ancora non riusciva a credere di essersela cavata.
Naruto, come risposta, rise come un idiota, neanche si fosse trovato davanti Orochimaru seduto su un seggiolone con un orrendo bavaglino verdognolo legato al collo, sporco di pappa e ogni genere di macchia, mentre veniva imboccato dalla sua baby sitter, che, nella sua mente, prese l’inquietante forma di un occhialuto Kabuto.
-    Non è divertente! – Karin sbuffò, aggiustandosi gli occhiali scacciando quell’immagine dalla mente e tentando di far smettere l’altro di ridere fulminando con mille occhiate truci.
-    Karin, secondo te – Naruto si fermò improvvisamente, fissando un punto indefinito davanti a se, facendo arrestare anche la rossa, a un passo davanti a lui, che si voltò a guardarlo incuriosita da quel cambio repentino, e si chiese se il biondo non avesse le sue cose, prendendosi in giro da sola per averlo pensato, era un uomo mica una ragazzina. Ma passare da una crisi al prenderla in giro, per poi strafogarsi e tornare serio in un battito di ciglia, non lo faceva nemmeno lei quando era in quei giorni. E allora perché lo faceva lui. Visto che non sembrava deciso a continuare, inclinò la testa leggermente di lato, aspettando la domanda. – Secondo te, - continuò allora il ragazzo - io posso tornare a suonare con un po’ di impegno?
Karin sorrise, comprendendo quali pensieri assillassero l’Uzumaki, e tentando di alleggerirgli un po’ il carico, e sdrammatizzare la situazione, rispose, senza traccia di esitazione. – Assolutamente sì, sei o non sei Kyuubi? Il rompi palle, cretino, fastidioso-
-    Kariiiiiiiiiinnnnn! – lui mise il broncio, facendola sorridere ancora di più, così continuò “senza pietà”
-    Ribelle scocciatore e, soprattutto com-bat-ti-vo?  - enfatizzò l’ultima parola come se volesse scolpirla nella fronte ora aggrottata del biondo - Quando mai ti sei arreso? Muovi il culo e torna sul palco, poppante!
Naruto fissò la schiena di Karin che si era voltata e si stava lentamente allontanando, e sorrise determinato a non mollare… poi analizzò ciò che Karin gli aveva appena detto…
-    EHY TU RAZZA DI CRETINA SENZA CERVELLO A CHI HAI DATO DEL POPPANTE EH? – urlò, alzando un pugno come un ragazzino arrabbiato, pronto a chissà quale scontro.
-    A te, poppante! – rispose lei senza scomporsi, ma accelerando leggermente il passo.
-    Ma io ti ammazzooooooooo ‘ttebayo!!! – fu l’ultima cosa che sentì prima di iniziare a correre inseguita da quell’uragano biondo che, diamine se era veloce!


“Era un pomeriggio tranquillo e soleggiato, con qualche nuvola che salutava dal cielo, come a volersi prendere gioco del tempo, come a voler dire “goditi il sole che se mi gira faccio piovere”.
I suoi passi incuranti riecheggiavano nel vialetto alberato della residenza, coperti qualche secondo dal cigolio del cancelletto che si apriva, e dal clank di quando si richiuse.
Celò quello che portava in mano dietro la schiena, entrando, come se avesse timore che qualcuno lo beccasse con le mani nel sacco, o nel pacchetto, che dir si voglia..
Entrò, senza alcuna fretta, guardandosi intorno con aria piuttosto allegra, e chiamò per essere sicuro che ci fosse qualcuno o meno in casa, pronto a nascondere l’oggetto in qualsiasi posto non potesse essere visto. Era di vitale importanza che non fosse visto da sua madre.
-    Mamma?
Il suono della sua voce risuonò nel soggiorno, dove era appena entrato, anche se non aveva alzato eccessivamente la voce, era stata abbastanza udibile da essere sentita almeno in tutto il piano di sotto..
Meno male, si disse, sospirando di sollievo e ravvivandosi la coda bassa dei suoi neri capelli, con una mano sola.
Sua madre doveva essere uscita, altrimenti anche avesse solo sussurrato sarebbe corsa alla porta e lo avrebbe assillato su come era andata a scuola e tutte le solite domande di una mamma forse eccessivamente apprensiva, almeno con i figli, dato che dal marito riceveva soltanto percosse e ingiustizie.
Depose il sacchetto avente dentro il prezioso regalo per la sua meravigliosa mamma, sul tavolino dell’ingresso, in attesa di un posto più sicuro, allorché un aroma di cavoli gli pervenne alle narici, come la musica suonata dal flauto di un incantatore di serpenti, e lui era il rettile da ipnotizzare. Adorava quell’odore, ma era un po’ troppo pungente per i sui gusti e ci mise solo qualche secondo per decifrarlo.
C’erano i cavoli sul fuoco, e stavano anche bruciando.
Sua madre aveva preparato il suo cibo preferito.
Di conseguenza era in casa e non era uscita, ma non l’aveva udito, ma non era stata attenta al cibo, però.
“Probabilmente è in bagno, o di sopra” si disse, fiducioso.
Nascose la busta all'interno della credenza, dietro ad alcuni oggetti e si diresse flemmaticamente in cucina, con le orecchie tese.
Aprendo l’uscio, però, non era pronto a quello che vide.
Sua madre, talmente bella, una graziosità delicata e luminosa, era a terra, con il suo incantevole viso chiaro coperto di macchie vermiglie.
Il sangue era ovunque.
Sul corpo di lei, sul pavimento, sulle mani, nei capelli.
Come un velo carminio che la ricopriva crudelmente sotto il suo freddo colore.
Un grido sgomento gli si spense in gola allorquando adocchiò cosa c’era a terra vicino a lei. Un coltello.
Lo riconobbe.
Lui stesso ci aveva spesso tagliato i meloni che piacevano tanto alla madre.
Chi aveva osato fare la stessa cosa sul collo della donna che lo aveva fatto venire alla luce?
Percepì un rumore smorzato provenire dal bagno.
Vi si diresse speditamente col cuore in gol, sperando di cancellare mentalmente l’odore del sangue che impregnava la cucina.
Pronto a tutto.
Spalancò la porta di scatto e trovò suo padre.
Si sciacquava le mani.
Le sue mani imbrattate di sangue.
Il sangue che sporcava il viso di sua madre.
Sua madre a terra morta.
Morta uccisa da suo padre.
Suo padre che era di fronte a lui.
Lui che ora aveva mollato un pugno su quel viso d’assassino.
-    Cos’hai fatto…! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola, riscoprendolo però poco, data l’agitazione.
-    Non volevo Itachi, ascoltami….
-    Io… io ti ammazzo! – riuscì ad urlare, scagliandosi contro il suo stesso padre.
Suo padre lo prese per il braccio. – Ammazzarmi? Tu? Ma sta zitto!
-    Perché l’hai fatto bastardo!
-    L’ha voluto lei!
Questa frase gli guadagnò un altro pugno ma che questa volta fu schivato, e Fugaku ghermì il braccio di Itachi e con la gamba lo fece crollare a terra, tuttavia il più giovane fu svelto ad alzarsi e corse verso la cucina, rincorso dall’uomo.
Quando Fugaku lo raggiunse lo trovò col coltello che aveva ucciso sua madre in mano…”
Si destò, di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore freddo, la finestra, leggermente lasciata aperta, fece svolazzare un po’ la tenda bianca, che in quel buio sembrava un fantasma venuto a prenderlo. Lui non se ne accorse, aveva ancora il cuore che martellava forte. Era da tempo che non sognava più la notte, e proprio quell’incubo doveva fare?
Si passò una mano sul viso avvertendolo umidiccio di pianto, e non se ne era nemmeno reso conto, doveva averlo fatto inconsciamente mentre dormiva, non ricordava neanche più quando era stata l’ultima lacrima. Si asciugò in fretta ed aprì il cassetto del comodino, trovando i sonniferi.
Da sopra di esso prese il bicchiere con l’acqua che gli aveva lasciato Shizune, e prese una dose di sonnifero. Almeno avrebbe fatto sogni tranquilli.
- Buona notte mamma, buona notte Sasuke. – sussurrò finalmente, al buio della stanza, prima di assopirsi sul serio, mentre dalla finestra ancora aperta, entrò un ultimo soffio gelido, a mo di saluto.


Conquistare la meta che mi sono prefissato. Non posso farlo da solo. Anche se lo vorrei, con tutto me stesso.
Il passato mi ha reso ciò che sono, plasmandomi come se fossi stato creta nelle sue mani.
Il presente me lo prendo come viene, senza farmi troppe domande, cercando solo di ricostruire quelle rovine ormai perdute.
E il futuro me lo prendo come dico io, perché mi sono fottutamente stufato di stare allo sporco gioco del destino, che sembra non aver ancora deciso cosa farne di me.
In fondo basta poco, non credi?



Bene, ricordo solo a chi seguiva la fic che ho in mente di cancellare quell'esperimentuccio intitolato "Verso la fine", e che riscrivero da capo "Provng Ground" e toglierò "Senza memoria", forse affidandola ad Hanabi2000, mia sorellina che a soli dieci anni già pubblica su questo sito *si commuove*, e pensare che alla sua età non sapevo nemmeno cosa fosse un manga, figuriamoci una fanfic! invece lei trafuga la mia collezione, e legge anche yaoi (a rating massimo giallo, sono protettiva io XD (ma da che pulpito, eh, dillo che hai paura della mamma XD)).
Poi ricordo la mia SasoDei, appena iniziata, I'm Back For..., un esperimento strambo di cui vorrei davvero avere dei commenti, visto che forse la posterò al concorso esterno di cui si parla tanto, e il recente aggiornamento di "La leggenda della succubus e il miracolo di Ai...".
Per quanto riguarda "Arigatou..." è pronto il nuovo capitolo.


E ora....

Risposte alle recensioni fantasmamitiche XD
ryanforever: ojjashin avevi addirittura le mani termanti? Non immagini la gioia che mi pervade sapendo di essere riuscita a trasmetterti le emozione del capitolo *o*
Per sapere di Juugo non ci sarà da aspettare molto, dato che i prossimi due capitoli sono in fase di stesura ma sono già praticamente pronti, posso dirti che qualcuno avrà un amara sorpresa, una volta scoperta la verità su Juugo. Partono scommesse.
Intanto è riapparso Itachi per un breve momento, ma poi tornerà, molto presro.
Per quanto riguarda Naruto, i traumi che si superano velocemente li trovo inverosimili. Spero di essere abbastanza realistica più in là, anche se Naruto ha ancora qualche brutta sorpresa da rivelare. Spero che non mi sfugga iol personaggio dalle mani, già è leggermente OOC per via della crisi, non vorrei esagerare... avvertitemi se succede!
annamariz: se Shu, o meglio dire, Itachi era uno dei tuoi preferiti, rientrerà in scena a breve, dopo questo incubo. Per quanto riguarda Sai e juugo, dovrai aspettare ancora il prossimo capitolo e Sai spiegherà un paio di cosucce che sconvolgeranno una persona a lui molto vicina. Vediamo chi indovina a chi mi riferisco. (questa è dura eh!).
Naruto è ancora bloccato per via di juugo, ma lui stesso inizia a capire che il suo blocco è senza senso, ma è dovuto al fatto che teme le sue reazioni, ma come vedi sta tornando il nostro Naruto, combattivi, come dice Karin. Da adesso in poi il suo carattere inizierà a tornare solare, a meno che non gli metta qualche altro imprevisto... mmmh, chi lo sa.
Poi, se invece è Sasuke uno dei tuoi preferiti, non ti preoccupare, la stroria dopo un periodo passato con Naruto, passa a Sasuke. mmmh dal capitolo nove, credo. uh ma guarda, è il prossimo XD
vivvinasme: stavolta hai aspettato un po' di più l'aggiornamento, spero almeno di non averti deluso anche col capitolo. Ma lo sai che il risveglio di Sai me lo sono tipo sognato e mi sono svegliata sorridendo? Solo che poi non mi ricordavo il sogno e l'ho dovuto reinventare, ma vedo che l'effetto è lo stesso. Ogni volta che leggo una fic, rido, piango, sorrido da sola. E dentro di me segretamente invidio un po' le autrici o gli autori che riescono a farmi vivere tali emozioni, quindi averti fatto sorridere al risveglio di Sai, beh, non sai quanta gioia mi hai dato!
Daltronde si scrive per sfogo, per piacere personale, e per comunicare emozioni.
Quindi non posso fare altro che essere super felice della recensione che mi hai lasciato e ringraziarti di tutto cuore ^_^
Eresseye: non ti preoccupare, la prossima volta ti avviso con un sms, o un piccione viaggiatore, e magari anche tu mi avvisi dato che la mia chiavetta si fa attendere. Tra un po' devo prenotare la connessione. La accendo e posso connettermi solo due ore dopo quando ho trovato il raro punto dove c'è campo nella mia casa.
In questo capitolo c'è Shu! E ci sarà anche nei prossimi. Non il nono, ma presto, molto molto molto presto XD
Orochimaru ha un sacco di sorprese gente! Solo perchè per un po' non si fa vivo, non abbassare la guardia su di lui. Per quanto riguarda Sai, personalmente non mi sta simpatico, quindi spero di averlo reso bene.
Naruto è scappato a metà canzone, è vero... chissà come andrà la prossima volta (*si fa domande come se non fosse lei l'autrice*)
Emylovely: hu, è vero, Sai si è ripreso bene, mi sono ispirata a un fatto realmente accaduto, e il tipo in questione dopo un anno e mezzo di coma è rimasto solo una settimana in ospedale e poi ha iniziato la sua nuova vita. E poi non mi sono voluta soffermare più di tanto sul risveglio in termini medici ma su quello che comportava riguardo a scombussolamenti di emozioni, soprattutto di Naruto e Sasuke. Per quanto riguarda Naruto, lui sperava di poter riprendere a suonare con uno schiocco di dita, ma evidentemente no. Beh, più è deciso a superare il trauma e più le possibilità che incontri Sasuke aumentano XD
Spero che ancjhe questo capitolo ti piaccia.
Sasuke_kun_Uchiha:  credo sia passata ben più di una settimana dallo scorso capitolo, purtroppo. Ma posso spiegare, vedi mi è apparso Don Abbondio e insieme ai tre moschettieri mi ha detto: questo capitolo non s'ha da fa! Poi hanno detto un ritardo per tutti! Un ritardo per uno!
Ok ok tornando seri, chiedo perdono per averti fatto aspettare. La storia si struttura così: qualche capitolo su Naruto, una scena con Itachi, qualche capitolo con Sasuke, e poi magari qualche capitolo con due di loro alla volta, e poi chissà. Quindi puoi ben immaginare che Sasuke arriverà presto, dato che ora tocca a lui. Per il resto, spero che il capitolo ti sia piaciuto, e mi suguro di aggirnare in fretta stavolta ^^
mikita: e certo adesso sarebbe colpa mia se Karin adesso ti sta simpatica? E lo stesso vale per Orochimaru e Sai? CHe poi povero Orochimaru, io lo trovo un personaggio affascinante. Molto più di altri. Vedi yamato per esempio. Almeno Oro ha stile XD
Ma lo sai che hai indovinato. Era proprio un attacco. Sei esperta? Non è che vuoi fare il medico o cose del genere?
Era per sapere.
Spero che il capitolo ti piaccia, anche perchè è riapparso Itachi, e so che non aspettavi altro, tu e quella matta della recensione giallo chiaro XD
Beh, alla prossima tua recensione, visto che quando inizi una mia storia la recensisci tutta O_O, dall'inizio anche se è gia iniziata e sta al tercentomillesimo capitolo O_O GRAZIE GRAZIE E ANCORA GRAZIE!






   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Sarhita