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Autore: marty_chan91    30/07/2010    8 recensioni
London 1888 Misteriosi omicidi sconvolgono l'Inghilterra. Il giardino della regina Victoria sta per essere sporcato da efferati crimini che minacciano la pace cittadina. Per impedirlo occorre l'intervento del "cane da guardia reale", il diabolico Conte dallo sguardo di ghiaccio accompagnato dalla sua fedele domestica. Un passato oscuro si cela dietro il loro indissolubile legame. In un epoca di luce ed ombre si svolge la storia di due anime risputate persino dall'Inferno, la storia dei Bloodhound.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di tutto ringrazio chi ha commentato!Ho notato con piacere che alcuni avevano già letto mie ff e inoltre conoscevano Kuroshitsuji. Capisco che alcuni lo odiano: le storie di demoni, esoterismo, magia nera e angeli sono un genere scontato e passato anche di moda ma proprio per questo io lo adoro! (bugiarda, in realtà mi sn innamorata del manga x Ciel *_* che è troppo kawaii! ma anche x Sebastian! Datemi bei ragazzi e io sn contenta!XD)Apparte gli scherzi la storia mi piace molto e con l'ambientazione e i costumi è stato amore a prima vista. I disegni poi (che sono quelli che + mi interessano quando leggo manga)fantastici!Vorrei essere brava come Yana T_T Ma parliamo di Inuyasha! Anche x me è stato il mio primo amore(ora del tutto passato), avevo nove anni quando lo vidi su mtv la prima volta(era la puntata 3, lo ricordo ancora)e Kagome divenne immediatamente la mia eroina. Era carina, coraggiosa e forte. Per questo mi piace ancora oggi, anche se grida e si fa sempre salvare da Inu. Per quanto riguarda questa fanfic ho stravolto completamente il suo carattere e in questo cap (ma ancor + nel prox) si nota il cambiamento. Mentre Inuyasha...no lui è sempre il solito menefreghista XD Alcune spiegazioni sono d'obbligo: il cognome, Bloodhound, significa "segugio" e nn sapete quanto mi ha fatto dannare trovarne uno adatto a Inu e al tempo stesso adatto a un lord inglese. Questo mi pareva suonasse bene e così l'ho scelto; Jack, Mary Ann, le altre vittime, Chapman e Druitt sono personaggi realmente esistiti e per descrivere al meglio l'indagine mi sono documentata sul loro conto. Perciò sn tutte cose vere(purtoppo)anche se il tempo reale che intercorse tra gli omicidi era molto + lungo che nella mia storia; infine nello scorso capitolo ho voluto iniziare cn una serie di Flashback sul giorno dell'incidente che ebbe Kag ma poi ve lo spiegherò meglio in seguito. Premetto: nessun legame demoniaco,satanico,lega Inu a Kag ma solo un rapporto di devozione,amore, per Kag e interesse x Inu. Inu infatti qui NON è un demone. Che altro devo chiarire? Avete domande? Bene, spero che cn questo capitolo Andreea mi perdonerà xchè la storia è ancora simile a Kuro ma le indagini per scoprire l'assassino prenderanno una piega completamente diversa!Anche xchè...dove lo andavo a trovare un pg simile a Greil?!Nessuno è come lui!XD Un bacio e commentate!!

Capitolo 2 : Jack the Ripper

Whitechapel, London 31St August 1888

1.24AM

La notte. La luna. L'ululato di un cane. Per le strade deserte il rumore lontano di una carrozza. Le grida della locanda più vicina. Uomini ubriachi a bere per strada. Prostitute dai vecchi abiti stracciati ad attendere i prossimi clienti. Erano notte fonda. Il momento adatto per fare affari.

Whitechapel, uno dei quartieri più degradati di Londra, era avvolto dalle tenebre. Nell'aria fredda si avvertiva distintamente l'odore della morte.

Davanti al "White Rose Pub" un gruppo di donne pesantemente truccate parlavano animatamente avvolte nei logori scialli di lana.

La più giovane, una ragazza dalla pelle diafana e i capelli scuri come la notte, imprecò rivolta alla luna.

"Anche questa sera pochi clienti. Se va avanti così moriremo di fame."

Al suo fianco una donna sulla quarantina dal seno abbondante e le forme ben pronunciate aggiunse tremando: "O di freddo."

I vestiti estivi dall'ampia scollatura scarsamente riuscivano a coprirle. Era la fine dell'estate ma sembrava di essere in pieno autunno.

Sbuffando una terza prostituta si accese una sigaretta.

"Le persone non hanno più soldi da spendere. La gente muore per strada o finisce per fare questo schifoso lavoro..."

"Mary Ann" la donna si rivolse alla giovane ragazza dai capelli corvini "se fossi bella e giovane come te mi cercherei un ricco babbeo da spennare e me ne andrei da qui."

La ragazza sorrise tristemente incamminandosi per le strade illuminate dai lampioni.

"Sai benissimo che è impossibile andarsene. Moriremo tutte quante in questo luogo dimenticato da Dio."

"Dove stai andando?" le gridò una delle donne vedendola allontanarsi.

Stringendosi nello scialle la ragazza rispose, scomparendo poco dopo nell'oscurità: "A cercare qualche cliente."

In realtà la sola cosa che voleva era allontanarsi da quel posto. Qualsiasi altro luogo andava bene. Anche le strade deserte di Whitechapel.

Sospirando la giovane si appoggiò alla parete. Guardò in alto. Cercare di scorgere il cielo tra gli alti palazzi grigi era impossibile. Nelle profondità dell'inferno il cielo non esiste.

Di colpo si voltò. Aveva udito un suono. Dei passi lenti e regolari.

"C'è qualcuno?" chiese.

Si guardò intorno ma non vide nessuno. Un gatto nero uscì da un sacco dell'immondizia correndole accanto.

"Forse è meglio tornare al White Rose..."

Indietreggiò. Aveva fatto qualche passo quando finì a sbattere contro qualcosa. Qualcuno.

Spaventata si voltò. Vide una misteriosa figura avvolta da un mantello nero. Un uomo probabilmente. Non riusciva a vederne il volto a causa dell'oscurità. Aveva un capello a cilindro e una valigetta nera.

Mary Ann dopo un primo attimo di paura decise di non fuggire. Finalmente aveva trovato un potenziale cliente. E a giudicare dalle vesti anche ricco.

"Salve, signore..." disse avvicinandosi suadente "Vuole un po' di compagnia? E' una notte così fredda..."

La misteriosa figura nascosta dalla penombra rimase in silenzio. Sembrò scrutarla per qualche secondo. Poi disse semplicemente: "Vieni." E si incamminò per le strade deserte.

La ragazza rimase un attimo immobile. Quella voce...una voce roca e metallica, una voce che non aveva niente di umano. Per un secondo ebbe l'impulso di scappare. Fuggire. Lontano da quell'essere. Lontano dall'oscurità. Poi però ripensò al lavoro. Alla fame che aveva. E lo seguì. Lo seguì per i vicoli disabitati scarsamente illuminati. Lo seguì fino a Buck's Row. Lì il misterioso individuo si fermò.

"Perchè mi avete condotto qui?" chiese la giovane guardandosi intorno.

Era buio. Il cielo illuminato dalla luna sembrava un lontano miraggio. Era mezzanotte. In quel vicolo c'erano solo loro. Due figure. Un essere avvolto dal mantello e una giovane donna dal fisico minuto e i lunghi capelli scuri.

L'uomo non rispose mai a quella domanda. Poggiò a terra la valigetta e in pochi secondi si scagliò contro la ragazza. Un taglio netto. Uno solo. Lungo tutta la gola. La ragazza non ebbe neanche il tempo di capire.

Il suo grido soffocato si spense sulle sue labbra scarlatte aperte dallo stupore. Un grido che nessuno udì.

E il terreno si tinse di rosso.

06.15 AM

"La vittima è Mary Ann Nichols, diciannove anni, prostituta. Il corpo è stato ritrovato alle quattro di questa mattina nei pressi di Buck's Row ..."

Il giovane poliziotto si fermò voltandosi dall'altra parte per non osservare oltre il cadavere mutilato della donna.

Al suo fianco il capo ispettore si chinò a terra osservando con attenzione le ferite sul collo della ragazza dopodiché ricoprì la vittima con il telo nero.

Sbuffò.

"Un altro omicidio ad una prostituta e per giunta nello stesso quartiere...sembra che qualcuno ce l'abbia con loro."

Nel frattempo attorno alla zona del crimine si era creata una folla di curiosi. La gente era accorsa dopo aver saputo dell'ennesimo omicidio e si domandava spaventata chi potesse essere stato.

"Ispettore Aberlain..." il poliziotto si rivolse nuovamente al capo ispettore " Crede che sia lo stesso assassino delle prostitute Emma Smith e Martha Tabram?"

L'uomo rifletté ma prima che potesse rispondere due persone uscirono dalla folla. Un ragazzo dai lunghi capelli d'argento e le vesti di pregiata fattura, seguito a ruota da una ragazza vestita di nero, si chinò sul corpo della vittima. Non disse niente. Non si presentò nemmeno. Indifferente alzò il telo.

"EHI VOI!!! Non potete avvicinarvi alla scena del delitto!" gridò il poliziotto. L'ispettore lo fermò. Un'espressione di puro odio comparve sul suo volto. "Che cosa ci fate qui...Conte Bloodhound?!" chiese furioso al nuovo arrivato.

Il ragazzo continuò a rimanere in silenzio. Con attenzione osservò il corpo. Non sembrò turbato neanche dopo aver osservato le profonde ferite inferte al basso ventre e la pozza di sangue che si allargava a vista d'occhio attorno a loro. Rialzandosi disse semplicemente: "Stavolta ha portato con se un ricordino."

"Rispondete alla mia domanda, Conte!"

Accorgendosi della presenza dell'ispettore il ragazzo sorrise. Un ghigno sfrontato più che un sorriso. Per questo Aberlain lo trovava tanto fastidioso. Quel ragazzino viziato. Quel dannato nobile. Era sempre nel mezzo.

"Ho avuto ordine dalla regina di indagare sul caso delle prostitute di Whitechapel." disse il Conte mentre dalla mantella nera estraeva una lettera con il sigillo reale.

L'ispettore rimase in silenzio. Prese la lettera che gli porgeva e lesse la scrittura della regina Victoria.

Il conte si diresse verso il poliziotto strappandogli di mano la documentazione sul caso. Lesse velocemente le prime righe.

"Dunque non avete ancora nessuna pista..."

"Non sono cose che devono riguardarvi!" Aberlain riprese i documenti fulminandolo con gli occhi "Non siete della polizia e non dovete intralciare le nostre indagini!"

Una risata gelida uscì dalle labbra del ragazzo. Stringendo tra le mani il fedele bastone da passeggio disse alla ragazza alle sue spalle: "Andiamo, Kagome." Scomparendo poco dopo tra la folla.

Il giovane poliziotto si avvicinò al suo capo.

"I-ispettore, chi era quel ragazzo? Aveva davvero una lettera della regina?!"

Abberlain annuì stringendo i pugni per la rabbia.

"Quello era Inuyasha Bloodhound. Il 'cane da guardia' della regina Victoria."

Osservando le case di Whitechapel tutte uguali, così misere, così grigie, scorrere oltre il finestrino della carrozza ripensai al volto del cadavere. Mi tornò in mente quegli occhi azzurri vitrei, spalancati nel nulla, ormai privi di vita. E quel volto macchiato di sangue dalla bocca aperta contratta in un grido silenzioso. Un volto bellissimo e perfetto.

Mary Ann Nichols era solamente una ragazza, aveva qualche anno più di me, eppure..era stata uccisa in quel modo orrendo...

"La gola era tagliata fin quasi alla decapitazione...c'erano tagli sul ventre dai quali fuoriusciva l'intestino ma la cosa più strana erano gli organi genitali. A giudicare dalle ferite da taglio e dall'enorme quantità di sangue presente sulla scena del delitto l'assassino deve aver asportato qualche organo. Kagome... mi stai ascoltando?"

La voce inespressiva del Conte mi costrinse a voltarmi verso l'interno della carrozza. In realtà avrei voluto non ascoltare quelle parole. Ma annuii lo stesso abbassando lo sguardo.

Come poteva rimanere impassibile anche di fronte a un omicidio tanto efferato? Non aveva mostrato il minimo cenno di sconvolgimento quando aveva visto il cadavere mutilato. A volte il Conte non sembrava neanche umano.

Io invece...non ero riuscita a guardare. Nonostante dentro di me provassi indifferenza per ogni cosa io...non ero riuscita a guardare.

Sbadigliando il Conte si appoggiò allo schienale del sedile.

"Odio svegliarmi così presto." disse poggiando il volto sulla mano destra "Per adesso non possiamo far altro che aspettare l'autopsia del medico. Senza non potremo neanche fare ipotesi sul colpevole."

Alzai lo sguardo e lo guardai. "E se la polizia non volesse collaborare?"

"Allora farò a modo mio. Dopotutto è un ordine della regina." mi rispose il Conte determinato.

Il paesaggio fuori dal finestrino mutò aspetto. I quartieri degradati dell'East End scomparvero lasciando il posto alle strade affollate del cuore di Londra. Ripensai a quella mattina, alla lettera arrivata a palazzo. La lettera con lo stemma reale. Quante volte l'avevo vista. Ed ogni volta non conteneva mai niente di buono.

Quando l'avevo portata al Conte, nonostante fosse appena l'alba, si era alzato senza obbiezioni e si era precipitato a Whitechapel. Il Conte era proprio un fedele cane da guardia.

Inuyasha guardò fuori storcendo il naso.

"Staremo a Londra fino a che non avremo scoperto qualcosa. Anche se è veramente seccante..."

Osservò le strade colme di eleganti persone a passeggio e fece una smorfia.

"Questa città è diventata un inferno."

Sorrisi di fronte alla sua espressione disgustata.

"Non uscivate dalla residenza da settimane. A volte cambiare aria può fare bene...ed inoltre potete finalmente godere di un po' di pace" dissi mentre la carrozza arrestava lentamente la propria corsa.

Quando si fermò completamente il cocchiere aprì lo sportello e il Conte scese per primo.

"Pace?...forse hai ragione...almeno non ho quei tre fannulloni attorno a combinare danni."

Entrò nella residenza, una villa in stile vittoriano, più piccola di quella di campagna ma altrettanto magnifica, e togliendosi il capello a cilindro salì le scale.

Stavo per dargli ragione quando mi bloccai arrivata al primo piano.

Il Conte si era fermato davanti a me. In volto aveva una strana espressione...rabbia mista a meraviglia.

Che cosa era successo? Lo capii poco dopo, quando furioso gridò: "MIROKU! MADAME WIND! Che cosa ci fate qui?!"

Sentendosi chiamare le due figure sedute sulle poltrone rosse come fossero a casa loro si voltarono.

"Ma guarda, finalmente il mio adorato nipotino è arrivato a Londra." disse la donna sorridendo.

Madame Wind. Questo era il soprannome di Kagura Bloodhound, la sorella del padre del signore e moglie del visconte Linton. Era una donna molto bella dell'alta società inglese chiamata così per la sua passione per i ventagli. Ne aveva a centinaia, di piume, rifiniti d'oro e d'argento. Come quello con cui si stava sventolando, un ventaglio rosso con piume di struzzo nere.

"Se il Conte è qui vuol dire che ha saputo dei misteriosi omicidi..."

L'altro uomo vestito da monaco buddista era Miroku Ling.

Giovane monaco originario di Pechino Miroku era un tipo enigmatico. Io stessa conoscevo poco sul suo conto. Nonostante il suo aspetto da uomo di fede era il capo della mafia Cinese in Inghilterra e uno dei maggiori trafficanti di oppio del paese. Eppure a prima vista sembrava un ragazzo ingenuo e sorridente.

"Kagome!"

"Eh?"

Senza neanche rendermene conto Miroku si avvicinò e mi afferrò le mani.

"Da quanto tempo non ci vediamo? Ogni giorno che passa sei sempre più bella. Quando deciderai di lasciare questo mortorio e verrai a lavorare al mio servizio?"

Non feci in tempo a rispondergli che già una mano era scivolata in basso e puntava al mio sedere. Fortuna che intervenne il Conte.

"EHI, MIROKU!!" gridò Inuyasha afferrando il monaco per le vesti "Quante volte te lo devo dire di lasciarla in pace?!"

"Eh eh, scusate è che di fronte ad una bella donna non riesco a fermarmi!"

Già...proprio un ragazzo ingenuo...

Per un attimo mi ero scordata che il signor Miroku era anche un Don Giovanni e un pervertito.

Sistemato il salone d'ingresso gli ospiti e il Conte si accomodarono nelle poltrone per prendere il tè.

Per l'occasione presi il servizio migliore e preparai del Jackson's Earl Grey. Come lo assaggiò Miroku mi guardò sognante.

"Ottimo come sempre. Il tè che prepara Kagome ha un aroma meraviglioso."

"Tsè. Non mi avete ancora detto perchè siete qui." brontolò Inuyasha rivolgendo occhiate di fuoco al giovane monaco.

Madame Wind posò la tazza di tè ed estrasse dalla borsetta rossa, intonata al vestito, un quotidiano.

Il titolo in prima pagina diceva: "Jack the Ripper. Mysterious murder of a prostitute. "

Il Conte lo prese e lesse l'articolo.

"Jack the Ripper? Sarebbe questo il soprannome che si sono inventati?" chiese scettico alzando un sopracciglio.

Miroku annuì continuando a gustare la bevanda.

"Nonostante abbia ucciso solo tre donne e la sua identità sia ancora ignota la stampa si è già costruita un personaggio. Il nome però è un po' troppo volgare, non trovate?"

Il Conte gettò il giornale sul tavolino al centro della sala. Dall'espressione dei suoi occhi capii che era scocciato.

"Per ora non sappiamo se i precedenti due omicidi siano imputabili alla stessa persona. Certo, tutte e tre le donne presentano elementi in comune. Sono prostitute di Whitechapel, non avevano più di vent'anni e sono state attaccate di notte e colpite con ferocia." il Conte si fermò per sorseggiare il tè poi proseguì " Il primo caso risale al 3 Aprile ma quella volta la vittima, Emma Elizabeth Smith, disse di essere stata aggredita da tre uomini e morì qualche giorno dopo per peritonite. Quindi è da escludere che sia stata uccisa dal così detto "Jack the Ripper." "

"Dove hai trovato queste informazioni?" chiese Madame Wind colpita.

"Kagome non è brava solo a fare il tè, Madame." le rispose Inuyasha sorridendo "Comunque, anche la seconda vittima, Martha Tabram, presentava caratteristiche diverse dalla vittima uccisa ieri a Buck's Row. Il corpo fu ritrovato il 6 agosto sulle scale di una palazzina in George Yard. Presentava trentanove ferite da taglio nella parte inferiore del corpo ma a parte questo nessun organo era stato espiantato."

Nella sala calò il silenzio. Sconvolti i due ospiti guardarono il Conte.

"Questa volta un organo è stato espiantato?" esclamò Miroku "Il medico non ha ancora eseguito l'autopsia, come fate a esserne certo?"

"Perchè ho visto il cadavere."

Il Conte parlava di cose come la morte con una tale leggerezza da farmi ogni volta rabbrividire. Cosa aveva reso il suo cuore tanto duro e impenetrabile? Ero sicura che un tempo il volto indifferente del Signore era stato capace di aprirsi in un sorriso. Peccato che non avrei mai assistito ad un simile miracolo.

Scostandosi i capelli dagli occhi Inuyasha guardò i due seduti di fronte a se.

"Fino a stasera non sapremo il referto del medico ma da quanto ho potuto vedere l'assassino ha tagliato con precisione gli organi genitali e li ha portati via con sè."

Con disgusto la donna posò la tazza di tè coprendosi la bocca con il ventaglio.

"E' terribile."

Fu la sola cosa che riuscì a dire dopodiché calò il silenzio.

Terribile.

No. Terribile non era il termine adatto.

Era disumano. Mostruoso. Folle.

Non volevo credere a quella storia. Non potevo pensare che esistesse un uomo capace di simili atrocità. Quale persona poteva commettere tali feroci delitti e al tempo stesso continuare ad avere la coscienza pulita? Quale follia, quale odio aveva spinto l'assassino a mutilare quelle povere ragazze?

Non lo sapevo ma da quel momento in poi non riuscii a darmi pace.

Dovevo trovare l'assassino. Lo dovevo fare per quelle povere ragazze che come me avevano perso ogni speranza. Lo dovevo fare ad ogni costo.

A notte ormai inoltrata il Conte tornò alla residenza. Era andato a parlare con il medico e mi aveva ordinato di aspettarlo a casa. Non era mai successo, solitamente lo seguivo ovunque andasse, avevo un buono spirito di osservazione e in casi come quello ero molto utile. Eppure mi disse di rimanere a casa a preparargli un bagno caldo.

Doveva aver capito, dopo quella mattina, che i cadaveri mutilati non facevano per me.

In effetti...si avessi rivisto il corpo di Mary Ann Nichols, questa volta non sarei resistita.

Quando chiudevo gli occhi mi tornava in mente la sua immagine. Il sangue scarlatto che circondava il suo corpo.

La sua espressione sorpresa. E finivo per domandarmi se avesse sofferto.

La morte è dolorosa? Io...non me lo ricordavo. Non ricordavo niente del mio passato, solo quel terribile giorno.

"Kagome?"

La voce del Conte. Mi stava chiamando. Proprio come quella volta. Tre anni fa. L'angelo dai capelli d'argento.

Quando sbattei le palpebre un paio di occhi dorati mi stavano fissando. Arrossendo imbarazzata risposi: "Yes, sir? Ha detto qualcosa?"

Scocciato Inuyasha si sfilò velocemente la mantella e la giacca del suo completo bordò gettandola a terra.

"Si può sapere perchè hai sempre la testa tra le nuvole?" brontolò.

Velocemente mi chinai a raccogliere le sue cose. "Mi dispiace. Le ho preparato la vasca come mi aveva chiesto."

"Vuoi fare il bagno con me?"

Inizialmente ero così sovrappensiero che non compresi le sue parole. Ma quando alzai gli occhi per guardarlo vidi il suo sguardo profondo e il suo sorriso così dannatamente bello e mi bloccai.

Assumendo un colore molto simile alla sua veste arretrai fino alla parete della stanza da letto del Conte.

"C-Cosa ha detto?!!"

Dovevo sembrare veramente sconvolta e spaventata perchè lui si affrettò ad aggiungere: "Stavo scherzando. Smettila di agitarti." E scocciato si sfilò la camicia bianca entrando nella sala da bagno senza dire più niente.

Quando se ne andò tirai un sospiro di sollievo. Accidenti, per un attimo avevo creduto che dicesse sul serio. Non aveva affatto lo sguardo di uno che scherza. Conoscendolo era capace anche di farmi richieste del genere, però...con il mio comportamento...lo avevo forse offeso?

"Ehm..Signore?" Facendomi coraggio bussai alla porta del bagno. Dall'altra parte la voce come sempre sgarbata di Inuyasha disse qualcosa.

Entrai. La prima cosa che feci fu inchinarmi profondamente. Dispiaciuta dissi: "Mi perdoni per prima. Stavo ripensando a Jack lo Squartatore e alla ragazza uccisa e sono rimasta sorpresa dalla sua richiesta."

Sentivo il suo sguardo addosso. Sul mio corpo. Sul mio viso. Non distoglieva lo sguardo da me.

Ancora una volta però non disse che poche parole.

"Lavami la schiena."

Una richiesta normale per una domestica. Eppure...anche in quella semplice e banale richiesta riuscivo a percepire una nota di malizia nella sua voce e senza volerlo mi agitai.

Afferrando la spugna dovetti lo stesso fare quello che mi ordinava. Era il mio compito. Peccato che non riuscissi proprio ad abituarmi.

"D-dunque..."

Gli sfiorai le spalle iniziando a massaggiarle

"Il medico cosa le ha detto?"

Inuyasha chiuse gli occhi rilassandosi.

"Avevo ragione. L'utero e la vagina sono stati rimossi con un taglio e una precisione degni di un professionista."

Sorpresa mi fermai.

"Ma è impossibile di notte, in una strada illuminata a mala pena da un lampione, agire con precisione. Soltanto il migliore dei chirurghi o comunque un dottore esperto di anatomia poteva esserne capace."

"Esatto." Il conte si voltò a fissarmi. "A questo punto la lista dei sospettati si restringe."

Ci pensai un momento.

"Se i tagli sono precisi potrebbe anche trattarsi di un chirurgo, magari qualcuno che ha avuto dei contatti con le prostitute di Whitechapel e ha dei conti in sospeso con loro. O forse qualcuno che è interessato alla magia nera o ha legami con qualche società segreta. Probabilmente l'estrazione degli organi serve per qualche rituale."

Inuyasha mi sorrise. "E' quello che ho pensato anche io. Credi di poter formulare una lista e verificare l'alibi dei sospettati?"

"Certo, My lord! Me ne occuperò immediatamente!"

"Bene..."

Attirandomi a se avvicinò la sua bocca alla mia. Mi baciò senza dire niente. Stavolta però non opposi resistenza. Chiusi gli occhi.

Avrei voluto fermare il tempo. Avrei voluto cambiarlo. Il cuore di Inuyasha era come una fortezza impenetrabile, duro come un diamante, freddo come il ghiaccio eppure al tempo stesso splendido come il più bello dei gioielli.

Chissà se un giorno io, una povera domestica senza famiglia, sarei riuscita a sfiorarlo.

Per ora mi accontentavo di rimanergli vicino. Così.

La mattina seguente...

"Non ha perso tempo...nuovo omicidio di una prostituta."

Il Conte seduto al tavolo da pranzo lesse l'articolo sul Times mentre io servivo la torta alla frutta e versavo il tè nella tazza di porcellana.

"Annie Chapman, ventidue anni è stata ritrovata uccisa nel cortile del numero 29 di Hanbury Street a Whitechapel da un fattorino. La gola era squarciata e il ventre aperto. Accanto al corpo la polizia ha ritrovato delle monete e un pezzo di busta insanguinata datata 20 agosto."

Non ero sorpresa di udire quelle parole. L'assassino era indubbiamente un pazzo fanatico. Non si sarebbe fermato tanto facilmente. Quello che però mi sorprendeva era il breve tempo intercorso tra un omicidio e l'altro. Stavolta non aveva proprio perso tempo.

"Ehilà, Conte!"

Dalla porta della sala da pranzo apparve la figura sorridente del monaco Miroku. Ancora una volta si presentava in casa senza essere invitato. E ogni volta il Conte si arrabbiava.

"Sei di nuovo qui, Miroku?!" gridò proprio quest'ultimo strappando il giornale per la rabbia.

Poverino...mai che riuscisse ad avere un minuto di pace.

Come se non bastasse arrivò anche Madame Wind, splendida come sempre nel suo completo blu elettrico dal ventaglio di perle nere.

"Siamo venuti a sapere se il nobile, diabolico conte è riuscito a scoprire qualcosa su Jack the Ripper" disse la donna sedendosi al tavolo come se fosse a casa propria, imitando il monaco che già si era accomodato a fare colazione.

Al limite della sopportazione Inuyasha sospirò, contando mentalmente fino a dieci per calmarsi. Nel frattempo servii il tè anche agli ospiti e poi ritornai nel mio angolino.

Riacquistata la calma apparente, dopo aver sorseggiato un po' del tè, il Conte si voltò verso di me.

"Ho chiesto a Kagome di formulare una lista di sospettati e di verificare i loro alibi. Dopo l'autopsia del medico siamo giunti alla conclusione che l'assassino è indubbiamente qualcuno che possiede conoscenze di anatomia."

Madame Wind lo guardò scettica.

"Sono decine i dottori a Londra che esercitano la professione e altrettanti stanno completando gli studi. Inoltre molti nobili in vacanza sono venuti in città accompagnati dai loro medici personali. E' impossibile in una notte sola chiedere a tutte queste persone."

Schiarendomi la gola mi feci timidamente avanti. Dalla tasca laterale del grembiule estrassi un rotolo di pergamena. Impossibile aveva detto. In effetti avevo passato la notte in bianco ed ero tornata alla residenza solo all'alba ma alla fine avevo raggiunto il mio obbiettivo.

"Dopo aver interrogato parenti ed amici dei sospettati gli unici che non avevano un alibi per la notte del trentuno agosto ed erano implicati in società segrete sono Montague John Druitt, figlio di un noto medico londinese, indagato un anno fa per il misterioso omicidio di tre ragazze uccise e poi fatte a pezzi e George Chapman, giovane apprendista di un chirurgo accusato dell'omicidio della moglie e poi rilasciato per insufficienza di prove."

Nella sala scese il silenzio. Miroku e Madame Wind mi guardarono a bocca aperta. Inuyasha invece proseguì la colazione affatto sorpreso.

"Aspetta un momento..." la donna sorrise sicura di sé "..ciò che dici è impossibile. Parlare con tutte quelle persone...e poi come fai ad essere certa che siano proprio loro due?"

Miroku invece mi guardò sospettoso. "Non sarai una creatura divina... oppure un demone?" Chiuse gli occhi balbettando una specie di esorcismo.

Cosa, un demone?

Stavo per ribattere quando il Conte si alzò dalla sedia.

"Montague John Druitt e George Chapman." ripetè con voce lenta e composta prima di incamminarsi verso la porta "Non ci resta che verificare di persona."

"Un momento, Inuyasha!" Anche Kagura si alzò in piedi. "Come farai a controllare? E poi potrebbero anche non essere loro, ti fidi di ciò che dice una domestica?!"

Avanzando di un passo mi avvicinai alla donna.

"Ho letto e riletto molte volte le deposizioni degli altri sospettati e non ho dubbi. Inoltre sono certa che entrambi questa notte non erano a casa con le rispettive famiglie. E proprio questa notte un'altra prostituta è stata uccisa."

L'orologio a pendolo della sala batteva incessante i rintocchi. Senza aggiungere altro il Conte se ne andò dalla stanza lasciandoci a discutere.

Avevo fatto male i miei calcoli? Uno dei due, Druitt e Chapman, non era Jack the Ripper?

Possibile. Io non ero nè una creatura divina nè un demone. Ero solo un'anima priva di speranza o di fede. Un'anima rifiutata persino dall'inferno. Però... difficilmente mi sbagliavo.

Da quando avevo iniziato a lavorare al servizio del Conte avevo giurato sulla mia tomba di non fallire.

E questa volta io...non avrei fallito.

Sapete, non ricordo niente di com'era la mia vita prima di incontrare Inuyasha.

Ricordo il giorno dell'incendio. Ricordo le fiamme. Le grida. La paura. E poi il nulla.

Quando riaprii gli occhi era tutto scomparso. La prima cosa che vidi fu la calda luce del sole invadere completamente la stanza dalle pareti scarlatte nel quale mi trovavo. L'oro del sole. L'oro dei suoi occhi che mi osservavano inespressivi.

Lui era lì, seduto accanto al letto. Semplicemente mi fissava senza dire niente.

Quando lo vidi il mio animo si alleggerì. L'angelo dai capelli d'argento che mi aveva strappato alla morte non mi aveva abbandonato.

Da quel giorno non feci neanche una domanda sul mio passato. Da quel giorno lavorai incessantemente per lui. Imparai a cucinare meglio di qualunque altra cuoca. Imparai a lavare, stirare, cucire. Imparai ad essere la domestica perfetta.

Questo ero. La perfetta domestica di casa Bloodhound. Il mio passato ormai non aveva più importanza. Inuyasha mi aveva dato un'altra possibilità salvandomi dall'inferno. E io avrei fatto qualsiasi cosa per lui.

Qualsiasi.

Però....

"E' proprio sicuro che sia normale non riuscire a respirare!?! Sto per morire!!"

Avevo gridato con quanto fiato avevo in corpo ma dalle mie labbra uscì solo un flebile lamento. Dall'altra parte del paravento sentii Inuyasha ridacchiare divertito.

"Non ti starai lamentando ancora per il corsetto? Le donne dell'alta società lo indossano tutti i giorni."

Il suo tono canzonatorio mi fece venir voglia di strozzarlo. Era sempre indifferente a tutto, com'era che adesso si divertiva tanto?

Dietro di me Kaede, intenta a vestirmi, mi ordinò di star ferma mentre con forza stringeva ancor più i lacci del corsetto. Adesso sì che non riuscivo proprio a respirare.

"M-mi spiega perchè devo fare una cosa del genere? I-io sono una domestica e non una donna dell'alta società!" dissi con voce strozzata stringendo i pugni.

Per fortuna la vecchia Kaede smise di occuparsi della sottoveste e mi infilò velocemente il vestito.

La parte peggiore era passata...peccato che l'aria nei polmoni mi arrivava a stento.

Una nuova risata di Inuyasha mi fece digrignare i denti.

Al limite della sopportazione, gridai: "Non c'è niente da ridere!!"

"Ho finito."

"Eh?"

Sorpresa mi voltai verso la vecchia Kaede. Aveva veramente finito? Di già?

Dall'altra parte del paravento Inuyasha attendeva impazientemente che uscissi.

"Avanti, fammi vedere." Gli sentii dire.

Titubante guardai prima Kaede, che mi osservava incantata, e poi lo splendido abito azzurro dai mille fiocchi e merletti. Chissà che aspetto strambo dovevo avere. Non avevo mai messo un abito elegante. Mi vestivo sempre con i soliti indumenti che il Conte mi aveva dato: il lungo vestito nero, il grembiule bianco e tiravo su i capelli nascondendoli nella cuffietta.

L'idea che lui mi vedesse vestita in quel modo, con uno stile non mio, truccata e con i capelli sciolti per la prima volta dopo anni, mi agitava.

Imbarazzata chiesi al Conte: "Promette di non ridere?"

Ci fu un momento di silenzio nel quale lo sentii ridere poi rispose seriamente.

"Lo prometto."

Facendomi un po' di coraggio uscii dal paravento. Tenevo gli occhi bassi per non vedere la sua reazione ma li rialzai dopo poco. Il silenzio opprimente che si era creato mi faceva impazzire così posai lo sguardo sul ragazzo davanti a me.

Rimasi a bocca aperta quando lo vidi. Il Conte aveva sciolto i capelli che adesso, come una pioggia di diamanti, scendevano sulle sue spalle. Aveva anche indossato una giacca nera a code con un panciotto dello stesso colore mentre al suo fianco teneva sempre il fedele bastone da passeggio dal manico d'argento a forma di teschio. Era stupendo. Più del solito.

Ero così intenta a fissarlo che non notai il suo sguardo, uno sguardo molto simile al mio. Infatti anche il Conte mi stava osservando. Non con freddezza. Non con odio. Ma con meraviglia.

Posò il suo sguardo da prima sull'ampia scollatura dell'abito che mi lasciava le spalle completamente scoperte e poi sui capelli sciolti, mossi e lunghi fin tutta la schiena, coperti da un piccolo cappellino azzurro.

Lentamente si avvicinò afferrandomi una ciocca di capelli.

"E' incredibile...sembri veramente una Lady."

Portò i capelli alla bocca respirandone l'odore.

"Sei perfetta."

Inevitabilmente arrossii. Non mi aveva mai detto una cosa del genere. Fare dei complimenti non rientrava proprio nelle cose che il Conte sapeva a fare.

E adesso? Non riuscivo più a muovermi, oltre che a respirare. Dovevo ringraziare. Dovevo dirgli che anche lui era bellissimo. Ma imbranata come al solito chinai la testa sprofondando in un muto e imbarazzante silenzio.

Fortuna che il suo attimo di gentilezza improvviso sparì presto e tornando "normale" Inuyasha disse: "Dobbiamo muoverci, il party al quale parteciperanno Druitt e Chapman è già cominciato. Andiamo."

Senza aggiungere altro uscì dalla stanza e io potei imprecare dandomi dell'idiota maledicendo la mia insicurezza. Perchè quando ero davanti al Conte mi sentivo sempre in imbarazzo?

Adesso però dovevo concentrarmi e pensare al party. Questa era l'unica occasione che avevamo per scoprire la vera identità di Jack lo Squartatore.

Dopo mezz'ora di carrozza arrivammo all'ingresso di una magnifica villa dalle colonne in marmo e le enormi finestre. Era splendida, apparteneva ad un ricco visconte conoscente di Inuyasha. Per questo eravamo stati invitati. Solitamente il Conte rifiutava ogni invito che arrivava a palazzo ma questa volta aveva un valido motivo: scoprire qualcosa su John Druitt e Charles Chapman.

"Allora, Kagome" scesi dalla carrozza Inuyasha mi afferrò il braccio prendendomi da parte "Farai finta di essere mia cugina venuta dall'estero. Ricordi il piano?"

Il piano?

"Se vuole dire l'idea maniaca nata dalla mente perversa del Signor Miroku, sì la ricordo benissimo."

Sbuffando incrociai le braccia al petto. Il così detto piano prevedeva che io sfruttassi, testuali parole del monaco, le mie doti fisiche per sedurre Druitt. Un vero piano da maniaci che solo al pervertito monaco poteva venire in mente.

Lasciandomi il braccio Inuyasha assunse la solita aria scocciata.

"Lo so anch'io che è un'idea assurda ma è anche l'unica che abbiamo. Ciò che ci serve è solo una confessione. Io indagherò sul conto di Chapman mentre tu devi riuscire a scoprire se ci sono legami tra Druitt e le prostitute di Whitechapel oppure altri significanti indizi capaci di incastrarlo."

"Sempre se non mi uccide." dissi sarcastica. Inuyasha però mi guardò serio. La mia ultima affermazione non lo divertì affatto. Anzi, la sua espressione sempre corrucciata si accentuò.

Lasciandomi senza parole mi afferrò le spalle. Mi guardò dritta negli occhi. Deciso.

"Se ti fai ammazzare ti inseguirò fino all'inferno e ti riporterò indietro. Sono stato chiaro?!" esclamò prima di lasciare la presa dirigendosi verso il palazzo.

A volte il comportamento del Conte mi lasciava senza fiato. Non riuscivo proprio a comprenderlo. Per lui ero solamente una domestica, un oggetto che poteva usare a suo piacimento. Se mi ordinava di vestirlo io obbedivo. Se mi ordinava di baciarlo io dovevo farlo. Non ho mai avuto la presunzione di pensare di essere importante per lui. Mai.

Eppure dalle sue ultime parole mi era quasi sembrato interessato alla mia vita. Come se non volesse che io morissi.

Scacciando quegli assurdi pensieri dalla mente mi affrettai a raggiungerlo.

Una perfetta domestica, questo ero diventata. Una perfetta domestica che obbediva ad ogni ordine, che viveva solamente per il proprio padrone.

Quella notte infernale feci una promessa alla luna. Promisi di rimanere sempre al fianco di quello splendido ragazzino dal viso d'angelo che arrivò a salvarmi comparendo tra le fiamme.

Fu proprio sotto la luna piena che io rinacqui.

Se anche questo corpo venisse distrutto, se anche io dovessi morire, Inuyasha...io...continuerei comunque a rimanere al suo fianco.

Fino alla fine.

   
 
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