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Autore: axeldj    31/07/2010    0 recensioni
Esiste un oggetto capace di resuscitare le persone. I mangiamorte scoprono la sua esistenza e cercano in ogni modo di appropriarsene per riportare in vita il signore oscuro. Riusciranno Harry e i suoi amici ad evitarlo?
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Mangiamorte, Minerva McGranitt
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Harry Potter ed il Monile di Pegar

Harry Potter ed il Monile di Pegar

Capitolo II – Vassoio di Muffin

Erano passati già due mesi dalla scomparsa del signore oscuro e ancora si brindava per le strade di Londra. Il vecchio auror Dedalus Lux anche questa volta, non riuscendo a controllare l’euforia, aveva esagerato con i festeggiamenti inscenando numerosi spettacoli pirotecnici sul Tamigi, costringendo il nuovo ministro della magia Kingsley Shacklebolt a chiedere ai colleghi parecchie ore di straordinari, per modificare la memoria dei babbani che vi assistevano. Erano poche le persone che in quel periodo di festa non apparivano così serene e tra queste c’erano i membri della famiglia Weasley ed in particolare George.

La morte di un fratello è sempre un evento tragico ma sicuramente non è nulla rispetto alla perdita di un gemello. Fred e George, sin dalla loro nascita, avevano condiviso tutto: cameretta, scuola, lavoro e passioni. I gemelli Weasley erano una cosa sola, l’uno viveva in funzione dell’altro e quando c’erano dei problemi da risolvere si sostenevano vicendevolmente senza mai pretendere nulla in cambio.

Il giovane Ron, vedendo George in difficoltà, pensò di aiutarlo gestendo alcuni affari del negozio. Però non aveva fantasia e quella era la dote principale per svolgere quel tipo di attività. Sebbene ci fosse ancora un minimo profitto, George aveva già pensato più volte di chiudere l’attività. L’apertura del negozio era stata un idea di Fred ed ogni centimetro quadro di quella bottega non faceva altro che straziarlo.

La premurosa Molly intanto sembrava riprendere lentamente la vitalità necessaria per badare al resto della famiglia. Forse fu l’affetto della nuora Fleur oppure l’arrivo Harry a ridonarle un accenno di sorriso.

Sin da quando lo vide a King Cross la prima volta, Molly si affezionò al giovane mago ed iniziò subito ad accettarlo come un ottavo figlio. Dal canto suo Harry, che non aveva mai avuto una vera famiglia, considerava la Tana come una seconda casa.

Fu per questo motivo che, quando ricevette quella proposta di trasferimento, Harry accettò immediatamente, contento di poter dividere la camera con il suo migliore amico Ron.

La piccola Ginny però visse quel cambiamento in modo diverso. Tra lei ed il ragazzo erano rimaste fin troppe cose in sospeso e la loro situazione sentimentale non era per niente definita. Harry l’aveva respinta poco prima del sesto anno e da quel momento non gli aveva più rivolto parola. Fortunatamente mancavano pochi giorni all’inizio dell’ultimo anno ad Hogwarts e la ragazzina non vedeva l’ora di fuggire da quella situazione così insostenibile. Aveva quindi deciso di evitare il ragazzo fino al giorno della partenza per poi godersi quell’anno in completa solitudine.

Nonostante tutte queste grosse novità, la vita in casa Weasley non venne stravolta. Molly rimproverava costantemente il figlio Ron ogni qual volta iniziava un qualunque discorso riguardante il suo futuro e tra i due si creavano sempre aspre conversazioni.

Fu durante una di queste discussioni che la donna perse decisamente la pazienza:

“Non se ne parla signorino!” esclamò nervosa la signora Weasley riponendo con violenza le stoviglie nei cassetti con un rapido colpo di bacchetta “Voi due completerete gli studi. Non voglio scuse!”

L’argomento era tra i più gettonati a tavola poiché, siccome durante la battaglia di Hogwarts parecchi Auror persero la vita, il ministero intendeva concedere l’opportunità ai giovani studenti di intraprendere quella carriera. Ron intendeva ovviamente prendere parte a quella selezione mentre Molly desiderava che suo figlio terminasse gli studi.

“Ma mamma…!” protestò il rosso evitando un grosso mestolo diretto verso un cassetto alle sue spalle.

“Ti ricordo, Ronald, che per partecipare a quel corso servono almeno cinque Mago svolti a pieni voti. Non accettano perditempo al ministero!” Rispose Molly serafica sedendosi a tavola di fronte ai due ragazzi.

“Ti ricordo, mammina…” continuò Ron facendole il verso “… che sia io che Harry abbiamo contribuito alla sconfitta di Tu-Sai-Chi! Chi se ne frega dell’andamento scolastico”.

La donna sbuffò nervosa: “Siete abbastanza adulti da assumervi le responsabilità delle vostre azioni!” Concluse poi esausta “Venerdì prossimo accompagnerò Ginny a Londra e lei prenderà l’espresso per Hogwarts. Se verrete scartati dal corso per la vostra ignoranza giuro che non mettere più piede in questa casa!

A quelle parole Ron arrossì violentemente, bofonchiò qualcosa di incomprensibile e, con un nervoso guizzo, salì in camera. Harry salutò educatamente la donna facendo spallucce e seguì l’amico senza aggiungere altro.

“Come odio quando fa così!” esclamò Ron lasciandosi cadere sul letto “Non la sopporto… è insopportabile! Giuro che qualche volta di queste…”

“Non pensi di esagerare con questa storia del corso Auror?” azzardò Harry ma Ron gli indirizzò subito uno sguardo omicida “Intendo dire… alla fine si tratta solo di un anno! Che ci costa aspettare un po’?”

“Harry ma da che parte stai?!” domandò irritato Ron “Hai sempre detto di voler diventare un Auror e adesso che ne hai l’opportunità vuoi tornare a scuola…”

“Beh, immagino che sai che tua madre è stata Auror per tanti anni…” esordì Harry con un sorrisetto malizioso che infiammò la suscettibilità del rosso.

“Che vuoi insinuare!”

“Niente di che” spiegò Harry ignorando un secondo sguardo assassino del ragazzo “Voglio solo dire che è compito dei vecchi Auror decidere chi merita di frequentare il corso… Molly non ci permetterebbe comunque di entrare senza un M.A.G.O.

Ron si prese qualche secondo per ragionare per poi ammettere che il suo amico non aveva tutti i torti.

“Vorrà dire che dovremo studiare ancora per un anno…” convenne esausto iniziando a sfilarsi la maglietta. “andiamo a letto dai…”

 

La mattina successiva, dopo una rinfrescante doccia, Ron scese silenziosamente in cucina per arraffare qualche dolcetto preparato da Molly. Nonostante cercasse di non dar soddisfazione alla madre rifiutando i suoi manicaretti, Ron non intendeva rinunciare ai gustosissimi muffin della domenica. Fu così che scese lentamente avendo cura di limitare i rumori. La saletta era talmente buia che a stento si riuscivano ad intuire le sagome dei mobili ma Ron riuscì ad intuire che il vassoio contenente i dolcetti era posizionato al centro del tavolo. Quatto quatto attraversò in diagonale la saletta pregustando il dolce sapore del suo spuntino preferito.

Lumos!”

Un improvviso fascio di luce che illuminò la cucina lo abbaglio. Come ha fatto a scoprirmi…? pensò nervoso stropicciandosi gli occhi, ma quando iniziò a focalizzare le immagini notò che la persona seduta al tavolo non era sua madre…

“Gin sei tu?” chiese scuotendo la testa per eliminare gli ultimi rimasugli di quell’abbaglio. Non ci fu nessuna risposta e quando riaprì gli occhi per la seconda volta riconobbe il profilo della ragazza che da qualche mese aveva scoperto di amare. Seduta al tavolo c’era colei che durante la battaglia d’Hogwatrs, gli aveva donato il bacio più bello della sua vita.

“Che ci fai qui!” domandò scioccamente afferrando finalmente il tanto ambito dolcetto. Hermione tuttavia non lo rispose e continuava a fissarlo con gli occhi spalancati.

“Hermione tutto bene?” continuò Ron irritato da quella strana reazione ma lei si limitò a muovere il labbro inferiore per poi portarsi velocemente le mani al volto era rossa come un peperone e tremava come una foglia.

Ron fece un altro passo cercando di capire cosa stava succedendo quando improvvisamente la ragazza urlò: “VESTITI IDIOTA!”.

Dopo un piccolo attimo di confusione Ron si accorse di aver perso l’asciugamano che aveva in vita e di essere totalmente nudo. Adesso era lui ad avere un colorito violaceo e con un rapido movimento del braccio afferrò il vassoio utilizzandolo per coprire le sue nudità. I muffin caddero inevitabilmente per terra e lui si fiondò fuori dalla porta imbarazzatissimo.

 

   
 
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