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Autore: dany23    01/08/2010    4 recensioni
Justin e i suoi lavori richiamano l’attenzione. Chi non ne sarà contento? Brian e Justin si sono lasciati, ambientata dopo la 5.07.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Traduzione, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: Predec2

Traduttrice: dany23
Beta: jo87 
Pairing: Brian/Justin – Justin/Nuovo Personaggio
Rating: NC-17 
Capitolo: 13/19

Note: ringrazio la sis Jo per avermi nuovamente betato il capitolo. Mi scuso profondamente per il ritardo ma purtroppo la mia beta ufficiale è in giro per l’Italia e ho dovuto chiedere ad un’altra mia carissima amica di controllare il capitolo.

Grazie anche per lasciare sempre un segno del vostro passaggio

 

Capitolo 13: Operazione corteggiamento

 

Justin nascose la faccia nel cuscino appena la luce del sole entrò irrimediabilmente dalla finestra della camera da letto. Quando lui e Lane erano tornati a Pittsburgh, la notte scorsa, erano le due passate. Dal momento in cui Lane portava Justin a casa e si infilava a letto, erano le 3 passate. Provò per parecchi minuti, senza successo, a tornare a dormire prima di controllare l’orologio, notando che erano le 10 passate.

Merda! Si ricordò di essersi offerto di aiutare Debbie al Diner anche oggi, fino a che Kiki fosse stata male. Il turno del pranzo sarebbe iniziato alle 11, questo significava che avrebbe avuto meno di un’ora per fare la doccia, vestirsi, e prendere qualcosa per colazione prima di saltare sul pullman. Trascinandosi fuori dal letto, prese un asciugamano e si diresse verso la doccia. Non appena si mise velocemente sotto l’acqua calda, rifletté sulla scorsa notte.

Dopo che lui e Lane avevano parlato durante il viaggio che li stava portando a New York, avevano concordato di seguire i loro piani per la cena e visitare il Museo d’arte moderna. Il ristorante italiano in cui Lane lo aveva portato era magnifico. Era piccolo ma confortevole ed il cibo era fantastico. Il capo chef, Roberto, conosceva Lane; riconoscendolo immediatamente, era arrivato al loro tavolo occupandosi personalmente delle ordinazioni. E il museo poi era stato incredibile! Justin era totalmente in adorazione per i vari artisti esposti. Non riusciva ad immaginare come ci si sentisse ad essere incluso, un giorno, tra i prestigiosi pittori che espongono li i loro lavori.

E doveva ammetterlo, Lane era stato un perfetto gentiluomo durante tutta la serata. Era stato di parola, non aveva fatto pressioni a Justin, sebbene mentre camminavano per i due isolati che separavano il ristorante dal museo, aveva gentilmente preso la mano di Justin nella sua. Alla fine del loro appuntamento, aveva silenziosamente chiesto, e ricevuto, un bacio dal biondo prima di salutarsi davanti casa.

Justin chiuse gli occhi e sospirò. Era ancora più confuso di prima adesso. Sembrava non ci fosse una soluzione facile a questa situazione. Provava qualcosa per entrambi, Brian e Lane, e le sue emozioni continuavano ad essere poco chiare.

Scelse un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe, raccolse le scarpe e se le infilò scendendo le scale. Chiamando Michael e Ben e non ottenendo risposta, scese i gradini verso la cucina per poi prendere dei cereali per colazione. Mentre andava a posare la tazza sul tavolo notò una scatola quadrata di cartone sul bancone. Guardando il biglietto, vide il suo nome scritto sopra, senza nessun’altra informazione.

Trovato un coltello, aprì la scatola e curiosò dentro. Spinse un ammasso di carta tagliuzzata da una parte per trovare una scatola di velluto marrone con il bordo del coperchio profilato d’oro.

Aprendo il coperchio, guardò il contenuto. Sorrise quasi immediatamente non appena riconobbe uno dei suoi dolci preferiti: cioccolato bianco Hershey’s Kisses avvolto in carta dorata. Prendendone uno, notò l’usuale messaggio su carta bianca che pendeva dalla carta. Ma invece del normale messaggio, invece, questo diceva: ‘You are my Sunshine, my only Sunshine’(*). Venne colto alla sprovvista, accigliandosi. Questo è davvero strano, pensò. Aprendo il dolce e mettendoselo in bocca, ne prese un altro. Leggendo il messaggio attaccato al secondo cioccolatino, notò che questo era diverso dal primo. In questo si leggeva, ‘Sunshine on my shoulders make me happy’.

Ok, pensò Justin. Inizio a vederci un filo comune. La curiosità ebbe la meglio su di lui, ne studiò anche un terzo, leggendo la scritta che diceva, ‘I’m walking on Sunshine’.

Justin si accigliò, confuso. I dolci erano di Lane? Prese in considerazione l’idea per pochi secondi prima di capire che non sarebbero potuti essere suoi. Lui non sapeva che quello era il soprannome che Debbie gli aveva dato subito dopo il loro primo incontro, perché Justin non glielo aveva detto. Forse Michael gli aveva detto qualcosa la sera scorsa prima che lui scendesse. Era possibile? Leggendo ancora un’altra scritta sul quarto vi trovò ‘You are the Sunshine of My Life’, Justin prese la scatola di Kisses e in fretta si mise le scarpe così da poter prendere il pullman in tempo per raggiungere il Diner prima che iniziasse il suo turno.

 

Precipitandosi dentro il Diner giusto poco prima delle 11, Justin immediatamente individuò Debbie per la sua maglietta e il suo gilet colorati come al solito come un arcobaleno.

“Sunshine!” esclamò precipitandosi subito ad abbracciarlo. “Sono così felice di vederti. È un dannato circo qui da tutta la mattina.” Notando l’elegante scatola stretta tra le mani di Justin, chiese “Che cosa hai lì, ragazzo?”

“Oh” replicò Justin “Stavo quasi per dimenticarlo. Qualcuno ha lasciato questo per me stamattina. L’ho trovato sul tavolo della cucina quando sono sceso a fare colazione.” Aprendo la scatola, prese uno dei cioccolatini incartati “Guarda” mostrandoglielo “Leggi uno dei messaggi”

Togliendo la carta da uno dei cioccolatini, lei lesse la scritta impressa: ‘Sunshine, lollipops, and rainbows’. Prendendone un altro, lesse ad alta voce: ‘Good day, Sunshine. “Oh ca22o!” esclamò Debbie. Justin ne prese un altro ancora, leggendo il messaggio a Debbie: ‘Don’t let the sun down on me’.

“Chi te li manda questi, Sunsh… uh, tesoro?” sorrise “Ehy, potrebbero essere del tuo misterioso appuntamento della cena di domenica? Michael mi ha parlato di lui questa mattina quando è venuto qui per colazione. Mi ha riferito che hai avuto già due appuntamenti con questo ragazzo. Mi ha anche detto che è ricchissimo… e non solo di soldi” sghignazzò, facendo arrossire Justin.

Guardando verso la scatola di cioccolatini, aggiunse “Questo è dolce. Banale, ma dolce”

Justin sorrise “Si, lo è. Ma non penso che provengano da Lane. A meno che Michael non gliel’abbia per qualche ragione, non penso sappia del soprannome che tu mi hai affibiato” guardando al bagliore canzonatorio di Debbie, si corresse “Intendo, il soprannome che GENTILMENTE mi hai dato”

“Va meglio. Allora chi?” Debbie si scervellò per pensare a un probabile sospettato. Velocemente escluse Ted, Michael e Ben. Non sembrava qualcosa che Lindsay o Mel avrebbero fatto – troppo romantico. E mentre Emmett aveva sempre avuto una leggera  cotta per Justin, non ce lo vedeva a personalizzare una scatola di cioccolatini per lui. E Brian? Giusto. Lui sarebbe stata l’ULTIMA persona a fare un cosa come questa.

C’era solo un’altra persona possibile che lei conosceva che fosse a conoscenza del soprannome che lei aveva coniato per Justin subito dopo essersi incontrati. Lei chiese “Tu non pensi che Ethan…?”

Justin si sorprese dalla domanda. Sicuramente no. Non aveva più visto Ethan da oltre un anno. E l’ultima volta che aveva sentito di lui aveva saputo che il violinista stava viaggiando per tutti gli Stati Uniti dell’est esibendosi con parecchie orchestre adempiendo al contratto che aveva firmato con quel manager. No, pensò che l’idea che fosse Ethan a fare tutto questo fosse altamente improbabile. E comunque, sperò di no. Lui non voleva rivivere di nuovo quel fiasco.

“No” rispose finalmente “Non penso sia Ethan ad averlo fatto” Chi lo ha fatto, pensò, rimaneva ancora un mistero. Mettendo la scatola con cautela sotto il bancone, indossò un grembiule e cominciò a darsi da fare ai tavoli.

 

Michael raggiunse il suo cellulare non appena apri la porta del negozio di fumetti. Riconoscendo il numero, si lamentò. Sospirando, rispose “Che cosa c’è?”

“Adesso, Mickey, è questo il modo di salutare il tuo migliore amico?”

“Che cosa vuoi Brian?”

“Ho bisogno di sapere qualcosa riguardo al pacco”

“Che pacco?”

“Il pacco per cui ho pagato qualcuno una cifra oscena di soldi per consegnarlo a casa tua oggi. Lo hai visto?”

“Stai parlando della scatola in cartone con sopra il nome di Justin?”

“Certo che sto parlando di quella! Quante scatole ti vengono consegnate giornalmente?”

“Questa è una conversazione idiota! Si! C’era una scatola di fronte alla porta questa mattina con sopra il nome di Justin! L’ho messa sul tavolo della cucina perché lui stava ancora dormendo. Adesso, vuoi dirmi che sta succedendo?”

“Non adesso. Ma ho bisogno di sapere dov’è Justin. È ancora a casa?”

“Perché non chiami direttamente Justin, e che ca22o! Non è come se tu non conoscessi il suo numero!”

“Rispondi solo alla dannata domanda, Mickey! Sai dove si trova?”

“Quando ho visto mamma al Diner mi  ha detto che l’avrebbe aiutata per il pranzo. Quindi presumo che lui si trovi lì. Perché lo vuoi sapere?”

“Nessuna ragione in particolare. Devo andare, Mickey. A dopo.”

Michael fissò il cellulare per avere la conferma che la conversazione fosse finita. Scuotendo la testa, si voltò verso il bancone per aprire un’altra spedizione di fumetti. Che diavolo stava succedendo a lui?

 

Justin si asciugò il sudore e fece un sospiro quando finalmente ebbe la possibilità di sedersi. Debbie aveva ragione – da quando era arrivato, poco prima delle 11, i clienti erano arrivati in continuazione, questa era la prima pausa che era riuscito a prendere ed erano già le 2 passate.

“Justin! Esci da quel dannato coma! Porta le chiappe qui e pulisci questi piatti, Sunshine! La pausa è finita!” sospirando, Justin lentamente si mise in piedi e si mosse verso il bancone del Diner per liberare i due tavoli pieni di piatti sporchi. Non appena iniziò a raccogliere i piatti dentro la larga vaschetta di plastica che teneva in mano, notò un uomo castano entrare ed appoggiare una scatola sul bancone. Non prestò grande attenzione all’uomo finché non se ne andò e Debbie lo chiamò ancora. Riportando la vaschetta, ora piena di piatti sporchi, sul fianco, li pose vicino alla lavastoviglie e andò vicino alla cassa dove c’era Debbie con la scatola in mano.

“Guarda, sembra che tu abbia ricevuto un’altra consegna, Sunshine” osservò. Porse una scatola di cartone qualunque al suo giovane amico. Prendendo la scatola da Debbie, Justin si accorse che questa scatola era in qualche modo più grande della prima che conteneva gli Hershey’s Kisses, ma non era molto pesante. Come con l’altra scatola, c’era scritto solamente il suo nome sull’etichetta fissata in alto, e non riconobbe la scrittura.

Debbie rimase vicino, guardando curiosamente la scatola. “ Allora? Non stai per aprirla? Non sento ticchettii” sorrise. Justin esitò brevemente mentre Debbie gli porse un coltello. Poggiando la scatola giù e prendendole dalle mani l’utensile lo fece scivolare sotto allo scotch – guardando all’interno fu stupito da quello che vedeva. Protetto dalla carta con le bollicine c’era un orsetto morbido, alto 15 pollici e con un farfallino rosso.

Justin sorrise radiosamente non appena riconobbe immediatamente l’animale di peluche. “È Gus!” gridò a Debbie. Prendendolo con entrambe le mani glielo porse per farglielo vedere.

“Gus?” chiese lei. “Non mi sembra Gus, Sunshine” aggiunse “Gus non ha ancora bisogno di radersi!”

Justin le sorrise “No, intendo, GUS: il mio vecchio orsetto che avevo quando ero un bambino. Sembra lui.” Guardò dentro la scatola, sperando di scoprire chi era il mittente. Non vedendo alcuna nota, si stava per arrende quando si accorse di qualcosa di bianco far capolino da sotto la carta. Spostando l’imbottitura comparve una busta con il suo nome sopra, la aprì ansiosamente e lesse la nota mentre Debbie controllava sopra le sue spalle: ‘Justin e Gus – vieni a incontrarci al parco questo pomeriggio – 5 pm’

L’espressione di Justin si corrugò mentre si scervellava tentando di risolvere questo mistero. Prima, i cioccolatini quella mattina, ed ora l’orsetto. Che stava accadendo? Bene, non c’era nessun motivo al mondo che lo avrebbe fatto desistere ad andare all’icontro – era troppo curioso.

C’era una cosa che sentiva di certo ora, pensò. Lui era convinto che dietro i regali non ci fossero né Lane né Ethan. Anche se Michael avesse menzionato il suo soprannome a Lane, nessuno dei due sapeva del giocattolo d’infanzia di Justin. Ancora 3 ore, pensò, controllando fugacemente l’orologio. E allora forse otterrò qualche risposta. 

 

 

* Non ho tradotto i messaggi perché credo siano comprensibili, comunque sono citazioni di una famosa canzone.

 

Risposte alle recensioni:

jo87: sis hai letto anche questo dato che l’hai betato tu :D e ora credo tu abbia capito cosa sta facendo Brian …

Ocatarinetabelasciscix: finalmente dopo un sacco di tempo eccomi a postare il nuovo capitolo, Brian ha già un piano, ma dovrà fare comunque i conti con Lane che non si è per niente arreso nonostante il discorso di Justin. Spero continuerai a leggere la storia!

jaspe: mi spiace per l’attesa, ma settimana prossima la mia beta ufficiale sarà da me, quindi magari riusciremo in due a tradurre più velocemente :D

kyelenia: hai ragione spesso traduco troppo letteralmente, ma a volte sfuggono certi errori nonostante siano davvero grandi :D appena avrò più tempo ricontrollerò i capitoli precedenti per sistemare queste cose. Spero che troverai questo capitolo migliore dei precedenti e spero che continuerai a leggere la storia!

lidiasun: Lane è determinato e non vuole mollare, ma vedrai che Brian proverà a batterlo…

 

 

 

  
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