Il 26 giugno stavo guardando una pagina su FB e dopo aver visto per l’ennesima volta la sigla “EFP” mi sono chiesta cos’era. Così ho digitato su google queste tre letterine e ho trovato questo sito. Ho subito visto la sezione Harry Potter, l’ho aperta e ho scoperto il fantastico mondo delle ff su HP. Iniziai subito a leggere, dicendomi “No, non potrei mai scrivere una ff su Harry! La saga è già perfetta così, cosa potrei scrivere?”. Lessi la fan fiction di Piperina (darling <3<3<3) ed ebbi il colpo di genio. Il 4 luglio ho iniziato a postare questa storia, Father Be With Me Tonight ed oggi, domenica 1 agosto, sto pubblicando il capitolo 12. Mai avrei immaginato che potesse piacere così tanto, sono stata piacevolmente colpita dalle vostre risposte. Se sto continuando a scrivere così tanto è solo perché VOI che mi leggete mi fate venire voglia di scrivere. Grazie mille <3
Scusate, ma questa intro era
d’obbligo, dovevo proprio dirvelo =)
Ora, però ho una “brutta” notizia: il
prossimo capitolo, il tredicesimo, lo leggerete solo per il 15 di agosto.
Motivo? Lunedì parto *______________* E sarò senza computer né internet T.T
Indi per cui, niente aggiornamenti per 15 giorni xD Vi prometto che scriverò
tanto tanto tanto, così quando torno mi basterà copiare i capitoli e basta :P
Altra novità è che una volta tornata dalle vacanze inizierò a postare con più
calma, causa sessione di esami a settembre T.T Invece che avere un capitolo
ogni 2, massimo 3 giorni avrete un capitolo, massimo due a settimana.
E dopo tutte queste notizie….vi
lascio al capitolo!
Buona lettura :D
Chapter XII:
Severus’s Sorrow
“Lost in the darkness, try to
find your way home
I want to embrace you and never let you go
Almost hope you're in heaven so no one can hurt your soul”
-
Somewhere, Within
Temptation –
Severus Piton era seduto alla scrivania, il viso sorretto da una mano, lo sguardo perso nel vuoto, l’espressione stanca e sofferente. Da quando suo figlio Alistair se ne era andato tre ore prima non si era ancora mosso. Lentamente chiuse gli occhi e venne assalito dai ricordi.
Aveva 17 anni, era con Lily nello stesso parco in
cui le aveva rivolto la parola per la prima volta. Stavano chiacchierando
tranquillamente dondolandosi sull’altalena, parlando del futuro, desiderando di
essere già adulti e cominciare la loro vita. Si fermò e la guardò, i capelli
che svolazzavano liberi nel vento, gli occhi semichiusi, un sorriso radioso. Si
alzò di scatto e la fece fermare afferrando le catene dell’altalena. Lily
spalancò gli occhi, Severus le mise le mani sulle guance e la baciò dolcemente,
mentre entrambi chiudevano gli occhi.
“Avevo una gran voglia di baciarti.” Sussurrò il ragazzo.
Lily gli sfiorò nuovamente le labbra, poi lo
abbracciò stretto, annusando il suo profumo, poi sollevò il viso e lo guardò
negli occhi.
“Sevy?” Lo chiamò.
“Dimmi, amore.” Le sorrise dolcemente, scostandole
i capelli dal viso per poterla guardare meglio negli occhi.
“A-andiamo…andiamo a casa?” Balbettò imbarazzata ed
impacciata, arrossendo.
Severus la guardò con la bocca aperta, incapace di
formulare qualsiasi parola mentre il cuore gli esplodeva nel petto.
“Ti prego, non farmelo dire un’altra volta.” Lo
supplicò.
La baciò d’istinto, senza ragionare.
“Sì.” Sussurrò sulle sue labbra. “Andiamo.”
Fece un passo indietro, le tese la mano e lei
l’afferrò, alzandosi. Tenendosi per mano s’incamminarono, senza dire niente:
non ce n’era bisogno, entrambi sapevano che quel giorno se lo sarebbero
ricordato per tutta la loro vita.
Lily estrasse le chiavi dalla tasca dei jeans ed
inserì la chiave con mano tremante nella toppa. Entrarono in casa e subito
godettero della frescura che vi regnava.
“Vuoi qualcosa da bere?” Gli chiese posando il
mazzo nella ciotola adibita a porta oggetti.
“Sì, grazie.” Le sorrise, sapendo che stava solo
prendendo tempo.
“Thè freddo?”
Severus annuì e la seguì in cucina, dove la ragazza
prese due bicchieri dalla credenza, il thè dal frigo e lo servì. Prese il
bicchiere, se lo portò alle labbra e bevve un lungo sorso, poi la guardò. Era
nervosa, le tremavano le mani, si mordeva il labbro inferiore e continuava a
torturare la sua maglietta.
“Petunia…Petunia dov’è?” Chiese per interrompere il
silenzio.
“Oh, Petunia.” Si guardò attorno, come se si
aspettasse di vederla sbucare fuori dal frigo o da un mobiletto da un momento
all’altro. “Ah, sì, Petunia è al mare da una sua amica, Jenna Joplin, non so se
la conosci, abita in fondo alla via.”
“Non ho molti contatti con babbani.” Disse
freddamente, svuotando il bicchiere.
Lily gli lanciò un’occhiata di fuoco.
“Scusa, non lo faccio apposta.” Si scusò e andò a
mettere il bicchiere nel lavello. “Veramente.” Le prese il viso tra le mani e
strofinò il naso contro il suo.
“Dovresti sforzarti.” Lo abbracciò. “Sai, non tutti
i babbani sono come tuo padre.”
“Lo so.” Serrò involontariamente la mascella.
“I miei genitori sono a posto.”
“Infatti i tuoi genitori mi piacciono.” Le ricordò.
Avevano un unico difetto, disse tra sé e sé: non erano purosangue.”
“Molti altri non sono male.” Si strinse nelle
spalle.
“Amore.” Le fece sollevare il viso e la guardò
negli occhi. “L’unica babbana di cui mi importa sei tu. Mi correggo, nata
babbana.” Sorrise e le premette il naso con la punta dell’indice.
Lily sorrise, si alzò in punta di piedi e gli
sfiorò le labbra ad occhi chiusi, poi lo prese per mano, lo portò fuori dalla
cucina e lo condusse al piano di sopra, in camera sua.
Severus aveva il cuore che batteva forte, si
chiedeva come facesse Lily a non sentirlo. Era emozionato, terrorizzato,
eccitato e scoppiava d’affetto per lei. Non voleva nessun’altra, voleva solo
lei. L’amava e l’avrebbe amata per sempre.
Lily si chiuse la porta alle spalle, gli si
avvicinò ed iniziò a baciarlo, accarezzandogli il petto, baciandogli dolcemente
il collo, facendogli venire i brividi. Chiuse gli occhi e la strinse forte a
sé.
“Non devi farlo se non vuoi.” Sussurrò nel suo
orecchio.
Lily si interruppe e lo guardò decisa.
“Non lo sto facendo perché devo, Severus.” Gli
passò una mano tra i capelli. “Lo sto facendo perché lo voglio.” Fece un
respiro profondo. “Lo faccio perché voglio che sia tu. Voglio che sia tu per
sempre.” Aggiunse emozionata.
“Lily Evans.” Iniziò, ma gli mancavano le parole.
Non esistevano parole per riuscire ad esprimere quanto l’amasse. “Io…oh, al
diavolo, non sono bravo con le parole, lo sai!”
“Lo so, Severus.” Sorrise
maliziosa. “Sei più bravo nei fatti.”
Il ragazzo sorrise e la baciò.
“Ti amo, Lily Evans.”
“Ti amo, Severus Piton.”
Iniziò a baciarle la spalla, facendole scivolare le
mani lungo il corpo. Afferrò la maglietta e gliela sfilò dalla testa,
lasciandola cadere a terra mentre lei gli sbottonava la camicia, facendola
scivolare lungo le sue braccia. La fece adagiare sul letto, sentendo che non
avrebbe potuto farle un regalo più grande. Non riusciva a staccare gli occhi
dai suoi, sentire la sua pelle nuda sotto le sue dita lo mandava in estati,
credeva stesse sognando ad occhi aperti.
“Hai…hai paura?” Le domandò nervosamente, sdraiandosi
accanto a lei.
“S-sì.” Rispose balbettando. “E tu?”
“Da morire.” Abbozzò un sorriso. “Ho paura che sia
tutto un sogno, un’illusione creata dal mio cervello. Ho paura di svegliarmi e
ritrovarmi nel mio letto e capire che sei stata un sogno.”
La rossa passò entrambe le mani tra i capelli del
suo fidanzato.
“Non sono un sogno, Sevy.” Sussurrò poco prima di
baciarlo.
Ci fu un momento di silenzio in cui entrambi
esplorarono i corpi dell’altro con dolci carezze.
“Sei sicura?” Gli domandò sdraiandosi su di lei.
“Sì.” Sorrise intenerita.
“Sei sicura che vuoi sia io?” Chiese ancora.
“Si, Severus. Voglio che sia tu.” Gli diede un
lieve bacio. “E tu sei sicuro? Sicuro che vuoi sia io?”
“Lily, dal primo momento in cui ti ho vista ho
desiderato fossi tu. Non ho mai pensato a nessun’altra ragazza, sei l’unica che
abbia mai voluto, che voglio e che vorrò sempre. Ti amo.”
“Ti amo anche io.” Sussurrò lei attirandolo a sé.
Non poteva descrivere come si era sentito nel
momento in cui l’aveva fatta sua per la prima volta, non esistevano parole che
potevano descriverlo. Si era sentito completo, sentiva di avere una ragione per
vivere, di essere amato, di non aver bisogno di nessun altro. Non gli sarebbe
neanche importato morire perché sapeva che lei lo amava.
L’immagine svanì, sostituita da quella del giorno
in cui decisero di non sposarsi, di aspettare, poi lei gli prese la mano, se la
portò al ventre e sentì qualcosa. La guardò stupito e la sentì sussurrare le
parole più belle che un uomo potesse sentire: < Aspetto il tuo bambino >.
Si rivide accanto a lei mentre facevano le prime
analisi, quando le massaggiava i piedi perché dolorante, quando correva fuori
casa alle quattro del mattino per le sue voglie, come quella volta che pretese
di mangiare fiori di zucca fritti ripieni di prosciutto e formaggio alle tre di
notte.
Ricordava la notte in cui Alistair era nato, il 31
ottobre. Avrebbe dovuto nascere due mesi più tardi, ma c’erano state delle
complicanze. Chiamò il loro medimago che arrivò subito e lo sbattè fuori dalla
stanza poiché non faceva altro che chiedere perché urlava, perché sudava,
perché respirava in quel modo, perché sembrava stare così male. Aveva solo 18
anni, non sapeva nulla di gravidanza e delle reazioni del corpo di una donna.
Era terrorizzato all’idea che la sua Lily potesse morire. Dopo neanche venti
minuti, il medimago uscì, gli sorrise e gli disse che era diventato padre. Lo
abbracciò subito, d’istinto, e questi non potè far altro che dargli qualche
pacca sulla spalla, poi se ne andò. Fece un respiro profondo, emozionato,
socchiuse la porta e sbirciò all’interno della stanza, intravedendo la ragazza
ancora sdraiata a letto. Aprì completamente la porta e li vide. Lily era
pallida e stravolta, ma non era mai stata così bella e felice mentre stringeva
tra le sue braccia il piccolo dai capelli neri come la pece. Si avvicinò a
loro, si sedette e rimase a guardarli per un po’, sentendo il cuore scoppiare
dalla gioia.
“Severus, ti presento tuo figlio.” Sussurrò lei,
mettendoglielo tra le braccia. “Ti presento Alistair Piton. Tuo figlio.”
Aprì lentamente gli occhi, portò la mano chiusa a
pugno alla bocca e si ritrovò nel suo ufficio. Niente Lily, niente Alistair
neonato, nessuna culla, nessun letto matrimoniale, nessuna foto. Niente
lasciava capire che fosse mai stato innamorato. Chiuse per un solo istante gli
occhi e fu scaraventato di nuovo nel passato, un passato che questa volta era
doloroso. Rivide le loro litigate causate dal suo voler diventare Mangiamorte e
il fatto che disprezzasse i babbani. Subito la scena mutò e la vide andarsene
per sempre dalla sua vita lo stesso giorno in cui era diventato un seguace del
Signore Oscuro.
Anche quel ricordo svanì, sostituito da un altro,
vivido e doloroso.
Lily se n’era andata da un anno e non l’aveva più
sentita, troppo orgoglioso per parlarle. Era stato l’anno più brutto della sua
vita. La notte si svegliava sentendo Alistair, correva da lui, lo calmava e
quando tornava a letto si rendeva conto di essere a pezzi, di non riuscire più
a sopravvivere. Senza di lei sarebbe morto. Fu così che decise di mandarle un
gufo e le chiese di vedersi. Arrivò con venti minuti di anticipo, Alistair
sgambettava allegro cercando di tirarselo dietro, ma subito lo riprendeva in
braccio e lo riportava al punto di partenza. Iniziò a lamentarsi, così lo prese
in braccio, gli sistemò il cappellino e cominciò a fare facce buffe.
“Ciao.”
Severus si voltò e la vide, bella come sempre, i
capelli più lunghi dell’ultima volta.
“C-ciao.” Balbettò emozionato.
Il bimbo si voltò verso la nuova arrivata, piegò di
lato la testa e la indicò.
“I è?” Sbattè le palpebre curioso.
Lily guardò il piccolo, si portò le mani alla bocca
e grossi lacrimoni scivolarono lungo le sue guance.
“P-posso?” Domandò incerta.
“Certo. Pensavo ti avrebbe fatto piacere vederlo.”
Rispose. “Alistair, questa è Lily, la tua mamma.” Aggiunse rivolto al figlio.
“Amma?” Si portò un ditino alla bocca.
Severus annuì e lo mise tra le braccia della
ragazza, che subito lo strinse al petto, gli occhi chiusi, mentre gli
accarezzava i capelli e lo riempiva di baci.
“Sei bellissimo, Ali, sei bellissimo.” Sussurrò
emozionata.
Il ragazzo li guardò entrambi, sentendosi
tranquillo e rilassato per la prima volta da un anno.
“Torna a casa, Lily.” Disse all’improvviso.
Lily si immobilizzò, si morse il labbro inferiore e
chiuse gli occhi.
“Torna da noi, ti prego.” La supplicò mettendole
una mano sul braccio.
“Sei…sei ancora un Mangiamorte?” Chiese con voce
rotta.
Abbassò lo sguardo e non rispose.
“Severus, rispondimi.” Gli ordinò severamente,
cercando il suo sguardo.
Chiuse gli occhi e passò una mano tra i capelli,
poi finalmente trovò il coraggio di guardarla.
“Sì, lo sono ancora.” Sospirò.
Lily lo guardò con occhi di fuoco, pieni di
disprezzo, rabbia e quasi odio.
“Ti prego, non guardarmi così.” La supplicò.
“Non guardarmi così?!” Spalancò gli occhi
incredula. “Ti rendi conto di quello che hai appena detto? Sei ancora un
assassino!”
“Non ho mai ucciso nessuno!” Esclamò.
“Si, Severus. Sei un Mangiamorte, aiuti Voldemort…”
“Non dire il suo nome!” Sibilò infastidito.
“Aiuti Voldemort! E così facendo non fai nulla per
salvare babbani e mezzosangue come me, la donna che dicevi di amare.”
“Io ti amo.”
Lily scosse il capo, delusa.
“Ti credevo diverso, Sevy.” Sussurrò.
“Posso cambiare!” Allargò le braccia disperato.
“Lascerò i Mangiamorte, farò qualsiasi cosa! Ma ti prego, torna da me.” Fece
una piccola pausa. “Torna da Alistair.”
Lily inspirò profondamente e scosse il capo,
sistemò il cappellino al figlio e gli sorrise tristemente, poi guardò Severus.
“Non posso.”
“Sì che puoi!”
“No!” Urlò mentre grosse lacrime di rabbia le
rigavano il viso. “Sono incinta, Sev!” Si asciugò le lacrime. “Sono incinta.”
Fu come se qualcuno avesse trafitto il suo cuore con
una lama avvelenata.
“Sei…sei…cosa?!” La guardò incredulo, senza
riuscire a capire.
“Sono incinta, aspetto un bambino!”
Non voleva crederci, non poteva crederci. Era
convinto che sarebbero tornati insieme, era l’amore della sua vita! Non poteva
essere vero!
“N-non è vero.” Balbettò scuotendo con forza il
capo.
“Sì, Severus è vero!” Inspirò profondamente e diede
un bacio ad Alistair. “E’ meglio che vada.” Mise il bambino per terra, accanto
al padre, si inginocchiò e sistemò il suo cappottino. “Fa’ il bravo, Ali. Non
permettere mai a nessuno di dirti chi sei. Non dimenticare mai chi sei.” Gli
diede un bacio sulla fronte, si alzò e diede le spalle ai due.
Severus prese per mano suo figlio, il viso rigato
tra le lacrime.
“Chi è il padre?” Urlò senza riuscire a
trattenersi.
Lily si fermò, rimase in silenzio per qualche
istante poi voltò lievemente il capo.
“James.” Fece una pausa. “James Potter. Ci siamo
sposati a settembre.”
Non appena sentì quelle parole la vista gli si
offuscò, non la vide neanche andarsene per sempre. Solo quando Alistair scoppiò
a piangere si riscosse da quel senso di apatia che l’aveva invaso.
Scosse il capo, scacciando i ricordi, poi si morse
la lingua, maledicendosi per essere diventato Mangiamorte e averla persa. Se
non si fosse unito al Signore Oscuro non l’avrebbe mai lasciato, non si sarebbe
mai messa con Potter, il ragazzo non sarebbe mai nato. E lei non sarebbe mai
morta, sarebbe ancora con lui, tra le sue braccia, ogni notte. Avrebbe
conosciuto realmente Alistair. Perché l’aveva lasciata andare? Perché quella
notte non le aveva detto che non gli importava essere un Mangiamorte? Voleva
solo lei, ma era stato troppo stupido per dirglielo.
Scattò in piedi, afferrò il portapiume e lo scagliò
lontano, contro la parete. Lanciò ogni cosa che trovò sulla scrivania, aprì i
cassetti, li svuotò completamente e poi lanciò anche questi, mandandoli in
frantumi. Ribaltò la scrivania, buttò giù i libri dalle varie librerie e anche
gli scaffali in legno vennero distrutti. Voleva distruggere ogni cosa,
liberarsi dalla rabbia e dall’odio, ma nulla riusciva a calmarlo, così continuò
e continuò, finchè non si fermò in mezzo alla stanza, il respiro affannoso, le
spalle che si muovevano su e giù, le mani sanguinanti a causa dei tagli
provocati dalle schegge di legno, i capelli che gli coprivano il viso.
Scosse il capo sconsolato, si guardò attorno e si
rese conto dei danni che aveva causato. Sospirò, estrasse la bacchetta, un
semplice gesto e in pochi attimi tutto tornò al suo posto. Infilò l’ultimo libro
nella libreria ed uscì dall’ufficio: se fosse rimasto da solo avrebbe ripensato
a Lily e avrebbe distrutto nuovamente tutto.
Entrò in sala professori dove Vitious, la McGranitt
e la Sprite stavano chiacchierando animatamente, la Caporal invece stava fumando
la pipa mentre sfogliava l’ultimo numero de < Il bravo allevatore >.
Salutò con un cenno, andò a sedersi lontano dai colleghi, agitò la bacchetta,
evocò una tazza e vi versò del thè. Ne bevve un sorso, ustionandosi labbra e
lingua. Imprecò mentalmente, appoggiò la tazza sul tavolo e decise di aspettare
che si raffreddasse. Voltò il viso verso la finestra e guardò lontano,
perdendosi nel paesaggio.
“Severus?”
L’uomo si riscosse dai suo pensieri, si girò e vide
davanti a sé Minerva McGranitt.
“Minerva.” La salutò.
“Tutto bene?” Chiese con una nota di
preoccupazione.
Fece una smorfia.
“Tutto bene, sì.”
Lo guardò per pochi istanti, scosse il capo e mise
una mano su quella dell’uomo che stringeva la tazza.
“Severus, ti conosco. Sono stata la tua insegnante,
sono una tua collega e combattiamo entrambi per l’Ordine da anni.” Gli regalò
uno dei suoi rari sorrisi. “Non mi inganni. Che cosa succede?”
Severus guardò la collega negli occhi, sospirò e si
arrese.
“Sono un po’ in pensiero.”
“Per cosa?”
Si rabbuiò, cercando le parole adatte e quando
finalmente le trovò venne interrotto da una fenice di color argento che entrò
dalla finestra, senza spaccare alcun vetro.
“Severus, vieni subito nel mio ufficio. Grazie.” Disse
il patronus con la voce di Silente, per poi scomparire subito.
Il professore di Pozioni serrò le labbra,
riducendole a due sottili linee bianche, continuando a fissare il punto in cui
il patronus era scomparso. Fece un profondo respiro, dilatando le narici, posò
entrambe le mani sul tavolo e fece forza per alzarsi. Senza dire una parola,
sotto lo sguardo curioso dei colleghi, uscì dalla Sala Professori e a grandi
passi si diresse verso l’ufficio del Preside.
“Mi ha chiamato, Preside?” Era una domanda retorica.
“Accomodati, Severus, accomodati!” Lo esortò
indicando la poltrona davanti alla sua scrivania.
“Preferisco rimanere in piedi.” Sibilò irritato, le
braccia incrociate al petto.
Silente sorrise benevolo.
“Allora, hai qualche notizia per me?”
“Nessuna.” Ringhiò tra i denti.
Non voleva rimanere in quell’ufficio, era l’ultimo
posto in cui avrebbe voluto essere e l’anziano mago era l’ultima persona che
avrebbe voluto vedere quel giorno.
“Bene.” Sorrise allegro. “Direi che sono ottime
notizie.”
Severus non disse niente.
“Come stai?” Gli chiese improvvisamente.
“Bene.” Rispose freddamente, fulminandolo con lo
sguardo.
“Sei sicuro? Sai, non sembri molto allegro.” Lo
fissò con quei suoi occhi penetranti.
L’uomo fece per dire qualcosa, ma l’anziano lo
fermò con un gesto della mano.
“Te l’ho già detto, non mi permetterei mai di
leggere i tuoi pensieri.” Sorrise come un nonno sorride ai propri nipotini. “Ti
conosco e basta.”
Severus si morse la lingua e inspirò profondamente.
Si stupiva sempre di come Silente capisse il suo stato d’animo.
“Come fai a saperlo?” Domandò guardandolo storto.
“Severus…” Il suo sorriso si allargò. “…è da
quattordici anni che il sabato prima di Halloween le porgi il tuo saluto. E’ un
bel gesto, da parte tua.”
“Non sono affari tuoi, Silente.” Ringhiò, facendo
un passo verso di lui.
“Non odiarti così tanto, ragazzo.” Si alzò e gli si
mise davanti. “Leggo nei tuoi occhi la voglia di colpirmi, ma so benissimo che
sarei solo una valvola di sfogo. Ogni anno è così.” Scosse il capo triste. “Mi
addolora vederti in queste condizioni.”
“E’ la donna che amo.” Serrò la mascella.
“Sai, è interessante.” Picchiettò l’indice contro
il mento.
“Che cosa?”
“Il fatto che tu dica < amo > invece di <
amavo >. Questo dice tante cose di te.” Gli mise entrambe le mani sulle
spalle. “Non odiarti tanto.”
Il pozionista chiuse gli occhi e cercò di mantenere
il controllo.
“Come è andata?”
“Come tutti gli anni.” Sussurrò. “Le ho portato i
fiori, ho sistemato le loro tombe e sono rimasto a parlarle. Le ho parlato di come
vanno le cose qui a Hogwarts, che suo figlio è al sicuro.”
Silente annuì.
“Le ho parlato anche di Alistair.”
“Le hai detto ciò che lo attende?”
Severus spalancò gli occhi, subito all’erta.
“Cosa vuoi dire?” Abbaiò.
“E’ un bravo ragazzo, molto in gamba.” Sistemò gli
occhiali. “Ed è ora che scopra dell’esistenza dell’Ordine della Fenice.”
Subito Severus sentì la rabbia impossessarsi di
lui. Voleva colpire l’anziano mago, urlargli che era solo un vecchio pazzo e
che non doveva osare avvicinarsi a suo figlio.
“No. Non deve sapere nulla.” Inspirò profondamente.
“NULLA!” Aggiunse urlando. “E’ solo un ragazzo, per la miseria! Non voglio che
sappia nulla! Non sarà un’altra delle tue pedine!”
“Calmati.” Ordinò Silente senza ammettere repliche.
I due si guardarono negli occhi e fu Severus il
primo a distogliere lo sguardo, accettando l’ordine.
“Eravamo d’accordo fin dal giorno del suo ritorno.”
“E se avessi cambiato idea? Se non volessi esporlo
a nessun rischio?”
Silente scosse il capo.
“Non è possibile cambiare idea. Ormai è troppo
tardi.” Diede una pacca sulla spalla all’uomo ed andò a servirsi del whiskey
incendiario.
Severus passò una mano tra i capelli e lasciò
cadere le braccia lungo il corpo, esausto nel corpo e nell’anima.
“Sia maledetto il giorno in cui decisi di diventare
Mangiamorte.” Si lasciò cadere sulla poltrona e prese il viso tra le mani.
Silente gli porse un bicchiere pieno di whiskey ed
andò a sedersi, evocando subito due sottobicchieri per evitare di macchiare la
scrivania antica.
“Non farlo, non ti maledire per ciò che hai fatto
in gioventù. Commettiamo tutti degli sbagli.” Sorrise tristemente, come se
stesse ricordando qualcosa. “Se ora ragioni così, se agisci in questo modo, è
solo grazie agli errori del passato.”
Severus lo guardò, fece un profondo respiro, svuotò
in un solo sorso il contenuto del suo bicchiere e fissandolo annuì.
“Bene!” Esclamò allegro. “E ora che ne dici di
dedicarci a qualcosa di più leggero, frivolo e divertente?”
“Silente, che stai dicendo?” Chiese strabuzzando
gli occhi, guardandolo come se fosse matto.
“Che ne diresti di una partita a Sparaschiocco?”
Propose con un sorriso radioso, degno di un bambino di quattro anni.
Ed ora, come al solito, i ringraziamenti
per i commenti:
-
Piccola Vero: non ti
preoccupare, tanto i capitoli non scappano, sono sempre qui :D Awwww, grazie
per i complimenti <3 E mi fa proprio piacere che ti sia affezionata ad
Alistair <3 Per quanto riguarda Sevy…bhè con questo capitolo hai capito perché
è così distrutto xD
-
JuliaSnape: eh si, Sevy ha
proprio una vita complicata! Manca poco all’appuntamento, porta pazienza :D
-
Ginny13: Hermione è
semplicemente molto ligia al dovere XD E come hai visto ha fatto moooolta
fatica a declinare gli inviti, se solo l’avesse guardato avrebbe ceduto xD E se
n’è accorta anche lei di quanto il ragazzo stia male, infatti spera non si
suicidi xD Con questo capitolo spero di aver chiarito la parte su Severus :D Eh
dovrai pazientare! Purtroppo dovrò studiare per gli esami =(
-
Lauletta: grazie grazie grazie
:D
-
Morghi: anche tu non riesci a resistere
al fascino di Eric? *.* sinceramente è una bella lotta, Alistair ed Eric sono
due opposti ma entrambi molto affascinanti (anche se il secondo è un
grandissimo figlio di prostituta XD ). Perché Seeverus sta così male l’hai
scoperto in questo capitolo :D Ebbene si, la storia sui nativi americani l’ho
inventata io :D Non chiedermi da dove mi sia uscita perché proprio non ne ho
idea xD Non è che Hermione è esagerata…è una ragazza impegnata che mette al
primo posto il dovere, come d’altronde fa anche Al! Abbi pazienza la loro
uscita si avvicina sempre di più :D
-
MooNRiSinG: waaaaa sono
riuscita nell’impossibile *.* Grazie eli! E ti prego, non mi uccidere, al mio
ritorno avrai tanti bei capitoli, promesso *.* xD
-
Alida: bhè, quello che ti
dovevo dire te l’ho già detto in privato ;) Sono contenta di aver chiarito =)
-
Dreamer inside: grazie <3
Sevy è molto provato, molto stanco. E non sei l’unica che avrebbe accettato
subito un invito da parte di quel gran bel pezzo di figliuolo che è Alistair xD
-
Dragoon: eh ma sappiamo come è
fatta Herm xD Pensa che questo è solo l’inizio per il povero Alistair! Però
stai tranquilla che ben presto (già dal prossimo capitolo) si riprenderà…e
anche molto ma molto bene :D Sevy è molto preoccupato, sì, sa benissimo che
qualcosa succederà. Voldie ha dei piani ben precisi…che però non ti rivelo :D
Per le tue tante domande dovrai aspettare ancora tanto xD
-
MelCullen: awwwww *.* Grazie
mille nuova fan *.* Hermione ha visto bene Alistair…per questo non lo guarda in
faccia xD Sennò cederebbe alle tentazioni e per lei prima il dovere e poi il
piacere xD Per quanto riguarda la reazione di Harry……muahahahahahahahaha!
Dovrai aspettare ancora tanto ma tanto ma tanto ma tanto ma tanto muahahahahaha
u.u
-
Piperina: anche se ti ho già
risposto in privato, ti ringrazio anche qua u.u uhahahahaha! Non hai idea di
come mi sono divertita a fare a pezzi l’ego di Alistair xD Povero ciccio!!! Ma
si riprenderà, tranquilla u.u Cos’ha Sevy l’hai appena scoperto T.T Povero il
mio amore! E’ distrutto T.T Per quanto riguarda Eric…anche io l’ho adorato in
quel pezzo LoL e’ troppo pirla xD E bastardo xD Per Draco…si, è tanto tanto
caruccio <3 a presto darling xoxo
Ed ora come al solito ringrazio
infinitamente chi legge senza commentare, le 20 persone che hanno “favorito”
questa storia, le 16 che la ricordano e i 53 che la seguono! Mamma mia, siete
tantissimi <3 Grazie grazie grazie! <3
Bene, è giunta l’ora dei saluti =) Ci
si legge intorno al 13 di agosto! Cercherò di scrivere il più possibile mentre
sono al mare <3
Elyl <3<3<3