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Autore: elyl    01/08/2010    7 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Il 26 giugno stavo guardando una pagina su FB e dopo aver visto per l’ennesima volta la sigla “EFP” mi sono chiesta cos’era

Il 26 giugno stavo guardando una pagina su FB e dopo aver visto per l’ennesima volta la sigla “EFP” mi sono chiesta cos’era. Così ho digitato su google queste tre letterine e ho trovato questo sito. Ho subito visto la sezione Harry Potter, l’ho aperta e ho scoperto il fantastico mondo delle ff su HP. Iniziai subito a leggere, dicendomi “No, non potrei mai scrivere una ff su Harry! La saga è già perfetta così, cosa potrei scrivere?”. Lessi la fan fiction di Piperina (darling <3<3<3) ed ebbi il colpo di genio. Il 4 luglio ho iniziato a postare questa storia, Father Be With Me Tonight ed oggi, domenica 1 agosto, sto pubblicando il capitolo 12. Mai avrei immaginato che potesse piacere così tanto, sono stata piacevolmente colpita dalle vostre risposte. Se sto continuando a scrivere così tanto è solo perché VOI che mi leggete mi fate venire voglia di scrivere. Grazie mille <3

 

Scusate, ma questa intro era d’obbligo, dovevo proprio dirvelo =)

 

Ora, però ho una “brutta” notizia: il prossimo capitolo, il tredicesimo, lo leggerete solo per il 15 di agosto. Motivo? Lunedì parto *______________* E sarò senza computer né internet T.T Indi per cui, niente aggiornamenti per 15 giorni xD Vi prometto che scriverò tanto tanto tanto, così quando torno mi basterà copiare i capitoli e basta :P Altra novità è che una volta tornata dalle vacanze inizierò a postare con più calma, causa sessione di esami a settembre T.T Invece che avere un capitolo ogni 2, massimo 3 giorni avrete un capitolo, massimo due a settimana.

 

E dopo tutte queste notizie….vi lascio al capitolo!

 

Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

Chapter XII:

Severus’s Sorrow

 

“Lost in the darkness, try to find your way home
I want to embrace you and never let you go
Almost hope you're in heaven so no one can hurt your soul”

-          Somewhere, Within Temptation –

 

Severus Piton era seduto alla scrivania, il viso sorretto da una mano, lo sguardo perso nel vuoto, l’espressione stanca e sofferente. Da quando suo figlio Alistair se ne era andato tre ore prima non si era ancora mosso. Lentamente chiuse gli occhi e venne assalito dai ricordi.

Aveva 17 anni, era con Lily nello stesso parco in cui le aveva rivolto la parola per la prima volta. Stavano chiacchierando tranquillamente dondolandosi sull’altalena, parlando del futuro, desiderando di essere già adulti e cominciare la loro vita. Si fermò e la guardò, i capelli che svolazzavano liberi nel vento, gli occhi semichiusi, un sorriso radioso. Si alzò di scatto e la fece fermare afferrando le catene dell’altalena. Lily spalancò gli occhi, Severus le mise le mani sulle guance e la baciò dolcemente, mentre entrambi chiudevano gli occhi.

“Avevo una gran voglia di baciarti.” Sussurrò il ragazzo.

Lily gli sfiorò nuovamente le labbra, poi lo abbracciò stretto, annusando il suo profumo, poi sollevò il viso e lo guardò negli occhi.

“Sevy?” Lo chiamò.

“Dimmi, amore.” Le sorrise dolcemente, scostandole i capelli dal viso per poterla guardare meglio negli occhi.

“A-andiamo…andiamo a casa?” Balbettò imbarazzata ed impacciata, arrossendo.

Severus la guardò con la bocca aperta, incapace di formulare qualsiasi parola mentre il cuore gli esplodeva nel petto.

“Ti prego, non farmelo dire un’altra volta.” Lo supplicò.

La baciò d’istinto, senza ragionare.

“Sì.” Sussurrò sulle sue labbra. “Andiamo.”

Fece un passo indietro, le tese la mano e lei l’afferrò, alzandosi. Tenendosi per mano s’incamminarono, senza dire niente: non ce n’era bisogno, entrambi sapevano che quel giorno se lo sarebbero ricordato per tutta la loro vita.

Lily estrasse le chiavi dalla tasca dei jeans ed inserì la chiave con mano tremante nella toppa. Entrarono in casa e subito godettero della frescura che vi regnava.

“Vuoi qualcosa da bere?” Gli chiese posando il mazzo nella ciotola adibita a porta oggetti.

“Sì, grazie.” Le sorrise, sapendo che stava solo prendendo tempo.

“Thè freddo?”

Severus annuì e la seguì in cucina, dove la ragazza prese due bicchieri dalla credenza, il thè dal frigo e lo servì. Prese il bicchiere, se lo portò alle labbra e bevve un lungo sorso, poi la guardò. Era nervosa, le tremavano le mani, si mordeva il labbro inferiore e continuava a torturare la sua maglietta.

“Petunia…Petunia dov’è?” Chiese per interrompere il silenzio.

“Oh, Petunia.” Si guardò attorno, come se si aspettasse di vederla sbucare fuori dal frigo o da un mobiletto da un momento all’altro. “Ah, sì, Petunia è al mare da una sua amica, Jenna Joplin, non so se la conosci, abita in fondo alla via.”

“Non ho molti contatti con babbani.” Disse freddamente, svuotando il bicchiere.

Lily gli lanciò un’occhiata di fuoco.

“Scusa, non lo faccio apposta.” Si scusò e andò a mettere il bicchiere nel lavello. “Veramente.” Le prese il viso tra le mani e strofinò il naso contro il suo.

“Dovresti sforzarti.” Lo abbracciò. “Sai, non tutti i babbani sono come tuo padre.”

“Lo so.” Serrò involontariamente la mascella.

“I miei genitori sono a posto.”

“Infatti i tuoi genitori mi piacciono.” Le ricordò. Avevano un unico difetto, disse tra sé e sé: non erano purosangue.”

“Molti altri non sono male.” Si strinse nelle spalle.

“Amore.” Le fece sollevare il viso e la guardò negli occhi. “L’unica babbana di cui mi importa sei tu. Mi correggo, nata babbana.” Sorrise e le premette il naso con la punta dell’indice.

Lily sorrise, si alzò in punta di piedi e gli sfiorò le labbra ad occhi chiusi, poi lo prese per mano, lo portò fuori dalla cucina e lo condusse al piano di sopra, in camera sua.

Severus aveva il cuore che batteva forte, si chiedeva come facesse Lily a non sentirlo. Era emozionato, terrorizzato, eccitato e scoppiava d’affetto per lei. Non voleva nessun’altra, voleva solo lei. L’amava e l’avrebbe amata per sempre.

Lily si chiuse la porta alle spalle, gli si avvicinò ed iniziò a baciarlo, accarezzandogli il petto, baciandogli dolcemente il collo, facendogli venire i brividi. Chiuse gli occhi e la strinse forte a sé.

“Non devi farlo se non vuoi.” Sussurrò nel suo orecchio.

Lily si interruppe e lo guardò decisa.

“Non lo sto facendo perché devo, Severus.” Gli passò una mano tra i capelli. “Lo sto facendo perché lo voglio.” Fece un respiro profondo. “Lo faccio perché voglio che sia tu. Voglio che sia tu per sempre.” Aggiunse emozionata.

“Lily Evans.” Iniziò, ma gli mancavano le parole. Non esistevano parole per riuscire ad esprimere quanto l’amasse. “Io…oh, al diavolo, non sono bravo con le parole, lo sai!”

“Lo so, Severus.” Sorrise maliziosa. “Sei più bravo nei fatti.”

Il ragazzo sorrise e la baciò.

“Ti amo, Lily Evans.”

“Ti amo, Severus Piton.”

Iniziò a baciarle la spalla, facendole scivolare le mani lungo il corpo. Afferrò la maglietta e gliela sfilò dalla testa, lasciandola cadere a terra mentre lei gli sbottonava la camicia, facendola scivolare lungo le sue braccia. La fece adagiare sul letto, sentendo che non avrebbe potuto farle un regalo più grande. Non riusciva a staccare gli occhi dai suoi, sentire la sua pelle nuda sotto le sue dita lo mandava in estati, credeva stesse sognando ad occhi aperti.

“Hai…hai paura?” Le domandò nervosamente, sdraiandosi accanto a lei.

“S-sì.” Rispose balbettando. “E tu?”

“Da morire.” Abbozzò un sorriso. “Ho paura che sia tutto un sogno, un’illusione creata dal mio cervello. Ho paura di svegliarmi e ritrovarmi nel mio letto e capire che sei stata un sogno.”

La rossa passò entrambe le mani tra i capelli del suo fidanzato.

“Non sono un sogno, Sevy.” Sussurrò poco prima di baciarlo.

Ci fu un momento di silenzio in cui entrambi esplorarono i corpi dell’altro con dolci carezze.

“Sei sicura?” Gli domandò sdraiandosi su di lei.

“Sì.” Sorrise intenerita.

“Sei sicura che vuoi sia io?” Chiese ancora.

“Si, Severus. Voglio che sia tu.” Gli diede un lieve bacio. “E tu sei sicuro? Sicuro che vuoi sia io?”

“Lily, dal primo momento in cui ti ho vista ho desiderato fossi tu. Non ho mai pensato a nessun’altra ragazza, sei l’unica che abbia mai voluto, che voglio e che vorrò sempre. Ti amo.”

“Ti amo anche io.” Sussurrò lei attirandolo a sé.

Non poteva descrivere come si era sentito nel momento in cui l’aveva fatta sua per la prima volta, non esistevano parole che potevano descriverlo. Si era sentito completo, sentiva di avere una ragione per vivere, di essere amato, di non aver bisogno di nessun altro. Non gli sarebbe neanche importato morire perché sapeva che lei lo amava.

L’immagine svanì, sostituita da quella del giorno in cui decisero di non sposarsi, di aspettare, poi lei gli prese la mano, se la portò al ventre e sentì qualcosa. La guardò stupito e la sentì sussurrare le parole più belle che un uomo potesse sentire: < Aspetto il tuo bambino >.

Si rivide accanto a lei mentre facevano le prime analisi, quando le massaggiava i piedi perché dolorante, quando correva fuori casa alle quattro del mattino per le sue voglie, come quella volta che pretese di mangiare fiori di zucca fritti ripieni di prosciutto e formaggio alle tre di notte.

Ricordava la notte in cui Alistair era nato, il 31 ottobre. Avrebbe dovuto nascere due mesi più tardi, ma c’erano state delle complicanze. Chiamò il loro medimago che arrivò subito e lo sbattè fuori dalla stanza poiché non faceva altro che chiedere perché urlava, perché sudava, perché respirava in quel modo, perché sembrava stare così male. Aveva solo 18 anni, non sapeva nulla di gravidanza e delle reazioni del corpo di una donna. Era terrorizzato all’idea che la sua Lily potesse morire. Dopo neanche venti minuti, il medimago uscì, gli sorrise e gli disse che era diventato padre. Lo abbracciò subito, d’istinto, e questi non potè far altro che dargli qualche pacca sulla spalla, poi se ne andò. Fece un respiro profondo, emozionato, socchiuse la porta e sbirciò all’interno della stanza, intravedendo la ragazza ancora sdraiata a letto. Aprì completamente la porta e li vide. Lily era pallida e stravolta, ma non era mai stata così bella e felice mentre stringeva tra le sue braccia il piccolo dai capelli neri come la pece. Si avvicinò a loro, si sedette e rimase a guardarli per un po’, sentendo il cuore scoppiare dalla gioia.

“Severus, ti presento tuo figlio.” Sussurrò lei, mettendoglielo tra le braccia. “Ti presento Alistair Piton. Tuo figlio.”

Aprì lentamente gli occhi, portò la mano chiusa a pugno alla bocca e si ritrovò nel suo ufficio. Niente Lily, niente Alistair neonato, nessuna culla, nessun letto matrimoniale, nessuna foto. Niente lasciava capire che fosse mai stato innamorato. Chiuse per un solo istante gli occhi e fu scaraventato di nuovo nel passato, un passato che questa volta era doloroso. Rivide le loro litigate causate dal suo voler diventare Mangiamorte e il fatto che disprezzasse i babbani. Subito la scena mutò e la vide andarsene per sempre dalla sua vita lo stesso giorno in cui era diventato un seguace del Signore Oscuro.

Anche quel ricordo svanì, sostituito da un altro, vivido e doloroso.

Lily se n’era andata da un anno e non l’aveva più sentita, troppo orgoglioso per parlarle. Era stato l’anno più brutto della sua vita. La notte si svegliava sentendo Alistair, correva da lui, lo calmava e quando tornava a letto si rendeva conto di essere a pezzi, di non riuscire più a sopravvivere. Senza di lei sarebbe morto. Fu così che decise di mandarle un gufo e le chiese di vedersi. Arrivò con venti minuti di anticipo, Alistair sgambettava allegro cercando di tirarselo dietro, ma subito lo riprendeva in braccio e lo riportava al punto di partenza. Iniziò a lamentarsi, così lo prese in braccio, gli sistemò il cappellino e cominciò a fare facce buffe.

“Ciao.”

Severus si voltò e la vide, bella come sempre, i capelli più lunghi dell’ultima volta.

“C-ciao.” Balbettò emozionato.

Il bimbo si voltò verso la nuova arrivata, piegò di lato la testa e la indicò.

“I è?” Sbattè le palpebre curioso.

Lily guardò il piccolo, si portò le mani alla bocca e grossi lacrimoni scivolarono lungo le sue guance.

“P-posso?” Domandò incerta.

“Certo. Pensavo ti avrebbe fatto piacere vederlo.” Rispose. “Alistair, questa è Lily, la tua mamma.” Aggiunse rivolto al figlio.

“Amma?” Si portò un ditino alla bocca.

Severus annuì e lo mise tra le braccia della ragazza, che subito lo strinse al petto, gli occhi chiusi, mentre gli accarezzava i capelli e lo riempiva di baci.

“Sei bellissimo, Ali, sei bellissimo.” Sussurrò emozionata.

Il ragazzo li guardò entrambi, sentendosi tranquillo e rilassato per la prima volta da un anno.

“Torna a casa, Lily.” Disse all’improvviso.

Lily si immobilizzò, si morse il labbro inferiore e chiuse gli occhi.

“Torna da noi, ti prego.” La supplicò mettendole una mano sul braccio.

“Sei…sei ancora un Mangiamorte?” Chiese con voce rotta.

Abbassò lo sguardo e non rispose.

“Severus, rispondimi.” Gli ordinò severamente, cercando il suo sguardo.

Chiuse gli occhi e passò una mano tra i capelli, poi finalmente trovò il coraggio di guardarla.

“Sì, lo sono ancora.” Sospirò.

Lily lo guardò con occhi di fuoco, pieni di disprezzo, rabbia e quasi odio.

“Ti prego, non guardarmi così.” La supplicò.

“Non guardarmi così?!” Spalancò gli occhi incredula. “Ti rendi conto di quello che hai appena detto? Sei ancora un assassino!”

“Non ho mai ucciso nessuno!” Esclamò.

“Si, Severus. Sei un Mangiamorte, aiuti Voldemort…”

“Non dire il suo nome!” Sibilò infastidito.

“Aiuti Voldemort! E così facendo non fai nulla per salvare babbani e mezzosangue come me, la donna che dicevi di amare.”

“Io ti amo.”

Lily scosse il capo, delusa.

“Ti credevo diverso, Sevy.” Sussurrò.

“Posso cambiare!” Allargò le braccia disperato. “Lascerò i Mangiamorte, farò qualsiasi cosa! Ma ti prego, torna da me.” Fece una piccola pausa. “Torna da Alistair.”

Lily inspirò profondamente e scosse il capo, sistemò il cappellino al figlio e gli sorrise tristemente, poi guardò Severus.

“Non posso.”

“Sì che puoi!”

“No!” Urlò mentre grosse lacrime di rabbia le rigavano il viso. “Sono incinta, Sev!” Si asciugò le lacrime. “Sono incinta.”

Fu come se qualcuno avesse trafitto il suo cuore con una lama avvelenata.

“Sei…sei…cosa?!” La guardò incredulo, senza riuscire a capire.

“Sono incinta, aspetto un bambino!”

Non voleva crederci, non poteva crederci. Era convinto che sarebbero tornati insieme, era l’amore della sua vita! Non poteva essere vero!

“N-non è vero.” Balbettò scuotendo con forza il capo.

“Sì, Severus è vero!” Inspirò profondamente e diede un bacio ad Alistair. “E’ meglio che vada.” Mise il bambino per terra, accanto al padre, si inginocchiò e sistemò il suo cappottino. “Fa’ il bravo, Ali. Non permettere mai a nessuno di dirti chi sei. Non dimenticare mai chi sei.” Gli diede un bacio sulla fronte, si alzò e diede le spalle ai due.

Severus prese per mano suo figlio, il viso rigato tra le lacrime.

“Chi è il padre?” Urlò senza riuscire a trattenersi.

Lily si fermò, rimase in silenzio per qualche istante poi voltò lievemente il capo.

“James.” Fece una pausa. “James Potter. Ci siamo sposati a settembre.”

Non appena sentì quelle parole la vista gli si offuscò, non la vide neanche andarsene per sempre. Solo quando Alistair scoppiò a piangere si riscosse da quel senso di apatia che l’aveva invaso.

Scosse il capo, scacciando i ricordi, poi si morse la lingua, maledicendosi per essere diventato Mangiamorte e averla persa. Se non si fosse unito al Signore Oscuro non l’avrebbe mai lasciato, non si sarebbe mai messa con Potter, il ragazzo non sarebbe mai nato. E lei non sarebbe mai morta, sarebbe ancora con lui, tra le sue braccia, ogni notte. Avrebbe conosciuto realmente Alistair. Perché l’aveva lasciata andare? Perché quella notte non le aveva detto che non gli importava essere un Mangiamorte? Voleva solo lei, ma era stato troppo stupido per dirglielo.

Scattò in piedi, afferrò il portapiume e lo scagliò lontano, contro la parete. Lanciò ogni cosa che trovò sulla scrivania, aprì i cassetti, li svuotò completamente e poi lanciò anche questi, mandandoli in frantumi. Ribaltò la scrivania, buttò giù i libri dalle varie librerie e anche gli scaffali in legno vennero distrutti. Voleva distruggere ogni cosa, liberarsi dalla rabbia e dall’odio, ma nulla riusciva a calmarlo, così continuò e continuò, finchè non si fermò in mezzo alla stanza, il respiro affannoso, le spalle che si muovevano su e giù, le mani sanguinanti a causa dei tagli provocati dalle schegge di legno, i capelli che gli coprivano il viso.

Scosse il capo sconsolato, si guardò attorno e si rese conto dei danni che aveva causato. Sospirò, estrasse la bacchetta, un semplice gesto e in pochi attimi tutto tornò al suo posto. Infilò l’ultimo libro nella libreria ed uscì dall’ufficio: se fosse rimasto da solo avrebbe ripensato a Lily e avrebbe distrutto nuovamente tutto.

Entrò in sala professori dove Vitious, la McGranitt e la Sprite stavano chiacchierando animatamente, la Caporal invece stava fumando la pipa mentre sfogliava l’ultimo numero de < Il bravo allevatore >. Salutò con un cenno, andò a sedersi lontano dai colleghi, agitò la bacchetta, evocò una tazza e vi versò del thè. Ne bevve un sorso, ustionandosi labbra e lingua. Imprecò mentalmente, appoggiò la tazza sul tavolo e decise di aspettare che si raffreddasse. Voltò il viso verso la finestra e guardò lontano, perdendosi nel paesaggio.

“Severus?”

L’uomo si riscosse dai suo pensieri, si girò e vide davanti a sé Minerva McGranitt.

“Minerva.” La salutò.

“Tutto bene?” Chiese con una nota di preoccupazione.

Fece una smorfia.

“Tutto bene, sì.”

Lo guardò per pochi istanti, scosse il capo e mise una mano su quella dell’uomo che stringeva la tazza.

“Severus, ti conosco. Sono stata la tua insegnante, sono una tua collega e combattiamo entrambi per l’Ordine da anni.” Gli regalò uno dei suoi rari sorrisi. “Non mi inganni. Che cosa succede?”

Severus guardò la collega negli occhi, sospirò e si arrese.

“Sono un po’ in pensiero.”

“Per cosa?”

Si rabbuiò, cercando le parole adatte e quando finalmente le trovò venne interrotto da una fenice di color argento che entrò dalla finestra, senza spaccare alcun vetro.

“Severus, vieni subito nel mio ufficio. Grazie.” Disse il patronus con la voce di Silente, per poi scomparire subito.

Il professore di Pozioni serrò le labbra, riducendole a due sottili linee bianche, continuando a fissare il punto in cui il patronus era scomparso. Fece un profondo respiro, dilatando le narici, posò entrambe le mani sul tavolo e fece forza per alzarsi. Senza dire una parola, sotto lo sguardo curioso dei colleghi, uscì dalla Sala Professori e a grandi passi si diresse verso l’ufficio del Preside.

“Mi ha chiamato, Preside?” Era una domanda retorica.

“Accomodati, Severus, accomodati!” Lo esortò indicando la poltrona davanti alla sua scrivania.

“Preferisco rimanere in piedi.” Sibilò irritato, le braccia incrociate al petto.

Silente sorrise benevolo.

“Allora, hai qualche notizia per me?”

“Nessuna.” Ringhiò tra i denti.

Non voleva rimanere in quell’ufficio, era l’ultimo posto in cui avrebbe voluto essere e l’anziano mago era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere quel giorno.

“Bene.” Sorrise allegro. “Direi che sono ottime notizie.”

Severus non disse niente.

“Come stai?” Gli chiese improvvisamente.

“Bene.” Rispose freddamente, fulminandolo con lo sguardo.

“Sei sicuro? Sai, non sembri molto allegro.” Lo fissò con quei suoi occhi penetranti.

L’uomo fece per dire qualcosa, ma l’anziano lo fermò con un gesto della mano.

“Te l’ho già detto, non mi permetterei mai di leggere i tuoi pensieri.” Sorrise come un nonno sorride ai propri nipotini. “Ti conosco e basta.”

Severus si morse la lingua e inspirò profondamente. Si stupiva sempre di come Silente capisse il suo stato d’animo.

“Come fai a saperlo?” Domandò guardandolo storto.

“Severus…” Il suo sorriso si allargò. “…è da quattordici anni che il sabato prima di Halloween le porgi il tuo saluto. E’ un bel gesto, da parte tua.”

“Non sono affari tuoi, Silente.” Ringhiò, facendo un passo verso di lui.

“Non odiarti così tanto, ragazzo.” Si alzò e gli si mise davanti. “Leggo nei tuoi occhi la voglia di colpirmi, ma so benissimo che sarei solo una valvola di sfogo. Ogni anno è così.” Scosse il capo triste. “Mi addolora vederti in queste condizioni.”

“E’ la donna che amo.” Serrò la mascella.

“Sai, è interessante.” Picchiettò l’indice contro il mento.

“Che cosa?”

“Il fatto che tu dica < amo > invece di < amavo >. Questo dice tante cose di te.” Gli mise entrambe le mani sulle spalle. “Non odiarti tanto.”

Il pozionista chiuse gli occhi e cercò di mantenere il controllo.

“Come è andata?”

“Come tutti gli anni.” Sussurrò. “Le ho portato i fiori, ho sistemato le loro tombe e sono rimasto a parlarle. Le ho parlato di come vanno le cose qui a Hogwarts, che suo figlio è al sicuro.”

Silente annuì.

“Le ho parlato anche di Alistair.”

“Le hai detto ciò che lo attende?”

Severus spalancò gli occhi, subito all’erta.

“Cosa vuoi dire?” Abbaiò.

“E’ un bravo ragazzo, molto in gamba.” Sistemò gli occhiali. “Ed è ora che scopra dell’esistenza dell’Ordine della Fenice.”

Subito Severus sentì la rabbia impossessarsi di lui. Voleva colpire l’anziano mago, urlargli che era solo un vecchio pazzo e che non doveva osare avvicinarsi a suo figlio.

“No. Non deve sapere nulla.” Inspirò profondamente. “NULLA!” Aggiunse urlando. “E’ solo un ragazzo, per la miseria! Non voglio che sappia nulla! Non sarà un’altra delle tue pedine!”

“Calmati.” Ordinò Silente senza ammettere repliche.

I due si guardarono negli occhi e fu Severus il primo a distogliere lo sguardo, accettando l’ordine.

“Eravamo d’accordo fin dal giorno del suo ritorno.”

“E se avessi cambiato idea? Se non volessi esporlo a nessun rischio?”

Silente scosse il capo.

“Non è possibile cambiare idea. Ormai è troppo tardi.” Diede una pacca sulla spalla all’uomo ed andò a servirsi del whiskey incendiario.

Severus passò una mano tra i capelli e lasciò cadere le braccia lungo il corpo, esausto nel corpo e nell’anima.

“Sia maledetto il giorno in cui decisi di diventare Mangiamorte.” Si lasciò cadere sulla poltrona e prese il viso tra le mani.

Silente gli porse un bicchiere pieno di whiskey ed andò a sedersi, evocando subito due sottobicchieri per evitare di macchiare la scrivania antica.

“Non farlo, non ti maledire per ciò che hai fatto in gioventù. Commettiamo tutti degli sbagli.” Sorrise tristemente, come se stesse ricordando qualcosa. “Se ora ragioni così, se agisci in questo modo, è solo grazie agli errori del passato.”

Severus lo guardò, fece un profondo respiro, svuotò in un solo sorso il contenuto del suo bicchiere e fissandolo annuì.

“Bene!” Esclamò allegro. “E ora che ne dici di dedicarci a qualcosa di più leggero, frivolo e divertente?”

“Silente, che stai dicendo?” Chiese strabuzzando gli occhi, guardandolo come se fosse matto.

“Che ne diresti di una partita a Sparaschiocco?” Propose con un sorriso radioso, degno di un bambino di quattro anni.

 

 

 

 

 

 

Ed ora, come al solito, i ringraziamenti per i commenti:

-          Piccola Vero: non ti preoccupare, tanto i capitoli non scappano, sono sempre qui :D Awwww, grazie per i complimenti <3 E mi fa proprio piacere che ti sia affezionata ad Alistair <3 Per quanto riguarda Sevy…bhè con questo capitolo hai capito perché è così distrutto xD

-          JuliaSnape: eh si, Sevy ha proprio una vita complicata! Manca poco all’appuntamento, porta pazienza :D

-          Ginny13: Hermione è semplicemente molto ligia al dovere XD E come hai visto ha fatto moooolta fatica a declinare gli inviti, se solo l’avesse guardato avrebbe ceduto xD E se n’è accorta anche lei di quanto il ragazzo stia male, infatti spera non si suicidi xD Con questo capitolo spero di aver chiarito la parte su Severus :D Eh dovrai pazientare! Purtroppo dovrò studiare per gli esami =(

-          Lauletta: grazie grazie grazie :D

-          Morghi: anche tu non riesci a resistere al fascino di Eric? *.* sinceramente è una bella lotta, Alistair ed Eric sono due opposti ma entrambi molto affascinanti (anche se il secondo è un grandissimo figlio di prostituta XD ). Perché Seeverus sta così male l’hai scoperto in questo capitolo :D Ebbene si, la storia sui nativi americani l’ho inventata io :D Non chiedermi da dove mi sia uscita perché proprio non ne ho idea xD Non è che Hermione è esagerata…è una ragazza impegnata che mette al primo posto il dovere, come d’altronde fa anche Al! Abbi pazienza la loro uscita si avvicina sempre di più :D

-          MooNRiSinG: waaaaa sono riuscita nell’impossibile *.* Grazie eli! E ti prego, non mi uccidere, al mio ritorno avrai tanti bei capitoli, promesso *.* xD

-          Alida: bhè, quello che ti dovevo dire te l’ho già detto in privato ;) Sono contenta di aver chiarito =)

-          Dreamer inside: grazie <3 Sevy è molto provato, molto stanco. E non sei l’unica che avrebbe accettato subito un invito da parte di quel gran bel pezzo di figliuolo che è Alistair xD

-          Dragoon: eh ma sappiamo come è fatta Herm xD Pensa che questo è solo l’inizio per il povero Alistair! Però stai tranquilla che ben presto (già dal prossimo capitolo) si riprenderà…e anche molto ma molto bene :D Sevy è molto preoccupato, sì, sa benissimo che qualcosa succederà. Voldie ha dei piani ben precisi…che però non ti rivelo :D Per le tue tante domande dovrai aspettare ancora tanto xD

-          MelCullen: awwwww *.* Grazie mille nuova fan *.* Hermione ha visto bene Alistair…per questo non lo guarda in faccia xD Sennò cederebbe alle tentazioni e per lei prima il dovere e poi il piacere xD Per quanto riguarda la reazione di Harry……muahahahahahahahaha! Dovrai aspettare ancora tanto ma tanto ma tanto ma tanto ma tanto muahahahahaha u.u

-          Piperina: anche se ti ho già risposto in privato, ti ringrazio anche qua u.u uhahahahaha! Non hai idea di come mi sono divertita a fare a pezzi l’ego di Alistair xD Povero ciccio!!! Ma si riprenderà, tranquilla u.u Cos’ha Sevy l’hai appena scoperto T.T Povero il mio amore! E’ distrutto T.T Per quanto riguarda Eric…anche io l’ho adorato in quel pezzo LoL e’ troppo pirla xD E bastardo xD Per Draco…si, è tanto tanto caruccio <3 a presto darling xoxo

 

Ed ora come al solito ringrazio infinitamente chi legge senza commentare, le 20 persone che hanno “favorito” questa storia, le 16 che la ricordano e i 53 che la seguono! Mamma mia, siete tantissimi <3 Grazie grazie grazie! <3

 

Bene, è giunta l’ora dei saluti =) Ci si legge intorno al 13 di agosto! Cercherò di scrivere il più possibile mentre sono al mare <3

 

Elyl <3<3<3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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