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Autore: Giulia K Monroe    01/08/2010    8 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Ed eccomi qui!
Sto mantenendo fede al mio impegno queste settimane, avete visto?
Se mi impegno ce la posso fare anch’io xD
Certo, sto trascurando un po’ di cosine a cui dovrei prestare attenzione *tipo studiare per l’esame della patente* però devo dire di essere soddisfatta della mia velocità e anche –strano ma vero- dei miei nuovi capitoli!
Indi per cui, non mi resta che lasciarvelo leggere senza, per una volta, finire in sproloqui senza senso sulla mia vita XD
Solo una cosa: il prossimo capitolo farà ritardo, perché finalmente anche Giulia va in vacanza *_* Cercherò comunque di non far passare un mese, tranquille u.u
Ho cinque ore e mezza di treno, scriverò qualcosa dai x3
Dunque, leggete e fatemi sapere, come sempre, che ne pensate!

I vostri commenti e i vostri complimenti mi donano sempre un po’ di allegria!

 

Un bacione enorme e buone vacanze a tutte/i voi! <3

 Giulia

 

PS. Questo capitolo è un omaggio alla grandissima Savannah, che ha coronato il sogno di molte delle scrittrici di questo sito: pubblicare un racconto originale in pagine e inchiostro! Chi ha letto le sue ff qui su EFP capirà a cosa mi riferisco quando parlo di omaggio! Le auguro tutta la fortuna del mondo, sperando, nella mia piccola modestia, di riuscire un giorno a diventare come lei.

 

 

 

PPS. Vi lascio i link ad alcuni disegni fatti dalla mia gemy (miyuko, qui su EFP) che rappresentano i miei PG! Spero vi piacciano ;D

Alexis Lily Potter: http://img245.imageshack.us/img245/3664/img006wg.jpg
 
Chibi Alexis: http://www.youimages.org/public/images/181326Alexis.jpg
Diamond Anne Cherin: http://img33.imageshack.us/img33/9707/img008jy.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Narcissa Black Malfoy camminava a passo svelto lungo il corridoio dell’enorme villa, in cui viveva con il marito Lucius, il figlio Draco e l’elfo domestico Dobby.
E malediceva il buon nome di Lord Voldermort, perché in casa sua, in quel momento non c’era nessuno di loro! Possibile che quando servissero, sparivano tutti?
Ok, Draco era anche giustificato: era a scuola da mesi ormai e non lo avrebbe visto fino alla fine dell’anno, dal momento che Lucius aveva preferito farlo rimanere, anche per le vacanze natalizie, a Hogwarts, il luogo sicuramente più sicuro, di quei tempi. Lui era quasi sempre lontano da casa per affari di lavoro: dopo aver elargito un’ingente somma di denaro, molti anni prima, per convincere il Ministero della sua innocenza – per comprarla, sarebbe meglio dire – continuava a fare dei piccoli favori ai potenti del settore, solo per assicurarsi un posto nel mondo per il loro futuro e quello del figlio. Per tutti i dannati mezzosangue: non aveva nulla in contrario su questo, ma se qualche volta si fosse dato pace e avesse trascorso un po’ di tempo con sua moglie, non sarebbe di certo crollato il mondo!
E poi, c’era quell’inutile essere di Dobby: l’elfo domestico più inefficiente del mondo magico! Aveva chiesto a Lucius di liberarlo e prenderne un altro: sicuramente Kreacher, l’elfo della sua defunta zia e che ora apparteneva a quel buono a nulla di Sirius, nascosto chissà dove, come un vecchio e lurido cane – oh, avesse fatto le scelte giuste, quando aveva potuto, ora non si sarebbe ritrovato a scappare come un impotente Babbano -, sarebbe stato molto più servizievole. Quell’orrendo coso di Dobby, le poche volte in cui era presente, combinava più guai che cose giuste: aveva più dita stirate, orecchie bruciate e ferite da frusta – Lucius, quando era nervoso, ci andava giù pesante…Narcissa non approvava, ma non aveva il coraggio di ribattere – che altro. E poi, le uniche e rare volte in cui serviva, non lo si trovava da nessuna parte – cosa che, ultimamente, succedeva più spesso del solito.
-DOBBY!-
Tuonò ancora, mentre scendeva le imponenti scale che portavano all’ingresso principale. Il tempo di scendere l’ultimo gradino e l’enorme porta di ingresso, interamente intagliata nel legno, si aprì, lasciando entrare una figura alta e dal portamento fiero ed elegante.
- Narcissa.-
La voce fredda di Lucius Malfoy riempì il silenzio, colmato appena dall’eco dell’urlo della donna. In un turbinare di veli di gonna e di boccoli biondi, la Black si voltò verso suo marito, con l’espressione sorpresa ancora leggermente accigliata.
-Lucius!-
Esclamò stupita, avvicinandoglisi mentre lui si sfilava il mantello nero, con un gesto fluido.
-Dobby!-
Al richiamo del vero padrone, l’elfo domestico fece la sua comparsa, con un piccolo ‘pop’. Si chinò tanto, che il naso lungo sfiorò il pavimento.
-Ai suoi ordini, signore.-
Gracchiò con voce titubante, mentre Lucius lasciava ricadere il mantello tra le sue mani.
Narcissa sbuffò arrabbiata, lanciandogli un’occhiataccia.
-Si puo’ sapere perché diavolo quando lo chiamo io non compare?-
Si lamentò stizzita, stringendo la lettera che teneva tra le dita fine, con espressione frustrata. Lucius si voltò a guardarla, con entrambe le sopracciglia fine sollevate.
-Dici davvero?-
Si informò, con voce apparentemente disinteressata. Il piccolo elfo tremò, mentre ripiegava il mantello.
Narcissa sospirò e scosse la testa, dopo aver lanciato una lunga occhiata all’elfo. Aveva ancora un briciolo di pietà, per sua immensa fortuna.
-Lascia stare.-
Mormorò, stringendo le braccia al petto. Lucius la osservò per qualche secondo silenzioso.
-Dobby, va. Ti voglio nel mio studio tra un’ora e se non ci sarai, non sarò di nuovo tanto clemente. E quando mia moglie ti chiama, ti ho ripetuto mille volte che devi obbedirle come se fossi io a chiamarti, sono stato chiaro?-
Il tono con cui disse quelle parole era apparentemente calmo, ma nascondeva una sottile minaccia che l’elfo conosceva bene.
-Sì, signore. Dobby è dispiaciuto di non aver obbedito alla Signora. Dobby andrà a bruciarsi le dita dei piedi, per questo.-
Si mortificò, chinandosi ancora tanto da toccare terra anche con le orecchie da pipistrello.
Lucius lo liquidò con un gesto infastidito della mano e l’elfo scomparve, così come era apparso.
Narcissa fissò il marito, che si concentrò finalmente su di lei. Le si avvicinò, sfiorandole il viso con una carezza delle dita gelide. Poi le stampò un rovente bacio sulle labbra. Solo allora lei si concesse di sorridere e lo sguardo di ghiaccio si sciolse appena in un’espressione più morbida.
-Dove sei stato?-
Gli domandò, mentre lui le accarezzava i lunghi capelli e la stringeva a sé, passandole un braccio intorno alla vita; le mise la guancia sulla tempia.
-Affari di lavoro, come sempre.-
Le rispose, in modo semplice e sbrigativo. Non amava parlare con la moglie di quelle cose: non ne andava molto fiero, ma doveva farlo per lei e per loro figlio.
Narcissa sospirò, un po’ delusa, e gli posò una mano sul petto.
-Come mai cercavi Dobby?-
Si informò con un mormorio, sfiorandole i capelli con le labbra.
-Draco mi ha mandato una lettera, un po’ di tempo fa. Ma con tutta la confusione di pergamene che arrivano in questa casa, l’ho trovata solo oggi.-
Alzò il viso per poterlo guardare negli occhi e scorgere la sua espressione lontana, come sempre. Chissà a che stava pensando, ora. Era da un po’ che Lucius le sembrava distante, come quando si era unito al Signore Oscuro. Sospirò, disegnando una linea immaginaria sulla camicia di tessuto pregiato del marito.
-Dovremmo dire a chi ci scrive, di darci un taglio. La ‘Gazzetta del Profeta’ e ‘Il Settimanale delle Streghe’ chiedono ancora un’intervista per sapere cosa significhi essere sotto Imperius del Signore Oscuro. Ti rendi conto?! Ci tempestano ancora, dopo sedici anni!-
Sbottò, premendogli entrambe le mani sul petto e facendo per allontanarlo, un po’ alterata. Ma lui non glielo permise e le strinse entrambe le braccia intorno alla vita, costringendola a restare in quell’abbraccio, che la fece gemere appena. Con sguardo vuoto, le depositò un bacio sulla tempia e poi le mise il mento sulla testa, cullandola un pochino.
-Dimmi: che ti ha detto Draco nella sua lettera?-
Si informò, ignorando del tutto il discorso precedente.
Narcissa sbuffò contrariata: non c’era alcun modo per affrontare quell’argomento con Lucius.
-Mi ha chiesto una cosa davvero strana.-
Sospirò, arrendendosi. La stretta di Lucius si fece meno ferrea, mentre la distanziava per guardarla negli occhi, con un cipiglio confuso. Non la interruppe, incitandola silenziosamente ad andare avanti, mentre le accarezzava appena una guancia.
-Voleva sapere se avessi una cugina di nome Alexandra. Dovrebbe essere la sorella minore di quel buono a nulla di Sirius e avere quindici anni.-
Spiegò, rimuginando su un pensiero che le era venuto ora in mente.
Lucius la fissò, alzando un sopracciglio.
-Come mai vuole saperlo?-
Narcissa scosse la testa.
-Non lo so, non ha specificato. In ogni caso, non ricordo di avere una cugina con quel nome.-
-E allora?-
Lucius corrugò la fronte. Lei fece spallucce.
-Nulla, gli ho scritto una lettera di rimando in cui gli comunico di non ricordare affatto questa Alexandra. Mi serviva Dobby per fargli recapitare la lettera: è passato più di un mese da quando mi ha inviato questo messaggio e utilizzando il gufo, arriverebbe ancora più tardi.-
Spiegò, mentre Lucius scioglieva l’abbraccio.
-Capisco.-
Le sfiorò di nuovo le labbra con un bacio veloce, prima di sfiorarle i capelli e superarla.
-Comunque, non darla a Dobby: quell’elfo fa più danni che cose giuste.-
Affermò, con tono annoiato.
-Puoi darla a me: domani vado a scuola per vedere la partita di Quidditch di Draco.-
La informò, mentre saliva l’enorme scalinata, per andare al piano superiore. Narcissa fissò stupita la sua ampia schiena, prima di rincorrerlo per i gradini. Con la gonna lunga e ingombrante, rischiò di inciampare, ma, fortunatamente, Lucius si voltò in tempo e l’afferrò per un gomito, impedendole di rovinare giù per le scale – i riflessi che lo avevano reso capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, a suo tempo, non l’avevano di certo abbandonato con l’avanzare dell’età. La fissò e un lampo divertito gli attraversò lo sguardo argenteo.
-Sta attenta, Cissy.-
La rimproverò, ma il tono che aveva usato era dolce e gentile.
Il cuore di Narcissa mancò un colpo: quanto tempo era che non la chiamava in quel modo? Che non usava quella voce? Che non le sorrideva?
Bofonchiò qualche scusa, nervosa e felice. La risata di Lucius si diffuse in quella casa che era sempre troppo vuota e silenziosa.
-Il tempo passa, ma tu rimani sempre la mia piccola e maldestra Narcissa.-
Se ne uscì, sfiorandole il viso con una carezza, prima di riprendere a salire gli scalini.
La donna rimase a fissarlo, meravigliata e con il cuore che le pulsava forte nel petto, facendola sentire finalmente…viva.
Scosse la testa, dopo qualche secondo, tornando alla realtà, e riprese a seguirlo lungo il corridoio che conduceva al suo studio.
-Vai a trovare Draco?-
Gli chiese affannata, dopo averlo raggiunto. Lui si limitò ad annuire, mentre apriva la porta dello studio e ci entrava. Narcissa si accodò, introducendosi nella stanza.
-Portami con te, per favore!-
Se ne uscì e Lucius quasi cadde dalla sedia, sulla quale si stava accomodando. Alzò il viso su quello triste della moglie, che lo fissava speranzosa, con la lettera stretta tra le mani piccole e affusolate, portate al petto.
Sospirò e si mise seduto, poggiando i gomiti sul ripiano della scrivania e prendendosi la fronte tra le mani.
-Narcissa…-
-Ti prego!-
Lo implorò quasi, mentre si avvicinava alla scrivania e si abbassava verso di lui, per poterlo guardare in viso, le mani poggiate sul tavolo cosparso di documenti e lettere.
Lucius rimase in silenzio, poi si umettò le labbra e una mano si mosse lenta ad accarezzare il dorso di una di quelle della moglie.
-Cissy, mi dispiace. Non posso portarti con me e lo sai. Hanno già cercato di ispezionarci casa per trovare qualcosa di sospetto e i nostri sotterranei sono pieni di prove che potrebbero incarcerarmi con un soffio. Tu devi restare qui.-
Lo disse nel modo più dolce che conoscesse, mentre le prendeva la mano e la stringeva forte.
-Non lasciarmi qui da sola, di nuovo…-
Mormorò lei, abbassando lo sguardo e mordendosi forte il labbro inferiore. Gli sembrò di vedere una lacrima scivolare lungo il viso scarno, ma non ne era sicuro, perché si era nascosta dietro i capelli.

La cosa, comunque, gli fece un male d’inferno.
Le lasciò andare la mano, bruscamente, e si girò con la poltrona, dandogli le spalle.
-Narcissa, non ti porterò con me. Fine del discorso.-
Il suo tono si era fatto improvvisamente gelido, duro e con un pizzico di disprezzo. Si era voltato, per non vederla ancora in viso: da Mangiamorte aveva imparato a mentire e a trattare male le persone, per ottenere ciò che voleva.
-Lascia la lettera sulla mia scrivania e vattere, ora. Devo occuparmi di alcuni affari.-
La liquidò scostante e giurò di aver sentito un debole singhiozzo, che gli si conficcò nel petto come un’acuminata spilla di ghiaccio. La ignorò, perché aveva imparato a convivere col dolore da tempo, ormai.
Narcissa non disse nulla. Si limitò a fare quanto detto dal marito, senza protestare: sapeva che sarebbe stato inutile e non voleva vedere Lucius arrabbiato. Poi, mentre si allontanava per uscire, la sua voce la costrinse a fermarsi.
-Chiederò a Judice di venire a farti compagnia per il tempo che starò fuori, d’accordo?-
Si voltò per osservare il marito, che ora si era di nuovo girato e la fissava con un’occhiata impenetrabile.
Narcissa si limitò ad annuire, socchiudendo appena gli occhi.
Judice era la madre di Blaise Zabini e la conosceva fin da quando i loro figli erano piccoli e si erano ritrovati a giocare insieme in una festa dell’alta società. Poteva considerla più o meno come un’amica: per lo meno c’era, quando aveva bisogno di lei. Non avevano gli stessi gusti: quella donna parlava sempre di fama, sesso, soldi e trucchi, argomenti che a lei non interessavano poi molto. La fama che aveva, sinceramente, la odiava; il sesso? Solo con Lucius, ma preferiva chiamarlo amore –per quanto ne fosse rimasto nel loro rapporto; i soldi non le interessavano così tanto, ma forse solo perché ne era piena e non sapeva più cosa farci; e il trucco? Lo usava, ma non ne faceva una ragione di vita.
Ma, nonostante tutto, era meglio di niente.
Chi aveva inventato il proverbio ‘meglio soli che da Mangiamorte accompagnati’ evidentemente non aveva mai provato la vera solitudine.
Alla fine, dopo un lieve inchino rispettoso, Narcissa si voltò, ma proprio sullo stipite della porta, si fermò di nuovo. Un lampo le aveva attraversato la mente, all’improvviso.
Si girò verso il marito, con espressione corrucciata.
-In ogni caso, quello che mi chiedeva nella lettera Draco…è impossibile.-
Riflettè, la mente lontana che elaborava i ricordi.
Lucius la guardò confuso.
-Perché?-

-Perché a quanto dice lui, questa Alexandra avrebbe quindici anni e dovrebbe essere nata un anno dopo Draco, dunque nel 1981. E questo non è possibile: mio zio Orion è morto nel 1979, subito dopo la scomparsa di mio cugino Regulus…-
 

 

 

~~~

 

 

Se c’era qualcuno a cui non poteva sfuggire neanche il più nascosto pettegolezzo, ad Hogwarts, quella era Coolen Careye, con le sue più fedeli amiche, Cameron Touchfeel, Charlie Liplose, Cleo Keenhear e Chantelle Noseypark. Rinominate inizialmente le F.C. – abbreviazioni sciocca del soprannome ‘Five C’ -, ora erano note in tutta la scuola come ‘Untouchable Ravens’. Corvonero, del quinto anno, erano tutto quello che i ragazzi vogliono e tutto quello che le ragazze desiderano essere: purosangue, belle, ricche, intelligenti e amate. Avevano uno stuolo di corteggiatori secondo solo a quello di Blaise Zabini – ma lui, infondo, era il Re degli affari di cuore. Avevano il potere ad Hogwarts e nessuno osava mai contraddirle.
Perché?
Dirigevano una rivista segreta che veniva pubblicata ogni Domenica mattina, e di cui solo gli studenti erano a conoscenza – veramente, qualcuno sospettava che Silente ne sapesse qualcosa, ma si divertivano a credere che anche a lui piacesse leggere i loro articoli.
A nessuno conveniva andare contro quelle cinque brillanti studentesse, perché potevano distruggerti in un solo secondo, con poche righe. Vanessa ‘Senza Cervello’ Fleming, era stata costretta a rimanere chiusa in camera sua per più di un mese, per la vergogna. L’articolo ‘Un cervello? A che vi serve! Fate come Vanessa Fleming: vendetelo a un Troll!” era stato sulle bocche di tutti fino alla fine del loro terzo anno.

Vanity Witch era conosciuto da tutti gli studenti e veniva portato avanti da tre anni ormai. Non c’era ragazzo di Hogwarts che non lo comprasse per leggere i risultati delle partite di Quidditch, clandestine, organizzate nei parchi nascosti dalle colline, appena fuori Hogsmeade; né ragazza che non facesse i salti mortali per avere tutte le copie e informarsi sui pettegolezzi più succulenti all’interno delle varie case: amori scoppiati; coppiette nuove; tradimenti e triangoli imbarazzanti. Senza contare che, chi acquistava le prime dieci copie della settimana, riceveva un regalo in omaggio, di produzione diretta delle Untouchble Ravens, che avevano ormai avviato una catena vera e propria di prodotti per il corpo e la bellezza, firmata UT – in concordanza anche con il suo significato latino ‘affinche’. Di fatti, il loro slogan recitava ‘Affinchè ogni ragazza possa diventare tutto ciò che desidera essere’. Erano molti i prodotti che vendevano – perché non si limitavano a regalarli in omaggio con le prime uscite; avevano una attività commerciale molto proficua: shampoo e lozioni agli estratti di ogni frutto, balsami districa-nodi-impossibili, creme anti-brufoli, spray auto-abbronzanti, smalti allunga-unghie, rimmel infoltisci-ciglia e molto altro ancora. I prezzi del loro listino erano piuttosto cari, per questo un sacco di ragazze facevano a botte, la Domenica mattina, per riuscire ad avere una delle prime dieci copie.
Diamond Anne Cherin, primo anno, Serpeverde, era una di quelle.
Ma quella Domenica mattina di fine Novembre, non dovette affrontare nessuna squinternata avversaria, perché, in occasione del centesimo numero di Vanity Witch, le Untouchble Ravens avevano deciso di dare un regalo omaggio per ogni numero venduto.
Così, si prese tutta la calma necessaria, per avviarsi ai piedi della torre posta al lato ovest del castello. Superò la lustra porta nera, senza maniglia, della Sala Comune di Corvonero, e si infilò in un corridoio buio, nascosto all’occhio di chi non ne conosceva l’esistenza. Era un vicolo cieco, alla fine del quale c’era un’enorme specchio. Osservò la sua figura riflessa con poco interesse, passando una mano a scompigliare i biondi capelli. Poi, estrasse la bacchetta da sotto il mantello nero e la puntò contro il suo riflesso: solo chi conosceva il Vanity Witch avrebbe saputo che dietro quello specchio apparentemente normale, si nascondeva l’accesso alla piccola edicola clandestina.
-Finite Incantatem.-
Mormorò e lo specchio si infranse, lasciando solo la cornicie dorata a fare da riquadro al freddo muro in pietra.
Le Untouchable Ravens erano studentesse davvero brillanti – non a caso erano finite tutte a Corvonero. Per entrare in quel luogo clandestino, che se scoperto sarebbe potuto valere loro persino l’espulsione, dal momento che c’era di mezzo anche traffico commerciale illecito, non bastava spezzare quel semplice incantesimo di illusione. Chiunque, poteva essere in grado di farlo e si sarebbe ritrovato di fronte ad un muro liscio e vuoto, senza nulla di particolare. Ma se si conoscevano a fondo tutte le procedure, allora bastavano solo altre due mosse e l’accesso sarebbe stato garantito.
Diamond, ovviamente, le conosceva.
Si guardò intorno, per accertarsi che nessuno le fosse dietro, e si piegò sul pavimento, scostando appena la cornice dal muro. Dietro di essa, al centro, nella parte più bassa, si poteva notare una mattonella dall’intonacato appena più lucido. Ci puntò la bacchetta contro.
-Pietra evanesca.-
Mormorò e la pietra scomparve, lasciando al posto di essa, nell’incavo ormai vuoto, una minuscola porticina, grande all’incirca quanto una noce. Diamond ridacchiò: non aveva mai saputo spiegarsi perché, ma quella via d’accesso così piccolina l’aveva sempre divertita. Si puntò la bacchetta alla testa.
-Diminuendo.-
Un calore un po’ fastidioso la avvolse, e quando riaprì gli occhi, la porta era addirittura più alta di lei.
-Alohomora.-
Lo scatto della serratura le permise di girare la maniglia ed entrare nell’enorme stanza, dove persone giganti circolavano confusionarie. Si chiuse la porta alle spalle, sigillandola dall’interno con un ‘Colloportus’. Dall’altra parte del muro, nel vicolo cieco, lo specchio si stava già ricomponendo. Si ripuntò la bacchetta contro e con un ‘Engorgio’ tornò alle sue dimensioni normali.
-Diamond!-
Una ragazza dai cortissimi capelli a spazzola, di un acceso blu elettrico, si avvicinò a lei, sventolando una mano in segno di saluto.
-Charlie.-
La salutò, prima di venir travolta da un abbraccio. La piccola fialetta che teneva nella mano si versò appena su una ciocca di capelli della bionda che, istantaneamente, si colorò di blu.
-Ops! Scusa…-
Ridacchiò, mordendosi le carnose labbra. Diamond si osservò la nuova ciocca e scosse la testa, sorridendo.
-Però, carino.-
Commentò divertita.
-E’ vero? E’ una nuova lozione, appena sfornata! E puo’ essere mescolata facilmente allo ‘Shampoo taglio-perfetto’!-
Esclamò Charlie entusiasta, scuotendo la testa per mostrare la sua nuova, appariscente, acconciatura.
-Vedo.-
-Ne vuoi comprare una bottiglietta? E’ una nuova uscita, ma, per te, la mettiamo a metà prezzo! Solo 10 Falci!-
Propose, ma Diamond fece segno di diniego, gesticolando frettolosamente.
-No, ti ringrazio: vorrei tenere il mio colore, per il momento! Ma se decidessi in un cambio, spero che l’offertà sarà sempre valida!-
Charlie scrollò le spalle e sorrise, come a dire che lo sconto, per lei, era sempre concesso.
Diamond era una delle clienti favorite dalle Untouchable Ravens: non mancava mai di comprare uno dei loro nuovi prodotti e, solitamente, era la prima a riuscire a comprare il numero settimanale di Vanity Witch.
Charlie si allontanò, andando da un’altra giovane che era appena entrata e travolgendo anche questa con un abbraccio che, accidentalmente, colorò un’altra ciocca blu. Guardandosi intorno, Diamond notò che tutti, in quella sala, avevano almeno una ciocca colorata e ridacchiò della cosa.
-Charlie non cambierà mai: farebbe di tutto per far pubblicità a un nuovo prodotto.-
Osservò una voce calda e seducente. Diamond si voltò ad osservare la ragazza bruna che aveva parlato, e che si trovava dietro un enorme scrivania, intenta a contare monete. Le si avvicinò, poggiandosi sul ripiano in legno con la schiena.
-Vedo che gli affari vi vanno a gonfie vele, Coolen!-
La Corvonero sorrise, scuotendo la massa di capelli castani, divisa in morbidi boccoli lucenti.
-Invece io vedo che tu te la sei presa con comodo, oggi.-
Ribattè, notando l’orario: solitamente Diamond era nel loro studio dalle sei e mezza del mattino. La biondina scrollò le spalle.
-Oggi è la centesima uscita: sapendo che avreste dato un omaggio per ogni giornalino venduto, mi sono concessa di dormire un po’ di più.-
Spiegò, osservando come tutti gli altri studenti si affollassero nella piccola sala, intenti a comprare quella o questa cosa.
-Già. A proposito, l’hai poi usata quella lozione alle more che ti ho regalato la scorsa volta? E’ uno dei nostri migliori prodotti!-
Si informò Coolen, alzandosi dalla scrivania. Diamond la seguì, scuotendo il capo, mentre la ragazza si arrampicava su di una scaletta, per prendere il nuovo numero di Vanity Witch da darle.
-No, l’ho dato ad una mia amica, forse la conosci: Alexandra Black.-
Le rispose, scuotendo le spalle con nonchalance.
-In ogni caso, era veramente portentosa: i suoi capelli neri erano lucidi e morbidi come mai prima!-
Si congratulò, ma la giornalista non la ascoltava più. Al sentire quel nome era quasi svenuta, rischiando di cadere dalla scala. Afferrò il numero e saltò giù, ponendosi davanti a Diamond.

-Quell’Alexandra Black?-
Sibilò, con uno strano scintillio negli occhi dorati.
La notizia sembrava aver scatenato l’interesse generale, perché ora tutte e cinque le Untouchable Ravens la circondavano, avide di sapere.
-Ehm…Credo di sì: la conoscete? Non mi aveva detto che veniva anche lei a rifornirsi da voi.-
Coolen scosse la testa, con un bel sorriso sulle labbra lucide.
-No, è una delle poche studentesse a non interessarsi della nostra rivista o dei nostri prodotti!-
Fu Cameron a rispondere: anche i suoi occhi azzurri brillavano, quasi eccitati.
Diamond corrugò le fine sopracciglia.
-Ho provato a cercare di venderle un ombretto che facesse risplendere i suoi occhi, ma non ha ceduto neanche al mio miglior prezzo!-
Si lamentò Charlie, imbronciando la bocca.
La Serpeverde ci stava capendo sempre di meno, ma quando fece per domandare il perché di tutto quell’entusiasmo –non credeva possibile, infondo, che fosse solo perché lei era una Black, sorella di un pluriomicida – Coolen si esibì in un sorriso degno di Salazar in persona, mettendole la rivista davanti agli occhi, tutta soddisfatta.

A Diamond Anne Cherin, quasi non venne un infarto.
Sulla copertina della sua rivista preferita, figurava la foto mobile di un rovente bacio tra Draco Lucius Malfoy e Alexandra Walburga Black. Il titolo – verde argento, in omaggio alla casata dei protagonisti – recitava: ‘Malfoy e Black: sboccia di nuovo l’amore per questi due nomi.’

Che Draco e Alexandra stessero ormai insieme, era evidente a tutta la scuola. Ma leggerlo sulla rivista Vanity Witch era stato come ritrovarsi la verità sbattuta violentemente in faccia.
Quella Domenica mattina di fine Novembre, molti studenti e molte studentesse, leggendo l’articolo, ebbero una crisi. Ce ne furono di diverse: rabbia, gelosia, odio, frustrazione, tristezza.
Harry Potter aveva avuto una crisi di totale shock, che lo aveva costretto a restare immobile, con lo sguardo perso nel vuoto e la bocca a muoversi come un pesce fuor d’acqua, per dieci minuti buoni, con Ron che cercava di farlo riprendere ed Hermione che sbraitava continui ‘io l’avevo detto!’
Pansy Parkinson venne colta da una crisi di pianto violenta, mentre lanciava il giornalino appena comprato dalla finestra e si rintanava nella sua stanza, subito seguita da Millicent Bulstrode, Claire Smeaton e Ashley Cardwell, che cercarono di calmarla e consolarla.
Nel dormitorio maschile, invece, erano Draco Lucius Malfoy e Blaise Elìas Zabini ad avere delle pesanti crisi. Il primo era colto da una rabbia palpabile con le dita, che serviva a mascherare un imbarazzo che avrebbe preferito non provare; il secondo, aveva una crisi davvero violenta…di risate! Non riusciva a smettere di rotolarsi sul letto, ululando in modo osceno e abbandonando ogni barlume di eleganza. Teneva tra le mani la rivista aperta all’articolo principale.
-“…e poi, finalmente, dopo tanti tira e molla, il giovane Malfoy e la bella Black hanno ceduto all’evidenza e…” Oddio: questa è bella! –  sghignazzò senza pudore. –“…e si sono lasciati andare ad una dolce relazione: riuscirà Malfoy, questa volta, a trattare bene la sua nuova pr…”-
Non riuscì a finire la frase, perché Draco gli lanciò il libro di incantesimi contro, senza però riuscire a prenderlo, perché Blaise era rotolato di nuovo, continuando a ridacchiare divertito.
-Io le ammazzo…Le Untouchable Ravens sono finite.-
Sibilò, scrocchiando le dita e riprendendo a creare un solco sul pavimento davanti al letto, facendo avanti e indietro, lo sguardo argenteo brillante d’ira, che progettava una vendetta peggiore dell’altra.
Blaise ululò più forte, mentre la porta della stanza si apriva, lasciando entrare Alexis e Diamond: la biondina aveva la sua copia tra le mani, segno che avevano già letto l’articolo. La Black era leggermente arrossata sulle guancie, ma a differenza di Draco, non aveva assolutamente l’aria indispettita: sorrideva persino. Diamond, invece, osservava il biondino con un cipiglio a metà tra il curioso e il divertito, mentre quello continua a ripetere ‘le ammazzo…le ammazzo…le ammazzo.’
La moretta si schiarì la voce, facendogli notare la sua presenza. Blaise, continuava a spanciarsi dalle risate.
Draco si voltò finalmente a guardarla e gli occhi affilati si spalancarono appena, sopresi. Con due passi furiosi fu davanti a lei e l’aveva presa per le spalle.
-Le ammazzo.-
Ripetè con un sibilo sicuro, a modi saluto forse, quasi non fosse in grado di pronunciare altre parole, e fece per superarla. Ma lei ridacchiò, per tutta risposta, e lo prese delicatamente per un braccio, costringendolo a fermarsi e a prestarle di nuovo attenzione.
-Suvvia Draco, non prendere sempre tutto così sul serio!-
Lo schernì, sghignazzando. Lui le rivolse una lunga occhiata accigliata, un po’ minacciosa.
-Che cosa?-
Soffiò, assottigliando lo sguardo argenteo, che brillò pericoloso. Alexis scosse la testa, esasperata.
-E’ solo un innocente articolo!-
Scrollò le spalle, sorridendogli. Draco le lanciò un’altra occhiataccia. Come sottofondo, le risate di Blaise ancora riempivano la stanza.
Il biondino la prese di nuovo per spalle e la inchiodò con uno sguardo deciso e furioso, che la fece fremere appena.
-Un innocente articolo un corno! – sibilò, ad un centimetro dalle sue labbra – Sono cose nostre e quelle impiccione non dovevano permettersi! Ora siamo sulla bocca di tutta la scuola!-
Alexis alzò un fine sopracciglio e, ancora una volta, scrollò le spalle, distanziandosi appena.
-Hanno detto solo la verità. E poi, che importa se tutti lo sanno?-
Domandò sorpresa, incrociando le braccia al petto con aria impunita, in un’espressione che a Draco sembrò molto tenera. Si riavvicinò a lui e lo osservò dal basso, e questa volta fu lei a far quasi sfiorare i loro visi. I suoi occhi verdi brillavano di una strana malizia.
-Cos’è, ti vergogni del nostro rapporto? Oppure, hai paura di quello che la gente pensa, Malfoy?-
Lo schernì, sorridendo come una vera malandrina. Draco alzò un sopracciglio biondo, con espressione sorpresa e orgogliosa. Le sue braccia corsero a circondarle la vita, in una presa tanto forte da farle sembrare di essere stretta tra delle sbarre di ferro. Avvicinò il viso al suo, fino quasi a sfiorarle le labbra.
-Non osare tanto con me, Black. Non ho paura di fartela pagare.-
Le sibilò cattivo, sulle labbra. Eppure, lo sguardo d’argento si era fatto all’improvviso meno serio e minaccioso, mentre osservava quello di lei. Alexis lo fissò decisa, senza dare manifestazioni di cedimento. Aveva ancora le braccia incrociate al petto, cosa che li teneva distanti, nonostante lui la stesse abbracciando.
-E io non ho paura di te.-
Ribattè risoluta, posandogli le mani sul petto, per distanziarlo. Le sue dita affusolate sfiorarono la pelle liscia e muscolosa del ragazzo, lasciata scoperta dalla camicia aperta. Potè sentire ogni tendine contrarsi, sotto il suo tocco.
-Ma davvero?-
La sfidò, avvicinandoglisi così tanto al viso, che ora lei era stata costretta a piegare il collo all’indietro e lui la schiena in avanti. Era una fortuna che la tenesse stretta a sé, altrimenti, in quella posizione, sarebbe certamente caduta in terra.
-Uuuuh: tira un’aria che sembra gridare ‘Fuori dai piedi!’-
Li interruppe Blaise, che si era alzato dal letto e aveva raggiunta una divertita Diamond, che si gustava la scena.
-Mi sai che hai ragione, Zabini. Vi lasciamo soli, piccioncini da copertina.-
Marcò le ultime parole con una risata e scomparve insieme al ragazzo, prima che i due suddetti piccioncini decidessero di schiantarla con un doppio colpo ben sincronizzato.
Alexis aveva voltato la testa verso la porta e ora sorrideva divertita. Draco però, era ancora maledettamente serio. Sciolse la presa di un braccio, tenendola stretta a sé con l’altro e le prese il mento tra le dita, costringendola a guardarlo di nuovo.
-Non ti ho dato il permesso di non prestarmi attenzione.-
Sibilò, con tono laconico, lanciandole un’occhiataccia carica di significato. Alexis alzò un fine sopracciglio nero.
-Non credo di aver bisogno del tuo permesso, Malfoy.-
Annunciò, con alterigia. La presa intorno alla sua vita si fece più ferrea, strappandole un gemito sorpreso.
-Non ti conviene sfidarmi, Black.-
La avvertì, passandole le dita su di una guancia; lo sguardo insondabile e lontano.
-Non ho paura di te.-
Ripetè lei, sicura, scandendo bene ogni singola parola.
Draco si avvicinò ancora di più al suo viso e la mano tornò a stringerle il mento, con forza. Fece aderire le loro fronti, inchiodandola con un’occhiata intensa.
-No?-
-No.-
Il guizzo di un ghigno gli colorò le labbra.
-Bugiarda…-
Mormorò, abbassandosi ancora e costringendola a piegare le gambe. Le accarezzò il naso con la punta del proprio, senza mai chiudere gli occhi, tanto affilati da sembrare brillanti monete d’argento. Lei si aggrappò ai lembi della sua camicia, per non cadere.
-E’ la verità: io non ho paura di te.-
Ribadì, con un’occhiata orgogliosa. Ma, nonostante tutte quelle belle parole, in realtà le era davvero difficile ragionare quando lui era così vicino: specialmente ora che aveva avvicinato le labbra alle sue e le stava sfiorando lentamente.
-Sicura?-
Mormorò, chiudendo gli occhi e mordicchiandole il labbro inferiore.
-Sì.-
-Bhe, dovresti averne, invece.-
Non la lasciò neanche ribattere, perché appena lei aprì la bocca per dire qualcosa, lui ne approfittò per lasciar scivolare dentro la lingua, che prese a giocare con quella di lei con veemenza, violenza quasi. La mano le lasciò andare il mento e il braccio si serrò attorno alla vita, schiacciandola di più contro il suo corpo statuario. La sollevò senza alcuno sforzo, mentre lei si aggrappava forte alle sue spalle, i cui muscoli affioravano forti e decisi. La trasportò contro il muro, per poi depositarla a terra e prenderle il viso tra le mani, per approfondire quel bacio aggressivo. Con l’urgenza di sentire il suo corpo sotto il suo, le infilò un ginocchiò tra le gambe, costringendola ad aprirle, mentre le mordeva il labbro inferiore, facendole uscire un gemito di protesta, sorpresa, che lo costrinse a staccarsi bruscamente da lei: trattenersi stava diventando sempre più maledettamente difficile.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, riprendendo fiato.
-Ti sei sfogato?-
Gli domandò, con voce rotta, le guance arrossate.
-No.-
Fu la secca risposta, mentre la imprigionava di nuovo contro il muro e le rapiva le labbra.
-Sono arrabbiato.-
Le mormorò, tra un bacio e un altro.
-Lo so.-
-Quelle impiccione maledette me la pagheranno cara.-
-No, non lo faranno.-
Draco si staccò da lei, scrutandola con un’occhiata un po’ annebbiata.
-Oh sì, invece.-
Affermò, sicuro di sé, riprendendo a baciarla. Fu lei a distanziarsi adesso, premendogli le mani sul petto.
-Oh no, invece. Non te lo permetterei.-
E riposò le labbra su quelle morbide del giovane, che però si spostò di lato, lasciando che le loro guance si sfiorassero.
-E come intenderesti fermarmi, Black?-
Lei lo guardò di sottecchi e fece scorrere le dita lungo tutto il petto, infilando la mano nella camicia e sentendo i muscoli irrigidirsi sotto il suo tocco.
-Ho i miei assi nella manica.-
Gli sussurrò all’orecchio, cominciando a lasciargli una scia di dolci baci sulla guancia, fino ad arrivare a sfiorargli la mandibola.
Da quando stavano insieme – due settimane, ormai – Alexis era diventata molto più sciolta ed esperta, lasciando quasi sempre da parte la timidezza e la goffagine. Questo non le impediva però di perdere ogni briciolo di lucidità, quando il profumo di Draco la inebriava, né riusciva ad impedirsi di tremare appena o di far frullare il suo cuore nel petto, tanto forte da farle male. Lui non rispose, si limitò a stringerla forte a sé e a sollevarla da terra, tanto che lei fu costretta ad allacciargli le gambe intorno alla vita, per non cadere. La spinse contro il muro, mentre le riprendeva il mento tra le dita e la costringeva a voltarsi di nuovo verso di lui, per poterla baciare con rabbiosa dolcezza. Si allontanò di nuovo, con il fiato corto, e posò la fronte su quella di lei, socchiudendo gli occhi.
-No…Non ci siamo proprio.-
Mormorò pigramente, allontanandosi dal muro e costringendola a tornare per terra.
-Quante volte te lo devo ripetere di non giocare con me, piccola Black?-
Si esibì in un sorrisino strano, mentre le serrava di nuovo la vita con un abbraccio impetuso, strappandole un verso di soffocata sorpresa.
-Che cosa intendi fare?-
Sussurrò la ragazza: doveva ammettere che, in quel momento, un po’ di paura la provava davvero; Draco aveva un’espressione strana, per niente rassicurante. Non le rispose e scosse la testa, strusciando le fronte contro quella di lei e facendole un po’ male.
-Draco…?-
Cercò di chiamarlo, ma lui si limitò a ghignare più lentamente.
-Seconda regola per vivere in armonia con un Malfoy… –  se ne uscì, con tono neutro –…Mai sfidarlo.-
Alexis lo osservò dal basso, con un’occhiata preoccupata. Aveva smesso di accarezzarlo e ora le sue mani erano ferme sul petto e si stringevano appena sui lembi della camicia aperta.
- E quale sarebbe la prima?-
Ebbe quasi paura di chiederglielo, mentre deglutiva. Il sorriso di Draco si fece ancora più ampio mentre, con uno slancio per niente faticoso, la sollevava ancora e se la metteva in spalla, trattenendola per le gambe.
-La prima mi chiedi, impertinente Black?-
Alexis cominciò ad agitarsi, tempestandogli la schiena di deboli pugni e cercando di muovere le gambe, imprigionate dalle braccia del ragazzo.
-No! Lasciami giù, Draco!-
Urlò, ma non riuscì ad impedirsi di ridacchiare appena. Oh, avrebbe riso ora, ma quando avrebbe visto ciò che l’aspettava non sarebbe stata più così tanto divertita.
-La prima regola per vivere in armonia con un Malfoy…-
La ignorò, aprendo la porta della sua camera con un calcio e avviandosi per il corridoio.
-Mai dirgli che non lo temi.-
 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

x Lione94: Ciao Chiara e benvenutissima in questa storia! Sono stata davvero contenta di leggere la tua recensione, perché vedere nuove persone che si appassionano alla storia e passano un po’ delle loro giornate a leggere qualcosa scritto da me, è sempre una grande soddisfazione! Per cui grazie mille, davvero!*_*
Sono contenta che la mia idea ti sia piaciuta: quando ero più piccola, ho sempre fantastico su una possibile sorellina di Harry –almeno non sarebbe stato il povero ragazzino destino ad essere per sempre senza famiglia- e quando mi sono resa conto che potevo, in effetti, scriverla, tutta la storia ha cominciato a formarsi nella mia mente, quindi non mi restava altro da fare che prendere il pc e cominciare a metterla giù! E così ho fatto: non avrei mai immaginato, poi, che a qualcuno sarebbe potuta piacere davvero! Quindi, vedere che non solo i vecchi appassionati, ma anche nuove persone si apprestano a leggerla, fa sempre un immenso piacere! Inoltre, Draco è un personaggio che adoro –come molte qui, in effetti x3- e quindi, come potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di farlo mettere con Alexis?xD
All’inizio avevo paura che il personaggio non piacesse, specialmente con Malfoy…un sacco di gente ha pregiudizi per i nuovi personaggi, ma alla fine a qualcuno è piaciuta la mia idea e ne sono davvero felice! Per il resto, le reazioni di Harry e Draco alla verità, non ti resta che aspettare qualche capitolo, e finalmente la realtà verrà rivelata – o almeno in parte, ma non spoilero u.u
Spero dunque che tu continui a seguirmi e a farmi sapere che ne pensi!
Grazie ancora per il tuo commento.
Un bacione, Giulia.

x elita: Oh carissima, sono contentissima che la dedica ti abbia fatto piacere *___* Era il modo più grande che conoscevo per dirti grazie di sostenermi sempre! E grazie anche per essere venuta sul mio forum, sei stata l’unica *è commossa*
Dunque, che dire? Questo nuovo capitolo è stato sicuramente meno romantico del precedente, ma io ne sono soddisfatta, tu che ne dici? Va bene?*_*
Infondo, si dovrà pur tornare alla vita normale, no?XD
Povero Draco, non gli do un secondo di pace :3 Però sto cercando di farlo rientrare nel personaggio, perché con tutte quelle smancerie avevo paura di averlo fatto uscire un po’ troppo! Meglio riportarlo con i piedi per terra e la mente di un vero Malfoy, non credi?u.u
Ordunque, non mi raccomando neanche di farmi sapere che ne pensi, tanto so che lo farai di certo!^_^
Ti adoro!

x PiKkOlA_mAnGiAmOrTe: Grazie mille come al solito per tutti i tuoi complimenti!*___* Sono davvero onorata del fatto che la mia storia ti piaccia davvero! Grazie! Con le tue parole mi rendi davvero felice!!! E Draco…bhe, penso che anche se in questo capitolo non sia molto dolce…sia molto….SBAAAAV XQ____ non credi anche tu?XD

x terryborry: Udio! Un’altra mega recensione *___* Non puoi immaginare quanta felicità possano darmi le tue recensioni lunghissime! Sono davvero onorata che tu dedichi tanto tempo a lasciare un commento alla mia storia! Grazie, davvero grazie! Come potrei non rispondere con una mega-risposta, ad una recensione del genere? Non mi sembrerebbe giusto! Come tu ti impegni a lasciarmi i tuoi commenti, il minimo che io possa fare –oltre a postare nuovi capitoli in tempi ragionevoli- è risponderti in modo adeguato!^^
Dunque, un altro grazie è decisamente d’obbligo per i tuoi complimenti! Sono contenta di riuscire a muovere Draco bene anche in situazioni romantiche come quelle del capitolo scorso! Ma, in questo, come hai potuto vedere, ho deciso di farlo tornare quanto più Malfoy possibile, infondo non mi sembra il tipo da essere sempre zuccheroso con la sua ragazza, giusto?!x3 Inoltre, ho cercato di far uscire un po’ di più anche Alexis, che ne pensi? Infondo, mica può essere sempre sottomessa da Draco, no? Deve farsi valere XD
Per quanto riguarda i disegni, allora, non vedo decisamente l’ora di vederli *____* Spero quindi che troverai presto lo spinotto, perché mi renderesti davvero onoratissima!*O*
Inoltre, sono felice di essere riuscita a rispondere in modo esaudiente a tutte le tue domande e non esitare a farne di nuove, quando ti sorgono XD
Dunque, mi accingo anche io a salutarti, ritenendomi ancora una volta onoratissima del fatto che continuerai a seguirmi e a farmi sapere che ne pensi! E non preoccuparti, la tua lunghissima recensione è apprezzatissima, quindi scrivi pure tutto quello che vuoi, senza preoccuparti della lunghezza: non puo’ far altro che bene!
Ti lascio con un bacione enorme e tanto affetto!
Giulia.

x Melikes: Tranquilla, siediti e preparati una tazza di camomilla: non è un miraggio, né un miracolo, né un colpo di sole: ho davvero aggiornato di nuovo dopo solo una settimana xD Sembra incredibile anche per me, ma è così ò.ò
Dunque, ora che ci siamo entrambe riprese dalle sorpresa (XD) passo a ringraziarti infinitamente per i tuoi commenti pieni di complimenti e dettagli! Sei una delle poche persone che mi recensisce con così tanta cura dei particolari, dunque direi che la mia dedica dello scorso capitolo sia più che meritata!^o^ E’ il minimo che possa fare per ringraziarti del tuo sostegno –oltre che, ovviamente, aggiornate il più velocemente possibile!
Per quanto riguarda lo scorso capitolo: sono davvero contenta che ti sia piaciuta l’idea della benda; anche io l’ho provata sulla mia pelle e per questo ho voluto inserirla! Inoltre, è proprio vero che è una grande prova di fiducia! Per quanto riguarda l’intimità della stanza, ad un certo punto ho pensato che i personaggi si sarebbero mossi da soli e avrebbero deciso di fare cose non consone alla sua età, e molte persone che mi seguono mi hanno fatto intendere che avevano sperato in qualcosina in più di un bacio violento e una scia fino al collo, ma non me la sono sentita perché Alexis ha solo quindici anni. Lo so che nella realtà ci sono un sacco di ragazzine che, al giorno d’oggi, consumano rapporti sessuali anche prima di quest’età, ma non volevo che la mia Alexis fosse una di quelle. Inoltre, ho voluto dimostrare che l’amore che Draco prova per lei, va ben al di là del solo desiderio fisico e questa, per me, è una grande prova che lui ha affrontato e superato! E sapere che tu sei d’accordo con me, mi rende davvero felice!
Per quello che mi hai detto della scena del platano picchiatore, come posso non arrossire, me lo spieghi?>//////< Le tue parole sono stupende, così tanto che quasi non credo di meritarle davvero! Quindi grazie mille! Davvero grazie grazie grazie! Non saprei più come dirtelo!*è commossa*
Ordunque, spero che anche questo nuovo capitolo, dove si torna alla vita di tutti i giorni, ti sia piaciuto! Ti lascio con un bacione enorme <3
Giulia.

x miyuko: Ma geeeeemy!!!>___< Sì, sei una maniaca ù___ù Forse aveva ragione Simone, dovevamo regalarti QUELLO per il compleanno XP Comunque no! Non possono, Alexis ha solo quindici anni e non voglio che si trasformi in una puttanella qualsiasi u.u
Quindi per la scena ‘conclusiva’ dovrai aspettare e tanto anche *fa pernacchia*
Intanto, anche se l’hai già letto in anteprima, eccoti il nuovo chap!;D

x le_montagnine: ahauhauhauahuahauXD Come si puo’ non ridere con tutte le cose che mi scrivete?!? Siete una forza, davvero XD Riuscite a risollevarmi il morale anche nelle giornate più buie davvero x3 E comunque, Ele, devi ammettere che Isa ha ragione: come non sbavare con Draco a petto nudo?*ç* Io sbavavo mentre scrivevo *ç* *vabbhe, forse sono io che non sono normale xD*
Comunque, eccomi con il prossimo capitolo! Allora, vi è piaciuto?*_* Secondo la mia modesta opinione di piccola scrittrice, anche in questo chap Draco è molto SBAAAAV XQ___ Voi che ne dite?*____*
Inoltre, per Sirius, tra poco tornerà alla ribalta, quindi non temere Ele! Inoltre mi sono fermata a leggere perché in questi giorni sono stata davvero impegnata, ma appena torno dalla vacanza riprendo a leggerla, promesso!*O*
Bhe, che altro dire?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Vi lascio un bacio enorme!
Giulia.

x Jiuliett_Cullen: Ehilà! Benvenutissima nella mia storia!*___* E grazie mille davvero per i complimenti e per la lunga recensione! Sono sempre decisamente gradite!*O*
Oddio: addirittura un monumento?>/////< Così mi farai credere di essere davver brava, quando non mi ritengo affatto tale!x3 In ogni caso sono davvero onorata che la mia storia ti sia piaciuta tanto! Te la sei letta addirittura tutta in un solo giorno, rinunciando ad andare al mare?*_* Bhe, wow: ti faccio i miei più sinceri complimenti, perché la storia, fin’ora, ha quasi 300 pagine XD Comunque non potrei essere più contenta per le tue parole, significa che la storia ti è piaciuta davvero! Inoltre, vedo che sei una pro-Draco al 100%, mentre il povero Harry non ti è molto simpatico xD Bhe, in ogni caso, ne vedremo ancora delle belle, tra i nostri tre protagonisti…e quando verrà il momento della verità…xD Non dico nulla, non amo spoilerare! Per saperlo, infondo, non ti resta che seguirmi, e dalla recensione che mi hai lasciato, sono sicura che continuerai a farlo e a farmi sapere che ne pensi, vero?*_*
Spero che questo capitolo e il Draco in esso ti sia piaciuto *ç* Fammi sapere!
Comunque tranquilla, non mi hai annoiata affatto!*___*
Amo leggere recensioni così lunghe, per cui: Grazie mille, davvero *-*

 

   
 
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