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Autore: Purelove    01/08/2010    4 recensioni
Bella ritorna ma niente è come prima. Minacciata cambia vita e abbandona definitivamente la sua professione come killer per addestrare una nuova squadra governativa. Loro sono al di sopra della legge stessa anzi...loro sono la legge. C'è un altro capitolo della sua vita da scrivere...sua figlia, Reneesme rischia di entrare nella sua vecchia vita. Si sa che prima o poi il passato ritorna e avrà delle ripercussioni inimmaginabili. Qualcuno sconvolgerà la vita di sua figlia...esattamente come aveva fatto Edward con la sua vita. A volte le decisioni che ci sembrano più giuste hanno dei risvolti inaspettati. CONTINUO DI "CODICE: TWILIGHT"
Genere: Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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PRIGIONIERA

Secondo aggiornamento in un giorno. Assicuratevi di aver letto il capitolo precedente prima di proseguire con la lettura di questo capitolo.
Ah! Ad un certo punto troverete un link intitolato "foto". L'ho messo per puro sfizio e visto che l'immagine sarebbe a rating rosso ho deciso di mettere solo il link senza farla comparire come immagine integrante del testo.
Quindi chi vuole guardi sennò...no! eheheh!
Bacioni ora la smetto di ciarlare e vi lascio al capitolo!

I lussi di un tempo sono tornati ma stavolta non ho fatto niente per meritarmeli. Alice ha pensato a tutto dopo che i messi scorrevano senza una notizia su Reneesme.
Macchine, moto, appartamenti nelle principali città o camere di alberghi intentestate esclusivamente a nome mio per tutto l’anno.
Le cose funzionano così da sempre, che è mia figlia non cambia niente.

 

Tutti i sottoposti di Alice dovevano cercare informazioni su Reneesme, non importa come o da chi ottengono quelle informazioni, anche durante le loro missioni devono controllare nel territorio la presenza di Reneesme o anche di Rosalie.


Un informatore aveva visto Rose ad una festa con i più grandi esponenti in toni amichevoli come usavamo dire noi con una sua potenziale vittima e da li l’idea. Non sapevo quanto potevo ottenere ma almeno ci dovevo provare.
Mio padre non aveva cambiato sede principale della sua azienda.
I nostri rapporti non sono mai stati ottimi ma questa volta si trattava di mia figlia, sua nipote, mi doveva aiutare in un modo o in un altro. Anche se non mi ama più.
Attraverso l’ampia entrata di vetro e mi dirigo alla reception. La sede ha venti piani e mio padre di solito lavora all’ultimo infatti non è nemmeno segnalato nella mappa della struttura.
Spero solo che non noti troppo l'assenza di rughe ma sopratutto del fatto che non sono invecchiata nemmeno di un anno. Data la mia natura di vampiro attiro molti sguardi da parte degli uomini e delle guardie. Il loro sangue mi alletta...ed è un problema.
Devo trovare il modo per nutrirmi il più velocemente possibile.
Tolgo gli occhiali da sole e con passo deciso mi avvicino al ragazzo della reception che mi guarda già con occhi ammaliati.
Posso aiutarla?-mi chiede con voce tremolante. Gli sorrido cercando di non mostrare troppo i denti aguzzi e pericolosi.
-Vorrei vedere mio padre, Charlie Swan.-gli rispondo.
Alle mie parole mi guarda dubbioso poi prende in mano il telefono guardando una telecamera che mi metto a guardare anche io. Parla troppo a bassa voce per sentirlo.
-Terzo ascensore a destra.-mi dice indicandomi il corridoio sulla sinistra.
-Molte grazie.-
Salgo sull’ascensore che mi aspetta già e mi conduce proprio al piano di mio padre. La segretaria è subito dietro le porte.
-Vuole che le porti qualcosa da bere?- mi chiede riverente strofinandosi le mani.
-No grazie, non ci disturbi nessuno ecco tutto. -le rispondo aprendo la porta dell’ufficio. Mio padre è voltato con lo sguardo sulla città per bene, piena di uomini industriali arrichiti proprio come lui. Ha i capelli più bianchi dell'ultima volta che l'ho visto.
È invecchiato. Mi siedo sulla poltroncina.
-Chi non muore si rivede, vero Bella?-mi dice la voce indurita dal tempo.
-Ho bisogno del tuo aiuto…-
Vedo dal suo riflesso un sorriso ma è un sorriso amaro, forse ironico.
-Vieni a reclamare la tua parte…-
-No, non è per me. È per mia figlia…-dico mentre mio padre si volta tenendo in mano un bicchiere di brandy. Non sono qui per i soldi.
-Nostra figlia…-
Mi volto e vedo il volto di Edward appoggiato alla porta in giacca e cravatta.
-Pensavi veramente di essere l’unica a preoccuparsi per lei?-mi chiede mio padre sedendosi alla sua scrivania.
-Tu sapevi?-gli chiedo guardando prima Edward e dopo mio padre.
-E’ stato Cullen a raccontarmi che avevi una figlia. E i suoi informatori hanno scoperto quasi immediatamente che è stata rapita. È per questo che anche io ho organizzato una squadra di uomini per riportare mia nipote qui al sicuro.-mi spiega slacciandosi un bottone della giacca.
-Anche io sto facendo tutto il possibile papà…- sibilo infastidita dal tono che sta usando, pensa ancora che sia una ragazzina?
Sembra che faccia tutto lui, no sa che anche noi abbiamo i migliori per questa ricerca.
Un’intero reparto solo per ritrovare la mia Reneesme.
-Ah sì…insieme a quelle criminali…-mormora mio padre schifato.
-Non ti permetto di giudicarmi!-dico alzandomi di scatto dalla poltrona.
-Sei talmente presa da te stessa che non pensi mai alle conseguenze!! Guarda cosa ti ha portato avere quelle conoscenze! Ma tu sei la povera Isabella Swan a cui la vita ha dato tutto…TUTTO!! Avevi un futuro sereno a capo di questa compagnia e tu sei scappata perfino incinta!! Non hai permesso a questo uomo di prendersi le sue responsabilità! Sai che è anche sua figlia!? E poi cos’è questa storia che sei una killer! Ma chi diavolo ti ha cresciuto!-



Lo guardo e poi scappo fuori dall’ufficio. Non c’è bisogno di quel piano. Lasciamo che sia il nonno e il papà a fare a modo loro.
Scendo dall’ascensore ma le porte per uscire vengono bloccate e delle guardie mi sbarrano la strada. Sono un killer…pensano che questo mi può fermare?
Non sono tuttavia loro a fermarmi. Edward arriva e mi abbraccia forte facendomi voltare. I miei nervi saltano per la prima volta ed inizio ad urlare tutto il mio rancore, il mio risentimento.
La mia inadeguatezza. Mi accompagna fuori e mi fa salire su una macchina nera che capisco solo poi essere una limousine.
Parte e io non riesco a fare nient’altro che stringere forte la sua camicia.
Inizia ad intonare una specie di ninna nanna che lentamente mi tranquillizza. Le sue labbra depositano lievi baci sulla mia testa.
Edward mi porta nel suo hotel. Mi lascia da sola in camera mentre lui va a farsi una doccia. Mi mordo l'interno guancia affondando le unghie nel bracciolo della poltroncina della camera.
Con passo lento mi avvio verso la porta del bagno che da sulla camera da letto lasciando quasi ad ogni passo un mio indumento fino a rimanere con una semplice sottana bianca.
Guardo la sua figura bagnarsi i capelli e senza fare rumore entro insieme a lui nella doccia.
-Ehi che fai?-mi dice voltandosi. I capelli bagnati gli cadono scomposti sul viso mentre lente gocce d’acqua giocano sulla sua pelle.
-Ti voglio…-gli mormoro appoggiandomi contro il suo corpo. Il suo corpo non tarda a reagire.

( FOTO)

I nostri respiri si fondono.
-Quanto mi sei mancata…-mormora al mio orecchio muovendosi veloce. Boccheggiò in preda al piacere che solo lui mi sa dare. Con forza prende il mio seno mentre con l’altra spanna mi aiuta ad assecondare il suo ritmo.
-Ti amo…-mormora mentre sento i suoi muscoli tendersi per poi rilassarsi dopo che è venuto in me.


   
 
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