La ragazza si svegliò nel bel mezzo della notte, sentendo il cane abbaiare furiosamente.
“Erik, calmati” chiese mentre scendeva dal suo
giaciglio.
Il
mabari non aveva alcuna intenzione di smettere... poi si accorse dei
rumori che provenivano dall'esterno. Cosa stava succedendo? Ashalind
aprì lentamente la porta osservando che nei corridoi esterni
del
castello stava infuriando una battaglia. Si sbrigò ad
infilarsi
l'armatura di pelle borchiata e raccolse la spada e lo scudo che
teneva nella sua camera da letto.
“Erik, sei pronto?” disse
Ashalind abbracciando il suo fido compagno “Non mi
abbandonare”
Il
mabari rispose e ben presto uscirono dalla stanza.
Le urla, gli
schiamazzi e suoi metallici provenivano da ogni dove, mentre alte
lingue di fuoco svettavano verso il cielo.
Ashalind si diresse
prima di tutto verso la stanza dei suoi genitori.
Dannazione,
pensò, è sbarrata.
“Eccola! La figlia del Teyrn” due uomini
in armatura leggera arrivarono alle sue spalle, uno armato di spada e
scudo mentre l'altro cominciò ad incoccare due frecce.
“Erik,
dietro di me!” gridò Ashalind, riparandosi con
tutta se stessa
sotto lo scudo. Una delle due frecce mancò la mira mentre
l'altra si
conficcò nello scudo di legno. Ashalind si
avventò immediatamente
sull'arciere, mentre il mabari cercava di azzannare alla giugulare
l'altro soldato.
Con un potente colpo di scudo Ashalind mandò in
frantumi la mascella dell'uomo facendogli perdere l'equilibro e
finendolo con un fendente.
L'altro ancora in vita stava cercando
con tutte le sue forze di allentare la morsa del cane dal polpaccio,
quando ricevette il colpo finale.
Ashalind prese in mano lo scudo
dal cadavere ed esaminò lo stemma su di esso...
“È un soldato
di Arle Howe, cosa ha intenzione di fare quel traditore?”
finì di
dire gettando lo scudo a terra col tutto l'odio di cui
disponeva.
“Ashalind, tesoro. Stai bene?” la Teyra comparve
dalle sue stanze improvvisamente con la sua armatura.
“Io sto
bene madre, ma papà?” chiese allarmata.
“Non è rientrato
questa notte a letto, penso che si sia trattenuto con Howe a
discutere...”
“Doppiamo trovarlo” continuò
raccogliendo
l'arco e le frecce dal cadavere “Sapete ancora scoccare una
freccia
vero?”
La Teyrna impugnò l'arco con decisione incoccando una
freccia “Andiamo”
Si diressero prima di tutto nelle stanze di
Fergus e vi trovarono la moglie e il figlio privi di vita, i loro
corpi erano ancora caldi.
“No, il piccolo Oren. O Creatore, come
hanno potuto...” gemette la Teyrna.
La ragazza non aveva parole
per tutta quella crudeltà e allontanò la madre da
quell'orribile
spettacolo.
“Ashalind, dirigiamoci verso la tesoriera, ci sono
delle cose che laggiù non lascerei per nessuna ragione al
mondo
nelle mani di quel traditore...”
Ashalind annuì, la loro metà
non era molto distante ma avrebbero dovuto farsi largo con la forza
attraverso quei corridoi.
Le donne e il segugio continuarono ad
avanzare lungo i muri dei corridoi, attente ad ogni minima presenza.
Giunsero alla fine di un vicolo dove tre soldati di Howe proseguirono
a diritto senza accorgersi di loro, errore fatale.
Mancava poco,
mancava veramente poco. Pochi passi e avrebbero raggiunto la
tesoriera se non fosse stato per altri due uomini che si frapposero
sulla loro strada.
Il mabari si scaraventò sul primo senza tanta
esitazione mentre la Teyrna prese di mira lo stesso con l'arco. Il
secondo impugnava un pesante spadone col quale cercò di
colpire
Ashalind. La parata servì a poco perchè il colpo
fu talmente
micidiale da scaraventarla indietro, l'uomo stava per abbattere un
altro fendente quando il segugio lo affondò. Ashalind ebbe
appena il
tempo di realizzare quanto stava succedendo nel momento in cui una
freccia si conficcò in quel collo muscoloso abbattendolo.
“Rialzati
tesoro” disse la madre mentre correva ad aprire la serratura.
Entrarono nella stanza ed Ashalind raccolse le cose più
preziose che
la madre le indicò: una spada e uno scudo d'acciaio.
“Usciamo da qui. Dobbiamo ancora trovare tuo padre...”
Ashalind cominciò a correre verso la porta trovando la
strada libera
e i tre si diressero alle sale delle udienze dove i combattimenti si
concentravano maggiormente.
“Forza uomini” una voce maschile
tuonò dall'interno, si trattava di Ser Gilmore. Alcuni dei
soldati
di Altura Perenne stavano combattendo quelli di Howe in netto
vantaggio.
Ashalind si gettò nella mischia decisa a mettere fuori
combattimento il maggior numero di arcieri presenti per lasciare
campo libero alla madre che era spalleggiata dal suo segugio.
Due
uomini le si pararono davanti cercando di bloccarla, ma la ragazza fu
più veloce e con un giro della spada di famiglia
riuscì ad
atterrarne uno. Non aveva nessun ostacolo di fronte a sé e
incalzò
il primo arciere annientandolo, poi fu la volta del secondo che
più
lesto impugnò due pugnali e schivò il suo
fendente agilmente
provocandogli una ferita al braccio. Il dolore si fece sentire, ma
cercò di non arrendersi. Una freccia colpì
l'avversario in una
gamba consentendo ad Ashalind di riprendere il sopravvento e con un
calcio lo atterrò per poi conficcare la spada nel suo
addome.
L'ultimo, ci siamo quasi, si disse la ragazza dirigendosi
sulla sua ultima vittima.
L'arciere la fulminò con lo sguardo e
le piombò addosso con un salto facendole perdere lo scudo.
L'uomo
cominciò a puntarle il pugnale alla gola mentre la ragazza,
con le
poche forze che le erano rimaste, cercava di impedire l'avanzamento
di quella lama... l'uomo si accasciò improvvisamente sopra
di lei
notando che era stato proprio Ser Gilmore a dargli il colpo
finale.
Col piede Roland fece scivolare via il cadavere dal suo
corpo e la rialzò “Ashalind mettetevi in salvo, e
anche voi
Teyrna. Ho visto il Lord dirigersi ferito nella cucina, da
lì
potrete accedere ad un'uscita che sarà la vostra salvezza.
Andate”
Aveva intenzione di sacrificarsi...
“Rory, vieni
con noi, ti prego... vieni”
“Non posso” rispose guardandola
negli occhi “o me, o voi”
Ashalind lo abbracciò e lui la
strinse forte a sé assaporando il suo profumo di lavanda.
Quella
sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero visti.
Raccolto lo
scudo, le due donne si diressero alle cucine con Erik che le seguiva
fedelmente.
Entrarono nella dispensa dove trovarono il Teyrn in
una pozza di sangue.
“Padre, alzatevi, dobbiamo fuggire” disse
Ashalind con le lacrime agli occhi “vi prenderemo in braccio.
Possiamo farcela”
“Bryce, rialzati...” lo incitò la
moglie.
“No... sarei un peso per voi”
“Non dire
sciocchezze Bryce, troveremo una magia curativa”
“Mi spiace
signora, ma non ho potuto fare di più” il Custode
Grigio entrò
nella dispensa riponendo nel fodero una delle due spade
“dovremo
andarcene il prima possibile”
“Fate come dice Duncan”
supplicò il Teyrn le due donne.
“Bryce non posso abbandonarti
qui”
“Nemmeno io padre... combatteremo e ce ne andremo”
“No
bambina mia, ti prego. Mettiti in salvo, riunisciti a Fergus e
rendete giustizia a quel traditore di Howe..”
continuò Bryce
contorcendosi tra le fitte di dolore.
“Mio Lord, avrei un favore
da chiedervi. Il mio compito esige che io ritorni con una recluta,
Vorrei che vostra figlia si unisse ai Custodi Grigi”
“Qualsiasi
cosa pur di saperla in vita. Duncan, vi affido mia figlia”
Un
rumore sordo raggiunse quel piccolo ripostiglio “Hanno
sfondato i
portoni principali, dobbiamo andarcene Ashalind” la
esortò
Duncan.
“Vi amo tantissimo. Entrambi”