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Autore: alister_    02/08/2010    8 recensioni
E' dura essere una giovane scrittrice in erba, se il tuo editore ti obbliga a scrivere qualcosa che venda. Specie se quel ''qualcosa che venda'' è una sdolcinata e banale storia d'amore che non hai alcuna intenzione di scrivere. E soprattutto se sei una single incallita e inacidita del tutto incapace di portare a termine un compito simile.
Come si può porre rimedio ad una totale inesperienza in campo amoroso? Tra esperimenti fallimentari, idoli delle teenager e film di qualità scadente, romanzetti rosa e tentativi di vita sociale si snoda la storia della scrittrice più cinica e nevrotica di tutti i tempi!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Non so che ore siano. Forse non so neppure che giorno sia.


Sono seduta sul pavimento da un lasso di tempo indeterminabile e fisso con sgomento la trentina di fogli che mi circonda, nonchè lo schermo bianco del mio computer poco distante.


Rimpiango come non mai i giorni in cui venivo pervasa dal ''sacro fuoco della scrittura'' e scrivevo come un'ossessa per giorni e notti, fermandomi soltanto quando le mie facoltà mentali venivano meno. Odio le crisi da pagina bianca. Me ne sono capitate diverse, nel corso della mia carriera: solitamente, tanto più mi avvicino alla conclusione di una storia, tanto più mi vengono dubbi sul finale scelto. Questa volta vorrei almeno riuscire ad iniziare questa maledetta storia d'amore. Basterebbe una parola, una sola, purchè sia quella giusta. Ed invece, benchè continui a scribacchiare su vari pezzi di carta diversi attacchi, nessuno è mai quello adatto.


Nella mia testa si sono delineati, e continuano a delinearsi, almeno una ventina di personaggi, ma nessuno di questi va bene! Sono tutti troppo piatti, stereotipati... Probabilmente è colpa di quel capolavoro di film e libro, o dei numerosi romanzetti rosa che ho recuperato nell'ultima settimana da casa di mia nonna. Ne avrò letti almeno quindici, tutti di autrici diversi, eppure mi sono sembrati tutti uguali: la protagonista è sempre una bella ragazza sui venticinque anni, che ostenta un carattere deciso, rivelandosi sempre una fragile bambolina di cristallo; lui, invece, supera la trentina, è ovviamente bello, un po' freddo e, soprattutto, ricco da far schifo.

 

Perchè deve sempre essere ricco? E perchè alla fine anche gli uomini più distaccati si lasciano sempre andare ai più smielati epiteti, anche se questo accade, superfluo dirlo, soltanto nelle ultime due pagine di libro, dopo la tradizionale lite tra i due che fa sembrare tutto finito (e magari finisse davvero, almeno una volta!)? Perchè nel 80% dei casi lei resta incinta e lo tiene nascosto? E perchè il 90% delle volte i nostri eroi si sposano per convenienza all'inizio del libro, quando lei-è-già-innamorata- ma-soffre-in-silenzio-pensando-che-lui-non l'ami-mentre-in-realtà-anche-lui-contraccambia-ma- si-scopre-solo-alla-fine? Perchè c'è sempre un maledetto lieto fine con proposta di matrimonio e dichiarazioni d'amore e, a volte, anche un penoso epilogo che mostra la coppia qualche anno dopo con tanto di pargoletti al seguito? Perchè non c'è mai una protagonista non brutta, ma perlomeno un pochino scialba? E poi, domanda da un milione, perchè ogni volta che i due ''passano ai fatti'', è sempre un'esperienza ultraeccezionale? Un po' di realismo, per favore! Okay, non dico che il nostro macho super attraente debba fare cilecca, però perchè non può semplicemente essere una... ''cosa normale''? Ah, e perchè io faccio domande retoriche inutili su stupidi romanzi rosa privi del benchè minimo spessore narrativo, anzichè produrre qualcosa da sbattere sotto il naso del mio editore? Perchè, e giuro che questo è  l' ultimo ''perchè'', non posso scrivere una critica a tutti questi libri idioti, invece di tentare, tra l'altro inutilmente, di metterne insieme uno?


Ah, sto impazzendo! Vorrei tanto riempirmi la testa con un po' di musica, ma temo che sia notte fonda, e non voglio che il mio vicino di casa ricominci ad inveire contro di me.


Accidenti, che devo fare?


Secondo mia madre, da cui mi sono recata ieri sera per godere finalmente di un pasto degno di chiamarsi tale, non devo fare altro che ciò che faccio di solito: inventare e scrivere. Quando le ho detto che, mancando d'esperienza personale, finirei per ingannare i lettori e non risulterei credibile, lei mi ha fatto giustamente notare che non ho mai fatto niente di quanto ho raccontato nei miei romanzi, come combattere sanguinose guerre interspaziali nell'anno 3252 o dare la caccia ad una ninfa delle acque: il mio talento, ha continuato, sta proprio nella mia capacità di coinvolgere il lettore a tal punto da fargli dimenticare l'inganno che sto commettendo. La mamma è la mamma e, si sa, ha sempre ragione, però questa volta non è la stessa cosa: negli altri casi, riuscivo a rendere realistiche cose da me inventate; ma non posso inventarmi una cosa di cui i lettori hanno avuto esperienza tangibile e pretendere anche di essere convincente!


Mi sembra di sbattere la faccia contro il muro di un vicolo cieco. Se non fossi così orgogliosa e la faccenda non fosse così importante, probabilmente mollerei.


Dalle labbra mi sfugge un sospiro e mi abbandono all'indietro. Pessima idea: mi ero dimenticata di essere seduta sul pavimento.


-Ahi-.


Ah, maledizione! Per non dire di peggio. Altro che crisi da pagina bianca! Questo è il peggiore blocco che uno scrittore si sia mai trovato ad affrontare!


Credo di star impazzendo. Di sicuro impazzirò, se continuo così: è da una settimana che provo invano ad iniziare, ma non ci riesco proprio! Le ''letture a tema'' che mi ha consigliato quell'idiota del mio editore non hanno fatto altro che peggiorare le cose, perchè ora so con certezza che non riuscirò ad emulare una di quelle scrittrici da quattro soldi (siamo sicuri, poi, viste le incredibili somiglianza tra un romanzo e l'altro, che non siano tutti il frutto della stessa persona? A me sembra un'ipotesi più che plausibile), nè a creare un personaggio insulso come quella maledettissima Polly! Il mio cervello si rifiuta! Il mio preziosissimo e geniale cervello non vuole assolutamente sforzarsi per dare vita a  due personaggi rimbecilliti dall'amore, farli incontrare, sbaciucchiare e sposare; preferirebbe di gran lunga metterli davanti ad un muro e fucilarli con kalaschnikov!!!!!!!!!!!!!!!!


Okay, ricomponiamoci.


Non è proprio così. Quando dico di essere cinica, non intendo così tanto cinica. E' solo la follia che avanza inesorabile. Accidenti.

 

Bene, forza, pensa. Trovare il nome ai personaggi è sempre la parte più difficile (a proposito, dovrò per caso chiamare la mia protagonista con un nome idiota come ''Polly''?), ma vorrei almeno avere dei personaggi da rinominare. Ogni volta che provo ad immaginarli, mi vengono in mente solo scialbe imitazioni di una realtà del tutto banale, stereotipate come i protagonisti dei libri che ho letto. Non posso far muovere dei personaggi piatti, far dire loro una valanga di stupidi luoghi comuni e arrivare ad un bel lieto fine: è contro la mia natura.

 

Ho pensato, allora, che forse potrei creare una ragazza un po' simile a me, certo meno cinica e...acida, ma con un pezzo della mia personalità: sicuramente in questo modo avrebbe più carattere e riuscirei a farla muovere meglio. Ma ecco che sorgono due problemi: chi potrebbe innamorarsi, anche in un libro, di una simile rompipalle? E chi potrebbe riconoscersi in un personaggio liberamente ispirato a me, che sono stata l'adolescente più contronatura mai esistita e che ora conduco una vita praticamente priva di relazioni sociali?

 

Ecco, forse ho trovato il problema: mi sono ridotta ad essere una specie di fossile. Già le mie uscite erano scarse prima, figurarsi ora che passo le mie ore a leggere stupidi libretti rosa per emularli. I miei unici contatti umani nell'ultimo mesi sono stati il mio editore, la mia migliore amica ed i miei genitori. Forse, dovrei cercare storie umane tra gli umani; parlare con dei miei coetanei per rientrare nella mentalità giovanile e tirar fuori qualcosa di buono...

 

Sento la luce di un'idea. (Sinestesia)

 

 

 

Nota dell'autrice:

 

Non so se conoscete gli Harmony, quella monumentale serie di romanzetti dal minimo spessore cartaceo e narrativo che tanto vanno in voga tra le donne di una certa età: ecco, se per caso vi è capitato di leggerne qualcuno, di certo avrete capito molti dei riferimenti contenuti in questo capitolo; se al contrario non avete mai avuto il piacere di dedicarvi a simili letture, non preoccupatevi di rimediare al tempo perduto e continuate sulla vostra strada.

 

Una piccola precisazione su questa storia, che ancora non ho fatto: ho già scritto questi capitoli da un pezzo (due anni o giù di lì), li sto postando un po' per volta per non appesantire la lettura a chi fosse intenzionato a seguire le vicende di questa poveraccia. Tuttavia non sono mai arrivata ad un finale e, di questo passo, finirò i capitoli già pronti in fretta, perciò i vostri pareri saranno preziosissimi per aiutarmi e decidere quale direzione prenderà questa storia!

 

Colgo l'occasione per ringraziare Nina95, l'unica mia commentatrice, e gli altri utenti che hanno inserito questa storia tra quelle seguite o da ricordare... Inutile dire che, a discapito di quanto possa far pensare l'alto tasso di acidità contenuto in questa fiction, non mordo, quindi recensite pure a cuor leggero se vi va!

 

Alla prossima!^^

 

 

 

 

 

   
 
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