Capitolo 1
Dell'amicizia
Chiunque
può simpatizzare col dolore di un amico,
ma solo chi
ha un animo nobile riesce a
simpatizzare col successo di un amico.
[ O. Wilde]
Organizzare un matrimonio era
qualcosa che andava veramente
oltre le sue possibilità.
Passare il suo tempo libero a sfogliare riviste a tema,
essere trascinata in negozi di abiti, bomboniere e affini era qualcosa
che
riusciva a tollerare ben poco.
Ma quando Ginny, con quello suo sguardo implorante
– e
soprattutto con le sue più che convincenti minacce
– le aveva chiesto di darle
una mano con i preparativi del suo, non aveva avuto
possibilità di rifiutare.
Spesso
sorprendeva Harry
che la fissava con uno sguardo dispiaciuto, comprensivo (visto che era
succube
delle stesse torture), ma più che altro esasperato.
Quello
che sperava
era solo che dicembre arrivasse al più presto, e che la luna
di miele portasse
quei due lontani per molto, molto tempo. Ma intanto era ottobre, e
Merlino solo
sapeva se sarebbe sopravvissuta a quella tortura.
-
Hermione, sabato sei
libera, vero?
La
voce di Ginny, colei
che fino a poco tempo prima considerava la sua migliore amica, riusciva
ormai
soltanto ad irritarla all’inverosimile. Contò fino
a dieci… venti… cento. E poi
vestendosi di uno smagliante sorriso, si decise a risponderle.
-
Solo il pomeriggio Ginny. Abbiamo dei lavori extra da terminare in
ufficio.
La
futura sposa si
accigliò per un attimo, per poi ritornare
raggiante.
-
Andiamo da Strega & Sposa, sono sicura che
lì troverò l’abito dei
miei sogni! Ti prego, ti prego!
Hermione
sospirò.
E
si vide costretta ad
accettare, anche per questa volta.
Perché aveva imparato sulla sua pelle che mai, per nessuna
ragione al modo, si
deve contraddire una futura sposa.
Anche
se l’aveva già
trascinata in tutti i negozi – magici e babbani –
di Londra e dintorni, anche
se aveva ammirato e provato un numero di abiti imbarazzante.
Anche
per questa volta annuì
fingendosi entusiasta. E ancora si sarebbe trovata a destreggiarsi in
un
turbinio di tulle e raso, di veli, di calze di seta, di scarpine da
fare
invidia a Cenerentola.
Accettò
di nuovo.
Perché
per nessuna
ragione al mondo si deve contraddire una futura sposa.
***
Era la metà di ottobre, e l’aria
cominciava a farsi fresca e
frizzante.
Hermione
e Ginny
passeggiavano chiacchierando tra le vetrine dei negozi, dove
l’arancione delle
decorazioni per l’imminente festa di Halloween era il colore
predominante.
Raggiunsero
l’entrata di Strega & Sposa, la
cui piccola vetrina esponeva degli
abiti davvero raffinati.
“Forse
questa è la
volta buona” pensò Hermione sorridendo fra
sé.
Non appena entrarono nel negozio, una splendida
commessa le accolse e le fece accomodare su uno dei tanti divanetti
circolari
che si trovavano nell’ala destra della boutique. Raffinato
velluto blu notte ne
ricopriva l’imbottitura. Le due ragazze si sedettero
guardandosi attorno
incuriosite. Sugli altri divanetti erano sedute future spose
accompagnate da
amiche, mamme, sorelle che sfogliavano enormi cataloghi e si
scambiavano
sguardi estasiati accompagnati – almeno per Hermione - da
agghiaccianti
risatine.
La commessa che le aveva accolte le raggiunse dopo poco, e
si sedette a fianco di Hermione.
-
Allora ragazze che delle due è la futura sposa?
Ginny
rispose con
uno squittio, facendo rabbrividire l’amica.
Dopo
una serie di domande
a raffica, di cui Hermione comprese solo “dove ti sposi e
quando”, la
gentilissima e sorridentissima commessa fece apparire due pesantissimi
cataloghi, e li appoggiò vicino a Ginny, insieme ad una
pergamena, una penna e
calamaio:
-
Puoi provare fino a cinque abiti, segna qui i codici. Quello
è il tuo camerino
– e le indicò una porta interamente a specchio di
fronte a loro – Ci rivediamo
più tardi.
E
si allontanò con un
andatura talmente leggiadra da far impallidire una Veela.
La scelta fu veramente ardua.
Quando si spostarono nel grande camerino
a loro disposizione, la commessa – Veela le stava
già aspettando, e con lei i cinque
abiti scelti da Ginny.
Hermione
si mise di
lato, mentre la rossa rimase in intimo e fu fatta accomodare su un
piccolo
piedistallo al centro della stanza.
Indossò il primo vestito scelto, ma
decisamente quella tonalità di rosa faceva a pugni con la
sua carnagione. Il
secondo fece la stessa fine: nonostante il suo fisico minuto, riusciva
a farla
sembrare un parallelepipedo.
Il
terzo le stava
d’incanto: un corpetto bianco, senza spalline, con una fascia
di tulle rosato
all’altezza del seno, e la gonna lunga e bianca come il
corpetto, liscia e con
una coda appena accennata.
Ma fu indossando il quarto che capì che era
quello l’abito
dei suoi sogni: un corpetto color avorio, con applicati dei
piccolissimi fiori
color pesco e dei nastri sempre di questo colore intrecciati sui lati.
La gonna
ampia, da vera principessa, riprendeva in alcuni punti i motivi
floreali del
corpetto, e la coda era composta da tre lunghe fasce in tulle, due
color pesco
e una bianca.
Ginny,
visibilmente
emozionata si voltò a guardare Hermione.
-
Tesoro… sei bellissima… - le disse, commossa
– Sembra fatto per te!
La
commessa la
osservò annuendo.
-
Se non sei riuscita a trattenere la lacrimuccia, la tua amica ha
davvero
ragione mia cara! – esclamò, facendo evanescere
gli altri abiti – Scommetto che
l’ultimo non lo vuoi nemmeno provare!
Ginny rimase in uno stato di estasi per
il resto del pomeriggio: sembrava camminare su una nuvola.
Hermione la osservava, contenta per lei,
ma anche un po’ invidiosa. Perché lei non pensava
minimamente a sposare Ron,
non pensava al vestito, alla cerimonia, al viaggio di nozze. E non
perché in
generale non lo volesse. Era solo che le poche volte in cui le capitava
di
fantasticare sul giorno del suo matrimonio, lo sposo non aveva mai il
volto del
suo ragazzo. Non aveva mai alcun volto, in verità.
Le sembravano così lontani i tempi di
Hogwarts, dove
tutto era così chiaro, così netto. Aveva amato
Ron da… beh, praticamente da
sempre. Però poi la vita insieme non era stata
così come aveva creduto, e non
perché lei avesse tutte queste grandi aspettative.
L’amore che provava per lui
si era sciolto pian piano, come una candela consumata lentamente dalla
sua
fiammella. E ora quello che restava di quel sentimento era un
grandissimo
affetto.
Per questo vedere Ginny così sicura dei
suoi sentimenti verso Harry dopo tutto questo tempo, le provocava un
po’ di
invidia. Vederli insieme, così innamorati come ai tempi
della scuola le dava da
una parte tanta speranza, ma dall’altra la faceva sentire
immensamente in colpa
nei confronti di Ron, e di tutta la sua famiglia. Avrebbe dato
qualsiasi cosa purché
le cose tornassero come prima, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di
smetterla con
quella continua recita che era diventata la sua vita.
Sospirò, forse troppo rumorosamente, ma
Ginny era talmente assorta dai suoi pensieri che neppure se ne accorse.