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Autore: Alaire94    02/08/2010    5 recensioni
Questa non è la solita storia di eroi buoni e gentili. Rhon è ben diverso, fa parte di una razza oscura e malvagia, per la quale il denaro è l'unica cosa importante... "Vedevo il tesoro, dietro a un muro di fiamme e non c’era peggiore tortura: sarei morto lì, con l’oro a pochi metri, senza poterlo prendere. "
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. Alghe assassine

La sciabola stava calando inesorabilmente sulla mia testa, quando una molla scattò nel mio corpo.

Mi sporsi in avanti, assestando una testata nel putrido ventre del mostro che, preso alla sprovvista, lasciò cadere l’arma. Le tre creature nel frattempo mollarono leggermente la presa sulle mie braccia, consentendomi di fuggire. Recuperai l’arma e la sbattei potentemente a terra. Un raggio azzurro si liberò dalla lama lucente, illuminando tutto il corridoio.

Quando la luce si disperse, sul pavimento non era rimasto altro che un mucchio di cenere. Mossi qualche passo: ora ero piuttosto debole. Sarei riuscito ad arrivare alla fine di quella terribile trappola mortale? Cominciavo a temere che sarei morto lì, come molti altri prima di me …

Col cuore che batteva ancora per lo sforzo della lotta appena affrontata, spinsi la sesta leva, sperando fosse quella giusta.

Seguì qualche attimo d’attesa, in cui mi misi guardingo, cercando in un qualche modo di prevedere la prossima trappola.

Con mio stupore udii un rumore metallico e la grata davanti a me cominciò lentamente a sollevarsi. Sorrisi fra me: anche questa volta mi ero salvato.

Proseguii per un corridoio semibuio che poi si aprì in una grande stanza. Qui vi era una vasca d’acqua putrida e stagnante che ricopriva la maggior parte della superficie e, verso sinistra, ancorata a un pontile di legno, vi era una barchetta. Io, invece, mi trovavo nell’unica parte ferma della stanza e proprio davanti a me vi era il pontile.

Era piuttosto chiaro ciò che dovevo fare: attraversare l’acqua fino ad arrivare alla porta che si trovava esattamente dall’altra parte.

Tutto sembrava tranquillo e statico, nessun movimento mi insospettiva, eppure ero certo che non poteva essere così semplice.

Lentamente procedetti lungo il pontile che dondolò leggermente sotto il mio peso. Salii sulla barchetta, sempre attento, e cominciai a remare verso la riva opposta.

All’inizio non sembrò succedere nulla, poi intravidi sulla superficie dell’acqua dei lievi cerchi concentrici e delle piccole bolle. Remai più veloce, per arrivare prima, ma ciò che era nell’acqua si mosse prima di me. Fu più veloce della luce e più silenzioso del respiro, tanto che io quasi non me ne accorsi. Con forza, qualcosa che non feci in tempo a vedere, mi rubò dalle mani uno dei remi.

Imprecai forte, tanto che la mia voce rimbombò in tutta la stanza. Ora come avrei fatto a raggiungere l’altra sponda con un solo remo?

L’unica opzione era buttarsi in acqua, ma non sarebbe comunque stata una mossa intelligente, visto che lì sotto vi era sicuramente qualcosa di spaventoso.

Prima che potessi trovare una soluzione o perlomeno estrarre l’ascia, un’alga enorme uscì dall’acqua, mi afferrò un braccio e mi trascinò nell’acqua gelida e putrida.

L’alga si arrotolò attorno al mio corpo, tanto da stritolarlo e cominciò a spostarmi velocemente nell’acqua. Nel frattempo sentivo un dolore atroce attraversarmi le membra a più riprese, senza contare il fatto che stavo cominciando ad esaurire l’aria.

Lottavo e cercavo di divincolarmi da quella stretta, ma era inutile: quella pianta aveva una presa d’acciaio, sembrava di essere dentro una morsa.

Ad un certo punto cominciai a sentire le forze abbandonarmi, percepivo la presenza oscura della morte chiamarmi e invitarmi nel suo abbraccio. Nonostante la tentazione di cedervi fosse grande, perseverai nello sforzo di lottare contro quell’insidia marittima. In fondo, anche se era squallida e resa importante solo dall’oro, tenevo alla mia vita e certo non sarebbe finita sul fondo di quella vasca.

Intanto, però, sentivo il buio dei sensi avvicinarsi sempre di più come un’oscura minaccia, ma non mi sarei lasciato morire: avrei combattuto fino all’ultimo pur di salvarmi la pelle.

Per fortuna all’improvviso mi ricordai del coltello che tenevo alla cintura, quello che avevo usato per uccidere una delle guardie a Pakal. Cercai, quindi, di muovere la mano destra verso la cintura e, con un notevole sforzo, raggiunsi il pugnale. Impugnare quella piccola elsa fu un incredibile sollievo, tanto che sentii la morte meno vicina.

Con un difficile, ma rapido gesto, ficcai il pugnale nella pianta che subito mi lasciò andare. Svelto, nonostante il peso dell’ascia, nuotai verso la superficie.

Presi una grande boccata d’aria col sollievo e la sorpresa di essere ancora vivo. Mi guardai attorno: la riva non era lontana, ma il problema sarebbe stato raggiungerla sano e salvo.

Nuotai più veloce che potevo, nonostante le forze mi abbandonassero ogni secondo di più e le alghe tentassero continuamente di afferrarmi per i piedi o per le braccia.

Una ci riuscì e mi riportò negli abissi, mentre il mio cuore faceva un balzo. Questa volta avrei dovuto aggrapparmi con i denti alla mia vita per salvarmi: sentivo già la morte opprimere la mia carne insieme a quella maledetta pianta.

Ancora una volta mi liberai col pugnale che, però, mi sfuggì nell’acqua. Non tentai neanche di recuperarlo, invece nuotai verso la riva. Era vicina, molto vicina. Avevo il fiato corto e le ultime forze si stavano lentamente spegnendo. Non puoi mollare ora mi dissi, continuando a nuotare più veloce che potevo. Schivai una di quelle orrende alghe e finalmente raggiunsi il pontile. Mi ci aggrappai saldamente e stavo per ritornare sulla terra ferma, quando un’alga mi afferrò un piede, spingendomi in acqua. Io, però, continuai a stare aggrappato al pontile. Non volevo mollarlo: quello era la mia vita, se l’avessi lasciato ero sicuro che questa volta non mi sarei salvato.

La pianta tirava con forza, sentivo le braccia doloranti e in procinto di staccarsi, ma strinsi i denti. Dovevo assolutamente farcela. Per mia fortuna così fu: l’alga mi mollò improvvisamente e saltai agilmente sul piccolo pontile per poi tornare sulla terra ferma.

 

Angolo autrice:

innanzitutto ringrazio coloro che hanno trovato qualche minuto per leggere questo capitolo nonostante fuori il sole picchi e inviti ad uscire …

Comunque, passo subito alle risposte:

Dreaming_Archer: per quanto riguarda l’uscita dal labirinto, è effettivamente un errore mio: Rhon non poteva sapere che era la fine del labirinto. Cerco sempre di calcolare tutto, ma purtroppo qualcosa mi sfugge …

 

Warlock: sono contenta che gli episodi di azione dello scorso capitolo ti siano piaciuti, spero che siano di tuo gradimento anche questi …

Per quanto riguarda la frase “incriminata” ti consiglio di leggere la risposta che ho dato a Dreaming_Archer.

Invece, per la paura provata da Rhon … è vero che è un Drow potente e malvagio, ma non è una macchina.

 

Ely79: per quanto riguarda gli errori sulle particelle pronominali, cerco di fare il possibile, ma alcuni sfuggono inevitabilmente al mio controllo … spero che questo capitolo sia migliore anche da questo punto di vista

 

Raukath: mi piace molto lasciare i capitoli così in sospeso … lo so, sono cattiva, ma se non altro ci si incuriosisce e si è spinti più volentieri a leggere … spero che anche questa nuova avventura di Rhon ti piaccia …J

Per quanto riguarda la tua storia, la leggo davvero volentieri perché la trovo stupenda!

 

Data81: sono davvero felice di avere un nuovo lettore!!

Procediamo con ordine, perché vorrei rispondere a tutto. Allora, innanzitutto ho proposto questa storia direi abbastanza diversa dalle solite storie fantasy grazie al personaggio di Rhon, proprio perché volevo scrivere qualcosa di un po’ originale. Pensandoci bene, in quante storie il protagonista è di indole malvagia? Io almeno, non ne ho letta nessuna …

Per quanto riguarda la cosa che hai detto sui coltelli, io non potevo proprio saperlo, quindi ho inserito i coltelli perché secondo le mie conoscenze non ci ho trovato nulla di impossibile, invece sul fatto degli dei che ha pregato Rhon, non ci avevo proprio pensato … sarà per la prossima volta …

Il ragazzo che Rhon ha incontrato nei primi capitoli, nonostante non si sia ancora rivisto, vedrete cosa succederà … non voglio anticipare nulla.

Grazie per i complimenti e continua a leggere, mi raccomando! Ciao, ciao

 

Valerie_Laichettes: sono contenta che i capitoli precedenti ti siano piaciuti e soprattutto ti ringrazio per trovare il tempo di recensire la mia storia nonostante tu sia in vacanza, te ne sono davvero grata!

Non preoccuparti: le avventure di Rhon sono ancora tante!! Siamo solo all’inizio …

   
 
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