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Autore: NeverThink    02/08/2010    9 recensioni
Per quanto si sforzi di essere carina nei gesti, nelle parole, Meredith non fa che complicare le cose.
E’ più forte di lei, non può controllarlo.
Cerca di essere il più naturale possibile, ma non ci riesce. Per quando cerchi di essere se stessa, appare sempre quella che non è. Scontrosa, cattiva, noiosa, antipatica… vuota.
«Credo di essermi innamorata di te.»
NdA. Questa non è una fiction vera e propria. Sarà una raccolta di scene. Frammenti di vita dei personaggi. Non avrà una trama unitaria ed eventi consequenziali. Spero sia di vostro gradimento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Per te.
Perché sei mia amica.
Perché non mi lasci sola.
Perché sei speciale ed unica.
Perché ti voglio bene, Kate.

 

 

 

Pace

 

 

~Pace cercare solamente un po’ di pace
Per chi non parla e per chi troppo dice
Così che ogni momento sia felice
Sapessi amore mio come mi piace
Quando mi dici ti amo sottovoce
Perché la vita sai va via veloce
E viverla con te mi fa felice.~

 

 

Per quanto si sforzi di essere carina nei gesti, nelle parole, Meredith non fa che complicare le cose.
E’ più forte di lei, non può controllarlo.
Cerca di essere il più naturale possibile, ma non ci riesce. Per quando cerchi di essere se stessa, appare sempre quella che non è. Scontrosa, cattiva, noiosa, antipatica… vuota.
Vorrebbe dimostragli che non è così, ma non fa che peggiorare la situazione già complessa.
Vorrebbe mostrargli chi è realmente, ma non ci riesce. Qualcosa la blocca impedendole di essere la Meredith di sempre. E’ frustrante e la gelosia non fa che peggiorare le cose.
Sì, per quanto si sforzi di non ammettere a se stessa ciò che il suo cuore canta, Meredith è gelosa.
E’ gelosa perché mille altre persone possono avere ciò che lei cerca di conquistarsi. Che non sta solo nell’accarezzargli la guancia e baciargli le labbra, ma nel poter dialogare di qualsiasi cosa, con naturalezza, limpidezza, trasparenza. E si odia per questa sua incapacità di non riuscire a rapportarsi agli altri, nonostante i suoi diciannove anni.
Vorrebbe essere come le sue amiche: fiere, indipendenti, socievoli.
Durante la sua adolescenza a dovuto lottare contro se stessa, cercando di migliorare, delle volte modificare, quel suo pessimo lato, quella sua timidezza che le impediva di essere se stessa con tutti, sempre.
Cos’ha, in fondo, lei che non va?
Mille domande non fanno che affliggerla, mentre si porta una ciocca di capelli dietro un orecchio e guarda il buio pesto, fuori dal finestrino. L’auto radio diffonde le note di Sometimes You Can’t Make It On Your Own degli U2 e Liam non fa che battere il tempo sul manubrio dell’auto. La fredda aria serale -grazie al finestrino aperto- le carezza il viso e le frusta i capelli scuri sul viso.
Nessuno fiata e, in questo momento, Meredith non fa che odiarsi di più. Non solo perché non riesce a dare il via ad una conversazione, ma soprattutto perché sa che con Liam è una causa persa. Lui le avrebbe già mostrato un interesse se ci fosse stato. E questo, non è accaduto.
Chiude gli occhi e sospira, chiudendo il finestrino perché i capelli non fanno che finirle davanti agli occhi.
Quando li riapre nota Liam rivolgerle frequenti e fugaci occhiate.
Lo stomaco della ragazza comincia a contorcersi e sembra che voglia risucchiarla. Si volta, ma sa che non dovrebbe farlo. Il suo viso, i suoi occhi color del mare non fanno altro che disarmarla rendendola vulnerabile, facendole sognare un mondo in cui le cose andavano secondo il suo volere.
«Tutto okay?» chiede Liam corrugando la fronte.
Meredith sente la bocca secca e aspetta qualche attimo prima di rispondere. «Sì.» mormora con la lingua impastata.
Lui annuisce piano, ma non le chiede più nulla.
Stupida!, si sgrida lei. Stupida!
«Wanda come sta?» chiede poi lui e il cuore di Meredith incespica, dolorante.
Deglutisce rumorosamente, conscia però che Liam non può sentirla.
Wanda. La sua migliore amica. Amica di Liam. Meredith è convinta che per lui non è solo amicizia.
Quel pensiero le procura una fitta, una lenta pugnalata in pieni petto.
«Bene.» risponde la ragazza abbassando lo sguardo e giocherellando con la lunga collana.
«Quando torna?»
«Fra un paio di giorni.» risponde atona.
Lui non risponde immediatamente. Si limita a guardarla con la coda dell’occhio, prima che lei volti il capo e torni a guardare oltre il finestrino.
«Okay.» mormora infine, tornando a guardare la strada.
Wanda è partita per alcuni giorni. E’ andata a trovare sua nonna. E manca ad entrambi.
Questa sera Meredith, Liam ed alcuni amici sono usciti. E per grande fortuna di Meredith, o sfortuna, lei si è ritrovata sola con lui.
E’ combattuta. E’ affranta, conscia di essere una totale inetta nei rapporti umani.
Non fa che chiedersi perché per gli altri non sia problema, cos’hanno gli altri di diverso da lei. Cosa le impedisce di rapportarsi come vorrebbe, di essere se stessa.
Per il resto del viaggio, rimangono in silenzio. Un silenzio che, Meredith, avverte come opprimente ed imbarazzante. Vorrebbe riempirlo, ma non sa come. Teme di rendersi più ridicola di quanto già è.
Le luci si fanno sempre più forti, mano e mano che i due entrano in paese.
Lei non fa che rivolgere fugaci occhiate a Liam, ed osservarlo con la coda dell’occhio, come sempre.
E’ bello Liam, e non sa come ha fatto a rendersi conto solo ora di quanto la sua anima lo anelasse. Ama i suoi occhi turchese, i capelli biondi che gli carezzano la nuca, le labbra piene, la pelle chiara, il fisico atletico ed asciutto.
«Ti accompagno a casa, no?»
«Sì.» dice lei con tono indecifrabile e per alcuni istanti gli occhi di lui indugiano confusi nei suoi.
Stupida. Stupida. Stupida, non fa che ripetersi. Morirai sola. Con trentatré gatti e gli Alsaziani a nutrirsi dei tuoi resti. Sola.
La macchina ad un tratto si ferma e, in un primo momento, Meredith non capisce perché. Poi alza lo sguardo, guardandosi intorno.
«Oh. Siamo arrivati.» mormora. China per un memento il capo, lasciando che i capelli le finiscano davanti al viso, come i sipari di un teatro, e impedendo a Liam di vederla. Serra gli occhi. Gli riapre a si volta verso il ragazzo e tutto accade tanto velocemente che l’è impossibile assimilare il tutto, subito.
Le labbra di Liam sono su quelle di Meredith.
Il cuore, all’istante sembra scoppiarle, palpitante d’amore e trattiene il respiro, mentre una miriade di farfalle spiccano il volo all’interno del suo stomaco.
Piano diversi particolari le si fanno più chiari. Sente una mano di Liam premere sul suo braccio e l’altra carezzarle l’incavo del collo.
Le labbra di lui, piano, si muovono su quelle di Meredith .
Sotto il tocco leggero di Liam lei freme. Si accorge di aver trattenuto il respiro. Dischiude ancor di più le labbra, respirando. Il bacio si fa più intenso ed è come se il corpo di Meredith prendesse fuoco, all’istante. Ogni fibra del suo essere è proiettata verso Liam e così, gli circonda le spalle, stringendolo a sé.
Le mani di lui si muovono velocemente sul suo ventre piatto, sopra la leggera camicia. Si sporge sul sedile di lei, che si poggia allo sportello, lasciandosi guidare dalle sue labbra. Le dita di Liam si muovono frenetiche, sbottonando un paio di bottoni della camicetta di Meredith. Una sua mano, calda, le carezza il ventre, lasciando una scia lavica sulla pelle di lei.
Meredith freme ancora, mentre Liam le bacia il collo, disegnando mappe invisibili con il suo respiro.
Lei chiude gli occhi imprimendo nella mente quelle sensazioni tanto agognate.
Liam le bacia la base del collo, fermando la sua mano, ancora sotto il tessuto, sul fianco di lei. Poggia il viso sulla spalla di Meredith.
Per alcuni istanti restano in quella posizione. La ragazza è incapace muoversi. Non ha ancora realizzato ciò che è successo e fatica a crederci. Il cuore galoppa e il respiro è troppo veloce ed irregolare per essere controllato.
Piano, col dolcezza, Liam le bacia ripetutamente l’incavo del collo beandosi del profumo dei suoi capelli.
«Parla, Meredith.» soffia sulla sua pelle accaldata. «Ti prego, parla.»
Lei non risponde subito. Ci sono parole che le vorticano in testa. Ma si arrende. Chiude gli occhi e sospira. «Credo di essermi innamorata di te.» mormora, e il cuore le salta in gola.
Liam non risponde. Poggia le labbra sulla pelle di lei, chiudendo gli occhi.
«Da quanto?» chiede in un sussurro.
«Da un po’.»
«Un po’ quanto?»
«Okay, da molto a un po’.» ammette lei in un sospiro, giocando con una ciocca di capelli di Liam,
Lui sorride. «Perché non me l’hai mai detto?»
«Timore.»
«Di cosa?»
A questo punto, non ha più senso mentire e le parole le escono fuori come una cascata. «Di rovinare tutto. Di non riuscire ad essere all’altezza, di essere crudelmente rifiutata. Non sono nessuno, Liam.»
Il ragazzo corruga la fronte, mettendosi a sedere, allontanandosi così da Meredith, la cui pelle piange il contatto.
«Stai scherzando, vero?»
«No.» ammette lei avvampando di rossore.
Lui le prende in viso fra le mani e la guarda negli occhi.
Meredith non sa che aspettarsi. Trattiene il respiro in ansia, incapace di muovere ancora un solo muscolo.
«Tu all’altezza? Oh, piccola, temo di non esserlo io. Spero davvero tu non sia nessuno per gli altri.» mormora sorridendo e qualcosa nel petto di Meredith si rompe, con lo stesso suono del vetro infranto.
Lei lacrime le inumidiscono gli occhi.
Poi lui le bacia le labbra morbide e sa che non vorrebbe altro, né in quel momento, né il girono dopo e quello dopo ancora.
 «Perché sei tutto per me, Meredith.»
«Ci vediamo domani?» chiede lei col cuore che scoppia di gioia.
«Sì. Ti passo a prendere alle nove.»
«Buona notte.» mormora lei avvicinandosi al suo viso.
Liam preme il palmo della sua mano sulla guancia di Meredith, baciandole con estrema dolcezza.
«Sogni d’oro.»
E così Meredith scende dall’auto.
Negli occhi, l’amore.

 

   
 
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