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Autore: Lady Memory    02/08/2010    10 recensioni
Un prologo e nove frammenti della vita di Severus Snape legati da un filo molto particolare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che non mi hai detto

Le parole che non mi hai detto

by Lady Memory


Disclaimer: è tutto suo, nel caso ci fossero dubbi.


Ancora grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix e a tutti coloro che mi hanno letto e mi leggeranno. Mi scuso per il ritardo, ma ho dovuto lottare parecchio per sistemare quei fastidiosi codici errati che continuavano a saltare fuori. Ringrazio  SnapEly per avermelo detto (io ho un Mac e sul mio browser non si notavano). Ringrazio inoltre sempre SnapEly e JuliaSnape per i loro gentili commenti.


... 9 ...


Il ragazzo era di fronte a lui adesso, vicino come non era mai stato prima. E Severus era ormai indifeso ed esposto come non si sarebbe mai aspettato di essere.


Il morso del serpente era stato feroce, un'infusione di veleno che scorreva nel sangue come un torrente di fuoco, incendiandogli il corpo di dolore. Non si era aspettato riconoscenza dal mostro inumano che aveva servito in tutti quegli anni solo per riuscire a trovare l'occasione di tradirlo. Ma, se doveva morire, aveva sperato almeno in una morte da uomo, non dimenticato in una sudicia tana sotterranea.


Eppure, in tutto questo, una consolazione c'era. Il ragazzo era riuscito ad arrivare fin lì. Guidato da qualche potere misterioso, era apparso inaspettatamente da sotto il Mantello dell'Invisibilità, e il buio della caverna era sembrato illuminarsi di colpo. Severus non sarebbe morto solo.


Il ragazzo percepiva i pensieri di Voldemort. E chissà, forse il ragazzo sarebbe riuscito a percepire anche quello che le labbra tremanti di Severus non riuscivano a dire. Immobile nel suo sangue, Severus lo guardò, mettendo tutta la sua disperazione in quello sguardo.


Il ragazzo esitava. Non si fidava, ovviamente. Severus aveva lavorato fin troppo bene contro sè stesso. Forse, un domani, il ritratto di Albus avrebbe spiegato tutto al ragazzo... se il domani fosse arrivato e il ragazzo fosse riuscito a sopravvivere. Severus sentì un moto di rabbia. Il ragazzo doveva sopravvivere! Anche se Albus l'aveva condannato, il ragazzo doveva sopravvivere per portare a termine il compito che in tutti quegli anni Severus aveva ritenuto suo, la sua espiazione in memoria di Lily e la sua vendetta contro colui che l'aveva uccisa. Il ragazzo doveva sopravvivere perchè era l'ultima parte di Lily che ancora viveva sulla terra. E forse, chissà, un giorno si sarebbero ritrovati tutti insieme...


I suoi pensieri si fecero incoerenti. Poi, con uno sforzo terribile, Severus ritornò nella stanza buia.


Il ragazzo era curvo accanto a lui, adesso, e continuava a fissarlo senza parlare. Questo... questo non era giusto. Le pupille morenti di Severus si sforzarono di mandare un messaggio. Il ragazzo doveva capire. Il ragazzo doveva sapere. Morto Severus, non avrebbe più avuto un protettore. Avrebbe dovuto decidere da solo. Per un'unica, ultima volta, Severus si ribellò al suo vero padrone e decise di rivelare ciò che Dumbledore aveva nascosto sotto il sigillo della segretezza. Il ragazzo doveva vivere, questo solo contava.


E soprattutto, il ragazzo doveva sapere.


Severus non poteva abbandonare il mondo senza la speranza che almeno qualcuno conoscesse la verità. Tentò ancora di radunare i suoi pensieri. Sì, aveva ancora un mezzo per supplire alla sua mancanza di forze.


Affannosamente, in un rantolo quasi inintellegibile, mormorò, "Prendi... prendi..."


La sua mano si aggrappò al bavero del ragazzo. In fretta, doveva fare in fretta, finchè aveva ancora un barlume di lucidità, finchè il dolore non...


I ricordi fluivano copiosi. Perso nel verde luminoso di quegli occhi, Severus concentrò la sua memoria sull'unico essere che avesse mai contato nella sua vita. Lasciava al ragazzo il suo tesoro, un tesoro che apparteneva ad entrambi. Da adesso in poi, Lily sarebbe vissuta nella mente di suo figlio. E tuttavia, una disperazione struggente lo avvolgeva, attirandolo verso il buio: il ragazzo non parlava.


Il ragazzo reagiva in silenzio, prendendo una fiala apparsa dal nulla per riempirla di quelle ultime ombre preziose, ma il suo sguardo era ancora diffidente, e la sua bocca era chiusa.


Perchè non chiedeva? Non capiva che presto sarebbe finito tutto? Perchè non... una parola... nemmeno adesso... il freddo... era così freddo... dove era il...


Gli occhi si velavano nel passaggio supremo. Il verde luminoso che gli aveva fatto da guida fino a quel giorno sbiadiva inesorabilmente nelle nebbie dell'agonia. Disperato, Severus  tentò per l'ultima volta.


"Guar...da...mi", sussurrò.


E poi parlarono solo i suoi occhi.


Guardami. Lascia che la mia anima si manifesti a te.


Spasmodicamente, la sua mano strinse ancora la stoffa del bavero, come a cercarne il calore.


Aiutami. Dimmi che non sto morendo invano.


Stupito per la forza di quelle dita esangui, il ragazzo si accigliò e concentrò il suo sguardo nell'abisso di quelle pupille senza luce che fissavano le sue.


Parlami... Ti prego: almeno tu, dimmi le parole che aspettavo da sempre.


Ma nessuna risposta giunse a confortare il morente, e Severus lasciò ricadere il capo, deluso, sconfitto, spaventosamente solo. Il silenzio non era mai stato così pauroso, nè il buio più oscuro o la sua angoscia più grande.


Ed ecco, una luce parve manifestarsi, erompendo trionfante dalle tenebre sempre più fitte.


"Benvenuto, Severus Snape," disse una voce sconosciuta, ma piena di tenerezza.


Avvolta in un'aura di indescrivibile luminosità, una creatura di incomparabile splendore lo guardava sorridendo. L'intensità della luce che la circondava era così vivida da risultare quasi intollerabile per le pupille indebolite dell'uomo che la contemplava stupito.


Il ragazzo era scomparso, cancellato da quella luminosità sconcertante, così come le pareti terrose che lo avevano sovrastato fino a quel momento. Esausto, confuso, la mente annebbiata da un dolore che non riusciva più a controllare, il corpo in preda a un torpore mortale, Severus cercò di dare forma ai suoi pensieri.


"Chi sei?" chiesero le sue labbra senza muoversi. La creatura sorrise il suo ineffabile sorriso luminoso.


"Nessuno che tu conosca," mutamente gli rispose, e Severus annuì, perdendosi in quello sguardo raggiante.


Ma i battiti del suo cuore stavano ormai rallentando e la sua anima tremò, trovandosi vicina a sciogliere gli ultimi legami col corpo.


L'orrore lo assalì.


"Dimmi tu le parole," implorò allora con le sue ultime forze, sentendo il suo spirito sparire in un gorgo buio.


La creatura sconosciuta sembrò esultare di gioia immensa. Raggi sfolgoranti avvolsero l'uomo morente e lo sollevarono in un abbraccio di luce.


"Non aver più paura," la voce mormorò. "Sono qui per te."


E con un ultimo scintillante respiro, "Ti voglio bene."


"Ti voglio bene", ripetè la mente di Severus Snape, abbandonandosi alle sensazioni dolcissime che lo avvolgevano, e ad una felicità mai provata prima. "Sì. Queste sono le parole. Le parole che nessuno mi ha detto."


 "Allora vieni con me, Severus Snape. Ti stavamo aspettando."


La mano che stringeva il ragazzo abbandonò la presa, e il buio avvolse misericordioso la figura immobile a terra. Nel silenzio, tre piccole forme oscure lasciarono la stanza senza voltarsi indietro.



FINE

  
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