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Autore: _Whatsername_    04/08/2010    3 recensioni
Guardandolo da fuori si poteva vedere solamente un ragazzo, senza espressione, che camminava fumando una sigaretta e cercando di non pensare, ma dentro, dentro era come se fosse scoppiata una bomba atomica.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saaalve gente di mare!! (Boh)

Bene, ecco postato il secondo capitolo di questa storia :D

 Buona lettura!

Il vento si era placato, gli alberi erano immobili, e la città era avvolta in un silenzio tombale.

Il cielo era di un colore indefinito, grigio tendente al nero, con sfumature violacee, in qualche modo quel colore rappresentava quello che c’era dentro il giovane cantante che osservava da una piccola finestra la città che lo aveva fatto sorridere, amare, sperare, ma anche soffrire terribilmente. Trè era stato molto gentile a farlo rimanere a casa sua quella notte e aveva preparato per lui la camere degli ospiti.

La sua mente stava elaborando migliaia di pensieri, parole, sussurri che gli invadevano la testa facendolo quasi urlare.

Basta, era stanco di dover soffrire, era veramente stanco di dover vivere con indosso una maschera. Quando era con Mike tutto era semplicemente stupendo, ma allo stesso tempo era qualcosa che gli faceva male, che lo logorava e lui soffriva in una maniera inimmaginabile.

Si accese l’ennesima sigaretta, sperando che potesse distrarlo.

All’improvviso nella sua testa scattò qualcosa, guardò in basso e calcolò mentalmente quanti metri lo distanziavano dal terreno, circa 5.

“Tanto ormai non ho più nulla de perdere, Mike scioglierà la band e non mi vorrà rivedere mai più. La mia vita è uno schifo e io non posso sperare di andare avanti senza di lui”

Quello fu il suo ultimo pensiero coerente. Si alzò in piedi e salì sulla finestra. Respirò forte dando un’ ultima occhiata a quella maledetta città.

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

Maledizione!

Decise di non rispondere sperando che l'amico se ne andasse e tornò a fissare il vuoto sotto di lui.

Un alto suono provenne dalla porta.

- Hey Billie.. Senti.. volevo solo parlare, non mi va di lasciarti in questo stato..- La voce si Trè tremava, quasi avesse sapesse che cosa stava per accadere. Non udì alcuna risposta, cominciò a preoccuparsi. Non era possibile che dormisse già, distrutto com’era sicuramente si stava facendo male da solo continuando a pensare. Decise di aprire la porta piano, guardò verso il letto ma lo vide vuoto, alzò la testa e rimase atterrito a guardare il suo amico in piedi sulla finestra.

-Oddio Billie! Non..-

Ma in quel momento il cantante fece un salto sparendo agli occhi terrorizzati del batterista.

Mentre cadeva vide un volto, un ragazzo.

Mike.

Poi fu buio.

 

                                                                                               ********************

 

La luna illuminava l’ombra di un giovane dai capelli biondi che camminava per la strada, era indirizzato verso quella che chiamava casa.

Era un codardo, il più grande codardo del mondo. Billie, il suo migliore amico, quello che considerava un fratello, gli aveva detto di essere innamorato di lui. E lui era fuggito. Com’era potuto succedere? Era impossibile immaginarselo dal suo punto di vista. Eppure era accaduto, le parole del cantante erano reali.. e lo trafiggevano.

Non lo sconvolgeva il fatto che fossero dello stesso sesso, perché Billie era già stato con altri ragazzi, ma il fatto che fosse innamorato proprio di lui, questo era incredibile. Gli vennero in mente immagini e spruzzi di ricordi, tutti i sorrisi più belli che si erano scambiati, tutte le attenzioni che il moro gli aveva riservato, il modo in cui lo guardava. Ora capiva tutto. Ora capiva il motivo dei suoi musi quando portava le ragazze a casa e le faceva restare la notte. Ora capiva il motivo della sua gelosia, gli sguardi pieni d’odio che lanciava a tutti quelli che entravano in intimità con lui. Ora era tutto chiaro.

Ma lui non lo amava! Almeno non in quel senso. Gli voleva bene certo, ma poteva vivere senza di lui, ne era certo. Immaginò un mondo senza Billie Joe.. era strano, vuoto, ma non impossibile.

Si accorse di aver imboccato Peralta Street e vide in lontananza la casa.

Sperò con tutto il cuore che il moro non ci fosse, che fosse andato a ubriacarsi.. non voleva farlo stare male. Non era riuscito a dirgli nulla, era solo scappato come un coniglio. Per non doverlo affrontare, per non dover guardare in quegli smeraldi che, lo sapeva, lo avrebbero distrutto.

Un forte trillo lo distrasse dai suoi pensieri, si tastò le tasche e ne tirò fuori il cellulare, che sembrava impazzito.

-Si?- Rispose calmo, con una voce stanca.

-Mike cazzo, vieni immediatamente in ospedale!- La voce di Trè lo stordì, urlava, ed era terrorizzato. Mike si riprese all’istante.

-In ospedale? Che cazzo è successo?- Spalancò gli occhi e una morsa gli attanagliò lo stomaco. La sua mente pensò subito al peggio

-Billie si è.. Cazzo vieni e basta! Muoviti!- Detto questo chiuse la chiamata.

Billie? Che cazzo aveva combinato quel coglione? Si immobilizzò, le game gli diventarono molli, non voleva neppure immaginare che cosa fosse successo.

Rimase in quello stato per qualche secondo, poi si fiondò nell’auto parcheggiata vicino alla catapecchia. Vi saltò dentro e si mise immediatamente in strada, era spaventato a morte da quello che poteva essere successo, si immaginò Billie ricoperto di sangue o con la bava alla bocca per un overdose. Tutte e due le immagini lo fecero rabbrividire.

10 minuti dopo era all’ospedale.

Corse veloce all’entrata, domandando alle infermiere.

-Billie Joe Armstrong? Lo stanno operando d’urgenza. Deve attendere in sala d’aspetto.-

A queste parole il bassista quasi svenne. Camminò con fretta fino alla sala indicata dall’infermiera, dove trovò Trè che si dondolava piano su un seggiolino logoro con lo sguardo perso nel vuoto.

Si avvicinò e si sedette a fianco a lui.

-Trè, che diavolo è successo..- Aveva una paura tremenda della risposta, ma lo doveva sapere.

Il batterista voltò la testa e lo guardò fisso negli occhi.

-Mike.. Sei un coglione, sei il più grande coglione che io abbia mai conosciuto, è colpa tua se adesso Billie è in quella fottuta stanza, con quei fottuti medici di cui non mi fido neanche un po’.. e ho paura Mike, ho paura che Billie non ce la faccia.-

Il bassista si sentì morire. Era colpa sua, solo colpa sua.

-Ma.. Cos’ ha fatto?-

Trè gli rivolse uno sguardo triste.

-Si è buttato dalla finestra di casa mia.-

Il cuore di Mike smise di battere per qualche secondo, gli mancava l’aria.

Billie Joe aveva tentato di uccidersi.

Billie Joe, il ragazzo più forte e divertente che lui avesse mai conosciuto aveva tentato il suicidio? Per colpa sua? Perché era fuggito? Perché non aveva provato a consolarlo e non gli aveva detto una parola. Sentì che stava per scoppiare. Billie lo amava a tal punto da mettere fine alla propria vita per lui.. e lui era fuggito. Lo aveva lasciato solo. Soltanto ora capì quanto coraggio avesse avuto il suo amico per dirgli una cosa simile, per quanto aveva represso i suoi sentimenti.

Aveva vissuto con lui, aveva assistito a tutte le sue conquiste senza dire una parola. Si sentì un verme, un maledetto verme.

Sentì la nausea che lo avvolgeva e quella morsa nello stomaco che non accennava a dissolversi, tutto si fece confuso, gli girava la testa.

Aveva voglia solo di vomitare, ma non lo fece, voleva restare seduto su quel dannato seggiolino schifoso finchè non gli avessero detto che no, Billie non li avrebbe lasciati, solo allora si sarebbe concesso di stare male.

Scese un silenzio tombale, i due restarono seduti in silenzio per minuti che si trasformarono presto in ore, aspettando che qualcuno dicesse loro se il moro ce l’avrebbe fatta.

Il sole cominciava a sorgere. Erano rimasti in quella sala tutta la notte senza dire una parola, senza dormire.

Dalla piccola porta di fronte a loro uscì un medico che si guardò attorno, si avvicinò a lui una donna che gli indicò il punto dov’erano seduti Mike e Trè. L’uomo si avvicinò con un’ aria molto stanca. I due si alzarono immediatamente in piedi con delle facce distrutte.

-Voi siete gli amici del signor Armstrong?-

-Si.. Come.. Com’è andata l’operazione?- Disse Mike tutto d’un soffio.

-E’ andata bene, è fuori pericolo.-

I due si guardarono con un'espressione indecifrabile.

La felicità fu così immensa da rallegrare anche il medico e le infermiere. Mike si sentiva rinato, non era mai stato più felice di sentire quelle parole, tutte le sue membra di distesero e sentì un dolce tempore all’interno di sé. Trè sfoggiava il suo sorriso migliore, macchiato da lacrime di felicità che sgorgavano incessantemente. Anche Mike si ritrovò a piangere, lacrime di gioia e di speranza. Non aveva mai provato quelle sensazioni. All’improvviso dentro di lui sentì qualcos’altro, qualcosa che lo stava scaldando completamente, aveva solo voglia di vedere Billie, di abbracciarlo..

Pensò alle parole che gli aveva detto, che quando stava con lui si sentiva bene, sentiva un calore all’interno, si rese conto che in quel momento anche lui lo sentiva.

 Ma.. Allora provava anche lui quello che provava il cantante? La certezza di considerarlo solo come un amico cominciò a svanire e sentì di nuovo quella morsa allo stomaco. Riprovò ad immaginare un mondo senza Billie Joe, ma vide solo nero. Capì di non poter vivere senza di lui, di volerlo sempre accanto a sé. Quindi.. lo amava?

 

 

Continua…

Ed eccoci alla fine del secondo capitolo...

Se vi è venuto un infarto per Billie, mi dispiace xD

Vorrei ringraziare chi ha commentato lo scorso capitolo. Elo_Minority e FrankieFuse Grazie! *_*

In particolar modo Livin Derevel, sappi che adoro come scrivi!

Bene, detto questo, vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo, che sarà anche l'ultimo! Mi raccomando, lasciate un commento, i consigli e le critiche sono ben accetti per migliorare. Ciaoo!!

 

  
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