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Autore: Layra Luin Isil    04/08/2010    2 recensioni
Questa è la storia del mio Custode Grigio, Ashalind Cousland, liberamente ispirata al videogioco Dragon Age: Origins.
Le vicende del viodeogioco ci raccontando solo una minima parte di quello che può essere successo ai nostri personaggi preferiti: il mio intento è proprio quello di appofondire queste "lacune" se così vogliamo dire, dando maggiore risalto  ai rapporti tra le persone e alle vicende di vita quotidiana.
Spero di non annoiarvi e che vi piaccia quello che mi appresterò a raccontarvi.

Al momento sto ricontrollando tutti i capitoli che ho pubblicato fino ad ora: ci sono state correzioni ortografiche, aggiunta di nuove descrizioni e dialoghi...
Spero che vi piacciano.

CAPITOLI RICORRETTI
1. Inizio di una storia
2. Dispetti
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Duncan e la nuova recluta erano finalmente arrivati ad Ostagar. Era una costruzione enorme che risaliva ai tempi dell'Impero del Tevinter. Ashalind si fermò un momento, come per riprendere fiato: Ostagar si ergeva proprio sopra di lei.
Gli archi, i pinnacoli e le torri si innalzavano ad altezze sorprendenti come a voler toccare il cielo. La pietra, nonostante le intemperie, mostrava ancora un colore lucido e chiaro a metà tra il bianco e il celeste.
Ashalind si avvicinò all'entrata seguita da Duncan e osservò l'interno dell'edificio: vi era veramente un gran viavai di persone con la tipica veste del Circolo dei Magi e soldati e devoti della Chiesa. Il pavimento, per quanto avesse potuto mai esserlo, era pulito. Prima di poter piazzare le tende quel luogo doveva esser stato ripulito da cima a fondo.
La ragazza si sentì sfiorare una mano, si trattava di Erik.
“Oh, cucciolone...” disse rivolgendosi al mabari che la stava fissando con un'immensa tristezza negli occhi “per ora non possiamo ritornare a casa, ma ti prometto che quando le cose si saranno sistemate lo faremo”
Erik continuò a strofinarle addosso il suo muso uggiolando, poi le afferrò con la mandibola una punta del mantello di lana per convincerla ad entrare “Aspetta un momento, Erik. Vorrei dire una cosa a Duncan...”
“Dimmi ragazza” iniziò l'uomo attendendo una risposta.
“Ecco... sono molte le mie preoccupazioni: Arle Howe saprà sicuramente che i figli dei Cousland sono scampati a quella strage e penso di essere una figura che spicca troppo... vorrei far qualcosa per rendermi il meno evidente possibile... Ho già tagliato i capelli, ma non mi sembra sufficiente...”
“Quando intraprenderai la tua esperienza su un vero campo di battaglia cambieranno in te molte cose: sia fuori che dentro di te. Ma se per sentirti più al sicuro vuoi ricorrere a qualche espediente immediato, penso che dei tatuaggi sul volto potrebbero attenuare un po' i tuoi tratti” rispose reggendosi il mento con la mano “il tempo contribuirà al resto...”
“Grazie del consiglio, e un'ultima cosa... vorrei chiedervi di mantenere il silenzio sulla mia identità. Ho paura delle conseguenze che potrebbero esserci nel caso si spargesse la voce che la figlia del Teyrn Cousland fosse arrivata sana e salva ad Ostagar” continuò la ragazza mordendosi nervosamente il labbro.
“In ogni caso, Re Cailan si trova qui e verrà a darci il suo benvenuto e potresti chiederlo anche a lui” riprese il Custode “comunque non ho nessun problema a mantenere questo segreto”
“Grazie Duncan, grazie di cuore” disse infine Ashalind stringendo una delle mani mani scure dell'uomo.
Il Custode sorrise gentilmente e posato un braccio sopra le spalle della ragazza per rassicurarla, i due si avviarono all'incontro con il Re.


“Finalmente avrò il piacere di spargere sangue insieme al grande Duncan dei Custodi Grigi” disse il Re battendo una mano sulla spalla del Custode Grigio.
Re Cailan era un giovane dal carattere allegro e positivo: bastava poco per accorgersene e inoltre aveva anche una grande stima per il Custodi.
Era un uomo piuttosto alto, dai lineamenti fini, seppur virili allo stesso tempo. I capelli lunghi biondi e due occhi azzurri che erano lo specchio della sua anima.
“E questa è la vostra nuova recluta? Aspettate un momento” continuò scrutando la ragazza da capo a piedi “avete un'aria vagamente familiare, siete per caso la figlia di Teyrn Cousland?”
Ashalind guardò per un momento Duncan alzando un sopracciglio e pensò, te lo avevo detto, l'altro in tutta risposta si limitò a scrollare leggermente le spalle.
“Si vostra maestà” la ragazza abbassò il capo in segno di riverenza.
“E vostro padre come sta?”
Ecco la fatidica domanda...
Sarebbe arrivata giustamente prima o poi, Teyrn Bryce viaggiava molto per questioni diplomatiche e ogni tanto incontrava persino il Re.
“Vostra Maestà... mio padre e tutta la mia famiglia sono stati sterminati dai soldati di Arle Howe” forse avrebbe dovuto utilizzare più tatto, ma come si poteva alleggerire il peso di una simile notizia: specialmente quando i Cousland erano una famiglia così bene stimata in tutto il Ferelden.
“Arle Howe? Ma come?” le parole di Re Cailan uscirono strozzate.
“Si, Vostrà Maestà è la cruda verità” continuò abbassando il capo.
Gli occhi esterrefatti del Re scivolarono da Ashalind a Duncan, che annuì in conferma di quanto era stato appena detto.
“Appena volteremo la pagina riguardante i Prole Oscura, vi prometto che faremo giustizia. Mi spiace, ma fino a quel momento non posso fare altro che porgervi le mie più sentite condoglianze”
Ashalind osservò il Re, era vero quello che stava dicendo: non avrebbe potuto fare niente prima di aver sconfitto la Prole Oscura.
“Grazie Vostra Maestà. Se possibile vorrei chiedervi una piccola cortesia...”
“Sarò ben lieto di fare il possibile. È il minimo dopo quello che avete subito...” la costernazione e il dispiacere erano sinceri, glielo si poteva leggere sul viso.
“Vorrei chiedere di manteneste il segreto sulla mia sopravvivenza e sulla mia presenza qui ad Ostagar, ufficialmente la figlia del Teyrn è scomparsa. Ho paura di poter essere riconosciuta, Arle Howe saprà sicuramente della mia fuga e... la prudenza, ora come ora, è la mia priorità”
Re Cailan continuò ad osservare quella giovane disperata che aveva di fronte e cercando di infonderle coraggio le appoggiò una mano sulla spalla e disse “Avete la mia parola...”
“Spiacente di non poter prolungare oltre la mia presenza ma devo discutere i piani della battaglia con Loghain. A presto allora”
Re Cailan se ne andò mentre la recluta e il Custode incrociavano i loro pugni sul petto.
I due cominciarono a riavviarsi quando Ashalind si fermò di scatto “Per tutti io mio chiamo Erin, vengo da Altura Perenne e sono figlia di persone umili. Intesi?”
Lo sguardo di Duncan si trovava a metà strada tra confusione e dubbio “Va bene, va bene Erin. Andiamo”

Duncan la lasciò all'inizio del ponte prima di dirle “Appena puoi cerca un Custode Grigio di nome Alistair. Ti aiuterà a prepararti per i rito dell'Unione che si svolgerà di qui a pochi giorni prima della battaglia. Riposati pure ora, che te lo meriti”
Ashalind fece qualche passò sul ponte e si soffermò sul paesaggio che la circondava. L'aria fredda è scompigliò il caschetto di riccioli neri della ragazza, i monti che circondavano l'antica fortezza del Tevinter erano completamente innevati.
Un brivido le percorse la schiena, lì il clima era più freddo rispetto a quello mitigato dal mare sottostante Altura Perenne.
“Ti piace qui Erik?” il mabari si accucciò sulle zampe posteriori ad osservare la padroncina e cominciò ad abbassare e ad alzare il capo come se dicesse di sì.
“Ti piace il nome Erin?”
Il segugio saltò addosso alla padroncina cominciando a sbavarla sul viso “Buono! Ho capito, ti piace... fammi rialzare però”.
Erik scese dalla ragazza permettendole di rialzarsi mentre quella si puliva con una punta del mantello.
Si raggomitolò nella lana e continuò la sua passeggiata. Prima di cercare il ragazzo che le avevano detto doveva vedere se c'era qualcuno che facesse dei tatuaggi. In fin dei conti dei segni tribali molto evidenti avevano lo scopo di intimorire il nemico e prima di una battaglia alcuni guerrieri si tingevano per ottenere un simile effetto.
Ashalind entrò in quello che doveva essere l'accampamento principale. Oltrepassò un gruppo di tende dai colori vivaci sorvegliate da dai templari, forse lì erano accampati i maghi del circolo. Vi erano poi due scalinate che si inoltravano all'interno delle rovine ma preferì continuare con il giro esterno.
“Quella là è l'infermeria, poi il canile, l'enclave reale, il consiglio di guerra, palchi dove i sacertodi arringavano le lodi al Creatore e alla sua sposa... aspetta, forse quei tipi laggiù potrebbero darmi qualche indicazione”
Ashalind si diresse verso un gruppo di omaccioni muscolosi, alti e scuri in volto, completamente tatuati accompagnati da dei segugi mabari.
A chi avrebbe potuto chiedere? Tra quel gruppo spiccò un uomo dalla pelle piuttosto scura, forse di origini Rivaine, con i capelli corti, crespi che stava dando degli ordini.
Ashalind attese che avesse finito di parlare per poi rivolgergli la sua domanda.
“Perdonatemi” cominciò educatamente “sapreste dirmi se qualcuno fa dei tatuaggi qui al campo?”
L'uomo la guardò dall'alto in basso interessato a quel poco che sbucava da sotto il mantello “Sì, proprio la dietro, vedi quelle tende bianche?” continuò l'omaccione indicandole un punto preciso all'interno dell'accampamento, mentre continuava a sbirciare le forme che trasparivano “È con dei ricami verdi, ma se vuoi posso accompagnarti” mentre le posava una mano sulla schiena.
“Non è necessario, siete stato fin troppo gentile” cominciò la ragazza inarcando un sopracciglio.
“Insisto...” l'uomo si avvicinò Ashalind.
“Non preoccupatevi buon uomo” la ragazza si prese con finta gentilezza una di quelle manone tra le sue fino a piegarla verso l'interno in una leva “grazie, ancora, siete stato veramente gentile” la ragazza piego di più il polso di quello per poi lasciarlo andare.
Il guerriero si morse un labbro trattenendo il dolore per non far vedere ai compagni di esser stato messo nel sacco da una ragazzina.

Ashalind, o meglio Erin si diresse nella direzione della tenda bianca dai ricami verdi e alla fine la trovò in mezzo a tutto quel trambusto.
“Permesso?” la ragazza entrò nella tenda vedendo un uomo piuttosto alto con il volto completamente tatuato. “Vi interessa qualcosa?” le fece quello.
“Potreste farmi dei tatuaggi sul lato sinistro del volto, sul braccio, sul fondo schiena e sul seno?”
“Sì” rispose il tipo rimanendo inebetito dalla quantità di quello che le era stato chiesto “vi costerà qualche bronzo però...”
“Nessun problema” rispose con convinzione Erin.
Il tipo le indicò un angolo dove avrebbe potuto lasciare le sue cose. La ragazza cominciò a spogliarsi rimanendo con i pantaloni e una fascia che le copriva il seno.
Il mabari si accorse degli sguardi indiscreti di cui la sua padroncina era l'oggetto e cominciò a ringhiare leggermente per far capire a quell'uomo che non era in caso continuasse. E così fu.

Ci volle un po' prima che l'uomo completasse l'opera, ma guardandosi in uno specchio che era in quella tenda si avvide che quei ghirigori che ora le coprivano parte del corpo erano veramente ben fatti.
Erin ringraziò e lasciò i pochi bronzi che le erano stati chiesti e poi si diresse a cercare Alistair col mabari che le trotterellava a fianco.
All'esterno la luce era diminuita ma al crepuscolo mancava ancora un po'.
All'esterno c'era ancora molta, anzi troppa gente e cominciò a chiedere in giro.
“Scusate, conoscete un Custode Grigio di nome Alistair? Sapete dove potrei trovarlo?”
Dopo svariati no, trovò un messaggero elfico che seppe darle una risposta affermativa “Ritornate verso l'enclave dei maghi e prima troverete due scalinate sulla vostra sinistra, prendete quella che conduce al Consiglio di Guerra”
Erin ringraziò e seguì alla lettera ciò che le avevano appena detto.

“...Ma come ser, e io che pensavo andassimo tutti d'accordo. Sarei stato addirittura intenzionato a dare il vostro nome ad uno dei miei figli: quello con un brutto carattere”
“E va bene. Parlerò con quella donna dato che sono obbligato. Toglietevi di mezzo, stolto”
Erin era arrivata proprio sulla fine di quella discussione, l'uomo che incrociò con una lunga tunica doveva essere un mago.
Il giovane che aveva di fronte tirò un sospiro di sollievo alla fine di quel battibecco e poi si accorse della nuova venuta.
“Ecco cosa adoro di un Flagetto: il modo in cui unisce le persone” disse il ragazzo avvicinandosi.
“Come prego?”
“Oh, scusate. Stavo solo cercando di trovare un lato positivo in tutto questo”
“Per caso voi siete... come era quel nome? Al- qualcosa..”
“Alistair?”
“Sì, giusto. Scusate” disse la ragazza passandosi una mano tra i capelli per l'imbarazzo “Piacere di conoscervi, io sono Erin, la nuova recluta di Duncan...”
A quella notizia Alistair squadrò meglio la ragazza “Sapete. Ora che ci penso, non abbiamo mai avuto molte donne nei Custodi Grigi...”
E con questo cosa voleva insinuare? Pensò Erin “Forse perchè siamo troppo intelligenti per voi?”
“Sissignora, ma ora che vi abbiamo tra le nostre fila come dovremmo definirvi?”
Effettivamente dopo quella risposta una donna nei Custodi stonava “...come uno dei ragazzi?”
“Triste vero?” riprese sorridendo divertito.
“Ah, vedo che avete con voi ancora i vostri bagagli. Venite vi mostrerò dove potrete accamparvi. Avete una tenda?”
“No, solo un sacco a pelo. Durante il viaggio condividevo quella di Duncan”
Alistair cominciò a condurre Erin dove si trovavano le tende dei Custodi, offrendosi da perfetto galantuomo di portarle l'enorme bisaccia.
“Non preoccupatevi, a meno che qualcosa non vi faccia fuggire potrete stare nella mia tenda insieme alle altre reclute, abbiamo ancora un po' di spazio.
Speriamo solo che ci sia un'altra donna...
Purtroppo le aspettative di Erin furono assai deluse: le altre due reclute erano due uomini.
Ser Jory un cavaliere piuttosto alto e massiccio con la fronte stempiata proveniente da Redcliffe e l'altro Daveth, un ladruncolo natio di un villaggio vicino alle selve Korkari.

Entrambi si presentarono molto educatamente, specialmente Daveth; doveva essere un bel cascamorto, pensò Erin.
Alistair rimase con le tre reclute conversando animatamente fino a che non arrivò l'ora della cena.

La notte ad Ostagar era veramente fredda. Sciocchezze per Erik. Strattonando il mantello di Erin, il seguigio era riuscito a convincerla a fare una passeggiata. La ragazza si avvolse nel mantello mentre il mabari le correva attorno. Il cane aveva un'evidente voglia di giocare: quei giorni non erano stati duri solo per la padroncina ed entrambi necessitavano di sfogarsi. Erik si fece seguire fino ad una piccola zona all'interno della costruzione al di là del ponte dove vi erano degli abeti. Erik annusava in giro qua e là e marcava il territorio e poi lo vide: un bastoncino di legno poco più grande della sua mandibola, con un diametro giusto per una perfetta impugnatura ed un ottimo lancio. Erik corse a recuperarlo scodinzolando allegramente con la sua piccola coda e portò il legno alla padrona uggiolando.
Erin capì e dopo un'affettuosa carezza lanciò il bastone.
Erik corse più veloce che potè per raggiungerlo prima della caduta e con un piccolo slancio lo prese al volo.
Erin applaudì le mani complimentandosi e il mabari riportò il gioco in bocca a testa alta.
“Sei proprio bravo. Ora più difficile però...” dopo alcune finte la ragazza ritirò il bastoncino con più forza ma anche questa volta Erik lo recuperò al volo.
“Ora l'ultima...”
La fanciulla gettò l'oggetto ancora più energicamente e il cane cominciò subito a correre nella stessa direzione.
Erin vide il segugio all'allontanarsi fino a perderlo dalla vista, attese alcuni istanti e poi andò a cercarlo non vedendolo tornare.
Il quel piccolo tratto di boscaglia non doveva esserci nessuno, o almeno così pensava.
Si sentirono degli uggiolati e poi delle imprecazioni non troppo lontano.
La voce era di Alistair.
“Chi ha tirato questo aggeggio?” il ragazzo sbucò fuori dalla boscaglia massaggiandosi la nuca col mabari al seguito.
Erin mortificata si portò le mani alla bocca e si scusò, con quel buio non aveva potuto vederlo.
“State più attenta la prossima volta che giocate con il vostro mabari...”
“Fatemi vedere almeno...” Alistair la lasciò fare notando che si sentiva in colpa e si spostarono sotto i raggi della luna. Alistair sentì quelle mani sfiorarlo mentre cercavano di spostare i capelli alla ricerca del gonfiore e lo trovarono, effettivamente era un bel bernoccolo, ma niente di che: poteva andare peggio.

“Non è successo nulla per fortuna. Sono arrivata all'accampamento da poche ore e già combino dei guai...” gemette facendo spallucce.
“E dei guai molto grossi, avete quasi attentato alla vita di un Custode Grigio. Il Re conta su ogni singolo Custode per la buona riuscita di questa battaglia e forse potevate portargli via quella persona che avrebbe fatto la differenza...” Alistair cercò di canzonarla, ma quel tentativo non era andato proprio a buon fine, il tono con cui aveva detto quella frase non era decisamente sarcastico: Erin lo stava letteralmente fulminando con quegli occhi gelidi.
Alistair ebbe quasi un sussulto “va bene, ora penso che questo sia il momento in cui io vi chiedo scusa...” Erin incrociò le braccia attendendo la fine del discorso “forse, è stata una battuta un po' inappropriata”
La fanciulla abbassò le braccia e scosse il capo “Perdonatemi, Ser. Non mi ero accorta della vostra importanza” disse inchinandosi “io sono solo un'umile recluta” un sorriso malizioso si formò su quelle labbra “Accetterò la punizione di buon grado”
“Recluta, questo è il vostro giorno fortunato...”
“Siete troppo buono Ser”

Il mabari osservò quelle due strane persone abbassando la testa di lato. Quel tipo la stava distraendo da lui, e la cosa non andava bene. Strattonò di nuovo il mantello e uggiolò sfiorandole la mano col muso. Tutte quelle fatiche e poi gli diede il contentino di una carezza? Non ci siamo. Erik riprese a cercare le sue attenzioni ma andò di male in peggio.
“Erik vuole fare una passeggiata. Volete unirvi a noi?” chiese Erin.
“Certo, ero venuto qui con quella intenzione” rispose Alistair sorridendo.
Sconsolato il mabari si diresse verso il ponte dove c'erano poche guardie qui e là, mentre i due umani lo seguivano.
Le stelle erano più splendenti del solito e nel cielo notturno non vi era nemmeno una nuvola. Privo di ostacoli il vento si fece più forte in quel punto scompigliando i capelli corvini di Erin.
Le montagne innevate che riflettevano la debole luce lunare erano molto evidenti in lontananza.
Il mabari osservò il cielo continuando a camminare, ma poi si rese conto di non essere più seguito: quei due si erano fermati poco più indietro a scambiarsi qualche parola, si avvicinò e vide la padroncina ridere serenamente in compagnia di quel tipo. Sorrideva. Finalmente era riuscita a scacciare seppur per poco tutte quelle brutte esperienze. Se la faceva stare così bene quell'umano non doveva essere così male, forse anche lui gli avrebbe gli avrebbe fatto le feste, bastava che non si avvicinasse più del dovuto alla sua protetta e sarebbero andati d'accordo.






Ciao a tutti! ^_^
Grazie mille a tutti quelli che stanno seguendo la mia fan fiction e sono arrivati fino all'ultimo capitolo! xD
Per motivi di esame imminente dovrò scrivere un po' meno continuando a ad alternarmi anche con l'altra storia che sto mandando avanti con Ossian. Ci vorrà più tempo per pubblicare i nuovi capitoli.
Ora vi saluto e non fate come me!
Godetevi le vacanze!!! xD
  
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