Duncan
e la nuova recluta erano finalmente arrivati ad Ostagar. Era
una costruzione enorme che risaliva ai tempi dell'Impero del
Tevinter. Ashalind si fermò un momento, come per riprendere
fiato:
Ostagar si ergeva proprio sopra di lei.
Gli archi, i pinnacoli e
le torri si innalzavano ad altezze sorprendenti come a voler toccare
il cielo. La pietra, nonostante le intemperie, mostrava ancora un
colore lucido e chiaro a metà tra il bianco e il celeste.
Ashalind
si avvicinò all'entrata seguita da Duncan e
osservò l'interno
dell'edificio: vi era veramente un gran viavai di persone con la
tipica veste del Circolo dei Magi e soldati e devoti della Chiesa. Il
pavimento, per quanto avesse potuto mai esserlo, era pulito. Prima di
poter piazzare le tende quel luogo doveva esser stato ripulito da
cima a fondo.
La ragazza si sentì sfiorare una mano, si trattava
di Erik.
“Oh, cucciolone...” disse rivolgendosi al mabari
che
la stava fissando con un'immensa tristezza negli occhi “per
ora non
possiamo ritornare a casa, ma ti prometto che quando le cose si
saranno sistemate lo faremo”
Erik continuò a strofinarle
addosso il suo muso uggiolando, poi le afferrò con la
mandibola una
punta del mantello di lana per convincerla ad entrare
“Aspetta un
momento, Erik. Vorrei dire una cosa a Duncan...”
“Dimmi
ragazza” iniziò l'uomo attendendo una risposta.
“Ecco... sono
molte le mie preoccupazioni: Arle Howe saprà sicuramente che
i figli
dei Cousland sono scampati a quella strage e penso di essere una
figura che spicca troppo... vorrei far qualcosa per rendermi il meno
evidente possibile... Ho già tagliato i capelli, ma non mi
sembra
sufficiente...”
“Quando intraprenderai la tua esperienza su un
vero campo di battaglia cambieranno in te molte cose: sia fuori che
dentro di te. Ma se per sentirti più al sicuro vuoi
ricorrere a
qualche espediente immediato, penso che dei tatuaggi sul volto
potrebbero attenuare un po' i tuoi tratti” rispose reggendosi
il
mento con la mano “il tempo contribuirà al
resto...”
“Grazie
del consiglio, e un'ultima cosa... vorrei chiedervi di mantenere il
silenzio sulla mia identità. Ho paura delle conseguenze che
potrebbero esserci nel caso si spargesse la voce che la figlia del
Teyrn Cousland fosse arrivata sana e salva ad Ostagar”
continuò la
ragazza mordendosi nervosamente il labbro.
“In ogni caso, Re
Cailan si trova qui e verrà a darci il suo benvenuto e
potresti
chiederlo anche a lui” riprese il Custode “comunque
non ho nessun
problema a mantenere questo segreto”
“Grazie Duncan, grazie di
cuore” disse infine Ashalind stringendo una delle mani mani
scure
dell'uomo.
Il Custode sorrise gentilmente e posato un braccio
sopra le spalle della ragazza per rassicurarla, i due si avviarono
all'incontro con il Re.
“Finalmente avrò il piacere di spargere sangue
insieme al grande
Duncan dei Custodi Grigi” disse il Re battendo una mano sulla
spalla del Custode Grigio.
Re Cailan era un giovane dal carattere
allegro e positivo: bastava poco per accorgersene e inoltre aveva
anche una grande stima per il Custodi.
Era un uomo piuttosto alto,
dai lineamenti fini, seppur virili allo stesso tempo. I capelli
lunghi biondi e due occhi azzurri che erano lo specchio della sua
anima.
“E questa è la vostra nuova recluta? Aspettate un
momento” continuò scrutando la ragazza da capo a
piedi “avete
un'aria vagamente familiare, siete per caso la figlia di Teyrn
Cousland?”
Ashalind guardò per un momento Duncan alzando un
sopracciglio e pensò, te lo avevo detto, l'altro in tutta
risposta
si limitò a scrollare leggermente le spalle.
“Si vostra maestà”
la ragazza abbassò il capo in segno di riverenza.
“E vostro
padre come sta?”
Ecco la fatidica domanda...
Sarebbe
arrivata giustamente prima o poi, Teyrn Bryce viaggiava molto per
questioni diplomatiche e ogni tanto incontrava persino il Re.
“Vostra
Maestà... mio padre e tutta la mia famiglia sono stati
sterminati
dai soldati di Arle Howe” forse avrebbe dovuto utilizzare
più
tatto, ma come si poteva alleggerire il peso di una simile notizia:
specialmente quando i Cousland erano una famiglia così bene
stimata
in tutto il Ferelden.
“Arle Howe? Ma come?” le parole di Re
Cailan uscirono strozzate.
“Si, Vostrà Maestà è la
cruda
verità” continuò abbassando il capo.
Gli occhi esterrefatti
del Re scivolarono da Ashalind a Duncan, che annuì in
conferma di
quanto era stato appena detto.
“Appena volteremo la pagina
riguardante i Prole Oscura, vi prometto che faremo giustizia. Mi
spiace, ma fino a quel momento non posso fare altro che porgervi le
mie più sentite condoglianze”
Ashalind osservò il Re, era vero
quello che stava dicendo: non avrebbe potuto fare niente prima di
aver sconfitto la Prole Oscura.
“Grazie Vostra Maestà. Se
possibile vorrei chiedervi una piccola cortesia...”
“Sarò
ben lieto di fare il possibile. È il minimo dopo quello che
avete
subito...” la costernazione e il dispiacere erano sinceri,
glielo
si poteva leggere sul viso.
“Vorrei chiedere di manteneste il
segreto sulla mia sopravvivenza e sulla mia presenza qui ad Ostagar,
ufficialmente la figlia del Teyrn è scomparsa. Ho paura di
poter
essere riconosciuta, Arle Howe saprà sicuramente della mia
fuga e...
la prudenza, ora come ora, è la mia
priorità”
Re Cailan
continuò ad osservare quella giovane disperata che aveva di
fronte e
cercando di infonderle coraggio le appoggiò una mano sulla
spalla e
disse “Avete la mia parola...”
“Spiacente di non poter
prolungare oltre la mia presenza ma devo discutere i piani della
battaglia con Loghain. A presto allora”
Re Cailan se ne andò
mentre la recluta e il Custode incrociavano i loro pugni sul petto.
I
due cominciarono a riavviarsi quando Ashalind si fermò di
scatto
“Per tutti io mio chiamo Erin, vengo da Altura Perenne e sono
figlia di persone umili. Intesi?”
Lo sguardo di Duncan si
trovava a metà strada tra confusione e dubbio “Va
bene, va bene
Erin. Andiamo”
Duncan la lasciò all'inizio del ponte prima
di dirle “Appena puoi cerca un Custode Grigio di nome
Alistair. Ti
aiuterà a prepararti per i rito dell'Unione che si
svolgerà di qui
a pochi giorni prima della battaglia. Riposati pure ora, che te lo
meriti”
Ashalind fece qualche passò sul ponte e si
soffermò
sul paesaggio che la circondava. L'aria fredda è
scompigliò il
caschetto di riccioli neri della ragazza, i monti che circondavano
l'antica fortezza del Tevinter erano completamente innevati.
Un
brivido le percorse la schiena, lì il clima era
più freddo rispetto
a quello mitigato dal mare sottostante Altura Perenne.
“Ti
piace qui Erik?” il mabari si accucciò sulle zampe
posteriori ad
osservare la padroncina e cominciò ad abbassare e ad alzare
il capo
come se dicesse di sì.
“Ti piace il nome Erin?”
Il
segugio saltò addosso alla padroncina cominciando a sbavarla
sul
viso “Buono! Ho capito, ti piace... fammi rialzare
però”.
Erik
scese dalla ragazza permettendole di rialzarsi mentre quella si
puliva con una punta del mantello.
Si raggomitolò nella lana e
continuò la sua passeggiata. Prima di cercare il ragazzo che
le
avevano detto doveva vedere se c'era qualcuno che facesse dei
tatuaggi. In fin dei conti dei segni tribali molto evidenti avevano
lo scopo di intimorire il nemico e prima di una battaglia alcuni
guerrieri si tingevano per ottenere un simile effetto.
Ashalind
entrò in quello che doveva essere l'accampamento principale.
Oltrepassò un gruppo di tende dai colori vivaci sorvegliate
da dai
templari, forse lì erano accampati i maghi del circolo. Vi
erano poi
due scalinate che si inoltravano all'interno delle rovine ma
preferì
continuare con il giro esterno.
“Quella là è l'infermeria, poi
il canile, l'enclave reale, il consiglio di guerra, palchi dove i
sacertodi arringavano le lodi al Creatore e alla sua sposa...
aspetta, forse quei tipi laggiù potrebbero darmi qualche
indicazione”
Ashalind si diresse verso un gruppo di omaccioni
muscolosi, alti e scuri in volto, completamente tatuati accompagnati
da dei segugi mabari.
A chi avrebbe potuto chiedere? Tra quel
gruppo spiccò un uomo dalla pelle piuttosto scura, forse di
origini
Rivaine, con i capelli corti, crespi che stava dando degli
ordini.
Ashalind attese che avesse finito di parlare per poi
rivolgergli la sua domanda.
“Perdonatemi” cominciò
educatamente “sapreste dirmi se qualcuno fa dei tatuaggi qui
al
campo?”
L'uomo la guardò dall'alto in basso interessato a quel
poco che sbucava da sotto il mantello “Sì, proprio
la dietro, vedi
quelle tende bianche?” continuò l'omaccione
indicandole un punto
preciso all'interno dell'accampamento, mentre continuava a sbirciare
le forme che trasparivano “È con dei ricami verdi,
ma se vuoi
posso accompagnarti” mentre le posava una mano sulla schiena.
“Non
è necessario, siete stato fin troppo gentile”
cominciò la ragazza
inarcando un sopracciglio.
“Insisto...” l'uomo si avvicinò
Ashalind.
“Non preoccupatevi buon uomo” la ragazza si prese
con finta gentilezza una di quelle manone tra le sue fino a piegarla
verso l'interno in una leva “grazie, ancora, siete stato
veramente
gentile” la ragazza piego di più il polso di
quello per poi
lasciarlo andare.
Il guerriero si morse un labbro trattenendo il
dolore per non far vedere ai compagni di esser stato messo nel sacco
da una ragazzina.
Ashalind, o meglio Erin si diresse nella direzione della tenda bianca
dai ricami verdi e alla fine la trovò in mezzo a tutto quel
trambusto.
“Permesso?” la ragazza entrò nella tenda
vedendo
un uomo piuttosto alto con il volto completamente tatuato.
“Vi
interessa qualcosa?” le fece quello.
“Potreste farmi dei
tatuaggi sul lato sinistro del volto, sul braccio, sul fondo schiena
e sul seno?”
“Sì” rispose il tipo rimanendo inebetito
dalla
quantità di quello che le era stato chiesto “vi
costerà qualche
bronzo però...”
“Nessun problema” rispose con convinzione
Erin.
Il tipo le indicò un angolo dove avrebbe potuto lasciare le
sue cose. La ragazza cominciò a spogliarsi rimanendo con i
pantaloni
e una fascia che le copriva il seno.
Il mabari si accorse degli
sguardi indiscreti di cui la sua padroncina era l'oggetto e
cominciò
a ringhiare leggermente per far capire a quell'uomo che non era in
caso continuasse. E così fu.
Ci volle un po' prima che l'uomo
completasse l'opera, ma guardandosi in uno specchio che era in quella
tenda si avvide che quei ghirigori che ora le coprivano parte del
corpo erano veramente ben fatti.
Erin ringraziò e lasciò i pochi
bronzi che le erano stati chiesti e poi si diresse a cercare Alistair
col mabari che le trotterellava a fianco.
All'esterno la luce era
diminuita ma al crepuscolo mancava ancora un po'.
All'esterno
c'era ancora molta, anzi troppa gente e cominciò a chiedere
in
giro.
“Scusate, conoscete un Custode Grigio di nome Alistair?
Sapete dove potrei trovarlo?”
Dopo svariati no, trovò un
messaggero elfico che seppe darle una risposta affermativa
“Ritornate
verso l'enclave dei maghi e prima troverete due scalinate sulla
vostra sinistra, prendete quella che conduce al Consiglio di
Guerra”
Erin ringraziò e seguì alla lettera
ciò che le
avevano appena detto.
“...Ma come ser, e io che pensavo andassimo tutti d'accordo.
Sarei
stato addirittura intenzionato a dare il vostro nome ad uno dei miei
figli: quello con un brutto carattere”
“E va bene. Parlerò
con quella donna dato che sono obbligato. Toglietevi di mezzo,
stolto”
Erin era arrivata proprio sulla fine di quella
discussione, l'uomo che incrociò con una lunga tunica doveva
essere
un mago.
Il giovane che aveva di fronte tirò un sospiro di
sollievo alla fine di quel battibecco e poi si accorse della nuova
venuta.
“Ecco cosa adoro di un Flagetto: il modo in cui unisce
le persone” disse il ragazzo avvicinandosi.
“Come prego?”
“Oh,
scusate. Stavo solo cercando di trovare un lato positivo in tutto
questo”
“Per caso voi siete... come era quel nome? Al-
qualcosa..”
“Alistair?”
“Sì, giusto. Scusate” disse
la ragazza passandosi una mano tra i capelli per l'imbarazzo
“Piacere
di conoscervi, io sono Erin, la nuova recluta di Duncan...”
A
quella notizia Alistair squadrò meglio la ragazza
“Sapete. Ora che
ci penso, non abbiamo mai avuto molte donne nei Custodi
Grigi...”
E
con questo cosa voleva insinuare? Pensò Erin
“Forse perchè siamo
troppo intelligenti per voi?”
“Sissignora, ma ora che vi
abbiamo tra le nostre fila come dovremmo definirvi?”
Effettivamente
dopo quella risposta una donna nei Custodi stonava “...come uno
dei ragazzi?”
“Triste vero?” riprese sorridendo
divertito.
“Ah, vedo che avete con voi ancora i vostri bagagli.
Venite vi mostrerò dove potrete accamparvi. Avete una
tenda?”
“No,
solo un sacco a pelo. Durante il viaggio condividevo quella di
Duncan”
Alistair cominciò a condurre Erin dove si trovavano le
tende dei Custodi, offrendosi da perfetto galantuomo di portarle
l'enorme bisaccia.
“Non preoccupatevi, a meno che qualcosa non
vi faccia fuggire potrete stare nella mia tenda insieme alle altre
reclute, abbiamo ancora un po' di spazio.
Speriamo solo che ci
sia un'altra donna...
Purtroppo le aspettative di Erin furono
assai deluse: le altre due reclute erano due uomini.
Ser Jory un
cavaliere piuttosto alto e massiccio con la fronte stempiata
proveniente da Redcliffe e l'altro Daveth, un ladruncolo natio di un
villaggio vicino alle selve Korkari.
Entrambi si presentarono molto educatamente, specialmente Daveth;
doveva essere un bel cascamorto, pensò Erin.
Alistair rimase con
le tre reclute conversando animatamente fino a che non
arrivò l'ora
della cena.
La notte ad Ostagar era veramente fredda. Sciocchezze per Erik.
Strattonando il mantello di Erin, il seguigio era riuscito a
convincerla a fare una passeggiata. La ragazza si avvolse nel
mantello mentre il mabari le correva attorno. Il cane aveva
un'evidente voglia di giocare: quei giorni non erano stati duri solo
per la padroncina ed entrambi necessitavano di sfogarsi. Erik si fece
seguire fino ad una piccola zona all'interno della costruzione al di
là del ponte dove vi erano degli abeti. Erik annusava in
giro qua e
là e marcava il territorio e poi lo vide: un bastoncino di
legno
poco più grande della sua mandibola, con un diametro giusto
per una
perfetta impugnatura ed un ottimo lancio. Erik corse a recuperarlo
scodinzolando allegramente con la sua piccola coda e portò
il legno
alla padrona uggiolando.
Erin capì e dopo un'affettuosa carezza
lanciò il bastone.
Erik corse più veloce che potè per
raggiungerlo prima della caduta e con un piccolo slancio lo prese al
volo.
Erin applaudì le mani complimentandosi e il mabari
riportò
il gioco in bocca a testa alta.
“Sei proprio bravo. Ora più
difficile però...” dopo alcune finte la ragazza
ritirò il
bastoncino con più forza ma anche questa volta Erik lo
recuperò al
volo.
“Ora l'ultima...”
La fanciulla gettò l'oggetto
ancora più energicamente e il cane cominciò
subito a correre nella
stessa direzione.
Erin vide il segugio all'allontanarsi fino a
perderlo dalla vista, attese alcuni istanti e poi andò a
cercarlo
non vedendolo tornare.
Il quel piccolo tratto di boscaglia non
doveva esserci nessuno, o almeno così pensava.
Si sentirono
degli uggiolati e poi delle imprecazioni non troppo lontano.
La
voce era di Alistair.
“Chi ha tirato questo aggeggio?” il
ragazzo sbucò fuori dalla boscaglia massaggiandosi la nuca
col
mabari al seguito.
Erin mortificata si portò le mani alla bocca e
si scusò, con quel buio non aveva potuto vederlo.
“State più
attenta la prossima volta che giocate con il vostro
mabari...”
“Fatemi vedere almeno...” Alistair la
lasciò
fare notando che si sentiva in colpa e si spostarono sotto i raggi
della luna. Alistair sentì quelle mani sfiorarlo mentre
cercavano di
spostare i capelli alla ricerca del gonfiore e lo trovarono,
effettivamente era un bel bernoccolo, ma niente di che: poteva andare
peggio.
“Non è successo nulla per fortuna. Sono arrivata
all'accampamento
da poche ore e già combino dei guai...” gemette
facendo
spallucce.
“E dei guai molto grossi, avete quasi attentato alla
vita di un Custode Grigio. Il Re conta su ogni singolo Custode per la
buona riuscita di questa battaglia e forse potevate portargli via
quella persona che avrebbe fatto la differenza...” Alistair
cercò
di canzonarla, ma quel tentativo non era andato proprio a buon fine,
il tono con cui aveva detto quella frase non era decisamente
sarcastico: Erin lo stava letteralmente fulminando con quegli occhi
gelidi.
Alistair ebbe quasi un sussulto “va bene, ora penso che
questo sia il momento in cui io vi chiedo scusa...” Erin
incrociò
le braccia attendendo la fine del discorso “forse,
è stata una
battuta un po' inappropriata”
La fanciulla abbassò le braccia
e scosse il capo “Perdonatemi, Ser. Non mi ero accorta della
vostra
importanza” disse inchinandosi “io sono solo
un'umile recluta”
un sorriso malizioso si formò su quelle labbra
“Accetterò la
punizione di buon grado”
“Recluta, questo è il vostro giorno
fortunato...”
“Siete troppo buono Ser”
Il mabari osservò quelle due strane persone abbassando la
testa di
lato. Quel tipo la stava distraendo da lui, e la cosa non andava
bene. Strattonò di nuovo il mantello e uggiolò
sfiorandole la mano
col muso. Tutte quelle fatiche e poi gli diede il contentino di una
carezza? Non ci siamo. Erik riprese a cercare le sue attenzioni ma
andò di male in peggio.
“Erik vuole fare una passeggiata.
Volete unirvi a noi?” chiese Erin.
“Certo, ero venuto qui con
quella intenzione” rispose Alistair sorridendo.
Sconsolato il
mabari si diresse verso il ponte dove c'erano poche guardie qui e
là,
mentre i due umani lo seguivano.
Le stelle erano più splendenti
del solito e nel cielo notturno non vi era nemmeno una nuvola. Privo
di ostacoli il vento si fece più forte in quel punto
scompigliando i
capelli corvini di Erin.
Le montagne innevate che riflettevano la
debole luce lunare erano molto evidenti in lontananza.
Il mabari
osservò il cielo continuando a camminare, ma poi si rese
conto di
non essere più seguito: quei due si erano fermati poco
più indietro
a scambiarsi qualche parola, si avvicinò e vide la
padroncina ridere
serenamente in compagnia di quel tipo. Sorrideva. Finalmente era
riuscita a scacciare seppur per poco tutte quelle brutte esperienze.
Se la faceva stare così bene quell'umano non doveva essere
così
male, forse anche lui gli avrebbe gli avrebbe fatto le feste, bastava
che non si avvicinasse più del dovuto alla sua protetta e
sarebbero
andati d'accordo.
Ciao a tutti! ^_^
Grazie mille a tutti quelli che stanno seguendo la mia fan fiction e sono arrivati fino all'ultimo capitolo! xD
Per motivi di esame imminente dovrò scrivere un po' meno continuando a ad alternarmi anche con l'altra storia che sto mandando avanti con Ossian. Ci vorrà più tempo per pubblicare i nuovi capitoli.
Ora vi saluto e non fate come me!
Godetevi le vacanze!!! xD