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Autore: RachelDickinson    29/09/2005    3 recensioni
Ginny non dorme più. Perseguitata nei sogni da demoni, ormai è giunta allo stremo delle forze. Sta crollando.
Draco si nasconde dietro la maschera di mangiamorte freddo e spietato. Eppure la nuova preside, Minerva McGranitt, gli permette di tornare ad Hogwarts, nonostante sia un assassino. Cosa si cela dietro questi misteri?
*SPOILER 6° LIBRO*
Genere: Azione, Mistero, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito il capitolo precedente:

Lolly " Beh... non era proprio un bacio bacio... era solo una specie di succhiotto sul collo, no? :p Ce ne sarà di strada di percorrere, e non é detto che sia la stessa per entrambi "_^

asphodelia " Oddio, tonno perduto proprio non direi ahah :p Mi fa piacere che nonostante non ti piace Draco continuerai a seguirmi. Leggi bene questo chap, magari comincerà a piacerti un po' ^_" Poi fammi sapere un tuo parere sulla storia del sonno perduto che finalmente viene svelata alla fine di questo capitolo. Ci conto, eh ^__^

Un grazie enorme anche a tutti coloro che leggono la mia storia (questa e anche le altre) e che mi seguono con simpatia ^__^

Capitolo 2

Il tempo passava più velocemente del previsto. Era già la prima settimana di Ottobre, quando Ginny, un pomeriggio in biblioteca, tornò con i pensieri alla chiacchierata con Malfoy sul treno. Da  quel giorno avevano fatto finta di nulla, non si erano più rivolti parola, e in tutto il mese appena trascorso, ogni volta che si incontravano in sala grande, nei corridoi o in cortile, si ignoravano completamente.

Si riscoprì dispiaciuta per non avergli più parlato, dandosi poi subito della matta per aver pensato una cosa del genere. Scosse il capo, come a voler scacciare il viso del biondo serpeverde dai suoi pensieri, e attenuare il rossore che si era impossessato delle sue gote quando aveva ripensato al contatto avuto nello scompartimento, quando lui le aveva baciato il collo. Chissà perché l'aveva fatto? Per giorni aveva potuto vedere perfettamente i segni del succhiotto, e anche se era inizio Settembre, aveva girato per il castello con una sciarpa ben annodata in gola, giustificandosi con la gente che aveva un brutto raffreddore e mal di gola, così doveva tenere quella parte al caldo. Solo una sera, in sala grande, Malfoy l'aveva guardata toccarsi un punto imprecisato sotto la sciarpa, ed un guizzo divertito gli aveva attraversato gli occhi, lei l'aveva visto bene anche se da lontano, ed aveva subito ritirato la mano, avvampando e ricominciando a mangiare come nulla fosse. Probabilmente si era accorto che il suo gesto aveva "lasciato il segno", in tutti i sensi.

Quella sera del tre Ottobre, era in biblioteca a stilare un elenco di pozioni medicinali per il professore Slughorn, e non si era accorta che qualcuno si era seduto di fronte a lei e la stava osservando. Solo dopo qualche secondo realizzò di una presenza al suo stesso tavolo, alzò lo sguardo ed incrociò quello azzurro ghiaccio dell'oggetto dei suoi pensieri.

"Un penny per i tuoi pensieri..." sorrise lui, guardandola.

'Oddio... che ci fa qui? Non mi ero accorta della sua presenza...' pensò imbarazzata. Si schiarì la voce. "Non ti direi i miei pensieri neanche per un milione di galeoni..." tentò di suonare il più acida possibile, con un ottimo risultato.

Lo vide aggrottare la fronte, in un'espressione indecifrabile. Non riusciva a capire se se l'era presa a male o se stesse pensando che fosse del tutto stupida. Quest'ultimo pensiero la rattristò, non voleva lui la considerasse una stupida. Si sorprese ancora una volta a fare pensieri strani su di lui, schiaffeggiandosi mentalmente.

"Volevo solo essere gentile." puntualizzò lui freddamente.

"Da quando in qua i Malfoy sono gentili con i Weasley?"

Lui fece spallucce, ma non disse nulla. "Cosa fai?" chiese indicando con lo sguardo la pergamena e i libroni polverosi di cui era circondata.

"Sono diventata l'assistente del professor Slughorn. Mi ha chiesto se gentilmente potevo portargli la lista di alcune pozioni che servono al Madama Chips in infermeria..." spiegò in tono professionale, tornando a muovere la punta della piuma sulla pergamena. Draco notò che aveva una calligrafia tipicamente femminile, grande e pomposa, tutti ghirigori. "Hai una bella calligrafia... " buttò li per intavolare una discussione civile.

Lei lo guardò e alzò un sopracciglio, perplessa. Ma cosa voleva da lei?  "Posso chiederti, di grazia, cosa vuoi, Malfoy?"

"Lui scosse il capo. Parlare civilmente con i Weasley era troppo difficile, si stava stancando da morire. "Sei proprio una piccola vipera, Weasley. Uno cerca di fare amicizia e tu..."

"... Io cosa? " lo interruppe con sguardo truce. "Non osare continuare Malfoy, potresti pentirtene. Non mi interessa cosa pensa la McGranitt per me sei solo un farabutto e per quanto possiamo essere compagni di scuola, non dimentico affatto tutte le angherie che io e i miei amici abbiamo dovuto sopportare a causa tua e dei tuoi compagni serperverde."

Lui si bloccò. "Non sei affatto gentile e raffinata, per essere una ragazza."

"E tu sei un rospo." disse lei irritata. Non sapeva cosa c'entrassero i rospi, ma era l'unica cosa che le era venuta in mente in quel momento, accecata dalla rabbia. Come poteva dire che lei non era nè gentile nè raffinata, con una faccia così seria, impassibile e terribilmente irritante? Come poteva dire questo di lei? Non la conosceva affatto. E, inoltre, come poteva dire certe cose con quell'aria di superficialità? Cosa ne voleva sapere lui della gentilezza? Avevano idee molto diverse in merito. E glielo disse.

"Credo ci siano divergenze di opinioni tra me e te su cosa significhi essere gentile. Ora, se non ti spiace, devo andare, si è fatto tardi."

Si alzò con grazia dalla sedia, i lunghi capelli rossi si mossero in una cascata ondulata e lucente.

Lui si alzò e le si parò davanti, prendendole una mano e portandosela alle labbra, che appoggiò delicatamente sulla pelle liscia e lattea, senza mai perdere il contatto visivo dagli occhi di lei. Continuando  a tenere la mano piccola di lei nella sua grande, portò l'altra mano su una guancia della ragazza, accarezzandola.

"Domani c'è una gita ad Hogsmeade. Ti va di uscire con me?"

Lei lo fissò un attimo incredula e imbarazzata, poi si scosse, guardandolo accigliata.

"Cosa ti fa credere che io abbia voglia di uscire con uno schifoso mangiamorte."

Lui incassò il colpo sorridendo. "Beh... magari... il fatto che tu sei terribilmente attratta da questo schifoso mangiamorte?" disse ammiccando con complicità.

Lei scosse il capo, incredula. Ma gli era andato di volta il cervello?

Lasciò scivolare la mano nella sua, in modo da liberarsi. Lo sorpassò e senza rigirarsi verso il serpeverde, se ne andò dalla biblioteca, sotto lo sguardo di alcuni studenti del primo e secondo anno che non credevano ai loro occhi. In breve la voce che Malfoy ci aveva provato con la Weasley e che lei l'aveva preso a pesci in faccia aveva fatto il giro della scuola.

***

Entrò nel dormitorio esausta. La giornata ad Hogsmeade era stata più stancante del previsto, essendo braccata ovunque da persone che volevano sapere di lei e Malfoy, ed ogni volta aveva dovuto mordersi la lingua per non imprecare contro tutto e tutti.

Si lasciò cadere sul letto senza togliersi i vestiti, contenta di essere riuscita a sgattaiolare via dalla sala comune prima delle sue compagne di stanza, in modo da avere tutto il tempo per prepararsi e fare finta di dormire, una volta che loro l'avessero raggiunta.

Di dormire, dormire davvero, non se ne parlava proprio. Non sapeva cosa poteva fare quando era incosciente e non le andava di mettere in pericolo le sue amiche solo per far qualche oretta di sonno. Così stava andando avanti a forza di pozioni rinvigorenti che Madama Chips, l'unica che era a piena conoscenza del suo problema, le preparava amorevolmente ogni mattina.

Sentì improvvisamente bussare alla porta. Non rispose, fece finta di non esserci, ma poi la voce della persona che entrò la fece scuotere e sobbalzare dal letto. Si alzò in piedi e si avvicinò all'amica appena entrata: era Luna, con un permesso speciale della McGranitt per entrare nel dormitorio Grifondoro.

L'abbracciò forte. "Luna. Grazie di essere venuta."

La biondina sorrise, accarezzandole i capelli ramati, lunghi fino a metà schiena.

"Di nulla. Allora, di cosa volevi parlarmi in privato, lontano da orecchie indiscrete?" chiese usando le sue esatte parole rivolte a lei dall'amica quello stesso pomeriggio ad Hogsmeade.

"Bene... da dove comincio?"

Si andarono a sedere sul letto, erano appena le otto, avevano tutto il tempo per parlare prima che arrivassero le compagne di stanza della rossa.

Le raccontò che da qualche tempo non dormiva più, e le spiegò la ragione.

"E' come se, quando mi addormento, prendesse vita un'altra me. Mi alzo, faccio tante cose, ma non sono proprio me stessa... come devo spiegartelo? Faccio cose strane... mi appare il marchio nero sul braccio, ma questo lo sai solo tu, fortunatamente nessuno se ne è accorto, oltre Harry, che mi ha promesso di non dirlo a nessuno. Sai cosa é successo il giorno che arrivò Harry a casa nostra, ad Agosto? Io come le altre sere non avevo chiuso occhio. Scesi in cucina e trovai mia mamma. Mi addormentai su una poltrona, perché erano giorni che non dormivo..."

Luna ascoltava il racconto senza fiatare, guardando l'amica con occhi pieni d'apprensione.

"... quando mi svegliai ero nella mia stanza con Ron Hermion ed Harry. I primi due se ne andarono, rimasi sola con lui, parlammo tutta la notte, mi disse che non c'era più possibilità di tornare insieme " qui le scappò una lacrima "... dissi che andava bene, mi bastava rimanere solo amici... mi andava davvero bene... ma mi arrabbiai con lui quando non volle dirmi cosa avevo fatto quando mi ero addormentata e era entrata in scena l'altra me."

La biondina non capiva dove volesse andare a parare.

"E.. tutto questo cosa c'entra... scusa non riesco a comprendere..."

"Si... sto finendo. Oggi pomeriggio ho parlato con Hermione. Mi ha detto il motivo di quella discussione tra me ed Harry. L'altra me... la me stessa cattiva... aveva provato ad uccidere Harry appena arrivato..."

Luna si portò le mani sulle labbra, trattenendo un gemito.

"Oh... ma... perché?" chiese incredula.

"Hermione mi ha spiegato che questa altra me c'è sempre stata, fin da quando Tom Riddle prese possesso della mia mente. E' la parte di me che al tempo di innamorò di lui... perché Luna io mi innamorai davvero di Tom Riddle... era il mio confidente, il mio migliore amico ed era dolcissimo con me. So che sembra assurdo, ma a quanto pare la me innamorata di lui è sopravvissuta dentro di me... e il marchio nero si spiega semplicemente perché io quando dormo sono mangiamorte... non si sa bene quando, ma devo essere andata da Voldemort... devo avergli chiesto di essere una mangiamorte anche io... e lo sono diventata. Ma solo quando dormo, assopita nel mio stesso corpo, e l'altra me prende il sopravvento.

Luna la fissò sconvolta. "Oh, Ginny... é terribile. Come é potuto succedere? Perché nessuno se ne è mai accorto?"

La rossa scosse il capo.

"L'altra me ha preso il sopravvento alla fine dell'anno scorso... la morte di Silente... la collera verso Harry che mi aveva lasciata per un motivo che a me non andava bene..."

"E... ora... cosa hai intenzione di fare?"

Ginny si asciugò gli occhi e fece spallucce. "Non lo so... ma posso dirti che ho capito perché Malfoy ci prova con me. Sono una Weasley, sono una Grifondoro... ma sono una mangiamorte... lui é qui non per spiare Harry... é qui per spiare me... ma non so perché mi stia proteggendo passando informazioni sbagliate a Voldemort. So solo che lui crede che io sia mangiamorte a tempo pieno... non so... se spiegargli questa storia... non so se posso fidarmi... ma d'altronde non vorrei si lasciasse sfuggire qualcosa con qualcuno. Questa  cosa dell'altra Ginny non deve venire a galla! Mi aiuterai, vero Luna? Ti prego, aiutami..." si curvò verso l'amica, appoggiando la testa sul suo grembo. Luna la guardò con un'espressione distrutta e le accarezzò i capelli, sussurrandole parole di conforto con la sua dolce voce.

"Non preoccuparti, Ginny. Si sistemerà tutto... vedrai... é facile... ci libereremo della tua gemella cattiva..."

Ginny continuava a piangere e dire cose su cose, senza riuscire a imporsi un freno. "E' come se qualcuno mi volesse comandare... Ci deve essere una ragione per cui l'altra me stessa viene fuori solo quando dormo."

Luna rifletté due secondi. In effetti era vero. Perché la Ginny cattiva veniva a galla solo quando l'altra era tra le braccia di Morfeo?

"Ginny. Ti prometto che faremo una ricerca... ecco so che non mi crederai, le mie storie sembrano sempre assurde... ma ti prego, fidati, io credo di sapere cos'è che ti incatena ai sogni, lasciando che l'altra te stessa fuoriesca."

Ginny la guardò confusa, curiosa e perplessa. "Cosa?"

Luna assunse lo sguardo più serio che le avesse mai visto da quando l'aveva conosciuta. " I demoni dei sogni."

... continua...

  
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