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Autore: Blue Flower    05/08/2010    1 recensioni
Cosa succederebbe se... i ruoli di Edward e Bella, dopo Breaking Dawn, si capovolgessero nel vero senso della parola? Cosa ne sarebbe dell'eterna storia d'amore? Cosa ne penserebbe loro figlia? Questo lo scoprirete...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La vita è fatta di scale, di porte e di traguardi. Certe volte non sei pronto per salire una determinata scala, altre non riesci ad aprire una porta... E’ strano, anche perché ti sei preparato per tutta la vita a raggiungere quel traguardo...Anche se la tua vita è stata breve... Anche se è stata una vita che non avevo ancora assaporato... Sto salendo la scala per aprire la porta, ma a bloccarmi c’è uno sguardo tinto di marrone cioccolato che mi supplica di rimanere. Respira, è la scelta migliore per tutti... ma non ti puoi illudere di questa frivola convinzione. E’ la scelta migliore per me, non per lei. Devo andare avanti. In un impeto di ragione capisci che non c’è più un padre, non c’è più un marito... c’è solo un adolescente che non sta pensando alle sofferenze che sparge ovunque... 

Il dieci settembre... Ricordavo quel giorno: esattamente un anno fa mia figlia era appena nata, io ero ancora immortale e Bella si stava trasformando.

Il primo di una serie di lunghi giorni di scuola stava per cominciare.

Tuttavia mi svegliai allegro ed entrai in camera di Reneesme spalancando la finestra e sorridendole. “La sorpresa è pronta!” esclamai. Lei sbarrò gli occhi ed eccitata si mise in piedi davanti a me. “Stai scherzando?!Oggi?” io annuii sorridendo di nuovo. “E’ una sorpresa un po’ particolare...” detto ciò mi avvicinai alla piccola scrivania vicino alla finestra della sua camera e presi uno zaino in cui avevo messo i libri necessari per quel giorno. Gliela porsi e lei mi guardò con aria interrogativa. “Uno zaino?” “Uno zaino” “A cosa mi serve?” “Secondo te a cosa servono gli zaini?” nei suoi occhi passò uno strano barlume di incredulità. “Mi stai prendendo in giro?” io scossi il capo.

“E’ ora che tu impari qualcosa fuori da questa casa...” “Ma io da sola... cioè non...” “Sola? Qualcuno ti ha per caso detto che sarai sola?” “E chi mi accompagnerà? Sentiamo...” poi mi guardò, strabuzzò gli occhi e disse: “Tu?!” “Io”.

Tutti e due scoppiamo in una risata.

“Ora vestiti... Siamo in ritardo” “Aspetta...” “No non aspetto” dissi allontanandomi verso la mia camera. “Ti conviene essere pronta quando tornerò!”le accennai ridendo. Presi un paio di jeans, delle scarpe da ginnastica e una felpa con il cappuccio nera perfettamente nella norma. Cercai lo zaino che avevo nascosto nel fondo della cabina armadio in modo che Reneesme non lo trovasse e ci misi dentro il cellulare: per qualsiasi evenienza avrei potuto chiamare Bella.
 

Per andare alla Forks High School, presi la mia volvo e feci accomodare Reneesme sul sedile del passeggero. “Allora... qualche precauzione...” le dissi allegro. “Precauzione? A scuola?” “Esatto... Non posso ripresentarmi come Edward Cullen o alcuni studenti potrebbero sospettare qualcosa. Il mio cognome è Masen, chiaro?” lei annuì risoluta. “Non sei la figlia di Bella, ma una cugina alla lontana dei Cullen e soprattutto...” mi fermai. “Soprattutto?” “Non chiamarmi papà o si domanderebbero il perché okay?” “Chiaro capo” si mise la mano sulla fronte come facevano i militari.

Arrivammo velocemente a scuola e scendemmo dirigendoci in segreteria. Il piccolo locale era affollato anche perché bisognava prendere gli orari delle lezioni. Dopo un po’ di tempo un ragazzino biondo poco più alto di me ci si avvicinò e chiese timidamente: “Scusa... ci conosciamo?” mi domandò. “Ehm... suppongo di no” in realtà lo ricordavo vagamente. Era il cugino più piccolo di Mike Newton e avevo avuto modo di incontrarlo qualche volta di sfuggita insieme al mio ex compagno di classe.

“Scusa... assomigli leggermente a Edward Cullen” feci spallucce. “No... lui è il cugino di Reneesme” dissi indicando mia figlia vicino a me. Lui annuì. Poco dopo arrivò il nostro turno. “Siamo Edward Masen e Reneesme Cullen” mi rivolsi alla segretaria. “Oh magnifico, un’altra Cullen a scuola!” disse lei entusiasta. “Tenete, ecco il vostro orario” allontanandoci Reneesme mi guardò insospettita. “Abbiamo lo stesso orario” io annuii. “Certo” “E’ stato Carlisle vero?” “Ovvio” ci dirigemmo al corso di letteratura inglese che era il primo sul lungo orario scolastico.

L’ora passò lentamente anche se Reneesme dava l’idea di ascoltare attentamente i lunghi discorsi del professore. Guardava tutto, persino i banchi, con l’aria di qualcuno che aveva appena avvistato un alieno ed era entusiasta di ogni singolo particolare. Per lei la scuola era una nuova “emozione”, per me no. Tutte le ore della mattina passarono così fino a quando non arrivò il momento del pranzo. Dopo aver preso i vassoi io iniziai ad andare al solito tavolo dove mi sedevo con i miei fratelli. Quando vidi che era occupato un impeto di rabbia prese il sopravvento su di me.

Quello era il nostro tavolo: lo era sempre stato e adesso lo occupavano una bionda cotonata, uno sportivo e altri “pezzi grossi” della scuola. “Non litigare” mi sussurrò Reneesme dato che aveva capito le mie intenzioni. 
Quando uscimmo da scuola stavamo per entrare in macchina quando sentii una voce familiare da dietro: “Cullen?” mi voltai per vedere chi fosse. “Mike?” dietro di noi c’era Mike Newton, vestito di tutto punto con giacca e cravatta. “Ehi Edward!” disse avvicinandosi. “Cosa ci fai qui?” indeciso su cosa rispondere mi schiacciai involontariamente un piede. “Ehm... io ho accompagnato mia cugina a scuola. E’ nuova di Forks e ha qualche problema ad ambientarsi. Ci tenevo a farla trovare bene...” lui annuì. “Hai qualcosa di strano oggi...” mi girò attorno. Un anno prima era più basso di me, adesso mi superava di qualche centimetro. Fece spallucce arrendendosi. “Allora?Come sta Bella?” “Molto bene... questo mi fa ricordare che ci sta aspettando... Cia' Mike!” dissi chiudendo lo sportello della macchina e mettendo in moto. 

C’è mancato poco... pensai sconvolto. Dallo specchietto della macchina vidi un Edward Masen sconvolto, bianco come il gesso e in procinto di svenire. “Papà, vuoi che chiami mamma e dirle di venirci a prendere?” “Che dici... sto benissimo... Mi sono solo spaventato...” lei annuì poco convinta. “Riguardati” sussurrò poi. Quando arrivammo a casa dei Cullen, Bella ci attendeva davanti all’entrata. Ci corse incontro, abbracciò Reneesme e baciò me lasciandomi di stucco. Barcollai sorpreso. “E’ quasi ora, Edward” capii subito cosa voleva dire. “Così? Senza preavviso?” domandai incredulo. “Non abbiamo molte scelte...” disse lei cupa. “Cosa intendi?” il suo viso splendido era contratto in una strana smorfia di dolore. Mi ero ripromesso di non farla mai soffrire, ma mi sembrava più che sofferente in quel momento. “Alice ha avuto una visione... Tra un mese e mezzo arriveranno i Volturi... e se sanno dell’invenzione di Carlisle ci uccideranno. Tutti” prese una pausa.

“Edward... ti devo trasformare”.
  
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