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Autore: Josie_n_June    05/08/2010    2 recensioni
"Non c'entra niente da chi sei stato generato, o perché. Tu sei chi sei. [...]Non è la discendenza a stabilire ciò che siamo, è quello che facciamo della nostra vita. [...] Tu puoi scegliere la tua parte. Anzi, l'hai già fatto." Un Cavaliere di Drago. Una sacerdotessa. Un mago. Un'Assassina. A dieci anni dalla Grande Battaglia d'Inverno, un nuovo periodo oscuro travolge il Mondo Emerso. Non ci sono più eroi a combattere. Quattro ragazzi si trovano dentro una guerra che non si è mai conclusa, senza alcuna garanzia di vederne la fine. E sta a loro, decidere il loro destino. Una storia a due mani scritta qualche capitolo a testa, e quindi imprevedibile anche per noi che siamo le autrici. Se vi abbiamo incuriosito almeno un po', perché non date una sbirciata?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Algeiba si svegliò di soprassalto, ansimante.

Si guardò intorno, e lentamente ricordò che si trovava nel suo alloggio, come ogni notte. Serrò gli occhi e si prese la testa tra le mani, cercando di far rallentare il battito del cuore.

Un altro incubo. Era il terzo in una settimana. Non poteva andare avanti così.

Improvvisamente, si accorse che oltre al suo cuore, c’era un altro rumore martellante nella stanza. Aprì gli occhi e sollevò lo sguardo sulla porta. Stavano bussando da almeno due minuti.

Si alzò dal letto e infilò velocemente la casacca e i calzoni, prima di andare ad aprire stropicciandosi il viso con una manica.

Dall’altra parte della porta stava un ragazzino vestito di nero, biondo e slavato, che non poteva essere molto più piccolo di lei. La ragazza lo riconobbe immediatamente, e il suo cuore fece un altro balzo.

“Che cosa c’è?” gli chiese con freddezza.

“Sua Eccellenza ti ha convocata nel suo studio.” rispose il ragazzino, un po’ infastidito.

Di nuovo, il cuore di Algeiba sussultò. “D’accordo.” disse “Di’ a Sua Eccellenza che sarò da lui tra poco.”

Il ragazzino annuì, e poi sparì nel corridoio.

Algeiba respirò profondamente e chiuse la porta. Cercò a tentoni la candela e lo stoppino, e l’accese con un unico movimento.

Poi l’appoggiò sulla cassapanca, l’unico oggetto d’arredamento nella sua cella oltre al letto, e si sedette sul materasso.

Come non mai, desiderò rinchiudersi dentro quel buco per tutto il giorno.

Ma, ovviamente, non poteva.

Si alzò dal letto, e afferrò gli abiti e la bisaccia. Si vestì velocemente, e una volta finito di allacciarsi il corpetto e di intrecciarsi i lunghi capelli castani, cominciò ad armarsi.

Le sei armi della Gilda erano disposte ordinatamente sulla cassapanca, vicino alla candela.

Algeiba sistemò nella cintura i cinque coltelli da lancio, sul fianco destro, e poi infilò il piccolo arco e la faretra nella sacca a spalla, insieme alla cerbottana. Ficcò il pugnale nell’apposito fodero nella cintola, e le piccole fiale di vetro al sicuro in una bisaccia imbottita. Poi infilò i guanti, e avvolse attorno ai polsi i lanci per strangolare. Infine si legò sul fianco il fodero che conteneva l’elaborata sciabola che usava fin da bambina.

Una volta completata la procedura, Algeiba si sporse sotto il letto per prendere gli stivali. Nel tirarli fuori, la sua mano sfiorò un’asse leggermente sollevata.

La ragazza rimase qualche secondo ad osservarla, indecisa.

Poi la spostò, e ne tirò fuori un libretto piccolo foderato di cuoio, piuttosto spesso e chiuso da una fibbia di ferro. Si sedette a terra, il diario tra le mani, accarezzando distrattamente la copertina.

Erano quattro anni che non ci scriveva. Non avrebbe avuto senso portarlo con lei.

Per qualche motivo, però, si tolse dalle spalle la bisaccia e lo fece scivolare sul fondo, sotto l’arco e la faretra.

Fatto questo, calzò i pesanti stivali, e con cura inserì cinque aghi praticamente invisibili nella stoffa spessa del rivestimento interno, in modo che non le sfiorassero la pelle.

Poi si rialzò, si gettò il mantello sulle spalle, spense con un soffio la candela e infine uscì.

Prese a camminare per i corridoi tetri e asfittici della Casa automaticamente, guardando a terra. Dopo diciassette anni di vita lì dentro… Valeva a dire tutta la sua vita, conosceva ogni più piccolo angolo di quel posto, e le sue gambe ormai la conducevano senza bisogno che fosse lei a guidarle.

L’odore di sangue che impregnava le pareti le fece storcere il naso solo un attimo, prima che ci si abituasse. Come Assassina, avrebbe dovuto piacerle. Ma le era sempre rimasto indifferente. E da quattro anni a quella parte, le dava anche una certa nausea.

Il ricordo di Righel l’aggredì prepotente, confuso con l’incubo di quella notte, e la ragazza serrò gli occhi ancora una volta, cercando di scacciarlo.

Non poteva andare avanti così.

“Algeiba…”

La ragazza si voltò. Una giovane donna alta e bella veniva verso i lei, i lunghissimi capelli rosso intenso legati in una coda di cavallo. Indossava gli abiti degli Assassini, che aveva fatto in modo le lasciassero scoperte abbondanti porzioni di pelle ambrata. Algeiba le sorrise.

“Ciao, Talitha.”

La ragazza le si avvicinò, e anche lei le sorrise un sorriso impeccabile. I suoi occhi a mandorla color miele incrociarono quelli azzurri di Algeiba.

“Cosa ci fai qui?” le chiese la ragazza, prendendo a camminare vicino a lei “Sei andata a pregare?”

Algeiba storse appena le labbra. Molti dei suoi compagni Assassini si alzavano prima per ritirarsi nella Sala delle Piscine a pregare davanti alla statua di Thenaar. Persino Talitha, da quando era entrata nella Gilda a otto anni per aver ucciso la sua sorellina, si era avvinta al culto più di lei. Che eppure, come Figlia di Thenaar, avrebbe dovuto essergli una delle più devote.

Anche se Algeiba tendeva a considerarsi più una Figlia della Gilda, che di Thenaar.

Blasfemia. le fece presente il suo cervello, e la ragazza cercò di rimangiarsi quel pensiero. Senza in realtà riuscirci granché.

“No. Sono stata convocata da Sua Eccellenza, sto andando nel suo studio.”

“Ah davvero?” fece Talitha, sorpresa.

Algeiba non rimase sorpresa dalla sua sorpresa. A diciassette anni aveva compiuto soltanto dieci omicidi, almeno quattro in meno della quota prevista per un Assassino della sua età. E dire che aveva cominciato in anticipo.

“Davvero. E tu dove vai?” chiese a Talitha.

“Anch’io da Sua Eccellenza.” rispose lei, con una certa eccitazione “Forse vuole assegnarci una missione insieme.”

A quel pensiero, Algeiba rabbrividì.

Non che non volesse stare insieme a Talitha; si conoscevano da quando erano bambine, era la sua migliore amica. Ma proprio perché erano cresciute insieme l’aveva vista addestrarsi, e a volte anche uccidere. E il modo in cui lo faceva era così violento, così spietato, così sadico…

“Forse.” si limitò a risponderle.

Non si scambiarono più parola finché non raggiunsero la sobria porta scura che chiudeva la loro meta. Sul legno, era incisa la scritta: Studio privato della Suprema Guardia.

Algeiba esitò, e fu Talitha a sporgersi per bussare.

“Avanti.” dichiarò perentoria una voce dall’interno.

Talitha afferrò la maniglia e spinse la porta.

Algeiba la seguì all’interno, e in quel momento l’uomo seduto dall’altra parte di una lucida scrivania intarsiata sollevò lo sguardo. Aveva un aspetto gradevole e giovanile, nonostante si stesse avvicinando ormai alla quarantina. Aveva la testa coperta di riccioli neri e fluenti, probabilmente più simili a boccoli se li avesse lasciati crescere, e il viso pallido brillava d’intelligenza e passione, nonostante i grandi occhi color ghiaccio fossero totalmente inespressivi.

Sorrise loro con fare paterno, e Algeiba si portò insieme a Talitha i pugni al petto, nel segno di saluto della Gilda. La Suprema Guardia si alzò e aggirò la scrivania con estrema grazia e agilità. Il suo corpo non mostrava minimamente i segni del tempo; avrebbe potuto battere in combattimento chiunque all’interno della Casa.

Algeiba sapeva che ancora, ogni tanto, Yeshol si distaccava dal suo ruolo altolocato per andare personalmente sul campo.

“Ben arrivate, Algeiba, Talitha.” le salutò, portandosi a sua volta brevemente i pugni al petto. “Mi perdonerete per questa sveglia anticipata, spero.”

“Non aspettavo altro, Vostra Eccellenza.” disse immediatamente Talitha, la voce vibrante d’emozione.

A quel punto, Yeshol si voltò verso Algeiba.

La ragazza abbassò il capo. “Ai vostri ordini, Eccellenza.” si limitò a dire.

La Suprema Guardia annuì, e tornò in un lampo a sedersi alla scrivania. “Benissimo. Perché Thenaar necessita il vostro impegno.” disse, prendendo tra le mani due fogli di pergamena.

A quella vista, lo stomaco di Algeiba si strinse.

“Ho un compito per entrambe voi.” spiegò Yeshol, svolgendo uno dei rotoli “E sono entrambi compiti di estrema importanza.”

Algeiba non poté fare a meno di sospirare internamente di sollievo. Talitha non sarebbe stata la sua compagna.

“Prendete questi due Informatori.” continuò l’uomo, riarrotolando la pergamena “Studiateli rapidamente, e siate di ritorno tra due ore, dopo aver compiuto i riti appropriati.” disse poi, porgendone uno per una.

Algeiba prese il suo, e lo strinse al petto. Talitha fremeva vicino a lei.

“Sì, Vostra Eccellenza.”

Si voltarono e mossero qualche passo verso la porta.

“Ah, Algeiba…” la chiamò Yeshol.

La ragazza si voltò di nuovo con aria interrogativa.

“Tu resta. Devo parlarti.” spostò gli occhi su Talitha “Devo dire qualche parola anche a te, ma più tardi. Raggiungimi prima di salire al Tempio.”

Talitha annuì e lanciò uno sguardo all’amica, poi uscì chiudendosi la porta alle spalle. Algeiba represse un sospiro e si avvicinò di nuovo alla scrivania.

Yeshol la guardò dal basso, e incrociò le dita davanti a sé. “E’ evidente, Algeiba, che i tuoi servizi alla Gilda sono stati alquanto limitati, da quando sei qui.” cominciò la Suprema Guardia, e la ragazza abbassò lo sguardo.

Era un discorso che le faceva quasi ogni volta. E non cambiava mai. Che risultati sperava di ottenere, stavolta?

“Ti accordai fiducia quando, quattro anni fa, ti assegnai il tuo primo omicidio nonostante tutto ciò che avevi fatto.” disse con freddezza, e Algeiba dovette stringere i pugni “Hai cominciato ad uccidere con un anno di anticipo rispetto a tutti i tuoi compagni. Eppure, per qualche motivo, non mi sei riconoscente. E non sei riconoscente a Thenaar.”

Algeiba alzò lo sguardo. “Io gli sono riconoscente, Maestro.”

Lo chiamava così soltanto quando erano da soli.

Yeshol la fissò intensamente negli occhi, come faceva quando era bambina e voleva sondare la verità delle sue affermazioni. Era stato lui ad insegnarle tutto quello che sapeva sulla storia del Mondo Emerso e sulla fede verso Thenaar. A volte, anche con le maniere forti.

Probabilmente, Yeshol considerava Algeiba come il suo più grande fallimento.

“Allora non mostri con la dovuta partecipazione la tua riconoscenza.” riprese la Suprema Guardia con la stessa freddezza “Ti ho assegnato molti omicidi di poco valore da quel giorno in avanti, sperando che si scatenasse in te un istinto di rivalsa. Invece ti accontenti, come se non volessi realmente svolgere il compito che sei stata mandata a fare tra noi Vittoriosi.”

Algeiba si morse le labbra, senza distogliere lo sguardo dal suo. Non sapeva davvero che cosa rispondere.

Yeshol rimase in silenzio a lungo, senza smettere di fissarla. “Ma io voglio darti fiducia, Algeiba, ancora una volta. Sono stato io ad istruirti, e voglio credere di non aver sprecato diciassette anni della mia vita. E della tua.” fece un cenno del capo verso il rotolo di pergamena che Algeiba continuava a stringere al petto “Le nostre spie hanno impiegato mesi per cercare il Perdente che dovrai uccidere, e adesso che finalmente l’abbiamo trovato, sarai tu, a fare la volontà di Thenaar.”

Algeiba spalancò gli occhi. “Mi mandate da sola?”

Non era mai uscita dalla Casa da sola. Di solito, Yeshol le assegnava degli Assassini più grandi per accompagnarla… e, essenzialmente, per controllarla.

Yeshol annuì. “Esatto. E’ ora che impari ad essere autonoma. Non posso continuare a trattarti come una bambina.” l’uomo disintrecciò e intrecciò di nuovo le dita, poi la guardò intensamente e riprese: “L’omicidio che ti mando a compiere è forse il più importante che ci sia stato chiesto da un anno a questa parte. Sarà difficile, sarà pericoloso. Se riuscirai a portarlo a termine, saprò che sei una vera Vittoriosa. Se, invece, fallirai…” inarcò le sopracciglia, e sospirò: “In quel caso, saprò che la tua morte non sarà stata altro che un bene, per la Gilda.”

Detto questo si alzò, e si voltò a prendere qualcosa in una scansia alle sue spalle. Algeiba aggrottò le sopracciglia, e gli lanciò un’occhiata d’odio profondo, che era già scomparsa quando la Suprema Guardia tornò a girarsi.

Le porse una limpida ampolla trasparente, chiusa da un tappo e con un denso liquido verde raggrumato sul fondo. “Raccogli il sangue del Perdente per versarlo nelle piscine. Quando l’avrai fatto, sarai davvero una Figlia di Thenaar.”

Algeiba afferrò l’ampolla senza guardarla e senza esitare, e la ripose nella bisaccia imbottita insieme alle fiale di veleno. Poi risollevò gli occhi su Yeshol, e vide che sorrideva.

“Come ho già detto, ho fiducia in te.” disse l’uomo, appoggiandole una mano sulla spalla “Vedi di non deludermi.”

La ragazza sentì la pelle gelarsi sotto le dita di Yeshol. “Non vi deluderò, Maestro.”

Yeshol annuì, e poi la lasciò. Algeiba fece un passo indietro, e si portò di nuovo i pugni al petto, stringendoli forte.

Non posso andare avanti così.

 

_________________________________________

Note:

Questo secondo, breve capitolo introduce uno dei personaggi. Algeiba, Figlia di Thenaar o, come dice lei, della Gilda XD Le vogliamo un gran bene, anche se è una stupida autolesionista.

Vi accorgerete che inizialmente somiglierà un po' a Dubhe -ma va'? XD- ma piano piano prenderà una strada tutta diversa.

Ecco presentata la piccola dolce Assassina armata di sciabola. Presto si uniranno a lei altri personaggi, che si ammassano e fanno a botte per chi entra in scena per primo.

Con calma si presenteranno tutti u.ù

Cerchiamo di aggiornare entro la settimana! Alla prossima,

Josie e June

MonyPurpa: Sei geniale! XD Siamo morte dal ridere.

Beh, sì, Dohor riserverà un gran numero di sorprese nei prossimi capitoli. Abbiamo cercato di svilupparlo nel modo più affascinante e bastardo possibile, per così dire XD Grazie della tua recensione, è un grande incoraggiamento!

  
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