6. Alleati
Areal si trovava davanti al più grande
incubo della sua vita. E per volere essere onesti, l’aveva anche sognato nei
suoi incubi ma adesso era vero. Era davanti alla porta senza pomelli ne
serrature della sala comune dei Corvonero. Non si era avvicinata troppo per non
rischiare di sentirsi porre un indovinello alla quale non sapeva rispondere.
Scese di corsa le scale, e recuperò Jude che stava salendo verso la torre con
estrema lentezza.
“:Ciao!:” la salutò Areal, e ascoltando i
suoi dubbi su un compito di trasfigurazione, la indirizzo sotto le grinfie del
corvo sul battente della porta, che prontamente chiese: “:Leggero come una
piuma ma impossibile da trattenere per un uomo per più di cinque minuti…:”
Jude si scompigliò i capelli ramati “:Areal
tu lo sai?:” chiese pensosa, ma Areal deglutì a vuoto. Tuttavia provò a
ragionarci, volendo era intelligente, brava, se la cava sempre. Una stupida
porta non le avrebbe messo i bastoni fra le ruote. Cos’era che pur essendo
leggero era difficile da trattenere a lungo? Ci pensò, ci ripensò, ma la sua
mente era paragonabile ad un deserto: vuota!.
“:Forse è il respiro, o fiato!:” disse Jude,
e la porta si aprì come d’incanto. Jude ovviamente non poteva immaginare la
disperazione in cui stava cadendo Areal alle sue spalle. Prima che scoppiasse
in lacrime, le due si incontrarono con Emma e Canni, e si accomodarono nella
sala comune a leggere. Areal si scelse un posto sotto la finestra, e senza
farsi troppi problemi si sedette a terra, sulla moquette blu stellata. Aveva
bisogno di rilassarsi, infondo, il giorno dopo sarebbe stata una giornata
importante.
Erano le sette di mattina, l’aria era umida
ma non gelida. C’era una leggerissima foschia, e gli uccelli cinguettavano
sereni. I rumori della natura di prima mattina erano sicuramente una delle cose
che rincuorava di più Areal. Indossava la sua divisa scolastica, il mantello
con lo stemma dei Corvonero, e la lunga sciarpa blu e bronzo stretta al collo.
Il suo fedele gufo di nome Nira e dal piumaggio corvino, era cresciuta durante
l’estate, infatti adesso aveva le classiche dimensioni di una civetta. Questa
se ne stava sulla sua spalla, saltellando con la padrona ogni qualvolta che questa
sussultava per scendere più a valle verso il lago nero. Areal era serena e
sorridente, con la sua borsa in spalla e la voglia di apprendere già di prima
mattina. Ma c’era chi non la pensava affatto come lei.
“:Ti odio Foreberth! Non solo questo stupido
patto delle ripetizioni, ma anche uscire di prima mattina mi sembra a dir poco
ridicolo! Mezza scuola dorme ancora!:” Si lamentava Draco, che strattonava la
borsa ed il mantello che aveva in mano a destra e a manca, nervoso già alle
sette del mattino.
“:Chi dorme non piglia pesci! Oltretutto non
so se hai capito che ho scelto questo orario proprio per questo motivo…:” La
civetta volò via.
“:Prego?:”
Areal sbuffò, tuttavia il suo sorriso e la
sua allegria non furono minimamente intaccati. “:Dimmi Draco, vuoi che ci
vedano insieme a studiare teneramente?!:”
Draco
smise di scendere a valle, e rimase a pensare “:No!:” disse poi.
“:Esatto! Quindi, mi sembra ideale uscire da
scuola quando la maggior parte dorme o fa colazione…:”
“:Ma se già stiamo andando ad arroccarci tu
solo sai dove, perché così presto? Se non dovevano vederci uscire insieme
bastava farlo in momenti diversi, insomma ad orari decenti c’è tanta gente fuori e non baderebbero a noi!:”
“:Non so tu Draco, ma io il resto del tempo
lo passo a studiare, e per queste ripetizioni che tu consideri una perdita di
tempo già di per se, non vorrei sciupare il tempo che mi rimane per preparare
gli altri esami…:”
“:Secchiona!:”
Areal si voltò per incenerirlo con lo
sguardo.
Finalmente i due arrivarono vicino al lago,
e trovarono un angolino fra gli anfratti di roccia dietro cui sistemarsi.
Areal si sedette per prima, e tirò fuori il
libro di Incantesimi che si sistemò sulle gambe.
“:Devo sedermi a terra come gli animali?:” protestò
Malfoy.
Areal alzò la testa fissandolo con
sufficienza “:non sapevo che una signorina come te non volesse sporcarsi, Miss
Malfoy!:” e rise.
Draco fece una smorfia ma si trattenne
dall’ucciderla. Si sedette di fronte a lei sull’erba umida, per giunta.
“:Allora, da cosa vuoi iniziare?:” chiese
Areal.
“:Incantesimi:” borbotto lui con lo sguardo
al lago.
“:Fin qui ci arrivavo, volevo sapere con quale
argomento di preciso:”
Lo sguardo che le lanciò Draco fu chiaro
come il sole.
“:Ho capito:” fece Areal “:Partiamo dal
principio!:”.
Areal iniziò a spiegare a Draco i principi
di Incantesimi, e stranamente Draco ascoltava. Il ragazzo scoprì presto che le
lezioni di Areal avevano ben poco in comune con quelle con il professor
Vitious. Areal era allegra, genuina, e usava termini facili, oltre al fatto che
in ogni cosa ci infilava dentro o una metafora o un esempio pratico. “:Un incantesimo di richiamo è facilissimo:” disse
ad un tratto “:Se stai scappando e ti serve urgentemente la tua scopa, e non
sai richiamarla, mi spieghi come fai?:”
“:Io non scappo mai!:” rispose prontamente
lui, che ora era mezzo disteso sull’erba.
“:Diciamo allora che se un giorno mi farai
arrabbiare sul serio ti darò io motivo di scappare!:” fece lei, e Draco scoppiò
a ridere.
“:Tu Foreberth? Ma con chi credi di avere a
che fare?:”
“:Ti batterei, fidati, come ho fatto quella
volta a Hogsmead…:"
Draco inarcò le sopracciglia mentre
ricordava il loro primo scontro, quando la ragazzina aveva fatto lievitare le
sue scarpe…
“:Era stata solo fortuna!:” rimarcò il biondo,
ma Areal fece spallucce.
“:Comunque sia avevo vinto, e credimi potrei
rifarlo.:” prima che Draco ricominciasse, Areal tornò a spiegare i principi di
Incantesimi, confidando a Draco che il secreto stava nel comunicare con la
bacchetta. Per eseguire bene un incantesimo bastavano poche cose: conoscere la
forma, pronunciarla nel modo corretto, l’intenzione, e secondo Areal anche il
saper padroneggiare la bacchetta.
“:Assurdo!:” sbuffò Malfoy “:Totalmente
assurdo!:”
“:Accio!:” fece
Areal, e la borsa di Draco finì in mano a lei. “:Perché non la richiami tu,
adesso?:”
“:non mi va…:” si lamentò.
“:Va bene…:” ed Areal l’aprì iniziando a
sbirciarci dentro.
“:Accio!:” sbraitò
lui, con la bacchetta salda in mano, e la borsa tornò al legittimo proprietario.
Tuttavia Malfoy rimase scioccato. Perché durante la lezione con Vitious non era
riuscito a fare muovere la sua piuma nemmeno una volta?.
“:Visto! L’intenzione aiuta!:” trillò Areal,
con un sorriso che costrinse Draco a deglutire.
Tuttavia non tutto è rose e fiori, perché
già da quando arrivò il momento di ripassare pozioni i due iniziarono a
litigare.
“:…Ti ho detto che un infuso di Ardetto si prepara così! Lo capisci o no!?:” infuriava
Draco, indicando con il dito lo schema che aveva disegnato su un foglio.
“:Ma se tu non mi spieghi i meccanismi, mi
dici come diavolo faccio a rifarlo da sola a lezione?:”
“:Per pozioni non ci sono meccanismi, cervellona!
O impari o sparisci!:”
“:Bene, allora scordati di capire tutti gli
altri incantesimi!:”.
E metà delle lezioni che fecero nei giorni a
venire andò avanti più o meno in quel modo. Areal era esigente nello spiegare
gli incantesimi che per lei erano elementari, ma per Malfoy no. E dal suo canto
Draco faceva spiegazioni di pozioni che per Areal non avevano ne capo ne coda.
Il punto vero era che, volenti o no, i due ingaggiavano una guerra per il
potere ogni volta che potevano. Areal era gentile mentre spiegava, ma quando a
spiegare era Malfoy, quest’ultimo diventava un tiranno peggio di Piton! E
questo convinse la ragazza a diventare cattiva a sua volta. Draco odiava vedere
Areal tanto brava nel fargli capire cose che nessun altro riusciva a fargli
capire.
“:Io sono un Serpeverde, mi basterebbe
andare da mio padre a dirgli di comprarmi delle ripetizioni, e invece me ne sto
qui con una secchiona buona a nulla. E comunque sappi che Piton non ti farà mai
passare quell’esame!:” abbaiò un giorno Malfoy, tirando i libri e alzandosi in
piedi per andarsene, ma Areal si alzò a sua volta per urlargli contro di
rimando:
“:Tu non vai da tuo padre perché ammettere
davanti a lui che hai bisogno di ripetizioni è come ammettere che sei un’ inferiore
di prima categoria! Si capisce Draco, tu dipendi troppo dal papino,
lo nomini sempre! Ti sento quando minacci gli altri sai? Non avrai mai il
coraggio di ammettere davanti a lui che sei e sarai solo un impedito a vita!:”.
Draco si voltò, il volto scolpito dalla
rabbia, gli occhi furenti e i pugni stretti fino a far sbianchire le nocche. “:Che, cosa, ne,
sai ,tu…:” sibilò.
“:Di che non è vero se mi sbaglio, ma so di
avere ragione. Me lo ha confermato la tua reazione: tu hai paura di tuo padre!:”.
“:Non fare la strizza cervelli con me, tu
non sai niente! Niente!:” Draco era sempre più nero.
“:So che gli amici che ti porti dietro ti
obbediscono solo perché ti temono, ma non sono tuoi amici. Tu per primo non li
definisci amici. So che cerchi sempre di screditare gli altri o di metterti in
mostra solo perché vuoi essere superiore, è questo conferma solo il fatto che sai di essere inferiore ma che non
vorresti esserlo!. Dimmi che mi sbaglio Draco, dimmi ancora che non capisco!:”
“:Basta, BASTA!:” e Draco puntò la bacchetta
contro Areal “:Everte Statim:” Urlò Draco, e un fascio di luce sfiorò
Areal che cadde a terra. Se l’incantesimo l’avesse colpita in pieno e non solo
di striscio, si sarebbe fatta molto più male. Quando si rialzò in piedi puntò
la bacchetta contro Malfoy dicendo: “:Expelliarmus:” e con una scintilla rossa la bacchetta di
Draco gli volò di mano, ma lui rimase tranquillamente in piedi.
“:Ma che
bella mossa, Foreberth!:” sghignazzò Malfoy, sempre furioso. “:Peccato che uno
stupido incantesimo di disarmo, contro il mio attacco, fa solo ridere!:”.
Ma Areal
sorrise, e agitando la bacchetta disse “:Acccio
bacchetta-Draco!:” E la bacchetta scura di Malfoy
che era finita fra l’erba, si ritrovò nella mano sinistra di Areal. “:È vero
Draco, il tuo attacco poteva atterrarmi, ma vedi, io non mi sono limitata a
disarmarti: io ti ho rubato la bacchetta!:”.
Draco
rimase di pietra, a bocca aperta, con la fronte corrugata. Se si fossero
affrontati sul serio a quel punto Areal avrebbe avuto il potere di ucciderlo se
era necessario. Era vero, non si era limitata ad atterrarlo come aveva fatto lui,
e non gli aveva nemmeno lanciato contro qualche incantesimo strambo che faceva
crescere chissà cosa sulla pelle. No, gli aveva direttamente tolto di mano la
bacchetta e se l’era presa lei. Semplice ma letale.
“:Come
vedi Draco, saper analizzare il nemico serve…:” disse Areal, calma.
“:Cosa
c’entra?:” borbottò lui, scoprendosi incapace di usare il suo solito tono di
voce strafottente.
“:Tu sei
uno che segue troppo l’istinto, sei avventato. Era logico che tentassi di
atterrarmi, ma che non ti saresti mai aspettato una mossa scontata come la mia.
Ecco perché ho vinto. Tu mi hai sottovalutato Draco! Credevi che L’Expelliarmus
e L’Accio fossero magie inutili? Ora sai che non è
così…:”
Draco si
sentì come quel pomeriggio a Hogsmead, quando Areal lo
aveva battuto con un incantesimo che lui aveva ritenuto sciocco e inutile, e
come quella volta però, Draco non si sentì ne sconfitto ne umiliato. Era solo
rimasto scioccato da quella ragazza. Areal era capace di metterlo a tacere, era
capace di batterlo durante le lezioni, ed ora anche durante un duello, eppure,
in quella ragazzina dolce e spietata al tempo stesso, lui non vedeva alcuna
minaccia.
“:Adesso torniamo
a studiare per favore?:” chiese teneramente Areal, con il più dolce dei sorrisi
che Draco avesse mai ricevuto.
Da quella
volta le loro lezioni filarono senza intralci, anche Draco era diventato un
degno insegnante, tanto che alla prima lezione di pozioni con Piton, Areal finì per seconda il suo lavoro (dopo Draco) e
Piton approvò con un mezzo sorriso di puro stupore.
“:Vedi…:”
aveva detto Draco, un pomeriggio giù al lago “:Devi abbinare le fialette in
base al colore, a volte. Se devi preparare un infuso verde, è quasi scontato
che quello che ci andrà dentro sarà giallo e blu, quindi qualcosa dai colori
chiari e di intenso. Ragiona così quando non sai che fare. Oppure, quando Piton
entra, dipende quello che fa, si capisce subito cosa ci farà preparare, e
saperlo prima ti da il tempo di studiartelo meglio dal libro…:”
“:E da cosa si capisce?:”
“:Bé ad esempio un giorno è entrato con una
boccetta di pozione invecchiante, e con quella si può fare solo una cosa: una
pozione rallentante!:”
“:Mi vuoi dire che basta così poco per
fregare Piton?:” chiese Areal ad occhi sbarrati.
Malfoy ghignò a trentadue denti “:Ora
capisci perché dicevo che Pozioni è più facile di Incantesimi?:”.
Un pomeriggio i due studiavano seduti fra
le rocce vicino al lago, ognuno intento a scrivere una relazione. Areal stava
spiegando come si ottiene un infuso, e avrebbe poi dovuto consegnare quel testo
a Draco, il suo professore di Pozioni per quel momento. Draco invece stava
scrivendo alcuni principi base per la lievitazione, che poi Areal avrebbe
visionato. Arano appoggiati alla stessa roccia, messi quasi schiena contro
schiena.
“:Draco:” chiamò Areal, e si allungò per
passare al ragazzo dietro di lei la sua pergamena. “:controlla questo è vedi se
è giusto…:” e gli indicò le righe in questione. Draco mise da parte il suo
lavoro, e osservò quello che voleva Areal.
“:No:” disse tranquillo “:è più che giusto!
Vedi di non diventare più brava di me almeno in Pozioni, o giuro che ti vengo a
strozzare mentre dormi!:”
Areal rise, e continuò il suo lavoro. L’aria
era fresca, e la natura canticchiava soavemente. Era pomeriggio inoltrato,
tutti gli altri di sicuro erano chiusi nelle loro rispettive sale comuni.
“:Areal, mi spieghi perché sei tu la prima a
non volere che ci vedano insieme?:” chiese di punto in bianco il biondo.
“:Draco, lo so benissimo che farti vedere
con una come me nuocerebbe alla tua immagine!:” Rispose annoiata.
“:Non mi freghi! Dimmi la verità:”
Areal sbuffò. I due non si guardavano,
continuavano a darsi le spalle fingendo di finire i loro compiti “:Perché non
voglio essere scambiata per una delle ragazze che ti cadono ai piedi!:”.
Draco sorrise in modo strano “:Sempre furba
vero?!:”.
I due rimasero in silenzio per un po’, poi
Areal parlò. “:E tu Draco? Onestamente, perché stai con me? pensavo che le
odiassi quelle come me, voglio dire, io non ho niente in comune con i tuoi
amici Serpeverde…:”.
Sta volta a sbuffare fu Draco “:Mi deludi,
non eri tu quella che sa tutto di come sono fatto? Non avevi detto che sono io
per primo a non considerare miei amici quelli con cui sto? Vedi, è questo il
punto: tu sei diversa da loro. E credimi a volte mi fai impazzire. Mi stai
antipatica, sei irritante e tutto il resto, eppure non riesco a fare a meno di
litigare con te. Mi ci diverto, quasi. Ti basta come risposta, Areal?>> e
le lanciò un’ occhiata antipatica.
Areal però rimase in silenzio.
“:Draco?:” chiamò lei senza preavviso, e lui
si voltò a guardarla.
“:Si?”:
“:È la prima volta che mi chiami per nome…:”
Draco strabuzzò gli occhi, e i due rimasero
a fissarsi per un po’, fin quando lui non scosse il capo e tornò a sui compiti
nascondendo un certo imbarazzo.
Areal accarezzò la pergamena su cui stava
scrivendo, osservò un po’ il paesaggio del lago, e poi, senza sapere perché,
sorrise, sentendosi davvero felice.
Ma le
cose belle non sono mai infinite…
Continua….
Grazie a tutti quelli che leggono, ma grazie di
cuore a JuliaSnape
e a Books
per aver recensito. Mi scuso ma sono in partenza per le vacanze, e quindi di
fretta. Farò di tutto per aggiornare, promesso XD