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Autore: cloe cullen    05/08/2010    24 recensioni
"Ma stanotte ho deciso di accontentarti...farò l'amore con te Bella..." Ambientata dopo che Edward lascia Bella in New Moon...ma se prima di lasciarla avessero condiviso un'esperienza che avrebbe cambiato le loro vite per sempre? come reagirà Bella? Edward tornerà da lei...? Leggete in molti!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 50 Sera ragazzeeeee!!! Ed eccoci qui..al capitolo 50. Mamma mia..non avrei davvero mai creduto di raggiungere questo numero quando ho iniziato a scrivere questa storia. Mi sembra davvero incredibile, così come mi sembra incredibile il supporto costante e fantastico che continuate a darmi tramite le vostre recensioni...non sapete che cosa significhino per me. Anzi, se siete scrittrici anche voi sono sicura che lo sapete. =) Non finirò mai di ringraziarvi abbastanza. ma comunque ci provo...dandovi un capitolo hot. ;) ahahah che poi hot..bah, sapete come al solito che i miei standard di hot non sono nulla di esagerato. Però ci tengo a dirvi che che inizia dall'asterisco sino alla fine. Tanto perchè lo sappiate e se ci sono orecchie e occhi puri tra voi ( come me ahahahah) sapete dove fermarvi a leggere prima di bloccarvi la crescita U___U
Aahahahh a parte gli scherzi..enjoy the chap e fatemi sapere come sempre con una bella recensione ;)
Xo Xo Cloe


BELLA

“Allora…direi che abbiamo preso tutto il necessario” esordì Alice, portando dentro casa delle enormi buste con una grazia e leggerezza sovraumana.

Richiusi la porta alle mie spalle con facilità visto che io non ero autorizzata a portare nulla. I Cullen e le loro mille paranoie..
“Ora facciamo un piccolo inventario con tutto quello che abbiamo comprato e vediamo se non manca nulla” dissi.
Alice alzò gli occhi al cielo e mi lanciò un’occhiata eloquente “Bella, sono una vampira. Ho una memoria da vampira e niente niente niente riguardante l’organizzazione di una festa potrebbe mai sfuggirmi di mente anche se fossi una semplice umana”
“D’accordo..allora svuotiamo le buste” risi.
“Sì sì sì sì!!” Alice strillò come una bimba, battendo le mani e iniziando a svuotare i pacchetti. Avrei dovuto immaginare che le cose sarebbero finite in questo modo: con Alice che era più eccitata dei veri festeggiati.
Come chiamati dalle mie parole sentii dei passi in cima alle scale e, quando alzai lo sguardo, vidi i miei tre miracoli venirmi incontro.
Liz era tra le braccia di Edward mentre Ed stava gattonando a velocità spaventosa verso le scale. Ma, ovviamente, prima che la situazione potesse diventare anche solo lontanamente pericolosa per lui, mio maritò lo afferrò sotto il pancino e lo fece volteggiare in aria con facilità.
Sentii la risata felice di mio figlio vibrare per tutto l’ingresso e il suo sorriso illuminargli il visino mentre Edward lo baciava ripetutamente.
“Guarda un po’ chi è tornato. La mamma e zia Alice” esultò mio marito e non appena i bimbi ci videro iniziarono a sbracciarsi verso la loro zietta preferita. Beh, forse la vera preferita era Rose perché li viziava in modo assurdo, ma di certo Alice era quella più…giocherellona. Passava ore ed ore a pettinare le bambole con Elisabeth o a volteggiare a ritmo di musica mentre Ed la guardava estasiato e completamente incantato.
In  pochi secondi Edward scese le scale e i piccoli si buttarono tra le braccia aperte di Alice che li afferrò facendoli volteggiare.
“I miei nipotini..TANTI AUGURI!!!!” strillò lei quasi spaccandomi i timpani, saltellando come una pazza.
“Tia tia” esclamò Liz “Co..compeanno! Mio!!”
“E mio!” aggiunse il mio bambino.
Spalancai la bocca. Rimanevo sorpresa sempre di più, man mano che il tempo passava, alla velocità con cui i bambini apprendevano le cose. Erano incredibilmente precoci…beh, forse avrei dovuto dire vampiricamente precoci.
Io non avevo mai avuto molti contatti con bambini prima di avere i miei figli ma sia Carlisle che Edward mi avevano confermato che erano molto intelligenti. Parlavano e si muovevano e capivano molto più dei loro coetanei normali.
Normali.
Non mi piaceva usare quella parola, ma non ci voleva di certo uno scienziato per capire che i miei piccoli erano speciali. E anche a livello fisico si poteva vedere a occhio attento.
Sembravano leggermente più grandi di bimbi di un anno e poi avevano alcune particolarità: non si erano mai fatti male praticamente dalla loro nascita. Nemmeno un graffietto accidentale causato da un unghietta troppo lunga o un livido dovuto a un tonfo sul pavimento. Quando erano venuti al mondo la loro pelle era fragile, delicata come quella di qualunque altro neonato, ma man mano che il tempo era passato si era come ..rafforzata.
La sentivo diversa dalla mia, più dura, più resistente.
E ad essere sincera dentro di me ero sollevata di questa cosa. Per ora i lati vampiri che stavano prendendo corpo in loro sembravano essere solo quelli positivi, che li rendevano più forti, che li proteggevano dal mondo esterno che tanto mi faceva paura. Certo, ancora la loro dieta era normale.Niente gusti..sanguinolenti per fortuna. Anche se ricordavo perfettamente la mia voglia di sangue durante la gravidanza e questo mi faceva presumere che probabilmente anche loro un giorno…
Scacciai quel pensiero leggermente fastidioso. Non che li avrei amati di meno, o che ci avrei trovato qualcosa di male però…io da umana non sarei stata capace di occuparmi del loro bisogno in un eventualità simile. A meno che non fossi stata una vampira anche io, ma di qust’eventualità io ed Edward non avevamo ancora davvero parlato. L’avevo accennata solo io vagamente in caso che le cose in questa gravidanza fossero mai andate storte o..
“Ehi signora Cullen, un penny per i suoi pensieri”
Sussultai quando la voce di mio marito e le sue braccia mi avvolsero.
Sospirai, abbozzando un sorriso. “Pensavo solo a quanto sono..cresciuti. A quanto erano picccoli e adesso sono così intelligenti e bellissimi”
“Beh per forza” rispose in un sussurro al mio orecchio “Con una mamma come la loro”
Ridacchiai quando sentii le sue labbra fredde solleticarmi il collo, risalendo piano, spostandosi sulla mia guancia, fino a raggiungere l’angolo della mia bocca.
Ci stampò un piccolo bacio e poi poggiò la fronte contro la mia.
“Non ti sei stancata troppo vero con Alice?” domandò accigliato.
“Edward non essere paranoico. Siamo state solo al supermercato a prendere gli addobbi. Non ho fatto praticamente niente..”
Edward lanciò una veloce occhiata alla sorella. “Ma ti ha fatto spingere il carrello”
Alzai gli occhi al cielo, tirandogli un leggero pugno sul petto e allontanandomi fintamente arrabbiata.
Prima che potessi fare un solo passo però lui mi agguantò per la vita e mi strinse di nuovo a sé. “Scusa…”
Tirai un lungo sospiro. “Edward, ho bisogno che tu sia rilassato. Mi sento bene..e se qualcosa non andasse te lo direi”
Alzò un sopraciglio, leggermente insicuro. “Non mi nasconderesti nulla? Nemmeno per non farmi preoccupare?”
Gli lanciai un’occhiata sorpresa. “Cosa? No! Insomma, c’è di mezzo la mia salute. La vita di nostro figlio..non nasconderei niente né a te né a Carlisle” lo rassicurai.
In fondo capivo il suo punto di vista. Era successo tante volte che, preoccupati di proteggere l’altro, avevamo finito per nasconderci cose importanti. Ma, ormai, potevo dire che avevamo imparato dai nostri errori.
Mi sorrise annuendo e riavvicinò il viso al mio, finchè i nostri nasi non si sfiorarono.
“Io mi fido di te amore mio” disse.
Sorrisi di rimando e poggiai il viso sulla sua spalla. Lo sentii stringermi più forte a sé e infilare le mani sotto la leggera giacchetta che portavo. Nonostante fosse giugno, il tempo fuori era nuvoloso ed essendo solo le dieci di mattina tirava ancora un aria piuttosto fredda.
Sentii le sue dita incontrare la stoffa che mi copriva.
“Indossi la mia camicia..” constatò con uno sorrisino sul viso. “Che c’è..vuoi avere sempre un pezzo del tuo maritino con te signora Cullen?”
Roteai gli occhi. La verità era proprio quella…ma non volevo dargliela vinta e così dissi: “Veramente mi serviva qualcosa di abbastanza largo da coprire..beh, hai capito. Vorrei essere io a dirlo a papà oggi..ed evitare che qualcuno gli dia la notizia appena tornato a Forks.”
“Andrà tutto bene vedrai” mi tranquillizzò. “ E poi..” continuò con un sorrisino massaggiandomi il ventre. “Avevo quasi dimenticato quanto sei ancora più bella e sexi quando hai il pancione. Anche se in realtà hai un pancino così piccolino…”
Sfregò piano le sue labbra contro le mie e prima che me ne potessi rendere conto risposi al bacio con una specie di assalto. Chiesi accesso alla sua bocca con prepotenza, finchè non potei finalmente assaporare a fondo quel bacio. Dio..quanto mi era mancato. Anche solo per poche ore. E fisicamente non eravamo stati insieme molto negli ultimi due mesi..anzi, per nulla dopo aver scoperto della gravidanza. E io lo volevo…Dio se lo volevo con tutta me stessa.
Quando però le mie dita arrivarono al bordo della sua maglietta Edward mi fermò e mi allontanò, tossendo leggermente.
Mi guardai attorno e arrossii di botto notando Alice fissarci fintamente sconvolta mentre tentava con fare teatrale di tappare gli occhi ai gemelli.
“Oddio..per favore basta, sembra l’inizio di un film porno a cui io non voglio assistere” sussurrò senza farsi sentire dai piccoli. Ma facendosi chiaramente sentire da me. “Anzi..in effetti forse vi assisterò comunque in una mia visione, perciò..”
“Alice” quasi strillai dall’imbarazzo diventando scarlatta.
Lei rise, liberando gli occhi dei bimbi, che la fissarono confusi,probabilmente senza capire.
“Alloooora” iniziò a dir loro riacquistando la loro attenzione “Oggi è il compleanno, quindi ci saranno regali, torta e…”
Vidi i suoi occhi illuminarsi e brillare eccitati in un modo che le accadeva solamente quando guardava suo marito oppure organizzava una..
“Festa, festa, festa!!!” strillò estasiata danzando verso il salotto.
“Fetta! Fetta!” sentii delle vocine rispondere in coro.
Appoggiai il capo contro il petto di Edward “Direi che sarà una giornata molto molto movimentata.”



“Legaliiiiiii!!!!”
Le vocine eccitate dei miei piccoli aleggiavano in tutta la casa. Erano entrambi estasiati da tutte le attenzioni che stavano ricevendo e dai colori, dai suoni e dalle immagine vivide tutto intorno a loro.
Festoni, regali, musica…
Dlin dlon
Sussultai, afferrando immediatamente la mano di mio marito e iniziando a respirare affannosamente.
I Cullen erano già tutti arrivati quindi doveva essere  papà.
Edward mi strinse forte la mano: sapeva che era inutile parlare in quel momento, mentre ci avviavamo verso la porta. Lasciando una mamma letteralmente sconvolta in cucina. Era arrivata con Phil una mezz’oretta prima e, quando le avevo aperto la porta e mi aveva visto col mio bel pancione apparentemente di sei mesi, era rimasta..beh scioccata era un eufemismo.
Dopo trenta minuti ancora la sua mascella rischiava seriamente di cadere a terra e, cosa ancora più strana per lei, non era riuscita ad emettere una frase di senso compiuto.
Forse era meglio così.
Almeno non era riuscita a chiedere spiegazioni e avremmo potuto parlare una volta sola sia a lei che a Charlie.
Presi un profondissimo respiro e aprii.
Mi trovai immediatamente faccia a faccia con un sorridente Charlie. Ma, non appena il suo sguardo si posò sul mio ventre esaltato dall’abitino che avevo indossato, si irrigidì.
“Mi sei mancato papà..” dissi.
“Mi…mi..mi sei..” deglutì rumorosamente “Oddio Bells ma…ma..ma tu sei e sei anche di un sacco di..”
Sembrava avere una notevole difficoltà a trovare le parole e per un brevissimo istante temetti che si sentisse male. Oddio forse avrei dovuto telefonargli o..
Ma prima che me ne rendessi conto lui aveva deglutito ed era tornato a osservarmi attentamente.
“Bells vorrei avere una..una delucidazione..”
“Vieni di la papà” sussurrai, conducendolo verso la cucina dove trovammo mamma e Carlisle seduti attorno al tavolo. Fortunatamente Renee aveva ripreso un po’ di colore.
Edward si sedette su una sedia, e io mi accoccolai sulle sue gambe, desiderosa di stare al suo fianco.
Papà e mamma si scambiarono un saluto veloce e appena accennato, probabilmente ancora abbastanza scioccati dall’avermi vista in quello stato. Notai che non riuscivano a staccare gli occhi dal mio ventre.
Visto che nessuno parlava decisi di prendere in mano la situazione.
“Beh..aspetto un bambino. Questo mi sembra ovvio..” enunciai cercando di alleggerire l’atmosfera.
“Ma..ma” Charlie sembrava ancora sconvolto “Di quanto sei?”
“Sei mesi”
“Sei mesi”  Renee sussultò “Oh Bella amore ma avresti potuto dircelo. Perché non l’hai fatto? Noi siamo felicissimi di avere un altro nipotino. Certo non pensavamo così presto ma..”
“Grazie mamma..per me è importante..” mormorai.
“Bella voleva dirvelo” disse Edward venendomi incontro. “ma abbiamo preferito aspettare perché ci sono state delle complicazioni”
Vidi il volto di papà sbiancare. Ecco la parte della storia che odiavo di più: mentire e farlo preoccupare.
“Come..come delle complicazioni?” domandò stringendo la mano di mamma senza nemmeno accorgersene.
In quel momento intervenne Carlisle, esponendo con calma e maestria la storia che avevamo deciso di dire ai miei genitori. Avevo avuto un considerevole distacco di placenta e avevamo seriamente rischiato di perdere il bambino: per questo motivo avevamo deciso di aspettare che stessi meglio prima di dare la notizia.
“Oddio tesoro” disse mamma “ ma è terribile. Ora come ti senti.”
“Molto meglio” risposi sorridendo “Ora il distacco è diminuito e..basta che stia a riposo fino al parto, davvero..”
Mamma sospirò sollevata mentre, invece, vidi il viso di papà passare dal bianco a uno acceso color rosso.
“Tu!” esordì puntando il dito contro Edward. “Tu! Ti ho affidato mia figlia..potevi..potevi essere più responsabile..potevi prendere delle precauzioni”
“Oddio papà!!” cercai di difendere Edward “Se proprio vuoi dare la colpa a qualcuno dalla a me..è stata una mia dimenticanza.”
“Charlie” disse piano mia madre “dai non sono affari tuoi..”
“Non sono.. Bella è affar mio”
“Charlie” disse piano Edward “E’ vero questo bambino non era programmato. Ma non è stato un errore di nessuno. Noi lo amiamo e..e le assicuro che mi prenderò cura di Bella e dei nostri figli come ho sempre fatto fin’ora..”
“Sarà meglio..” mormorò papà a denti stretti.
“Ok” dissi desiderosa di concludere quel momento imbarazzante “Perché non andate tutti di là coi bimbi. Iniziate a tagliare la torta. Io e Charlie portiamo i piattini.”
Lanciai a Edward un’ occhiata eloquente e lui uscì insieme agli altri, dopo avermi dato un bacio.
“Papà non voglio che tu sia preoccupato” sospirai.
“E’ ovvio che sono preoccupato” rispose, passandosi una mano fra i capelli “Sei la mia bambina.”
Sorrisi. “E questo è il mio bambino e io..io l’ho amato sin da subito..” mi battei piano la pancia.
“Ma si Bells questo lo capisco e..e lo condivido. E non saresti la mia Bella se non fosse così. Però ho bisogno che tu mi prometta che andrà tutto bene. E soprattutto che non farai di testa tua come al solito e ti farai aiutare e starai a riposo..”
“Mi sembri quasi Edward” ridacchiai alzando gli occhi al cielo.
“Sì, beh” grugnì “con quel ragazzo devo scambiare un paio di paroline. Pensavo avesse più buon senso..”
“Papà” lo ammonii “per fare un bambino bisogna essere in due e ti assicuro che io ero presente. Quindi lascia stare Edward..”
Arrossii appena mi resi conto delle mie parole. Dio che imbarazzo!
“Sì beh..” borbottò “Comunque..non voglio che pensi che non sia felice..perchè lo sono”
“Lo so” confermai “E’ una benedizione. Esattamente come Liz e Edward”
Annuì. “Però ora basta. Tre nipotini sono sufficienti per ora..”
Risi, mentre sentivo gli altri che, in salotto iniziavano a cantare tanti auguri ai piccoli.
“Eh Bella” continuò Charlie ora un po’ in imbarazzo “Io non smetterò mai di preoccuparmi per te. Perché anche se sei moglie e madre tu..tu sarai sempre  la mia bambina. Per sempre.”
Sentii le lacrime pungermi gli angoli degli occhi. Amavo entrambi i miei genitori in ugual modo ma papà..lui era così simile a me. Così riservato, così chiuso..ma così presente, così vicino quando avevi bisogno di lui.
E, prima che potessi pensarci, le parole mi uscirono fuori da sole.
“Facciamo qualcosa insieme un giorno di questi. Andiamo a pesca..” dissi sbalordendo anche me stessa.
“A pesca?” Mi guardò sconvolto. Non avevo mai fatto mistero della mia scarsa abilità, e anche interesse a dire il vero, nell’acchiappare pesci.
“E poi ceniamo insieme”
“Tavola calda?” domandò lui.
“Ovvio” risposi “Bistecca e dessert. Come quando mi sono trasferita qui”
Mi fissò radioso e anche un po’..emozionato. Era così felice da farmi stringere il cuore.
“Ora andiamo di là..o non mangeranno la torta” annunciò radioso.
Annuii prendendo il vassoio coi piattini, ma mi arrestai sulla porta, desiderosa di dirgli una verità fondamentale.
“Papà?”
“Si Bella?” domandò.
“Ti voglio bene.”



Mi infilai il pigiama e uscii dal bagno. Era ancora molto presto, solo le 8 e 45, ma visto che le 9 erano l’ora della nanna per i piccoli era meglio parlare tutti insieme ora. Io e Edward avevamo deciso che, anche se i bimbi erano molto molto piccoli vista la loro maggior capacità di comprendere ciò che succedeva loro attorno, sarebbe stato meglio cercare di spiegar loro l’arrivo imminente di un nuovo fratellino..o sorellina.
O almeno provarci.
Vidi che entrambi i piccoli indossavano già i loro pigiamini e, seduti sul lettone, giocavano con Edward insieme alle bambole che Alice aveva regalato ad Elisabeth quel pomeriggio.
Saltai sul letto, beccandomi un’occhiataccia allarmata al mio ventre da parte di mio marito.
Gliene lanciai una io stavolta, pregandolo di rilassarsi e di non preoccuparsi così assolutamente tanto.
Gli presi la mano e lui la strinse piano.
“Allora..” iniziai “Amori miei..festa!”
Loro batterono forte le mani, lanciando piccoli strilli eccitati in un modo che mi ricordava tanto la loro zia.
“Fetta!” strillò Eddy.
“Legali!” disse invece Liz e io e mio marito scoppiammo entrambi a ridere.
“Sì..” confermò Edward “E abbiamo un altro regalo per voi..”
Lizzie lo guardò stupita, mentre Ed spalancò gli occhioni.
“Un fratellino” sussurrai io piano avvicinandomi e carezzando la testolina di entrambi.
Elisabeth sembrò ancora più confusa dalle mie parole. Allungò la manina e sfiorò il braccio di Ed.
“Fatellino..” disse.
“Sì” confermai “Ed è il tuo fratellino. Ma presto ce ne sarà un altro..o una sorellina”
Edward prese tra le braccia i piccoli e sussurrò “E lo sapete dov’è adesso questo piccolo bambino?”
Entrambi scossero il capo.
Mi poggiai meglio contro lo schienale del letto e aprii la larga maglia del pigiama finchè non mostrò il mio ventre piuttosto prominente.
Vidi i piccoli spalancare gli occhietti, in un espressione talmente sbalordita che avrei voluto avere la macchina fotografica solo per immortalare il momento.
Ed allungò la mano e, quasi con timore, mi sfiorò la pelle dura. “Totta”
Edward ridacchiò. “Si..ha la pancia gonfia anche perché ha mangiato troppa torta” mi prese in giro.
Gli lanciai scherzosamente il cuscino facendogli la linguaccia.
“Ma..” continuò “Li dentro c’è un bambino. Il vostro fratellino..o sorellina..”
“Sì” continuai io “E potrete giocare, dormire insieme,fare il bagnetto insieme..”
Loro continuarono a fissarmi un po’ confusi finche anche Lizzie non si mise a giocherellare con il mio ombelico sporgente.
“Fatellino!” strillò
Entrambi si misero a ridere e Edward li afferrò portandoli sotto di sé e iniziando a far loro il solletico.
“E ora piccoli mostri andiamo a dormire!” disse facendo un vocione fintamente spaventoso.
“Noooo” si lamentarono all’unisono.
“Sì” confermai io ridendo.
Li avvolsi in un enorme abbraccio e diedi a ciascuno tanti bacini prima di lasciarli di nuovo alle braccia sicure di mio marito che li portò nella loro cameretta.
Mi sistemai meglio sul letto, facendo silenzio e ascoltando la leggera melodia che proveniva dalla stanza vicino e che, mano a mano che i piccoli cadevano nel sonno, si affievoliva.
Finchè, dopo soltanto pochi minuti, non avvertii completo silenzio. Poveri tesori, era stata davvero una giornata piena e pesante per loro e dovevano essere crollati in un batter d’occhio. Infatti vidi Edward rientrare in camera e chiudersi silenziosamente la porta alle spalle.
*Avanzò verso il letto e si lasciò cadere con grazia al mio fianco, stringendomi per il fianco.
Finsi di scostarmi. “Ah che c’è, adesso vuoi abbracciare la tua mogliettina ripiena di troppa torta?”
Mi strinse ancora di più, portandomi sotto di sé e iniziando a baciarmi piano il collo.
“A me piaci sempre..ripiena di qualsiasi cosa..” mormorò piano, continuando a sfiorarmi il collo con le labbra, soffermandosi su un punto che lui sapeva piacermi particolarmente.
“Mmmm” mugolai dimenticandomi completamente di qualunque cosa stessimo parlando, scossa dai brividi.
Prima che potessi rendermene conto le mie mani volarono al bordo della sua maglietta, cercando di sollevargliela.
Mi bloccò un polso prima ancora che potessi portarla a metà della sua schiena. Aprii piano gli occhi nello stesso momento in cui lui puntava i suoi nei miei.
“Bella. Non lo so…”
“Io lo so invece” sospirai cercando di riportare le mie labbra sulle sue “So che il mio corpo vuole te. So che io voglio te..”
Sospirò mentre le sue mani continuavano a massaggiarmi i fianchi. Avvertii le sue labbra ritornare sul mio collo e poi scendere lente, sfiorare il mio seno coperto dalla stoffa, fino ad arrivare alla pelle tesa del mio ventre. Si fermò proprio sul mio ombelico iniziando a tracciare una piccola scia di baci lungo tutto il cerchio.
Sorrisi un po’ per la dolcezza del suo gesto, un po’ per il solletico che sentivo. Gli carezzai i capelli, avvolgendo le sue ciocche tra le mie dita.
“Lo so che mi dirai che sei preoccupato per il bambino… Ma onestamente Edward, abbiamo fatto l’amore tante volte quando aspettavo i gemelli..”
“Ma questa gravidanza…”
Lo interruppi ancora prima che potesse continuare, consapevole di tutti i suoi singoli dubbi. “Questa gravidanza è diversa…non sappiamo tante cose…Edward lo so. So quello che mi vuoi dire. Ma seriamente pensi che potresti mai farmi male? O al bambino? Sembra piuttosto resistente..ehm..anche per i tuoi standard..”
Arrossii di botto quando vidi il sorrisetto compiaciuto farsi largo sul suo viso.
Mi strinse più forte a se. “Ah sì.. e precisamente quali sono i miei standard?”
Cercai di non andare a fuoco ancora di più e, invece, feci scorrere i palmi delle mani sul suo petto e, quando le mie dita arrivarono di nuovo al bordo della stoffa non mi fermò.
Sfilai la maglietta e la gettai sul pavimento tornando a percorrere il suo petto con le dita, fino a depositare un bacio sul suo cuore. Le mie labbra continuarono la loro corsa, risalendo la sua pelle e avvicinandosi al suo orecchio.
“Non mi respingere ti prego..” mormorai.
“Sai che non hai bisogno di pregare. Mai..” sentivo la sua incertezza vacillare sempre di più. Avevo solo bisogno di farlo crollare definitivamente.
E sapevo come.
Le mie dita corsero sempre più verso il basso, fino al bordo dei pantaloni della tuta. Esitai un attimo, ma quando vidi che non mi fermava mi feci più audace finchè la mia mano non si chiuse sulla sua carne.
“Santo cielo Bella..” sospirò e, prima che me ne rendessi conto il mio corpo era schiacciato contro il materasso e le mie mani erano tra le sue, strette in una morsa sopra la mia testa.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, il suo corpo tra le mie gambe.
“Mi hai fermato..”
“Se continuavi così sarebbe finito tutto troppo troppo presto. E io voglio prendermi cura di te..” soffiò sulla mia bocca prima unirla alla sua.
Il bacio iniziò lento, dolce, quasi appena accennato, come se Edward volesse godersi ogni singolo istante di me…del mio sapore. Ma il modo in cui continuò..fu potente, passionale, come se mi stesse baciando per la prima volta. Lo ruppe solo alcuni minuti dopo, per permettermi di respirare, ma invece di riconnettere le nostre bocche sentii le sue labbra scendere: Il mio mento, il mio collo, la mia gola… Si soffermò a lungo, succhiando piano mentre la sua mano risaliva aprendo facilmente tutto i bottone della giacchetta del pigiama, sfilandomela con facilità.
Gettai il capo all’indietro quando avvertii le sue labbra tracciare i contorni del mio seno piuttosto sensibile e poi continuare la loro discesa verso la mia pancia. La percorreva con amore, quasi con venerazione, quasi come se, insieme a me stesse amando anche suo figlio.
La sua stretta si rafforzò sui miei fianchi quando le sue labbra arrivarono al laccio che chiudeva i miei pantaloncini. Mi lanciò un occhiata penetrante, come a chiedere il permesso per continuare. Come se ce ne fosse bisogno…
Vedendo il mio sorriso continuò nella sua opera e le sue dita mi sfilarono con rapidità gli short e gli slip. Mentre li faceva scorrere lungo le mie gambe alternava baci e carezze che mi facevano fremere sempre di più. Arrivò alle caviglie e dopo aver fatto volare gli indumenti a terra la sua bocca iniziò a risalire al contrario la strada appena percorsa.
I miei polpacci, le mie ginocchia, le mie cosce e poi…
Tremai tutta quando avvertii il suo respiro e la sua lingua gelata sfiorarmi nella carne sensibile.
“Oddio..Ed..Edward, non ce la faccio..non resisto più..”
In meno di un secondo mi ritrovai il suo viso contro il mio.
“Meglio così” mi sussurrò all’orecchio “perché voglio essere dentro di te mentre ti faccio venire..”
Spalancai gli occhi, stupita solo in parte dalle sue parole. A lui piaceva parlarmi mentre facevamo l’amore..chi l’avrebbe mai detto: il mio puritano maritino della prima guerra mondiale..
“Che hai da ridere?” sussurrò lui.
“Niente.” Risposi ansimando “Ti voglio. Adesso. E sei ancora troppo vestito… Spogliati”
Mise subito in atto il mio consiglio e in pochi minuti ci ritrovammo abbracciati, nudi, stretti l’uno all’altra, senza alcun imbarazzo fra noi.
Ci amavamo e stavamo insieme. Solo questo contava.
“Non voglio pesarti sul pancione..” mormorò tra un bacio e l’altro.
Senza allontanami da lui nemmeno di un centimetro ribaltai le nostre posizioni, finchè no mi posizionai su di lui.
“Fammi stare sopra” mormorai.
Lo vidi alzare gli occhi al cielo. “Bella tu mi ucciderai un giorno di questi…”
“Tecnicamente sei già morto” sospirai senza fiato.
Lo sentivo premere contro di me e la cosa mi stava letteralmente facendo impazzire. Lo volevo, volevo sentirlo, volevo essere unita a lui…volevo..
Alzai leggermente il bacino finchè non lo accolsi in me con un gemito.
“Ti amo” sussurrò, alzando una mano e intrecciandola con la mia all’altezza del suo petto “Tu sei il mio cuore”
Chiusi gli occhi, muovendomi prima piano e poi più velocemente, cercando di assaporare ogni istante di quei minuti dove io ero lui e lui era me.
Uniti in una cosa sola.
Lo sentivo crescere dentro di me e catturai la sua bocca nella mia, muovendomi con lui sempre più velocemente come a non volerlo lasciare mai mai andare via. Come a voler restare sempre così.
Edward mi afferrò con decisione i fianchi, imprimendo un movimento nuovo e seppi in quel momento che non avrei resistito a lungo.
Volevo esplodere con lui, volevo morire di passione con lui, allacciata al suo corpo, fusa nella sua anima.
E le sue parole mi diedero l’ultima spinta necessaria ad abbandonarmi all’abisso su cui camminavo.
“Vieni..vieni con me Bella”.

O_____O ancora tutte vive? Ahahahha spero di sì ;) D'altronde io (ragazza pura e casta U__U) non scrivo ff super hot come invece l'autrice di QUESTA FF . No, a parte gli scherzi ragazze, se potete leggere ff a rating rosso leggetela perchè è la più bella e coinvolgente che io abbia letto ultimamente. Sul serio. Alla prossima settimana girls..un beso enorme!! 
   
 
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